Sistema monetario e finanza
globale
• Il sistema monetario internazionale è il complesso di
regole e di procedure che presiede agli scambi
monetari fra le varie nazioni.
• Il sistema finanziario globale comprende tutte quelle
istituzioni finanziarie che operano a livello
internazionale.
• Gli attori principali sono sia privati (banche, hedge
funds etc) che pubblici (banche centrali e governi)
che organizzazioni internazionali (FMI, BRI, etc).
Moneta e Finanza
nell’economia globale
• Il sistema monetario internazionale è
strettamente connesso al sistema finanziario
globale.
• Flussi di capitale e investimenti esteri diretti
(IDE) sono condotti in moneta. Al variare dei
tassi di cambio, varia il valore degli investimenti.
Il ruolo del sistema monetario
internazionale
• Il sistema monetario internazionale deve essere
preservato e gestito da uno stato o da un gruppo
di stati. Le nazioni leaders generalmente
delegano questo compito a un’organizzazione
internazionale, come il FMI o la Banca mondiale.
• Compito del sistema è di risolvere gli squilibri
attraverso una forma convenuta di
aggiustamento.
• Il sistema deve fornire un sufficiente livello di
liquidità internazionale. Le nazioni devono poter
disporre di un sufficiente livello di riserve
finanziare per fronteggiare eventuali squilibri.
Sistema Monetario Internazionale
Elementi caratterizzanti:
Leadership – il leader come prestatore di ultima
istanza
Aggiustamento
Signoraggio
“Trilemma”
Aggiustamento
Un sistema monetario internazionale per essere
efficiente deve minimizzare i costi dell’aggiustamento
Paese in disavanzo
Usare le proprie riserve
Misure strutturali, riforme
Svalutazione, e cioè diminuisce
il reddito nazionale
Deflazione, che porta a conseguenze
Negative sull’occupazione
Paese in avanzo
Accumulare riserve
Rivalutazione. Aumenta il
reddito nazionale
Espansione economica
Su chi cade il peso dell’aggiustamento? Sui paesi in deficit o sui paesi in
surplus?
Signoraggio
Il signoraggio conferisce benefici al paese che fornisce la
moneta di riferimento. Creazione di liquidità consentita
Il sistema bancario USA guadagna dal signoraggio del
dollaro – vedi per esempio economie di scala
Il signoraggio impone dei doveri:
a) mantenere le fiducia
b) difficoltà di svalutazione
Se altri paesi accumulano dollari le loro riserve sostengono
il relativo valore del dollaro. In altre parole essi fanno agli
USA una forma di prestito a tasso zero.
Trilemma della gestione monetaria
A – Tasso di cambio fisso
B – Libertà di trasferimento di capitali
C – Indipendenza e autonomia nazionale delle politiche monetarie (e
fiscali)
Si possono raggiungere 2 dei 3 obbiettivi, Ma non tutti e tre insieme.
Gold Standard: A e B
Bretton Woods: A e C
Sistema post-Bretton Woods: B e C- (anche se C solo parzialmente)
Il non-sistema seguito a Bretton Woods è basato sulla
collaborazione sporadica delle principali banche centrali che si
accordano per gestire le fluttuazioni fra tassi di cambio. In questo
sistema i banchieri centrali, autorità tecniche, hanno un ruolo
preminente.
Regime
I. Gold Standard
II. Instabilità
- Tassi fluttuanti
- Ritorno all’oro
- Tassi fluttuanti e controlli
III. Cambi semifissi imperniati sul dollaro
- Ritorno della convertibilità
- Bretton Woods in atto
IV. Tassi fluttuanti con prevalenza del dollaro
- Disaccordo
- Ritorno alla fluttuazione
Periodo
1879 – 1914
1918 - 1939
- 1918 – 1925
- 1925 – 1931
- 1931 – 1939
1945 – 1971
- 1945 – 1958
- 1958 – 1971
1971- 1984
- 1971 - 1974
- 1974 - 1984
Regime
Periodo
V. SME (Sistema Monetario Europeo)
1979 – 1993
VI. Accordi di Plaza-Louvre
1985 – 1993
VII. Fluttuazioni Internazionali e creazione dell’UEM
1993
- Monitoraggio multilaterale
- 1993 – 1997
- Fine dei Dollar-pegs
- 1997 –
- Moneta Unica
- 1999 –
Bretton Woods: nascita dell’architettura del
sistema economico nel 1944
• Liberalizzazione del commercio e principio di nondiscriminazione.
