Unità Operativa di
NEUROFISIOPATOLOGIA
Responsabile: Dr. A. Fels
ANTONIO CARDARELLI
Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale
Convegno Regionale SIN SINC Campania
Napoli, 1 giugno 2013
Crisi epilettica e stato di male
Antonio Fels
U.O. di Neurofisiopatologia
A.O.R.N. “Cardarelli” - Napoli
Culture Hotel Villa Capodimonte
Via Moiariello, 66 - Napoli
Gruppo di studio sulle urgenze in neurologia 2011
MANIFESTAZIONI EPILETTICHE
MOTORIE E NON MOTORIE
Fabio Minicucci (coordinatore)
U. Aguglia
F.A. de Falco
D. Guidetti
G. Ottonello
CRISI EPILETTICA
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Definizione
Classificazione delle crisi
Classificazione delle sindromi epilettiche
STATO EPILETTICO
Definizione
Classificazione
CRISI EPILETTICA
DEFINIZIONE
La Lega internazionale contro l’Epilessia (ILAE)
utilizza come definizione di crisi epilettica la seguente:
“a transient occurrence of signs and/or symptoms
due to abnormal excessive or synchronous
neuronal activity in the brain.’’
(Fisher et al., 2005).
CLASSIFICAZIONE DELLE CRISI EPILETTICHE (1981)
La classificazione delle crisi è attualmente oggetto di una profonda revisione che non è
ancora approdata a una nuova formulazione universalmente accettata. In attesa del
risultato finale di questo lavoro viene riportata la vecchia classificazione che è ancora
largamente in uso nella pratica clinica.
CRISI PARZIALI O A ESORDIO FOCALE
 Parziali semplici (senza compromissione della coscienza)
 Parziali complesse
 Parziali semplici che evolvono in crisi generalizzate
 Parziali complesse che evolvono in crisi generalizzate
CRISI AD ESORDIO GENERALIZZATO
 Assenze tipiche

atipiche
 Miocloniche
 Toniche
 Cloniche
 Tonico-cloniche
 Atoniche
CRISI NON CLASSIFICATE
PARZIALI O A ESORDIO FOCALE
A. Crisi parziali semplici
1. Con segni motori
2. con sintomi sensitivi o sensitivo-motori
3. con segni o sintomi autonomici
4. Con sintomi psichici
B. Crisi parziali complesse
1. Con esordio parziale semplice seguito da alterazione della coscienza
a. con inizio parziale semplice
b. con inizio con automatismi
2. Con alterazione della coscienza fin dall’esordio
C. Crisi a esordio parziale che evolvono verso una generalizzazione
secondaria
1. Parziali semplici che evolvono verso una generalizzazione
2. Parziali complesse che evolvono verso una generalizzazione
3. Parziali semplici che evolvono verso una parziale complessa e successiva
generalizzazione
AD ESORDIO GENERALIZZATO
A . Assenze
1. Assenze tipiche
a. con sola alterazione della coscienza
b. con minime componenti cloniche
c. con componenti atoniche
d. con componenti toniche
e. con automatismi
f. con componenti autonomiche
2. Assenze atipiche
a. con modificazione del tono piu evidenti
che nelle assenze semplici
b. esordio e fine non improvvisi
AD ESORDIO GENERALIZZATO
B. Miocloniche
C. Cloniche
D. Toniche
E. Tonico-cloniche
F. Atoniche
UNCLASSIFIED EPILEPTIC SEIZURES
•Neonatal seizures
•Rhythmic eye movements
•Chewing
•Swimming movements
CRISI EPILETTICA
Definizione
Classificazione delle crisi
Classificazione delle sindromi epilettiche
STATO EPILETTICO
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Definizione
Classificazione
STATO EPILETTICO
DEFINIZIONE
Non esiste una definizione universalmente accettata per lo
stato epilettico che si differenzia dalle crisi singole perché le
crisi non tendono ad autolimitarsi.
