EMERGENCY MEDICINE PRACTICE Mensile. Anno XII - Prezzo di copertina € 12,83 - Poste Italiane. Spedizione in A.P.D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Torino n. 3/11. ISSN 1592-3533 AN EVIDENCE-BASED APPROACH TO EMERGENCY MEDICINE Gestione del trauma della pelvi e dell'anca nel Dipartimento d'Emergenza, basato sull'evidenza Edizione italiana con patrocinio della S.I.M.E.U. (Società Italiana Medicina d’Emergenza-Urgenza) Delibera del Consiglio Direttivo 20/06/2001 Marzo 2011 Anno 12, numero 3 Autori James F. Fiechtl, MD Assistant Professor, Department of Emergency Medicine, Vanderbilt University Medical Center; Nashville, TN. Avete iniziato il vostro turno e tutto è abbastanza tranquillo fino a quando vi comunicano via radio l’arrivo di un’ambulanza che trasporta un ragazzo di 20 anni investito da una macchina mentre attraversava la strada. Il paziente lamenta forti dolori al basso addome ed all’inguine che lo fanno urlare ad ogni tentativo di manipolazione del bacino. È tachicardico, la pressione sanguigna sistolica è di 90 mmHg. Gli infermieri hanno iniziato una infusione con ago di grosso calibro. Mentre stanno preparando un letto per il ragazzo, viene accompagnata dal triage una ragazzina di 14 anni che accusa un dolore acuto pelvico al lato destro. Vi fermate nella sua camera per un rapido controllo e vedete che sta ancora indossando la divisa da calcio ed ha ancora un dolore di media intensità. Quando le chiedete dove prova dolore, lei indica subito lateralmente la vita. Avete appena iniziato ad esaminarla quando un’altra ambulanza arriva con un uomo di 80 anni che è caduto da una posizione eretta, atterrando sul fianco all’altezza del femore sinistro. I segni vitali sono stabili e descrive il dolore come proveniente dall’area pelvica sinistra. Finite di raccogliere notizie e completate l’esame obiettivo, decidendo che quest’uomo ha un trauma serio. Vi chiamano quindi per un ragazzo di 20 anni che ha avuto un incidente di macchina. Incredibile! Sembra proprio una notte da ortopedici…. Michael A. Gibbs, MD, FACEP Professor and Chief, Department of Emergency Medicine, Maine Medical Center, Portland, ME; Tufts University School of Medicine, Boston MA. Revisori Peter Cameron, MD Academic Director, The Alfred Emergency and Trauma Centre, Monash University, Melbourne, Australia. Wyatt Decker, MD Professor of Emergency Medicine, Mayo Clinic College of Medicine, Rochester, MN. Michael Radeos, MD, MPH Assistant Professor of Emergency Medicine, Weill Medical College of Cornell University, New York; Research Director, Department of Emergency Medicine, New York Hospital Queens, Flushing, New York. Obiettivi ECM Dopo aver letto integralmente questo articolo dovreste essere in grado di: 1. conoscere l’importanza dei traumi del bacino e dell’anca ed i danni ad essi collegati; 2. descrivere i protocolli terapeutici per i pazienti con fratture del cingolo pelvico; 3. riconoscere l’importanza di una rapida riduzione della frattura ed i metodi per eseguirla. Versione originale: data di stampa 1o dicembre 2010; data di revisione più recente 10 novembre 2010. Editor-in-Chief Andy Jagoda, MD, FACEP Professor and Chair, Department of Emergency Medicine, Mount Sinai School of Medicine; Medical Director, Mount Sinai Hospital, New York, NY. Editorial Board William J. Brady, MD Professor of Emergency Medicine and Internal Medicine, Vice Chair of Emergency Medicine, University of Virginia School of Medicine, Charlottesville, VA. Peter DeBlieux, MD Louisiana State University Health Science Center Professor of Clinical Medicine, LSUHSC Interim Public Hospital Director of Emergency Medicine Services, LSUHSC Emergency Medicine Director of Faculty and Resident Development. Wyatt W. Decker, MD Professor of Emergency Medicine, Mayo Clinic College of Medicine, Rochester, MN. Francis M. Fesmire, MD, FACEP Director, Heart-Stroke Center, Erlanger Medical Center; Assistant Professor, UT College of Medicine, Chattanooga, TN. Nicholas Genes, MD, PhD Instructor, Department of Emergency Medicine, Mount Sinai School of Medicine, New York, NY. Michael A. Gibbs, MD, FACEP Professor and Chief, Department of Emergency Medicine, Maine Medical Center, Portland, ME; Tufts University School of Medicine, Boston, MA. Steven A. Godwin, MD, FACEP Associate Professor, Associate Chair and Chief of Service, Department of Emergency Medicine, Assistant Dean, Simulation Education, University of Florida COM-Jacksonville, Jacksonville, FL. Gregory L. Henry, MD, FACEP CEO, Medical Practice Risk Assessment, Inc.; Clinical Professor of Emergency Medicine, University of Michigan, Ann Arbor, MI. John M. Howell, MD, FACEP Clinical Professor of Emergency Medicine, George Washington University, Washington, DC; Director of Academic Affairs, Best Practices, Inc, Inova Fairfax Hospital, Falls Church, VA. Keith A. Marill, MD Assistant Professor, Department of Emergency Medicine, Massachusetts General Hospital, Harvard Medical School, Boston, MA. Charles V. Pollack, Jr., MA, MD, FACEP Chairman, Department of Emergency Medicine, Pennsylvania Hospital, University of Pennsylvania Health System, Philadelphia, PA. Michael S. Radeos, MD, MPH Assistant Professor of Emergency Medicine, Weill Medical College of Cornell University, New York; Research Director, Department of Emergency Medicine, New York Hospital Queens, Flushing, NY. Robert L. Rogers, MD, FACEP, FAAEM, FACP Assistant Professor of Emergency Medicine, The University of Maryland School of Medicine, Baltimore, MD. Alfred Sacchetti, MD, FACEP Assistant Clinical Professor, Department of Emergency Medicine, Thomas Jefferson University, Philadelphia, PA. Scott Silvers, MD, FACEP Chair, Department of Emergency Medicine, Mayo Clinic, Jacksonville, FL. Corey M. Slovis, MD, FACP, FACEP Professor and Chair, Department of Emergency Medicine, Vanderbilt University Medical Center; Medical Director, Nashville Fire Department and International Airport, Nashville, TN. Jenny Walker, MD, MPH, MSW Assistant Professor; Division Chief, Family Medicine, Department of Community and Preventive Medicine, Mount Sinai Medical Center, New York, NY. Ron M. Walls, MD Professor and Chair, Department of Emergency Medicine, Brigham and Women’s Hospital, Harvard Medical School, Boston, MA. Scott Weingart, MD, FACEP Assistant Professor of Emergency Medicine, Mount Sinai School of Medicine; Director of Emergency Critical Care, Elmhurst Hospital Center, New York, NY. Senior Research Editor Joseph D. Toscano, MD Emergency Physician, Department of Emergency Medicine, San Ramon Regional Medical Center, San Ramon, CA. International Editors Peter Cameron, MD Academic Director, The Alfred Emergency and Trauma Centre, Monash University, Melbourne, Australia. Giorgio Carbone, MD Chief, Department of Emergency Medicine Ospedale Gradenigo, Torino, Italy. Amin Antoine Kazzi, MD, FAAEM Associate Professor and Vice Chair, Department of Emergency Medicine, University of California, Irvine; American University, Beirut, Lebanon. Hugo Peralta, MD Chair of Emergency Services, Hospital Italiano, Buenos Aires, Argentina. Dhanadol Rojanasarntikul, MD Attending Physician, Emergency Medicine, King Chulalongkorn Memorial Hospital, Thai Red Cross, Thailand; Faculty of Medicine, Chulalongkorn University, Thailand. Maarten Simons, MD, PhD Emergency Medicine Residency Director, OLVG Hospital, Amsterdam, The Netherlands. MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE I Anatomia del bacino e dell’anca traumi del bacino e dell’anca possono essere di molti tipi, innocui come potenzialmente fatali. Questi ultimi solitamente riguardano la frattura del cingolo pelvico. Anche se i traumi dell’anca localizzati nell’acetabolo e nel femore prossimale e quelli da avulsione possono essere gravi e causare una morbilità significativa, solitamente non pongono il paziente a rischio della vita. In questo numero di Emergency Medicine Practice si discuterà di diversi traumi comuni dell’anca e del bacino, dividendoli in traumi ad alta energia ed a bassa energia. I traumi ad alta energia, solitamente causati da incidenti d’auto o di moto o da cadute da altezze elevate, comprendono le fratture del cingolo pelvico, le dislocazioni del femore e le fratture dell’acetabolo. I traumi a bassa energia possono simulare quadri di natura non traumatica e comprendono i traumi con esposizione, le lussazioni di protesi totale di anca e le fratture in osteoporosi. L’anatomia del bacino e dell’anca è complessa. Le tre ossa – l’ileo, l’ischio ed il pube – si legano al sacro ed al coccige per formare la pelvi (Figura 1). Le tre ossa si uniscono per formare l’acetabolo, la “cavità” entro la quale articola la testa del femore e creare l’articolazione sferoidale dell’anca. La forza e la stabilità del bacino dipende dai robusti legamenti che uniscono il sacro alle altre ossa pelviche. Le articolazioni anteriore e posteriore delle ossa sacro-iliaca si uniscono grazie ai legamenti sacro-spinoso, sacro-tuberoso e ileo-lombari. L’instabilità pelvica si presenta quando questi legamenti vengono in qualche modo interrotti (Figura 2). All’interno del bacino si trova un sistema vascolare esteso, numerosi nervi e gli organi pelvici. Gli organi viscerali primari sono il retto, il canale anale, la vescica e l’uretra, oltre all’utero ed alla vagina nelle donne ed alla prostata negli uomini. Anche se il sistema vascolare del bacino possiede alcune variabili anatomiche, generalmente comincia con la divisione dell’arteria iliaca comune a livello del bordo pelvico. L’arteria iliaca esterna segue il bordo pelvico per fuoriuscire dal bacino sotto il legamento inguinale come arteria femorale comune. L’arteria iliaca interna ha più variazioni ma si trova più posteriormente nel bacino, in modo particolare il ramo posteriore che giace sull’articolazione sacroiliaca e si dirama nelle arterie glutea superiore, ileo-lombare e sacrale laterale. Il ramo anteriore dà origine a molte ramificazioni, le più importanti delle quali sono le arterie otturatoria e pudenda interna. Questi due rami possono essere danneggiati a seguito di una frattura delle branche pubiche. Il sistema venoso rispecchia il sistema arterioso con l’aggiunta di un plesso venoso che giace sopra il sacro. Il plesso contiene molte vene dalle pareti sottili che costituiscono la causa principale di sanguinamento nei pazienti con traumi pelvici. Valutazione critica della letteratura È stata eseguita una ricerca su PubMed, Ovid MEDLINE®, e numerose rassegne mediche basate sull’esperienza, quali ACP, DARE e EMBZ, oltre al Cochrane Database of Systematic Reviews ed al Na- tional Guideline Clearinghouse. Sono inoltre state consultate le seguenti organizzazioni per tutte le possibili politiche: American College of Emergency Physicians, American College of Radiology (ACR), American Association of Orthopedic Surgery, Orthopedic Trauma Association, Eastern Association for the Surgery of Trauma, e l'Infectious Diseases Society of America. Le chiavi di ricerca sono state: pelvic fracture, pelvic injury, hip dislocation, acetabulum fracture, avulsion injury e hip fracture (frattura pelvica, trauma pelvico, lussazione del femore, frattura dell’acetabolo, trauma avulsivo e frattura del femore). La letteratura pubblicata e le linee guida rilevanti su questi argomenti sono estremamente limitate. La maggioranza degli studi riguarda le serie di casi ed esistono solo alcuni studi randomizzati controllati. Una delle possibili ragioni per questa limitata quantità di dati è l’eterogeneità dei pazienti, le diverse metodologie di trattamento preferite ed il relativamente ridotto numero di casi. Considerando questi fattori, non si sono potuti eseguire studi randomizzati