• Monete liberamente convertibili fra loro.
• Cambio fisso di ciascuna moneta contro il dollaro, e del
dollaro conto l’oro.
• Libertà di transazioni di conto corrente, ma vincoli
consentiti ai movimenti di capitali.
• Fondo Monetario Internazionale come regolatore del
sistema e prestatore di ultima istanza, attraverso l’uso
delle riserve.
• Banca Mondiale come organismo finanziatore.
Bretton Woods: affermazione e sviluppo del sistema
• Squilibri del dopo-1945 rendono impossibile l’attuazione
della convertibilità prevista Bretton Woods
• Il dollar gap e la crisi di convertibilità della sterlina del
1947
• Piano Marshall: strumento di ricostruzione europea
• Gli Usa accettano di favorire una area preferenziale
europea. Liberalizzazione graduale all’interno dell’area
OECE e creazione dell’Unione Europea dei Pagamenti.
• La convertibilità delle monete europee con il dollaro si
realizza nel 1958
• Dal 1958 al 1970 il meccanismo di Bretton Woods
conosce il suo periodo di grazia.
Bretton Woods: affermazione e sviluppo del sistema
• Come funzionava il sistema:
- I principali partners degli USA accumulano dollari; il
sistema si regge sulla fiducia nel dollaro e sull’egemonia
Usa nel periodo della Guerra Fredda;
- La superiorità economica USA è assoluta e rende
irrilevanti la concorrenza internazionale;
- La centralità del dollaro nelle riserve mondiali conferisce
agli USA un “diritto di signoraggio” (privilegio per chi
batte moneta)
- Separazione fra livello nazionale e internazionale: i paesi
conservano autonomia di politica economica
- Distinzione fra commercio, finanza e industria che si
muovono in sfere separate
- Asse USA – Repubblica Federale Tedesca.
Bretton Woods: fattori di crisi negli anni 1960
• Crescente debolezza della bilancia dei
pagamenti USA, che va in rosso stabilmente alla
fine degli anni 1960
• Gap di credibilità crescente della convertibilità in
oro
• Speculazione sul prezzo dell’oro
• Flussi finanziari crescenti- anche per la
diffusione degli eurodollari. Si generano flussi
finanziari e politiche speculative.
• Crescente sfida di Germania, Francia e
Giappone alla preponderanza americana
La fine del sistema di Bretton Woods e le sue
conseguenze
• Politiche economiche USA nelle presidenze Johnson (1963-9)
e Nixon (1969-1974) sono inflazioniste. Johnson finanzia la
guerra nel Vietnam e ampi programmi sociali. La Federal
Reserve sotto Nixon pratica bassi tassi di interesse.
• 15 agosto 1971: svalutazione del dollaro e sganciamento dal
dollaro con l’oro. Sovrattassa del 10% sulle importazioni per
premere sui partners commerciali.
• Dicembre 1971: accordi dello Smithsonian, i maggiori partners
accettano di rivalutare in cambio della fine delle barriere
straordinarie.
• Dal 1976 (Jamaica) si accetta il “non-sistema” dei cambi
flessibili.
Il sistema internazionale post -Bretton Woods
• I cambi fissi cessarono nel 1971. Furono seguiti da cambi
fluttuanti senza una regola condivisa sugli aggiustamenti.
• Il dollaro è rimasto la moneta chiave benché il sistema si
basi su la cooperazione tra la FED, la BCE (prima del 1999
la Bundesbank) e la Banca del Giappone.
• Il Fondo monetario internazionale agisce come regolatore
del sistema monetario internazionale.
La transizione verso l’economia globale:
la rivoluzione finanziaria degli anni 1970
• Si crea un mercato finanziario internazionale: con il mercato
dell’eurodollaro e con l’espansione all’estero delle banche
americane.
