L’ECO DI BERGAMO
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SABATO 12 APRILE 2014
Provincia
Centinaia a Bottanuco
per i funerali dei Magrì
Centinaia di persone hanno partecipato ieri a
Cerro di Bottanuco ai funerali dei coniugi Magrì.
Lo strazio dei figli della coppia
A pagina 38
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Pizzo ed ex Ols
bombe ecologiche
a Costa Volpino
Le bombe ecologiche di Costa Volpino
2 Ex Ols - Officine laminatoi S
metri quadrati
e dimensioni
ell’area su cui sorge l’ex Ols
carti di lavorazione
el ferro
e scorie abbandonate
0 milioni
preventivo di spesa
er la rimozione delle scorie
Anni ’90
Nelle due aree stoccate abusivamente per anni
le scorie delle acciaierie: «La Regione ci aiuti»
Costa Volpino
GIUSEPPE ARRIGHETTI
Se ne discuterà a metà aprile, ma
l’intenzione della Provincia di
Bergamo è chiedere alla Regione, e al suo assessore all’Ambiente, la bergamasca Claudia Terzi,
di inserire la discarica di Pizzo
e l’area della ex Ols (Officine Laminatoi Sebino) fra i siti da bonificare in via prioritaria e urgente.
Questo almeno è quanto è stato riferito (verbalmente) dalla
Giunta di via Tasso a Paolo
D’Amico, il consigliere di minoranza di Sinistra per Bergamo
che, in vista dell’ultimo Consiglio provinciale aveva presentato un ordine del giorno per chiedere alla Regione Lombardia di
«pianificare urgentemente, in
sinergia con i Comuni di Costa
Volpino e Pisogne e le Province
di Bergamo e Brescia, la bonifica
dei siti contaminati». «Non c’è
stato tempo di discuterne durante l’ultimo Consiglio – spiega
ora D’Amico – ma dall’assessore
all’Ambiente provinciale Enrico
Piccinelli mi sono state date precise rassicurazioni: l’ordine del
giorno verrà votato la prossima
volta e c’è la disponibilità della
maggioranza a mandarlo in Regione per sollecitare l’intervento
del Pirellone».
Due le «bombe ecologiche»
sotto la lente: su un’area di 12
mila metri quadrati, accanto al
porticciolo della località Pizzo un manipolo di case stese tra
Costa Volpino e Pisogne -, alla
fine degli Anni ’70 l’ex Acciaieria
di Pisogne abbandonò circa 54
mila metri cubi di scorie contaminate.
Le tracce evidenti
La terra che negli anni vi si è
accumulata sopra non basta nascondere le tracce evidenti di
metalli pesanti: i laboratori finora consultati hanno confermato
la presenza di piombo, zinco, nichel, cromo e arsenico. Secondo
il censimento ufficiale effettuato
dalla Regione Lombardia (disponibile sul sito internet
www.reti.regione.lombardia.it) l’iter per la sua bonifica è
ancora di là da venire, in quanto
è ancora in corso il piano di caratterizzazione. «Eppure un piano di caratterizzazione era già
Le discariche abusive
Inquinamento
da scorie di ferro
In entrambi i casi, le due «bombe
ecologiche» di Costa Volpino sono
state «innescate» dall’abbandono
abusivo di scorie della lavorazione
del ferro. Nel caso della discarica
abusiva di Pizzo, praticamente in
riva al lago tra l’Oglio e il canale
industriale, dall’ex Acciaieria di Pisogne, nel secondo, dalla ex OlsOfficine laminatoi Sebino. E in entrambi i casi si tratta di due acciaierie che hanno chiuso i battenti da
anni. Senza ovviamente pensare di
mettere mano alla corposa scia di
scorie contaminate.
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stato effettuato
tra il 1998 e il
1999 – ricordano i volontari di Legambiente Alto Sebino, l’associazione
che qualche anno fa ha fatto riaccendere i riflettori su questa discarica – e nel 2001 si riunì
anche una conferenza dei servizi
per decidere come rimuovere il
materiale depositato, ma nel
2002 l’iter si fermò di colpo».