controllati, che avrebbero richiesto un coinvolgimento multicentro. L’ACR ed il National Guideline Clearinghouse forniscono delle raccomandazioni per la valutazione e la terapia delle fratture del femore. Ad esempio, l’ACR raccomanda la risonanza magnetica per i pazienti che presentano una radiografia nella norma ma che si sospetta soffrano di una frattura per insufficienza.1 Emergency Medicine Practice Figura 1. Anatomia del bacino e dell'anca. Ileo Testa del femore Sacro Collo del femore Ischio Sinfisi pubica Grande trocantere Piccolo trocantere Femore 2 Marzo 2011 Epidemiologia Non si conosce il numero esatto delle fratture pelviche negli Stati Uniti, ma queste rappresentano circa il 3% di tutte le fratture ossee.2 Uno studio australiano ha determinato l’incidenza in quel Paese di 23 casi ogni 100.000 persone all’anno.3 Tra i pazienti con trauma, la percentuale di fratture pelviche è circa del 9%.4,5 Il tasso totale di mortalità da frattura pelvica varia dal 10 al 16%; le fratture aperte, che rappresentano il 2-4% delle fratture pelviche, hanno un tasso maggiore di mortalità, del 45%.2,6 Uno studio inglese ha calcolato il tasso di fratture dell’acetabolo in 3 su 100.000 persone all’anno, con un tasso associato di mortalità del 3%.7,8 Negli Stati Uniti avvengono ogni anno circa 340.000 fratture dell’anca. Due studi che esaminavano i dati di Medicare hanno determinato la media annuale di fratture in 957,3 per 100.000 donne e 414,4 per 100.000 uomini; il collo del femore era fatturato in circa il 48% dei casi.9,10 Il tasso di mortalità ad un anno rimane alto nei pazienti con la rottura dell’anca (21,9% per le donne e 32,5% per gli uomini).10 Diagnosi differenziale I traumi ad alta energia del bacino e dell’anca hanno una diagnosi differenziale molto simile, che comprende fratture, lussazioni, lesioni legamentose o dolore riflesso da una lesione intra-addominale. I traumi a bassa energia hanno una diagnosi differenziale più ampia, che include le diagnosi sopra menzionate ed inoltre borsiti, tendiniti, fratture da stress del collo femorale o del bacino, tumori, osteoartriti, necrosi avascolari, discopatie, osteomieliti, ernia del disco lombare, ematoma retro peritoneale, ascessi dell’ileopsoas, ernie inguinali, linfoadenopatie inguinali, problemi genito-urinari, insufficienza arteriosa e trombosi venosa profonda. Figura 2. Legamenti pelvici posteriori. Legamento sacroiliaco anteriore Legamento sacro-spinoso Legamento sacro-tuberoso Vista anteriore Tabella 1. I nervi primari all'interno della pelvi. Legamento sacroiliaco posteriore Legamento sacro-spinoso Nervo Femorale Otturatore Gluteo superiore Gluteo inferiore Peroneale comune Radice L2-L4 L2-L4 L4, L5, S1 L5, S1, S2 L4, L5, S1-S3 (porzione posteriore del nervo sciatico) Tibiale L4, L5, S1-S3 (porzione anteriore del nervo sciatico) Legamento sacro-tuberoso Vista posteriore Gibbs MA, Bosse MJ. Pelvic ring fractures. In: Ferrara PC, Colucciello SA, Marx JA, Verdile VP, Gibbs MA, eds. Trauma Management: An Emergency Medicine Approach. St. Louis, Mo: Mosby Inc; 2001:331. Pubblicato con l’autorizzazione di Elsevier Inc. Emergency Medicine Practice 3 Funzione motoria Estensione del ginocchio Adduzione dell’anca Adduzione dell’anca Rotazione esterna dell’anca Flessione del ginocchio (testa corta del bicipite femorale) Dorsoflessione del piede Eversione del piede Estensione delle dita dei piedi Flessione del ginocchio (primaria) Flessione plantare del piede Flessione delle dita dei piedi Marzo 2011 MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE I nervi primari del bacino sono ramificazioni del plesso sacrale, che originano dalle radici nervose da L4 a S3. I nervi di questo plesso e le loro corrispondenti funzioni motrici sono elencate nella Tabella 1. I nervi femorale e otturatore, anche se non appartengono a questo plesso, sono stati inclusi a causa della loro vicinanza alla pelvi. Gli altri nervi sacrali fuoriescono dal bacino attraverso i forami neurali sacrali e possono essere lesionati in caso di fratture. Queste possono provocare disfunzione dell’intestino, della vescica o della sfera sessuale. L’anca invece comprende l’acetabolo ed il femore prossimale. Quest’ultimo si divide ulteriormente nei segmenti intracapsulare (all’interno del labrum dell’anca) ed extracapsulare. Tra i traumi intracapsulari abbiamo la lussazione dell’anca e le fratture della testa e del collo del femore. Tra i traumi extracapsulari abbiamo invece le fratture intertrocanterica e subtrocanterica. Il collo del femore serve quale montante che collega il bacino al femore e permette molteplici movimenti; questa stessa struttura può anche però trasmettere delle forze potenzialmente distruttive al collo del femore. La testa del femore riceve il sangue arterioso da 3 fonti: l’arteria cervicale ascendente che corre lungo il collo del femore, i vasi intraossei cervicali e la piccola arteria foveale che troviamo all’interno del legamento rotondo. Le fratture della testa e del collo del femore possono compromettere questo sistema vascolare. MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE Trattamento pre-ospedaliero si può attivare la procedura per i traumi ed il personale ospedaliero necessario. Per i traumi provocati da meccanismi ad alta energia (quali gli incidenti automobilistici) il personale dell’ambulanza dovrebbe seguire le linee guida standard per i traumi, stabilizzando le linee aeree, la respirazione e la circolazione, riducendo al minimo la permanenza sul luogo dell’incidente. Quando si sospetta un trauma pelvico in un paziente emodinamicamente instabile, la stabilizzazione o la “chiusura” della pelvi può essere eseguita in diversi modi: legando le gambe insieme con le fasce in commercio o con un lenzuolo o anche incerottando i piedi insieme. Si dovrà fare attenzione a non sovraridurre la pelvi. La posizione simmetrica delle gambe, dei grandi trocanteri e delle rotule conferma una riduzione eseguita correttamente (Figure 3 e 4). Anamnesi Se il paziente ha subito un trauma ad alta energia, è possibile che la raccolta di dati anamnestici presenti difficoltà. Come evidenziato nel capitolo precedente, il personale di soccorso gioca un ruolo chiave nel fornire dettagli sulla dinamica dell’incidente, la valutazione iniziale sulla posizione degli arti ed i relativi dettagli (quali la perdita di coscenza). Quando il paziente è invece in grado di comunicare, le informazioni ricavate dall’anamnesi spesso rivelano la diagnosi. È importante determinare le modalità dell’infortunio. Ad esempio, se è risultato da una caduta, gli eventi che l’hanno provocata sono fondamentali: il paziente ha avuto un episodio sincopale o dolori al petto, oppure è stata una caduta provocata dall’assunzione di farmaci? Oppure è stata una caduta di natura meccanica? È anche importante stabilire il momento temporale della caduta, specialmente nel caso di persone anziane, poiché lunghi periodi di immobilità possono causare disidratazione, alterazioni elettrolitiche, rabdomiolisi e/o problemi renali. Un aumento d’attività o d’intensità può indicare una frattura da stress, mentre un dolore improvviso localizzato può suggerire una frattura da avulsione. Altre domande importanti da porre sulla dinamica dell’incidente riguardano se il paziente sia in grado di deambulare, la localizzazione del dolore, se vi sia una incontinenza intestinale o vescicale, ematuria, emorragia rettale o vaginale, torpore o debolezza. È infine importante documentare quando il paziente abbia mangiato, visto che può essere necessario sedarlo o portarlo in sala operatoria. Contribuiscono anche a completare il profilo del paziente le notizie relative ad eventuali cure mediche ed interventi chirurgici, oltre ad eventuali terapie farmacologiche in corso. Un intervento pregresso all’anca, specialmente se trattasi di una protesi totale d’anca, rappresenta una notizia importante da sapere per valutare se ci sia la possibilità di una lussazione. Altre patologie sistemiche, quali l’anemia falciforme o l’uso di farmaci steroidei possono portare ad una necrosi avascolare (AVN) della testa del femore. Anche se diversi studi hanno dimostrato un aumento delle associazioni tra gli inibitori della pompa protonica e le fratture del femore, altri studi contraddicono questo dato.12 Infine, è importante sapere se il paziente assume warfarin. I pazienti in cui si sospetta abbiano subito traumi isolati all’anca dovrebbero essere sistemati in posizione comoda, solitamente con un cuscino o una coperta sotto il ginocchio. Le fratture del bacino e dell’anca causate da trauma ad alta energia sono considerate “lesioni distraenti” per le quali non è considerata appropriata la clearance clinica della spina cervicale utilizzando i parametri del National Emergency X-Radiography Utilization Study (NEXUS).11 In questi casi è assolutamente necessario l’immobilizzazione completa della colonna fino a quando non possa essere esclusa la possibilità di danni cervicali. Durante il tempo trascorso sul luogo dell’incidente, il personale di soccorso gioca un ruolo fondamentale nella raccolta di dati da parte dei testimoni (meccanica del trauma, eventuali episodi di perdita di coscienza). In molti casi queste persone sono le uniche che, avendo conoscenze mediche, possono valutare l’abitazione del paziente, notando la sicurezza dei locali, le prove di una possibile overdose (ad esempio flaconi vuoti di pillole) o anche qualcosa di molto più banale, come un tappeto nel quale ci si può inciampare. Queste informazioni possono fortemente influenzare sia il percorso diagnostico-terapeutico del paziente nel Dipartimento d'Emergenza sia l’eventuale ricovero. Valutazione Triage I pazienti che arrivano nel Dipartimento d'Emergenza con dolori al bacino e/o all’anca si presentano in modo assolutamente diverso dal moribondo al deambulante. La dinamica dell’infortunio e la valutazione delle condizioni e dei segni vitali del paziente aiuteranno il medico ad identificare rapidamente i pazienti gravi e quelli che necessitano di rianimazione immediata. Basandosi sulla valutazione del personale dell’ambulanza Emergency Medicine Practice Esame obiettivo Prima di tutto il medico deve esaminare le estremità inferiori alla ricerca di discrepanze rotatorie o di lunghezza. Una gamba più corta e ruotata verso l’inter- 4 Marzo 2011 Nel caso di pazienti anziani che si presentano dopo una caduta o per i pazienti con un trauma senza evidenti deformità, gli autori chiederanno al paziente di sollevare, da una posizione supina, una gamba mantenendola dritta. Se il paziente non ci riesce, si dovranno rimandare gli esami sulla mobilità fino a quando non saranno state eseguite le indagini radiologiche. In caso contrario si esaminerà la capacità di movimento. Circa il 10% delle lussazioni posteriori sono accompagnate da paresi del nervo sciatico, specialmente del tratto del nervo peroneo. Questo nervo può essere valutato esaminando l’estensore lungo dell’alluce (segno più sensibile), la dorsiflessione e la sensibilità sul dorso del piede. I danni vascolari sono rari nelle lussazioni posteriori e più probabili in quelle anteriori. Nei pazienti con trauma ad alta velocità si dovranno eseguire l’esame del retto e della vagina per evidenziare eventuali fratture pelviche aperte. L’esaminatore deve cercare eventuali frammenti ossei rilevabili alla palpazione, tracce ematiche, palpare la prostata negli uomini e controllare l’integrità delle pareti rettali/vaginali. Nei pazienti con fratture pelviche aperte, si è visto che l’esame rettale digitale può essere utile in aggiunta agli usuali esami clinici.13 Figura 3. Stabilizzazione della frattura: Si legano le cosce per mantenere la