PERIODICO SEMESTRALE
DI AGGIORNAMENTO FINANZIARIO
28 dicembre 2009
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MERCATI
Andamento 2009
FOCUS SU
…La gestione del risparmio
dopo la crisi
PRODOTTI
Il nuovo regolamento emittenti
Gentile Cliente,
Le presentiamo il quinto numero di Euromobiliare News all’interno del quale potrà trovare
un’intervista ad Alessandro Fugnoli dove si propone una panoramica sull’andamento dei mercati nel 2009 e sulle
prospettive macro economiche per i prossimi mesi.
In un articolo di Federico Marzi, Direttore Commerciale di Euromobiliare AM Sgr, parliamo di come si sono
comportati i risparmiatori durante la crisi e del ritorno agli investimenti.
Infine Le presentiamo alcune novità riguardanti i prodotti della nostra gamma che entreranno in vigore dal 1 gennaio
2010. Al fine di renderLe più agevole la consultazione delle informazioni, troverà uno schema riepilogativo con il
dettaglio delle variazioni avvenute.
Con i migliori saluti,
Euromobiliare AM Sgr
4
L’ANDAMENTO DEI MERCATI NEL 2009
Intervista ad Alessandro Fugnoli *
Iniziamo riepilogando brevemente
quanto è successo nel 2009: una
forte ripresa dei mercati poco giustificata dall’economia reale?
La ripresa dei mercati non è priva di
ragioni. Agli inizi di marzo le borse e i
crediti quotavano economie che stavano
inabissandosi e un sistema finanziario
a rischio di collasso. Il tempo passa in
fretta e altrettanto in fretta ci si dimentica delle cose, ma in quelle settimane
i dati macro segnalavano una velocità annualizzata di contrazione del Pil
dell’ordine del 6 per cento in America e
in Europa. La produzione industriale era
in caduta libera, così come il commercio
internazionale. In alcuni paesi asiatici
molto esposti al ciclo internazionale la
produzione industriale era in caduta del
30-40 per cento rispetto all’anno precedente.
In pratica era successo che le imprese
avevano reagito al calo improvviso dei
consumi con un taglio ancora più feroce
della produzione e con licenziamenti
veloci e massicci. In una situazione già
molto difficile, infatti, le imprese non potevano fare ricorso alle banche per superare la fase più dura. Le banche, invece
di concedere più credito, chiedevano
alle imprese di rientrare rapidamente e
restituire soldi proprio nel momento più
delicato.
A livello di sistema finanziario la crisi
aveva avuto due momenti di particolare
tensione. Il primo era stato nell’ottobre
del 2008, dopo il fallimento di Lehman
Brothers, quando si era evitata per poco
una corsa ai depositi che avrebbe comportato fallimenti a catena di banche. Il
secondo fu invece in febbraio. La crisi finanziaria dell’Europa orientale rischiava
di provocare gravi guasti alle banche
dell’Europa occidentale, mentre le difficoltà di alcuni paesi dell’Europa meridionale come Spagna e Grecia, nonché
dell’Irlanda, sembravano poter compromettere la tenuta stessa dell’euro.
L’intervento dei governi e delle Banche Centrali, tanto in ottobre quanto in
febbraio, ha evitato il disastro. Si può
discutere sulle responsabilità della crisi
e si può imputare ai governi un qualche
ritardo nella risposta, ma alla fine questa ha raggiunto la massa critica
ed è stata in grado di evitare che
il mondo scivolasse in una nuova
Grande Depressione.
Oggi la crescita delle economie
occidentali ha una velocità annualizzata del 2-3 per cento. Non è
molto, è vero, ma passare da - 6 a
+ 2 è comunque un’escursione di 8
punti. Per quanto significativa, poi,
la riaccelerazione non va vista solo
in termini quantitativi. Si tratta infatti della differenza tra la morte e
la vita, tra una prognosi infausta
molto somigliante agli anni Trenta
e l’avvio di una guarigione faticosa, ma
ormai indiscutibile.
