Il professore legge in classe Daniel Pennac Daniel Pennac (1944) è nato a Casablanca, in Marocco. Dopo la laurea in Lettere, ha insegnato a lungo in un liceo parigino. Autore di libri per bambini, romanzi e saggi, si è segnalato soprattutto per il ciclo narrativo che si impernia sul personaggio di Benjamin MaZaussène, un uomo che funge sempre da capro espiatorio, assumendo su ài sé la colpa di tutto quello che non funziona nel grande magazzino in cui lavora. I romanzi di questo ciclo - II paradiso degli orchi (1991); La prosivendola (1991); La fata carabina (1992); Signor Malaussène ( 1995) — rimangono i migliori nella produzione di Pennac. Molto apprezzato è stato anche il saggio sulla lettura, intitolato Come un romanzo (1993). Nel suo libro Come un romanzo, Pennac ha proposto una riflessione sulla lettura. Partendo dalla constatazione che i giovani d'oggi non sono interessati a leggere e che le esortazioni dei genitori e degli insegnanti risultano per lo più inefficaci, ha cercato di individuare i motivi di questo rifiuto e ha proposto alcune soluzioni. Tutto ciò in maniera tutt'altro che pedante, anzi intelligente e ironica, come si può osservare nelle pagine che riportiamo, dedicate alla lettura a scuola. Sotto accusa, infatti, è anche l'istituzione scolastica, da molti ritenuta responsabile della disaffezione verso la lettura, perché la presenterebbe ai ragazzi non come un piacere ma come un obbligo, reso più gravoso dalla consuetudine di far eseguire una serie di esercizi sul testo. Vediamo che cosa propone Pennac per far riscoprire il piacere della lettura agli studenti di una scuola superiore. - Bene - , dice il prof, - visto che non vi piace leggere... sarò io a leggervi dei libri. Senza transizione, apre la cartella e tira fuori un librone grossissimo, un affare cubico, veramente enorme, dalla copertina patinata. Quanto di più impressionante si possa immaginare in fatto di libri. - Ci siete? Non credono né ai loro occhi né alle loro orecchie. Quel tizio ha inten- i La moie del libro sembra fatta apposta i per stupire e i scoraggiare | \e di leggere tutto quell'affare7. Ma ci plessità... Anche una certa tensione... Non esiste! Un prof che si propone j di passare tutto l'anno a leggere. O è proprio uno che non ha voglia di far j niente, oppure... gatta ci cova. C'è sotto qualche fregatura. Ci toccherà farci la quotidiana lista di vocaboli, il resoconto di lettura... Si guardano. Alcuni, non si sa mai, si piazzano davanti un foglio e mettono le bic in posizione di attacco. - No, no, è inutile prendere appunti. Cercate solo di ascoltare. Si pone allora il problema dell'atteggiamento. Che cosa ne è di un corpo in un'aula scolastica, se non ha più l'alibi della penna a sfera e del foglio \? Che cosa si può mai fare di sé in u Un'esortazione ad adottare un - Mettetevi comodi^.rilassatevi... atteggiamentorilassatevi...) di \, figurati... disponibilità verso quello che verrà lettn u n i t à 2 Letture a voce alta 29 Ma siccome la curiosità finisce per avere la meglio, Banana-e-stivaletti1 domanda: - Ci leggerà tutto quei libro... a voce alta? - Non vedo come potresti sentirmi se leggessi a voce bassa. . . Discreta ridacchiata. Ma la giovane Vedova siciliana non ci sta. In un mormorio abbastanza forte per essere sentito da tutti, dice: - Abbiamo passato l'età. Pregiudizio comunemente diffuso. . . soprattutto fra coloro che non hanno mai ricevuto il vero dono di una lettura. Gli altri sanno che non c'è età per Sei d'accordo? Oppure anche tu ritieni che la questo genere di regali. lettura a voce alta sia - Se fra dieci minuti sarai ancora dell'idea di aver passato l'età, alzi la legata all'infanzia? mano e facciamo qualcos'altro. D'accordo? — Che libro è? — domanda Calze inglesi, con un tono che ha detto cose peggiori. - Un romanzo. - E di cosa parla? - Difficile dirlo prima di averlo letto. Bene, ci siamo? Fine delle trattative. Si parte. Ci sono... Scettici, ma ci sono. - Capitolo primo: «Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca non povera di geniali e scellerate figure2». «al tempo di cui parliamo, nelle città