posizione simmetrica delle gambe inferiori. Esami di laboratorio Non è necessario eseguire esami di laboratorio per formulare la diagnosi di questi traumi, ma questi possono giocare un ruolo importante nella terapia. Possono inoltre essere indicati a seconda della dinamica dell’incidente (ad es. la valutazione di un episodio sincopale). I pazienti che hanno subito un trauma ad alta energia richiedono, come minimo, un emocromo completo con formula leucocitaria, la misurazione degli elettroliti, la conferma del gruppo sanguigno e lo screening ematico. Nel caso di fratture che richiedano un intervento chirurgico si eseguiranno gli esami pre-operatori. Inoltre, nei pazienti che assumono warfarin, si controllerà l’attività protrombinica. Figura 4. Metodo alternativo per stabilizzare una frattura pelvica: incerottare insieme i piedi. Esami diagnostici Esame radiografico diretto L’esame radiografico diretto è stato lo strumento principale per la valutazione degli infortuni del bacino e dell’anca. È particolarmente utile nei casi di trauma instabile, lussazioni dell’anca e traumi avulsivi (specialmente quando si ha una radiografia del lato controlaterale per fare un confronto). Le radiografie dirette sono anche utili nelle fratture dell’acetabolo e sono il primo esame da eseguire per la valutazione del collo del femore, anche se questo approccio presenta dei limiti. Emergency Medicine Practice 5 Marzo 2011 MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE no suggerisce una lussazione posteriore dell’anca, mentre una rotazione verso l’esterno può indicare la frattura del collo del femore (decisamente più comune di una lussazione anteriore). Si ispezionerà quindi l’area perineale alla ricerca di ematomi o emorragie vaginali e/o rettali. Si procede quindi con la palpazione delle creste iliache, della sinfisi pubica, del sacro, dell’articolazione sacro-iliaca e dei grandi trocanteri. Nel caso di lussazione posteriore dell’anca, si può occasionalmente palpare la testa del femore nel gluteo. La pelvi può essere compressa delicatamente per valutarne la stabilità, facendo attenzione a non causare lo spostamento di frammenti d’osso provenienti dalla frattura o di peggiorare i danni. Si noti che la manovra, una volta molto usata, di fare “oscillare” la pelvi per scartare la possibilità di instabilità pelvica non è più consigliata per tre motivi importanti: (1) questo esame non è né sensibile né specifico; (2) causa necessariamente forti dolori e, (3) motivo più importante, può peggiorare una emorragia causata dallo spostamento di frammenti ossei. In caso di sospetti traumi avulsivi, il punto interessato deve essere palpato per determinare quale osso sia coinvolto. MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE virà anche a diagnosticare la maggior parte delle lussazioni dell’anca. Se questa immagine non è conclusiva, si eseguiranno delle viste laterali dell’anca. Nella vista AP, i sottili segni di lussazione posteriore comprendono una testa femorale più piccola, Il limite principale della radiografia pelvica è la sua incapacità di evidenziare certe fratture del bacino e dell’anca. Nelle persone anziane queste fratture presentano una sfida sia diagnostica che terapeutica, a causa dell’osteoporosi dovuta all’età che provoca fragilità ossea. Due studi sulle radiografie dirette hanno riscontrato un tasso di non visibilità rispettivamente del 23% e del 14% delle fratture pelviche occulte, soprattutto che coinvolgevano i rami pubici.14,15 In uno studio basato sui pazienti del Dipartimento d'Emergenza, il tasso di non visibilità era del 4,4%.16 Diversi studi hanno dimostrato l’utilità limitata delle radiografie dirette nei pazienti con trauma penetrante emodinamicamente stabili, indipendentemente dalla loro Glasgow Coma Score (GCS). Due studi recenti hanno dimostrato come le radiografie dirette fossero poco sensibili per rilevare le fratture (rispettivamente il 64% ed il 78%) e non inducevano cambiamenti nel trattamento;17,18 un punto importante che deve però essere considerato su questi studi è che tutti i pazienti sono stati sottoposti anche alla tomografia computerizzata (TC), che ha indirizzato la terapia. I medici che lavorano in ospedali privi di un accesso rapido alla TC o che valutano emodinamicamente i pazienti instabili, potranno utilizzare la radiografia pelvica quale strumento iniziale di valutazione. Questa può mostrare fratture scomposte, lesioni “a libro aperto” e traumi al sacro-iliaco, ma può non rivelare il reale grado di danno del bacino. Un recente studio autoptico ha evidenziato come il bacino soffra di effetti da contraccolpo nel 40-44% delle lesioni “a libro aperto” e nell’80% dei traumi da compressione laterale.19 Per aiutare ad identificare i pazienti che non richiedono una valutazione radiografica urgente sono stati sviluppati dei protocolli. Duane et al. suggeriscono che le radiografie pelviche siano inutili nei pazienti con GCS maggiore di 13, non lamentino dolore all’addome, all’anca o all’inguine e non presentino iperestesia in queste aree o in corrispondenza dei punti scheletrometrici. Dopo aver seguito clinicamente questi pazienti, gli autori riferiscono che il protocollo ha avuto una sensibilità del 100% e che sono state evitate 273 radiografie pelviche. 20 Si possono utilizzare le radiografie pelviche specialistiche di Judet per meglio valutare l’acetabolo: si ottengono ruotando il paziente di 45° su entrambi i lati per ottenere visuali oblique dell’iliaco e dell’otturatore. La vista obliqua dell’iliaco mostra la porzione posteriore della colonna e la parete anteriore dell’acetabolo, mentre la vista obliqua dell’otturatore evidenzia la porzione anteriore della colonna e la parete posteriore dell’acetabolo. Anche se le TC hanno largamente sostituito le visuali di Judet, queste hanno ancora un certo valore nelle valutazioni post-operatorie. La vista antero-posteriore (AP) del bacino serEmergency Medicine Practice Figura 5. Perdita alla vista per rotazione del piccolo trocantere nella lussazione posteriore dell’anca. Figura 6. Piccolo trocantere pronunciato nella dislocazione anteriore dell’anca. 6 Marzo 2011 Cistouretrografia retrograda La risonanza magnetica (RM) è un’altro strumento fondamentale per l’identificazione definitiva e la va- Per i pazienti che presentano sangue nel meato uretrale, una prostata eccessivamente mobile o una ematuria evidente, il corso Advanced Trauma Life Support (ATLS) raccomanda di eseguire una cistouretrografia retrograda (CR) prima di inserire un catetere di Foley.23 Un recente studio su 46 pazienti ha messo in discussione l’esecuzione di questo esame in quei casi in cui gli operatori non abbiano provocato ulteriori danni nei traumi vescicali o uretrali dopo il posizionamento alla cieca di un catetere di Foley prima dell’esecuzione di una CR.24 Questo studio, anche se limitato dalle sue ridotte dimensioni e dalla tipologia retrospettica, suggerisce che tale inserimento di catetere possa essere eseguito in sicurezza su alcuni pazienti selezionati. È importante la velocità nella valutazione del tratto genito-urinario in relazione al contesto generale del piano diagnostico. Poiché il liquido di contrasto extra-vasale instillato durante la CR può interferire con l’interpretazione dell’angiografia pelvica, si dovrà effettuare l’esame prima dello studio dell’uretra e della vescica. Figura 7. Lussazione posteriore con frattura della parete acetabolare posteriore. Figura 8. Lussazione posteriore con frattura della testa del femore (Tipo 1 di Pipkin). Tomografia computerizzata La tomografia computerizzata (TC) è al momento uno degli strumenti più efficaci per la diagnosi e la valutazione delle lesioni del cingolo pelvico, grazie alla sua alta sensibilità e capacità di evidenziare con precisione le linee di frattura. Permette anche, contemporaneamente, l’identificazione e la classificazione delle lesioni viscerali e vascolari associate al trauma. L’utilizzo della TC è anche utile per caratterizzare le fratture dell’acetabolo prima di un intervento riparatore ed è infine utile per valutare l’adeguatezza della riduzione dell’anca, la presenza di corpi estranei intra-articolari e di fratture occulte della testa del femore. Risonanza magnetica Emergency Medicine Practice 7 Marzo 2011 MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE lutazione delle fratture occulte. Se paragonata ad altre tecniche di imaging, la RM risulta essere al 100% più efficace e con il miglior rapporto costo-risultato. 21 Un piccolo studio che metteva a confronto la TC con la RM per la diagnosi di fratture occulte dell’anca ha mostrato un 66% di errori nelle diagnosi effettuate con la TC. 22 La RM va eseguita quando gli esiti delle radiografie sono negativi, quando il paziente non riesce a camminare e quando si sospettino fratture occulte. in posizione superiore e la sparizione del piccolo trocantere che deriva dalla rotazione interna della testa del femore lontano dall’acetabolo (Figura 5). Nelle lussazioni anteriori, la testa del femore apparirà più grande (più lontana dalla cassetta) e non congruente con l'acetabolo, il piccolo trocantere apparirà più prominente (Figura 6). La vista AP della pelvi serve anche per cercare ulteriori fratture del collo del femore, dello stelo o dell’acetabolo. Queste fratture (con l’eccezione di quelle al collo del femore) non rappresentano una controindicazione assoluta alla riduzione, ma possono renderla più complessa (Vedi Figure 7 e 8. Vedi pagina 17 per i commenti sulle fratture della testa del femore e per la loro classificazione secondo Pipkin e, sempre a pagina 17, per i commenti sulle fratture dell’acetabolo). MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE Ultrasonografia In questo articolo viene utilizzata la classificazione di Young-Burgess, che identifica 3 tipi di frattura basandosi sulla direzione del vettore del trauma.27 All’interno di ciascun tipo di lesione, l’incremento della scala di valutazione correla con il danno al complesso dei legamenti posteriori (Figura 9). Nella Figura 9, la Scala A comprende le fratture da compressione laterale; la Scala B le fratture da compressione antero-posteriore e la Scala C fratture con dinamica verticale. I pazienti possono anche presentare una combinazione dei diversi quadri clinici. Il Focused Assessment with Sonography for Trauma (FAST) può essere utilizzato al fine di evidenziare un emoperitoneo in quei pazienti che presentano una frattura del bacino. La sensibilità del FAST nei traumi chiusi dell’addome con fratture pelviche, esaminata da due studi, è però stata rispettivamente del 26% e dell’81% se paragonata con la sensibilità della TC (96%) o con la laparotomia (87%).25,26 In uno di questi stud,i nel 19% dei pazienti il fluido libero nel peritoneo era in realtà urina, e non sangue.26 Nonostante la sua sensibilità limitata, il FAST è stato inserito in diversi protocolli per la valutazione delle fratture pelviche dei pazienti con trauma chiuso. (Vedi Terapia della frattura del cingolo pelvico, pag. 11). Traumi del cingolo pelvico da compressione laterale Questo tipo di trauma è causato da una forza lesiva che colpisce lateralmente il corpo, come avviene in una collisione a T tra due veicoli o ad un passante investito lateralmente. • Tipo I (più comune): Frattura da compressione sacrale sul lato dell’impatto con frattura unilaterale o bilaterale dei rami (Figura 10, pag. 10). • Tipo II: Frattura falciforme (ala iliaca) sul lato dell’impatto. • Tipo III: La forza si estende all’emipelvi opposta, provocando una lesione “a libro aperto” sul lato opposto a quello d’impatto (conosciuto anche come “wind-swept pelvis”) (Figura 11, pag. 10). Puntura diagnostica