• Deregulation del mercato dei capitali- aumentano i flussi finanziari
globali.
• Politiche macro-economiche sempre più interdipendenti
• Instabilità dei cambi, accentuata dalla speculazione.
• Tentativi di coordinazione internazionale: nasce il gruppo dei 7 a
Rambouillet (1975).
• La Germania non accetta la teoria di Carter della locomotiva e cioè
una politica espansionista e inflazionistica.
• I paesi europei creano lo SME (sistema monetario europeo)
• Lo SME ruota intorno al marco tedesco e afferma il regionalismo
monetario europeo.
Il sistema internazionale post -Bretton Woods
• Molti paesi hanno scelto di creare unioni monetarie (vedi
Euro) o di fissare le loro monete al dollaro (vedi il Dollar
peg di molti paesi del Sud est asiatico prima del 1997).
• In alcuni casi si è fatto ricorso a currency reserve
boards, che hanno comportato delegare la politica
monetaria all’ FMI, mentre la massa monetaria è stata
coperta da dollari (vedi Hong Kong negli anni ’90 e
l’Argentina nei primi anni 2000).
Il Fondo monetario internazionale
• Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) sorveglia i tassi di
cambio e le bilance di pagamenti. Offre assistenza tecnica e
finanziaria.
• Sede centrale è Washington D.C. con uffici disseminati in
tutto il mondo. Attualmente ha 185 paesi membri.
• Fu creato nel Dicembre 1945 allorché i primi 29 paesi
membri firmarono il suo Statuto.
Fondo Monetario Internazionale
• Una regola non scritta stabilisce che il direttore
generale deve essere un europeo mentre il
presidente della banca mondiale è un americano.
• L’FMI è largamente sotto il controllo dei maggiori
paesi occidentali, soprattutto gli Stati Uniti. Questo
controllo si esercita attraverso diritti di voto nell’
organismo esecutivo, corrispettivi alle quote
versate.
FMI: governance
Consiglio dei governatori e Consiglio Esecutivo (Executive Board)
L’EB è composto da 24 direttori esecutivi di cui 5 permanenti. (Usa,
GB, Giappone, Germania, Francia). Gli altri sono eletti dal C.dei Gov
sulla base di un sistema di raggruppamenti di nazioni.
Solo pochi paesi (Arabia Saudita, Cina e Russia) hanno abbastanza
voti per eleggere i propri direttori esecutivi. In genere un direttore
rappresenta dalle 5 alle 20 nazioni diverse non necessariamente su
base regionale. Il Direttore esecutivo italiano rappresenta anche
Albania, Grecia, Malta, Portogallo, San Marino, Timor Est.
L’EB è presieduto da un Managing Director, espressione dello
stesso Board.
Rappresentanza secondo le quote versate. Gli Usa hanno il 17%
circa dei voti. Le decisioni più importanti a maggioranza qualificata
di ¾.
Compiti e strumenti del FMI dopo la fine di Bretton Woods
•
Nel 1976 lo Statuto del Fondo fu modificato. Ogni singolo paese libero
di scegliere il proprio sistema di cambio.
•
Il ruolo di finanziatore del FMI si è “esteso alla concessione di crediti
a lungo termine per far fronte alle situazioni di difficoltà finanziaria dei
paesi più deboli”. Parallelamente si è estesa anche la funzione di
sorveglianza e i compiti generali del Fondo.
L’operato del Fondo orientato alla concessione di crediti a lungo
termine e alla definizione di politiche di aggiustamento strutturale.
I Piani di Aggiustamento Strutturale, sono programmi di riequilibrio
strutturale della bilancia dei pagamenti finanziati dal FMI
Varie sono le linee di intervento speciali create negli anni Ottanta e
Novanta. Vedi Structural Adjustment Facility, Enhanced SAF.
•
Insieme alla Banca Mondiale ha partecipato a iniziative di
cancellazione del debito.
Critiche al FMI e al Washington Consensus
• Il FMI incentiva il moral hazard.