Eppure, i dati su cui si basano
le ripetute denunce di Legambiente parlano chiaro: il 25 febbraio del 2008, l’Arpa (l’Agenzia
regionale per l’ambiente) eseguì
una ulteriore indagine sulla contaminazione del sito, riscontrando che le scorie analizzate avevano le caratteristiche per essere
classificate tra i rifiuti pericolosi
(con contenuto di piombo compreso fra 1,2 e 2,6% del campione
analizzato) e che devono quindi
essere smaltiti in discarica; uno
dei due campioni di terreni campionati era contaminato da zinco, piombo e arsenico in concentrazione superiore a quelle compatibili con la destinazione a
prato; era in atto anche la cessione di sostanze basiche contaminanti (nitriti, rame, cromo e nichel) dai rifiuti alle acque del
torrente Ogliolo, che lambisce la
discarica e ne trasporta i veleni
fino al lago. Nel frattempo, tra il
primo piano di caratterizzazione
del 1998 e oggi, è cambiata la
proprietà: l’attuale, il gruppo
scalvino Bettoni di Azzone, si è
Ols viene messa in liquidazione
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a
1 Discarica di Pizzo dell’ex Acciaieria
di Pisogne
12.000 metri quadrati
Le dimensioni
dell’area contaminata
54.000 metri cubi
La quantità di scorie abbandonate
piombo, zinco, nichel,
cromo, arsenico
Le scorie abbandonate
2 milioni
il preventivo di spesa per la rimozione delle scorie,
escluso lo smaltimento in discarica
Appello perché siano
inserite tra le
priorità degli
interventi di bonifica
ritrovato tra capo e collo questa
spada di Damocle che, secondo
le previsioni più ottimistiche,
prevede una spesa di oltre due
milioni di euro solo per la rimozione delle scorie a cui aggiungere i costi dello smaltimento in
discarica.
«Noi siamo disponibili a fare la
nostra parte – fanno sapere da
Azzone – ma da soli non possiamo farci carico del costo di tutto
l’intervento di bonifica».
L’altra «bomba ecologica» è
quella sepolta nell’area delle ex
Officine Laminatoi Sebino spa:
135 mila metri quadrati a ridosso
della linea ferroviaria tra Costa
Volpino e Pisogne. Fino agli Anni
’90 vennero accumulate nei
piazzali e nel sottosuolo grandi
quantità di scorie ferrose e di
altri scarti dei cicli di produzione. Qui la situazione è ancora più
complicata perché non c’è, a oggi, un soggetto privato a cui gli
enti pubblici possano fare riferimento. L’azienda venne messa in
liquidazione negli Anni ’90 e le
proprietà che si sono succedute
non hanno mai voluto affrontare
il problema, mentre quella at-
La discarica abusiva di Pizzo
milioni di euro previsti per la
Bergamasca dal Pirellone non
risolveranno certo tutte le criticità, ma possono essere un
volano per avviare le bonifiche
più onerose. «Si calcola che per
la ex Ols e per l’area di Pizzo ci
vogliano almeno cinque o sei
milioni di euro – spiega Bonomelli –, soldi che la nostra amministrazione comunale non
ha certo a disposizione, ma
neppure i privati attuali proprietari delle aree».
Per quanto riguarda in particolare Pizzo, con i veleni come arsenico, piombo e zinco
trascinati nel lago dal vicino
torrente Ogliolo «l’ultima conferenza dei servizi si è riunita
circa un anno fa – ricostruisce
il primo cittadino del Comune
«Spesa da condividere»
Nella discarica
abusiva, depositati
materiali
contaminati
«Qui siamo pronti
a far la nostra parte
Ma non tutto da soli»
COSTA VOLPINO
Cambiano le amministrazioni, ma il problema delle
discariche abusive di Costa
Volpino rimane.
L’area in località Pizzo - dove
sono state accumulate le scorie
contaminate dell’ex Acciaieria
di Pisogne -, e la ex Ols (Officine Laminatoi Sebino) sono due
Oglio
bombe ecologiche che il tempo
ha fatto dimenticare, ma che
certo non ha risolto.
