Sonda Elettroni Gli elettroni giocano un ruolo particolare quali sonde in studi di fisica della materia: Penetrazione degli elettroni vs la loro energia cinetica 1) È facile produrli e monitorarli 2) La loro profondità di penetrazione dipende dalla energia cinetica: 10 eV<E<1000 eV sensibilità a superficie ed ad interfacce nascoste; 10 keV<E<100 keV informazioni sul volume. 3) Sono versatili: Cristallografia: lunghezza d’onda confrontabile o minore del passo reticolare del campione Spettroscopia: energia sufficiente per eccitare transizioni sia elettroniche che vibrazionali, Magnetismo: presenza di spin intrinseco Sorgenti di elettroni Gli elettroni possono venire prodotti facilmente per emissione termoionica da un filamento caldo e quindi vengono estratti, focheggiati ed accelerati all’energia desiderata. Catodo virtuale Sorgenti di elettroni Emissione termoionica Le sorgenti di emissione termoionica possono essere: • Catodo a filamento metallico (in genere Tungsteno o Tungsteno toriato) • Catodo in Esaboruro di Lantanio (LaB6) La legge di Richardson esprime la densità di corrente Jc emessa per effetto termoionico J c = AT exp(− Ew / KT ) 2 T temperatura filamento, Ew potenziale estrazione K costante di Boltzmann, A costante dipendente dalla funzione lavoro del materiale del catodo Catodo a filamento di Tungsteno • • • • • Filamento ripiegato a forma di punta con raggio di curvatura 100µm Temperatura di esercizio 2700-3000K Corrente emessa Jc=1,75 A/cm-2 Vuoto richiesto 10-3 Pa (10-5 mbar) Vita media 60-100 ore Circuito di riscaldamento del catodo Resistenza variabile + Anodo collegato all’alta tensione (fino a 30KV) Come si forma il fascio elettronico • Il filamento viene riscaldato a temperature tali che gli elettroni guadagnano energia sufficiente a superare l’energia di estrazione del materiale (emissione termoionica) • Gli elettroni vengono attratti verso l’anodo polarizzato applicandovi una differenza di potenziale attrattiva. • Il sistema si comporta come una lente elettrostatica formando una “immagine” del filamento tra il Wehnelt e il catodo • Le lenti elettromagnetiche successive focheggiano il fascio sui successivi elementi di ottica elettronica Catodo ad esaboruro di Lantanio (LaB6) • Asta di LaB6 con sezione ∼1mm2 tagliato lungo la faccia (100) o (211) corrispondenti al minimo valore della funzione lavoro. • Temperatura di esercizio 1700 K2100 K (minore che per il W, distribuzione più stretta degli elettroni fotoemessi) • Corrente emessa 40-100 A/cm-2 • Vuoto richiesto 10-4 Pa (10-6 mbar) Emissione per effetto campo e formazione fascio di elettroni • Emissione dovuta alla capacità di estrazione di elettroni da un monocristallo appuntito da parte di campi elettrici intensi • Raggio di curvatura del cristallo 20200 nm • Vuoto richiesto 10-7 Pa (10-9 mbar) Il monocristallo è sottoposto all’azione del campo elettrico del primo anodo (circa 3000 V). Nel microscopio elettronico gli elettroni emessi vengono accelerati dal secondo anodo fino a 100 KeV. Il catodo è in genere un monocristallo di tungsteno. Utilizzando catodi superconduttori la distribuzione in energia degli elettroni emessi può scendere a pochi meV. L’area di fotoemissione può essere ridotta ad un raggio di pochi nanometri. Catodo ad emissione di campo Intensità e Brillanza La massima densità di corrente ottenibile è: Jb=4ib/πd02 ib= corrente totale del fascio; d0= diametro del cross–over ed è limitata dalle aberrazioni delle lenti α0 elettroniche e dai diaframmi. α0= semiangolo del cono di raggi che convergono per formare il cross-over Più utile il concetto di Brillanza (β) (densità di corrente pro angolo solido (A cm-2 sr -1)) β = 4ib /(π (d 0α 0 ) 2 ) Valore massimo: β= JceV0/π πkT con Jc e T densità di corrente e temperatura del catodo V0 differenza di potenziale tra il catodo e il punto in cui si forma la sua immagine Confronto tra filamenti Emettitore (work function) Vita media (ore) Source size W (termoionico) (4.5 eV) LaB6 (2.0) W (emissione di campo) 60-100 100µ Brillanza a 25KV (valore utile per microscopio elettronico) 1 A cm-2sr-1 300-500 5µm 20-50 A cm-2sr-1 300-1000 <10 nm 100-1000 A cm-2sr-1 Commercial Electron gun for Auger Experiments Lenti per elettroni • Le lenti per elettroni possono essere di tipo elettrostatico