Ricette per il FMI:
• Controllo a breve del movimento di capitali. Tobin Tax.
• Politica di prevenzione delle crisi (controllo del rispetto di
regole e standards, di competizione, di requisiti per le
banche).
• Il Fmi deve agire come prestatore di ultima istanza e non
di prima istanza, come è spesso avvenuto.
• Riforme del diritto fallimentare internazionale (Stiglitz)
• Iniziative del FMI e della Banca Mondiale di
cancellazione del debito dei paesi più poveri.
Critiche al sistema monetario attuale
I tassi di cambio fluttuanti distorcono il commercio
internazionale, falsando i principi del vantaggio comparato.
• Tuttavia anche i tassi di cambio sono riflesso del mercato della
domanda e offerta della moneta.
• I sostenitori di controlli auspicano un tetto alle fluttuazioni delle
monete e di conseguenza vorrebbero limitare la libertà di
movimento di capitali e/o porre dei limiti alla libertà di operare
scelte dei governi attraverso una politica macro-economica
comune.
• Secondo altri l’unica risposta alle fluttuazioni monetarie sarebbe
la creazione di vaste aree monetarie regionali con moneta unica.
Altrimenti sono meglio i cambi flessibili.
Cambi fissi o variabili?
Argomenti per i cambi fissi:
• Stabilità
• Disciplina anti-inflazionistica
• Argine alla speculazione (ma se il cambio fisso
non è credibile la speculazione è ancora più
incoraggiata)
L’esperienza degli ultimi trent’anni è stata sì
di cambi fluttuanti, ma con frequenti
interventi sul mercato della Banche centrali.
I mercati finanziari
Mercati finanziari
Una solida e sofisticata struttura dei mercati finanziari è un
elemento essenziale e un prerequisito importante per lo sviluppo
economico.
4 funzioni principali dei mercati finanziari:
a) mobilitano il risparmio;
b) lo canalizzano verso chi ne ha bisogno;
c) rendono il rischio tollerabile, mettendolo in comune e
distribuendolo;
d) controllano l’operato delle imprese.
fragilità nei mercati finanziari:
a) insufficiente informazione;
b) le banche, che sono i principali intermediari finanziari, hanno
una struttura fragile in quanto i loro debiti sono a breve e i loro
crediti sono a lungo termine esposti a rischi macro-economici,
variazione dei tassi e volatilità;
c) i mercati finanziari sono soggetti a forti ondate speculative;
d) sono soggetti a comportamenti imitativi di branco (herd
behaviour)
Lo sviluppo storico della finanza globale
• Il movimento di capitali era stato molto intenso
nel periodo 1870-1913 e aveva raggiunto il suo
apogeo nel 1914, al culmine del sistema del
gold standard.
• La ripresa dei flussi finanziari si ebbe negli anni
1960 con il formarsi del mercato degli
Eurodollari. Dal 1970 in avanti c’è stata una
progressiva accelerazione.
La finanza globale
• Tre fenomeni concorrenti: liberalizzazione dei
mercati finanziari, abolizione dei controlli sui
movimenti di capitale e tassi di cambio flessibili.
• Negli anni 1990 acquista una dimensione
sempre più corposa il flusso di fondi di
investimento vari, come i fondi pensione, che
cercano più alti ritorni nei mercati internazionali.
Gli investimenti esteri sono sempre di più
“leveraged”, cioè attivati con fondi presi in
prestito.
Storia della globalizzazione finanziaria.
Aveva raggiunto un livello molto avanzato nel 1914. Dopo il
1945 ha recuperato i livelli precedenti e oggi sembrerebbe
averli superati, se non che il grande balzo in avanti dagli anni
1980 riguarda soprattutto flussi finanziari a breve e non
investimenti finanziari a lungo termine.
Differenze con il passato del gold standard:
I paesi ad alto reddito non sono più esportatori netti di
capitale, ma importatori netti. In sostanza gli USA sono forti
importatori netti, il Giappone e l’UE sono esportatori netti ma
molto più modestamente.
