ANALISI SISMICA DEGLI EDIFICI IN MURATURA Sergio Lagomarsino Dip.to di Ingegneria delle Costruzioni, dell’Ambiente e del Territorio Università di Genova COMPORTAMENTO SISMICO DI EDIFICI IN MURATURA MECCANISMI FUORI DAL PIANO (1° modo) MECCANISMI NEL PIANO (2° modo) COMPORTAMENTO SISMICO DI EDIFICI IN MURATURA L’AQUILA – 6 aprile 2009 COMPORTAMENTO SISMICO DI EDIFICI IN MURATURA I meccanismi fuori dal piano possono essere prevenuti migliorando le connessioni tra le pareti (catene) e le connessioni tra solai e pareti (nel caso di solai non totalmente flessibili) Esempi di meccanismi fuori dal piano Effetti dell’ammorsamento e dell’inserimento di catene Effetti della connessione tra solaio e pareti e del leggero irrigidimento del solaio COMPORTAMENTO SISMICO DI EDIFICI IN MURATURA I meccanismi fuori dal piano possono essere prevenuti migliorando le connessioni tra le pareti (catene) e le connessioni tra solai e pareti (nel caso di solai non totalmente flessibili) Meccanismi nel piano: comportamento “scatolare” Effetti dell’ammorsamento e dell’inserimento di catene Effetti della connessione tra solaio e pareti e del leggero irrigidimento del solaio Adeguamento e miglioramento sismico nelle normative IL TERREMOTO IN IRPINIA (1980) - 3000 vittime - 300.000 senza tetto D.M.LL.PP. 2 luglio 1981 INTRODUZIONE DELL’ADEGUAMENTO Contestualmente alla riparazione del danno è obbligatorio adeguare la costruzione al livello di sicurezza richiesto per le nuove strutture. ANALISI CON UN MODELLO DI CALCOLO STRUTTURALE (Metodo POR) Ministero del Lavori Pubblici – D.M. 24.1.1986 (G.U. N° 108) “Norme tecniche relative alle costruzioni antisismiche” • il miglioramento sismico • l’adeguamento sismico Ministero Beni Culturali e Ambientali – Circ. n° 1032 (Comitato Nazionale per la Prevenzione Patrimonio Culturale dal Rischio Sismico, 18 luglio 1986) “Interventi sul patrimonio monumentale in zone sismiche: raccomandazioni” • per il patrimonio culturale è consigliato il miglioramento sismico Aspetti positivi del miglioramento secondo il DM ‘86 • Alternativa all’adeguamento ⇒ freno ad interventi invasivi • Sensibilizzazione verso la conservazione del funzionamento strutturale originale e l’uso delle tecniche di intervento tradizionali Criticità del miglioramento secondo il DM ‘86 • La mancanza dell’obbligo di una stima quantitativa della sicurezza sismica non risolve il problema delle responsabilità professionali. Perciò, spesso il Committente o il Genio Civile hanno chiesto l’adeguamento (edifici pubblici). • Con il miglioramento l’intervento non dipende dalla pericolosità sismica. • Ci sono situazioni nelle quali emerge chiaramente la necessità di modificare il funzionamento della costruzione, migliorandolo, per carenze legate al modo con il quale la costruzione è stata realizzata o si è trasformata ⇒ perchè dovrei essere obbligato all’adeguamento? • Gli interventi negli ultimi vent’anni sul costruito storico sono stati molto invasivi ed i recenti terremoti hanno dimostrato che non funzionano. Il nuovo quadro normativo Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Legge n° 42, 22.1.2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio” Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – DM 14.1.2008 (GU n.29 del 4.2.2008) “Norme tecniche per le costruzioni” Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Circ. 2.2.2009, n. 617 Istruzioni per l’applicazione delle“Norme tecniche per le costruzioni” di cui al D.M. 14 gennaio 2008 Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri – 9 febbraio 2011 (GU n.47 del 26.2.2011, suppl. ord. n.54) “Valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale, con riferimento alle Norme Tecniche per le costruzioni di cui al decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 14 gennaio 2008” Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – DM 14.1.2008 (GU n.29 del 4.2.2008) “Norme tecniche per le costruzioni” ⇐ MIGLIORAMENTO secondo DM ‘86 (ulteriori precisazioni contenute nella Circolare) Aspetti positivi del miglioramento NTC – Linee Guida • Tutto quanto rientrava nella vecchia definizione di miglioramento sismico rimane sostanzialmente possibile alle stesse condizioni nella classe di intervento della riparazione o intervento locale. • La nuova definizione di miglioramento sismico consente di realizzare interventi che introducono nuovi elementi, conservando il modo proprio di funzionare di una costruzione storica, ma senza la necessità di un adeguamento (ovviamente facendo un calcolo della sicurezza sismica raggiunta). Questa è un’opportunità in più di conservazione. • Per i beni tutelati l’indicazione sulla possibilità di deroga dall’adeguamento è finalmente chiara. Quali sono i modelli e i criteri di verifica proposti? • Approccio prestazionale agli stati limite (performance based assessment) • Si verifica la capacità di spostamento e non la resistenza e rigidezza. Approccio prestazionale agli stati limite per la sicurezza sismica Il terremoto è un’azione ambientale rara, che può essere definita solo su base probabilistica, attraverso una analisi di pericolosità (sistema di faglie, possibili sorgenti sismiche, magnitudo associata e occorrenza dall’analisi della sismicità storica, leggi di attenuazione) Non è possibile proteggere un edificio, in particolare in muratura, dal massimo terremoto che può verificarsi in un dato sito. Vengono quindi definiti un certo numero di stati limite, cui sono associate specifiche prestazioni della costruzione, e si richiede che: - non si verifichino danni (o che questi siano molto limitati) per un terremoto che ha una alta probabilità di verificarsi (SLE) - la costruzione non crolli (o non superi un certo livello di danno grave) per un terremoto raro (SLU) Il terremoto atteso in un sito è definito dal periodo di ritorno, ovvero dal numero medio di anni che intercorrono tra due eventi di quella intensità (o di entità maggiore). Approccio prestazionale agli stati limite per la sicurezza sismica L’analisi statica non lineare, detta pushover o di spinta, consiste nell’applicare staticamente un sistema di forze orizzontali equivalenti (propozionale alle masse, alle masse X altezze, al primo modo di vibrare) e incrementarlo fino al collasso (nella fase softening, si incrementano gli spostamenti mantenendo invariata la forma). Stati limite (o livelli di prestazione) possono essere definiti sulla curva. Attraverso diversi metodi (N2, metodo dello spettro di capacità) è possibile confrontare la domanda sismica (spettro di risposta) con la capacità (curva pushover), stimando la domanda di spostamento e quindi lo stato limite raggiunto. Vita nominale – Stati limite – Periodi di ritorno del sisma Vita nominale: numero di anni nel quale la struttura, purché soggetta alla manutenzione ordinaria, deve potere essere usata per lo scopo al quale è destinata. Essa non deve quindi essere intesa come la durata di una costruzione, ma solo come il tempo nel quale ha valore la verifica di sicurezza. 1 TR = ln(1− PVR ) 1− e VR ≅− VR ln(1 − PVR ) VN = 50 CU 0.7 1 1.5 2 VR 35 50 75 100 PVr Periodo di ritorno TR SLD 63% 35 50 75 101 SLV 10% 332 475 712 949 Perchè è necessario riferirsi a diversi stati limite? RESISTENZA e DUTTILITA’ TR = 475 TR = 475 SLD SLV SLD TR = 50 PERICOLOSITA’ - Caratteristiche delle sorgenti sismiche Sito da dove scaricare il programma “Spettri di risposta” http://www.cslp.it/cslp/index.php?option=com_content&task=view&id=75&Itemid=20 SLV TR = 50 METODI DI ANALISI PER LE COSTRUZIONI IN MURATURA MODALITA’ DI COLLASSO MECCANISMI LOCALI RISPOSTA GLOBALE from Magenes 2007 (Proc. of 1th ECEES) IL COLLASSO AVVIENE PER PERDITA DI EQUILIBRIO MODALITA’ DI ROTTURA RICONDUCIBILI AL SUPERAMENTO DELLA RESISTENZA DEL MATERIALE Meccanismi di collasso fuori dal piano Overturning of the church façade Centro Storico dell’Aquila L’ANALISI LIMITE PER LA RISPOSTA FUORI DAL PIANO L’accelerazione alla base che attiva il meccanismo è ottenuta attraverso l’analisi limite, considerando blocchi rigidi con i seguenti carichi: • Carichi permanenti verticali • Forze esterne applicate (tiro nelle catene, forze attritive negli ammorsamenti) • Forze orizzontali proporzionali ai carichi permanenti attraverso un moltiplicatore α, rappresentativo dell’azione sismica e calcolando il valore di α che corrisponde alla condizione di equilibrio limite α = amax / g Parametri che influenzano la risposta • I metodi di analisi e verifica dei meccanismi locali devono descrivere per quanto possibile il comportamento effettivo. Mentre nella progettazione del nuovo è ragionevole adottare metodologie convenzionali (magari ampiamente a favore di sicurezza), nella valutazione dell’esistente è opportuno limitare gli interventi alle situazioni che davvero lo richiedono. • I metodi devono poter considerare le seguenti situazioni: • Ammorsamento tra le pareti: solo nel caso di pareti addossate si ha un’elevata vulnerabilità, altrimenti in genere il collasso è evitato • Monoliticità dei macro-blocchi murari: la stabilità è ridotta anche in misura notevole nel caso di scarsa qualità muraria • “Fattore di struttura” nei meccanismi fuori dal piano: esiste una differenza significativa tra il sisma che attiva il meccanismo e quello che produce il ribaltamento • Input sismico ai diversi livelli: i meccanismi che interessano le parti più alte dell’edificio sono eccitati dal moto amplificato e modificato nei contenuti in frequenza dalla risposta dinamica della struttura OSSERVAZIONI • E’ necessario individuare correttamente i meccanismi da analizzare α0P2 P2 α0P1 P1 θ1 Ribaltamento globale con buon ammorsamento OSSERVAZIONI • E’ possibile valutare l’efficacia di interventi di rinforzo F1 α0P1 P1 θ1 Presenza di incatenamento (forza esterna) ANALISI LIMITE DI UN ARCO CON PIEDRITTI α Δx1 = θ1(yA-y1) Δy1 = θ1(x1- xA) Δx2=θ1(yA-yB)+θ2(yB-y2) Δy2=θ1(xB-xA)+θ2(x2-xB) Δx3 = θ3(yD-y3) Δy3 = θ3(x3-xD) C2 Δl = θ3(ycatena-yD) - θ1(ycatena-yA) 2 α 1 3 C3 C1 ANALISI CINEMATICA NON LINEARE Analisi pushover: evoluzione del moltiplicatore α al crescere dello spostamento Step 0 α0 Step 1 α1 Step i λ displacement αi Meccanismi di collasso per azioni nel piano CRITERI DI MODELLAZIONE Modelli discreti SCALA DEL MATERIALE Modelli basati sulla definizione di leggi costitutive SCALA DELl’ELEMENTO STRUTTURALE Modelli a telaio equivalente Modelli per macroblocchi ANALISI STATICA NON LINEARE fascia maschio nodo MODELLAZIONE DELLA PARETE A TELAIO EQUIVALENTE Identificazione della geometria degli elementi e delle incidenze Bs/2 Aperture irregolari Bs Aperture regolari Asse dell’elemento Maschio Hinterstory Fascia Nodo rigido Modello a telaio equivalente Trave non lineare 3MURI – ELEMENTI IN CALCESTRUZZO ARMATO 9 Edifici con pareti perimetrali in muratura e telai in c.a. all’interno. 9 Sopraelevazioni o ampliamenti di edifici in muratura con strutture in c.a. R.C. non-linear beam Non-linear beam / macro-element 9 Elementi in c.a. accoppiati o inseriti nella muratura (cordoli) mk i j R.C. BEAM CORDOLO NODO RIGID RIGIDO NODE MASCHIO PIER FASCIA SPANDREL NODO RIGID RIGIDO NODE MASCHIO PIER ASSEMBLAGGIO DI PARETI IN MODELLI 3-D A TELAIO EQUIVALENTE Assemblaggio delle pareti 2D Nodo 3D ¾ nodi 3D: 5 d.o.f Æ si ottengono dall’unione di due nodi 2D Nodo 2D ¾ nodi 2D: 3 d.o.f. nel piano della parete Nodo 3D uz = w φx uy φy φ u ux θ Z Y X ANALISI STATICA NON LINEARE E VERIFICA IN SPOSTAMENTO ANALYSIS PUSHOVER Total base shear D1 D2 D3 D4 nodo di controllo Control node displacement D1 D2 D3 D4 Panel in elastic phase Damage state of panel Panel at collapse Progressing of non linear response and the damage state of building ANALISI STATICA NON LINEARE Bilineare equivalente 2500000 Fy* Taglio alla base [N] V* = V\Γ 2000000 1500000 1000000 0.7* Vpicco 500000 curva di capacità bilineare equivalente 0 0 0.002 0.004 0.006 0.008 0.01 0.012 spostamento [m] d* = d\Γ 0.014 0.016 0.018 du* 0.02 ¾Determinazione della risposta massima in spostamento del sistema equivalente con lo spettro di risposta elastico T * ≥ TC T ≤ TC * * d max = d e ,max = S De (T * ) d * max d e,max ⎡ TC ⎤ * = * ⎢1 + (q − 1) ⎥ ≥ d e ,max q ⎣ T ⎦ S Ae (T * )m* q = Fy* * VALIDAZIONE DEL MODELLO A TELAIO EQUIVALENTE DANNEGGIAMENTO A COLLASSO PROPOTYPE EQUIVALENT FRAME n28 49 44 41 n21 dx = 15 mm n24 42 n22 n29 50 45 47 n26 n25 FEM 46 48 n27 43 n23 Shear failure Flexural failure Uncompressed elements Rigid node Elastic range Principal inelastic strains VALIDAZIONE DEL MODELLO A TELAIO EQUIVALENTE 200 Fx (kN) 160 120 80 Experimental test FEM 40 Eq. frame - Reduced stiffness Eq. frame - Full stiffness 0 0 5 10 15 dx (mm) 20 25 CONCLUSIONI La nuova normativa è buona per il costruito esistente? Disporre di un insieme di documenti normativi (limitati nel numero) condivisi dalle diverse istituzioni (Infrastrutture, Beni Culturali, Protezione Civile) è certamente un fatto positivo. Per il costruito storico è chiaramente riconosciuta l’importanza della conoscenza storico-costruttiva, di intervenire in modo non invasivo, di modellare correttamente la costruzione (meccanismi locali). Per i beni tutelati il miglioramento consente in tutti i casi di evitare interventi non compatibili con la conservazione. Ovviamente ci sono delle criticità da superare, sia nelle indicazioni sui metodi di modellazione e verifica sia nella formazione professionale. L’attuale normativa è certamente migliorabile (e da semplificare), ma è certamente molto migliore della precedente.