regnava un puzzo a stento immaginabile per noi moderni. Le strade puzzavano di letame, i cortili interni di orina, le trombe delle scale di legno marcio e di stereo di ratti, le cucine di cavolo andato a male e di grasso di montone; le stanze non aerate puzzavano di polvere stantia, le camere da letto di lenzuola bisunte, dell'umido dei piumini e dell'odore pungente e dolciastro di vasi da notte. Dai camini veniva puzzo di zolfo, dalle concerie veniva il puzzo di solventi, dai macelli puzzo di sangue rappreso. La gente puzzava di sudore e di vestiti non lavati; dalle bocche veniva un puzzo di denti guasti, dagli stornaci un puzzo di cipolle, dai corpi, quando non erano più tanto giovani, veniva un puzzo di formaggio vecchio e latte acido e malattie tumorali. Puzzavano i fiumi, puzzavano le piazze, puzzavano le chiese, c'era puzzo sotto i ponti e nei palazzi. Il contadino puzzava come il prete, l'apprendista come la moglie del maestro, puzzava 1. Banana-e-stivaletti: il professore ha attribuito, dentro di sé, dei soprannomi agli allievi in rapporto al loro aspetto e abbigliamento. Ne troverai altri nel 30 seguito del testo. 2. Nel diciottesimo secolo . scellerate figure: sono le prime righe del romanzo // profumo (Longanesi, Milano) di Ratrick Sùskind, s e z i o n e O La lettura narrata scrittore tedesco vivente, in cui si narra la storia di un individuo che, dotato di uno straordinario senso dell'olfatto, decide di sfruttare questa Inizia la descrizione, assai efficace nel suo realismo, degli odori di Parigi. dote diventando un profumiere, con l'obiettivo di fabbricare un profumo in grado di soggiogare i sensi altrui. Cari Olaf Larsson, The learning recess, pari, 1942. tutta la nobiltà, perfino il re puzzava, puzzava come un animale feroce, e la regina come una vecchia capra, sia d'estate sia d'inverno...». Caro signor Sùskind, grazie! Le sue pagine esaltano un odore di selvatico che dilata le narici e torce le budella dal ridere. Mai il suo Profumo ebbe lettori più entusiasti di quei trentacinque, così poco disposti a leggerlo. Trascorsi i primi dieci minuti la prego di credere che la Vedova siciliana la trovava assolutamente adatto alla sua età. Era quasi commovente, con tutte le j smorfie che faceva per impedire alla sua risata di soffocarle la prosa; Calze ! inglesi spalancava occhi grandi come orecchie, e — sst! porca miseria, vuoi | star zitto! - , appena uno dei compagni si lasciava andare all'ilarità. Eppure, non è successo niente di straordinario. Il merito del professore è quasi nullo in tutta la vicenda. Il fatto è che il piacere di leggere era vicinissimo, imprigionato in quelle soffitte adolescenti da una paura segreta: la paura (molto molto antica) di non capire. Avevano semplicemente dimenticato che cos'era un libro, cos'aveva da offrire. Avevano dimenticato, per esempio, che un romanzo racconta prima di tutto una storia. Non sapevano che un romanzo doveva essere letto come un romanzo: placare prima di tutto la nostra sete di racconto. Per soddisfare questa voglia si erano affidati da tempo al piccolo schermo, che sbrigava il suo lavoro a catena, infilando cartoni animati, telefilm, telenovele e film gialli in una collana senza fine di stereotipi intercambiabili: la nostra dose quotidiana di finzione. La testa si riempie come si riempie la pancia, ci si sente sazi, ma il corpo non assimila niente. Digestione immediata. Dopo, ci si sente soli come prima. unità 2 Pennac individua il principale motivo che scoraggia i giovani dal leggere. Presupposto di ogni lettura è il bisogno di racconto. Letture a voce alta 31 Con la paura pubblica del Profumo si sono trovati di fronte a Sùskind: una storia, certo, un bel racconto, strano e barocco, ma anche una voce, quella di Sùskind (più avanti, in un tema, lo chiameranno «stile»). Una storia, sì, ma raccontata da qualcuno. - Incredibile l'inizio, eh prof: «le camere da letto puzzavano... la gente puzzava... puzzavano i fiumi, puzzavano le piazze, puzzavano le chiese... il re puzzava» e a noi che ci proibiscono le ripetizioni! Però è bello, eh? E forte, ma è anche