Si evidenziano due condizioni cliniche diverse
a) Manifestazioni epilettiche continue che abbiano una durata
superiore a 10 minuti (soprattutto per lo stato generalizzato
convulsivo e escludendo il periodo postcritico)
b) Crisi ravvicinate con un incompleto recupero clinico
nell’intervallo fra di loro (almeno 2 crisi in 30 minuti)
STATO EPILETTICO
CLASSIFICAZIONE
Non esiste una classificazione unica dello stato
epilettico. Sono state stilate classificazioni in base a:
•Semeiologia delle crisi
•Sindromi epilettiche nelle quali si verificano
•Eziologia
•Risposta alla terapia
•Quadri EEG correlati
STATO EPILETTICO
CLASSIFICAZIONE SEMEIOLOGICA
a)Stato generalizzato convulsivo
b)Stato generalizzato non convulsivo
c)Stato parziale
E’ molto utilizzato in letteratura il termine “stato non
convulsivo” che racchiude tutti quei quadri clinici
che, anche se con diversa semeiologia e eziologia,
sono causati da un meccanismo epilettico che non si
manifesta con crisi convulsive generalizzate.
Lo stato di male epilettico (SE)
• Lo SE rappresenta una emergenza medica
– 18-28 casi x 100.000 persone per anno
• Le forme non-convulsive sono più
difficilmente riconoscibili
• Va affrontato rapidamente ed efficacemente
per prevenire ulteriori danni cerebrali e
complicanze di ordine generale
– Mortalità del 19%
Logroscino G, et al. (1997) Short-term mortality after a first episode of
status epilepticus. Epilepsia 38:1344-1349.
Gli Stati di Male Epilettico
• Stato di Male tonico clonico
– Alterazione dello stato di coscienza
– Presenza di crisi motorie di tipo tonico-clonico
– Durata superiore ai 30’
– Correlato E E G di tipo generalizzato
• Stato di Male “subtle” (insidioso)
– Fase avanzata dello SE tonico clonico
– Correlato E E G di tipo parossistico generalizzato
Gli Stati di Male Epilettico - 2
• Stato di Male parziale motorio o afasico
– Epilessia parziale focale continua, inizialmente
con coscienza conservata
– Afasia persistente, diagnosi differenziale con
patologia vascolare acuta
– Correlato E E G parossistico focale
• SE parziale complesso
– Focale, non convulsivo, con stato confusionale
– Correlato E E G parossistico focale
Gli Stati di Male Epilettico - 3
• Stato di Assenza tipico
– Disturbo variabile dello stato di coscienza, talora
solo lieve rallentamento psichico, nel 50% con vari
fenomeni motori
– Correlato E E G di tipo parossistico generalizzato
(punte-onda)
• Stato di Assenza atipico
– Generalmente in epilessie sintomatiche, associate a
RM o segni neurologici
– Correlato E E G generalizzato, variabile (punte onda
lente, ipsaritmia, attività parossistica irregolare)
PRIMA MANIFESTAZIONE EPILETTICA
STORIA PRECEDENTE DI EPILESSIA
CRISI O STATO EPILETTICO (SE) SINTOMATICO ACUTO O
SINTOMATICO REMOTO
CRISI O STATO EPILETTICO (SE) IN EPILESSIA NOTA
Crisi o SE risolto
al momento
dell’osservazione
Diagnosi eziologica
allegati 1,2,3
Crisi con recupero neurologico
Incompleto o SE sospetto
Diagnosi eziologica
allegati 1,2,3
Controllo EEG
allegato 4
Controllo EEG
entro 24 ore
Terapia
allegato 5
Non in SE
Terapia
allegato 5
Crisi o SE risolto al
momento dell’osservazione
Crisi con recupero neurologico
incompleto o SE sospetto
SE in corso
SE in corso
Semeiologia “critica”
invariata. Nessun
trauma durante la crisi
Semeiolgia “critica”
inusuale o lesioni
traumatiche
Diagnosi eziologica
allegati 1,2,3
Terapia
allegato 5
Terapia