La guarigione è faticosa anche perché
questa volta non si vuole drogare troppo
la domanda, ma si cerca invece di fare
riprendere forza al paziente e al tempo
“Oggi la crescita delle economie occidentali
ha una velocità annualizzata del 2-3 per cento.
Non è molto, è vero, ma passare da - 6 a + 2 è
comunque un’escursione di 8 punti.”
stesso di iniziare a disintossicarlo, riducendo la sua dipendenza strutturale dal
debito.
La ripresa delle borse e dei crediti appare quindi fino a questo momento giustificata. Certo, c’è ancora una situazione
diffusa di malessere perché la disoccupazione sta ancora aumentando, anche
se sempre più lentamente, e perché il
mondo delle piccole e medie imprese è
sotto forte pressione perché fatica a ottenere credito. Le grandi imprese, tuttavia, hanno retto alla crisi molto meglio di
come si poteva pensare. Per non parlare
dello stimolo che continua ad arrivare
dall’Asia.
Che politiche possiamo attenderci dalla Banche Centrali
per il 2010? Il costo del denaro
continuerà ad essere contenuto per facilitare la ripresa
dell’economia reale?
La paura di un ritorno dell’inflazione sembra mal conciliarsi con gli attuali livelli di
disoccupazione.
La paura dell’inflazione nasce
da un equivoco. Si pensa che la
creazione di base monetaria da
parte delle Banche Centrali porterà automaticamente a una pressione
dei prezzi, ma in realtà non c’è un rapporto meccanico di causa ed effetto. Le
Banche Centrali infatti creano dal nulla
liquidità, la usano per comperare titoli
dalle banche, ma le banche ridepositano questa liquidità presso le Banche
Centrali. In pratica la nuova liquidità
non esce dal circuito banche-Banche
Centrali ed è per questo che non si vede
nemmeno l’ombra dell’inflazione. Certo,
a un certo punto le banche riprenderanno
a erogare credito alle imprese e alle per-
sone. Quanto meno, questa è la speranza
di tutti. Ma nemmeno in quel momento
l’inflazione riprenderà necessariamente
forza. L’inflazione prende slancio quando
la domanda supera l’offerta disponibile
di persone da impiegare e risorse da utilizzare. C’è però in giro una quantità così
elevata di persone disoccupate e di impianti fermi, che occorreranno anni prima
che la domanda riesca a riassorbire tutta
l’offerta inutilizzata. Per questo le Banche Centrali di Stati Uniti, Eurolandia e
Giappone terranno i tassi molto vicini a
zero per tutto il 2010 e anche oltre.
Non si può naturalmente escludere a
priori che a un certo punto ai governi
possa venire in mente di provocare a tavolino l’inflazione per smaltire una parte
del debito pubblico che si è venuto accumulando. Una tale decisione appare
al momento poco probabile. I mercati
saranno molto attenti a punire i governi
che dovessero avviarsi su questa strada.
Molti investitori restano prudenti e
continuano a preferire le obbligazioni alle azioni. Quali sono le vostre previsioni per i prossimi mesi?
In una fase di ripresa, normalmente, le
Borse sono l’investimento migliore. Seguono i crediti, cioè le obbligazioni societarie, mentre i titoli più difensivi, quelli
del debito pubblico, danno meno soddisfazioni. Anche questa volta dovrebbe
essere così. La ragione è intuitiva. La
ripresa dell’economia migliora i margini
delle imprese e giustifica sia l’aumento
del valore delle azioni sia quello delle obbligazioni, che beneficiano del maggiore
grado di certezza sulla capacità da parte
delle imprese di rimborsare i creditori. I
titoli di stato a breve, che sono un ottimo
parcheggio in tempi di bufera, sono e saranno ancora penalizzati da rendimenti
risibili e inferiori al tasso d’inflazione. I
titoli di stato lunghi e a tasso fisso, dal
canto loro, rendono di più e non daranno
particolari problemi nei prossimi mesi.
