Il professore legge in classe
Daniel Pennac
Daniel Pennac (1944) è nato a Casablanca, in Marocco. Dopo la laurea in Lettere, ha insegnato a lungo in
un liceo parigino. Autore di libri per bambini, romanzi e saggi, si è segnalato soprattutto per il ciclo narrativo
che si impernia sul personaggio di Benjamin MaZaussène, un uomo che funge sempre da capro espiatorio, assumendo su ài sé la colpa di tutto quello che non funziona nel grande magazzino in cui lavora. I romanzi di questo ciclo - II paradiso degli orchi (1991); La prosivendola (1991); La fata carabina (1992); Signor
Malaussène ( 1995) — rimangono i migliori nella produzione di Pennac. Molto apprezzato è stato anche il saggio sulla lettura, intitolato Come un romanzo (1993).
Nel suo libro Come un romanzo, Pennac ha proposto una riflessione sulla lettura. Partendo dalla constatazione che i giovani d'oggi non sono interessati a leggere e che le esortazioni dei genitori e degli insegnanti risultano per lo più inefficaci, ha cercato di individuare i motivi di questo rifiuto e ha proposto alcune soluzioni. Tutto ciò in maniera tutt'altro che pedante, anzi intelligente e ironica, come
si può osservare nelle pagine che riportiamo, dedicate alla lettura a scuola. Sotto
accusa, infatti, è anche l'istituzione scolastica, da molti ritenuta responsabile
della disaffezione verso la lettura, perché la presenterebbe ai ragazzi non come
un piacere ma come un obbligo, reso più gravoso dalla consuetudine di far eseguire una serie di esercizi sul testo. Vediamo che cosa propone Pennac per far
riscoprire il piacere della lettura agli studenti di una scuola superiore.
- Bene - , dice il prof, - visto che non vi piace leggere... sarò io a leggervi dei libri.
Senza transizione, apre la cartella e tira fuori un librone grossissimo, un
affare cubico, veramente enorme, dalla copertina patinata. Quanto di più
impressionante si possa immaginare in fatto di libri.
- Ci siete?
Non credono né ai loro occhi né alle loro orecchie. Quel tizio ha inten-
i
La moie del libro
sembra
fatta apposta
i per stupire
e
i scoraggiare
|
\e di leggere tutto quell'affare7. Ma ci
plessità... Anche una certa tensione... Non esiste! Un prof che si propone j
di passare tutto l'anno a leggere. O è proprio uno che non ha voglia di far j
niente, oppure... gatta ci cova. C'è sotto qualche fregatura. Ci toccherà farci
la quotidiana lista di vocaboli, il resoconto di lettura...
Si guardano. Alcuni, non si sa mai, si piazzano davanti un foglio e mettono le bic in posizione di attacco.
- No, no, è inutile prendere appunti. Cercate solo di ascoltare.
Si pone allora il problema dell'atteggiamento. Che cosa ne è di un corpo
in un'aula scolastica, se non ha più l'alibi della penna a sfera e del foglio \? Che
cosa si può mai fare di sé in u
Un'esortazione ad
adottare un
- Mettetevi comodi^.rilassatevi...
atteggiamentorilassatevi...)
di
\, figurati...
disponibilità verso
quello che verrà lettn
u n i t à 2 Letture a voce alta
29
Ma siccome la curiosità finisce per avere la meglio, Banana-e-stivaletti1
domanda:
- Ci leggerà tutto quei libro... a voce alta?
- Non vedo come potresti sentirmi se leggessi a voce bassa. . .
Discreta ridacchiata. Ma la giovane Vedova siciliana non ci sta. In un
mormorio abbastanza forte per essere sentito da tutti, dice:
- Abbiamo passato l'età.
Pregiudizio comunemente diffuso. . . soprattutto fra coloro che non hanno
mai ricevuto il vero dono di una lettura. Gli altri sanno che non c'è età per Sei d'accordo? Oppure
anche tu ritieni che la
questo genere di regali.
lettura a voce alta sia
- Se fra dieci minuti sarai ancora dell'idea di aver passato l'età, alzi la legata all'infanzia?
mano e facciamo qualcos'altro. D'accordo?
— Che libro è? — domanda Calze inglesi, con un tono che ha detto cose
peggiori.
- Un romanzo.
- E di cosa parla?
- Difficile dirlo prima di averlo letto. Bene, ci siamo? Fine delle trattative. Si parte.
Ci sono... Scettici, ma ci sono.
- Capitolo primo:
«Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca non povera di geniali e scellerate figure2».
