Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola I libri per ragazzi scritti dai ragazzi. Racconti che rendono i bambini e i giovani scrittori protagonisti di un’attività che coinvolge l’Italia e tanti altri Paesi europei ed extraeuropei in una fantastica avventura che grazie alla scrittura determina di volta in volta un filo che accomuna, unisce, coinvolge l’attorno … Bimed Edizioni Il racconto viene pubblicato all’interno della Collana annuale della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola, un format che guarda al racconto come a un “bene …” di fondamentale rilevanza per la formazione delle nuove generazioni in grado di determinare relazioni, contaminazioni, confronto, interazione, crescita comune e tanto altro ancora … MY NAME IS TINA! Partendo dall’incipit di Annachiara Monaco e con il coordinamento dei propri docenti, hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole e delle classi appresso indicate: Istituto Comprensivo “C. Puglisi” plesso “Carlo Addario” Acate (RG) – classe V A Istituto Comprensivo “D. Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe V C Istituto Comprensivo “D. Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe V G Istituto Comprensivo “D. Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe V F Scuola Sec. I grado “Dante Alighieri” - gruppo misto classi I H - II D Istituto Comprensivo Borgaro Torinese (TO) – classe V B Istituto Comprensivo Scuola primaria “G. Rodari” di Cesa (CE) - classe IV F Primo Circolo Didattico di Comiso (RG) - classe V C Istituto Comprensivo “Parente” Aversa (CE) - classe V Istituto Comprensivo “Santa Croce” Sapri (SA) - classe V Editing a cura di: Francesca Pagano Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero Direzione e progetto scientifico Andrea Iovino Responsabile di redazione e per le procedure Alberto Fienga Coordinamento organizzativo e didattico Ermelinda Garofano Responsabile per l’impianto editoriale Francesca Pagano Revisione editoriale Francesco Rossi, Shasa Buonino, Ilaria Mascolo, Maria Cristina Folino Gestione esecutiva del Format Angelo Di Maso, Adele Spagnuolo Grafica di Copertina : Bimed Station Impaginazione Tullio Rinaldi Piattaforma escriba UNISA, Dipartimento di Informatica – Progetto Prof. Vittorio Scarano, realizzazione Dott. Raffaele Spinelli Gennaro Coppola, webmaster BIMED Pubbliche Relazioni Nicoletta Antoniello Amministrazione Rosanna Crupi, Annarita Cuozzo I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione commerciale RINGRAZIAMENTI I racconti pubblicati nella Collana della Staffetta di Scrittura Bimed/ Exposcuola 2014/15 si realizzano anche grazie al contributo erogato in favore della Staffetta dai Comuni che finanziano l’azione intesa come esercizio di rilevante qualità per la formazione delle nuove generazioni. Tra gli Enti che contribuiscono alla pubblicazione della Collana Staffetta 2015 citiamo: Ambasciata d’Italia in Libano, Ascea, Atripalda, Bellosguardo, Borgaro Torinese, Castelletto Monferrato, Favignana, Ivrea, Moncalieri, Montemiletto, Osasco, Piaggine, Pinerolo, Saint-Vincent, Santena, Siano. La Staffetta di Scrittura riceve un rilevante contributo per l’organizzazione degli Eventi di presentazione dei Racconti 2015 dai Comuni di: Bellosguardo, Moncalieri, Pinerolo, Procida, Salerno, e dal Parco Nazionale del Gargano/Riserva Naturale Marina Isole Tremiti. Si coglie l’occasione per ringraziare i tantissimi uomini e donne che hanno operato per il buon esito della Staffetta 2015 e che nella scuola, nelle istituzioni e nel mondo delle associazioni promuovono l’interazione con i format che Bimed annualmente pone in essere in favore delle nuove generazioni. Ringraziamenti e tanta gratitudine per gli scrittori che annualmente redigono il proprio incipit per la Staffetta e lo donano a questa straordinaria azione qualificando lo start up dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare alle Direzioni Regionali Scolastiche e agli Uffici Scolastici Provinciali che si sono prodigati in favore dell’iniziativa e a Legambiente per l’autorevole apporto tecnico reso alla Staffetta. Vivi ringraziamenti ad ALPEGA Fattoria Didattica che ci ha permesso di collegare la scrittura al mondo della natura e all’educazione verso il nostro Attorno. Infine, ringraziamenti ossequiosi vanno a S. E. l’On. Giorgio Napolitano che ha insignito la Staffetta 2014 con uno dei premi più ambiti per le istituzioni che operano in ambito alla cultura e al fare cultura, la Medaglia di Rappresentanza della Repubblica Italiana giusto dispositivo SGPR25/09/20140090057P del PROT SCA/GN/1047-2 By Bimed Edizioni Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo (Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura) Via della Quercia, 64 – 84080 Capezzano (SA), ITALY Tel. 089/2964302-3 fax 089/2751719 e-mail: [email protected] La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2015 viene stampata in parte su carta riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il rispetto della tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi intende contribuire alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi sono risorse ineludibili per il futuro di ognuno di noi… Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di recupero e riciclo di materiali di scarto. La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola 2014/2015 Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all’estero. Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo) senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra tra i prodotti formativi di Bimed destinati unicamente alle scuole partecipanti l’annuale Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola. La Staffetta 2014/15 riceve: l’adesione del Presidente della Repubblica e sua Medaglia di rappresentanza Patrocini: Senato della Repubblica, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Giustizia, Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. PRESENTAZIONE Con la Staffetta quest’anno tanti studenti hanno lavorato sul tema della volontà. È un tema complesso che, però, ci ha permesso di interloquire con i ragazzi sulle grandi questioni del nostro tempo. Lo abbiamo fatto con i bambini della primaria e dell’infanzia e lo abbiamo fatto con i ragazzi delle medie e i giovani delle superiori. È stato un viaggio bellissimo, per certi versi divertente, per altri, impegnativo… Ma ciò che maggiormente colpisce è che la comunità della scuola italiana nel suo insieme, ancora una volta, ha dato prova di straordinaria tenuta. Una tenuta di qualità che accomuna la nostra scuola dalla primaria alla secondaria superiore. Provare a organizzare un esercizio attorno alla volontà significa costringere le nuove generazioni a indicare il proprio volere, la propria visione, quello che “immagini …” ci sia davanti a te e quanto questa immaginazione accomuni l’individuo al proprio contesto. Alla fine della giostra troviamo dei racconti strepitosi, ricchi di fantasia, articolati in una dimensione letteraria molto variegata ma che nel suo insieme dimostra il valore del nostro corpo docente che in ogni livello d’istruzione è assolutamente capace di governare la narrazione e tutti i valori formativi che sono insiti nel progetto e nella costruzione di un racconto. Un racconto, ricordiamolo, che è il frutto di un confronto e di una scrittura di gruppo cioè, è frutto di un esercizio in cui una squadra, o una classe se preferite, unita attorno a un obiettivo riesce a dimensionare, con le parole, LA STORIA. Trasferite tutto questo nel sistema Paese e avrete un modello, il modello da seguire per qualificare il nostro tempo e i nostri spazi. Grazie alle maestre e ai maestri, in generale, ai docenti che si sono sobbarcati le difficoltà che sono insite nella Staffetta di scrittura, grazie ai dirigenti scolastici e agli scrittori, senza la loro “volontà” e la loro disponibilità non avremmo lo start up della Staffetta che si giova della generosità che è nelle parole di chi si dedica per professione alla scrittura e di chi de/tiene la responsabilità della nostra irrinunciabile scuola. Grazie agli sponsor, grazie agli amministratori comunali che investono sulla Staffetta e l’educational, grazie alla filiera dei tecnici e grazie a quanti lontani dai riflettori giorno dopo giorno si dedicano a questa straordinaria avventura di comunità. Un grazie particolare, all’On. Giorgio Napolitano che, ancora una volta, ha voluto premiare la Staffetta con la Medaglia di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana, un encomio che ci gratifica e ci ripaga del lavoro che consente a ognuno di noi, oltretutto, di sentire l’orgoglio del cammino che ci tiene insieme e tiene insieme il passato, il presente e il futuro del mondo di cui siamo parte. Andrea Iovino L’imprescindibile per l’innovazione è nella scrittura È il terzo anno che in partnership con Bimed promuoviamo sul territorio nazionale la Staffetta di Scrittura Creativa e di Legalità che, oramai, ha valicato i confini nazionali coinvolgendo gli studenti di Paesi che vanno dall’America Latina al Medio Oriente e all’Europa. Per noi che abbiamo come mission quella di affermare i valori aggiunti della cultura digitale resta, quest’azione, un’opportunità imperdibile per la disseminazione di ciò che grazie all’innovazione cambierà in meglio la vita del contesto planetario. Grazie alla Staffetta le nuove tecnologie si vanno affermando sempre di più nella scuola italiana e anche nella didattica si determinano cambiamenti dei metodi di apprendimento e di insegnamento. L’interazione tra cultura digitale e Staffetta consente, inoltre, di incidere positivamente sullo sviluppo del pensiero critico e delle competenze digitali che, insieme all’alfabetizzazione, danno modo ai giovani di comprendere appieno i linguaggi e le determinanti positive dell’innovazione tecnologica. L’idea di organizzare attorno alla Staffetta la strategia di ingresso organico dell’informatica nella scuola è, tra l’altro, una modalità di relazione unica tra il contesto degli adulti e gli studenti che sono, oggi, nativi digitali di seconda generazione, dunque, entità che hanno dentro se stessi gli strumenti per poter governare la relazione con gli “oggetti…” che sono parte integrante dell’innovazione che utilizziamo giornalmente. Certipass è sempre più impegnata in favore della diffusione della cultura digitale e continua a operare in linea con le Raccomandazioni Comunitarie che indicano nell’innovazione e nell’acquisizione delle competenze digitali la possibilità evolutiva del contesto sociale contemporaneo. Poter raccontare a una comunità così vasta, com’è quella di Bimed, delle grandi opportunità che derivano dalla cultura digitale e dalla capacità di gestire in sicurezza la relazione con i contesti informatici, è di per sé una occasione imperdibile. Ci è apparso doveroso partecipare anche quest’anno con slancio alla Staffetta Bimed proprio perché siamo certi che attraverso la scrittura potremo determinare una cultura in grado di collegare la creatività e i saperi tradizionali alle moderne tecnologie e a un’idea di digitale in grado di affermare il valore del confronto, della