Più avanti, tuttavia, diverranno vulnerabili a un’eventuale ripresa dell’inflazione.
Nella prossima fase sarà quindi meglio
prendere qualche rischio di credito (diversificando il più possibile) piuttosto
che cercare di aumentare il rendimento
allungandosi nelle scadenze.
Tra la debolezza del dollaro e i mercati azionari, sostiene l’economista
Nouriel Roubini, c’è una forte correlazione. La speculazione sulle
valute, per l’economista, gioca un
ruolo fondamentale nell’andamento
dei mercati. Con rischi notevoli.
«Quando la discesa del dollaro si
fermerà - è convinto Roubini - l’inversione di marcia (ma in negativo)
si ripercuoterà sui mercati finanziari». Che opinione avete sul mercato valutario? La moneta verde
rappresenterà un indicatore utile
per i mercati finanziari?
Al di là della volatilità spicciola, la tendenza di fondo sarà quella di un dollaro
ancora moderatamente debole verso
l’euro. Da qui in avanti, tuttavia, il compito di rivalutare spetterà principalmente
ai Paesi Emergenti. Al momento non si
vede una possibilità di forte recupero del
dollaro, né c’è in fondo da augurarsela. Il
dollaro debole, a condizione che si tratti
di una debolezza ben controllata, è uno
stimolante per l’economia mondiale perché induce Europa e Asia a compensare
la forza delle loro valute con politiche
monetarie più espansive, ovvero con
tassi bassi. In ogni caso, anche se si dovesse verificare una brusca inversione di
tendenza e un rafforzamento improvviso
del dollaro non ci sarebbe da essere
troppo preoccupati. Le posizioni speculative finanziate in dollari sono molto più
piccole rispetto a due anni fa e se anche
dovessero essere improvvisamente
chiuse il danno per i mercati sarebbe
solo momentaneo.
I Paesi Emergenti che ruolo avranno
nella ripresa economica del 2010?
Rappresenteranno ancora un mercato azionario interessante?
I Paesi Emergenti sono stati coinvolti
nella crisi per via del calo improvviso
del commercio internazionale. Appena
l’interscambio ha dato cenni di ripresa
questi paesi sono tornati a tassi di crescita brillanti. Va ricordato che sono
paesi finanziariamente sani che hanno
i conti pubblici spesso in ordine e sono
generalmente creditori nei confronti
dell’estero. Rispetto agli anni Ottanta e
Novanta il capovolgimento è impressionante. Ora i grandi debitori sono gli Stati
Uniti (debito interno e debito estero) nonché Europa e Giappone (che hanno solo
debito interno, ma crescente). I Paesi
Emergenti sono quindi oggi più che mai
un’area interessante strategicamente.
Bisogna solo ricordare che i loro mercati
sono ancora oggi più volatili dei nostri.
Sarà bene quindi avere una strategia di
un certo respiro distribuita nel corso dei
prossimi anni, ovvero alleggerire le borse
occidentali nelle fasi di forza e comprare
borse emergenti nelle fasi di debolezza.
*Alessandro Fugnoli
Strategist di Abaxbank,
Banca d’Investimento del Gruppo Credem
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6
FOCUS SU…
LA GESTIONE DEL RISPARMIO
DOPO LA CRISI
Dopo le forti perdite registrate dai
listini nel 2008 (quando l’indice della
Borsa mondiale ha lasciato sul terreno oltre il 40% e Piazza Affari ha
perso il 48%) il rimbalzo dei mercati
nel 2009 ha riportato i risparmi delle
famiglie italiane nelle attività finanziarie sottraendoli da quelle non finanziarie. Abbiamo assistito dunque
nel corso dell’anno ad un graduale ritorno dell’appetito per il rischio degli
investitori, che anche nel risparmio
gestito hanno consentito al settore
di recuperare molto di quanto perso
nel 2008, prima verso prodotti più
difensivi per poi spostarsi gradualmente verso il mondo delle obbligazioni societarie e solo verso gli ultimi
mesi dell’anno sul mercato azionario
(novembre è stato il 6° mese con
raccolta positiva sui Fondi Comuni di
investimento da inizio anno1).