La finanza internazionale: differenze
con il periodo del Gold Standard
• Gran parte degli scambi finanziari avvengono fra paesi
industrializzati. Si parla di “diversificazione finanziaria”, e
non di “finanza per lo sviluppo”. Soli il 10% dei
movimenti di capitale avviene oggi verso regioni povere.
• La gran parte dei movimenti finanziari è composta di
investimenti a breve termine, in particolare in movimenti
valutari. Per quanto riguarda gli investimenti di medio
lungo periodo, oggi sono molto più diversificati di una
volta, e comprendono più IDE.
Lo sviluppo della finanza globale
• I globalisti sostengono che I flussi finanziari odierni
sono molto diversi che nel passato, in quanto oggi non
hanno alcuna relazione con il commercio estero.
•
La rivoluzione finanziaria ha saldato le economie dei
singoli paesi molto più strettamente e ha anche reso
disponibili risorse molto ingenti per le economie in
via di sviluppo.
• Tuttavia una parte considerevole di questi flussi
finanziari sono a breve termine e quindi molto fluttuanti
e speculativi. La finanza internazionale è diventata
l’aspetto più instabile e più a rischio dell’economia
capitalista globale.
Crisi finanziarie
Come scoppiano?
•Speculazione e euforia per l’andamento di un settore o
dell’economia di un paese;
•Aumento di profitti e di investimenti;
•Bolla-boom i prezzi aumentano e aumenta la velocità degli
scambi.
•A un certo punto il ciclo si inverte. Questa inversione è
scatenato da un episodio: crollo di una banca, per esempio.
Scoppia la bolla speculativa;
•Le banche cessano di concedere prestiti – stretta creditizia.
•Kindlebergher: “psicologia della folla” spiega la
speculazione.
Crisi finanziarie – Storia
1970-inizi 1980: Crisi dei paesi in via di sviluppo,
soprattutto dei governi latino-americani. Alto
indebitamento con le banche commerciali, che, tra
l’altro, riciclavano così gli Eurodollari. Dopo il 1979 si
rialzarono i tassi di interesse e le banche non
rinnovarono i crediti;
La crisi del Giappone degli anni 1990
• Alla fine degli anni 1980, i prezzi dei terreni e delle case
triplicano. Una vera e propria bolla immobiliare. Il potere dei
grandi speculatori, legati alla malavita e alla politica, era una
costante trascurata del sistema giapponese.
• La Banca del Giappone in una prima fase alzava i tassi di
interesse e dal 1991 determinò una caduta drastica dei beni
immobiliari. Questo però si accompagnò non a una ripresa ma
a una recessione strisciante.
• La prossima fase vide un abbassamento dei tassi di interesse,
fino a portarli allo zero, per rimettere in moto l’economia. Inoltre
lo stato si impegnava in vasti programmi di spesa,
indebitandosi.
• L’economia non reagisce come sperato. Il Giappone era una
economia fondata su bassi livelli di consumo privato. I livelli di
crescita rimangano bassi, sotto la capacità potenziale
dell’economia: una trappola deflattiva.
Il Giappone e le difficoltà della sua leadership: la
crisi economica giapponese
• Il Giappone non riesce a ri-vitalizzare la propria economia. Il
settore bancario è soffocato dai debiti.
• La stagnazione giapponese si accompagna a un aumento
della disoccupazione, che sale a circa il 5% della forza lavoro.
Cadono gli investimenti e i consumi
• Tentativi di reflazione troppo deboli.
• Riforma dell’economia domestica: una delle più
regolamentate del mondo.
• Il Giappone resiste alla liberalizzazione della propria
economia. Costi sociali elevati, fine di un modello produttivo e
sociale.
La crisi del Giappone degli anni 1990
Due errori:
• A) l’azione del governo non fu abbastanza continua. Nel 1997
dopo qualche anno di espansione si cominciò a temere per
l’incremento del debito pubblico generato dalla spesa e dalla
incombente crisi fiscale (anche per il carico pensionistico). Si
aumentarono le tasse e il paese piombò di nuovo nella recessione.