contaminazione, dell’incontro e della sussidiarietà. I docenti chiamati a utilizzare una piattaforma telematica insieme ai giovani che scrivono, loro, una parte del racconto; la possibilità, poi, di vivere e condividere grazie al web con tanti altri studenti la storia che evolve grazie al contributo della scuola è una dimensione unica e… felice. Il libro che avete tra le mani è la prova tangibile di un lavoro unico nel suo genere, dai tantissimi valori aggiunti che racchiude in sé lo slancio nel liberare futuro collegando la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra civiltà all’innovazione tecnologica e alla cultura digitale. Certipass è ben lieta di essere parte integrante di questo percorso, perché l’innovazione è cultura, prima che procedimento tecnologico. Il Presidente Domenico PONTRANDOLFO INCIPIT Annachiara Monaco È la mano che scrive, non la matita C’era una volta, non per forza tanto tempo fa, un punto, poi una linea e poi ancora un punto e una linea… Di colpo tutto era svanito, c’era soltanto un foglio bianco e di fianco una matita. «Che fatica!», esclamò Tina. Ebbene sì, anche le matite parlano, ma il problema di Tina era che lo faceva fin troppo, finendo sempre per sminuire tutte le sue altre compagne. Perché si comportava così? Probabilmente, era la sua gomma da cancellare che ricordava quasi una corona, posta sulla cima di un corpicino slanciato che vantava il portamento degno di una regina, a spingerla a darsi così tante arie. E invece no! Infatti, chi la conosceva sapeva bene che Tina era solita trascorrere le sue giornate, compiacendosi, tra una pagina e l’altra, per il tratto così deciso della sua punta. Avreste dovuto vederla! Nemmeno il guerriero più valoroso avrebbe mai potuto sguainare una spada più appuntita di quella punta. E si fermava lì, ogni volta, a contemplare quella distesa infinita di parole, quel contrasto tra il bianco del foglio e il nero vivo del suo tratto, il cui colore diventava sempre più intenso, senza affievolirsi mai. Ormai tutte le sue compagne avevano capito che se Tina si avvicinava a loro era soltanto per ricevere complimenti o lamentarsi dello sforzo immane che aveva fatto. Per questo era rimasta sola, insieme alla sua sciocca convinzione che fosse lei l’unico motore a dar vita a quello che veniva impresso sui fogli. Non aveva capito che, se non fosse stato per la volontà della mente e poi della mano, non avrebbe mai potuto né ammirare né addirittura immaginare ciò di cui la sua punta fosse capace. Sarebbe arrivato il giorno in cui Tina lo avrebbe capito? Capitolo primo Farfalle nello stomaco Era sera e Tina Mc Pencil aveva le farfalle nello stomaco, non riusciva a dormire e se ne stava lì sulla scrivania ad ammirare con orgoglio il suo capolavoro: Volan leggiadre tra i fiori bianche, variopinte o incolori; le ricorderai sempre, son le parole dei nostri cuori! Tina rilesse ancora una volta la poesia che aveva scritto quel pomeriggio mentre volava leggera sul candido foglio. «Oh, my God! Wonderful! Questa volta ho superato me stessa!» esclamò la vanitosa matita ad alta voce «Tuttavia a un certo punto ho sentito qualcosa di morbido e deciso che mi ha trascinato velocemente su quelle strane righe, chissà cosa è stato! Però, avrei potuto disegnare anche dei cuoricini! Oppure delle farfalle! Oppure…» Intanto dal morbido astuccio a righe spuntò il grosso testone di Dino, il matitone, che, sbadigliando assonnato, Capitolo primo 19 20 le sussurrò: «Tina ma cosa fai ancora sveglia? Non lo sai che domani è il grande giorno? Tutti i colori, le matite, le penne e gli abitanti dell’astuccio stanno riposando perché domani ci sarà molto lavoro da fare!» «What? Why? Lavoro? Grande giorno? Ma che succede?» «Come, non lo sai? Domani è il primo giorno di scuola! Andremo tutti a scuola a disegnare, scrivere e colorare. Ci divertiremo un mondo!» Tina, stanca e sempre più perplessa si mise finalmente a riposare. Era sera e anche Sarah aveva le farfalle nello stomaco, non riusciva a dormire perché emozionata per ciò che sarebbe accaduto l’indomani. Il primo giorno nella nuova scuola italiana la intimoriva ma nello stesso tempo la incuriosiva. «Chissà come mi accoglieranno i miei nuovi compagni! Piacerà la poesia che ho scritto per presentarmi?» A un tratto le venne in mente che aveva lasciato l’astuccio aperto e la sua favolosa Mc Pencil sulla scrivania. Sarah era molto affezionata alla Mc Pencil perché era una matita speciale. Le era stata regalata dalla sua migliore amica Alex il giorno in cui era partita dall’Inghilterra per Farfalle nello stomaco raggiungere l’Italia. Tina, questo il nome che le due bambine le avevano dato, era più lunga delle normali matite, di un brillante rosso scarlatto con una gommina bianca in cima che sembrava una corona, e quando scriveva scorreva morbida sulle pagine con il suo sottile piedino nero. «Tina, non posso fare a meno di te domani» le sussurrò Sarah, riponendola nell’astuccio «sarà come avere Alex ancora al mio fianco! Buonanotte amica mia e speriamo che sia tutto ok». Il giorno dopo, di buon mattino, Sarah si vestì con cura e legò i suoi lunghi capelli biondi con un bellissimo fermaglio a forma di farfalla. «Papà, io sono pronta» esclamò la bambina raggiante «come on, dad!» Ecco finalmente la scuola. Era un edificio moderno a due piani, con tante vetrate e un giardino che lo circondava interamente. Il papà la accompagnò per il corridoio fino alla sua nuova classe e lei rimase stupefatta leggendo la targhetta sulla porta: V A! Era proprio la stessa sezione che avrebbe Capitolo primo 21 22 dovuto frequentare in Inghilterra! «It’s wonderful!» esclamò Sarah a bocca aperta. Sulla soglia della classe Sarah osservò ammirata l’aula: era una stanza molto ampia e luminosa con molti banchi, due lavagne e una LIM; tantissimi disegni, fotografie e cartine geografiche decoravano le pareti dell’aula creando un ambiente allegro e accogliente. C’erano ragazzini in movimento sparsi per tutta la stanza e quattro maestre, tutti lì ad aspettarla. Non appena Sarah varcò la soglia della classe, i rumori si placarono e calò un grande silenzio. La bambina, nervosissima, rimase in piedi. Una delle maestre le si avvicinò, la prese per mano e la presentò ai compagni: «Bambini, attenzione! Oggi abbiamo una nuova compagna, si chiama Sarah e viene dall’Inghilterra». «Good morning, I am Sarah Holmes. Sono molto felice di essere qui con voi quest’anno» disse con un filo di voce. Subito un bambino le si avvicinò e le chiese: «Ciao Sarah, piacere, io sono Giulio. Vuoi essere la mia compagna di banco?» Farfalle nello stomaco «Ok, thanks!» Finite le presentazioni tutti andarono al loro posto in silenzio. La maestra Roberta, che insegnava italiano, diede il primo compito della giornata: Parla di un oggetto a te caro e disegnalo. Così Sarah colse l’occasione per far conoscere a tutti i suoi compagni la sua amica Alex e la matita che le aveva regalato. Tina, dopo una burrascosa mattinata al buio dentro la cartella, era felice di starsene sul banco e di poter fare bella mostra di sé. Adagiata sul foglio bianco sentiva il respiro ansioso delle altre matite e dei colori intorno a lei pronti a partire. Ma fu lei a iniziare, come sempre! Era sicura che non avrebbe fatto alcun errore, non voleva certo consumare la sua corona! Si sollevò lentamente e cominciò a scivolare sul foglio, provando una sensazione bellissima: «Sto componendo un testo sulla mia vita! E che meraviglioso autoritratto!» Compiaciuta esclamò: «Non sono forse la regina tra tutte? Su, colori, cercate di non rovinare il mio autoritratto! Rispettate i margini! Sempre nello stesso verso! No! Capitolo primo 23 Ci vuole un rosso scarlatto! Ok, very very good!» DRIIINNNNN! Suonò la campanella dell’intervallo, tutti consegnarono i loro testi all’insegnante e andarono in giardino per la merenda. Giulio chiese a Sarah di accompagnarlo per farle conoscere meglio i compagni. La bambina mise in ordine le matite e lo seguì. Tina, stanca e soddisfatta del lavoro svolto, ancora elettrizzata per il meraviglioso autoritratto, non si rese conto che una mano paffuta e unta l’aveva trascinata via chiudendola in un posto buio e maleodorante. «Che succede? Dove mi trovo? Help me, help meeeee!» urlò la disperata matita con tutte le sue forze «Heeeelp me, heeeelpmeee!» 24 Farfalle nello stomaco Capitolo secondo Where’s Tina Mc Pencil? Era una bella giornata di sole. Nel cielo di un colore azzurro stupendo alcune nuvole si muovevano a gruppi, gli uccelli si rincorrevano allegramente e il vento soffiava leggermente. Il giardino della scuola non era molto grande, ma in compenso era ricco di colori: il verde del prato e delle foglie, il rosso fuoco e il violetto dei fiori, il blu di alcune piccole panchine che i bambini utilizzavano per sedersi per fare la merenda. Facendo attenzione si poteva ascoltare il cinguettio dei passerotti e vedere piccoli gruppi di formiche che furtivamente approfittavano dei cestini dei bambini per rubare qualche piccola provvista. C’era chi giocava con la palla, chi spingeva con un bastone un cerchio, chi saltava dentro a delle caselle lanciando un piccolo sasso. Sarah e Giulio si sedettero su una piccola panca per mangiare la loro merenda. Giulio da grande voleva diventare un famoso detective, era un bambino molto coraggioso, alto e magro con Capitolo secondo 25 26 i capelli di colore dell’inchiostro, gli occhi verdi molto espressivi, il naso a patata, la bocca carnosa. Nel frattempo Tina continuava a chiedere aiuto: «Help me! Help me! What’s happening? Qualcuno mi aiutiiiiiiiiiii!» Urlò l’ultima parola sgomenta, attonita, ma nessuno sembrò darle ascolto perché era intrappolata nel portapastelli di Filiberto, un bambino con dei riccioli d’oro e un visino carino e paffutello. Lui era rimasto tutto solo nell’aula, non aveva seguito i compagni in giardino per sorvegliare il suo portapastelli, sussurrando: «Qualcuno mi avrà visto nascondere la matita? Se è così subito lo riferirà alla maestra e lei mi metterà in punizione». Filiberto era invidioso di Sarah, pensava che il suo ordine dipendesse dalla matita: era solo il primo giorno di scuola e lei aveva ricevuto diversi complimenti dalla maestra. Non aveva rubato la matita di Sarah, l’aveva solo presa in prestito, poiché la maestra gli diceva spesso che era disordinato e pasticcione e avrebbe dovuto rimediare. Intanto, in giardino, Sarah conobbe Marta, una bambina dai lunghi capelli rossi ramati fini come la seta, occhi azWhere’s Tina Mc Pencil? zurro cielo che sorridevano e il viso ricoperto di lentiggini. «You are welcome!» esclamò Marta, e Sarah le sorrise perché si sentì accolta e benvoluta. Tra le due bambine nacque subito un’amicizia, scoprirono di avere uno sport in comune, la pallavolo, e approfittarono della ricreazione per fare qualche tiro con la palla. Tina continuava a gridare a squarciagola: «Is there anyone out there? Can anyone help meeeee? Fatemi uscire da qui! Non ho fatto niente di male per meritarmi tutto questo!» Una voce la fece sobbalzare: «Non lamentarti! Credi che sia bello stare nel fondo di una tasca tutta appiccicosa e piena di briciole?» E dalla