allegato 5
Diagnosi eziologica
allegati 1,2,3
Nessun ricovero
o accertamento
in emergenza
Verifica della diagnosi
eziologica o accertamenti
per lesioni traumatiche:
allegati 1,2,3
Se primo episodio
di SE
Diagnosi eziologica
Allegati 1,2,3
Controllo EEG
allegato 4
SE in corso
Terapia
allegato 5
SE in corso
Terapia
allegato 5
Controllo EEG prolungato
con verifica della efficacia
della terapia dello SE
allegati 4,5
Non in SE
Terapia
allegato 5
Terapia
allegato 5
Controllo EEG prolungato
con verifica della efficacia
della terapia dello SE
allegati 4,5
VOCI DI ACCESSO ALLA FLOW-CHART
PRIMA MANIFESTAZIONE EPILETTICA
EPILESSIA NOTA
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1 PRIMA MANIFESTAZIONE EPILETTICA
1.1 Crisi risolta o in via di progressiva risoluzione
1.2 Stato epilettico
1.3 Crisi non in via di risoluzione o stato epilettico sospetto
PRIMA MANIFESTAZIONE EPILETTICA
CRISI O STATO EPILETTICO (SE) SINTOMATICO ACUTO O
SINTOMATICO REMOTO
Crisi o SE risolto
al momento
dell’osservazione
Diagnosi eziologica
allegati 1,2,3
Crisi con recupero neurologico
Incompleto o SE sospetto
Diagnosi eziologica
allegati 1,2,3
Controllo EEG
allegato 4
Controllo EEG
entro 24 ore
Terapia
allegato 5
Non in SE
Terapia
allegato 5
SE in corso
Terapia
allegato 5
Diagnosi eziologica
allegati 1,2,3
SE in corso
Terapia
allegato 5
Controllo EEG prolungato
con verifica della efficacia
della terapia dello SE
allegati 4,5
PRIMA MANIFESTAZIONE EPILETTICA
CRISI RISOLTA O IN VIA DI PROGRESSIVA RISOLUZIONE
a)Diagnosi eziologica
a)diagnostica strumentale E.
b)fattori favorenti o scatenanti E.
b) Controllo EEG basale (30 minuti) entro 24 ore
c) Terapia
terapia E.
DIAGNOSI
La diagnosi differenziale con altre cause di disturbo
neurologico parossistico con maggiore frequenza
comprende:
•Disturbi di coscienza non su base epilettica
collegamento
•Disturbi del sonno parossistici non epilettici
(narcolessia, cataplessia, pavor nocturnus ecc)
•Sincopi
collegamento
•Disturbi del Movimento
•Emicrania
collegamento
•Vertigine Parossistica
•Disturbi da conversione somatica dell’ansia o da altre
patologie psichiatriche.
DIAGNOSI
Per i pazienti con crisi di nuova insorgenza, la diagnosi eziologica è
fondamentale. Quasi tutte le patologie con lesioni focali o con
interessamento diffuso del sistema nervoso centrale possono dare una
manifestazione epilettica sia singola che multipla nelle 24 ore o espressa
come stato epilettico. Quelle riportate di seguito sono solo le più frequenti:
•Patologie del SNC (ictus, neoplasie, traumi, ipossia, disturbi
vascolari)
collegamento
•Patologie metaboliche (ipoglicemia / iperglicemia,
l'iponatriemia / ipernatremia, ipercalcemia , encefalopatia
epatica o uremica)
•Patologie tossiche (astinenza da alcol, cocaina, isoniazide,
teofillina, sostanze tossiche)
collegamento
•Patologie infettive del SNC
a) INDAGINI DI LABORATORIO
Le principali linee guida internazionali raccomandano nell’ adulto con prima
crisi di valutare:
• livello di glucosio nel siero
• livelli serici di sodio
• test di gravidanza nelle donne in età fertile
Altri test possono essere programmati a discrezione del medico sulla base della
storia e dei sintomi.
Per i pazienti con epilessia nota in trattamento è utile valutare i livelli ematici di
farmaci antiepilettici.
Per i pazienti con una storia di neoplasia è utile valutare i livelli serici del calcio.
