LA GAZZETTA DEI
MORTE MISTERIOSA AL MUSEO DELLE SCIENZE
UN ERBORISTA CURIOSO,
MA ALLE PRIME ARMI
Così viene descritto da colleghi ed amici
Mario Palmieri, trovato morto l'altro ieri al
Museo delle Scienze.
Gli inquirenti hanno scoperto che Palmieri aveva
recentemente frequentato un corso di erboristeria
online su infusi, tisane e decotti. Potrebbe la vittima
aver sbagliato qualcosa nella preparazione di una di
queste applicazioni erboristiche?
Per approfondire
la notizia, clicca
sulla foto.
L'INFUSO DELLA
SETTIMANA
Continua la nostra carrellata fra gli infusi e
le loro proprietà terapeutiche
Scoprite questa nuova, importante essenza cliccando
sull'articolo!
METTIAMO LE MANI SUGLI INFUSI
Che differenza c'è tra infuso, tisana e decotto?
Distinguiamo alcuni fra i prodotti erboristici più
utilizzati, cliccando su questo articolo...
UN ERBORISTA CURIOSO, MA
INESPERTO
Gli inquirenti hanno redatto un elenco delle specie vegetali ritrovate in vasetti di vetro sul
tavolo accanto al quale era il corpo di Palmieri.
Le indagini sono ancora all'inizio, ma pare si tratti di specie vegetali che vengono comunemente
utilizzate nella preparazione di infusi dalle proprietà terapeutiche, utili nel trattamento dei
sintomi di alcuni disturbi.
Ma andiamo con ordine. Si tratta di 4 specie differenti, alcune più note, altre meno:
Verbena odorosa (Aloysia citrodora), Camomilla (Matricaria chamomilla), Karkadè (Hibiscus
sabdariffa) e Cartamo (Carthamus tinctorius).
Cerchiamo di capire meglio come sono fatte.
La verbena odorosa viene usata in infuso o tisana per le sue proprietà digestive: le foglie
hanno un caratteristico odore di limone, tanto da essere chiamata anche cedrina.
La camomilla è conosciutissima: dai suoi fiori in infusione si ottiene una bevanda dagli effetti
calmanti.
Il karkadè si ottiene dal fiore di una particolare specie di ibiscus. Ha un colore caratteristico
ed un sapore gradevole ed aspro.
Il cartamo, infine, che non possiede attività terapeutiche ma dai cui fiori si ottiene un
colorante usato nell'industria dei dolciumi.
Può qualcuna di queste piante aver avuto un ruolo nella morte di Palmieri?
L'INFUSO DELLA SETTIMANA
Parliamo oggi nella nostra rubrica di uno degli infusi più utilizzati nelle nostre case.
Il principio attivo presente nei capolini essiccati della pianta in questione è utilizzato
per gli effetti antinfiammatori e rilassanti sulla muscolatura liscia del tratto digerente;
è quindi indicato in caso di gastriti, enteriti, coliti, esofagiti ed ulcera peptica.
Trova impiego anche come blando sedativo e sembra inoltre possedere proprietà
cicatrizzanti, battericide ed antimicotiche.
Per questi motivi, in quasi tutte le nostre case si utilizza l'infuso concentrato di
capolini (un cucchiaio da minestra per tazza d'acqua).
Una curiosità: mentre un'infusione breve a caldo dei capolini è utile per conciliare il
sonno (azione sedativa), un'infusione a caldo prolungata (diversi minuti) può aggravare
l'insonnia per il suo effetto stimolante.
Facciamo innanzi tutto un po' di chiarezza: la tisana si ottiene utilizzando sia le
parti tenere sia quelle legnose di diverse piante in acqua già bollente, lasciandola
riposare per 5 minuti al massimo.
Per preparare un infuso si utilizzano invece le sole parti tenere, come fiori e foglie,
di una sola pianta, sulle quali viene versata dell'acqua bollente per poi filtrare il
liquido dopo 5-10 minuti.
Per il decotto si scelgono invece le parti più resistenti e dure, come radici e
cortecce, che si mettono in acqua fredda e si lasciano bollire per 5-10 minuti. Dopo il
tempo di bollitura si lascia riposare per altri 10 minuti e infine si filtra il tutto.
Nel recente caso di cronaca della misteriosa morte di
Palmieri, si è forse arrivati a capire quale specie fosse
stata usata per preparare l'ultimo infuso semplicemente
distinguendo la parte della pianta usata (foglia o fiore), il
colore delle parti usate ed il colore dell'infuso stesso.
Provate a farlo anche voi!
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Indagine C