profondità del portapastelli spuntò un matitone verde smeraldo tutto morsicato e con il piede nero spezzato in mille parti. Tina, terrorizzata, iniziò a gridare: «Help! A monster!» Poi con fare un po’ snob disse: «Good morning. I’m Tina Mc Pencil and who are you?» E il matitone rispose: «Sono Jonathan. Scusa per averti spaventata! Filiberto vuole soltanto gli oggetti più belli e Capitolo secondo 27 28 quelli vecchi li considera inutili. Da oggi sono Jonathan, il matitone inutile». Non aveva ancora finito di parlare quando una formichina tutta rossa con una briciola di biscotto tra le zampe disse: «Filiberto, quante volte ti devo dire che qui abito io? Mi devi avvisare quando arriva… A proposito, chi sei?» «Non importa chi sono, voglio solo andarmene!» rispose Tina facendo la capricciosa e poi aggiunse: «Se mi aiuterai, io ti pulirò tutta la casa! Sono stata rapita e non so come fare per andare via». «Vedi, anche noi formiche a volte non sappiamo cosa fare, ma contiamo sull’aiuto degli altri per raggiungere gli obiettivi che ci poniamo. Se si affrontano con energia le difficoltà che incontriamo nel corso della vita, dopo se ne esce più forti. Non devi mai abbatterti, alla fine c’è sempre una soluzione a tutto, basta solo avere la pazienza di cercarla». Ma ecco che una coccinella, che volava e volteggiava leggiadra come in una danza ipnotica grazie alle sue alucce, come per magia, le era comparsa davanti. Ladybird, Ladybird mi aiuti per favore? Sono disperata Where’s Tina Mc Pencil? perché voglio uscire da questo terribile posto!» esclamò ansimante Tina. La coccinella con la sua melodiosa voce la esortò a non arrendersi mai poiché, quando tutto sembrava ormai perso, c’era sempre una speranza. Bisognava lottare e crederci! La volontà e la tenacia sono le caratteristiche più belle che si possano avere. DRIIINNN! DRIIINNNNN! Suonò la campanella. La ricreazione era finita e Sarah con i compagni e la maestra Roberta ritornarono nell’aula. La maestra Roberta, che era anche la maestra di arte e immagine, aveva detto agli alunni di illustrare ciò che avevano descritto. Sarah si sedette al suo posto, aprì l’astuccio e guardò dentro, ma la sua amatissima matita era sparita! “E ora come faccio?” pensò cercando di trattenere le lacrime “Era preziosissima per me, era un regalo della mia amica!” Scoppiò improvvisamente a piangere. Si avvicinò la maestra e le chiese: «Cosa succede Sarah?» «Maestra, non trovò più la mia matita!» rispose. La maestra la rassicurò dicendo che l’avrebbero cercata Capitolo secondo 29 in ogni angolo dell’aula, ma nessuno sapeva dove la matita si fosse cacciata. E Giulio le disse:«Agitarsi non serve, tirati su/ non è detto che la matita non la rivedrai più, io ti aiuterò a ritrovarla/ con un po’ di calma». «Va bene, aprite tutti i portapastelli e gli zaini!» esclamò con tono autoritario la maestra. Filiberto iniziò a sudare ma… all’improvviso… 30 Where’s Tina Mc Pencil? Capitolo terzo Lo sgomento di Tina TOC TOC! Qualcuno bussò alla porta. Entrò nella classe un uomo grande e grosso, con i capelli brizzolati, una folta barba bianca e due occhi neri. «Buongiorno, signor Preside!» recitarono all’unisono la maestra e i bambini che scattarono come molle posizionandosi ai lati del banco. Con lo sguardo crucciato e l’espressione seria, il preside passò in rassegna l’intera classe iniziando proprio dalla maestra Roberta. Il silenzio era assoluto e nessuno accennava a muovere un solo dito. Quell’uomo incuteva paura e anche la maestra sembrava a disagio, tanto da abbassare anch’essa lo sguardo. Quando sembrava sul punto di esplodere come un vulcano in eruzione, ecco che, inaspettatamente, un sorriso si affacciò sul suo volto come per rasserenare gli animi: «Buongiorno, comodi… comodi... bambini. State pure seduti». Voltandosi verso la maestra Roberta disse: «So che Capitolo terzo 31 32 quest’anno abbiamo una nuova arrivata in questa classe. Chi è?» La maestra Roberta, dopo alcuni secondi di esitazione, si portò verso il banco di Sarah e, appoggiandole la mano sulla spalla, la esortò a recarsi al cospetto del preside per presentarsi. Sarah, con incedere lento e insicuro e il viso pieno di lacrime, si avvicinò al preside che intanto si era seduto al posto della maestra. «Vieni pure avanti, bella bambina, non avere remore, non ti mangio mica!» disse il preside «Ma perché piangi, non ti piace questa scuola, o forse i compagni, o la maestra?» Sarah, dopo essersi presentata, rassicurò il preside di essere stata accolta in modo magnifico sia dall’insegnante che dai compagni di classe. L’uomo, compiaciuto, accarezzandole dolcemente il viso, le disse: «Oh, bene, è quello che volevo sentire. Ma dimmi, allora, perché piangi?» Tanta gentilezza nei modi contrastava con quell’aspetto così burbero da meravigliare tutti, compresa la maestra. «Ho perso la mia matita. L’avevo lasciata sul banco e al ritorno Lo sgomento di Tina dalla ricreazione non l’ho più trovata» gli spiegò Sarah. «Non preoccuparti, chiederò ai bidelli se hanno visto la tua matita!» Mentre il preside cercava di consolarla, Filiberto, ancora tutto sudato, con movimenti rapidi e furtivi, prese Tina dallo zaino e la lanciò dalla finestra. «Ahi!» urlò Tina «Che dolore, ma cosa sta succedendo? Dove sono? Help me… help me!» Tina, un po’ stordita, si rese conto di trovarsi nel giardino della scuola e mentre cercava di rialzarsi, si accorse di aver perso la sua preziosa gommina ed esclamò: «Oh no, my crown!» Dopo poco si ritrovò in una mano umida e sporca. «I bambini non hanno cura di niente, perdono tutto» commentò il bidello. Mise la matita in tasca e continuò il giro di perlustrazione del cortile. «What have I done to deserve this? Sarah, where are you?» urlava Tina a più non posso. In classe, intanto, la maestra Roberta, dopo aver salutato il preside, controllò gli zaini di tutti i bambini ma, ovviaCapitolo terzo 33 34 mente, di Tina nemmeno l’ombra. Passata la paura di essere scoperto, Filiberto si asciugò le ultime goccioline di sudore e si mise seduto nel suo banco per nulla dispiaciuto di ciò che aveva fatto. La coccinella e la formichina erano incredule per quello che avevano visto e commentarono l’accaduto con Jonathan, il matitone inutile. «Anch’io sono amareggiato per il comportamento di Filiberto» disse Jonathan «dobbiamo ritrovare subito Tina». Tutta sporca e ancora dolorante Tina Mc Pencil si ritrovò in una scatola piena di polvere, maleodorante e buia insieme a tanti altri oggetti. Il bidello riponeva in quella scatola tutto quanto trovava nei corridoi, nelle aule e nel giardino della scuola. Tina si ritrovò con immenso dispiacere attaccata a temperamatite, penne, pennarelli, scotch. Quello che doveva essere il suo debutto nella nuova classe, in cui immaginava di ricevere complimenti e ammissioni di grandezza, si stava trasformando nel peggiore degli incubi! La signorina Mc Pencil cercò di ricomporsi e con molta alterigia si rivolse ai suoi coinquilini: «Perché siamo rinchiusi Lo sgomento di Tina qui dentro?» «è la scatola degli oggetti smarriti!» rispose Tommy, il righello precisino. «Io, invece, sono Ally, la gomma che cancella tutto! Siamo qui dallo scorso anno!» «What, what! Dallo scorso anno? Oh my God!» «Sì, all’inizio sarà dura, ma poi ti abituerai a restare chiusa qui dentro aspettando che qualcuno ti venga a cercare, ma sarà molto difficile; sai… i bambini se perdono qualcosa non la cercano, perché i genitori ricomprano quello che perdono!» Quelle parole terribili ma allo stesso tempo realistiche, pronunciate da Tommy, gettarono Tina nello sconforto più totale e non le restò altro da fare che rinchiudersi in se stessa e attendere il succedersi degli eventi. Poco dopo, Tina fu colta da una forte crisi di nervi: «It’s not true! Non è vero! Non sarà così per me! Io sono Tina Mc Pencil, la matita di Sarah, e sono certa che lei farà di tutto per ritrovarmi. Sono una matita speciale per… e… grr… grr… non guardatemi così… Vedrete, Sarah verrà a cercarmi!» Capitolo terzo 35 36 «Sì, sì, dicono tutti così… ma poi… eccoci qua… siamo qui da tantissimo tempo!» «Okay, okay… ma anche voi dovete far qualcosa per ritrovare i vostri amici!» Tina, ricordando le parole della formica, disse agli amici che non dovevano abbattersi, ma affrontare con energia le difficoltà che la vita riservava a ognuno. Ricordò anche con piacere le parole della coccinella che l’aveva esortata a non arrendersi e disse: «Sono sicura che non si sono dimenticati di voi! Non potete certo arrendervi, accettare di restare per sempre rinchiusi qui dentro mentre fuori… Ahi, ma che sta succedendo… il terremoto!» Tutti gli oggetti subirono uno scossone: il bidello aveva gettato la scatola in un grosso bidone. «Su, ragazzi, scappiamo!» urlò Tina «Ahhhhhh, a mouse… a mouse!» «Sì, sono Topogrigio, presto scappate, altrimenti per voi sarà la fine!» Suonò la campanella. Filiberto, sollevato per lo scampato pericolo, scattò raggiungendo l’uscita in un baleno e si diresse in giardino Lo sgomento di Tina per recuperare Tina. Giulio, mentre usciva, si accorse della gommina di Tina per terra, vide che era tutta unta d’olio e subito sospettò di Filiberto che con pane e olio aveva fatto merenda. Capitolo terzo 37 Capitolo quarto La delusione di Tina Tina e i suoi amici, grazie all’aiuto di Topogrigio, riuscirono ad abbandonare quel posto buio e umido proprio nel momento in cui stavano per essere catapultati su un camion che li avrebbe portati in una discarica. «Presto, venite! Di qua, di qua! Nascondetevi!» urlò Topogrigio. Intanto Filiberto si aggirava nel cortile della scuola alla ricerca di Tina, quando all’improvviso sentì pronunciare il suo nome. «Oh… Filiberto, sono qui, sono nascosto dietro l’altalena!» «Ciao, amico, come stai? È da un po’ che non ti vedo!» disse Filiberto a Topogrigio. «Sempre amici, vero?» replicò l’animale. «Certo, che domande fai. Hai qualcosa per me?» «No, niente di particolare: una matita un po’ isterica, qualche penna, un righello che dice di essere molto preciso… poca roba!» Topogrigio dava a Filiberto tutti gli oggetti che il bidello buttava in cambio di un pezzetto di formaggio. Capitolo quarto 39 40 «Hai detto una matita? Me la descrivi per favore?» «Lunga, rossa, con una punta sottile; credo che abbia perso la gommina. Spesso dice strane parole che non comprendo!» rispose Topogrigio. Filiberto pensò subito a Tina e si fece indicare dove potesse trovarla. Tina, intanto, insieme ai suoi amici stava distesa, tutta indolenzita, sul prato della scuola. «Eccola, è lei! Mamma mia com’è mal ridotta! Grazie, Topogrigio, è proprio la matita che stavo cercando!» Filiberto la raccolse e corse verso casa. Dopo aver salutato frettolosamente la mamma, si rinchiuse in camera sua ansioso di provare subito quella matita che gli avrebbe permesso di far ricredere la sua maestra. Prima di mettersi all’opera divorò avidamente una merendina che aveva nascosto nel cassetto della scrivania insieme ad altre leccornie. Con le mani ancora sporche di marmellata, afferrò Tina e la posizionò al centro del foglio sul quale voleva comporre il suo capolavoro. Mancava il soggetto da ritrarre e Filiberto scrutò con