Per questo l’attuale sindaco
Mauro Bonomelli e la sua maggioranza guardano con attenzione al meccanismo che si è
messo in moto tra Provincia e
Regione per la messa in sicurezza dei siti contaminati: i 14
1
L’ECO DI BERGAMO
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SABATO 12 APRILE 2014
Lo stadio di Martinengo
dedicato a Bepi Casari
Dopo l’auto incendiata
«Difendiamo la legalità»
Martinengo ricorda lo storico portiere dell’Atalanta, Bepi Casari, nato in paese e morto l’anno
scorso: gli intitolerà lo stadio comunale
A pagina 42
Dopo l’incendio dell’auto della maestra delle
elementari, a Cavernago l’amministrazione avvia un percorso di legalità. Oggi un corteo
A pagina 47
2
Un sito per stoccare l’amianto ?
La crociata di Cortenuova & Co
Anche i Comuni confinanti con il comitato per fermare l’iter
No al progetto di Tecnoservizi. Cividate: «Bloccheremo la strada»
Oglietto
serata precedente alla conferenza di servizi per la Via, ha
GLORIA BELOTTI
ricapitolato le criticità del proAll’ultima conferenza dei servizi getto e gli aspetti salienti emersi
di Via (valutazione d’impatto durante la conferenza dei serviambientale) sul progetto di am- zi di fine febbraio, che agli atti
pliamento del sito di stoccaggio aveva anche le osservazioni del
di rifiuti pericolosi della società comitato, insieme alle mozioni
Tecnoservizi, in località Casette contrarie dei Comuni di Cortea Cortenuova, il Comune di Ci- nuova, Calcio, Cividate al Piano,
vidate al Piano ha assunto una Covo, Romano di Lombardia e
ferma posizione sulla necessità Martinengo.
di disporre di un monitoraggio
«Confidiamo in un no alla
dell’aria all’esterno del futuro Via, che la Provincia e gli enti
impianto che, su ripreposti si esprimano
chiesta della Tecnonegativamente sul
servizi e se la Via sarà
«Occorre progetto – ha dichiafavorevole, dovrebbe
Vincenzo Rubimonitorare rato
portare nel giro di un
ni, presidente del comese circa all’Aia,
l’aria mitato “No amianto”
l’autorizzazione inte–. Se così non fosse,
all’esterno
grata ambientale che
l’azienda otterrebbe
del futuro l’autorizzazione intein pratica dà il permesso all’azienda di
ambientale e
impianto» grata
ampliarsi per ospitapotrebbe dunque dare un’area di stoccagre il via allo stoccaggio dell’amianto.
gio dell’amianto, noAlla conferenza
nostante la Bassa bererano presenti i rapL’azienda gamasca vanti un’alta
presentanti del locale
tumorale e
è in attesa mortalità
comitato «No amiananche se Uniacque ha
to», il Comune di Cordella evidenziato un’elevatenuova con il sindapermeabilità dei
valutazione ta
co Gianmario Gatta, i
nostri terreni».
d’impatto Il sindaco di CorteComuni di Calcio con
il sindaco Pietro
nuova ha ripreso
ambientale
Quartini e di Cividate
quanto dichiarato alal Piano con il sindaco
la conferenza del 24
Luciano Vescovi, il consigliere febbraio: «La nostra amminiprovinciale Romualdo Natali, i strazione, se passasse la Via, imtecnici di Via Tasso, Arpa e Asl. porrà alla società controlli e monitoraggi esterni non preanGià 2.000 firme
nunciati», ma il comitato speraIl comitato, con le 2.000 firme va che a quest’ultima conferendei cittadini contro il progetto za il Comune si presentasse, oldi ampliamento della Tecnoser- tre che con il «no» politico, anvizi per poter stoccare rifiuti di che con un documento redatto
amianto, ha sostenuto insieme dai tecnici comunali che atteai Comuni il «no» al progetto, già stasse la contrarietà all’ampliaribadito durante l’assemblea mento: «Siamo grati al sindaco
pubblica di fine marzo a Corte- per il “no” politico e per aver
nuova. Il comitato, durante la sostenuto davanti agli enti le
2.000 firme dei cittadini contro
il progetto – ha evidenziato Rubini –; però manca l’anello di
congiunzione tra Comune e
l’operato del comitato, che sarebbe sancito da una dichiarazione tecnica».