peritoneale Vista la relativamente bassa sensibilità del FAST nei traumi pelvici, un risultato “negativo” in un paziente con un significativo rischio di lesione addominale deve essere fatto seguire da un’altro test di conferma. Nei pazienti emodinamicamente stabili, una TC addomino-pelvica identificherà i danni viscerali associati e fornirà dettagli sul trauma pelvico. Se invece il paziente è emodinamicamente instabile, si penserà ad una puntura diagnostico peritoneale (PDP). La PDP viene eseguita inserendo un catetere diagnostico standard di lavaggio peritoneale al di sopra dell’ombelico. L’aspirazione di 10 ml di sangue rosso vivo conferma la diagnosi di emoperitoneo. Nonostante l’unico piccolo studio citato nel paragrafo sull'ultrasonografia (vedi sopra) dal quale risultava il ritrovamento di urina nel 19% dei casi, la letteratura non sostiene l’uso routinario della PDP nei pazienti con FAST positivo.26 Traumi del cingolo pelvico da compressione antero-posteriore (CAP) I traumi CAP avvengono quando la forza colpisce il paziente anteriormente, come può avvenire in una collisione frontale o ad un pedone colpito frontalmente. • Tipo I: Allargamento della sinfisi pubica, solitamente di meno di 2 centimetri, senza danni ai legamenti posteriori del cingolo pelvico. • Tipo II: Allargamento dell’articolazione anteriore sacroiliaca causata dalla lacerazione della porzione anteriore dei legamenti sacroiliaci, sacro-tuberosi e sacro-spinosi. Il cingolo pelvico anteriore può mostrare sia un allargamento della sinfisi pelvica che una frattura dei rami. La porzione posteriore dei legamenti sacro-iliaci rimane intatta (Figura 12, pag. 10). • Tipo III: Lussazione completa dell’articolazione sacro-iliaca con lesioni del cingolo pelvico anteriori simili a quelle del Tipo II (Figura 13, pag. 10). Traumi ad alta energia: fratture del cingolo pelvico, lussazioni dell’anca, fratture dell’acetabolo e fratture della testa del femore Fratture del cingolo pelvico I traumi pelvici più importanti sono rappresentati dalle fratture del cingolo pelvico. Il bacino è una struttura “a cingolo” e quindi, se si evidenzia una frattura in un punto, si dovrà cercare una seconda frattura o una seconda lesione. Danni isolati del cingolo pelvico possono essere riscontrati in due gruppi di pazienti: gli anziani (con la loro osteoporosi e relative fratture) ed i bambini (con le loro ossa elastiche e fratture isolate dei rami pubici). Traumi del cingolo pelvico a dinamica verticale Questi traumi sono rari ed avvengono quando una emipelvi viene sforzata verso l’alto separandosi dall’altra metà. Questo può avvenire in un incidente frontale nel quale la gamba del guidatore di uno dei veicoli sia completamente estesa a premere il pedale del freno. Il femore viene spinto in alto separando completamente la pelvi anteriore (sinfisi o rami) e posteriore (soprattutto i legamenti forti del sacro-iliaco) dal resto del bacino. Sono stati sviluppati diversi schemi di classificazione per descrivere le fratture del cingolo pelvico. Emergency Medicine Practice 8 Marzo 2011 Young and Burgess hanno trovato una correlazione tra le lesioni più importanti (quali la compressione laterale di Tipo III e la compressione anteroposteriore di Tipo II e III) ed il rischio di emorragie massicce,27 ma in altri studi questo collegamento non risulta.28,29 Salim ed il suo gruppo hanno mostrato come la frattura sacro-iliaca, indipendentemente dalla classificazione di Young-Burgess, necessiti di embolizzazione.30 Il termine frattura pelvica a libro aperto viene normalmente utilizzato per descrivere le fratture del cingolo pelvico. Questo tipo di frattura comprende una lesione anteriore (un allargamento della sinfisi pubica o la frattura dei rami o entrambi) ed una frattura pelvica posteriore o un danno ai legamenti. La compressione laterale, quella antero-posteriore e le fratture verticali possono tutte essere denominate a libro aperto a seconda dell’estensione del trauma e dell’al- Figura 9. Classificazione di Young-Burgess delle fratture pelviche A. I II III I II III B. C. Scala A: Fratture da compressione laterale Scala B: Fratture da compressione antero-posteriore Scala C: Frattura verticale Burgess AR, Eastridge BJ, Young JW, et al. Pelvic ring disruptions: effective classification system and treatment protocols. Journal of Trauma. 1990;30:848. Riprodotto con l’autorizzazione di Wolters-Kluwer, Lippincott, Williams & Wilkins. Emergency Medicine Practice 9 Marzo 2011 MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE largamento anteriore. Il grado di allargamento anteriore del cingolo pelvico è importante: se maggiore di 2,5 cm, la pelvi posteriore (specialmente la porzione anteriore del complesso legamentoso sacro-iliaco) è solitamente danneggiata, il che porta ad un aumento del volume pelvico ed al rischio di emorragia. Vista l’alta energia necessaria per fratturare il cingolo pelvico, a questo trauma spesso se ne affiancano altri, anche importanti. Il più preoccupante è un'emorragia potenzialmente mortale, causata dagli stessi frammenti ossei, da una lacerazione arteriosa o da lesioni venose. La più comune causa di sanguinamento, e, sfortunatamente, la più difficile da controllare, è l’emorragia venosa, responsabile dell’80-90% dei sanguinamenti. 31 Diversi studi di casistica hanno illustrato la necessità di trasfusioni ematiche in questi pazienti: il 38,5% dei casi ricoverati per fratture pelviche richiedono trasfusioni, così come, in un altro studio, il 34% dei pazienti con fratture isolate del bacino o dell’acetabolo.6,32 Tutti i medici d’urgenza Come risultato, l’emipelvi ipsolaterale viene dislocata superiormente (Figura 14, pag. 10). MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE devono sapere che un qualunque tipo di frattura pelvica può causare una emorragia e deve quindi essere preparato all’evenienza. Altri danni provocati da un trauma pelvico possono essere i seguenti: • Danni intra-addominali nel 16,5% dei pazienti e coinvolgono in particolare il fegato, la milza e l’intestino. 6 • La vescica viene lesionata approssimativamente nel 3,39% e l'uretra nello 0,94% dei casi. I maschi sono molto più soggetti delle femmine (1,54% contro 0,15%) a soffrire danni all’uretra.33 • I deficit nervosi causati da lussazione pelvica appaiono nel 10-15% dei casi di trauma pelvico, per Figura 12. Trauma APC di Tipo II. Figura 10. Trauma laterale di Tipo I. La freccia indica la diastasi della sinfisi pubica con allargamento maggiore di 2 cm permesso dalla concomitante lassità dell’articolazione sacro-iliaca. I legamenti sacro-iliaci posteriori rimangono intatti e prevengono la diastasi dell’articolazione sacro-iliaca stessa. Figure 13. Trauma APC di Tipo III. Le frecce indicano le fratture bilaterali delle branche e la frattura sacrale sinistra. Figura 11. Trauma laterale di Tipo III (“Wind-Swept Pelvis”). La freccia Bianca indica la diastasi della sinifisi pubica. La freccia Nera indica la diastasi dell’articolazione sacro-iliaca destra. Figura 14. Trauma con frattura verticale. Le frecce Nere indicano le fratture iliaca e delle branche compatibili con una deformazione da rotazione interna. La freccia Bianca indica la leggera rotazione esterna dell’emipelvi contro-laterale compatibile con una “wind-swept pelvis”. Emergency Medicine Practice La freccia Bianca indica la frattura pubica ed ischiale. La freccia Nera indica il trauma sacro-iliaco. 10 Marzo 2011 arrivare fino al 50% nelle fratture sacrali mediane che coinvolgono i forami neurali.34,35 • La lesione dell’aorta toracica da scoppio la possiamo riscontrare nell'1,4% dei pazienti con trauma chiuso dell’addome che implichi anche una frattura pelvica, rispetto allo 0,3% di tutti i casi di trauma chiuso. 6 Figura 15. Posizionamento del lenzuolo piegato sotto il bacino. Se si rileva una lesione del cingolo pelvico o se un paziente con frattura del bacino rimane emodinamicamente instabile, si deve “impacchettare” il bacino con un lenzuolo o con le apposite fasce pelviche. Fasciare il bacino riduce il volume pelvico, creando un effetto di tamponatura; stabilizza i frammenti fratturati riducendo il sanguinamento osseo e migliora la condizione del paziente. Possono essere fasciate anche le fratture che non presentano un quadro a libro aperto, con gli scopi principali di stabilizzare la frattura ed aumentare il comfort del paziente (al contrario della riduzione della frattura). Sono stati proposti due semplici metodi per richiudere la pelvi: (1) legare insieme con del cerotto le estremità inferiori in posizione intraruotata e (2) avvolgere con un lenzuolo36,37 (Figure 3 e 4, pag. 5; e Figure 15, 16 e 17). Entrambi questi metodi sono efficaci per la riduzione del volume pelvico e non intralciano una ulteriore valutazione del trauma. Si possono utilizzare anche le fasce pelviche in commercio, come le cinture Dallas PelvicBinder®, Geneva, le stecche Stuart, le stecche pelviche London, ed il Trauma Pelvic Orthotic Device® (TPOD). Queste stecche vengono posizionate intorno alle creste iliache (Dallas e Geneva) o ai grandi trocanteri (London, TPOD e le semplici lenzuola) (Figura 18, pag. 12). Si deve fare attenzione a non sovraridurre la frattura, specialmente nel caso di trauma da compressione laterale. Una riduzione eccessiva può aumentare una deformità da rotazione interna, esercitando uno sforzo maggiore sui legamenti pelvici posteriori. Questo sforzo può provocare una maggiore emorragia ed ulteriori danni. La sovra-riduzione risulta clinicamente dalla posizione delle gambe, dei grandi trocanteri e delle rotule; la parte inferiore delle gamEmergency Medicine Practice Figura 16. Il lenzuolo viene ripiegato per evitare grinze che possano provocare abrasioni da pressione. Figura 17. Si applica tensione al bacino mediante il lenzuolo avvolto circolarmente. 11 Marzo 2011 MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE Terapia della frattura del cingolo pelvico La rianimazione ed il trattamento iniziale dovrebbero concentrarsi sulle vie aeree, sulla respirazione e sulla circolazione. Tutti i pazienti con lussazione del cingolo pelvico dovrebbero essere valutati anche per le lesioni interne che questo trauma può provocare. Se il medico d’urgenza lavora in una struttura che non ha le attrezzature di supporto chirurgico per traumatologia od ortopedia, il suo scopo principale deve essere di stabilizzare il paziente per trasferirlo in un centro traumatologico per una cura rapida e definitiva. MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE be ed i grandi trocanteri devono essere simmetrici. Dopo la fasciatura andranno eseguite le radiografie che confermano se la riduzione è stata eseguita correttamente. Nei traumi gravi da compressione laterale la legatura o le stecche vengono posizionati solo ad immobilizzare il bacino, non a comprimerlo. Due strumenti, il SAM Pelvic Sling II® e l’apparecchio per la compressione della circonferenza (PCCD) limitano la quantità di forza da applicare, riducendo di conseguenza la possibilità di rotazione interna anche nei traumi da compressione laterale.38,39 In un recente studio sistematico costruito in modo da valutare l’efficacia e le complicanze della compressione esterna del bacino nei pazienti con fratture pelviche instabili, gli autori hanno concluso che questa manovra presenta 3 vantaggi: (1) fornisce una efficace stabilizzazione biomeccanica del cingolo pelvico dislocato; riduce la perdita di sangue e (3) non è associato a complicanze che possono mettere il paziente a rischio né di vita né di perdita di funzionalità dell’anca. Gli stessi autori riconoscono la mancanza di dati sulla sopravvivenza e che servano degli studi randomizzati controllati di ampio respiro per poterli ottenere. 