attenzione la sua camera fin quando il suo sguardo La delusione di Tina indugiò su Arturo, il suo amato criceto. Arturo era un po’ come Filiberto: simpatico e paffutello. Di colore bianco e nero, con il musino adorabile, si agitava nella piccola gabbietta girando nella ruota vorticosamente e, di tanto in tanto, afferrava qualcosa da mangiare prima di riprendere di nuovo quei movimenti elettrizzati e scomposti. Arturo sembrava aver capito che il suo giovane padrone aveva deciso di ritrarlo tant’è che, mai come in quel pomeriggio, smise di agitarsi e rimase quasi immobile, fissando Filiberto. «Bravo Arturo, rimani fermo che ti farò un ritratto così bello che sembrerà quasi una fotografia» disse Filiberto, sicuro delle sue affermazioni. Tina assistette a quella scena disgustata e quella mano sudata e sudicia le faceva ribrezzo. “Come è possibile che il mio talento sia alla mercé di un essere come questo?” e, mentre pensava ciò, venne scaraventata con irruenza da Filiberto sul foglio. Tutti quei giri, avanti e indietro, a destra e a sinistra, su e giù con l’assoluta mancanza di delicatezza, fecero girare la testa a Tina che non riusciva a darsi pace del fatto Capitolo quarto 41 42 che anche quell’improbabile artista, grazie a lei, sarebbe riuscito a fare un bel disegno. Ma Filiberto fu colto di sorpresa quando vide che il risultato ottenuto non era diverso così dagli orrori a cui da tempo aveva abituato la maestra e l’intera classe. Filiberto, alla vista di quel disastro, disse: «Ma che succede, come è possibile che, anche utilizzando questa matita, il mio disegno sia orribile? Questo non sembra proprio Arturo!» e scrutò Tina per controllare di non aver sbagliato matita. Tina, dal canto suo, rimase senza parole, ma poi con un filo di voce disse: «What’s happening to me? I can’t draw anymore!» Calò il silenzio nella stanza, Filiberto iniziò ad agitarsi sulla sedia e quando lo sconforto iniziò a prendere il sopravvento, un’ipotesi aleggiò nella sua mente: “Forse ho sbagliato a voler disegnare Arturo, vuoi vedere che se cambio soggetto il risultato sarà diverso?” Così, in men che non si dica, individuò un albero del suo giardino come nuovo oggetto del suo disegno e iniziò l’opera con trepidazione. L’unico risultato che ottenne, La delusione di Tina dopo ore di lavoro, fu che la sua camera era zeppa di fogli arrotolati e strappati. Stravolto e sconsolato rinunciò, e a voce alta disse: «Che idiota sono stato. Ho rischiato una figuraccia davanti a tutti per prendere questa matita che alla fine è uguale a tutte le altre. Domani la restituirò a Sarah e le dirò di averla presa per sbaglio». Tina, riposta di nuovo nell’astuccio, si sentì sollevata: la fine di quell’agonia e la prospettiva di ritornare da Sarah la rendevano felice, ma allo stesso tempo era delusa e sorpresa del fatto di non essere stata in grado di produrre altri capolavori come era suo solito. Nel frattempo, a pochi isolati di distanza, Sarah, ritornata a casa, aveva manifestato ai genitori la sua disperazione per la perdita di quell’oggetto a lei tanto caro. La mamma cercava di consolarla promettendo di comprarle altre matite, anche quelle colorate se voleva, ma Sarah rispondeva sempre più arrabbiata: «No, I want the pencil that Alex gave me, Tina!» Niente riusciva a consolarla e solo la flebile speranza di ritrovarla il giorno seguente le permise di superare la Capitolo quarto 43 notte vissuta in modo agitato. Anche Giulio, giunto a casa, non faceva altro che pensare a Filiberto e al gesto che aveva compiuto, perché era sicuro che a prendere la matita fosse stato lui: il suo fiuto da detective gliene dava la certezza. L’indomani, a scuola, Sarah arrivò quasi certa di ritrovare la sua matita. Mentre percorreva il corridoio, nel momento in cui Filiberto la stava chiamando per restituirle la matita, sopraggiunse Giulio che l’avvicinò e le mostrò la gommina di Tina. Sarah, con gli occhi lucidi esclamò: «Ma è la gommina di Tina, la sua corona, dove l’hai trovata?» Mentre Giulio parlava con Sarah e manifestava il suo sospetto, Filiberto pensò che forse i suoi disegni non erano riusciti come lui voleva perché Tina era sprovvista di coroncina perciò, stringendo entrambi i pugni, esclamò: «Devo avere quella gommina a tutti i costi!» 44 La delusione di Tina Capitolo quinto Insieme si può fare di più! L’unione fa la forza! Giulio suggerì a Sarah: «Custodisci la coroncina di Tina!» «Sì, lo farò, perché se non dovessi più trovarla, almeno avrei un suo ricordo» soggiunse Sarah e si mise la gommina nella tasca. Arrivata la ricreazione Sarah, per tirarsi su il morale, andò in cortile a giocare a pallavolo con Marta. Mentre si divertivano e saltellavano, alla bambina cadde la gommina dalla tasca ma non se ne accorse. Filiberto, allora, colse l’occasione per “prendere in prestito” la gommina: la raccolse, la ripose nel suo astuccio senza dare nell’occhio e, al suono della campanella, s’incamminò in tutta fretta verso casa, per provare la matita con la sua coroncina. Ancora più contento della prima volta, Filiberto mise la gommina su Tina, che felice esclamò: «It’s wonderful, ho di nuovo la mia gommina, now I can be a queen!» Capitolo quinto 45 46 Non appena il bambino iniziò a disegnare pensò: “Stavolta farò un figurone… Chissà che soprannome mi daranno, dopo questo capolavoro: Van Gogh? Michelangelo? O Filiberto il Magnifico?” Tutto d’un tratto si accorse che il suo autoritratto non era altro che uno scarabocchio e, guardando la matita, borbottò infuriato: «Tu non servi a niente, sei inutile!» Quindi, avendo scaraventato Tina sul ripiano della scrivania, le ruppe la punta e, dopo averla raccolta con rabbia, la buttò nello zaino. Il giorno seguente scoppiò un terribile temporale e Sarah non andò a scuola. Giulio, invece, in classe cercava di scoprire chi avesse preso la matita, e i suoi sospetti ricadevano tutti su Filiberto. Quest’ultimo, ancora arrabbiato, decise di liberarsene senza dare troppo nell’occhio, gettandola nella scatola degli oggetti smarriti. Lì Tina notò che c’erano dei nuovi arrivati tra i quali le forbici taglierine, la francese Mont Blanc e un temperino giallo che, sorpreso dal suo arrivo improvviso, si presentò: Insieme si può fare di più! «Ciao, mi chiamo Mino e tu chi sei?» Tina con aria scostante rispose: «I’m Tina Mc Pencil, tu sei nuovo?» Mino, con un filo di voce: «No, è da un po’ che mi trovo qui! Sono il temperino che ormai nessuno vuole» aggiunse sconsolato. «Ma per quale motivo sei così giù di morale?» chiese Tina incuriosita. «C’è stato un tempo in cui ero l’oggetto preferito di Giulio: mi lucidava, mi portava con sé, mi affilava la lama… Un giorno, però, un bulletto della scuola, per fargli un dispetto, mi spedì nella scatola degli oggetti smarriti». La matita iniziò a domandarsi come avesse fatto a non notare quel povero temperino così sfortunato. Forse pensava troppo a se stessa o non aveva mai considerato che potessero esserci altri nella sua stessa condizione? Tina scoppiò a piangere nell’udire le parole di Mino: aveva capito che in tutti quegli anni non aveva fatto altro che sbagliare. Era stata troppo vanitosa e per troppo Capitolo quinto 47 48 tempo aveva creduto di essere la migliore. Adesso, senza punta, non poteva più realizzare le sue fantastiche opere e, probabilmente,neanche in precedenza era stato solo merito suo ma, soprattutto, della mano sicura di Sarah. «Perché piangi?» chiese Mino. La matita rispose singhiozzando: «Sono sempre stata vanitosa e ora mi ritrovo qui, tutta sola, senza la mia amica Sarah e senza la mia indispensabile punta! Sono stata troppo superba!» «Mi dispiace!» rispose il temperino « Se vuoi posso aiutarti a ritrovare la tua padrona: insieme si può fare di più!» A sentire quelle parole, Tina si ricordò di ciò che le aveva detto la coccinella. Commossasi capì che non era più sola e rivolgendosi a Mino disse: «Per favore, potresti temperarmi la punta? Sono sicura che riuscirai a farlo come una volta e che la renderai solida, lunga e appuntita! Please! Please!» Mino provò a fare l’impossibile ma, quando estrasse Tina dalla lama, ammirò il suo capolavoro e il suo sorriso arrivò fino al cielo, anzi più in alto: al settimo cielo. Insieme si può fare di più! Il giorno dopo Tina sembrava rinata, aveva recuperato la mina e insieme la gioia di vivere. Suonata la campanella della prima ora, tutti i ragazzi cominciarono a correre e qualcuno fece ribaltare la scatola degli oggetti smarriti. In quel momento arrivò il custode che, vedendo rovesciato per terra il contenuto della scatola, brontolò: «Questi oggetti sono diventati troppi! È tempo di ritrovare i loro proprietari!» E così decise di andare di classe in classe. Purtroppo la felicità di Tina era destinata a durare poco! Il bidello prese gli oggetti ma quando arrivò nella classe di Sarah… lei non c’era. Capitolo quinto 49 Capitolo sesto Amicizia e nuove rivelazioni Grosse gocce scivolavano lungo i vetri della finestra della cameretta di Sarah, che affacciava su un grande giardino pieno di alberi altissimi, le cui fronde sembrava quasi si fossero inchinate al cospetto del peso della pioggia che, incessantemente, cadeva da giorni. Altrettanto pesanti erano le lacrime che scivolavano sulle gote rosse e febbricitanti della bambina che, negli ultimi tempi, si sentiva particolarmente triste e soprattutto sola. «Sarah, ritorna subito a letto, hai ancora la febbre alta!» Era la mamma che la richiamava dalla cucina e che quel giorno aveva deciso di rimanere a casa per accudire la piccola. «Sarah!» Ancora una volta, la bambina iniziò a sospirare, strisciando le grosse pantofole a forma di coniglio, dono della nonna, e che erano l’unica cosa che, nel corso di quelle giornate uggiose, era riuscita a tirarla su di morale. “Chissà cosa vorrà adesso! Prima mi dice di rimanere Capitolo sesto 51 52 a letto e poi mi chiama. Mah, che strano!” pensava la piccola Sarah. «Sarah, a telefono, è per te!» esclamò la mamma. «Davvero?» «È la tua amica Alex, direttamente da Londra!!!» rispose la madre che, dopo tanto tempo, aveva visto la bambina sorridere. Non fece nemmeno in tempo a passarle la cornetta che Sarah, fuori di sé dalla gioia, gliela strappò di mano. «Alex, is that really you?!» chiedeva la bambina che non poteva ancora credere che dall’altra parte del telefono ci fosse la sua migliore amica. Infatti, sembrava quasi che avesse rivolto quella domanda innanzitutto a se stessa per convincersi che non fosse un altro brutto scherzo giocatole dalla febbre. «Come ti trovi in Italia? Tutto bene a scuola? Hai conosciuto nuovi amici ?» Le due amiche avevano così tante cose da dirsi che nemmeno la telefonata più lunga del mondo sarebbe stata abbastanza. «Mi manchi così tanto Sarah. Spero davvero di poterti Amicizia e nuove rivelazioni venire a trovare quest’estate». Le parole di Alex riuscirono a far stare meglio la bambina che rispose: «Mi manchi tanto anche tu, Alex, e non vedo l’ora di rivederti! Sai, ultimamente sono successe così tante cose che non saprei nemmeno da dove cominciare…» Tutto d’un tratto si interruppe perché non sapeva proprio come dire alla sua migliore amica che aveva perso il regalo