«Il nostro consulente ambientale fornirà lo scritto, ma
penso che un’amministrazione
comunale risulti più forte manifestando contrarietà politica,
perché sul fronte tecnico hanno
più valore le posizioni di Asl e
Arpa» ha commentato dopo
quest’ultima conferenza il sindaco Gatta.
Cortenuova
tuale è un gruppo composto da
tre società, tutte in fallimento. E
i calcoli di spesa per la bonifica
ammontano a circa 10 milioni di
euro. «Ecco perché – spiega
D’Amico – la Provincia di Bergamo e il Comune di Costa Volpino
non devono perdere il treno dei
14 milioni di euro stanziati dalla
Regione per la bonifica dei siti
inquinati bergamaschi: se riusciamo a muoverci unitariamente, possiamo finalmente racimolare le risorse necessarie per bonificare i due siti inquinati dell’Alto Sebino». 1
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’Asl: nessun problema
Un cartellone contro il sito di stoccaggio dell’amianto a Cortenuova
Le tappe
L’opposizione
tra mozioni
e assemblee
L’opposizione all’ampliamento del
sito di Tecnoservizi in località Casette era emerso fortemente già in
un’assemblea pubblica di un anno
fa, organizzata dal comitato «No
amianto»: un centinaio di persone,
nella sala civica di Cortenuova avevano espresso le loro preoccupazioni, rientrando il paese nella zona
segnalata dall’Asl ad alto livello tumorale. Alta affluenza anche alla
camminata del 16 giugno scorso,
volta a sensibilizzare al «no» Regione, Provincia e Comune. A fine luglio
in Consiglio comunale erano state
approvate le mozioni di minoranza,
sulle criticità del progetto di Tecnoservizi, e maggioranza, che responsabilizzava Stato, Regione e Provincia per una risoluzione del problema amianto. A questo primo successo del comitato, sono seguiti altri
momenti di confronto con l’amministrazione, che ha in seguito deliberato di dichiararsi politicamente
contrario al progetto. Nel frattempo
in Consiglio a Cividate, Calcio, Covo,
Martinengo e Romano sono state
presentate mozioni avverse al progetto.
Intanto, l’Arpa si è riservata
qualche giorno per svolgere indagini sugli odori, mentre l’Asl
non ha riscontrato particolarmente problematica la proposta
della società: ciò preannuncia
un punto forte a favore del progetto di Tecnoservizi, «ma sarà
la Provincia alla fine che dovrà
tirare le somme dei vari pareri
e pronunciarsi se dare o no parere favorevole alla valutazione
d’impatto ambientale. Poi sarà
la Regione a decidere per l’autorizzazione integrata ambientale
– ha rimarcato il sindaco di Cividate Luciano Vescovi –. Per
quanto riguarda Cividate, così
come per Calcio e gli altri Comuni, è “no” al progetto di ampliamento e stoccaggio dell’amianto. Io ho sollevato due altre questioni: innanzitutto ci dovrà essere un monitoraggio dell’aria
esterna all’impianto, perché chi
ci assicura che il materiale in
transito sarà sempre imballato
idoneamente? Poi, dato l’alto
numero di mezzi e camion in
movimento da e per l’impianto,
la questione viabilità si fa stringente: una delle strade d’accesso
ricade nel territorio di Cividate,
quindi quella via sterrata dovrà
essere messa in sicurezza, ossia
sistemata, dalla Tecnoservizi,
altrimenti porrò il divieto di
transito ai mezzi».