bello, no? Sì, il fascino dello stile accresce il piacere dato dal racconto. Girata l'ultima pagina, l'eco di quella voce ci tiene compagnia. E poi, la voce di Sùskind, anche attraverso il duplice filtro della traduzione e della voce del prof, non è quella di Màrquez3, — questo si nota subito! — , o di Cab/ino4. Da ciò la strana impressione che, mentre lo stereotipo parla a tutti la stessa lingua, Sùskind, Màrquez e Calvino, parlano il loro proprio linguaggio, si rivolgono solo a me, raccontano la loro storia solo per me, giovane Vedova siciliana. Chiodo senza moto, Banana-e-stivaletti, per me, Calze inglesi, che già non confondo più le loro voci e mi concedo delle preferenze. [...] Certo, la voce del professore ha contribuito alla riconciliazione5. Risparmiando lo sforzo della decodificazione6, delineando chiaramente le situazioni, dipingendo le scene, incarnando i personaggi, sottolineando i temi, accentuando le sfumature, facendo nel modo più chiaro possibile il suo lavoro di rivelatore fotografico. Ma ben presto la voce del professore diventa un'interferenza: piacere parassita di una gioia più sottile7. - Il fatto che lei legga, ci aiuta prof, ma poi sono contento di ritrovarmi solo con il libro. [-.] Il vero piacere del romanzo è tutto nella scoperta di questa intimità paradossale: l'autore e io... La solitudine della scrittura che invoca la resurrezione del testo attraverso la mia voce muta e solitària. In tutto questo il professore è soltanto una mezzana ed è giunto il momento che se ne vada in punta di piedi. I ragazzi sono ormai in grado di andare oltre la storia, per gustare il modo in cui essa è raccontata, lo stile dell'autore. Il professore ha raggiunto il suo scopo: gli studenti ormai desiderano essere lettori autonomi. D. Pennac, Come un romanzo, trad. di Y. Melaouah, Feltrinelli, Milano. 3. Màrquez: Cabrici Garcfa Màrquez (nato nel 1928), lo scrittore colombiano ben noto in Europa per i suoi numerosi romanzi, a partire da Cent'anni di solitudine, forse il suo capolavoro. 4. Calvino: Italo Calvino (1923-1985), autoredi racconti e romanzi 32 caratterizzati da una prosa agile e accattivante; dalla trilogia / nostri antenati a Marcovaldo, Le cosmicomiche, Ti con zero, Le città invisibili, Se una notte d'inverno un viaggiatore, Palomar (per citare solo alcuni titoli). s e z i o n e O La lettura narrata 5. alla riconciliazione: alla riconciliazione con la lettura, cioè a ritrovare il gusto di leggere. 6. decodificazione: analisi e comprensione dei contenuti del testo. 7. piacere parassita di una gioia più sottile: una volta riscoperto il piacere di leggere, la lettura a voce alta del professore viene percepita quasi come un'intrusione; i ragazzi desiderano provare la gioia più sottile del contatto diretto, individuale, con il testo. GUIDA ALLA LETTURA L'analisi di Pennac Quando uscì, agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, Come un romanzo suscitò parecchio interesse, soprattutto in coloro - insegnanti che quotidianamente potevano sperimentare la frustrazione di chi, persuaso che la lettura sia un'attività importante, da incentivare nei propri allievi, si scontravano con l'indifferenza e il rifiuto dei giovani, al più disposti ad accettare con rassegnazione l'«obbligo» di leggere, senza alcuna partecipazione ed entusiasmo. All'epoca, la «rivale» del libro veniva individuata nella televisione, che forniva racconti di più facile fruizione: le puntate di una telenovela richiedono indubbiamente meno concentrazione rispetto alla lettura. La scommessa della lettura a voce alta La scommessa del professore di cui parla il brano consiste nel rendere la lettura di un romanzo più interessante rispetto alla visione di un serial televisivo. Per raggiungere l'obiettivo, egli predispone un percorso a tappe. Il punto di partenza è leggere a voce alta, in classe, le pagine di un romanzo contemporaneo: non un classico, dunque, ma un'opera scelta perché giudicata capace di suscitare attenzione e coinvolgimento. Ai propri allievi, il professore chiede soltanto di ascoltare, con atteggiamento rilassato e senza preconcetti (ad