40 Non esiste inoltre la prova che le fasce apposite in commercio siano più efficaci di un semplice lenzuolo avvolto intorno al bacino. Anche se le lenzuola o le apposite fasce pelviche possono essere sistemate velocemente ed efficacemente, nel Dipartimento d'Emergenza potranno essere utilizzati anche dei fissaggi esterni per ridurre le fratture e controllare il sanguinamento: i due metodi principali consistono nell’utilizzo di stecche e morsetti e del C-clamp pelvico. Il primo metodo prevede il fissaggio dei morsetti alla cresta iliaca o nell’area sovra-acetibolare e quindi di una struttura a stecche. Questo metodo necessita di circa 15 minuti per essere applicato ed interferisce con eventuali interventi chirurgici addominali. Il C-clamp pelvico richiede dei morsetti sistemati in posizione più arretrata sulla cresta iliaca, ma i vantaggi di questo sistema sono una maggiore velocità di montaggio (circa 10 minuti) e la possibilità di ruotare il clamp in direzione sia cefalica che caudale per un più facile accesso durante un intervento addominale o per le procedure angiografiche per via inguinale. Oltre ad una appropriata rianimazione, i pazienti con fratture pelviche aperte avranno bisogno della profilassi antitetanica e di una terapia con antibiotici ad ampio spettro. Non esistono linee guida per quanto riguarda la terapia antibiotica, ma al momento la terapia più utilizzata nel trattamento delle fratture aperte è l’associazione Cefazolina/Gentamicina aggiungendo eventualmente la Clindamicina in presenza di contaminazioni. Se sono presenti danni rettali, una penicillina beta-lattamica (come la piperacillina/tazobactam) o l’ertapenem dovrebbero sostituire la cefazolina per migliorare la copertura sulla flora intra-addominale oltre alla flora epidermica. Le fratture aperte della pelvi richiedono un trattamento multidisciplinare ed un importante intervento di riduzione in sala operatoria. Friese et al. hanno proposto un algoritmo che incorpora sia il FAST che la PDP per la valutazione dei pazienti con trauma chiuso e fratture pelviche. La prima scelta riguarda il FAST: un risultato positivo del FAST in presenza di instabilità emodinamica porterà ad un intervento chirurgico, mentre un risultato positivo in un paziente stabile porterà ad una TC. Se il FAST è negativo ed il paziente è emodinamicamente instabile, si eseguirà una PDP. Un risultato positivo della PDP indica la necessità di una laparotomia d’emergenza. Se invece la PDP è negativa in pazienti instabili, si eseguirà un’angiografia pelvica d’urgenza. 25 Questo protocollo è stato adattato ed inserito quale parte dei “Percorsi clinici per la terapia della lussazione del cingolo pelvico”. Si devono consultare i chirurghi di traumatologia ed ortopedia già ai primi stadi della cura di pazienti con fratture gravi del cingolo pelvico. Esistono diverse opzioni per un trattamento definitivo, tra le quali ricordiamo il packing retro peritoneale, la stabilizzazione operativa delle schegge della frattura e l’embolizzazione. Figura 18. Stabilizzatore pelvico applicato all’altezza dei grandi trocanteri. Circostanze particolari delle lesioni del cingolo pelvico Due gruppi di pazienti che richiedono particolari attenzioni sono formati dalle donne in gravidanza e dalle persone anziane. Nelle donne in gravidanza che subiscono la frattura del bacino, il tasso di mortalità è più alto sia per la madre (9%) che per il feto (35%).41 Il tasso di mortalità è più alto tra i pazienti anziani che subiscono fratture pelviche. Dechert et al. parlano di un tasso di mortalità del 20,4% nei pazienti con più di 65 anni, rispetto all’8,3 nei pazienti più gioEmergency Medicine Practice 12 Marzo 2011 Iter clinico per la terapia delle fratture del cingolo pelvico Esame FAST (Classe II) Positivo Negativo Emodinamicamente instabile? Emodinamicamente instabile? SI NO SI NO Operazione: laparatomia, fissaggio pelvico e packing pelvico (Classe II) TC Puntura diagnostico peritoneale (Classe II) TC Positivo per sangue Negativo per sangue Operazione: laparatomia, fissaggio pelvico e packing pelvico (Classe II) Angiografia d'urgenza Il percorso clinico è un ibrido dei protocolli sviluppati da Friese et al. e dal Denver Health Medical Center.25,46 Abbreviazioni: TC, tomografia computerizzata; FAST, valutazione sonografica del trauma. Definizione di Classi di Evidenza Classe I • Sempre accettabile, sicuro • Assolutamente utile • Di comprovata efficacia ed utilità Livello di evidenza • Sono presenti uno o più ampi studi prospettici (con rare eccezioni) • Metaanalisi di alta qualità • Lo studio risulta ripetutamente positivo e interessante Classe II • Sicuro, accettabile • Probabilmente utile Livello di evidenza • Generalmente livello d’evidenza elevato • Studi non randomizzati o retrospettivi: studi retrospettivi, di coorte o caso-controllo • RCT meno forti • I risultati sono positivi in modo costante Classe III • Può essere accettabile • Possibilmente utile • Considerare trattamenti alternativi o facoltativi Livello di evidenza • Livelli di evidenza generalmente bassi od intermedi • Serie di casi, studi su animali o consensi di esperti • Talvolta risultati positivi Medio • Zona di continua ricerca • Nessuna raccomandazione fino a quando non siano disponibili ulteriori studi Livello di evidenza • Evidenza non disponibile • Studi più approfonditi in corso • Risultati non fondati, contraddittori • Risultati non interessanti Significativamente modificato da: The Emergency Cardiovascular Care Committees of the American Heart Association e dei rappresentanti del consiglio di rianimazione dell’ILCOR: How to Develop Evidence-Based Guidelines for Emergency Cardiac Care: Quality of Evidence and Classes of Recommendation; inoltre: Anonimous. Guidelines for cardiopulmonary resuscitation and emergency cardiac care. Emergency Care Committee and Subcommittees, American Heart Association. Parte IX. Ensuring effectiveness of community-wide emergency cardiac care. JAMA. 1992;268(16):2289- 2295. Questo iter clinico è stato ideato per coadiuvare, piuttosto che sostituire, il giudizio professionale e può essere variato a seconda dei bisogni individuali del singolo paziente. La mancata adesione a questo iter non rappresenta una violazione dello standard di cura. Copyright © 2011 C. G. Edizioni Medico Scientifiche s.r.l. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun formato senza il consenso scritto di C.G. Edizioni Medico Scientifiche s.r.l. 2011 Emergency Medicine Practice 13 Marzo 2011 MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE Fratture del cingolo pelvico MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE Lussazioni dell’anca vani.42 Un altro ampio studio sui traumi nei pazienti anziani con fratture pelviche (di età superiore ai 55 anni) ha rilevato un tasso di mortalità del 21%, rispetto al 6% dei pazienti più giovani. 43 Anche se il gruppo di pazienti anziani presentava in maggioranza fratture da compressione laterale di Tipo I o II (92%), i pazienti più anziani avevano 2,8 volte di più bisogno di ricorrere a trasfusioni ematiche. 42 Praticamente, le persone anziane hanno bisogno di una forza inferiore per provocare la frattura del bacino, le loro radiografie presentano fratture più scomposte, è più probabile che abbiano bisogno di trasfusioni di sangue ed hanno dei recuperi peggiori. Le lussazioni traumatiche e da frattura dell’anca rappresentano delle vere emergenze ortopediche. È necessaria molta forza per lussare un’anca, e ciò grazie ai forti legamenti muscolari, alla spessa capsula articolare ed al profondo sistema acetabulum-labrum. Per questo motivo il 95% dei pazienti con lussazione traumatica dell’anca presenta anche altri traumi gravi concomitanti.48,49 Queste lussazioni possono essere classificate per tipologia e per posizione della testa del femore. La tipologia può essere semplice o complessa (associata ad una frattura).50 Un recente studio di casistica ha mostrato che le lussazioni complesse sono le più comuni, e si ritrovano nell’81,5% dei casi.51 La testa del femore si disloca posteriormente in circa il 90% dei casi, anteriormente nel 10% ed inferiormente in meno dell’1%. La direzione della dislocazione dell’anca dipende dalla posizione nella quale si trovava l’estremità inferiore nel momento in cui è stata applicata la forza traumatica. Le dislocazioni posteriori avvengono soprattutto in caso di investimento da parte di un veicolo, poiché la forza è applicata ad un arto inferiore che è addotto, ruotato interiormente e flesso a livello dell’anca. Se si fratturi anche l’acetabolo o meno dipende dalla posizione della testa del femore; se questa è flessa al massimo ed è addotta all’anca, allora si può lussare posteriormente senza colpire l’acetabolo (Figura 19). Le lussazioni anteriori possono dislocare superiormente verso il pube (nel 10% dei casi) o inferiormente verso il forame otturatorio (nel 90%). Le lussazioni dirette superiormente sono causate da una forza applicata ad una estremità inferiore che viene allontanata dall’asse mediano, ruotata esteriormente ed estesa rispetto all’anca. Quelle dirette inferiormente avvengono per cause simili, ma l’estremità inferiore viene flessa all’altezza dell’anca (Figura 20). Innovazioni nella frattura del cingolo pelvico Anche se normalmente utilizzato in Europa, solo da poco si sta utilizzando anche negli Stati Uniti il packing diretto retroperitoneale.44 Scopo di questa procedura è di tamponare l’emorragia venosa causata dalla frattura del cingolo pelvico e può essere usata insieme all’angiografia pelvica. Questa metodologia prevede prima di tutto di stabilizzare il bacino con un fissatore esterno. Quindi si esegue una incisione sovrapubica, facendo attenzione a non incidere il peritoneo. Si imbottisce quindi il retro peritoneo con tamponi chirurgici, solitamente 3 per lato. I tamponi addominali sono inseriti all’intero della vera pelvi, al di sotto del margine pelvico. Se eseguita da mani esperte, la procedura richiede circa 20 minuti. 44,45,46 Il packing retroperitoneale ha dimostrato di essere una tecnica sicura ed efficace per ridurre la mortalità nei pazienti con lesioni gravi del cingolo pelvico. 44,46 Il protocollo attualmente in uso al Denver Health Medical Center sul packing retroperitoneale è stato adattato come parte del “Percorso clinico per la terapia delle lesioni del cingolo pelvico”. Un gruppo francese ha integrato l’uso di una pompa a palloncino intra-aortico nel protocollo terapeutico dei pazienti con grave shock emorragico non controllabile. Questa pompa ha permesso di trasferire in sicurezza fino al macchinario angiografico 12 dei 13 pazienti ai quali era stata applicata; il 92% di questi pazienti aveva un trauma arterioso ed il tasso di sopravvivenza è stato del 46%.47 Figura 19. Lussazione posteriore sinistra dell’anca, senza frattura dell’acetabolo. Percorso dei pazienti con frattura del cingolo pelvico Tutti i pazienti con frattura del cingolo pelvico causata da traumi ad alta velocità devono essere stabilizzati e ricoverati in un centro traumatologico attrezzato. I pazienti con fratture isolate ed a bassa energia delle branche pubiche possono essere dimessi e mandati a casa, dopo un consulto con l’ortopedico, a condizione che il paziente possa deambulare e che sia stato programmato il follow-up. Emergency Medicine Practice 14 Marzo 2011 nuto il trauma e quindi applicare la stessa forza ma al contrario.Tutte le tecniche sistemano quindi l’arto inferiore in una posizione flessa, addotta e ruotata interiormente all’anca. Gli autori raccomandano di utilizzare la tecnica di Allis o quella di Whistler, così come di seguito descritte. Terapia della lussazione dell’anca Lo scopo della terapia della lussazione dell’anca è la sua immediata riduzione, comunque entro 6 ore dall’infortunio. Le possibilità di necrosi avascolare, di artrite traumatica e di paresi permanente del nervo aumentano fortemente con l’aumentare del periodo durante il quale l’anca rimane dislocata.52,53 In caso di una compromissione neurovascolare, si dovrà accelerare la riduzione. La tecnica di riduzione di Allis Questa tecnica è quella più comunemente utilizzata per la riduzione dell’anca ed è efficace sia nel caso di lussazione posteriore che antero-inferiore. La tecnica viene così applicata (Figura 21): 1. Il paziente viene sistemato in posizione supina su una barella o sul pavimento. Se il paziente rimane sulla barella, l’operatore dovrà salire in piedi sulla barella stessa, con un altro operatore che lo sorregge (per evitarne la caduta). 