«al tempo di cui parliamo, nelle città regnava un puzzo a stento immaginabile per noi moderni. Le strade puzzavano di letame, i cortili interni di
orina, le trombe delle scale di legno marcio e di stereo di ratti, le cucine di
cavolo andato a male e di grasso di montone; le stanze non aerate puzzavano di polvere stantia, le camere da letto di lenzuola bisunte, dell'umido dei
piumini e dell'odore pungente e dolciastro di vasi da notte. Dai camini veniva puzzo di zolfo, dalle concerie veniva il puzzo di solventi, dai macelli puzzo
di sangue rappreso. La gente puzzava di sudore e di vestiti non lavati; dalle
bocche veniva un puzzo di denti guasti, dagli stornaci un puzzo di cipolle, dai
corpi, quando non erano più tanto giovani, veniva un puzzo di formaggio
vecchio e latte acido e malattie tumorali. Puzzavano i fiumi, puzzavano le
piazze, puzzavano le chiese, c'era puzzo sotto i ponti e nei palazzi. Il contadino puzzava come il prete, l'apprendista come la moglie del maestro, puzzava
1. Banana-e-stivaletti: il
professore ha attribuito,
dentro di sé, dei soprannomi
agli allievi in rapporto al
loro aspetto e abbigliamento.
Ne troverai altri nel
30
seguito del testo.
2. Nel diciottesimo secolo .
scellerate figure: sono le
prime righe del romanzo
// profumo (Longanesi,
Milano) di Ratrick Sùskind,
s e z i o n e O La lettura narrata
scrittore tedesco vivente, in
cui si narra la storia di un
individuo che, dotato
di uno straordinario senso
dell'olfatto, decide
di sfruttare questa
Inizia la descrizione,
assai efficace nel suo
realismo, degli odori
di Parigi.
dote diventando un
profumiere, con
l'obiettivo di fabbricare
un profumo in grado
di soggiogare
i sensi altrui.
Cari Olaf Larsson,
The learning recess,
pari, 1942.
tutta la nobiltà, perfino il re puzzava, puzzava come un animale feroce, e la
regina come una vecchia capra, sia d'estate sia d'inverno...».
Caro signor Sùskind, grazie! Le sue pagine esaltano un odore di selvatico
che dilata le narici e torce le budella dal ridere. Mai il suo Profumo ebbe lettori più entusiasti di quei trentacinque, così poco disposti a leggerlo. Trascorsi i primi dieci minuti la prego di credere che la Vedova siciliana la trovava assolutamente adatto alla sua età. Era quasi commovente, con tutte le j
smorfie che faceva per impedire alla sua risata di soffocarle la prosa; Calze !
inglesi spalancava occhi grandi come orecchie, e — sst! porca miseria, vuoi |
star zitto! - , appena uno dei compagni si lasciava andare all'ilarità.
Eppure, non è successo niente di straordinario. Il merito del professore è
quasi nullo in tutta la vicenda. Il fatto è che il piacere di leggere era vicinissimo, imprigionato in quelle soffitte adolescenti da una paura segreta: la
paura (molto molto antica) di non capire.
Avevano semplicemente dimenticato che cos'era un libro, cos'aveva da
offrire. Avevano dimenticato, per esempio, che un romanzo racconta prima di
tutto una storia. Non sapevano che un romanzo doveva essere letto come un
romanzo: placare prima di tutto la nostra sete di racconto.
Per soddisfare questa voglia si erano affidati da tempo al piccolo schermo,
che sbrigava il suo lavoro a catena, infilando cartoni animati, telefilm, telenovele e film gialli in una collana senza fine di stereotipi intercambiabili: la
nostra dose quotidiana di finzione. La testa si riempie come si riempie la
pancia, ci si sente sazi, ma il corpo non assimila niente. Digestione immediata. Dopo, ci si sente soli come prima.
unità 2
Pennac individua il
principale motivo
che scoraggia i
giovani dal leggere.
Presupposto di ogni
lettura è il bisogno
di racconto.
Letture a voce alta
31
Con la paura pubblica del Profumo si sono trovati di fronte a Sùskind: una
storia, certo, un bel racconto, strano e barocco, ma anche una voce, quella
di Sùskind (più avanti, in un tema, lo chiameranno «stile»). Una storia, sì,
ma raccontata da qualcuno.
- Incredibile l'inizio, eh prof: «le camere da letto puzzavano... la gente
puzzava... puzzavano i fiumi, puzzavano le piazze, puzzavano le chiese... il re
puzzava» e a noi che ci proibiscono le ripetizioni! Però è bello, eh? E forte,
ma è anche bello, no?