che le aveva fatto poco prima di partire. «Dai Sarah, non tenermi sulle spine!» «E va bene, però promettimi che non ti arrabbierai!» «Promesso!» «Ebbene» cominciò Sarah «Ricordi la matita che mi hai regalato? Sono un paio di giorni che non riesco più a trovarla e credo proprio di averla persa». Non riuscì nemmeno a pronunciare l’ultima parola, che scoppiò a piangere ma la piccola Alex, che sapeva sempre come far star meglio la sua migliore amica, le disse: «Sarah smetti di piangere! Cosa vuoi che sia una matita?! Cosa credi, che per questo non saremo più amiche?! Adesso asciugati le lacrime e sono sicura che insieme Capitolo sesto 53 54 troveremo una soluzione!» «Sono così felice di avere un’amica come te!» rispose Sarah. All’improvviso, comparve la mamma: «Sarah c’è un tuo compagno, sta salendo, è venuto a portarti i compiti». Le due amiche si salutarono con la promessa che si sarebbero sentite al più presto. «Ciao Sarah, come stai?» le chiese l’amico ancora con il fiatone per aver salito le scale a due a due. Giulio era un bambino simpatico e sempre in movimento. Ogni volta che arrivava, portava sempre allegria e il suo entusiasmo era contagioso. Abitava in una villetta insieme ai suoi genitori e due gemelline di tre anni, Camilla e Gabriella, e si spostava solo in bici. Andava molto bene a scuola, era amico di tutti ed era sempre pronto ad aiutare gli altri, infatti era molto attento a tutto e a tutti ed essendo molto curioso, ogni scusa era buona per imparare qualcosa di nuovo. Cosa più importante: aveva un’abilità innata a risolvere misteri. E ora era lì, davanti alla compagna e la guardava diritto negli occhi, impaziente di dirle cosa avesse scoperto. Amicizia e nuove rivelazioni «Sai, stamattina a scuola sono successe così tante cose che morivo dalla voglia di raccontartele e poi… mi sei mancata un po’». Queste ultime parole non fecero altro se non confermare che Giulio fosse un vero amico. «Allora cosa stiamo aspettando?» replicò la bambina «Non vedo l’ora di sentire cosa hai da raccontare!» I due corsero in cucina dove la mamma aveva preparato una ricca merenda. «Ti stavo dicendo…» iniziò Giulio «Stamattina, prima dell’intervallo è venuto Pietro, il custode, per riconsegnare gli oggetti smarriti. Quando ha alzato la matita rossa chiedendo di chi fosse, ho subito esclamato che fosse la tua e che ero sicurissimo di quello che dicevo. Così la maestra ha afferrato la matita e l’ha messa nel cassetto della sua scrivania dicendo che se fosse stata realmente la tua te l’avrebbe data non appena saresti tornata a scuola. Nel frattempo, con la coda dell’occhio controllavo i movimenti di Filiberto, che se ne stava con le braccia conserte sul banco e con una strana aria da angioletto!» «Finalmente potrò riavere la mia Tina! Alex aveva proprio Capitolo sesto 55 56 ragione!» «Chi è Alex? » chiese il bambino. «Eh già, non puoi conoscerla perché vive a Londra. È la mia amica del cuore ed è stata lei a regalarmi Tina». Giulio però fece intendere a Sarah che le novità non erano finite e soggiunse: «Adesso, però, devo raccontarti la seconda parte della mattinata e non so se ti piacerà ugualmente». «Non tenermi sulle spine e racconta!» E il bambino riprese a parlare: «Quando siamo ritornati in classe dopo la palestra, la maestra ci ha fatto prendere la matita per segnare sul sussidiario gli esercizi da svolgere a casa. Io allora ho fatto finta di non averla e le ho chiesto se potevo prendere in prestito la tua nel cassetto. Lei ha acconsentito ma, vedendola rovistare nel cassetto più di una volta, ho capito subito che qualcosa non quadrava e, infatti, Tina non c’era più e, soprattutto, qualcuno aveva sempre il solito sorriso da “angioletto” stampato sul viso…» Amicizia e nuove rivelazioni Capitolo settimo Gli affari di Topogrigio Filiberto e Sarah si guardarono negli occhi e con un “ok !” evidenziarono la convinzione che entrambi condividevano: la matita era finita di nuovo nelle mani di Filiberto. Almeno così credevano ma… Cosa era accaduto realmente alla piccola Tina Mc Pencil? Quel giorno, le inseparabili Cocci e China (che come ben avrete capito sono le due nostre vecchie amiche, formichina e coccinella) si trovarono per caso nel giardino dove i bambini della scuola erano soliti fare merenda. «Cocci guarda qui!» esclamò China che si era imbattuta in un bel pezzetto di pane con ancora sopra un po’ di marmellata. «Ce n’è da leccarsi i baffi!» aggiunse Cocci tutta soddisfatta del loro bottino. Purtroppo, però, le due piccole compagne non ebbero nemmeno il tempo di poter mettere le loro zampine su quel succulento spuntino, che qualcosa di misterioso le travolse. Capitolo settimo 57 58 «Aiuto!!» urlarono in coro, nella speranza che qualcuno potesse sentire ma, la loro voce era così fioca che venne travolta dal vento che la spazzò via come se fossero tante piccole briciole. Ebbene sì, Cocci e China, per chissà quale coincidenza, erano rimaste incastrate sotto la suola di una scarpa ma, erano così agili che riuscirono ad aggrapparsi ai lacci. «E adesso cosa ci succederà?»si chiese la formica. E l’amica, senza esitare, rispose: «Dobbiamo assolutamente trovare un modo per tornare in quel giardino! Ci aspetta ancora un pranzetto succulento!» Ad ogni passo, la formica e la coccinella stringevano le loro zampe attorno a quei lacci sperando di poterle rimettere a terra il prima possibile. Tutto d’un tratto, si ritrovarono, senza saperlo, nella classe di Sarah, Giulio e Filiberto e, non appena si accorsero che il piede su cui avevano viaggiato si era fermato, in un batter d’occhio balzarono dalla scarpa. La formica, allora, disse: «Cocci sarà meglio nascondersi!» e le due iniziarono ad arrampicarsi sulla cattedra fino a raggiungere il cassetto dove la maestra teneva tutti gli Gli affari di Topogrigio oggetti smarriti e, soprattutto, dove c’era Tina. «Hello Tina! Ci ritroviamo!» esclamò la formichina, felice di rivedere la matita. Ma l’altra era così stufa di rimanere in quel cassetto buio che subito chiese: «Help me! Voglio uscire di qui e cercare la mia amica Sarah!» Cocci e China si scambiarono uno sguardo per cercare di capire come avrebbero potuto aiutare la povera matita. La coccinella, allora, provò ad accontentarla facendo muovere alcuni fogli con le sue ali. Improvvisamente, Tina cominciò a rotolare. «I’m so scared, che qualcuno mi aiuti!» gridò, finché non andò a finire sotto la cattedra dove vi rimase per qualche ora. Si era quasi rassegnata ad attendere il giorno successivo, quando venne travolta da un mucchio di cartacce spazzate dal bidello. E, se il cassetto le era sembrato così buio e poco accogliente, cosa avrebbe pensato una volta finita là dove nessuno mai si sarebbe voluto trovare al suo posto? Tina Mc Pencil finì nel cassonetto della carta e pensò che quella volta nessuno l’avrebbe liberata. Capitolo settimo 59 60 Di solito Topogrigio andava rovistare nel cassonetto della carta in cerca di involucri pieni di briciole e quel pomeriggio ne aveva così tanta voglia che vi si tuffò a capofitto. «Chi sei tu?» disse Tina spaventata. «Ciao Tina, sono Topogrigio and I’m here to keep you company». Dunque, la matita che non ricordava di aver incontrato quel topo prima di allora, credendo di potersi fidare del lui, gli chiese di aiutarla a scappare da quel cassonetto e l’altro gli promise che l’avrebbe liberata. Topogrigio pensava all’affare avrebbe potuto concludere con Filiberto che aveva riprovato ad impossessarsi della matita, ma senza successo. Questo gli riportò alla mente il loro primo incontro, quando Filiberto cercava le figurine che Marco, il bullo della scuola, gli aveva gettato tra le cartacce e Topogrigio, vedendolo piangere, gli propose un losco affare: un grosso pezzo di gruviera in cambio delle figurine. E fu così che i due diventarono compagni di malefatte. “È giunto il momento di fare un po’ di provviste!” pensò Gli affari di Topogrigio saltellando il topino, immaginando i tre pezzi di gorgonzola che avrebbe chiesto in cambio a Filiberto. Suonò la campanella ed ecco spuntare il bambino che, guardandosi attorno, aspettava che arrivasse il suo complice. Filiberto, però, per la prima volta, si sentì un po’ inquieto. Si sentiva in colpa ogni volta che osservava il viso di Sarah, triste per aver perso la sua matita. Pensava che forse avrebbe dovuto cambiare atteggiamento… Topogrigio, che aveva intuito le perplessità di Filiberto, non potendo accettare che il suo amico potesse fare una cosa del genere, lo ingannò dicendogli che di Tina non c’era più traccia. Il bambino, allora, se ne tornò tutto sconsolato in classe, non sapendo se dire o meno la verità. Nel frattempo, Tina, uscita da quel cassonetto, venne condotta dal topo fino al suo nascondiglio. «Tu adesso stai qui mentre io vado a cercare la tua amica» le disse Topogrigio, soddisfatto del tranello che aveva tramato. Intanto Sarah e Giulio, sicuri che Filiberto avesse preso la matita, escogitarono un modo per riprendersela, Capitolo settimo 61 62 passando inosservati. Sapevano che Filiberto aveva un debole per Marta e pensarono di chiedere all’amica di distrarlo nell’ora della ricreazione, per poter rovistare nello zaino di Filiberto. Marta si rese subito disponibile e decise di intrattenere Filiberto facendogli osservare il suo nuovo album di “Amici cucciolotti”. Tutto procedeva come Giulio e Sarah avevano stabilito: Filiberto, lusingato dall’invito di Marta, non aveva occhi che per la compagna. Lo zaino era alla portata di Giulio e Sara, con i Wafers appena aperti, faceva per avvicinarsi a lui con l’intenzione di offrirglieli, ma… Un lungo suono della campanella disturbò quella propizia occasione. Giulio e Sarah avevano dimenticato che quel giorno ci sarebbe stata la prova di evacuazione! Tutti gli alunni, in pochi secondi, si dovettero mettere in fila ed evacuare. Giulio, che era stato nominato “chiudi fila”, si agitava continuamente. Avrebbe voluto aprire quello zaino, ma una voce “Hurry up, guys!” lo richiamò al suo dovere e in pochi attimi si trovarono nel punto di raccolta. Gli affari di Topogrigio CAPITOLO OTTAVO Basta un pizzico di peperoncino? Tutta la classe si era riversata nel cortile della scuola e, mentre Filiberto continuava a non avere occhi che per Marta, Sarah e Giulio ripensavano all’occasione sprecata per ritrovare Tina. «Sarah, guarda l’orologio del campanile! È troppo tardi! Non riusciremo mai a capire se a far sparire Tina sia stato veramente Filiberto! Forse dovremmo chiedere aiuto a Marta» disse Giulio. Al suono squillante della campanella, tutti gli alunni si diressero verso l’uscita tranne Sarah, Giulio e Marta che si trattennero a discutere nel cortile. Secondo il piano di Sarah, Marta avrebbe dovuto trascorrere il pomeriggio con Filiberto per cercare di capire se fosse stato veramente lui il responsabile della scomparsa di Tina. Infatti, la bambina avrebbe confessato al compagno di avere un debole per le matite rosse con la gommina Capitolo ottavo 63 64 dorata e così, se lui fosse stato effettivamente in possesso di Tina, gliela avrebbe sicuramente regalata. Ma, avrebbe funzionato questo trucchetto? Nel frattempo Topogrigio, di ritorno al