2. Un assistente stabilizzerà il bacino. 3. Il ginocchio viene piegato e l’anca lentamente portata ad una flessione di almeno 90°. L’anca è addotta il più possibile. 4. Si applica una trazione costante verso l’alto ed una leggera rotazione interna. 5. L’assistente applica una contro-trazione sull’emipelvi ipsilaterale. 6. Dopo la riduzione l’anca viene estesa mantenendo la trazione. Il momento e la tecnica di riduzione dipendono dalle condizioni generali del paziente, dal tipo di lussazione, dalle risorse disponibili e dal livello di confidenza dell’operatore rispetto alle varie metodologie. Quando le condizioni del paziente lo permettano, si potrà usare una leggera sedazione. Si dovranno invece evitare tentativi multipli di riduzione chiusa. Unica controindicazione assoluta ad una riduzione chiusa dell’anca è rappresentata dalla presenza di frattura ipsilaterale del collo del femore; per fortuna questo tipo di trauma è raro, con solo 30 casi citati in letteratura.54 In generale, la percentuale di successo per le riduzioni chiuse si aggira tra l’85% ed il 98%.55 Da un più recente studio sistematico che valutava la riduzione dell’anca per le fratture e le lussazioni della testa del femore, la percentuale di successo era dell'84,3%.56 Tra i motivi che rendono irriducibili le lussazioni troviamo la presenza di frammenti derivanti dalla frattura che bloccano lo spazio di articolazione, la testa del femore che fuoriesce dalla capsula o il blocco di un tendine. Sono state descritte diverse tecniche di riduzione e tutte si basano sul principio basilare di ricreare la posizione nella quale è avve- La tecnica di riduzione della lussazione antero-superiore Figura 20. Lussazione antero-inferiore sinistra dell’anca: la testa del femore è nel forame otturatorio. Figura 21. La tecnica riduttiva di Allis in pratica. Emergency Medicine Practice Queste lussazioni non possono essere ridotte utilizzando la tecnica di Allis, poichè la flessione è ostacolata dalla posizione anteriore della testa del femore. Queste lussazioni possono essere ridotte seguendo queste fasi (Figura 22): 1. Il paziente è sistemato supino su una barella. 2. Si applica una trazione longitudinale allineata al femore. 3. L’anca viene iperestesa e ruotata internamente. 4. Un assistente applica una pressione verso il basso sulla testa del femore. 15 Marzo 2011 MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE Anche se in letteratura esiste la descrizione delle lussazioni centrali dell’anca, queste non sono considerate delle vere lussazioni. In questi casi la testa del femore viene forzata centralmente attraverso l’acetabolo come risultato di fratture polverizzate che interessano la parete mediana dell’acetabolo. logia portatile o di dover svegliare il paziente da una leggera sedazione (Figura 25). MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE La tecnica riduttiva di Whistler Questa tecnica non richiede di arrampicarsi sulla barella. 57 Si può sviluppare una grande forza utilizzando la parte inferiore della gamba come una leva; questo metodo è però controindicato nei pazienti che abbiano subito lesioni o fratture della parte inferiore della gamba. Il metodo si applica così (Figura 23): Ricovero La stragrande maggioranza dei pazienti con lussazione dell’anca viene ricoverata in ospedale. Per essere dimesso dal Dipartimento di Emergenza, un paziente deve rispondere a diversi requisiti: 1. Il paziente viene sistemato sulla barella in posizione supina. 2. La gamba sana viene piegata all’altezza del ginocchio ed un assistente mantiene il piede in posizione. 3. L’operatore sistema un braccio sotto la fossa popliteale dell’arto lesionato, fino a raggiungere il ginocchio dell’arto sano, mentre la mano è ancorata al suo ginocchio. 4. Si afferra la parte inferiore dell’arto lesionato e l’anca viene flessa almeno a 90°. 5. Da questa posizione la gamba lesionata può essere addotta e ruotata internamente. 6. Si applica quindi una trazione usando il braccio sotto la fossa poplitea quale fulcro e la parte inferiore della gamba come leva. Figura 22. Tecnica riduttiva per le lussazioni anteriorisuperiori. Varianti di questa metodologia prevedono l’abbassamento del letto il più possibile e l’uso, quale fulcro, del ginocchio dell’operatore o della parte inferiore della sua gamba (Figura 24). Dopo aver effettuato la riduzione chiusa, si dovrà controllare la stabilita dell’anca mentre il paziente è ancora sedato. La stabilità viene controllata piegando l’anca a 90° abducendo ed adducendo l’anca e ruotandola delicatamente internamente ed esternamente. L’ultima manovra è esercitare una forza in direzione posteriore con l’anca in posizione neutra. Durante questi movimenti una qualunque sublussazione dell’anca risulterà evidente e, se l’anca dovesse lussarsi nuovamente, potrà velocemente essere riridotta. L’operatore dovrà riferire all’equipe ortopedica queste informazioni raccolte sulla stabilità. Una instabilità post-riduzione potrebbe essere motivo di intervento chirurgico, specialmente se è presente una frattura della parete posteriore. Dopo che sia stato completato il test di stabilità la gamba lesionata dovrebbe essere sistemata in una valva con un cuscino abduttore per evitare il ripetersi della lussazione. Si faranno esami radiografici post-riduzione per controllare la riduzione, la congruenza dell’articolazione e le fratture. Servirà anche una TC. Figura 23. Tecnica riduttiva di Whistler. Figura 24. Tecnica di Whistler modificata. Controversie/Avanguardia Anche se non sono stati pubblicati studi, nei casi più complessi possono essere utilizzati gli ultrasuoni al letto del paziente per valutare la riduzione dell’anca. Il beneficio maggiore deriva dalla possibilità di valutare una relazione acetabolo-testa del femore normale o quasi normale senza aver bisogno di aspettare la radio- Emergency Medicine Practice 16 Marzo 2011 Terapia delle fratture dell’acetabolo La maggioranza di questi infortuni avrà bisogno di un intervento chirurgico e di cure ortopediche presso un centro specializzato. La terapia dovrà essere mirata a stabilizzare il paziente ed a valutare eventuali lesioni associate. Ricovero di pazienti con fratture dell’acetabolo Le modalità di ricovero per le fratture dell’acetabolo sono le stesse che per la frattura del cingolo pelvico (vedi pag. 14). I pazienti che hanno subito con successo una riduzione di una dislocazione dopo una artoplasia totale dell’anca possono essere dimessi se in accordo con gli ortopedici. Vista la probabilità di traumi associati, se non è possibile il consulto con l’ortopedico, il paziente dovrà essere trasferito ad un centro traumatologico. Se le sue condizioni lo permettono, si dovrà fare un tentativo di riduzione chiusa, specialmente in presenza di una compromissione neuro vascolare o se ci vuole tempo per il trasporto. Fratture della testa del femore Le fratture della testa del femore sono abbastanza poco comuni, con una percentuale che va dal 6% al 16% se in presenza di lussazione dell’anca, tuttavia si presentano quasi sempre con la lussazione. Le fratture possono essere classificate seguendo lo schema di Pipkin:62 Fratture dell’acetabolo • Tipo 1: Lussazione dell’anca con frattura al di sotto della fovea (vedi Figura 8, pag. 7). • Tipo 2: Lussazione dell’anca con frattura all’altezza o al di sopra della fovea. • Tipo 3: Trauma di tipo 1 o 2 insieme alla frattura del collo del femore. • Tipo 4: Trauma di tipo 1 o 2 insieme alla frattura dell’acetabolo. Le fratture dell’acetabolo, anche se non associate allo stesso tasso di mortalità delle fratture del cingolo pelvico, possono comunque provocare fatalità. La percentuale di traumi associati è analoga a quella rilevata nelle rotture del cingolo pelvico, ma fortunatamente il numero di emorragie che possono mettere a rischio la vita del paziente è inferiore.58 Lo schema di classificazione più utilizzato per definire le fratture dell’acetabolo è stato sviluppato da Letournel e Judet.59 Le fratture vengono divise in due ampie categorie: semplici e complesse (combinazione di fratture semplici). Il tipo di frattura più comune interessa la parete posteriore ed è presente nel 23,3% dei casi60 (Vedi Figura 7, pag. 7). La terapia per queste fratture si basa sulla riduzione della testa del femore. La presenza di una frattura della testa del femore non rappresenta una controindicazione alla riduzione, ma può renderla più difficoltosa ed aumentare le possibilità di insuccesso. A meno che la frattura sia non lussata, la terapia finale di questi traumi è chirurgica. Traumi a bassa energia: fratture del collo del femore, fratture da insufficienza pelvica, lussazione di protesi totale dell’anca e traumi avulsivi Figura 25. Immagini ad ultrasuoni per la valutazione della riduzione dell’anca. Fratture del collo del femore Le fratture del collo del femore sono ora spesso chiamate fratture da “insufficienza” o da “fragilità”, a causa del ruolo sempre più importante che l’osteoporosi gioca nella loro presenza. L’osteoporosi colpisce milioni di persone in tutto il mondo. I fattori di rischio più comuni per le fratture legate a questa patologia sono l’età avanzata, l’appartenenza al sesso femminile, lo status post-menopausa, una storia personale o familiare di fratture da fragilità, fumo, uso di steroidi e basso peso corporeo. Non si conosce l’esatto numero di queste fratture negli Stati Uniti, ma un Registro finlandese ha rilevato una percen- La freccia Bianca indica l’acetabolo. La freccia Nera indica la testa del femore che giace all’interno dell’acetabolo. Emergency Medicine Practice 17 Marzo 2011 MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE 1. Il trauma deve essere una lussazione semplice, stabile dopo la riduzione e con una TC normale. 2. Il trauma deve essere un trauma isolato. 3. Il paziente deve essere in grado di deambulare, con restrizioni sui piegamenti ed il trasporto di pesi. 4. È stato fatto un consulto ortopedico. 