Un ritorno al risparmio per gli investitori italiani che contrasta con il
2008, il vero anno di crisi vissuto nel
nostro Paese dove il forte deterioramento della capacità di investire per
le famiglie va infatti ascritto alle dif-
“…la diversificazione, la trasparenza ed il controllo
del rischio rappresentano le basi migliori sulle quali
valutare le proprie scelte di portafoglio.”
ficoltà crescenti nella pianificazione
economica e nella necessità di essere “più liquidi possibile”. La possibilità per una parte consistente della
popolazione italiana di accantonare
risparmi si è dimostrata nuovamente
una peculiarità molto positiva, tale
da contribuire ad attenuare il senso
di crisi nel confronto internazionale.
L’Italia mantiene un elevato livello
di ricchezza privata, cresciuta nel
tempo proprio grazie al risparmio
delle famiglie che fa da contraltare
all’elevato livello di debito pubblico.
Ricominciare ad investire nei primi
mesi del 2009 significava per gli
investitori tornare a scegliere tra
diverse attività finanziarie, ma un
Fondo comune obbligazionario corporate o un comparto dedicato al debito
emergente significa soprattutto tor-
nare a dare fiducia ai mercati finanziari e soprattutto a quegli strumenti
d’investimento che anche durante la
crisi del 2008 hanno dimostrato come
la diversificazione, la trasparenza ed
il controllo del rischio rappresentino
le basi migliori sulle quali valutare le
proprie scelte di portafoglio.
Ci sono molti buoni motivi per continuare a dare fiducia ai Fondi comuni
di investimento ma per Euromobiliare
AM SGR sono soprattutto tre i pilastri
per una buona scelta di portafoglio:
collegate fra loro tendono ad avere
un comportamento simile nelle varie
fasi del ciclo economico, ma non si
tratta di una correlazione totale.
Inoltre, se i periodi particolarmente
difficili per i mercati finanziari mettono a dura prova anche le strategie
d’investimento più accorte, è proprio
disponendo di un portafoglio diversificato che è possibile attutire i colpi
inferti dalle crisi ed essere pronti a
beneficiare dei rialzi al momento
della ripresa.
[1] la Diversificazione: evitare di
concentrare tutto il patrimonio su un
unico titolo, settore o area geografica
permette di ridurre i rischi e dare più
stabilità ai rendimenti. I Fondi hanno
l’obiettivo di costruire portafogli diversificati in modo che l’andamento
negativo di una particolare classe
di investimento possa essere bilan-
[2] La Trasparenza: Ogni giorno
il valore della quota di un Fondo,
in gergo tecnico NAV (Net Asset
Value), viene pubblicato sui principali quotidiani e su Internet, affinché
il risparmiatore possa essere sempre
aggiornato sull’andamento del proprio investimento. Costi e risultati
dei Fondi comuni di investimento
liare AM SGR ha sempre prestato la
massima attenzione all’innovazione
di prodotto con l’obiettivo, da un lato
di disporre di una gamma sempre in
linea con i bisogni di base dei risparmiatori e, dall’altro, di offrire prodotti
coerenti in termini di rischiosità attesa e condivisa in fase di sottoscrizione. La diffusione del fenomeno
secondo il quale l’avversione alle
perdite è più forte che non l’impulso
a cogliere al volo opportunità di guadagno, e questo non solo quando
il panico regna sul mercato ma
anche in condizioni normali, rende
il controllo del rischio dei portafogli
un’attività strategica, prioritaria e
costantemente monitorata all’interno
del settore del risparmio gestito.