Sì, il fascino dello stile accresce il piacere dato dal racconto. Girata l'ultima pagina, l'eco di quella voce ci tiene compagnia. E poi, la voce di Sùskind,
anche attraverso il duplice filtro della traduzione e della voce del prof, non è
quella di Màrquez3, — questo si nota subito! — , o di Cab/ino4. Da ciò la strana
impressione che, mentre lo stereotipo parla a tutti la stessa lingua, Sùskind,
Màrquez e Calvino, parlano il loro proprio linguaggio, si rivolgono solo a me,
raccontano la loro storia solo per me, giovane Vedova siciliana. Chiodo senza
moto, Banana-e-stivaletti, per me, Calze inglesi, che già non confondo più le
loro voci e mi concedo delle preferenze.
[...]
Certo, la voce del professore ha contribuito alla riconciliazione5. Risparmiando lo sforzo della decodificazione6, delineando chiaramente le situazioni, dipingendo le scene, incarnando i personaggi, sottolineando i temi,
accentuando le sfumature, facendo nel modo più chiaro possibile il suo lavoro di rivelatore fotografico.
Ma ben presto la voce del professore diventa un'interferenza: piacere
parassita di una gioia più sottile7.
- Il fatto che lei legga, ci aiuta prof, ma poi sono contento di ritrovarmi
solo con il libro.
[-.]
Il vero piacere del romanzo è tutto nella scoperta di questa intimità paradossale: l'autore e io... La solitudine della scrittura che invoca la resurrezione del testo attraverso la mia voce muta e solitària.
In tutto questo il professore è soltanto una mezzana ed è giunto il momento che se ne vada in punta di piedi.
I ragazzi sono ormai in
grado di andare oltre la
storia, per gustare il modo
in cui essa è raccontata,
lo stile dell'autore.
Il professore ha raggiunto
il suo scopo: gli studenti
ormai desiderano essere
lettori autonomi.
D. Pennac, Come un romanzo, trad. di Y. Melaouah, Feltrinelli, Milano.
3. Màrquez: Cabrici Garcfa
Màrquez (nato nel 1928), lo
scrittore colombiano ben
noto in Europa per i suoi
numerosi romanzi, a partire
da Cent'anni di solitudine,
forse il suo capolavoro.
4. Calvino: Italo Calvino
(1923-1985), autoredi
racconti e romanzi
32
caratterizzati da una
prosa agile e accattivante;
dalla trilogia / nostri
antenati a Marcovaldo, Le
cosmicomiche, Ti con zero,
Le città invisibili,
Se una notte d'inverno
un viaggiatore,
Palomar (per citare
solo alcuni titoli).
s e z i o n e O La lettura narrata
5. alla riconciliazione: alla
riconciliazione con la lettura,
cioè a ritrovare il gusto di
leggere.
6. decodificazione: analisi e
comprensione dei contenuti
del testo.
7. piacere parassita di una
gioia più sottile: una volta
riscoperto il piacere di
leggere, la lettura
a voce alta del
professore viene
percepita quasi come
un'intrusione; i ragazzi
desiderano provare
la gioia più sottile
del contatto diretto,
individuale,
con il testo.
GUIDA ALLA LETTURA
L'analisi di Pennac
Quando uscì, agli inizi degli anni Novanta del
secolo scorso, Come un romanzo suscitò parecchio interesse, soprattutto in coloro - insegnanti che quotidianamente potevano sperimentare la
frustrazione di chi, persuaso che la lettura sia
un'attività importante, da incentivare nei propri
allievi, si scontravano con l'indifferenza e il rifiuto dei giovani, al più disposti ad accettare con rassegnazione l'«obbligo» di leggere, senza alcuna
partecipazione ed entusiasmo. All'epoca, la «rivale» del libro veniva individuata nella televisione,
che forniva racconti di più facile fruizione: le puntate di una telenovela richiedono indubbiamente
meno concentrazione rispetto alla lettura.
La scommessa della lettura a voce alta
La scommessa del professore di cui parla il
brano consiste nel rendere la lettura di un
romanzo più interessante rispetto alla visione di
un serial televisivo. Per raggiungere l'obiettivo,
egli predispone un percorso a tappe.
