PROGETTO SOCIAL
Dal carcere al lavoro: percorsi di reinserimento
per ex detenuti.
Un confronto tra Italia e Romania
Roma, 21 – 22 giugno 2011
PARTE I
I casi di studio sui percorsi italiani
per il reinserimento di persone in esecuzione
penale
Maria Grazia Mastrangelo
FINALITA’ DELLO STUDIO DI CASI
La definizione di percorsi di sviluppo e reinserimento
personalizzati delle persone in esecuzione penale
attuati in Italia definendone:
 le caratteristiche distintive
i nodi critici
gli elementi di possibile trasferibilità in contesti
diversi (Gruppi di lavoro)
METODOLOGIA DI RICERCA
2 FASI:
1) Ricerca documentale: Compendium di n. 26 interventi realizzati per
l’integrazione socio-lavorativa delle persone autrici di reato e, più in
generale, dei soggetti svantaggiati, nel quadro dell’Iniziativa
comunitaria Equal e della programmazione FSE.
2) Analisi di campo: approfondimento di n. 6 tra le prassi del
Compendium, focalizzando, i servizi offerti a supporto della transizione
dal carcere al lavoro, quali strumenti di reinserimento socioeconomico e di prevenzione della recidiva.
CRITERI DI SELEZIONE CASI
n. 6 esperienze esemplari rispondenti a uno o più dei
seguenti criteri
1) Integrazione tra politiche attive del lavoro, politiche formative e
politiche socio-assistenziali, tra servizi per l’occupabilità, tra pubblico
e privato sociale;
2) Potenziale trasferibilità;
3) Stabilizzazione/consolidamento dell’offerta: servizi ancora attivi sui
territori, oltre la conclusione dei progetti Equal;
4) Sostenibilità tra azioni, servizi offerti e contesto di intervento;
5) Sperimentazione o innovazione (di processo, di figure professionali, di
saperi, di metodologie, ecc) nelle procedure di erogazione del servizio;
6) Collegamento o attivazione con/di reti territoriali di sostegno sociale
(formali o informali).
I CASI ANALIZZATI
Car.Te.S.I.O. - Carcere e Territorio:
Sistemi Integrati Operativi
Piemonte
Lombardia
Emilia
Romagna
Lazio
Basilicata
SONAR - Sviluppo Operativo
Negoziale Attivazione Risorse
TeSI - Tele Servizi integrati
per l’Impiego
PEGASO - Processi plurali di rete
per l’inclusione dei detenuti
POINT – Possibile Integration
Net Sociality
BENEFICIARI
BENEFICIARI FINALI
• Persone in esecuzione penale (detenuti, detenuti in misure
alternative, art. 21)
• Persone uscite dal circuito della Giustizia (ex-detenuti)
• Soggetti
svantaggiati
(ex
detenuti
e
affidati,
ex
tossicodipendenti, immigrati, disabili, disoccupati e inoccupati di
lunga durata così come definiti dal D. Lgs. 181/00, giovani, drop out)
BENEFICIARI
BENEFICIARI INTERMEDI
SISTEMI
• Giustizia
• Lavoro
(istituzioni, servizi pubblici
imprese, cooperazione sociale)
e
privati,
• Formazione e Istruzione
• Socio – sanitario (servizi pubblici, privato sociale –
terzo settore)
DESCRIZIONE – COMPARAZIONE DEI CASI
3 MACROAREE DI INTERVENTO:
a) Informazione
lavoro
ed
orientamento
b) Formazione professionale
c) Accompagnamento al lavoro
professionale/al
DESCRIZIONE – COMPARAZIONE DEI CASI
La a maggior parte dei casi possono essere definiti
come “integrati” (integrazione fra servizio di
orientamento – formazione - accompagnamento).
In nessuna esperienza è presente una solo macroarea
di riferimento.
Confini sfumati tra le macroaree implementate.
Difficoltà ad incasellare le prassi esemplari nelle
macroaree ma anche a seconda dei servizi offerti in
ciascuna di essa.
Forzatura
per
comparazione.
semplicità
di
descrizione
e
BENEFICIARI FINALI: MACROAREA INFORMAZIONE ED
ORIENTAMENTO PROFESSIONALE/AL LAVORO
FINALITÀ GENERALE
Intervenire sull’aumento di occupabilità dei detenuti
attraverso azioni informative individuali e di gruppo,
colloqui volti alla predisposizione di banche dati di
detenuti nelle condizioni di accesso a percorsi di
inserimento (da incrociare con banche dati aziende
disponibili dei Centri per l’Impiego), counselling
orientamento volti alla definizione di progetti
personalizzati, bilancio di competenze colloqui di
sostegno, motivazione e preparazione all’inserimento
lavorativo, segretariato sociale, mediazione culturale,
accesso al diritto e/o ai servizi.