Come ribadito anche da un’indagine
realizzata da Assogestioni su risparmiatori, promotori finanziari e specialisti delle banche, le caratteristiche
che contraddistinguono i Fondi comuni e che li rendono uno strumento
adatto per chi investe con l’obiettivo
di consolidare e accrescere un capitale nel tempo, impegnano da un
lato i risparmiatori ad incrementare il
loro livello di conoscenza dello strumento, e dall’altro i gestori ad offrire
prodotti più comprensibili e conformi
alle necessità di una clientela oggi a
volte disorientata e insoddisfatta.
Federico Marzi
Responsabile Direzione Commerciale
Euromobiliare AM SGR
ciato dalle performance di altre asset
class proprio perché queste tendono
a comportarsi in modo differente a
seconda del momento. Negli ultimi
tempi la correlazione fra mercati è
tuttavia aumentata: questo significa
che asset class in precedenza poco
sono quindi facilmente controllabili
da parte degli investitori e le performance rappresentano esattamente il
guadagno dell’investitore.
[3] L’Innovazione di Prodotto ed
il Controllo del rischio: Euromobi-
1 Fonte Assogestioni
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8
NUOVO REGOLAMENTO EMITTENTI
Delibera Consob n.16840 del 19 marzo 2009
Consob, con Delibera n. 16840 del 19 marzo 2009, ha apportato alcune modifiche al Regolamento Emittenti (n.
11971/99), prevedendo, tra l’altro, la variazione degli schemi di Prospetto relativi ai Fondi Comuni di Investimento
mobiliare aperti di diritto italiano.
Il nuovo Regolamento Emittenti, in vigore dal 01.07.2009 impone agli intermediari di adeguarsi al nuovo schema in
occasione del primo aggiornamento utile, che per i Fondi appartenenti al Sistema Euromobiliare è previsto per il
01.01.2010.
Consob, inoltre, ha fornito agli intermediari specifiche istruzioni di carattere metodologico (Comunicazione n.
9025454 del 24 marzo 2009 e Quaderno di Finanza del 6 aprile 2009) per la determinazione dell’informativa da riportare sul Prospetto d’offerta, con riguardo ai seguenti punti:
■
Orizzonte temporale d’investimento consigliato;
■
Grado di rischio connesso all’investimento nel Fondo;
■
Grado di scostamento rispetto al benchmark.
A seguito dell’applicazione di tali metodologie, ai sensi del Regolamento di Banca di Italia del 14 aprile 2005 e del
Regolamento Emittenti così come modificato dalla Delibera n. 16840/2009 (art. 19 comma 2), il Prospetto d’offerta
dei Fondi Comuni d’investimento Euromobiliare AM SGR, redatto secondo il nuovo schema, prevederà a partire dal
01.01.2010, oltre alle modifiche già comunicate con lettera del 30.06.2009 (operazioni di fusione, variazione benchmark e variazione delle politiche di gestione di alcuni fondi), anche le variazioni riportate nella tabella seguente, che
non avranno alcun impatto sulle politiche di investimento adottate.