Una emogasanalisi sembra essere di utilità clinica per il paziente in stato di male
epilettico per evidenziare una eventuale acidosi metabolica
b) NEUROIMAGING
-Tomografia computerizzata
TAC dell’ encefalo è la procedura di neuro-imaging di prima scelta in
emergenza/urgenza perché utile a identificare potenziali patologie soprattutto
di interesse neurochirurgico.
Nei pazienti con un disturbo epilettico noto si valuti l’esigenza di una TAC se
una qualsiasi delle seguenti condizioni e’ presente: deficit indicanti patologia
focale o diffusa del SN di nuova insorgenza, trauma, febbre persistente,
nuova modalità di presentazione delle crisi.
- Risonanza magnetica
La RM è il test diagnostico migliore per la sua maggiore capacità di risoluzione
e di identificazione di caratteristiche patognomoniche di singole patologie, ma
la sua disponibilità nell’emergenza urgenza può essere un fattore limitante.
c) ELETTROENCEFALOGRAMMA (EEG)
Crisi singole con completa risoluzione dei sintomi
L’esecuzione di un EEG (almeno 30 minuti di registrazione) nelle prime 24
ore dalla crisi ha maggiori probabilità di offrire elementi utili per la
diagnosi e la classificazione dell’episodio.
Stati epilettici o crisi singole con incompleta risoluzione dei
sintomi
L’elettroencefalogramma è indispensabile in urgenza/emergenza per la
diagnosi e il controllo dell’efficacia della terapia. In caso di conferma
della diagnosi di stato epilettico o di persistenza dello stato epilettico anche
dopo le terapie iniziali, deve essere valutata la necessità di un monitoraggio
EEG prolungato o con controlli seriati ravvicinati
d) ALTRI TEST DIAGNOSTICI
-Elettrocardiogramma (ECG):
dovrebbe essere considerato in molti pazienti e , in genere, viene
praticato routinariamente in DEA , specie in caso di perdita di coscienza
anche ai fini di diagnostica differenziale (sincope). Peraltro le crisi
epilettiche possono essere scatenate , ad es., da un’ ipoperfusione
cerebrale conseguente a un'aritmia.
L'ECG può individuare agevolmente le seguenti situazioni:
• QTc prolungato
• Slargamento del QRS
• Onda R prominente nella derivazione aVR
• Blocco cardiaco
- La Puntura Lombare dovrebbe essere considerata per i
pazienti con compromissione immunitaria, febbre persistente,
forte cefalea o persistente alterazione dello stato mentale.
collegamento
TERAPIA DELLA SINGOLA CRISI
PRIMA CRISI SINGOLA
Linee Guida della Lega Italiana contro l’Epilessia
Le crisi epilettiche esaminate nella presente linea-guida includono le crisi
parziali (semplici, complesse e/o secondariamente generalizzate) e le crisi
toniche e/o cloniche generalizzate. Vi sono escluse le assenze (piccolo male)
e le crisi atoniche e miocloniche la cui presenza è spesso riconosciuta solo
dopo la loro ripetizione. Vi sono invece comprese le crisi sintomatiche acute.
Ai fini della gestione terapeutica, più crisi occorse nelle 24 ore equivalgono ad
una unica crisi.
NOTA: non rientrano in tale trattazione gli stati epilettici in corso al momento
della valutazione
Non vi sono prove documentate che la terapia eziologica delle
crisi provocate e la terapia sintomatica (con antiepilettici) delle
crisi non provocate si accompagni ad un minor rischio di
ricorrenza futura di crisi epilettiche.
In presenza di una prima crisi provocata (encefalopatia
metabolica, danno del sistema nervoso centrale provocato da
patologie suscettibili di trattamento), è raccomandata la terapia
eziologica della crisi.
La terapia sintomatica (farmaci antiepilettici) di una prima crisi
non provocata non appare invece giustificata a meno che la crisi
non abbia le caratteristiche dello stato di male epilettico.
