Dacia Maraini ospite del convitto nazionale “Principe di Napoli”. La grande scrittrice italiana regala ai ragazzi un incontro ricco di riflessioni e pensieri riguardo al suo ultimo libro e alla società moderna. Lo scorso sabato primo febbraio il convitto nazionale “Principe di Napoli” ha ospitato la scrittrice Dacia Maraini, nome di spicco della letteratura italiana contemporanea. L’autrice di fama internazionale ha deciso di presentare nella nostra scuola il suo ultimo lavoro “Chiara di Assisi. Elogio alla disobbedienza”, prima dell’incontro con la stampa, avvenuto nel pomeriggio al Sacro Convento di Assisi. Alla presenza di alunni provenienti da varie scuole del territorio e del rettore, Annalisa Boni, tutti visibilmente emozionati e onorati per l’importanza della scrittrice, Dacia Maraini ha inizialmente presentato il suo ultimo libro ponendo l’accento sul ruolo della donna all’interno della Chiesa cattolica, concentrandosi in particolare sulle storie di Santa Caterina da Siena e Santa Chiara. Ha sottolineato la misoginia presente negli ambienti cattolici, tanto forte da considerare la donna solo come un essere brutale, dove pensiero e ragione sono totalmente inesistenti. La capacità di catturare l’attenzione degli ascoltatori è stata un tratto saliente di tutto l’incontro a partire dall’introduzione iniziale in cui è stato piacevole ascoltare alcuni aspetti delle biografie delle sante e della loro forza nell’opporsi alle convenzioni e ai pregiudizi del tempo. Al termine di questo cappello iniziale, la Maraini ha lasciato spazio ai giovani ascoltatori e chiedendo non solo di fare delle domande, ma di interloquire con lei dando voce ai loro pensieri e le loro opinioni riguardo ai suoi libri. Immediatamente si è creata un’indescrivibile familiarità con la scrittrice che si è dimostrata anche una persona molto affabile e disponibile. Sono state poste sia domande inerenti prettamente l’ultimo libro o ad altri suoi lavori, sia alcune domande che ponevano l’accento su particolari problemi della nostra società. La Maraini ha risposto in maniera esauriente a tutte le domande, senza mai risparmiarsi e senza mai deludere il ragazzo che dialogava con lei. Tra le tante riflessioni che ha fatto la scrittrice, alcune meritano di essere ricordate per la loro importanza e per il loro profondo significato: di grande valore sono state le riflessioni riguardo la lettura e l’incredibile importanza che essa ha nello sviluppo del pensiero. Più volte ha messo in risalto il ruolo che dovrebbero riavere i libri nella nostra società, ormai così presa dalle nuove tecnologie e dal linguaggio che queste portano con sé: infatti secondo la scrittrice la maggior parte delle persone e in particolare i giovani usano sempre di più gli idiomi proposti dalla televisione, rifugiandosi in frasi fatte e dando sempre meno importanza allo sviluppo di propri pensieri che sono il fondamento di una comunicazione vera e sincera. Inoltre la Maraini ha dato rilievo al fatto che una società civile non è semplicemente quella in cui è presente una tecnologia eccellente e raffinata, ma quella in cui esiste una popolazione che ama leggere e che ha la consapevolezza della sua importanza per il miglioramento della società stessa. Questa riflessione è stata quanto mai opportuna e utile visto che l’Italia risulta essere uno dei paesi in cui la popolazione legge poco e in cui la comunicazione sembra ormai essersi condensata nei telefoni e nei computer e in frasi fatte rubate dalle sceneggiature di film americani. Inoltre la scrittrice ha trattato anche il tema della disobbedienza, presente sia nel suo ultimo romanzo, come in altri lavori passati, e ha affermato che oggi è giusto disubbidire a una legge o a una convenzione -se l’intenzione del disobbediente è giusta e non dettata dall’egoismo- quando tale legge è sbagliata e immorale poiché al di sopra di qualsiasi codice, secondo la Maraini, esiste una legge superiore, unica legge morale universalmente valida. La scrittrice così ha fatto l’esempio delle leggi razziali adottate da alcuni paesi durante il primo Novecento e che erano così assurde, così disumane, così lontane da quella legge morale superiore che disubbidirle non era un atto ingiusto, ma un atto supremo di libertà. Dacia Maraini inoltre, ha regalato interessanti e suggestive riflessioni riguardo i temi della fisicità e della solitudine, altre due parole chiave del suo ultimo romanzo nonché di gran parte della sua produzione letteraria e ha mostrato anche come tali temi sono straordinariamente attuali. Ha affermato che se un individuo decide e vuole vivere spontaneamente la solitudine per cercare un miglioramento della propria persona, allora è giusto intraprendere una strada del genere, come poi fanno Chiara e Santa Chiara nel suo romanzo, tuttavia se la solitudine è forzata, allora essa assume un valore negativo e va combattuta. Il tema della fisicità emerge nel romanzo, come sottolinea la Maraini, quando Santa Chiara inizia a digiunare per scelta alla ricerca di Dio e, sebbene anche San Francesco la solleciti a mangiare per via della debolezza visibile della santa, Chiara continua il suo percorso senza ripensamenti. La scrittrice conferma che anche in questo caso la scelta del digiuno è giusta perché consapevole, mentre se fosse una costrizione, allora allo stesso modo della solitudine andrebbe combattuta. Così Dacia Maraini ha toccato il delicato tema dell’anoressia, assai attuale nei giorni nostri, e ha rilevato che questa malattia non è legata particolarmente a un ideale estetico che si cerca di raggiungere, ma è legata soprattutto a una scelta che si fa, anche se, come comprensibile, dietro a una decisione del genere ci sono un problema psicologico e una richiesta di aiuto. Al termine dell’incontro la scrittrice non si è sottratta da firmare autografi e scrivere un pensiero a qualsiasi persona che lo chiedeva, sempre con il sorriso e scambiando qualche parola con tutti. Oltre le sue preziose riflessioni, dell’incontro con Dacia Maraini rimarrà il ricordo di due piacevoli ore in cui una scrittrice di così grande valore ha messo a disposizione la sua mente e il suo ingegno con grande gentilezza e bontà, come solo una grande artista come lei, avrebbe potuto fare. Sebbene sia solo uno a scrivere in questo momento, penso di non sbagliarmi se affermo che qualsiasi ragazzo presente a questo evento è uscito dal teatro arricchito da un’esperienza che raramente capita di vivere nella vita. Proprio per l’importante valore dell’evento, la speranza è che questa grande scrittrice possa ancora regalarci una sua visita nella nostra scuola e che questo incontro possa essere aperto a qualunque studente voglia parteciparvi affinché viva almeno in parte la profonda emozione che molti di noi hanno vissuto ascoltando le parole di Dacia Maraini.