Il punto di partenza è leggere a voce alta, in classe, le pagine di un romanzo contemporaneo:
non un classico, dunque, ma un'opera scelta
perché giudicata capace di suscitare attenzione
e coinvolgimento. Ai propri allievi, il professore
chiede soltanto di ascoltare, con atteggiamento
rilassato e senza preconcetti (ad esempio, quello che la lettura a voce alta sia da riservare ai
bambini). La sua voce, capace di dare la giusta
intonazione alle frasi, di colorire le scene e i
personaggi, aiuta gli studenti a comprendere,
facendo loro superare la paura di non capire.
Ma il professore è un semplice intermediario,
perché ben presto i ragazzi sanno riconoscere la
voce dell'autore, la sua impronta, il suo stile.
Non solo, dunque, apprezzano la storia narrata,
ma anche il timbro inconfondibile dell'autore,
quello che distingue quel racconto da altri che
hanno letto, di altri autori.
Sono ormai pronti per l'ultima tappa: la lettura autonoma, silenziosa, che permetterà di
sperimentare una intimità paradossale: l'autore e io. Chi legge sa che uno dei piaceri connessi a quest'attività è appunto quello di confrontarsi con l'autore, in una sorta di dialogo
che non conosce barriere di tempo e di spazio. Ogni lettura è una resurrezione del testo,
che rimarrebbe muto e inerte se non esistesse
un lettore desideroso di porsi in sintonia con
esso.
LABORATORIO
Per comprendere
1 Quando il professore annuncia che leggerà un romanzo a voce alta, gli studenti reagiscono
con perplessità. Quali sono i loro dubbi e preconcetti? Ritrovali nel testo.
2 Quale libro viene letto dal professore?
3
II romanzo scelto piace agli studenti perché:
a. è realistico e capace di far ridere;
b. racconta una storia singolare;
e. è scritto in stile ricercato.
4 Gli studenti dispongono di un precedente bagaglio di letture che consente loro di paragonare lo stile del romanzo con quello di altri autori: quali di essi vengono citati?
5 Quale risultato finale ha ottenuto il professore con il suo esperimento di lettura a voce alta?
a. gli studenti gli chiedono di leggere un altro romanzo a voce alta;
b. gli studenti dichiarano di essersi annoiati;
e. gli studenti desiderano proseguire la lettura per conto proprio.
unità 2
Letture a voce alta
33
Per riflettere e discutere
1 Esprimi la tua opinione sulla lettura di romanzi a voce allo, confrontandoti con i tuoi compagni sui seguenti punti:
a. secondo te, è adatta solo ai bambini?
b. ti è capitato di ascoltare alla radio, o alla televisione, o a teatro, letture a voce alta di
testi letterari? Quali impressioni ne hai ricavato?
e. secondo te, è praticabile la lettura di un intero romanzo a voce alta a scuola?
Ti piacerebbe che si attuasse un esperimento come quello descritto da Pennac?
2
Pennac individua nella televisione la principale nemica della lettura degli adolescenti. Questa
diagnosi è ancora vera? Oppure esistono altri «rivali» della lettura? Confrontati con i tuoi
compagni anche su questo punto.
3
Nell'ultima parte del passo riportato, Pennac registra le tappe attraverso le quali gli studenti
sono divenuti lettori desiderosi di cimentarsi da soli con il testo. Ricostruisci questo percorso,
citando eventualmente qualche frase significativa.
4
II protagonista de // giovane Hoìden di J. D. Salinger, un adolescente difficile espulso dal
collegio in cui studiava per lo scarso profitto, così descrive il suo rapporto con i romanzi:
II libro che stavo leggendo era quello che avevo preso in biblioteca per sbaglio. Mi avevano dato
un libro sbagliato, e io non me n'ero accorto finché non ero tornato in camera mia. Mi avevano
dato La mia Africa di Isak Dinesen1. Io credevo che fosse una porcheria, e invece no. Era un libro
bellissimo. Io sono di un'ignoranza crassa, ma leggo a tutto spiano. [...] I libri che mi piacciono di
più sono quelli che almeno ogni tanto sono un po' da ridere. Leggo un sacco di classici, come li
ritorno dell'indigeno2 e via discorrendo, e mi piacciono, e leggo un sacco di libri di guerra e di gialli e via discorrendo, ma non è che mi lascino proprio senza fiato. Quelli che mi lasciano proprio
senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira. Non
succede spesso, però.
J. D. Salinger, li giovane Hoìden, trad. di A. Motti, Einaudi, Torino.
Nel passo che ti abbiamo proposto sai trovare affermazioni che collimano con quelle del
brano di Pennac? Cerca di individuarle e domandati se la tua esperienza di lettore abbia
qualche punto di contatto con quella del giovane Hoìden.