• B) Non si intervenne per tempo sul vero punto debole del sistema: le
banche. Il crollo dei titoli immobiliari le aveva costretto a gravi
perdite. In un secondo tempo dovettero fronteggiare le difficoltà di
un clima economico recessivo e fare fronte anche all’indebitamento
pubblico. La ricapitalizzazione della banche fu intrapresa solo
nel 1998 con un pacchetto di 500 miliardi di dollari.
Il Giappone si riprende
• Primi segnali di ripresa dell’economia giapponese nel
2003. La crescita del PIL supera il 2%. Si attenua la
spinta deflazionistica.
• Le esportazioni giapponesi beneficiano della crescita dei
deficit commerciali statunitensi e della crescita cinese.
Forte crescita di IDE giapponesi in Cina.
• I tassi di interesse rimangono bassissimi, dello 0,5%,
lasciando la politica monetaria giapponese indifesa di
fronte a una nuova recessione.
Crisi finanziarie inizi anni Novanta:
• 1992-3 Crisi nello SME. Svalutano lira e sterlina. Qui
forse la lezione più importante fu che le banche centrali,
in presenza di difficoltà strutturali, non erano in grado di
fermare l’attacco degli speculatori. Vedi G. Soros che
guadagnò fortemente nella caduta della sterlina.
• 1994-5, Boom messicano attira capitali a breve dagli
Usa. Ma nel dicembre 1994 il peso messicano si
svalutava per una crisi di fiducia nel paese. Intervento di
Clinton con fondi americani e con le riserve del FMI. Nel
1995 il PIL del Messico si contrae del 6%.
Crisi finanziaria argentina
• 2001 – L’Argentina aveva un cambio fisso con il dollaro
ma il Peso argentino perse credibilità e si dovettero
alzare i tassi di interesse, provocando recessione.
• Poi si arrivò alla svalutazione, e al default sul debito
statale.
• La difficoltà maggiore fu la svalutazione del Real
brasiliano e la caduta dell’euro rispetto al dollaro che
misero fuori mercato le esportazioni argentine
Crisi finanziarie – Asia 1997-99
• Il primo paese a essere investito fu la Thailandia, una
delle ultime arrivate fra le “tigri del sud est asiatico”, che
aveva sperimentato per almeno un ventennio alti tassi di
crescita
• Negli anni 1990 aumentano i flussi di capitale estero
verso tutta la area asiatica, generando una vera bolla
speculativa, soprattutto negli investimenti immobiliari.
•
Gli investimenti esteri erano veicolati da banche di
investimento, che prendevano a prestito a tassi bassi
nelle piazze internazionali e prestavano a tassi elevati
nell’economia locale. Prestiti a breve in valuta estera,
crediti alle imprese a lungo termine.
Crisi finanziarie – Asia 1997-99
• Il Bhat thailandese era agganciata al dollaro. La Banca centrale e di non
rivalutò la moneta, continuando a stamparne per soddisfare la richiesta.
Nello stesso tempo cercò senza successo di sterilizzarne gli effetti
emettendo titoli obbligazionari, alzando i tassi di interesse. Cambi
sopravvalutati vengono difesi usando alti tassi di interesse. L’effetto fu un
moltiplicatore nella quantità di moneta in circolazione.
• In pochi anni la Thailandia vide crescere la inflazione e il passivo
commerciale.
• Si evidenziò anche il fatto che le banche di investimento godevano di
relazioni speciali con il governo e di fatto beneficiavano di una garanzia
implicita. Il modello asiatico del development State basato sul connubio
fra governi, banche e imprese. Prestiti dubbi concessi su basi personali o
clientelari. Persistere è diabolico: Questi prestiti dubbi o inadempienti
furono nascosti a tutti, fino alla fine.
Crisi asiatica: 1997-8
La crisi thailandese matura già fra il 1996 e il 1997. I prezzi dei valori
immobiliari cominciano a scendere, gli investitori esteri cominciano a richiamare
i loro prestiti, la moneta si indebolisce sul mercato dei cambi.
Il 2 luglio 1997 il baht viene svalutato.
