PERIODICO SEMESTRALE DI AGGIORNAMENTO FINANZIARIO 28 dicembre 2009 5 MERCATI Andamento 2009 FOCUS SU …La gestione del risparmio dopo la crisi PRODOTTI Il nuovo regolamento emittenti Gentile Cliente, Le presentiamo il quinto numero di Euromobiliare News all’interno del quale potrà trovare un’intervista ad Alessandro Fugnoli dove si propone una panoramica sull’andamento dei mercati nel 2009 e sulle prospettive macro economiche per i prossimi mesi. In un articolo di Federico Marzi, Direttore Commerciale di Euromobiliare AM Sgr, parliamo di come si sono comportati i risparmiatori durante la crisi e del ritorno agli investimenti. Infine Le presentiamo alcune novità riguardanti i prodotti della nostra gamma che entreranno in vigore dal 1 gennaio 2010. Al fine di renderLe più agevole la consultazione delle informazioni, troverà uno schema riepilogativo con il dettaglio delle variazioni avvenute. Con i migliori saluti, Euromobiliare AM Sgr 4 L’ANDAMENTO DEI MERCATI NEL 2009 Intervista ad Alessandro Fugnoli * Iniziamo riepilogando brevemente quanto è successo nel 2009: una forte ripresa dei mercati poco giustificata dall’economia reale? La ripresa dei mercati non è priva di ragioni. Agli inizi di marzo le borse e i crediti quotavano economie che stavano inabissandosi e un sistema finanziario a rischio di collasso. Il tempo passa in fretta e altrettanto in fretta ci si dimentica delle cose, ma in quelle settimane i dati macro segnalavano una velocità annualizzata di contrazione del Pil dell’ordine del 6 per cento in America e in Europa. La produzione industriale era in caduta libera, così come il commercio internazionale. In alcuni paesi asiatici molto esposti al ciclo internazionale la produzione industriale era in caduta del 30-40 per cento rispetto all’anno precedente. In pratica era successo che le imprese avevano reagito al calo improvviso dei consumi con un taglio ancora più feroce della produzione e con licenziamenti veloci e massicci. In una situazione già molto difficile, infatti, le imprese non potevano fare ricorso alle banche per superare la fase più dura. Le banche, invece di concedere più credito, chiedevano alle imprese di rientrare rapidamente e restituire soldi proprio nel momento più delicato. A livello di sistema finanziario la crisi aveva avuto due momenti di particolare tensione. Il primo era stato nell’ottobre del 2008, dopo il fallimento di Lehman Brothers, quando si era evitata per poco una corsa ai depositi che avrebbe comportato fallimenti a catena di banche. Il secondo fu invece in febbraio. La crisi finanziaria dell’Europa orientale rischiava di provocare gravi guasti alle banche dell’Europa occidentale, mentre le difficoltà di alcuni paesi dell’Europa meridionale come Spagna e Grecia, nonché dell’Irlanda, sembravano poter compromettere la tenuta stessa dell’euro. L’intervento dei governi e delle Banche Centrali, tanto in ottobre quanto in febbraio, ha evitato il disastro. Si può discutere sulle responsabilità della crisi e si può imputare ai governi un qualche ritardo nella risposta, ma alla fine questa ha raggiunto la massa critica ed è stata in grado di evitare che il mondo scivolasse in una nuova Grande Depressione. Oggi la crescita delle economie occidentali ha una velocità annualizzata del 2-3 per cento. Non è molto, è vero, ma passare da - 6 a + 2 è comunque un’escursione di 8 punti. Per quanto significativa, poi, la riaccelerazione non va vista solo in termini quantitativi. Si tratta infatti della differenza tra la morte e la vita, tra una prognosi infausta molto somigliante agli anni Trenta e l’avvio di una guarigione faticosa, ma ormai indiscutibile. La guarigione è faticosa anche perché questa volta non si vuole drogare troppo la domanda, ma si cerca invece di fare riprendere forza al paziente e al tempo “Oggi la crescita delle economie occidentali ha una velocità annualizzata del 2-3 per cento. Non è molto, è vero, ma passare da - 6 a + 2 è comunque un’escursione di 8 punti.” stesso di iniziare a disintossicarlo, riducendo la sua dipendenza strutturale