FONDI
ORIZZONTE TEMPORALE (1)
GRADO DI RISCHIO
(2)
GRADO DI SCOSTAMENTO RISPETTO
AL BENCHMARK (3)
fino al 31.12.2009
dal 01.01.2010 (4)
fino al 31.12.2009
dal 01.01.2010
fino al 31.12.2009
dal 01.01.2010
Euromobiliare Conservativo
0,5 anni
PIC : 2 anni
PAC: 2 anni
Basso
Basso
Contenuto
Contenuto
Euromobiliare Prudente
2/3 anni
PIC : 3 anni
PAC: 4 anni
Medio Basso
Medio Basso
Contenuto
Contenuto
Euromobiliare Reddito
2/5 anni
PIC : 3 anni
PAC: 4 anni
Medio
Medio
Contenuto
Contenuto
Euromobiliare Emerging Markets Bond
5/10 anni
PIC : 3 anni
PAC: 4 anni
Alto
Medio Alto
Significativo
Rilevante
Euromobiliare International Bond
3/7 anni
PIC : 3 anni
PAC: 4 anni
Medio
Medio Alto
Significativo
Significativo
Euromobiliare Bilanciato
5/10 anni
PIC : 4 anni
PAC: 5 anni
Medio Alto
Medio Alto
Significativo
Significativo
Euromobiliare Moderato
5/7 anni
PIC : 4 anni
PAC: 4 anni
Medio
Medio
Significativo
Rilevante
Euromobiliare Dinamico
7/10 anni
PIC : 5 anni
PAC: 5 anni
Alto
Alto
Significativo
Significativo
Euromobiliare Azioni Italiane
5/10 anni
PIC : 5 anni
PAC: 5 anni
Alto
Alto
Significativo
Significativo
Euromobiliare Azioni Internazionali
(ex Euromobiliare Megatrend che dal
01.01.2010 incorpora Euromobiliare
America Equity Fund - Euromobiliare
Asian Opportunities - Euromobiliare
Global Emerging Markets)
5/10 anni
PIC : 5 anni
PAC: 5 anni
Molto Alto
Alto
Significativo
Significativo
Euromobiliare Europe Equity Fund
5/10 anni
PIC : 5 anni
PAC: 5 anni
Alto
Alto
Significativo
Significativo
Euromobiliare Real Assets (Non
Armonizzato)
3/5 anni
PIC : 5 anni
PAC: 6 anni
Medio Alto
Medio Alto
–
–
Euromobiliare Strategic Flex (ex
Euromobiliare Flex Dividend che dal
01.01.2010 incorpora Euromobiliare
Strategic)
2/3 anni
PIC : 5 anni
PAC: 6 anni
Alto
Medio Alto
–
–
2 anni
PIC : 3 anni
PAC: 3 anni
Medio Basso
Medio Basso
–
–
3/5 anni
PIC : 4 anni
PAC: 6 anni
Medio Alto
Medio Alto
–
–
Euromobiliare Total Return Flex 2
Euromobiliare Total Return Flex 3 (Non
Armonizzato) (che dal 01.01.2010
incorpora Euromobiliare Total Return Flex
4 (Non Armonizzato))
Variazioni apportate in seguito all’applicazione delle metodologie Consob.
NOTE
(1)
Orizzonte temporale d’investimento consigliato: è determinato in relazione al grado di rischio, alla tipologia di gestione e alla struttura dei costi dell’investimento finanziario nel rispetto del principio della neutralità al rischio e viene espresso in termini di anni.
(2)
Grado di rischio del Fondo: indicatore sintetico qualitativo del profilo di rischio del fondo in termini di grado di variabilità dei rendimenti degli strumenti finanziari
in cui è allocato il capitale investito. Il grado di rischio varia in una scala qualitativa tra: “basso”, “medio - basso”, “medio”, “medio - alto”, “alto” e “molto - alto”.
(3)
Scostamento rispetto al benchmark: il grado di scostamento dal benchmark è misurato come differenza tra la volatilità del fondo e quella del benchmark.
In termini descrittivi viene indicato attraverso uno dei seguenti aggettivi: Contenuto, Significativo e Rilevante.
(4)
PIC: proposta di investimento per la sottoscrizione del Fondo in un unica soluzione.
PAC: proposta di investimento per la sottoscrizione del Fondo mediante piano di accumulo.