suo nascondiglio, incontrò due topastri poco raccomandabili, i gemelli Grattugia. Tutti sapevano che era meglio non fare arrabbiare quei due: infatti, non solo erano scagnozzi di Rattonero ma soprattutto, quando acciuffavano qualcuno, amavano “grattugiargli” sul muso il vecchio calzino di nonno Charlie, il più puzzoso barbone del quartiere. Tom Grattugia fece capire a Topogrigio che Rattonero voleva qualcosa da lui per saldare il suo eterno debito, e subito dopo Jerry Grattugia si presentò con Tina tra le grinfie, pallida come una gomma pane per il terrore. I due si allontanarono ridendo e mostrando i loro denti giallastri, sfidarono Topogrigio a riprendersi la matita. La povera Tina, allora, venne portata al cospetto di Rattonero, capo indiscusso dei ratti. Tutti lo temevano e rispettavano più per paura che per Basta un pizzico di peperoncino? stima, essendo grosso e senza scrupoli. Rattonero otteneva sempre ciò che voleva, bastava un colpo della sua lunga coda che, come una frusta, faceva sibilare nell’aria. «Vi riempirò di formaggi e di ogni tipo di leccornie!» aveva urlato Rattonero alla sua banda «Prendete la matita dalla tana di quel topo insignificante!» A Tina sembrava di vivere un incubo! Tutto attorno a lei era sporco, appiccicoso e puzzolente! Pensava tra sé: “Topogrigio mi ha tradita e mi ha venduto a questi mascalzoni!” Vedendo avvicinarsi Rattonero, urlò disperatamente:«Help me! Qualcuno mi aiuti! Sono una splendida matita e non posso finire nelle vostre zampacce! Non fatemi del male o la pagherete!» Rattonero le rispose con una risataccia “accarezzandola” con i suoi unghioni:«Puoi gridare quanto vuoi! Nessuno ti sentirà! Sarò io a decidere del tuo destino!» Intanto Topogrigio era piombato nella disperazione perché aveva sentito dire che, per riavere qualcosa Capitolo ottavo 65 66 indietro da Rattonero, bisognava pagare un riscatto di gran lunga superiore al suo valore effettivo. Il povero topo, non sapendo come recuperare Tina contando solo sulle sue forze, decise di coinvolgere Filiberto. Quest’ultimo, ascoltando le parole di Topogrigio, capì di aver combinato un bel pasticcio. Infatti, comprese che non era merito della matita, per quanto splendida, a far scrivere bene, ma la testa e il cuore di chi scrive. Quindi, avrebbe fatto di tutto pur di restituire Tina a Sarah. Nella mente gli risuonavano le parole della sua maestra: “La vera gioia non sta nel possedere tante cose ma nella ricchezza dei sentimenti e nel cuore”. “Non è avere la matita la cosa più importante per me. Ciò che vorrei davvero sono gli amici!” pensò Filiberto. Poi, rivoltosi a Topogrigio, disse: «Escogitiamo un piano per sottrarre Tina dalle grinfie di Rattonero, prima che sia troppo tardi!» Nello stesso istante, nel suo covo, il terribile capo, lisciandosi il lucido pelo nero e pensando al ricco riscatto che Basta un pizzico di peperoncino? avrebbe chiesto per la liberazione di Tina, si gongolava di gioia malvagia. «Chiederò dieci pezzi di Gorgonzola, venti pezzi di Parmigiano e quaranta, anzi cinquanta pezzi di Groviera della migliore qualità!» Gli occhiacci gialli già pregustavano il prelibato pranzo e gli sembrava di avere già la pancia piena di tutto quel delizioso formaggio. Ai suoi scagnozzi avrebbe lasciato solo le croste, tanto non avrebbero mai osato ribellarsi perché era lui il Capo! Intanto Tina, sempre sotto lo sguardo vigile dei gemelli Grattugia, cercava di divincolarsi, ma più si dimenava, più rischiava di spezzarsi: «Oh poor me! Who is going to help me?» «Appena il tuo amico pagherà il riscatto, ti lasceremo libera. Altrimenti…» sghignazzarono i topastri. «Altrimenti cosa?» domandò Tina tremando «Ti rosicchieremo fino alla gomma! Ah, Ah, Ah!» rispose Rattonero mostrandole i dentoni taglienti. Poi si rivolse ai gemelli Grattugia dicendo:«Comunicate la Capitolo ottavo 67 68 mia richiesta di riscatto a quello sciocco di Topogrigio! Avrà ventiquattro ore di tempo per trovare il formaggio, non un secondo di più! A mezzanotte scadrà l’ultimatum!» I due gemelli fecero pervenire la richiesta del loro capo a Topogrigio che, tremando di paura, si recò al solito punto di incontro per mettere Filiberto al corrente degli ultimi avvenimenti e stilare insieme un piano per salvare Tina. Il bambino lesse la richiesta del Boss ed esclamò sconsolato: «Come faremo a trovare tutto questo formaggio in così poco tempo?» Senza perdersi d’animo pensò che avrebbe provato a chiedere aiuto a Giulio, a Marta e anche a Sarah, perché si sa, l’unione fa la forza. I suoi amici lo ascoltarono sbalorditi: tutto quel formaggio sarebbe costato una fortuna! Poi Filiberto ebbe un’idea geniale: «Perché non farci dare dalla maestra qualche panetto di plastilina? Li impasteremo fino a dargli la forma di pezzi di formaggio e per farli sembrare ancora più veri li dipingeremo di giallo!» «Non riusciremo mai ad ingannare Rattonero! È troppo Basta un pizzico di peperoncino? furbo! Al primo morso scoprirà che non è vero formaggio!» risposero in coro Giulio e Marta. «E allora cosa proponete?» chiese Filiberto. «Potremmo mettere qualcosa sul formaggio che gli farà passare per sempre la voglia di mangiarlo!» disse Giulio. Sarah e Marta si scambiarono uno sguardo e dissero:«Ci metteremo del piccantissimo peperoncino rosso!» «E chi consegnerà il riscatto?» «Topogrigio, chi se no! Riporremo il formaggio dentro una grande scatola e, mentre i topi saranno intenti ad aprirla, lui avrà il tempo di salvare Tina». Ma, sarebbe stato davvero così semplice? Capitolo ottavo 69 CAPITOLO NONO A tre passi da Tina I quattro amici si incontrarono nella calda e accogliente casa di Sarah. Fecero merenda con cioccolato caldo e biscotti appena sfornati e si misero subito all’opera perché sapevano di avere i minuti contati per portare a termine il loro piano. Infatti, la salvezza di Tina dipendeva interamente da loro quindi, avrebbero fatto di tutto pur di strapparla dalle grinfie di Rattonero. E mentre erano intenti ad architettare il piano con cui speravano di poter ingannare Rattonero, quest’ultimo già pregustava la bontà degli ottanta pezzi di formaggio. Ma c’era qualcosa che legava indissolubilmente Rottonero e Topogrigio il quale, almeno fino a quel momento, non aveva avuto il coraggio di confessarlo. Quale sarà mai questo segreto che entrambi custodivano? Intanto Filiberto, Sarah, Giulio e Marta si separarono per recuperare quanta più plastilina possibile e, una volta modellate e cosparse di peperoncino tutte le forme di Capitolo nono 71 72 formaggio, nessuno sarebbe mai stato in grado di capire che quello era tutt’altro che formaggio! Nel frattempo, nel covo di Rattonero Tina gridava: «I’m so tired right now! All I need is a comfortable pencil-case! Ma più di tutto, I miss my Sarah!» I bambini, riposto accuratamente tutto il formaggio in una scatola, giunsero insieme a Topogirgio nello spaventoso antro, dove già era stata imbandita una lunghissima tavolata attorno a cui sedevano Rattonero e i suoi scagnozzi, ansiosi di gustare le prelibatezze che gli erano state promesse in cambio della liberazione di Tina. I bambini lasciarono all’ingresso con la scatola ricolma di formaggio Topogrigio che, in men che non si dica, venne calorosamente accolto da Rattonero, che esclamò: «Ci rivediamo, vecchio mio!» L’altro, senza ulteriori indugi, rispose: «Prendi il formaggio e libera Tina, rispetta il nostro accordo!» Ma, Rattonero non aveva assolutamente intenzione di lasciar andare così in fretta Topogrigio, anzi non poté fare a meno di riportargli alla mente proprio quel segreto A tre passi da Tina che, in tutti i modi, aveva cercato di tenere nascosto. Si trovavano entrambi in una piccola imbarcazione, dove, furtivamente, si erano introdotti per cercare un po’ di cibo. Improvvisamente, un’onda altissima rovesciò la barca e Rattonero, col suo tempestivo intervento, salvò la vita a Topogrigio portandolo fino alla riva. Quest’utlimo, allora, in segno della sua gratitudine promise al compagno che gli sarebbe stato eternamente debitore e che, proprio per questo, avrebbe fatto di tutto pur di ripagarlo. Ebbene, per Rattonero era arrivato il momento di avere la sua ricompensa e, quindi, esclamò: «Non solo, mio caro amico, prenderò la scatola di formaggio ma, terrò anche Tina!» E detto ciò, l’antro oscuro si riempì della sua risata malvagia. I bambini che nel frattempo si erano nascosti, capirono che era arrivato il momento di entrare in azione e di mettersi alla ricerca di Tina, approfittando del fatto che tutti gli altri fossero intenti a contemplare la scatola. Infatti, ai gemelli Grattugia era stato assegnato il compito di aprirla e, una volta scoperchiata, Rattonero con un Capitolo nono 73 74 balzo scansò tutti gli altri e con ingordigia ne divorò tutto il contenuto. Allora, i due gemelli capirono di dover porre fine a tutte le angherie che fino ad allora erano stati costretti a sopportare e che, soprattutto, Rattonero non avrebbe dovuto farla più franca. Delusi e rammaricati per aver servito e obbedito per tanto tempo a quel topastro ingrato, si incamminarono verso l’uscita. Intanto, i quattro amici scrutavano attentamente ogni angolo della tana per trovare Tina quando, si accorsero che i gemelli Grattugia si stavano avvicinando al loro nascondiglio. Tentarono in tutti i modi di scappare ma, i gemelli che, fin dall’inizio li avevano scoperti, dissero: «Amici, d’ora in poi potrete contare su tutti quanti noi! Metteremo una volta per tutte fine al crudele regno di Rattonero!» «Evviva!» esultò Marta. «Quindi sarete dalla nostra parte?» replicò Sarah. I bambini non potevano credere che, proprio chi avevano cercato di ingannare, avrebbe prestato loro aiuto e, senza esitare, si fecero svelare il luogo segreto dove era A tre passi da Tina stata nascosta Tina. Era una feritoia così stretta e buia che mai avrebbero pensato di guardarvi dentro! Essi vi sopraggiunsero tutti insieme col fiatone ed entrati nella parte più profonda di quel fatiscente e sudicio buco abbandonato, videro finalmente Tina, rannicchiata in un angolo. Sembrava avesse perso tutto il suo vigore quando… «Sarahhhhhhhhh!!!» esclamò Tina fuori di sé dalla gioia, dopo aver visto che la sua padroncina non l’aveva mai abbandonata. «Tina sono qui, è tutto a posto, ti libereremo in un batter d’occhio!» rispose Sarah che ancora non poteva credere che, di lì a poco, avrebbe tenuto di nuovo stretta tra le mani la sua amata matita. Ma, nessuno aveva visto che Tina era rinchiusa in una gabbia posta così in alto che nessuno di loro sarebbe stato in grado di raggiungerla. Mentre i bambini cercavano di capire come arrampicarsi fino alla gabbia, sentirono una strana vocina provenire dal basso: era Carolina, una rana amica di Topogrigio che, avvicinatasi a loro, disse: Capitolo nono 75 «Salve a tutti, io sono Carolina la rana ballerina che allegra saltella dalla sera alla mattina! Anche se sono piccolina rimbalzo come una pallina, e la mia agilità vi sorprenderà!» 