Libertà di ingresso di capitali e cambi fissi rappresentarono una combinazione
molto esplosiva
La crisi vera inizia a questo punto. Infatti da episodio locale rapidamente la crisi
si trasmise a vari altri paesi, alla Malesia, l’Indonesia, le Filippine, e la Corea
del Sud, con un effetto devastante e inaspettato.
Crisi asiatica: 1997-8
• Alcuni di questi paesi, vedi la Corea del Sud, avevano economie
molto più solide e grandi della Thailandia.
• Il panico si trasmise attraverso i mercati finanziari che non fecero
distinzioni, mettendo tutti i paesi “emergenti” nella stessa categoria
di rischio e richiamando i propri investimenti.
Crisi Asiatica
FMI. Interviene con prestiti elevati e con condizioni rigide
imponendo riforme strutturali. Chiude banche e imprese.
Apre tutte le economie al capitale estero.
Ricetta del FMI:
•Tagli di spesa pubblica
•Tassi di interesse elevati
•Rivalutazione dei cambi
•Riforme strutturali – concentrazioni bancarie
•Miglioramento delle procedure contabili
•Apertura alle acquisizioni estere
•Eliminazione dei sussidi e austerità
Crisi Asiatica
Si trattò di una terapia giusta? O in questo caso, essendoci una crisi di
domanda, si sarebbe dovuti intervenire senza imporre misure di austerità?
La crisi asiatica era nei debiti del settore privato, non di quello pubblico,
come negli anni 1980 in America Latina
Critiche di sinistra: arroganza e insensibilità, e anche ideologismo neoliberista. Il FMI strumento degli Stati Uniti. Impone soluzioni gradite a Wall
Street. Alcuni attribuiscono le cause della crisi alle pressioni degli interessi
finanziari americani che obbligarono le economie asiatiche ad aprirsi agli
investimenti americani.
Critiche di destra: il FMI non doveva intervenire spendendo tanti soldi.
L’accusa di capitalismo clientelare e corrotto “ crony capitalism”.
Crisi Finanziaria asiatica: rimedi e proposte
Martin Wolf: è logico che il Fondo rispetti in qualche misura la volontà dei
paesi creditori. Se non lo facesse i paesi creditori non gli darebbero più le
risorse e troverebbero modo di gestire diversamente il rapporto con i debitori,
in chiave bilaterale.
P. Krugman: La speculazione internazionale esige misure economicamente
irrazionali, ma atte a tranquillizzare i mercati.
R. Gilpin: Ragionevole regolamentare il flusso internazionale di capitali con
la Tobin tax sugli investimenti a breve. Altri la ritengono demagogica e
inservibile.
J. Stiglitz: Il FMI sbaglia terapia: favorisce le grandi banche americane creditrici.
Necessità di regole internazionali. Alcune delle quali introdotti, come le regole
di Basilea sulle riserve bancarie. Proposta per un tribunale fallimentare
internazionale.
Crisi Asiatica
Esiti della Crisi. Delle 5 economie più colpite, nel 2001 solo l’Indonesia non
aveva recuperato i livelli di PIL precedenti. Le economie più deboli risentirono
più a lungo gli effetti. La Corea del Sud, per contro, ricominciò a crescere
rapidamente, pur non obbedendo alle prescrizioni del FMI: continuava a
escludere altri prestiti al proprio sistema bancario che non quelli a breve
termine anche dopo le prime difficoltà e questo per evitare che penetrasse
IDE (Investimenti esteri diretti).
La crisi di oggi: 2007Cause
• Cause di fondo: squilibri nell’economia
mondiale: USA e Cina da due decenni.
• Le due bolle di Greenspan:
• A) la bolla della new economy (dot.com), esplode nel 2000, e
porta a una forte caduta del mercato azionario e dell’attività
produttiva. La Fed reagisce con una aggressiva riduzione dei
tassi
• B) la bolla del mercato immobiliare, alimentata dai tassi di
interesse molto bassi dopo il 2001. Si estendono i prestiti
ipotecari senza garanzie o con garanzie inadeguate. I
prestiti dubbi vengono impacchettati in titoli emessi su larga
scala. La speculazione alimentata dalla crescita dei valori.