1. Isak Dinesen:
pseudonimo della
scrittrice danese
Karen Blixen
34
(1885-1962),
vissuta a lungo
in Kenya; La mia Africa
ricorda appunto
s e z i o n e O La lettura narrata
quell'esperienza.
2. Il ritorno
dell'indigeno: romanzo
dello scrittore inglese
Thomas Hardy
(1840-1928), ambientato
nel mondo dei
contadini.
In questa unità
•
•
constaterai come le letture a voce alta
dell'infanzia restino impresse nella memoria
dell'adulto
leggerai il racconto di una lettura a voce alta fatta a scuola
La lettura serale della mamma
Marcel Proust [biografia-»P.i5i
Nella Strada di Swann, prima parte del romanzo Alla ricerca del tempo perduto,
Marcel Proust rievoca l'infanzia del protagonista.
La pagina che proponiamo racconta una situazione non frequente per Marcel; i suoi
genitori ritenevano che la sua indole ipersensibile dovesse essere corretta abituandolo a restare solo la sera, nella propria camera. In questa circostanza, invece, la
mamma ha avuto dal padre l'autorizzazione a trascorrere la notte con il figlio, per
placare la sua irrequietudine e la sua ansia.
Prima del sonno, la mamma legge a Marcel alcune pagine di un romanzo di
George Sand.
La mamma sedè accanto al mio letto; aveva preso Francois le Champi\, con la sua copertina rossastra e il su
me una personalità ben distinta e una attrattiva misteriosa. Non avevo
ancora mai letto veri romanzi. Avevo sentito dire che George Sand era il
romanziere tipico. Questo già mi predisponeva a vedere in Francois le Chompi qualcosa d'indefinibile e di delizioso. I metodi narrativi destinati a suscitare curiosità o commozioni, certi modi d'esprimersi che svegliano l'inquietudine e la malinconia, e che un lettore un po' istruito riconosce come
comuni a molti romanzi, mi apparivano semplicemente - a me che Consideravo un libro nuovo non come una cosa che avesse molti simili, ma come
una persona unica, senz'altra ragione d'esistere che se stessa - un'emanazione conturbante dell'essenza particolare di Francois le Champi. Sotto quegli
avvenimenti così quotidiani, quelle cose tanto comuni, quelle parole solite, j
sentivo come un'intonazione, un'accentuazione strana. Cominciò l'intrec- •,
1. Francois le Champi
Francesco il trovatello,
uno dei tanti romanzi
di George Sand
(uno pseudonimo
26
maschile che cela un'identità
femminile), una scrittrice
dell'Ottocento francese
della cui produzione
si apprezzano soprattutto
s e z i o n e O La lettura narrata
i romanzi definiti
«campestri»
per l'ambientazione;
Proust ne ammirava
lo stile.
II bambino è già
educato alla lettura,
che vive con
partecipazione
intensa.
ciò: esso mi parve tanto più oscuro in quanto a quel tempo, leggendo, spesso mi mettevo a fantasticare su tutt'altra cosa per delle pagine intere. E alle
lacune che quella mia distrazione lasciava nel racconto, quando era la
mamma a leggermi ad alta voce, s'aggiungeva il fatto che lei saltava via tutte
le scene d'amore. Così tutti i mutamenti bizzarri che hanno luogo nel rispettivo contegno della mugnaia e del ragazzo, e che non trovano spiegazioni se
non nel progredire di un nascente amore, mi sembravano segnati d'un
profondo mistero di cui mi figuravo volentieri che la fonte fosse in quel
nome «Champi», sconosciuto e così dolce, che avvolgeva il ragazzo che lo
portava, senza ch'io sapessi perché, del suo colore vivo, purpureo e incantevole. Se mia madre era una lettrice infedele2, era anche, per le opere in cui
sentiva gli accenti d'un sentimento vero, una lettrice ammirevole per l'interpretazione rispettosa e semplice, per la bellezza e dolcezza del suono di
voce. Anche nella vita, quando non più opere d'arte ma esseri umani suscitavano così la sua pietà o la sua ammirazione, era commovente vedere con
qual deferenza3 toglieva alla sua voce, ai suoi gesti, alle sue parole, quell'alterigia scintillante che avrebbe potuto far male alla madre che in altro tempo
avesse perduto una sua creatura, quella rievocazione d'una festa, di un anniversario che al vecchio avrebbe potuto ricordare la sua età avanzata, quel
discorso di natura domestica che avrebbe infastidito il giovane studioso.
