24 IMMOBILI & CONDOMINIO Lunedì 15 Aprile 2013 Pubblicata l’ultima versione della norma tecnica Uni 10200/2013 sulla climatizzazione Riscaldamento, spese più eque Tra le novità la stima del consumo dovuto a dispersione Pagina a cura DI GIUSEPPE BORDOLLI E GIANFRANCO DI RAGO aggiore trasparenza nella contabilizzazione del consumo di calore in condominio. È stata, infatti, pubblicata la nuova versione della norma tecnica Uni 10200/2013, elaborata dall’Ente nazionale italiano di unificazione e disponibile a pagamento sul sito internet www.uni.com, che fornisce i criteri per una corretta ed equa ripartizione della spesa per la climatizzazione invernale e per l’acqua calda sanitaria nei condomini serviti da impianto termico centralizzato o da impianto di teleriscaldamento. L’aggiornamento messo a punto dall’Ente nazionale italiano di unifi cazione offre, quindi, maggiori garanzie ai condomini, permettendo di calcolare in maniera più evidente la ripartizione pro quota della spesa totale per il riscaldamento. M Il sistema della contabi- La definizione Secondo la disciplina europea per norma si intende una specifica tecnica, adottata da un organismo di normazione riconosciuto, per applicazione ripetuta o continua, alla quale non è obbligatorio conformarsi. Le norme, quindi, sono documenti che definiscono le caratteristiche (dimensionali, prestazionali, ambientali, di qualità, di sicurezza, di organizzazione ecc.) di un prodotto, processo o servizio, secondo lo stato dell’arte e sono il risultato del lavoro di decine di migliaia di esperti in Italia e nel mondo. Come detto le norme tecniche sono del tutto volontarie, perché costituiscono un riferimento che le parti interessate si impongono spontaneamente. lizzazione del calore. calore La contabilizzazione del calore è un sistema che consente di calcolare il consumo di ogni appartamento in modo da operare il riparto delle spese comuni tra i singoli condomini in base al consumo che ciascuno di questi abbia effettivamente registrato. In questi casi il problema principale da affrontare è quello del criterio da utilizzare per procedere a detta rendicontazione. Solitamente negli edifici con impianto centralizzato c.d. a distribuzione orizzontale si ricorre alla c.d. contabilizzazione diretta. diretta In questo caso i contatori vengono collocati in corrispondenza del punto di ingresso in ciascuna unità immobiliare della derivazione dell’impianto di distribuzione centralizzato, in modo da poter conteggiare la quantità di calore prelevata da ciascun condomino. Viceversa, negli edifi ci con impianto c.d. a distribuzione verticale, che rappresentano la tipologia oggi più diffusa, si procede all’installazione di specifi ci ripartitori, che sono programmati in virtù delle caratteristiche e della potenza termica dei cor- pi scaldanti sui quali sono installati e che consentono in tal modo di determinare i consumi. La nuova norma Uni 10200/2013. La nuova Uni introduce quindi una maggiore trasparenza nella gestione della contabilizzazione del calore perché prevede che nella prima stagione di attività dell’impianto il responsabile debba fornire agli utenti un prospetto previsionale della spesa totale per climatizzazione invernale e acqua calda sanitaria. Dal punto di vista tecnico, invece, la novità principale è rappresentata dalla stima del consumo involontario dovuto alle dispersioni della rete di distribuzione e che influiscono comunque sulla spesa totale da ripartire tra i condomini. Attualmente le specifiche tecniche della norma Uni/Ts 11300 consentono di utilizzare i ripartitori per effettuare anche detta stima. Tuttavia la nuova norma Uni 10200 consente in alternativa di effettuare un calcolo semplificato con l’utilizzo di coefficienti che attribuiscono valori prestabiliti al consumo involontario. Un’altra novità riguarda poi i c.d. millesimi di riscaldamento, poiché la nuova norma Uni 10200 prevede che gli stessi possano essere ricondotti non solo ai millesimi di potenza termica installata, come previsto sino a ora, ma anche ai millesimi di fabbisogno di energia utile, calcolati secondo le specifiche della predetta norma Uni/Ts 11300. © Riproduzione riservata Come gestire la ripartizione dei costi in condominio Le spese di riscaldamento rappresentano da sempre una delle voci più rilevanti del bilancio familiare, a maggior ragione in tempi, come questi, di grave difficoltà economica per le famiglie. Risparmiare, dunque, è necessario, ma può essere difficile se si abita in un condominio dotato di impianto di riscaldamento centralizzato e non è possibile o conveniente pensare al distacco dall’impianto comune. La soluzione però esiste, ed è quella di adottare sistemi per la contabilizzazione e la termoregolazione del calore (già obbligatoria in alcune regioni), che permettono di gestire in modo autonomo il riscaldamento della propria abitazione, pur vivendo in un condominio. • Il passaggio alla