esempio, quello che la lettura a voce alta sia da riservare ai bambini). La sua voce, capace di dare la giusta intonazione alle frasi, di colorire le scene e i personaggi, aiuta gli studenti a comprendere, facendo loro superare la paura di non capire. Ma il professore è un semplice intermediario, perché ben presto i ragazzi sanno riconoscere la voce dell'autore, la sua impronta, il suo stile. Non solo, dunque, apprezzano la storia narrata, ma anche il timbro inconfondibile dell'autore, quello che distingue quel racconto da altri che hanno letto, di altri autori. Sono ormai pronti per l'ultima tappa: la lettura autonoma, silenziosa, che permetterà di sperimentare una intimità paradossale: l'autore e io. Chi legge sa che uno dei piaceri connessi a quest'attività è appunto quello di confrontarsi con l'autore, in una sorta di dialogo che non conosce barriere di tempo e di spazio. Ogni lettura è una resurrezione del testo, che rimarrebbe muto e inerte se non esistesse un lettore desideroso di porsi in sintonia con esso. LABORATORIO Per comprendere 1 Quando il professore annuncia che leggerà un romanzo a voce alta, gli studenti reagiscono con perplessità. Quali sono i loro dubbi e preconcetti? Ritrovali nel testo. 2 Quale libro viene letto dal professore? 3 II romanzo scelto piace agli studenti perché: a. è realistico e capace di far ridere; b. racconta una storia singolare; e. è scritto in stile ricercato. 4 Gli studenti dispongono di un precedente bagaglio di letture che consente loro di paragonare lo stile del romanzo con quello di altri autori: quali di essi vengono citati? 5 Quale risultato finale ha ottenuto il professore con il suo esperimento di lettura a voce alta? a. gli studenti gli chiedono di leggere un altro romanzo a voce alta; b. gli studenti dichiarano di essersi annoiati; e. gli studenti desiderano proseguire la lettura per conto proprio. unità 2 Letture a voce alta 33 Per riflettere e discutere 1 Esprimi la tua opinione sulla lettura di romanzi a voce allo, confrontandoti con i tuoi compagni sui seguenti punti: a. secondo te, è adatta solo ai bambini? b. ti è capitato di ascoltare alla radio, o alla televisione, o a teatro, letture a voce alta di testi letterari? Quali impressioni ne hai ricavato? e. secondo te, è praticabile la lettura di un intero romanzo a voce alta a scuola? Ti piacerebbe che si attuasse un esperimento come quello descritto da Pennac? 2 Pennac individua nella televisione la principale nemica della lettura degli adolescenti. Questa diagnosi è ancora vera? Oppure esistono altri «rivali» della lettura? Confrontati con i tuoi compagni anche su questo punto. 3 Nell'ultima parte del passo riportato, Pennac registra le tappe attraverso le quali gli studenti sono divenuti lettori desiderosi di cimentarsi da soli con il testo. Ricostruisci questo percorso, citando eventualmente qualche frase significativa. 4 II protagonista de // giovane Hoìden di J. D. Salinger, un adolescente difficile espulso dal collegio in cui studiava per lo scarso profitto, così descrive il suo rapporto con i romanzi: II libro che stavo leggendo era quello che avevo preso in biblioteca per sbaglio. Mi avevano dato un libro sbagliato, e io non me n'ero accorto finché non ero tornato in camera mia. Mi avevano dato La mia Africa di Isak Dinesen1. Io credevo che fosse una porcheria, e invece no. Era un libro bellissimo. Io sono di un'ignoranza crassa, ma leggo a tutto spiano. [...] I libri che mi piacciono di più sono quelli che almeno ogni tanto sono un po' da ridere. Leggo un sacco di classici, come li ritorno dell'indigeno2 e via discorrendo, e mi piacciono, e leggo un sacco di libri di guerra e di gialli e via discorrendo, ma non è che mi lascino proprio senza fiato. Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira. Non succede spesso, però. J. D. Salinger, li giovane Hoìden, trad. di A. Motti, Einaudi, Torino. Nel passo che ti abbiamo proposto sai trovare affermazioni che collimano con quelle del brano di Pennac? Cerca di individuarle e domandati se la tua esperienza di lettore abbia qualche punto di contatto con quella del giovane Hoìden. 