o elettromagnetico • Le prime, in cui la deviazione dalla traiettoria è dovuta solo alla carica elettrica, sono più adatte per elettroni lenti • le seconde, basate sulla legge di Lorentz per cui la deviazione è dovuta a carica e velocità, sono più adatte ad elettroni veloci Le lenti elettromagnetiche danno minori aberrazioni ma i campi magnetici sono difficili da confinare spazialmente. A bassa energia servirebbero campi magnetici estremamente intensi e le lenti magnetiche sono pertanto inutilizzabili. Similmente ad alte energie servirebbero campi elettrici troppo intensi e le lenti elettrostatiche sono inutilizzabili. Electrostatic Electron Optics Deflection of an electron passing through a region characterized by a uniform electric field E and a related potential difference V. While the vertical component of v is changed the horizontal one is conserved sinα v 2 n 2 v|| v|| = = sin α = sin β = sinβ v1 n1 v1 v2 1 1 2 2 mv 2 = mv 1 + eV 2 2 sinα v 2 n 2 V = = = 1+ sinβ v 1 n1 V0 U ( x) v( x ) n( x ) = = const v1 v1 dn 1 x2 1 dn = ∫ dx x r ( x) n2 1 r ( x) dx indice di rifrazione 1 1 = f n2 ∫ n2 n1 Electrostatic lenses Low energy electrons are best focused by electrostatic lenses. Electron lenses are metallic apertures. In part (a), the configuration is set to produce convergence; and in (b), divergence. Part (c) shows a single, symmetrical lens that is capable of focusing. In each case, equipotential lines are drawn. Lenti elettromagnetiche • Una lente elettromagnetica è formata da un nucleo cilindrico di ferro dolce contenente un avvolgimento di spire di ferro. • Quando viene fatta passare una corrente si genera un campo magnetico parallelo all’asse della lente. • Il campo, agendo sulla carica elettrica dell’elettrone, “devia” il suo moto. Lenti elettromagnetiche Magnetic lenses for electrons 2π e ω= = B τ m AC = v ||τ = τ independent of ϕ 2π mv cos ϕ eB A magnetic lens for electrons. Part (a) schematically shows the trajectory of an electron entering a "long" solenoid. The electron follows a helical path around the magnetic field lines with a period τ. Part (b) shows an iron-shielded solenoid and representative magnetic field lines. Magnetic lenses are better for high energy electrons for which electrostatic lenses would require too high electric fields. Aberrations are also smaller. with cos ϕ∼1 for small angles aberrazioni Le lenti per elettroni sono soggette alle stesse aberrazioni come le lenti ottiche. Per i raggi parassiali il fuoco è affetto da: Aberrazione sferica Aberrazione cromatica Elettroni che si muovono a diversa distanza dall’asse vengono focalizzati in punti diversi Elettroni con diversa energia vengono focalizzati in punti diversi Coma e astigmatismo Raggi non parassiali vedono la lente in modo non simmetrico. Questo ha come conseguenza che essi vengano focheggiati in punti diversi e che immagini di oggetti verticali e orizzontali si formino in posizioni focali diverse. Correzione Astigmatismo nelle lenti elettromagnetiche Varie imperfezioni (irregolarità di lavorazione nell’avvolgimento delle bobine, disomogeneità nei materiali, contaminazioni) inducono delle asimmetrie nei campi delle lenti. Tuttavia e’ possibile minimizzare tali aberrazioni con un sistema di bobine di compensazione. Electron Detectors and Multiplyers • Fluorescent screen - A dye is electronically excited and decays emitting visible photons which are then observed by inspection or recorded by a photocamera (at least 10-9 A needed on a spot for a visible signal) • Faraday Cup - Incoming electrons are collected by an anode (10-11 A needed) and transformed into current pulses which are eventually transformed into a tension pulse, amplified and transmitted to the electron counting electronics • Resistive anode The current arriving on a resistive rectangular plate is recorded at its corners. The four measured current values allow to determine the position at which the beam hits the resistive plate. • Single electron multiplyers : Dynode multipliers Channeltrons Channelplates Electron Multiplyiers Dynode-based Electron Multiplier Dynodes are insulating glass shells. The electron current is multiplied at each collision. Gains as high as 1010÷1011 can be achieved with electron multipliers working at a few kV