La crisi di oggi: 2007
Cause
• La crisi del sistema finanziario inizia non dalle banche
commerciali USA, ma il settore finanziario informale,
cresciuto fuori delle regole fino ad assumere proporzioni
gigantesche (hedge funds, futures, mercati paralleli di
titoli obbligazionari, fondi monetari ecc). La dimensione
di questo mercato di traders non regolato raggiunge nel
2007 vari trillioni di dollari, ben più consistente del
settore bancario vero e proprio. Le banche di
investimento (Goldman Sachs, JP Morgan, Lehman)
interagiscono ampiamente con questo mercato.
• In sostanza da dopo la Grande Depressione fino agli
anni 1970 la gran parte delle transazioni si svolgevano
da parte di istituzioni controllate in varia misura dalla
FED, poi cresce un mercato parallelo, dove non vi sono
requisiti formali, e autorità di controllo e dove il rapporto
fra risorse proprie e rischio degli operatori è del tutto
anormale
Crisi finanziaria e speculazione
internazionale
• La crescita degli investimenti transfrontalieri, avvenuta
grazie alla riduzione dei capitali, favorisce meccanismi di
trasmissione rapida della crisi in tutto il mondo, con
effetti molto gravi su alcuni paesi emergenti.
• Fino ad ora tra i paesi più colpiti:Islanda, Ucraina, paesi
Baltici. Tutti hanno richiesto un forte intervento del FMI
La crisi attuale e le lezioni del
passato
• Si sommano nella crisi attuale le caratteristiche di molte
crisi recenti
• A) lo scoppio di una bolla immobiliare (Giappone fine
anni 1980);
• B) un crollo del sistema finanziario (come nella crisi del
1930)
• C) una trappola deflattiva negli Usa e in Europa
occidentale (come nel Giappone)
• D) un’ondata di speculazione internazionale e di
svalutazioni selvagge (come nel Sud Asiatico 19971999)
Esercitazioni
Finanza: compiti assegnati
• La crisi finanziaria delle economie asiatiche della
fine degli anni 1990
• Come iniziò, quali furono I suoi sviluppi e le sue
conseguenze? Come operò il Fondo Monetario
Internazionale? Paralleli e differenze con la crisi
attuale.
• La crisi finanziaria attuale (2007-2009…)
• Analizza alcuni fattori che hanno portato alla crisi
attuale
• Caratterizza le reazioni alla crisi in Europa e negli
Usa: le banche e i governi hanno imparato qualcosa
dalle lezioni del passato recente e lontano?
Moneta: esercitazione
• Quali sono le differenze e i punti in
comune fra il sistema del Gold Standard e
il sistema immaginato a Bretton Woods?
• Perché è fallito nel 1971 il sistema di
Bretton Woods?
• Perché si parla di un trilemma a proposito
di opzioni per la politica monetaria di un
paese?
• Che cosa è il dollar peg?
Finanza: esercitazione
• Cos’è e come nasce una crisi
finanziaria?
• Come e quando usciremo dalla crisi
attuale?
• La crisi attuale porterà alla fine del
modello anglo-sassone di capitalismo?
• Paralleli e differenze con la Grande
Depressione?
Esercitazione sistema monetario
internazionale
• Descrivi la governance e il funzionamento
del Fondo Monetario Internazionale
• Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di un
sistema a cambi fluttuanti come quello
attuale?
La grande crisi globale dei mutui subprime
del 2008.
• 1) Perché è successo? Cause della crisi. – vedi Stiglitz
c.1 - Krugman cap. 7 e 8
• 2) Cosa è successo? Gli eventi del 2007-8. – Stiglitz c.
2.- Krugman cap. 9
• 3) Quali terapie dal 2009 a oggi? giuste o sbagliate?
• Stiglitz, cap. 3. Cercare altre fonti sul web
Problemi della finanza
internazionale
1. Le crisi internazionali
•
•
•
Carrying trade.
Dollar Peg: Scarsa trasparenza.
Critica al FMI – Strette inappropriate.
2. Crisi dei derivati
• Securitization.
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Sistema monetario e flussi finanziari globali