76 E continuò: «So che siete amici di Topogrigio». Sarah annuì e con un filo di voce disse: «Certo, potresti aiutarci a salvare Tina, la mia matita… please?» Carolina, allora, pensò che avrebbe potuto saltare fino a raggiungere la gabbia ma, una volta in cima come avrebbe fatto ad aprirla? Tutto d’un tratto Marta esclamò: «Con la mia forcina per capelli!» Dunque, la rana balzò agilmente fino alla gabbia e con grande maestria riuscì a liberare la piccola Tina che non vedeva l’ora di riabbracciare la sua Sarah. Intanto, Rattonero era tutto intento ad assaporare il A tre passi da Tina deliziosissimo formaggio, quando si accorse che qualcosa non andava. Infatti, sembrava quasi che le sue papille stessero per andare a fuoco e fu così che si accorse dell’inganno! Rattonero cominciò ad urlare con voce strozzata e, spaventato, cercò di far capire che era allergico al peperoncino! Purtroppo per lui, nessuno dei suoi scagnozzi era più disposto ad aiutarlo perché, proprio come i gemelli Grattugia, si erano schierati dalla parte dei bambini. Finalmente, Sarah e Tina si strinsero in un forte abbraccio e si promisero che non si sarebbero più lasciate. Purtroppo però, la promessa, almeno per adesso, non poteva essere mantenuta perché, mentre i bambini si apprestavano a fuggire dall’antro, la tasca dove era stata riposta Tina si scucì completamente, dopo che un filo era rimasto impigliato in un ramo. La matita cadde e, ancora una volta, nessuno se ne accorse ma… Ne siamo davvero sicuri? Capitolo nono 77 CAPITO DECIMO Tante sorprese e… un mare di amicizie Ancora una volta, Tina si ritrovò da sola nell’antro. Iniziò ad urlare: «HELP ME! Questo sembra un incubo da cui non uscirò mai!» Ormai, la povera matita era arrivata a rassegnarsi dinanzi ad una sorte che non voleva proprio abbandonarla. Nel frattempo, Sarah fece ritorno a casa ancora incredula per essere riuscita a salvare la sua piccola amica. Ma, sul punto di riporre Tina nell’astuccio, si accorse che della sfortunata matita non c’era più traccia. Sarah non sapeva più che fare ma, disperarsi non sarebbe servito a niente. Intanto Rattonero, sempre più gonfio a causa del peperoncino, continuava imperterrito a chiedere aiuto e Topogrigio, che non aveva lasciato il nascondiglio, decise di soccorrerlo, mosso dal suo gran cuore. Quindi, lo caricò sul suo dorso e lo portò alla famosa clinica “Micky” dove il dottor Mouse si prese cura di lui. Rattonero non si sarebbe mai aspettato che, dopo aver trattato così male il suo vecchio amico per essersi comCapitolo decimo 79 80 portato in quel modo, Topogrigio lo avrebbe aiutato. Il topo, allora, capì, che era arrivato il momento di mettere da parte tutta la sua malvagità e il suo egoismo e, così facendo, chiese scusa al suo vecchio amico. Il giorno seguente, Rattonero ritornò alla sua tana e trovò Tina che appena lo vide, gridò: «HELP ME! HELP MEEE! Ti prego non farmi del male». Lui la rassicurò dicendole che del vecchio Rattonero non era rimasto che un lontano ricordo e che avrebbe fatto di tutto pur di riconsegnarla alla sua Sarah. Intanto, a scuola Sarah, con gli occhi ancora lucidi, si recò dai suoi amici che mai si sarebbero aspettati che Tina fosse scomparsa di nuovo. I bambini cercarono di tranquillizzare l’amica dicendole, che una volta usciti da scuola, avrebbero ripercorso attentamente la strada che avevano fatto dopo essere fuggiti dall’antro. Iniziarono a cercare la matita, stando alla larga dal covo di Rattonero credendo di esserselo lasciato una volta per tutte alle spalle. Ma, dopo un pomeriggio di ricerche, della matita non c’era nemmeno l’ombra e gli amici non sapevano davvero più cosa fare. Tante sorprese e… un mare di amicizie Nel frattempo Rattonero chiese aiuto a Topogrigio per riportare Tina dalla sua padrona. La mattina dopo Tina era pronta per riprendere il suo posto nel suo astuccio ma, soprattutto, al fianco della sua più grande amica. I due si precipitarono in giardino dove Tina, intravedendo Sarah, esclamò: «I’m here!» ma, nessuno la sentì. Allora, il topo con uno scatto raggiunse i bambini cercando di attirare la loro attenzione ma, l’impresa si complicò perché questi ultimi, impauriti, chiamarono a gran voce il custode che, immediatamente, piazzò trappole in tutta la scuola. Allora, Tina incitò Topogrigio: «Run faster altrimenti la perderemo di vista!» L’altro rispose con un rapido “SQUIT, SQUIT!” e prese la rincorsa, badando ad evitare tutte le trappole. Con quattro balzi riuscì a farsi strada tra i piedi dei bambini, raggiungendo finalmente la porta della classe V A. Ed ecco Sarah che, quando vide Tina, iniziò ad esultare per la gioia. La piccola matita, ancora avvolta dall’abbraccio dell’amica disse: «You’re finally with me! I missed you a lot, Sarah!» Giulio, che non riusciva a capire come Tina avesse fatto a trovare Sarah, come un perfetto Capitolo decimo 81 82 Holmes, chiese alla matita: «Dove sei caduta? Come hai fatto ad arrivare qui?» Allora Tina, cominciò a raccontare delle sue avventure e come la forza dell’AMICIZIA possa rendere migliori. Sarah, avendo sentito che era stato merito di Rattonero se poteva abbracciare di nuovo la sua piccola amica, decise di recarsi insieme agli altri al suo antro e scusarsi per l’inganno tesogli. il loro incontro fu breve perché Tina non vedeva l’ora di tornare a scrivere! Appena arrivata a casa, Sarah felice mostrò Tina ai genitori e si mise subito all’opera. La matita aveva capito che stare insieme agli altri vale di più che essere incoronata regina delle matite e che la forza non viene data dalla mano, ma dalle intenzioni che la muovono. Poi, Tina pensò a tutti quegli oggetti dimenticati nella scatola che erano sempre stati al suo fianco, senza mai abbandonarla e chiese a Sarah di darle una mano nel riconsegnarli ai loro rispettivi proprietari. Così, il giorno seguente, la bambina chiese alla maestra di svuotare il contenuto della scatola sulla cattedra e, non appena fecero capolino il piccolo temperamatite, Tante sorprese e… un mare di amicizie il righello, le penne colorate, le gomme e tutti gli altri oggetti, i bambini poterono stringere tra le loro mai ciò che credevano di aver perso per sempre. Oh…! Che gioia per Tina rivedere i suoi amici finalmente riuniti con i loro proprietari! La matita era riuscita a rendere felice coloro che l’avevano aiutata e questa era la cosa che più le importava. Intanto Filiberto, tutto rosso in viso, chiese scusa alla piccola Sarah, per tutto quello che le aveva fatto. Giulio, compiaciuto osservò la scena e, avvicinò al suo amico, gli strizzò l’occhio e disse: «Give me five!». Filiberto era davvero al settimo cielo, perché finalmente aveva trovato tanti amici. Dopo qualche giorno, Sarah si trovava a scuola, quando all’improvviso qualcuno bussò alla porta e una bambina entrò. La maestra non ebbe nemmeno il tempo di fare le presentazioni che Sarah le saltò addosso, esclamando: «Oh…! Alex, please tell me this is not a dream!» Le due amiche trascorsero insieme l’intera giornata e Sarah ancora non poteva credere che la sua migliore amica fosse lì con lei! Purtroppo, però, Alex doveva fare ritorno in Inghilterra e Sarah, non volendo lasciarla andare senza Capitolo decimo 83 prima averle dato qualcosa di speciale che le permettesse di ricordarsi di lei, le regalò una matita: Fabriano Matitone Italiano. Tina e Fabriano, entrambi amanti della poesia, prima della partenza si lasciarono con queste parole: «L’amicizia è una gran cosa che ti lega per la vita or un giglio ad una rosa una bimba a una matita. La morale è sempre quella quando c’è di mezzo il cuore, ogni cosa è assai più bella se c’è amicizia e se c’è amore. Come in tutte le storie di questi e di altri tempi, vissero tutti amici e contenti». 84 Tante sorprese e… un mare di amicizie Farfalle nello stomaco Where’s Tina Mc Pencil? Lo sgomento di Tina La delusione di Tina Insieme si può fare di più! Amicizia e nuove rivelazioni Gli affari di topogrigio Basta un po’ di peperoncino? A tre passi da Tina Tante sorprese e… un mare di amicizie APPENDICE 1. Farfalle nello stomaco Istituto Comprensivo “C. Puglisi” plesso “Carlo Addario” Acate (RG) – classe V A Dirigente Scolastico Francesco Raffo Docente referente della Staffetta Maria Rita Iacono Docente responsabile dell’Azione Formativa Maria Rita Iacono Gli studenti/scrittori della classe V A Samuele Barbera, Giovanni Cascone, Dario Casì, Eugenio Cavallo, Sharon Città, Tecla Di Bella, Alessandra Di Carlo, Sara Di Paola, Elia Eterno, Michela Fiamma, Asia Fontanella, Matteo Fracanzino, Matteo Gagliano, Nunzio Galesi, Diego Guarino, Noemi Gurrieri, Biagio Lombardo, Chiara Longo, Raffaele Nicoletti, Davide Petino, Giulia Reccavallo, Filippo Rossi, Alysea Salupo, Manuel Sammatrice, Luca Sarta, Cristiano Schembri, Vincenzo Tidona, Alice Vacirca. I disegni sono stati realizzati da: Eugenio Cavallo, Tecla Di Bella, Nunzio Galesi Hanno scritto dell’esperienza: “...Quest’anno è la terza volta che partecipiamo alla Staffetta di Scrittura Creativa e per ogni capitolo abbiamo provato un’emozione nuova. È stato elettrizzante scrivere il primo capitolo e grazie all’esperienza degli anni precedenti questa volta siamo riusciti a immergerci nella storia in pochissimo tempo. Come sempre è stata un’esperienza indimenticabile, divertente ed eccitante perché durante la scrittura si collabora, si discute, si disegna, si gioca e naturalmente si scrive. Ci è piaciuta moltissimo la protagonista della nostra storia, una matita parlante, ma abbiamo voluto introdurre gli aspetti realistici suggeriti dall’autrice dell’incipit cioè la mano e la volontà di Sarah”. APPENDICE 2. Where’s Tina Mc Pencil? Istituto Comprensivo “D. Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe V C Dirigente Scolastico Cecilia Amodio Docente referente della Staffetta Angela Marrone Docente responsabile dell’Azione Formativa Elena Turco Gli studenti/scrittori della classe V C Francesca Abategiovanni,Carola Andreozzi, Isabel Cecere, Mattia Chiacchio, Mattia Costanzo, Angela De Biase, Simone De Dominicis, Giulia De Lucia, Daniel Di Foggia, Raffaele Di Maro, Francescoantonio Di Martino, Gianluca Gorirossi, Daniel Graziano, Paolo Lampitella, Alessia Mazzaro, Sebastiano Gianmaria Messina, Angelica Napoletano, Benedetta Pellegrino, Guglielmo Pepe, Luigi Romano, Giuseppe Sarnataro, Davide Saulino,Andrea Sessa, Benedetta Verde, Camilla Verde, Irene Villano Il disegno è stato realizzato dalla classe V C Hanno scritto dell’esperienza: ... “Gli alunni anche quest’anno hanno accolto con entusiasmo il progetto di contribuire alla stesura di una storia. È stata una gran bella esperienza stimolante, coinvolgente e divertente. Hanno messo in pratica le loro straordinarie capacità creative e le loro competenze della L2. Hanno riflettuto sull’importanza del valore dell’amicizia, sull’importanza del cooperare e sentirsi parte integrante di un gruppo”. APPENDICE 3. Lo sgomento di Tina Istituto Comprensivo “D. Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe V G Dirigente Scolastico Cecilia Amodio Docente referente della Staffetta Angela Marrone Docente responsabile dell’Azione Formativa Luisa Barbato Gli studenti/scrittori della classe V G Emilia Albanese, Martina Andreozzi, Simone Carmine Andreozzi, Lorenzo De Michele, Gennaro Falco, Aldo Gambardella, Simona Pia Gatto, Giulia Griffo, Antonia Cristiana Iapicca, Fabrizio Lauro, Amedeo Lecce, Gaetano Lecce, Maria Diana Malena, Alessandro Manca, Paolo Lucio Matteuzzo, Nicola Claudio Mincione, Brigida Pia Molitierno, Arianna Monachello, Giuseppe Piccirillo, Angelo Primizia, Gabriele Savoia, Maria Beatrice Simonelli, Elisabetta Taglione Il disegno è stato realizzato da Brigida Pia Molitierno Hanno scritto dell’esperienza: “...Avendo già partecipato lo scorso anno, abbiamo aspettato con impazienza l’inizio della staffetta, perché curiosi di conoscere l’incipit e i capitoli precedenti il nostro. Superata l’iniziale preoccupazione di non riuscire a esprimere al meglio le nostre idee, abbiamo lavorato con volontà e determinazione. Grazie Bimed, speriamo di ripetere questa esperienza anche alla Scuola Media”. APPENDICE 4. La delusione di Tina Istituto Comprensivo “D. Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe V F Dirigente Scolastico Cecilia Amodio Docente referente della Staffetta Angela Marrone Docente responsabile dell’Azione Formativa Luisa Barbato Gli studenti/scrittori della classe V F Anna Armonioso,Ilaria Boccini, Simone Cavallaccio, Andrea Cirillo, Nicola Coscione, Raffaele De Luca, Alessandra Del Piano, Mattia Dello Iacono, Paola Esposito, Giulia Fabozzo, Eleonora Grazia Fazioli, Nicola Ferrara, Manuel Gargiulo, Giovanni Giordano, Antonio Marino, Lorenzo Matteucci Rossella Mormile, Michele Mottola, Benito Nogarotto, Giovanni Parisi, Vittoria Pirozzi, Carmen Ruggiero, Raffaele Sbaraglia, Lucia Anna Schiavo, Salvatore Pio Solla, Luisa Laura Verde Il disegno è stato realizzato da: Simone Cavallaccio, Nicola Coscione, Raffaele De Luca, Giovanni Parisi, Raffaele Sbaraglia, Salvatore Pio Solla Hanno scritto dell’esperienza: “...Ringraziamo la Bimed per averci dato l’opportunità di ripetere questa bellissima esperienza. Dopo aver letto l’incipit e i capitoli scritti dalle altre scuole abbiamo lavorato con impegno e motivazione; le idee erano tante e abbiamo fatto fatica a contenerle in mille parole”. APPENDICE 5. Insieme si può fare di più! Scuola Sec. I grado “Dante Alighieri” - gruppo misto classi I H - II D Dirigente Scolastico Michele Gramazio Docente referente della Staffetta Annamaria Compagnone Docente responsabile dell’Azione Formativa Annamaria Compagnone Gli studenti/scrittori della classe I H - II D I H - Alice Follieri, Antonio Scirocco, Bianca Onorato, Eugenio Follieri, Giovanna Apollo, Giulia Altilia, Giusi Palumbieri , Luca Faccilongo, Lucio Tatali, Maria Amoruso, Nicolay Panzano, Sara Abate, Sara Rinaldi. II D - Alessandra Calabrese, Anamaria Cirstea, Andrea De Luca, Carmen Carnevale, Dianiela Piemontese, Daniele Curci, Fabiola Repola, Gabriele De Troia, Ilaria Robecco, Luca Curcelli, Rebecca Vecchiarino, Renzo Randi, Simone Olivieri Il disegno è stato realizzato da: Alice Follieri, Giovanna Apollo Hanno scritto dell’esperienza: “...L’esperienza è stata positiva soprattutto perché abbiamo lavorato insieme ad alunni di un’altra classe. Quello che ci è piaciuto meno, è stata la storia probabilmente adatta a bambini di scuola primaria”. APPENDICE 6. Amicizia e nuove rivelazioni Istituto Comprensivo Borgaro Torinese (TO) – classe V B Dirigente Scolastico Liliana Bodini Docente referente della Staffetta Patrizia Ferri Docente responsabile dell’Azione Formativa Patrizia Ferri, Rosanna Marchetti Gli studenti/scrittori della classe V B Micaela Aschieris, Sofia Cafasso, Michele Carella, Valentina Carpenteri, Caterina Castellano, Manuel Crivellaro, Sara Di Carlo, Andrè Di Napoli, Martina Giraudo, Raffaele Infuso, Swamy Mangeruga, Giorgia Mansella, Lucia Meinardi, Daniele Nocera, Gaia Rossi, Gaia Saletta, Jacopo Serafino, Giulia Suozzo, Marco Telesca, Gabriele Tinnirello, Simone Zingaro Il disegno è stato realizzato da: Sofia Cafasso, Caterina Castellano, Giulia Suozzo, Marco Telesca Hanno scritto dell’esperienza: “...Il nostro capitolo alla fine è diventato più bello di quanto pensassi …” (Gaia S.), “Mi piace scrivere insieme perché eravamo sei teste e avevamo molte idee.” (Micaela),“Ho apprezzato il racconto di Tina Mc Pencil perché è molto fantasioso.” (Caterina), “Quando abbiamo fatto la Staffetta mi sentivo uno scrittore.” (Marco), “è stata una esperienza molto interessante, bella, importante, molto creativa e anche in po’ impegnativa.” (Sofia e Jacopo), “è stato bellissimo lavorare in gruppo e fare i disegni con la china, questa storia ci piace perché è reale ma anche fantastica.” (Swamy, Martina e Valentina), “Appena ho letto l’idea della matita Tina, avevo già tante cose da poter scrivere.” (Simone), “A me è piaciuto lavorare con il mio compagno.” (Lucia) “Scrivere, inventare, cioè fare quasi tutto: questa è la Scrittura Creativa!” (Manuel), “L’esperienza della Staffetta è fantastica, vorremmo ripeterla anche il prossimo anno.” (Daniele e Giulia) APPENDICE 7. Gli affari di topogrigio Istituto Comprensivo Scuola primaria “G. Rodari” di Cesa (CE) - classe IV F Dirigente Scolastico Pietro Corvino Docente referente della Staffetta Domenica Lucia Nicodemo Docente responsabile dell’Azione Formativa Domenica Lucia Nicodemo, Francesca Milone Gli studenti/scrittori della classe IV F Ernesto Bencivenga, Elvira Bianco, Arianna Borzacchiello, Adam Bouazizi, Pietro Bova, Karol Cesario Cesaro, Gessica Ferriero, Pasquale Giaccio, Vittorio Guarino, Marica Iuliano, Bruno Leucoio, Giulio Mangiacapra, Vincenzo Migliaccio, Alessandra Munno, Enza Pagano, Giovanna Pecovela, Antonio Perfetto, Donato Perfetto, Sagliocco Giuseppe, Anna Salpa, Maria Grazia Turco Il disegno è stato realizzato da: Ernesto Bencivenga, Alessandra Munno, Marica Iuliano, Pietro Bova Hanno scritto dell’esperienza: “.. . è il quarto anno che gli alunni si impegnano nella staffetta e con entusiasmo seguono le avventure dei protagonisti e si dilettano ad ipotizzare le varie vicende fantastiche. Tutti gli alunni hanno nominato la loro Mc Pencil e come mascotte l’hanno adottata per le attività preferite. Gli avvenimenti ci hanno consentito di riflettere sul comportamento scolastico e sociale”. APPENDICE 8. Basta un po’ di peperoncino? Primo Circolo Didattico di Comiso (RG) - classe V C Dirigente Scolastico Rosaria Costanzo Docente referente della Staffetta Maria Giuseppa Sallemi Docente responsabile dell’Azione Formativa Enza Elia Gli studenti/scrittori della classe V C Matteo Agosta , Roberta Asta , Paolo Bellio , Enrico Cabibbo , Eleonora Cannella, Francesco Carratello, Davide Cassarino, Mighel Ionut Cirlan , Michele Garofalo, Giuseppe Grazioso, Miryam Gurrieri, Mario Maldonato, Vincenzo Mancuso,Maria Beatrice Meli, Vincenzo Melilli, Nunzio Mezzasalma , Federico Migliore, Cristi Stefanel Nechifor, Lavinia Alexandra Niculae, Federica Peri, Carla Portuese, Marco Re, Pierfrancesco Sallemi, Cosmin Costantin Ungureanu Il disegno è stato realizzato da: Michel Ionut Cirlan, Federica Peri, Marco Re, Miryam Gurrieri Hanno scritto dell’esperienza: “...La storia ci ha appassionato sin dai primi capitoli ed ognuno di noi ha sbrigliato la fantasia cercando di immaginare i personaggi, (dando loro precise caratteristiche) creando nuovi personaggi e inventando di sana pianta una storia ricca di colpi di scena ed imprevisti”. APPENDICE 9. A tre passi da Tina Istituto Comprensivo “Parente” plesso “Diaz” Aversa (CE) – classi V A/B Dirigente Scolastico Enrichetta Ferrara Docente Referente Staffetta Rosa Ferrara Docenti Responsabili dell’Azione Formativa Giuseppina Sarracino, Giuseppina Colella Gli studenti/scrittori delle classi V B - Luigi Capogrosso, Francesca Citarella, Maria Rebecca De Gaetano, Martina Della Puca, Maria Di Santo, Francesco Fadda, Hosine Rami Ghoudelbourk, Alessandro Lecce, Marco Leccia, Mariarka Macchia, Mirko Manzo, Chiara Merola, Raffaele Mincione, Martina Orabona, Alessandra Palmieri, Ilario Panaro, Mattia Spena, Salvartore Vitale. V A - Federica Comune Alessandra De Paola, Maria Del Canto, Miriam Diana, Nicola Maddalena, Flavia Molitierno, Gaia Oliva, Veronica Petrarca, Vincenzo Rammairone, Lee Dominic Santos, Francesca Pia Tanda, Mahlet Tebebe, Elisa Zuppa Il disegno è stato realizzato dal gruppo classe V A Hanno scritto dell’esperienza: “…Questa esperienza ci ha arricchito molto, è stata un’attività creativa che ci ha regalato il piacere di lavorare uniti. Raccogliere tante idee e metterle insieme, ci ha consentito di lavorare in armonia senza competizioni, perché ogni idea nuova era migliore dell’altra. Ci siamo sentiti un po’scrittori, un po’ protagonisti e un po’ attori. È stata una bella sensazione poter decidere il seguito di una storia simpatica e divertente”. APPENDICE 10. Tante sorprese e… un mare di amicizie Istituto Comprensivo “Santa Croce” Sapri (SA) - gruppo misto classi V Dirigente scolastico Corrado Limongi Docente referente della staffetta Umberto Del Duca Docenti responsabili dell’azione formativa Domenica Maria Celano, Annamaria Russomando Gli alunni/ scrittori delle classi V V A/B - Claudia D’Ambrisi, Tommaso D’Amico, Alfredo De Lucia, Annalaura Disperso, Marialudovica Disperso, Elene Farris, Iacopo Gangemi, Carmine Giudice, Martorelli Manila, Antonio Paradiso V - plesso Villamare: Lorenzo Brandi, Iris Cattel , Maria Elisa Lembo V - plesso Torraca: Carmen Casullo, Maria Antonietta Sarno V - plesso Vibonati: Erik Martorelli, Luigi Serra Il disegno è stato realizzato da Lorenzo Beatie e Alfredo De Lucia Hanno scritto sull’esperienza: “…I piccoli scrittori sono sempre affascinati dal mondo fantastico, i nostri in particolare hanno scritto la fine della storia e fantasticando hanno inondato i fogli con fiumi di parole. Una cosa è certa hanno capito che essere amici è bello e dà gioia e che la condivisione dei sentimenti rende tutti più forti e disponibili verso gli altri. Thanks, insieme ci siamo divertiti tanto…” INDICE Incipit di ANNACHIARA MONACO .......................................................... pag 17 Cap. 1 Farfalle nello stomaco ..........................................................................» 19 Cap. 2 Where’s Tina Mc Pencil? ......................................................................» 25 Cap. 3 Lo sgomento di Tina ..............................................................................» 31 Cap. 4 La delusione di Tina ...............................................................................» 39 Cap. 5 Insieme si può fare di più! ....................................................................» 45 Cap. 6 Amicizia e nuove rivelazioni ..............................................................» 51 Cap. 7 Gli affari di Topogrigio ........................................................................» 57 Cap. 8 Basta un pizzico di peperoncino? ..................................................» 63 Cap. 9 A tre passi da Tina .................................................................................» 71 Cap. 10 Tante sorprese e… un mare di amicizie .....................................» 79 Appendici .................................................................................................................» 85 Finito di stampare nel mese di aprile 2015 dalla Tipografia Gutenberg di Fisciano (SA), Italy ISBN 978-88-6908-087-6