5. È stato organizzato il follow-up. 6. Esiste una assistenza domiciliare. MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE tuale di 438 casi ogni 100.000 persone.63 L’interpretazione degli esami diagnostici può essere complessa. Se una normale radiografia non rivela la frattura, se il paziente non è in grado di deambulare o se il sospetto è alto, si dovrà eseguire una risonanza magnetica, così come discusso nel capitolo dedicato agli Studi diagnostici, alla voce dedicata alla risonanza magnetica, a pag. 7. Sono stati proposti diversi schemi di classificazione per queste fratture; non esiste però un consenso a causa della loro limitata utilità clinica ed affidabilità inter-rater. Queste fratture andranno quindi denominate scomposte o non scomposte. rapia nel Dipartimento d'Emergenza. Uno studio Cochrane recente non ha evidenziato alcun beneficio derivante dall’utilizzo della trazione nei pazienti con frattura dell’anca.64 Ricovero dei pazienti con frattura del collo del femore Questi pazienti avranno bisogno di un consulto ortopedico e ricovero in ospedale. Frattura pelvica da insufficienza Le fratture pelviche da insufficienza possono essere complesse sia per quanto riguarda la loro diagnosi che la terapia. Sono quasi sempre associate all’osteoporosi ma sono meno comuni delle fratture da insufficienza del collo del femore, con una percentuale, secondo il Registro finlandese, di 92 casi ogni 100.000 (circa un quinto del numero totale di fratture del collo del femore).65 Spesso sono coinvolte le branche pubiche e pos- Terapia delle fratture del collo del femore Nella stragrande maggioranza dei casi, la terapia sarà chirurgica e sarà necessario un consulto ortopedico. Le strategie terapeutiche comprendono le viti, l’emiartoplasica o l’artoplastica totale. Il controllo del dolore è fondamentale nella te- Figura 27. RM di una frattura del collo femorale destro. Figura 26. Radiografie di una frattura occulta del collo del femore. A. A. B. B. A. T1. B. T2. A. Vista antero-posteriore. B. Vista laterale. Emergency Medicine Practice 18 Marzo 2011 Il meccanismo che provoca la PTA è di tipo a bassa energia ed è solitamente provocato da un movimento banale, quale alzarsi da una posizione seduta o chinarsi per raccogliere qualcosa. Si deve fare attenzione quando si controllano le radiografie a valutare l’allentamento di alcuni componenti o la presenza di fratture periprotesiche. Si dovrà anche controllare l’eventuale presenza di infezioni, specialmente nei pazienti con dislocazioni ripetute. Figura 29. Lussazione di artoplastica totale dell’anca. A. Lussazione della protesi totale dell’anca Ogni anno, negli Stati Uniti, tra i 200.000 ed i 300.000 pazienti vengono sottoposti ad protesi totale dell’anca (PTA). È probabile che questi numeri aumentino all’aumentare dell’età della popolazione. La percentuale di lussazione per le PTA primarie sono del 1-3%, con punte che vanno dal 5% al 20% per le PTA riviste.67 In generale, la maggior parte delle lussazioni avviene entro 3 mesi dall’intervento chirurgico, ma sono state riportate lussazioni anche 10 anni dopo l’intervento. La maggioranza (dal 75% al 90%) di queste lussazioni sono posteriori49 (Figura 29). Figura 28. Frattura scomposta del collo femorale sinistro. B. A. Vista antero-posteriore. B. Vista laterale. Emergency Medicine Practice 19 Marzo 2011 MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE sono essere fratture isolate. È più facile vedere in radiografia le fratture dei rami piuttosto che le fratture sacrali da insufficienza; la percentuale di non riconoscimento rimane comunque alta. Da due studi radiologici risulta che la non identificazione dallo studio di normali lastre radiografiche era del 23% e del 14%, rispettivamente, per le fratture pelviche occulte che coinvolgono principalmente le branche pubiche.14,15 La RM rimane l’esame migliore da fare ai pazienti con radiografie negative ma per i quali il sospetto di fratture rimane elevato. La terapia deve mirare al controllo del dolore ed alla mobilizzazione e spesso è necessario il ricovero ospedaliero. Recentemente sono state descritte ed utilizzate per questo genere di fratture sia la sacroplastica che la ramoplastica (iniezione di sostanza cementante rispettivamente nelle fratture sacrali e dei rami).66 MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE La terapia per la lussazione della PTA è la stessa che per le lussazioni dell’anca originaria, e si utilizzeranno le tecniche standard. L’urgenza temporale nell’eseguire la riduzione non è così importante come nelle altre lussazioni dell’anca, poiché la testa del femore è già stata sostituita; si può comunque avere una compromissione neurovascolare ed il processo deve essere velocizzato a vantaggio del comfort del paziente. Tra le complicazioni che possono accompagnare la riduzione, ricordiamo l’allentamento dei componenti, fratture e movimento della coppa acetabolare. Per questi motivi la riduzione della lussazione di un PTA recente dà risultati migliori se effettuata in stretta collaborazione con un chirurgo ortopedico. Si deve consultare l’equipe di chirurgia ortopedica per avere assistenza durante la riduzione e per stabilire un piano terapeutico a lungo termine per il paziente. • Tuberosità ischiatica/tendine del ginocchio (Figura 31). • Trocantere minore (più raro) / ileopsoas. I traumi avulsivi vengono curati con il riposo, il ghiaccio, la protezione contro il carico di pesi e con agenti anti-infiammatori. L’uso della chirurgia è controverso: una possibile indicazione potrebbe essere una avulsione della tuberosità ischiatica che si sia lussata di più di 2 cm.69 Sintesi La maggior parte dei traumi pelvici e dell’anca è causata da una forza consistente; questi pazienti hanno quindi molteplici traumi associati e devono essere trattati come pazienti traumatologici. Se l’assistenza traumatologica ed ortopedica non fosse disponibile nel Dipartimento d'Emergenza, il fine terapeutico dovrà essere quello di stabilizzare il paziente e mandarlo rapidamente ad un centro traumatologico. Deve sempre esservi presente che qualunque frattura pelvica sanguinerà, specialmente nelle persone anziane. La lussazione dell’anca deve essere ridotta il prima possibile e, comunque, sempre entro 6 ore dal trauma o anche prima, se ci fosse una compromissione vascolare. Prima di trasferire il paziente si cercherà di ridurre la lussazione. Il medico d’urgenza dovrà tenere un livello di attenzione molto alto per evidenziare le fratture occulte del collo femorale, dell’anca e della pelvi, se la situazione clinica le fa sospettare. Se le radiografie sono negative si dovrà eseguire una RM. Traumi avulsivi I trauma avulsivi avvengono solitamente durante la contrazione forzata di un muscolo che si allontana dalla sua origine ossea, ma possono avvenire anche per cause traumatiche. Questi traumi solitamente si presentano negli atleti immaturi, tra i 14 ed i 17 anni d’età.68 Negli adulti invece un infortunio avulsivo in assenza di trauma deve essere considerato patologico fino a prova contraria. I punti maggiormente soggetti a questi traumi, con evidenziati I muscoli corrispondenti, sono i seguenti: • Spina iliaca antero-superiore/sartorio (Figura 30). • Spina iliaca antero-inferiore/retto femorale. Figura 31. Avulsione della tuberosità ischiatica. Figura 30. Avulsione della spina iliaca antero-superiore. Emergency Medicine Practice 20 Marzo 2011 Conclusione dei casi Al suo arrivo nel Dipartimento d'Emergenza, il ragazzo di 20 anni era ipoteso e reattivo. Avete proseguito con la rianimazione ed avete assicurato immediatamente le vie aeree con un'intubazione in rapida sequenza, facendo attenzione al dosaggio dei farmaci in presenza di shock emorragico. Al vostro esame, testa, collo, torace, ed estremità risultavano normali. Era presente un’abrasione sull’addome inferiore con sangue nel meato uretrale. La radiografia toracica era normale, mentre quella pelvica mostrava un trauma da compressione antero-posteriore con una diastasi pubica di oltre 4 cm. L’esame FAST per Ia ricerca di fluidi intraperitoneali era negativo. Riconoscendo la gravità delle condizioni del paziente, ne avete organizzato l’immediato trasporto al centro traumatologico. Prima della sua partenza avete legato strettamente un lenzuolo intorno al bacino per ridurre la diastasi, facendo attenzione ad allineare simmetricamente gli arti inferiori. Avete iniziato l’infusione di 1 unità di sangue di gruppo 0 ed avete fornito il personale dell’ambulanza di una seconda unità. Dopo l’arrivo al centro traumatologico, il paziente è rimasto instabile ed il FAST ripetuto ha ancora dato esito negativo. Il paziente è stato sottoposto immediatamente ad angiografia ed embolizzazione pelvica. Nota particolare Le immagini e le radiografie sono utilizzate con l’autorizzazione del Dr. James F. Fiectl. Bibliografia La medicina basata sulle evidenze richiede una valutazione critica della letteratura che si basi sulla metodologia degli studi e sul numero dei soggetti presi in esame. Non tutti gli articoli presentano documentazione ugualmente solida. I risultati derivanti da un trial ampio, retrospettivo, randomizzato e cieco avranno un peso maggiore di quelli riferiti ad un unico caso clinico. Per aiutare il lettore a valutare il valore di ciascun riferimento bibliografico, sono state incluse in grassetto a seguito della bibliografia alcune informazioni pertinenti lo studio (come il tipo di studio e il numero di pazienti coinvolti), quando disponibili. Inoltre i riferimenti da cui sono state tratte le maggiori informazioni, così come indicato dagli autori, vengono individuate da un asterisco (*) accanto al numero del riferimento. Strategie costo-effetto 1. American College of Radiology Appropriateness Criteria, www.acr.org. Accessed 05/03/2010. 2. Grotz MR, Allami MK, Harwood P, et al. Open pelvic fractures: epidemiology, current concepts of management and outcome. Injury. 2005;36:1-13. (Articolo di rassegna) 3. Balogh Z, King KL, Mackay P, et al. The epidemiology of pelvic ring fractures: a population-based study. J Trauma. 2007;63:1066-1073. (Studio prospettico osservativo) 4. Giannoudis PV, Grotz MR, Tzioupis C. et al. Prevalence of pelvic fractures, associated injuries, and mortality: the United Kingdom perspective. J Trauma. 2007;63:875-883. (Studio prospettico osservativo) 5.* Demetriades D, Karaiskakis M, Toutouzas K, et al. Pelvic fractures: epidemiology and predictors of associated abdominal injuries and outcomes. J Am Coll Surg. 2002;195:1-10. (Casistica; 1545 pazienti) 6. Dente CJ, Feliciano DV, Rozycki GS, et al. The outcome of open pelvic fractures in the modern era. Am J Surg. 2005;190:830-835. (Casistica; 44 pazienti) 1. Utilizzate lenzuola o cerotto a nastro per “avvolgere” il bacino. Non è stato dimostrato che, nei pazienti con frattura del cingolo pelvico, le fasce in commercio riducano la mortalità o abbiano risultati clinici significativi, se non quello di ridurre il volume pelvico. Il bacino deve essere fasciato per ridurre il volume e bloccare i frammenti, ma possono essere utilizzati sistemi più economici – quali un lenzuolo o il cerotto a nastro. 2. Non tutti I pazienti traumatologici necessitano di una radiografia pelvica. Duane et al.20 hanno identificato i criteri che, quando tutti validi, indicano che il paziente non necessita di radiografia pelvica (vedi pag. 5). Questi criteri sono I seguenti: a. GCS > 13. b. Nessun dolore pelvico, alla schiena, all’anca o addominale. c. Nessuna iperestesia della pelvi ossea, basso dorso, inguine, anca o basso ventre. 3. In alternative ad un RUG automatico, potreste utilizzare un inserimento delicato di un catetere Foley. Un recente studio di casistica non ha riscontrato alcun peggioramento di trauma alla vescica o all’uretra dopo un tentativo delicato ed alla cieca di inserire un catetere Foley.24 Emergency Medicine Practice 21 Marzo 2011 MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE La ragazza di 14 anni aveva un trauma avulsivo della spina iliaca antero-superiore. È stata sottoposta a misure conservative e quindi dimessa e mandata a casa. L’anziano di 80 anni aveva un trauma a cinetica laterale di Tipo I. La TC non ha identificato altre lesioni. Quando la sua pressione sanguigna è crollata, è stato sottoposto a trasfusione, portato di corsa a fare una angiografia e la sua arteria otturatoria è stata embolizzata. 7. MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE 8. 