dal debito. La ripresa delle borse e dei crediti appare quindi fino a questo momento giustificata. Certo, c’è ancora una situazione diffusa di malessere perché la disoccupazione sta ancora aumentando, anche se sempre più lentamente, e perché il mondo delle piccole e medie imprese è sotto forte pressione perché fatica a ottenere credito. Le grandi imprese, tuttavia, hanno retto alla crisi molto meglio di come si poteva pensare. Per non parlare dello stimolo che continua ad arrivare dall’Asia. Che politiche possiamo attenderci dalla Banche Centrali per il 2010? Il costo del denaro continuerà ad essere contenuto per facilitare la ripresa dell’economia reale? La paura di un ritorno dell’inflazione sembra mal conciliarsi con gli attuali livelli di disoccupazione. La paura dell’inflazione nasce da un equivoco. Si pensa che la creazione di base monetaria da parte delle Banche Centrali porterà automaticamente a una pressione dei prezzi, ma in realtà non c’è un rapporto meccanico di causa ed effetto. Le Banche Centrali infatti creano dal nulla liquidità, la usano per comperare titoli dalle banche, ma le banche ridepositano questa liquidità presso le Banche Centrali. In pratica la nuova liquidità non esce dal circuito banche-Banche Centrali ed è per questo che non si vede nemmeno l’ombra dell’inflazione. Certo, a un certo punto le banche riprenderanno a erogare credito alle imprese e alle per- sone. Quanto meno, questa è la speranza di tutti. Ma nemmeno in quel momento l’inflazione riprenderà necessariamente forza. L’inflazione prende slancio quando la domanda supera l’offerta disponibile di persone da impiegare e risorse da utilizzare. C’è però in giro una quantità così elevata di persone disoccupate e di impianti fermi, che occorreranno anni prima che la domanda riesca a riassorbire tutta l’offerta inutilizzata. Per questo le Banche Centrali di Stati Uniti, Eurolandia e Giappone terranno i tassi molto vicini a zero per tutto il 2010 e anche oltre. Non si può naturalmente escludere a priori che a un certo punto ai governi possa venire in mente di provocare a tavolino l’inflazione per smaltire una parte del debito pubblico che si è venuto accumulando. Una tale decisione appare al momento poco probabile. I mercati saranno molto attenti a punire i governi che dovessero avviarsi su questa strada. Molti investitori restano prudenti e continuano a preferire le obbligazioni alle azioni. Quali sono le vostre previsioni per i prossimi mesi? In una fase di ripresa, normalmente, le Borse sono l’investimento migliore. Seguono i crediti, cioè le obbligazioni societarie, mentre i titoli più difensivi, quelli del debito pubblico, danno meno soddisfazioni. Anche questa volta dovrebbe essere così. La ragione è intuitiva. La ripresa dell’economia migliora i margini delle imprese e giustifica sia l’aumento del valore delle azioni sia quello delle obbligazioni, che beneficiano del maggiore grado di certezza sulla capacità da parte delle imprese di rimborsare i creditori. I titoli di stato a breve, che sono un ottimo parcheggio in tempi di bufera, sono e saranno ancora penalizzati da rendimenti risibili e inferiori al tasso d’inflazione. I titoli di stato lunghi e a tasso fisso, dal canto loro, rendono di più e non daranno particolari problemi nei prossimi mesi. Più avanti, tuttavia, diverranno vulnerabili a un’eventuale ripresa dell’inflazione. Nella prossima fase sarà quindi meglio prendere qualche rischio di credito (diversificando il più possibile) piuttosto che cercare di aumentare il rendimento allungandosi nelle scadenze. Tra la debolezza del dollaro e i mercati azionari, sostiene l’economista Nouriel Roubini, c’è una forte correlazione. La speculazione sulle valute, per l’economista, gioca un ruolo fondamentale nell’andamento dei mercati. Con rischi notevoli. «Quando la discesa del dollaro si fermerà - è convinto Roubini - l’inversione di marcia (ma in negativo) si ripercuoterà sui mercati finanziari». Che opinione avete sul mercato valutario? La moneta verde rappresenterà un indicatore utile per i mercati