1. Isak Dinesen: pseudonimo della scrittrice danese Karen Blixen 34 (1885-1962), vissuta a lungo in Kenya; La mia Africa ricorda appunto s e z i o n e O La lettura narrata quell'esperienza. 2. Il ritorno dell'indigeno: romanzo dello scrittore inglese Thomas Hardy (1840-1928), ambientato nel mondo dei contadini. In questa unità • • constaterai come le letture a voce alta dell'infanzia restino impresse nella memoria dell'adulto leggerai il racconto di una lettura a voce alta fatta a scuola La lettura serale della mamma Marcel Proust [biografia-»P.i5i Nella Strada di Swann, prima parte del romanzo Alla ricerca del tempo perduto, Marcel Proust rievoca l'infanzia del protagonista. La pagina che proponiamo racconta una situazione non frequente per Marcel; i suoi genitori ritenevano che la sua indole ipersensibile dovesse essere corretta abituandolo a restare solo la sera, nella propria camera. In questa circostanza, invece, la mamma ha avuto dal padre l'autorizzazione a trascorrere la notte con il figlio, per placare la sua irrequietudine e la sua ansia. Prima del sonno, la mamma legge a Marcel alcune pagine di un romanzo di George Sand. La mamma sedè accanto al mio letto; aveva preso Francois le Champi\, con la sua copertina rossastra e il su me una personalità ben distinta e una attrattiva misteriosa. Non avevo ancora mai letto veri romanzi. Avevo sentito dire che George Sand era il romanziere tipico. Questo già mi predisponeva a vedere in Francois le Chompi qualcosa d'indefinibile e di delizioso. I metodi narrativi destinati a suscitare curiosità o commozioni, certi modi d'esprimersi che svegliano l'inquietudine e la malinconia, e che un lettore un po' istruito riconosce come comuni a molti romanzi, mi apparivano semplicemente - a me che Consideravo un libro nuovo non come una cosa che avesse molti simili, ma come una persona unica, senz'altra ragione d'esistere che se stessa - un'emanazione conturbante dell'essenza particolare di Francois le Champi. Sotto quegli avvenimenti così quotidiani, quelle cose tanto comuni, quelle parole solite, j sentivo come un'intonazione, un'accentuazione strana. Cominciò l'intrec- •, 1. Francois le Champi Francesco il trovatello, uno dei tanti romanzi di George Sand (uno pseudonimo 26 maschile che cela un'identità femminile), una scrittrice dell'Ottocento francese della cui produzione si apprezzano soprattutto s e z i o n e O La lettura narrata i romanzi definiti «campestri» per l'ambientazione; Proust ne ammirava lo stile. II bambino è già educato alla lettura, che vive con partecipazione intensa. ciò: esso mi parve tanto più oscuro in quanto a quel tempo, leggendo, spesso mi mettevo a fantasticare su tutt'altra cosa per delle pagine intere. E alle lacune che quella mia distrazione lasciava nel racconto, quando era la mamma a leggermi ad alta voce, s'aggiungeva il fatto che lei saltava via tutte le scene d'amore. Così tutti i mutamenti bizzarri che hanno luogo nel rispettivo contegno della mugnaia e del ragazzo, e che non trovano spiegazioni se non nel progredire di un nascente amore, mi sembravano segnati d'un profondo mistero di cui mi figuravo volentieri che la fonte fosse in quel nome «Champi», sconosciuto e così dolce, che avvolgeva il ragazzo che lo portava, senza ch'io sapessi perché, del suo colore vivo, purpureo e incantevole. Se mia madre era una lettrice infedele2, era anche, per le opere in cui sentiva gli accenti d'un sentimento vero, una lettrice ammirevole per l'interpretazione rispettosa e semplice, per la bellezza e dolcezza del suono di voce. Anche nella vita, quando non più opere d'arte ma esseri umani suscitavano così la sua pietà o la sua ammirazione, era commovente vedere con qual deferenza3 toglieva alla sua voce, ai suoi gesti, alle sue parole, quell'alterigia scintillante che avrebbe potuto far male alla madre che in altro tempo avesse perduto una sua creatura, quella rievocazione d'una festa, di un anniversario che al vecchio avrebbe potuto ricordare la sua età avanzata, quel discorso di natura domestica che avrebbe infastidito il giovane studioso. Nello