Il trattamento può essere considerato in casi particolari
(presenza di una lesione del sistema nervoso centrale e/o di
anomalie epilettiformi nell’EEG) e in coloro nei quali il bilancio
tra i rischi ed i benefici del trattamento sia a favore di questi
ultimi per condizioni sociali, emotive e personali.
Particolari condizioni possono suggerire l’astensione dal
trattamento (gravidanza) o l’inizio del trattamento (esecuzione di
attività potenzialmente pericolose), dopo adeguata informazione.
Le modalità di esecuzione del trattamento (farmaci e dosi) sono
le stesse delle epilessie di nuova diagnosi ed esulano pertanto
dagli scopi della presente linea-guida.
PRIMA MANIFESTAZIONE EPILETTICA
STATO EPILETTICO
a) Terapia
terapia S.E.
b) Diagnosi eziologica
a)diagnostica strumentale E.
b)fattori favorenti o scatenanti
c) EEG in urgenza e prolungato per verifica diagnosi e terapia
TERAPIA DEGLI STATI EPILETTICI
Lega Italiana contro l’epilessia
Le linee guida di terapia per lo stato epilettico nell’adulto sono definite
solo per Il trattamento dello stato convulsivo generalizzato. La loro
applicazione è suggerita anche nell’ambito delle altre forme di stato
epilettico ma deve essere valutata da caso a caso.
Per praticità clinica è raccomandata una divisione in tre
“scenari” corrispondenti a tre successive fasi temporali e di
risposta alla terapia:
a) iniziale (primi 20-30 minuti)
b) definito (dopo 20-30 minuti e fino a 60-90 minuti)
c) refrattario (dopo 60-90 minuti).
MANAGEMENT DELLO SE “INIZIALE”
(primi 20-30 minuti)
MISURE GENERALI
• assicurare la pervietà delle vie aeree e somministrare O2
• valutare e normalizzare la condizione cardio-circolatoria
• assicurare un accesso venoso
• eseguire un prelievo venoso per: emocromo, VES o PCR,
coagulazione, CPK, LDH, funzionalità epatica e renale, elettroliti
(compresi calcio e magnesio quando possibile), glicemia, eventuale
dosaggio dei farmaci antiepilettici, eventuali analisi tossicologiche
• in assenza di controindicazioni somministrare e.v. glucosio
(preceduto da tiamina 100 mg i.m. in pazienti con sospetto abuso
cronico di alcool) con adeguato controllo dei valori glicemici
• monitorare e trattare l’acidosi
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO
Lorazepam
•0.05-0.1 mg/kg e.v. (velocità massima 2 mg/min) ripetibile dopo almeno 10
minuti. Può indurre insufficienza respiratoria, oltre che sedazione.
oppure
Diazepam
•0.1 mg/kg e.v.(in 60 sec) ripetibile dopo non meno di 10 minuti.
Può indurre insufficienza respiratoria, oltre che sedazione.
oppure
Midazolam (non è registrato in Italia per “epilessia”)
• 5-10 mg i.m. o per via rettale. Può essere ripetuto una volta dopo 15 minuti.
• 0,1-0,3 mg/kg in bolo e.v., a una velocità non superiore a 4 mg/min; in
alternativa al bolo può essere somministrata un’infusione EV alla velocità
massima di 0.05-0.4 mg/kg/h.
• 10 mg per instillazione buccale, effettuata mediante siringa e catetere.
Gli effetti collaterali sono simili a quelli della altre benzodiazepine.
MANAGEMENT DELLO SE “DEFINITO”
(da 20-30 minuti a 60-90 minuti)
MISURE GENERALI
• stabilire la causa dello SE.
• iniziare il monitoraggio EEG, nel caso non sia già in corso, per
confermare la diagnosi e verificare l’efficacia della terapia.
• monitorare e trattare le modificazioni patologiche della
pressione arteriosa
• programmare un probabile trasferimento in terapia intensiva per
proseguire il trattamento
• correggere eventuali alterazioni metaboliche.
