designer Claudio Dalla Longa I suoi occhiali sono un mix di artigianalità, innovazione e originalità. Spirito pionieristico Per Claudio Dalla Longa la progettazione eco-solidale è una necessità, il lavoro in team fondamentale. D irettore creativo e designer di Mad In Italy by Vista Eyewear, Claudio Dalla Longa, vanta un’esperienza di oltre 35 anni nel settore degli occhiali. Anima libera, dal forte spirito creativo, si forma sul campo, dando luce a creazioni che sono frutto di una ricerca costante ed attenta. È infatti l’autore del primo occhiale foto tranciato, della prima asta acciaio-gomma sovra iniettata, dei modelli fresati al bronzo e dell’asta flex senza vite che, peraltro, ha ottenuto la nomination al Silmo d’Oro. Dopo una serie di importanti esperienze per alcune realtà del Sappiamo che è stato pioniere di molte soluzioni tecniche: ci racconterebbe che cosa ha creato di innovativo per il settore? Sperimentare, trovare nuove soluzioni, mettermi in gioco continuamente, con uno sguardo carico di conoscenza, ma libero da schemi: tutto questo fa parte del mio modo di essere, di lavorare e di vivere. Tutto questo mi ha permesso di raggiungere traguardi rivoluzionari come il primo occhiale foto tranciato, la prima asta acciaio-gomma sovra iniettata, i modelli fresati al bronzo, l’asta flex senza vite con cui ci siamo aggiudicati la nomination al Silmo d’Oro, la prima doppia asta, una delle idee più copiate in assoluto. Lei è nel settore da tantissimo tempo. Quali sono gli occhialiicona del XXI secolo? Non è una domanda semplice come parrebbe. Icona per chi? Oggi più che mai il target è poliedrico e molto differenziato e quindi è difficile dare una risposta generalizzata. Ci sono le icone di sempre, spesso legate ai divi del cinema, ma essere contemporanei significa riflettere il proprio tempo mentre si guarda al futuro. Oggi in tutti i settori, dall’arte al design e alla moda, credo che sia fondamentale trovare un’estetica etica, aderente all’uomo e funzionale. Quanto conta il lavoro in team? Molto, tutto. Non solo per scambiarsi opinioni, condividere idee, trovare ispirazioni, captare intuizioni, avere illuminazioni, ma anche per una questione di feeling di competenze. Ognuno ha un ruolo importante, necessario per raggiungere un obiettivo. Per esempio lo stesso disegno interpretato da tecnici diversi può divenire un modello sublime e di grande qualità o un occhiale brutto e ‘inutile’. 22 | PROFESSIONAL OPTOMETRY | GIUGNO 2011 paola ferrario settore, nel 2008 fonda, insieme al fratello Giorgio, il marchio Mad In Italy, un nome che si traduce in un gioco di parole: Mad (matto) Made (fatto) in Italy. L’idea è costruire non solo un prodotto innovativo ma un progetto che diviene stile di vita dove la stravaganza incontra la tecnologia. Quali sono i requisiti per poter accedere al suo team di designer? Idee, idee, idee, non importa l’esperienza, quella la mettiamo noi. I nostri occhiali sono realizzati in Italia, prodotti internamente e noi sappiamo industrializzare l’occhiale senza stravolgere il progetto iniziale, e questo è fondamentale per la riuscita del prodotto. Cosa ne pensa della progettazione eco-solidale? Penso che in Europa si stia facendo molto in questo senso. È una sfida e una necessità. Da parte nostra sempre di più stiamo cercando di utilizzare prodotti naturali. Una politica aziendale precisa che si traduce ad esempio con l’utilizzo di cartone riciclato per tutto il materiale POP e di comunicazione. Al Mido quest’anno ci siamo proposti con lo stand ‘Onda Creativa” , realizzato in Softwall, un esclusivo materiale eco-sostenibile (riciclato e riciclabile al 100%) veramente innovativo. Qual è ad oggi il rapporto tra il savoir faire artigianale e l’occhiale? In tutti i settori assistiamo alla rivalutazione del concetto di savoir faire artigianale, come imprescindibile punto di partenza per ottenere l’eccellenza. Nel 2008 ha creato con suo fratello Giorgio il brand “mad in Italy”. Perché questo nome? Un gioco di parole, un nome dalla forte eloquenza espressiva, altamente evocativo: MAD (MATTO) MADE (FATTO) in Italy. Fatto in Italia... Matto perché continuiamo a fare la produzione in Italia e non solo il design. designer In questa intervista Claudio Dalla Longa ci svela la sua filosofia e i suoi progetti futuri. Mad In Italy un nome non nome, nè un brand nè una firma, ma uno stile costruito intorno ai valori e contenuti che lo hanno reso “diverso”: inventiva, estro, sperimentazione, elevato valore qualitativo, gusto estetico, sensibilità alle tematiche ambientali, per occhiali che sono piccoli capolavori. Come vi dividete i compiti all’interno della vostra realtà aziendale? Io mi occupo delle collezioni e seguo lateralmente i distributori, mentre mio fratello Giorgio si occupa di marketing, distributori e post vendita. Come descriverebbe le vostre creazioni? Occhiali di carattere, con una spiccata personalità. Modelli dedicati agli spiriti liberi, a tutti coloro che amano la qualità e le novità e che cercano negli oggetti e nella quotidianità l’autenticità di ciò che li può arricchire dal punto di vista culturale e tecnologico, per raccontare la propria identità al di là delle mode e creare uno stile personale. A settembre ci sarà Silmo: ci darebbe qualche anticipazione su cosa presenterete? Stiamo lavorando su jeans riciclati messi sulle aste e un nuovo materiale naturale che vi sorprenderà, ma del quale preferisco non parlare. PROFESSIONAL OPTOMETRY | GIUGNO 2011 | 23