contabilizzazione e termoregolazione. Per utilizzare il sistema della contabilizzazione e termoregolazione (che indubbiamente richiede preventivamente uno studio particolareggiato sulla fattibilità e sulla funzionalità dell’impianto) occorre installare su tutti i caloriferi una valvola termostatica che permette la regolazione della temperatura ambiente (c.d. termoregolazione). La valvola raffredda il termosifone qualora l’ambiente abbia raggiunto la temperatura programmata e lo riscalda di nuovo quando necessario. Nel complesso del condominio questo meccanismo diminuisce la quantità di acqua in circolazione nell’impianto, diminuendo l’attività della calda- ia e determinando il risparmio energetico. La termoregolazione quindi ha la funzione di regolare il prelievo di calore nei corpi scaldanti. Tale accorgimento di per sé non favorisce il risparmio negli impianti di riscaldamento centralizzato, in quanto il risparmio verrebbe spalmato tra tutti i condomini. Sopperisce a questa mancanza l’adozione dei sistemi di contabilizzazione. I corpi scaldanti, i caloriferi, emanano calore che i contabilizzatori devono conteggiare (calcolare, tenere il conto) al fi ne di effettuare il riparto degli oneri. Da notare che per la determinazione dei consumi individuali è possibile utilizzare una strumentazione piuttosto che un’altra: ciò che rileva è il calcolo del calore prelevato da ogni condomino per poter procedere alla ripartizione della spesa. • Le spese. Bisogna sottolineare che sono a carico dei singoli condomini i costi per l’installazione per i ripartitori dei costi o contatori di calore e per le valvole di termoregolazione. A carico di tutti i condomini per millesimi è anche il costo per eventuali modifiche dell’impianto centralizzato (per esempio l’installazione di una pompa a pressione variabile o di una valvola di sovrapressione). Quando poi si sia passati alla contabilizzazione e termoregolazione, la spesa totale per la climatizzazione invernale (ed eventualmente per l’acqua calda 105116097108105097111103103105095109097110 sanitaria centralizzata) è data da una quota variabile e da una fissa. La prima deriva dalla spesa per il consumo di energia termica utile delle unità immobiliari e dei locali condominiali. La quota fissa è invece rappresentata dalla spesa totale per potenza termica installata e si compone di tre voci: spesa relativa alle dispersioni della rete di distribuzione; spese per conduzione e manutenzione ordinaria dell’impianto centralizzato; spese per la gestione del servizio di contabilizzazione dell’energia termica utile. Il problema maggiore riguarda proprio l’individuazione della giusta percentuale da attribuire ai costi fissi. A tale proposito la norma Uni 10200 prevede alcune novità nella stima del consumo involontario dovuto alle dispersioni della rete di distribuzione (dispersioni che, come detto, influiscono sulla spesa della quota fissa). In ogni caso deve ricordarsi che la definizione di tale quota fissa percentuale è, ai sensi della normativa vigente, una prerogativa dell’assemblea dei condomini, la quale conserva in ogni momento la facoltà di effettuare variazioni o aggiustamenti. • La nuova maggioranza introdotta dalla legge n. 220/2012 di riforma della disciplina del condominio negli edifi ci: una scelta inspiegabile. La legislazione speciale aveva previsto un quorum ridotto per il passaggio alla contabilizzazione e termoregolazione (l’assemblea poteva infatti decidere a maggioranza dei con- domini presenti), con l’evidente obiettivo di consentire un più facile e rapido raggiungimento di una maggioranza favorevole all’esecuzione di interventi finalizzati a un concreto e significativo risparmio energetico. Il legislatore quindi ha mostrato di voler favorire l’adozione di tale sistema, che può portare a un risparmio energetico (attraverso l’uso intelligente delle valvole termostatiche, che consentono di ottenere significativi risparmi energetici ed economici) e a una maggiore equità (ogni condomino deve pagare solo il calore effettivamente consumato, a parte la quota fissa stabilita in assemblea condominiale e ripartita in funzione di parametri fi ssi, come i millesimi). Tuttavia la legge di riforma n. 220/2012 ha inspiegabilmente elevato la maggioranza sopra detta, stabilendo che per le innovazioni relative all’adozione di sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del calore e per il conseguente riparto degli oneri di riscaldamento in base al consumo effettivamente registrato l’assemblea di condominio debba deliberare con la maggioranza degli intervenuti che rappresenti almeno la metà del valore dell’edificio. Si tratta di una scelta in netta controtendenza rispetto alla predetta legislazione speciale. Occorrerà quindi capire se essa sia stata soltanto il frutto di un errore di coordinamento da parte del legislatore o se invece si tratti di una scelta volontaria da parte del medesimo.