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO
Nei pazienti che hanno già ricevuto dosi adeguate di benzodiazepine:
Fenitoina:
15-18 mg/kg e.v. somministrati a velocità non superiore a 50 mg/min.
ulteriori 5 mg/kg e.v. in caso di mancato controllo delle crisi.
•è controindicata se blocco atrio-ventricolare di II grado o grave ipotensione
•non deve essere diluita in soluzione glucosata perché precipita.
•deve essere infusa utilizzando un accesso venoso indipendente; questo deve
essere un grosso vaso per ridurre il rischio di flebite
•deve essere monitorata la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa
•può indurre effetti collaterali quali sedazione, ipotensione, aritmie cardiache,
“purple glove syndrome”, reazioni cutanee di gravità variabile fino alla
sindrome di Stevens-Johnson;
Valproato di sodio :
• 15 mg/kg in infusione e.v. in almeno 5 min (alcuni protocolli suggeriscono
fino a 30 mg/kg) seguita da 1-2 mg/kg/h in infusione continua secondo
l’evoluzione clinica.
Fenobarbital :
• 10-20 mg/kg e.v. infusi in 10 minuti o più (50-75 mg/min)
Può indurre sedazione, ipotensione e depressione respiratoria e quindi
richiedere assistenza respiratoria
Levetiracetam:
•1000-3000 mg e.v. infusi in 30 minuti
non determina alterazioni cardiocircolatorie
Lacosamide
•200-400 mg e.v.
Controindicata in presenza di blocco atrioventricolare di II e III grado
Topiramato
•300-900 mg per sondino naso-gastrico
Lidocaina
• 1.5-2 mg/kg in bolo e.v. (di solito 100 mg negli adulti), a una velocità non
superiore a 50 mg/min. Il bolo può essere ripetuto una volta se necessario.
Può indurre ipotonia, allucinazioni e bradiaritmie. L’uso di lidocaina è
consigliato solo a personale già esperto nell’uso di questo farmaco.
MANAGEMENT DELLO SE “REFRATTARIO”
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO
Thiopentale:
5-7 mg/kg e.v.in 20 sec seguiti da 50 mg ogni 2-3 minuti fino a controllo
delle crisi e ottenimento di una modificazione del tracciato EEG definito
come “suppression burst”
Ricordare che:
• la successiva infusione continua (abitualmente 3-5 mg/kg/h) deve
proseguire per 12-48 ore mantenendo un tracciato EEG definito come
“suppression burst”
• spesso è indispensabile sostenere farmacologicamente la pressione
arteriosa
• è presente un rischio di depressione respiratoria ed ipotensione
• è segnalato il rischio di arresto cardiaco in pazienti con emorragie
massive, ipovolemia, sepsi o tossiemia
Propofol:
2-5 mg/kg in bolo (ripetibili) seguiti da infusione continua fino a 5
mg/kg/h per almeno un’ora.
• possono verificarsi ipotensione, bradiaritmie, ipertrigliceridemia
• vi è un rischio di “sindrome da Propofol in ICU” caratterizzata da:
ipotensione, bradiaritmie, insufficienza cardiaca, iperkaliemia,
epatomegalia, lipemia, acidosi metabolica e rabdomiolisi.
Isoflorano:
• somministrato a 0.8-2 vol %, con eventuali variazioni sufficienti per
mantenere un quadro EEG definito come “suppression bursts”.
• Indicato solo per lo SE refrattario
• Può indurre ipotensione, atelettasia, ileo paralitico e TVP
PRIMA MANIFESTAZIONE EPILETTICA
CRISI NON IN VIA DI RISOLUZIONE O STATO EPILETTICO
SOSPETTO
a) Diagnosi eziologica
a)diagnostica strumentale E.
