DACIA MARAINI LA “SCRITTRICE DELLE DONNE” La famiglia si trasferisce in Giappone nel 1938 Esperienza nel campo di concentramento Giapponese 1943-1946. Incontro con Moravia (1962-1978) sodalizio artistico e con altri intellettuali (Pasolini, Siciliano,Callas). NEL 1963-64 intraprende l’attività di scrittrice. Viaggi per conoscere diversi popoli (es. Africa). Anni 60-70 in prima linea per i diritti delle donne. Teatro del Porcospino Teatro della Maddalena (gestito e diretto da donne) “Io sono nata viaggiando” Dacia Maraini “Nell’ altra vita penso di essere stato un gabbiano o forse un colombo viaggiatore. Per anni ogni notte ho sognato di aprire le ali e spingere con i piedi per spiccare il volo.. E’ bellissimo planare e guardare le cose che si muovono lontano dal nostro corpo sospeso nell’aria” “Io sono nata viaggiando” “Viaggiare e scrivere - scrivere è un viaggio - un racconto è il viaggio del pensiero, scrivendo viaggi nelle zone inesplorate della nostra anima, si viaggia per conoscere, per capire, per confrontarsi, si affrontano dei rischi… Anche scrivendo si affronta il rischio di conoscere un te stesso che non conosci, può essere doloroso, ma mai inutile. “ “Viaggiando e scrivendo si tenta di avvicinarsi ai confini del mondo come Ulisse per guardare all’al di là, ma forse un al di là non c’è…” “Quando perdi qualcuno pensi di non poter più vivere, e invece attraverso la magia della memoria, dopo un po’ ci si allaccia le scarpe, ci si mette la giacca e si parte per un altro viaggio” “… scrivere è come fare il pane: bisogna lavorare molto la pasta, con l’olio dei gomiti, come si suole dire, farla riposare, farla lievitare, amalgamarla ancora e poi infine metterla nel forno. Possiamo considerarlo un progetto di seduzione.” Dacia Maraini Perché scrive Dacia Maraini? “Scrivo per non perdere il vizio Dove la lingua esita e si ferma, di dire le cose. Scrivo nel tentativo di lasciare una traccia. Scrivo per paura che i pensieri mi passino di mente. Passeggio con la penna su questo foglio bianco e lo lordo di idee. Ci gioco, lo uso, mi faccio sedurre, usare, tentare. Con la penna dico tutto, non mento, non ho pudore. la mano scorre fluida e leggera. Scrivo per guardarmi dentro. Scrivo per fermare il tempo. Scrivo per suscitare sentimenti e per esprimere i miei. Scrivo per dare un senso al silenzio. Il cielo blu il mare blu l’inchiostro blu.” Dacia Maraini,, amata scrittura,, 2002 Come nasce un libro? “Il libro per me nasce da un personaggio e non da una situazione. È il personaggio che porta con sè una situazione”. Dacia Maraini Osservazione della realtà anche quella più dolorosa Esperienza conoscitiva del viaggio REALISMO La sua formazione Esperienza nel movimento femminista, anni 70” “Parole come grappoli di una vigna sospesa poi spremuti e sparsi in forma liquida nelle vene attraverso cui scorrono felici”,”la divina vendemmia della letteratura. Descrivere la condizione femminile attraverso la scrittura Violenza sulle donne e femminicidio:”Buio”(1999), “Amore rubato”(2012) La scrittura Stile dell’ anatra:lo sforzo dello scrittore rimane nascosto, scivola via come sulla corrente di un fiume. Scrittura di suoni, odori e sapori. Scrivere per instaurare un rapporto con gli altri: attraverso le parole o su un palcoscenico per incidere sulla coscienza di chi ascolta e spingerlo alla riflessione e anche scandalizzare, se necessario “E’ l’idea di perfezione che tormenta, ferisce, guasta i rapporti che ogni donna ha col proprio corpo.” “Mentre all’uomo si chiede di parlare secondo competenza e talento, alla donna si chiede di parlare con il corpo” “Non c’è niente di eroico nel vile infierire su chi è più debole” “Le immagini stereotipate della seduzione sono appena comprensibili