Come rimarcato dal sindaco
Vescovi, riecheggiato dal consigliere provinciale Natali, a questo punto desta preoccupazione
l’esterno dell’impianto, più che
l’interno. «Il dialogo con la Tecnoservizi sulla questione viabilistica è aperto – ha concluso
Vescovi –, vedremo come si
evolverà la vicenda». 1
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Legambiente
più popoloso dell’Alto Sebino
– e tutti gli enti avevano concordato di dare alla proprietà,
il gruppo Bettoni di Azzone, il
tempo necessario per formulare una proposta di bonifica del
sito, tenendo conto della loro
disponibilità a intervenire,
chiaramente evidenziata, ma
anche delle difficoltà economiche per le aziende provocate da
questi anni di crisi».
Il nuovo piano di caratterizzazione, dopo quelli di fine Anni ’90, è ormai pronto: «Manca
solo una piccola porzione di
terreno – sottolinea il sindaco
Bonomelli –, ma quel che manca sono purtroppo soprattutto
le risorse economiche. Ripulire
un’area che qualcuno quarant’anni fa ha usato come discari-
ca abusiva non è certamente
facile. Soprattutto perché le
risorse economiche ingenti
che questo intervento richiede».
L’area di Pizzo presenta anche un’anomalia urbanistica: la
fascia spondale stretta fra
l’area recintata e il lago era
classificata dal vecchio Piano
regolatore generale come
un’area di trasformazione a
verde pubblico, «una destinazione certamente inconciliabile con l’attività estrattiva presente alla foce dell’Oglio a Pizzo e con l’area contaminata.
Andremo presto in variante del
Piano di governo del territorio
– conclude Bonomelli - e saneremo anche questo aspetto». 1
G. Ar.
«Se ne parla
da anni
Senza esito»
«La discarica abusiva di Pizzo, con
i suoi veleni che finiscono nel lago
d’Iseo, è la principale emergenza
ambientale di tutto il lago» dice Massimo Rota, presidente di Legambiente Alto Sebino, stanco però di rimbalzare contro il muro di gomma della
burocrazia e dei costi. «Per bonificare i 12 mila metri quadrati inquinati
servirebbe un coinvolgimento vero,
forte, di tutto il territorio ma a essere
sincero noi come circolo siamo stati
lasciati soli in questa battaglia. Nes-
sun amministratore dal 2009 ad oggi
si è mai fatto vivo». L’interessamento del consigliere provinciale Paolo
D’Amico è recente, così come i contatti con il sindaco di Costa Volpino,
Mauro Bonomelli: «Abbiamo colto
una rinnovata disponibilità ad affrontare la questione – aggiunge Rota –, ma come sempre è difficile stabilire una tempistica precisa: rimane
il fatto che quelle scorie di acciaierie,
quando il livello del lago o del torrente Ogliolo si alza, vengono dilavate
e portate nel Sebino». Servirebbe
una mobilitazione generale, qualche
gesto eclatante o clamoroso «perché
Pizzo è finito in un vicolo e non se ne
esce più: già all’inizio degli Anni ’80,
subito dopo l’accumulo dei materiali, ci furono i primi verbali. Ma da
allora cosa è cambiato? Nulla».
CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA ORDINARIA
I signori soci sono convocati in assemblea presso il Club Ricreativo di Pignolo
Onlus, Via Santa Elisabetta 11, 24121 Bergamo, per il giorno 29 aprile 2014
alle ore 7.00 in prima convocazione ed occorrendo, in seconda convocazione per
il giorno 30 aprile 2014 alle ore 17.00, stesso luogo, per discutere e deliberare
sul seguente
ORDINE DEL GIORNO
1. approvazione del bilancio al 31 dicembre 2013; con relazione degli amministratori e
dell’Organo di consulenza tecnico amministrativa;
2. passaggio di un componente effettivo tra i componenti supplenti e nomina di un nuovo
membro effettivo dell’Organo di consulenza tecnico-amministrativa.
Il presidente
f.to dott. Paolo Riva
Bergamo, 14 marzo 2014
Presso la sede, Via Zambianchi n. 8 - Bergamo è depositato il bilancio al 31.12.2013.
Ogni socio potrà richiederne copia telefonando il lunedì ed il giovedì, dalle ore 15 alle ore
18, al numero 035.230.824 oppure inviando una e-mail a [email protected].
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Pizzo ed ex Ols bombe ecologiche a Costa Volpino