BENEFICIARI FINALI: MACROAREA FORMAZIONE
PROFESSIONALE
FINALITÀ GENERALE
Intervenire sull’aumento dell’occupabilità dei detenuti,
attraverso attività formative in impresa o volte alla
costituzione d’impresa per aumentare le competenze
professionali e trasversali.
Le attività sono riferibili a percorsi di tirocinio/stage in
aziende esterne o all’alternanza formazione/lavoro
intramuraria.
Strettamente legata al mercato del lavoro locale, in
alternanza, in situazione ….
BENEFICIARI FINALI: ACCOMPAGNAMENTO AL
LAVORO
FINALITÀ GENERALE
Supportare la persona, accompagnandola nella fase di
inserimento lavorativo.
In questa area di intervento si possono distinguere
l’inserimento lavorativo esterno in azienda (con borse
lavoro o contratti di assunzione nelle sezioni di
inserimento) e quello interno nei laboratori di
produzione e lavoro (gestiti da cooperative sociali con
commesse da imprese profit o con servizi a per
l’Amministrazione penitenziaria e per Enti esterni).
SISTEMI: COORDINAMENTO E CONCERTAZIONE DI
SERVIZI INTEGRATI
 Gruppo di coordinamento interistituzionale: nel
rispetto delle reciproche competenze, di condivisione
di risorse/opportunità.
 Equipe transdisciplinare: a garanzia dell’“unitarietà”
degli interventi attraverso la loro gestione integrata.
L’equipe operativa è costituita da operatori provenienti
dai diversi ambiti disciplinari individuati in funzione
della costruzione dei percorsi e della gestione degli
stessi.
SISTEMI: COORDINAMENTO E CONCERTAZIONE DI
SERVIZI INTEGRATI
GRUPPO DI COORDINAMENTO INTERISTITUZIONALE (possibile
composizione):








Dirigente Assessorato regionale Formazione e Lavoro
Dirigente Assessorato regionale Politiche sociali
Dirigente/responsabile Centro per I’Impiego (CPI)
PRAP (Direzione Area Trattamentale Interna, Direzione Ufficio
Esecuzione Penale Esterna - UEPE)
Garante regionale dei diritti delle persone private della libertà
personale
Direzione/Responsabili Divisione Lavoro (Provincia e Comune)
Direzione/Responsabile Divisone Adulti in difficoltà (Provincia e
Comune)
Coordinamento Gruppi/Comitati di azione locale (Es. GOL progetto
CaRTeSIO o Comitati Locali Area Esecuzione Penale Adulti del
progetto PEGASO).
SISTEMI: COORDINAMENTO E CONCERTAZIONE DI
SERVIZI INTEGRATI
EQUIPE TRANSDISCIPLINARE (possibile composizione):
 CPI territorialmente competente
 Direzione Trattamentale Interna
 U.E.P.E./SP.IN. (sportello informativo)
 Servizi sociali Comune
 Servizi sanitari (in particolare con gli operatori dei SER.T.)
 Soggetti attuatori (Agenzie di formazione, orientamento e inserimento
lavorativo, Cooperative Sociali, Imprese, Associazioni di volontariato
e promozione sociale, sportive, culturali …..).
SISTEMI: COORDINAMENTO E CONCERTAZIONE DI
SERVIZI INTEGRATI
EQUIPE TRANSDISCIPLINARE: profili professionali
Responsabili del caso/coordinatori/case manager, operatori di sportello,
orientatori,
educatori
professionali,
assistenti
sociali,
psicologi/psicoterapeuti, mediatori socio culturali, agenti di accesso al
diritto, tutor dell’accompagnamento sociale, tutor dell’accompagnamento
lavorativo, tutor aziendale, tutor della formazione, operatori professionisti
nella ricerca imprese, fund raiser, tecnici artigiani, docenti, formatori,
responsabili della transizione al lavoro, promotori d’impresa, consulenti
di marketing.
Alcuni svolgono un ruolo costante, altri intervengono per le attività che
richiedono la loro specifica competenza professionale.
I PERCORSI DI INSERIMENTO SOCIO - LAVORATIVO:
LE CARATTERISTICHE DISTINTIVE
 Il lavoro
 Il lavoro di rete
 La continuità / sostenibilità delle
iniziative
I PERCORSI DI INSERIMENTO SOCIO - LAVORATIVO:
LE CARATTERISTICHE DISTINTIVE
IL LAVORO
Tutti i percorsi analizzati hanno al centro il lavoro come alternativa
concreta al reato, sia durante la fase della detenzione quale elemento di
rieducazione, sia nella fase post-detentiva al fine di escludere il ricorso
al crimine quale unico mezzo di sussistenza.