9. Giannoudis PV, Grotz MR, Papakostidis C, et al. Operative treatment of displaced fractures of the acetabulum. A metaanalysis. J Bone Joint Surg Br. 2005;87:2-9. (Articolo di rassegna) Laird A, Keating JF. Acetabular fractures: a 16year prospective epidemiological study. J Bone Joint Surg Br. 2005;87:969- 973. (Studio prospettico osservativo) Neuman MD, Fleisher LA, Even-Shoshan O, et al. Nonoperative care for hip fracture in the elderly. Med Care. 2010;48:314- 320. (Rassegna retrospettiva; 165.861 pazienti Medicare) 10. Brauer CA, Coca-Perraillon M, Cutler DM, et al. Incidence and mortality of hip fractures in the United States. JAMA. 2009;302:1573-1579. (Rassegna retrospettiva; 786.717 fratture dell’anca) 11. Hoffman JR, Mower WR, Wolfson LA, et al. Validity of a set of clinical criteria to rule out injury to the cervical spine in patients with blunt trauma. N Engl J Med. 2000;343:94-99. (Studio di coorte; 34.069 pazienti) 12. Gray SL, LaCroix AZ, Larson J. et al. Proton pump inhibitor use, hip fracture, and change in bone mineral density in postmenopausal women: results Trabocchetti da evitare nella terapia dei traumi del bacino e dell’anca 1. “Tornerò ad occuparmi della riduzione di quell’anca dopo aver visitato i prossimi pazienti”. L’incidenza di necrosi avascolari, artriti post-traumatiche e paresi permanente dei nervi aumenta esponenzialmente all’estendersi oltre le 6 ore del tempo trascorso tra il trauma e la riduzione dell’anca. Queste lussazioni sono considerate emergenze ortopediche e devono essere ridotte il prima possibile, assolutamente entro le 6 ore. alla palpazione dei frammenti ossei è uno dei pochi casi nei quali si aggiunge l’esame rettale digitale all’esame clinico. 7. “Le radiografie sono a posto – quel pezzo d’osso è solo un nucleo di crescita”. Quando state valutando un paziente per possibili trauma avulsivi, richiedete anche una visione antero-posteriore del bacino, così da avere un confronto contro-laterale. Questa visuale potrebbe sorprendervi. 2. “Dalla radiografia la frattura non sembrava molto seria”. Tutte le fratture pelviche possono sanguinare e certamente lo faranno. Dovrete sempre essere consapevoli di questo dato. I pazienti anziani hanno bisogno di traumi più lievi per presentare fratture, hanno radiografie che sembrano meno preoccupanti, avranno bisogno di maggiori trasfusioni e presentano un quadro generale peggiore. 8. “Perfetto. Il femore è di nuovo al suo posto, il paziente si è svegliato bene ed io ho finito”. Non controllare la stabilità post-riduzione vuol dire non finire il lavoro. In più l’ortopedico ha bisogno di questa informazione per valutare un possibile intervento chirurgico. Come minimo, un esame indolore sotto anestesia potrà evitare al vostro paziente un viaggio in sala operatoria. 3. “Perchè devo sbrigarmi? È uscita una PTA”. È vero, la PTA non svilupperà una necrosi avascolare, ma il paziente può comunque sviluppare una paresi del nervo sacro che richiede una rapida riduzione. Oltre a ciò, la lussazione dell’anca è dolorosa. 9. “Ha solo una frattura dell’acetabolo”. Le fratture dell’acetabolo possono provocare un numero di danni correlati analogo a quelli delle fratture del cingolo pelvico e richiedono una valutazione ed una terapia simile. 4. “Il FAST era negativo ed ho quindi sospeso la ricerca di lesioni intra-addominali”. La sensitività dell’esame FAST va dal 26% all’81% nei pazienti con trauma chiuso e frattura pelvica. Dovete continuare a cercare, sia con una TC che con il PDP, a seconda dell’emodinamica del paziente. 10. “Non posso ridurre quest’anca – ha una frattura della testa del femore”. Secondi uno studio di casistica, le fratture della testa del femore avvengono nell’11,7% delle lussazioni dell’anca, ed il tasso medio di guarigione per la riduzione chiusa dell’anca è dell’84,3%.61 Se le condizioni cliniche del paziente lo permettono, cercate di ridurre l’anca. L’unica controindicazione assoluta a questo tentativo è la rottura del collo del femore. 5. “È una robetta; posso rimettere a posto questa PTA”. La riduzione della PTA è associate a complicanze gravi, tra le quali il movimento della coppa acetabulare, fratture periprotesiche e l’allentamento dei componenti. La riduzione sarà meglio realizzata se in stretto consulto con un chirurgo ortopedico. 11. “Buone notizie – la vostra radiografia è negativa. Probabilmente è solo uno strappo”. Nel 4,4% delle radiografie non si vedono le fratture occulte del bacino e dell’anca.16 Quando si suppone la presenza di danni e di osteoporosi o quando il paziente presenta fattori di rischio per l’osteoporosi o non riesce a deambulare, si eseguirà una RM. 6. “Si sostiene che non si deve più eseguire l’esame rettale ai pazienti di traumatologia”. La valutazione delle fratture pelviche aperte attraverso il controllo dell’integrità della parete rettale ed Emergency Medicine Practice 22 Marzo 2011 13.* 15. 16. 17. 18. 19. 20.* 21. 22. 23. 24. 25. 26. Emergency Medicine Practice 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37.* 38. 39. 40.* 23 trauma ultrasound in major pelvic injury. J Trauma. 2006;61:1453-1457. (Casistica; 96 pazienti) Burgess AR, Eastridge BJ, Young JW, et al. Pelvic ring disruptions: effective classification system and treatment protocols. J Trauma. 1990;30:848856. (Casistica; 210 pazienti) Sarin EL, Moore JB, Moore EE, et al. Pelvic fracture pattern does not always predict the need for urgent embolization. J Trauma. 2005;58:973-977. (Casistica; 283 pazienti) Lunsjo K, Tadros A, Hauggaard A, et al. Associated injuries and not fracture instability predict mortality in pelvic fractures: a prospective study of 100 patients. J Trauma. 2007;62:687-691. (Casistica; 100 pazienti) Salim A, Teixeira PG, DuBose J, et al. Predictors of positive angiography in pelvic fractures: a prospective study. J Am Coll Surg. 2008;207:656-662. (Casistica; 603 pazienti) Gansslen A, Giannoudis P, Pape HC. 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Anteriore Che percentuale di pazienti con lussazione posteriore dell’anca avrà una paresi del nervo sciatico? c. Inferiore 1% 10% 25% 50% d. Centrale 5. Qual’è il tempo limite per la riduzione dell’anca per ridurre la possibilità di necrosi avascolare? a. 2 ore 2. Quale tra i seguenti esami è quello da eseguire per evidenziare una frattura occulta del bacino o dell’anca quando le normali radiografie non l’abbiano evidenziata? a. b. c. d. b. 4 ore c. 6 ore d. 8 ore Proiezione di Judet RM TC Scintigrafia ossea 6. Qual’è l’unica controindicazione assoluta alla riduzione chiusa dell’anca? a. Frattura della testa del femore b. Frattura sub-trocanterica c. Frattura del collo del femore 3. Quale tra le seguenti affermazioni riferita a pazienti anziani con fratture pelviche è vera? d. Frattura dell’acetabolo a. È necessaria una grande forza per provocare la frattura b. È meno probabile che abbiano bisogno di trasfusioni c. Le loro fratture seguono lo stesso schema di quelle dei giovani d. L’esito complessivo sarà peggiore 7. Le fratture dell’acetabolo sono fratture solitamente innocue ed isolate. a. Vero b. Falso 8. La posizione meno comune di un trauma avulsivo è? a. b. c. d. 4. Qual’è la direzione più comune della lussazione dell’anca? a. Posteriore Emergency Medicine Practice 25 Spina iliaca antero-superiore Spina iliaca antero-inferiore Trocantere inferiore Tuberosità ischiale Marzo 2011 MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE a. b. c. d. MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE RACCOMANDAZIONI CLINICHE PRATICHE BASATE SULL’EVIDENZA Punti chiave Commenti Tutte le lussazioni pelviche possono essere accompagnate ad una emorragia potenzialmente mortale La tipologia più comune di sanguinamento – e sfortunatamente la più difficile da controllare – è il sanguinamento venoso. Si identifica una sorgente venosa nel 80-90% dei casi.31 Diversi studi di casistica hanno illustrato la necessità di trasfusioni in questi pazienti: il 38,5% dei pazienti traumatologici ricoverati in ospedale con fratture pelviche necessita di trasfusioni, così come, in un altro studio, il 34% dei pazienti traumatologici con fratture isolate del bacino e dell’acetabolo6,32 Non tutti i pazienti traumatologici necessitano di una radiografia pelvica. Due studi recenti hanno mostrato che le semplici radiografie hanno una bassa sensività ad identificare le fratture (64% e 78% rispettivamente) e non causano cambiamenti terapeutici;17,18 un importante punto da considerare con questi studi è che ogni paziente è stato sottoposto ad una Tomografia computerizzata che ha guidato l’approccio terapeutico Duane et al. hanno suggerito che le radiografie pelviche potrebbero non essere necessarie nei pazienti con GCS > 13; che non presentano dolori alla schiena, addome, anca o inguine; non presentano iperestesia in queste zone. Dopo aver seguito clinicamente questi pazienti, gli autori riportano che il protocollo aveva il 100% di sensitività e che erano state evitate 273 radiografie pelviche20 La lussazione del cingolo pelvico accompagnata da instabilità emodinamica richiede la “fasciatura” ed un consulto traumatologico/ortopedico d’urgenza. Stabilizzate il paziente e trasferitelo velocemente al centro traumatologico regionale In una recente rassegna sistematica, studiata per valutare l’efficacia e le complicazioni associate alla compressione pelvica esterna nei pazienti con fratture pelviche instabili, gli autori hanno concluso che questa manovra presenta 3 vantaggi: (1) fornisce una efficace stabilizzazione biomeccanica al cingolo pelvico lussato, (2) riduce le perdite di sangue e (3) non è associata a complicanze potenzialmente mortali o che possano mettere a rischio l’arto40 Quella posteriore rappresenta il 90% di tutte le lussazioni dell’anca e ci vuole una grande forza per provocarla; trattate questi pazienti come vittime di traumi importanti Si deve eseguire la riduzione entro 6 ore per ridurre la possibilità di una necrosi avascolare, una paresi permanente del nervo e di artriti post-traumatiche. Le possibilità di complicazioni aumenta fortemente con l’aumentare del tempo durante il quale l’anca rimane lussata.52,53 In caso di compromissione neurovascolare, si dovrà affrettare la riduzione Prendete familiarità con le varie tecniche di riduzione dell’anca; diventate degli esperti in 2 o 3 metodi. Si devono evitare i tentativi multipli a riduzione chiusa In generale, la percentuale di successo per le riduzioni chiuse si aggira tra l’85% ed il 98%.55 In una rassegna sistematica recente che valutava la riduzione dell’anca nelle lussazioni e nelle fratture della testa del femore, la percentuale di successo era dell'84,3%56 Per le referenze si veda la Bibliografia Emergency Medicine Practice 26 Marzo 2011 Editore: C.G. Edizioni Medico Scientifiche s.r.l. Via Candido Viberti, 7 - 10141 Torino, Italia MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE Tel. 011.33.85.07 r.a. Fax 011.385.27.50 - E-mail: [email protected] Sito Web: www.cgems.it Direttore responsabile: Giorgio Carbone Traduzione a cura di: Clelia Moretti e Stefania Codecà Autorizzazione del Tribunale di Torino, n. 5435 del 13/10/2000 Stampa: Alma Tipografica s.r.l. – Villanova Mondovì (CN) Chiuso in tipografia il 02/03/2011 Prezzo abbonamento e rinnovo per l’anno 2011 Emergency Medicine Practice + Decidere in Medicina & Emergency Care Journal cartaceo + online: C 199,00 solo online: C 193,00 Emergency Medicine Practice + Decidere in Medicina cartaceo + online: C 176,00 solo online: C 170,00 Emergency Medicine Practice cartaceo + online: C 160,00 solo online: C 154,00 © Copyright by C.G. Edizioni Medico Scientifiche s.r.l. Torino. Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica sono riservati, compreso quello di traduzione. 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