in quel teatrino manierato che è la pubblicità, ma diventa fuori luogo quando invadono gli schermi, la vita di ogni giorno.” “La violenza la respiriamo tutti i giorni, nelle strade, nelle case, non è solo un’invenzione del cinema e della letteratura.” “Il silenzio quando non è scelto, è pieno di echi sinistri, tracce di richiami falliti, di grida soffocate, di segnali di fumo che il vento ha disperso”. Romanzi Racconti •Il treno per Helsinky (1984) •La lunga vita di M. Ucrìa (1990) •Bagheria (1993) •Voci (1994) •La nave per Kobe (2001) •Colomba (2004) •Il treno dell’ultima notte (2008) •La grande festa (2011) •L’amore rubato (2012) •Chiara d’Assisi (2013) • Buio (1999) •La seduzione dell’altrove (2010) Racconta la storia della figlia sordomuta di una grande famiglia palermitana della prima metà del Settecento. Viene descritta attraverso le storie dei personaggi femminili la condizione della donna sottomessa all’uomo a cui l’amore viene “rubato”. Alla fine del racconto, dopo tante difficoltà, Marianna riuscirà a ritagliarsi il proprio spazio di libertà. Dov'è finita Colomba? Di lei non restano che la bicicletta abbandonata e i misteri di un bosco abruzzese. Nessuno ormai crede più che Colomba sia ancora viva, solo sua nonna Zà è certa di poterla ritrovare. Tutto il romanzo è giocato sulle tematiche della fuga e della ricerca su cui spiccano le figure femminili della nonna, di Colomba, della scrittrice dai capelli corti. La raccolta si apre e si chiude con due racconti diversi e simili nello stesso tempo. I protagonisti sono rispettivamente: Grammofono e Agatina «vestita come una bimba di cinque anni sebbene ne abbia già compiuti otto», che affida se stessa e la sua povera infanzia sfortunata all’unica persona che le sia rimasta a fianco, la nonna, con la quale esce per andare dal “notaio”. Il tema della violenza viene vissuto da donne e bambini vittime spesso rassegnate e dolorosamente sole. (Premio Strega 1999) Passi affrettati (2008) Storie tratte dalla una campagna mondiale di Amnesty International “Mai più violenza sulle donne” Una testimonianza, una denuncia ma anche un atto di simpatia e di attenzione verso tutte quelle donne che sono ancora prigioniere di un matrimonio non voluto, di una famiglia violenta, di uno sfruttatore, di una tradizione e di una discriminazione storica difficile da superare. Amara intraprende un viaggio alla ricerca del suo amico d’infanzia Emanuele di religione ebraica ritornato in Austria durante la guerra. Di lui non rimangono che poche lettere, è ‘forse finito in un campo di sterminio nazista?. Accompagnata da due compagni di viaggio Hans e Horvath conosciuti per caso su un treno che percorre l’Europa nel 1956 , i tre si trovano a Budapest nel momento in cui entrano i carri armati russi e così la storia si intreccia con le vicende personali dei protagonisti. Ma riuscirà Amara a ritrovare Emanuele? Questo viaggio è simbolicamente un viaggio nel cuore sanguinante del nostro Novecento. La grande festa di Dacia Maraini è un lungo (ma non triste) saluto ai suoi morti, agli uomini e alle donne che ha amato e perso nel corso della sua vita che viene ripercorsa attraverso i frammenti della memoria e viene ricordato anche la dolorosa esperienza della maternità “spezzata”. Le otto storie narrate in questa raccolta hanno come tema le diverse forme di violenza fisica e psichica subite dalle donne che lottano contro uomini dalla doppia personalità i quali, non essendo capaci di amare veramente, “rubano” l’amore. Ma ci sono anche donne che credono amore il possesso da parte degli uomini e lo subiscono per un “antico” senso di colpa. Non ci sono ne vinti ne vincitori, c’è solo un comune senso di dolore che pervade tutte le storie … EMANCIPAZIONE DELLE DONNE IN ITALIA E CONQUISTE DEGLI ANNI ’70 (parificazione giuridica nel nuovo diritto di famiglia, legge sul divorzio e sull’aborto) INDIPENDENZA giuridica ed economica dalla donna dall’ uomo Il mondo femminile E’ FEMMINISTA MA LONTANA DALL’ IDEOLOGIA FEMMINISTA: la donna deve usare la liberà ottenuta con il femminismo per liberare:la propria fantasia. LA LETTURA DEVE LIBERARE LA FANTASIA FEMMINICIDIO LE DONNE SONO SEMPRE STATE TRADITE, ABBANDONATE E HANNO IMPARATO A SUBLIMARE LA SOFFERENZA. GLI UOMINI NON ACCETTANO L’ ABBONDONO: O «MIA» O DI «NESSUN ALTRO» RICORRENDO ALLA VIOLENZA LA VIOLENZA SULLE DONNE E’ STORICA:DA EVA ALLA CACCIA ALLE STREGHE FINO ALLE MUTILAZIONI FEMMINILI E ALLE LAPIDAZIONE “Le mie storie mettono in evidenza la parte oscura di un’educazione e di modelli culturali ormai entrati in profondità, che portano gli uomini a pensare di possedere la donna che amano”. Dacia Maraini L’ idea di superiorità dell’uomo sulla donna ha radici storiche e culturali(dalla civiltà minoica a quella micenea dove “Zeus” è padre degli dei e la donna è procreatrice fino a diventare bottino di guerra Le donne hanno interiorizzato l’ istinto alla violenza e per questo sono spesso nemiche di se stesse con la ricerca ossessiva della perfezione del proprio corpo Stupro come atto di guerra Violenza sulla donna Insoddisfazione del proprio corpo fino alla mercificazione del corpo femminile (es.baby squillo) Misoginia nella cultura di oggi:donna preda e uomo cacciatore es. spot publicitari (“Mettere in evidenza la parte oscura di un modello culturale che porta il maschio a pensare di possedere ciò che ama”) “BUIO” 1999 (premio Strega) “AMORE RUBATO” 2012 Storie di violenza su bambini e donne, il “Buio” che cala sulle loro vite indica la solitudine e la rassegnazione delle vittime. L’ ossimoro contenuto nel titolo indica il “furto dell’ amore” che non è mai possesso ,confusione tra passione e possesso, doppi personalità dei carnefici e donne “provocatrici” L’ uomo moderno sempre insicuro e frustrato di fronte all’ indipendenza delle donne. “Non aver paura, non ti nascondere” La violenza sulle donne e il femminicidio si possono combattere solo agendo sulla formazione dei giovani perché questo è un fenomeno culturale, bisogna educare sin dall’ infanzia al rispetto dell’ altro, in famiglia, nella scuola, sul lavoro, nel gruppo di amici. Credendo fermamente nel ruolo formativo della scuola Dacia Maraini incontra spesso gli alunni delle scuole Superiori per dialogare con loro e stimolare riflessioni sui temi sociali più scottanti del nostro tempo Se amando troppo si finisce per non amare affatto io dico che l’amore è una amara finzione quegli occhi a vela che vanno e vanno su onde di latte cosa si nasconde mio Dio dietro quelle palpebre azzurre un pensiero di fuga un progetto di sfida una decisione di possesso? La nave dalle vele nere gira ora verso occidente corre su onde di inchiostro fra ricci di vento e gabbiani affamati so già che su quel ponte lascerò una scarpa, un dente e buona parte di me. I destini familiari si ripetono attraverso le generazioni, quasi una fatalità che si tramanda da padre in figlio, da madre in figlia. Non so se sia una maledizione o una benedizione. Le parole vengono raccolte dagli occhi. Il mio principio è non avere niente nella propria vita di cui non si possa parlare pubblicamente. Il che non vuol dire essere spudorati ma solo sinceri. Troppo spesso nella nostra società dello spettacolo chi uccide, tortura, sevizia, diventa un eroe, anche se si tratta di un eroe negativo . Il sentimento fraterno non è questo? Entrare nel cielo dell’altro e trovarlo pieno di nuvole soffici e accoglienti? Come si può pensare di estorcere un sentimento?