Le forme che tale itinerario verso il lavoro può assumere sono
molteplici (analisi casi): non è opportuno parlare di un modello di
intervento italiano ma di possibili percorsi di reinserimento sociolavorativo.
Per inserimenti lavorativi di qualità la presa in carico del detenuto deve
essere assunta molto tempo prima dell'inserimento lavorativo, quando
il detenuto è ancora in carcere. Con lui si sviluppa un itinerario
progressivo (orientamento, formazione e qualificazione professionale,
inserimento nei laboratori intramurari) per passare alla borsa-lavoro in
azienda o nell’inserimento in una cooperativa sociale di transizione e
concludersi con la sottoscrizione di un contratto di lavoro stabile o con
l’avvio di impresa in forma individuale o collettiva.
I PERCORSI DI INSERIMENTO SOCIO - LAVORATIVO:
LE CARATTERISTICHE DISTINTIVE
IL LAVORO DI RETE
Consolidamento ed animazione delle reti territoriali di sostegno
attivate per:
• aggregare tutti gli attori coinvolti (multiattoriali)
• proporre strumenti di partecipazione e condivisione delle
strategie e delle modalità operative
• estendersi e coinvolgere, di volta in volta, tutte le
agenzie/servizi pubblici e del privato sociale che possono farsi
carico delle difficoltà vissute dalla persona e dalla sua famiglia
(formali ed informali).
Le reti devono essere nel contempo stabili (quelle
interistituzionali) ma anche mobili e temporanee perché centrate
sul soggetto preso in carico.
I PERCORSI DI INSERIMENTO SOCIO - LAVORATIVO:
LE CARATTERISTICHE DISTINTIVE
SOSTENIBILITA’ DELLE INIZIATIVE
• Sensibilizzazione del mondo imprenditoriale per l’assunzione
di soggetti usciti dall’esperienza del carcere e/o la messa a
disposizione di reti di commercializzazione dei prodotti.
• Coinvolgimento attivo dell’economia sociale e sua alleanza
con
il
sistema
imprenditoriale
del
territorio
per
l’esternalizzazione e l’affidamento di attività produttive da parte
dell’imprese profit.
• Elaborazione e presentazione progetti ad Enti pubblici, ad
associazioni, a privati (Fondazioni bancarie), ecc.
• Richiesta di donazioni ed elargizioni liberali.
• Fund raising.
I PERCORSI DI INSERIMENTO SOCIO - LAVORATIVO:
UNA VISIONE D’INSIEME
Visualizzazione schema a parte
I PERCORSI DI INSERIMENTO SOCIO - LAVORATIVO:
NODI CRITICI
FUORI
1. La non continuità e stabilità delle risorse e delle politiche di
intervento, spesso impediscono concreti percorsi di “presa
in carico” già al momento dell’esecuzione penale, che
coinvolgano le istituzioni, i loro servizi, le agenzie del lavoro
e del privato sociale.
2. Le procedure e le normative non facilitano ed incentivano i
rapporti produttivi tra profit e non profit, tra attività produttive
dentro gli istituti penitenziari e imprese fuori, in modo che
ognuno (profit e non profit) possa avere interesse ad
investire nel sociale ed in carcere, gra-vando il meno
possibile sulla spesa pubblica.
3. L’informazione ed i mass media alimentano spesso paura e
pregiudizi anziché favorire la percezione che la prevenzione
ed il contenimento della recidiva costituiscono un beneficio
in termini economici e di sicurezza per tutta la società.
I PERCORSI DI INSERIMENTO SOCIO - LAVORATIVO:
NODI CRITICI
DENTRO
1. Gli assistenti sociali dell’U.E.P.E, e gli educatori del carcere
non sono in numero in sufficiente per il vasto lavoro di
ricerca di inserimenti lavorativi, di tutoraggio costante del
percorso per tutti i soggetti in articolo 21, in semilibertà o
detenuti a fine pena. Sono Percorsi individualizzati, non si
possono trattare i grandi numeri.
2. Gli aspetti burocratici di applicazione delle norme
dell'Ordinamento giudiziario, della normativa vigente sul
lavoro penitenziario e, più in generale, di lentezza della
Giustizia che spesso costituiscono un freno ai percorsi di
reinserimento lavorativo.
3. Carattere selettivo dell’intervento istituzionale che coinvolge
un numero ristrettissimo di detenuti che per affidabilità,
disponibilità e caratteristiche di compatibilità culturale,
possono accedere sia ai benefici di legge che alle diverse
realtà del Terzo settore. Le istituzioni non riescono ad
allargare gli interventi alle aree detentive più problematiche,
le più emarginate.
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Mastrangelo_Scenario meeting