Channeltron • Channeltrons are continuous dynodes allowing for gains up to 108. • It consists of an empty, usually horn shaped, glass tube polarized to several kV. • The outgoing current is collected by a Faraday Cup at the exit of the device. • The output current for single incoming electrons entering into the device is in the pA range. • The signal is then converted to tension, by recording the potential difference across a resistor, and preamplified electronically. Channelplate • Channeltrons may be organized into channel plates for position sensitive detectors. • Gain limit 107. The current is then collected on a resistive anode with four contacts. • Main limit: anisotropic signals may induce anisotropic heating and cause thermal shock and rupture of the device. Electron Energy Analyzers Retarding field analyzer (RFA) A grid at negative potential V prevents electrons with kinetic energy lower than a given threshold to reach the detector (fluorescent screen) Advantage: high angle acceptance, position sensitive Application: Low energy electron diffraction (LEED) and Auger electron spectroscopy (AES) Electron Energy Analyzers Cylindrical Mirror Analyser (CMA) Single or double pass system. The device is based on a strong chromatic aberration Large angle acceptance High sensitivity (currents up to 100 X lower than for RFA) Application: Auger Electron Spectroscopy Hemispherical Analyzer Advantage: 3Dim focussing. Angle resolution ∼3° Application: Angle resolved photoemission Cylindrical Electron beam Monochromators and Analyzers: ribbon shaped beams Ideal, not terminated device, first order focus at 127,3° Main advantage: the current is distributed over a rectangular slit: lower space charge → higher throughput Application: High Resolution Electron Energy Loss Spectroscopy Comparison CDA/SDA • First order focus at 127.3°; second order focus at 180°. • For the CDA 127 device the focal plane position angle is displaced to lower angles by the distortions induced by the equipotential entrance and exit plates and to higher angles by space charge (Borsch effect). The actual position of the focus is moreover controlled by the bias at the upper and lower plates, closing the device in the vertical plane. Most modern devices are toroid shaped to achieve some vertical focusing. • The second order focus of the SDA allows the use of channel plates to record simultaneously different energies. This characteristic is, however, lost at high currents because of the shift of the position of the focus induced by space charge. Main use of SDA is as analyzer in photoemission. • For CDA the beam is ribbon shaped since entrance and exit slits have a rectangular shape. The energy resolution is then determined by s/r where s is the width of the slit and r the radius of the central electron trajectory, while the feed current depends also on the slit height, h. Typically s∼0.3 mm and h∼3 mm. • In SDAs the use of rectangular slits is more problematic since focussing occurs in two directions. CDAs are therefore superior as electron beam monochromators. The price to pay are rectangular rather than cylindrical electron lenses which have larger aberrations. Application: High Resolution Electron Energy Loss Spectrometer (HREELS) La trasmissione di monocromatori e analizzatori di elettroni è limitata, come per qualsiasi altro dispositivo ottico elettronico dalle aberrazioni. Questi dispositivi possono essere ottimizzati mediante simulazioni delle traiettorie degli elettroni che li attaversano. Attualmente sono disponibili commercialmente spettrometri HREEL basati su CDA con risoluzione limite di 0.5 meV nel fascio diretto (sviluppati da H.Ibach, commercializzati da SPECS e LK Technologies). I dispositivi SDA utilizzati in fotoemissione possono giungere anch’essi a risoluzioni di pochi meV. Quelli migliori sono a doppio passo ed hanno traiettorie di passo dell’ordine del metro (Scientia). Dispositivi meno pretenzioni vengono prodotti da Omicron e Specs. Sono a singolo passo e raggiungono risoluzioni sui 50 meV, normalmente sufficienti per analizzare elettroni fotoemissi da stati di core (XPS). HREELS per misure magnetiche: deflessione a 90° La deflessione a 90° permette di conservare una eventuale polarizzazione in spin degli elettroni