b)fattori favorenti o scatenanti
b) EEG basale in emergenza opzioni:
1) stato epilettico
prima manifestazione/stato epilettico
2) non in stato epilettico
prima manifestazione/crisi risolta
VOCI DI ACCESSO ALLA FLOW-CHART
PRIMA MANIFESTAZIONE EPILETTICA
EPILESSIA NOTA
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2 EPILESSIA NOTA
2.1 Crisi risolta o in via di progressiva risoluzione
2.2 Stato epilettico
2.3 Crisi non in via di risoluzione o stato epilettico sospetto
STORIA PRECEDENTE DI EPILESSIA
CRISI O STATO EPILETTICO (SE) IN EPILESSIA NOTA
Crisi o SE risolto al
momento dell’osservazione
Semeiologia “critica”
invariata. Nessun
trauma durante la crisi
Nessun ricovero
o accertamento
in emergenza
Crisi con recupero neurologico
incompleto o SE sospetto
Semeiolgia “critica”
inusuale o lesioni
traumatiche
SE in corso
Diagnosi eziologica
allegati 1,2,3
Verifica della diagnosi
eziologica o accertamenti
per lesioni traumatiche:
allegati 1,2,3
Terapia
allegato 5
Se primo episodio
di SE
Diagnosi eziologica
Allegati 1,2,3
Controllo EEG
allegato 4
SE in corso
Terapia
allegato 5
Non in SE
Terapia
allegato 5
Terapia
allegato 5
Controllo EEG prolungato
con verifica della efficacia
della terapia dello SE
allegati 4,5
FATTORI FAVORENTI LA COMPARSA DELLE CRISI
Per i pazienti con epilessia nota non farmaco-resistente la causa più probabile
di crisi è la presenza di livelli sub-terapeutici dei farmaci antiepilettici, che
possono essere correlati a :
• Non compliance
• Squilibrio sistemico che possa interferire con l'assorbimento, la distribuzione
e il metabolismo dei farmaci ( ad es. infezione)
Inoltre fattori multipli , tra cui lo stress, la mancanza di sonno e l’abuso di
caffeina, possono contribuire allo scatenamento delle crisi in pazienti con
disturbi convulsivi noti.
In alcuni pazienti (ad es. epilessie riflesse)sono presenti fattori scatenanti o
favorenti specifici (stimolazione luminosa intermittente ecc.)
EPILESSIA NOTA
Crisi risolta o in via di progressiva risoluzione
a) Semeiologia dell’episodio invariata rispetto al passato
e nessuna lesione traumatica
b) Semeiologia dell’episodio diversa dall’abituale o
lesione traumatica
EPILESSIA NOTA
Crisi risolta o in via di progressiva risoluzione
A) Semeiologia dell’episodio invariata rispetto al passato e nessuna
lesione traumatica
a) Solo controllo parametri ematologici e dosaggio ematico farmaci
abituali
b) Terapia
terapia E.
c) Dimissibile dopo risoluzione completa dei sintomi senza ulteriore
osservazione.
EPILESSIA NOTA
CRISI RISOLTA O IN VIA DI PROGRESSIVA RISOLUZIONE
B)Semeiologia dell’episodio diversa dall’abituale o lesione
traumatica
a) accertamenti esiti del trauma
b) TAC encefalo
c) Controllo EEG basale entro 24 ore
d) Terapia
terapia E.
EPILESSIA NOTA
STATO EPILETTICO
A) Primo episodio di stato epilettico
a)Terapia
Terapia E.
b) Esami ematologici e dosaggio ematico dei farmaci usuali
c) TAC encefalo
d) EEG prolungato in urgenza per verifica diagnosi e
risultato terapia
EPILESSIA NOTA
STATO EPILETTICO
B) Non primo episodio di stato epilettico
a) Terapia
Terapia S.E.
b) Esami ematologici e dosaggio ematico dei farmaci
usuali
c) EEG prolungato in urgenza per verifica diagnosi e
risultato terapia
EPILESSIA NOTA
CRISI NON IN VIA DI RISOLUZIONE O STATO
EPILETTICO SOSPETTO
a)Controllo EEG in emergenza
Opzioni
1) Stato epilettico
Epilessia nota/Stato epilettico
2) Non in stato epilettico
condizioni correlabili (?)
Pseudocrisi – Crisi Epilettica
Smith P. (2001) If it's not epilepsy JNNPsychiatry suppl.2
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Crisi epilettica e stato di male