Nello stesso modo, quando leggeva la prosa di George Sand, che spira sempre quella bontà, quella signorilità morale che la mamma aveva imparato
dalla nonna a ritenere come superiori a tutto nella vita, [...] attenta a bandire4 dalla sua voce ogni meschineria, ogni affettazione che avrebbe potuto
impedire a quel flusso potente d'esservi accolto, ella dava tutta l'affettuosità
naturale, tutta l'ampia dolcezza che richiedevano, a quelle frasi che parevano scritte per la sua voce e che rientravano per così dire intere nel registro
della sua sensibilità. Ella ritrovava, per attaccarle nel loro giusto tono, l'accento cordiale preesistente che le ha dettate, ma che le parole non indicano
affatto; grazie ad esso, attutiva di passaggio ogni crudezza nei tempi dei verbi,
dava all'imperfetto e al passato remoto la dolcezza che è nella bontà, la
malinconia che è nella tenerezza, guidava la frase che finiva verso quella che
stava per cominciare, ora affrettando, ora rallentando il cammino delle sillabe, per farle entrare, nonostante le loro quantità differenti, in un ritmo
uniforme5, e insufflava6 a quella prosa così comune una specie di vita sentimentale continua.
Nel ricordo dello
scrittore adulto
rivivono le doti di
lettrice della madre.
La lettrice sa
accordare l'intonazione
della propria voce a
quella del testo.
|
M. Proust, La strada di Swann, trad. di N. Ginzburg, Einaudi, Torino. I
2. infedele: come è stato
detto prima, la mamma
saltava le scene d'amore,
quindi non era fedele
al testo.
3. deferenza: rispetto.
4. bandire: escludere.
5. per farle entrare ...
in un ritmo uniforme:
le sillabe possono essere
distinte in lunghe o brevi
(quantità); l'alternarsi delle
une alle altre crea il ritmo
della prosa,
che la lettrice sa rendere
alla perfezione.
6. insufflava:
imprimeva, instillava.
unità 2
Letture a voce alta
27
GUIDA ALLA LETTURA
Un intenso legame affettivo
Nel vasto romanzo della memoria che è Alla
ricerca del tempo perduto, l'autore sa far rivivere il tempo passato non soltanto negli episodi
che lo hanno segnato, ma anche e soprattutto
nei sentimenti che lo hanno accompagnato,
forse allora inconsapevoli, ma ora riconosciuti
dalla sensibilità dell'adulto. Questa particolare
caratteristica della narrazione di Proust, la sua
cifra inconfondibile, emerge anche dalla pagina
che abbiamo letto. La situazione è quella che
tutti i bambini hanno sperimentato, quando la
mamma (o qualche altra persona adulta) leggeva loro una storia per accompagnarli nel passaggio dalla veglia al sonno. Il fascino della rievocazione proustiana consiste nel far percepire
al lettore l'intenso legame affettivo fra il bimbo
e la madre; un sentimento certo indipendente
dalla lettura, ma per così dire esaltato e reso tangibile dalla circostanza della lettura serale. La
solitudine che il bambino teme è cancellata dalla
Robert Falk, Natura morta con libri, 1921.
presenza della madre; il fatto, poi, che ella legga
a voce alta e con grande dolcezza, oltre che con
maestria interpretativa, aggiunge conforto e rassicurazione. Ogni lettura a voce alta crea un rapporto comunicativo non soltanto con il testo, ma
anche tra chi legge e chi ascolta.
LABORATORIO
Per comprendere
1 In quali circostanze avviene la lettura a voce alta rievocata da Proust?
2
La madre viene definita una lettrice infedele: perché?
3
La madre è subito dopo definita una lettrice ammirevole: quali doti la rendono tale?
Per riflettere e discutere
1
Nel testo si parla di un romanzo francese dell'Ottocento probabilmente sconosciuto a un giovane italiano. Secondo te, questo pregiudica la comprensione di quanto l'autore narra?
2
... a quel tempo, leggendo, spesso mi mettevo a fantasticare su tutt'altra cosa per delle pagine intere. Ti riconosci in una tale affermazione? Ti è capitato, oppure ti capita, di fantasticare nel corso della lettura? Sai individuarne i motivi?
3
Dalla rievocazione della madre che legge al bambino trapela il profondo affetto e l'ammirazione dello scrittore adulto per lei. Sei d'accordo con questa affermazione? Sai motivarla con
riferimenti al testo?
28
s e z i o n e O La lettura narrata
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