9
F.di Liquidità Area Euro
F.di Liquidità Area Euro
Obb. Euro Governativi BT
Obb. Euro Governativi M/L T
NOME
Euromobiliare Conservativo
Euromobiliare Contovivo
Euromobiliare Prudente
Euromobiliare Reddito
Bilanciati
Bilanciato Obbligazionario
Bilanciato Azionario
Azionari Italia
Azionari Internazionali
Azionari America
Euromobiliare Bilanciato
Euromobiliare Moderato
Euromobiliare Dinamico
Euromobiliare Azioni Italiane
Euromobiliare Megatrend
Euromobiliare America Equity
Azionari Europa
Flessibili
Flessibili
Flessibili
Obbligazionari Flessibili
Flessibili
Flessibili
Euromobiliare Europe Equity
Euromobiliare Real Assets
Euromobiliare Flex Dividend
Euromobiliare Strategic
Euromobiliare Total Return Flex 2
Euromobiliare Total Return Flex 3
Euromobiliare Total Return Flex 4
Euromobiliare Global Emerging Markets Azionari Paesi Emergenti
Euromobiliare Asian Opportunities Azionari Pacifico
Obb. Internazionale
Euromobiliare International Bond
Euromobiliare Emerging Markets Bond Obb. Paesi Emergenti
CATEGORIA
ASSOGESTIONI
GAMMA PRODOTTI ATTUALE
■
■
NOME
■
■
■
POLITICA DI
GESTIONE
■
■
■
BENCHMARK
■
■
■
■
FONDO
INCORPORANTE
■
■
■
■
■
■
FONDO
SOGGETTO
A FUSIONE
PRINCIPALI VARIAZIONI COMUNICATE IL 30.06.2009
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
ORIZZONTE
TEMPORALE
■
■
■
■
GRADO DI
RISCHIO
■
■
GRADO DI
SCOSTAMENTO
RISPETTO AL
BENCHMARK
PRINCIPALI VARIAZIONI
ATTUALMENTE COMUNICATE
Obb. Euro Governativi M/L T
Obb. Euro Governativi BT
F.di Liquidità Area Euro
CATEGORIA
ASSOGESTIONI
Euromobiliare Total Return Flex 3
Euromobiliare Total Return Flex 2
Euromobiliare Strategic Flex
Euromobiliare Real Assets
FONDI FLESSIBILI
Euromobiliare Europe Equity
Euromobiliare Azioni Internazionali
Euromobiliare Azioni Italiane
FONDI AZIONARI
Euromobiliare Dinamico
Euromobiliare Moderato
Euromobiliare Bilanciato
FONDI BILANCIATI
Euromobiliare International Bond
Flessibili
Obbligazionari Flessibili
Flessibili
Flessibili
Azionari Europa
Azionari Internazionali
Azionari Italia
Bilanciato Azionario
Bilanciato Obbligazionario
Bilanciati
Obb. Internazionale Governativo
Euromobiliare Emerging Markets Bond Obb. Paesi Emergenti
Euromobiliare Reddito
Euromobiliare Prudente
FONDI OBBLIGAZIONARI
Euromobiliare Conservativo
FONDI MONETARI
NOME
GAMMA PRODOTTI AL 1º GENNAIO 2010
SCHEMA RIEPILOGATIVO VARIAZIONI APPORTATE ALLA GAMMA PRODOTTI AL 1º GENNAIO 2010
10
11
EUROMOBILIARE NEWS
PERIODICO SEMESTRALE DI AGGIORNAMENTO FINANZIARIO
DI EUROMOBILIARE ASSET MANAGEMENT SGR
Anno II 2009 n. 5
Direttore Responsabile
Simona Besana
Redazione
Simona Besana, Cristina Forti
Hanno collaborato
Clelia Cameroni, Cinzia Chionna, Alessandro Fugnoli,
Federico Marzi
Editore
DM Group
Progetto grafico e stampa
MIA – Mind in Action Srl
Via Dario Gaiti, 7
42015 Correggio (RE)
www.miacomunicazione.it
Registrazione al Tribunale di Milano
n. 18 del 10/01/08
INFORMATIVA AI SENSI DELL’ART. 13 DEL D.LGS. 30.6.2003 N. 196.
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del citato D.Lgs., Lei ha diritto di conoscere, aggiornare, rettificare, cancellare i Suoi dati, nonché di esercitare tutti i restanti diritti
ivi previsti, mediante comunicazione scritta a Euromobiliare Asset Management SGR SpA - corso Monforte, 34 - 20122 Milano.
Euromobiliare Asset Management SGR SpA
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