stesso modo, quando leggeva la prosa di George Sand, che spira sempre quella bontà, quella signorilità morale che la mamma aveva imparato dalla nonna a ritenere come superiori a tutto nella vita, [...] attenta a bandire4 dalla sua voce ogni meschineria, ogni affettazione che avrebbe potuto impedire a quel flusso potente d'esservi accolto, ella dava tutta l'affettuosità naturale, tutta l'ampia dolcezza che richiedevano, a quelle frasi che parevano scritte per la sua voce e che rientravano per così dire intere nel registro della sua sensibilità. Ella ritrovava, per attaccarle nel loro giusto tono, l'accento cordiale preesistente che le ha dettate, ma che le parole non indicano affatto; grazie ad esso, attutiva di passaggio ogni crudezza nei tempi dei verbi, dava all'imperfetto e al passato remoto la dolcezza che è nella bontà, la malinconia che è nella tenerezza, guidava la frase che finiva verso quella che stava per cominciare, ora affrettando, ora rallentando il cammino delle sillabe, per farle entrare, nonostante le loro quantità differenti, in un ritmo uniforme5, e insufflava6 a quella prosa così comune una specie di vita sentimentale continua. Nel ricordo dello scrittore adulto rivivono le doti di lettrice della madre. La lettrice sa accordare l'intonazione della propria voce a quella del testo. | M. Proust, La strada di Swann, trad. di N. Ginzburg, Einaudi, Torino. I 2. infedele: come è stato detto prima, la mamma saltava le scene d'amore, quindi non era fedele al testo. 3. deferenza: rispetto. 4. bandire: escludere. 5. per farle entrare ... in un ritmo uniforme: le sillabe possono essere distinte in lunghe o brevi (quantità); l'alternarsi delle une alle altre crea il ritmo della prosa, che la lettrice sa rendere alla perfezione. 6. insufflava: imprimeva, instillava. unità 2 Letture a voce alta 27 GUIDA ALLA LETTURA Un intenso legame affettivo Nel vasto romanzo della memoria che è Alla ricerca del tempo perduto, l'autore sa far rivivere il tempo passato non soltanto negli episodi che lo hanno segnato, ma anche e soprattutto nei sentimenti che lo hanno accompagnato, forse allora inconsapevoli, ma ora riconosciuti dalla sensibilità dell'adulto. Questa particolare caratteristica della narrazione di Proust, la sua cifra inconfondibile, emerge anche dalla pagina che abbiamo letto. La situazione è quella che tutti i bambini hanno sperimentato, quando la mamma (o qualche altra persona adulta) leggeva loro una storia per accompagnarli nel passaggio dalla veglia al sonno. Il fascino della rievocazione proustiana consiste nel far percepire al lettore l'intenso legame affettivo fra il bimbo e la madre; un sentimento certo indipendente dalla lettura, ma per così dire esaltato e reso tangibile dalla circostanza della lettura serale. La solitudine che il bambino teme è cancellata dalla Robert Falk, Natura morta con libri, 1921. presenza della madre; il fatto, poi, che ella legga a voce alta e con grande dolcezza, oltre che con maestria interpretativa, aggiunge conforto e rassicurazione. Ogni lettura a voce alta crea un rapporto comunicativo non soltanto con il testo, ma anche tra chi legge e chi ascolta. LABORATORIO Per comprendere 1 In quali circostanze avviene la lettura a voce alta rievocata da Proust? 2 La madre viene definita una lettrice infedele: perché? 3 La madre è subito dopo definita una lettrice ammirevole: quali doti la rendono tale? Per riflettere e discutere 1 Nel testo si parla di un romanzo francese dell'Ottocento probabilmente sconosciuto a un giovane italiano. Secondo te, questo pregiudica la comprensione di quanto l'autore narra? 2 ... a quel tempo, leggendo, spesso mi mettevo a fantasticare su tutt'altra cosa per delle pagine intere. Ti riconosci in una tale affermazione? Ti è capitato, oppure ti capita, di fantasticare nel corso della lettura? Sai individuarne i motivi? 3 Dalla rievocazione della madre che legge al bambino trapela il profondo affetto e l'ammirazione dello scrittore adulto per lei. Sei d'accordo con questa affermazione? Sai motivarla con riferimenti al testo? 28 s e z i o n e O La lettura narrata