finanziari? Al di là della volatilità spicciola, la tendenza di fondo sarà quella di un dollaro ancora moderatamente debole verso l’euro. Da qui in avanti, tuttavia, il compito di rivalutare spetterà principalmente ai Paesi Emergenti. Al momento non si vede una possibilità di forte recupero del dollaro, né c’è in fondo da augurarsela. Il dollaro debole, a condizione che si tratti di una debolezza ben controllata, è uno stimolante per l’economia mondiale perché induce Europa e Asia a compensare la forza delle loro valute con politiche monetarie più espansive, ovvero con tassi bassi. In ogni caso, anche se si dovesse verificare una brusca inversione di tendenza e un rafforzamento improvviso del dollaro non ci sarebbe da essere troppo preoccupati. Le posizioni speculative finanziate in dollari sono molto più piccole rispetto a due anni fa e se anche dovessero essere improvvisamente chiuse il danno per i mercati sarebbe solo momentaneo. I Paesi Emergenti che ruolo avranno nella ripresa economica del 2010? Rappresenteranno ancora un mercato azionario interessante? I Paesi Emergenti sono stati coinvolti nella crisi per via del calo improvviso del commercio internazionale. Appena l’interscambio ha dato cenni di ripresa questi paesi sono tornati a tassi di crescita brillanti. Va ricordato che sono paesi finanziariamente sani che hanno i conti pubblici spesso in ordine e sono generalmente creditori nei confronti dell’estero. Rispetto agli anni Ottanta e Novanta il capovolgimento è impressionante. Ora i grandi debitori sono gli Stati Uniti (debito interno e debito estero) nonché Europa e Giappone (che hanno solo debito interno, ma crescente). I Paesi Emergenti sono quindi oggi più che mai un’area interessante strategicamente. Bisogna solo ricordare che i loro mercati sono ancora oggi più volatili dei nostri. Sarà bene quindi avere una strategia di un certo respiro distribuita nel corso dei prossimi anni, ovvero alleggerire le borse occidentali nelle fasi di forza e comprare borse emergenti nelle fasi di debolezza. *Alessandro Fugnoli Strategist di Abaxbank, Banca d’Investimento del Gruppo Credem 5 6 FOCUS SU… LA GESTIONE DEL RISPARMIO DOPO LA CRISI Dopo le forti perdite registrate dai listini nel 2008 (quando l’indice della Borsa mondiale ha lasciato sul terreno oltre il 40% e Piazza Affari ha perso il 48%) il rimbalzo dei mercati nel 2009 ha riportato i risparmi delle famiglie italiane nelle attività finanziarie sottraendoli da quelle non finanziarie. Abbiamo assistito dunque nel corso dell’anno ad un graduale ritorno dell’appetito per il rischio degli investitori, che anche nel risparmio gestito hanno consentito al settore di recuperare molto di quanto perso nel 2008, prima verso prodotti più difensivi per poi spostarsi gradualmente verso il mondo delle obbligazioni societarie e solo verso gli ultimi mesi dell’anno sul mercato azionario (novembre è stato il 6° mese con raccolta positiva sui Fondi Comuni di investimento da inizio anno1). Un ritorno al risparmio per gli investitori italiani che contrasta con il 2008, il vero anno di crisi vissuto nel nostro Paese dove il forte deterioramento della capacità di investire per le famiglie va infatti ascritto alle dif- “…la diversificazione, la trasparenza ed il controllo del rischio rappresentano le basi migliori sulle quali valutare le proprie scelte di portafoglio.” ficoltà crescenti nella pianificazione economica e nella necessità di essere “più liquidi possibile”. La possibilità per una parte consistente della popolazione italiana di accantonare risparmi si è dimostrata nuovamente una peculiarità molto positiva, tale da contribuire ad attenuare il senso di crisi nel confronto internazionale. L’Italia mantiene un elevato livello di ricchezza privata, cresciuta nel tempo proprio grazie al risparmio delle famiglie che fa da contraltare all’elevato livello di debito pubblico. Ricominciare ad investire nei primi mesi del 2009 significava per gli investitori tornare a scegliere tra diverse attività finanziarie, ma un Fondo comune obbligazionario corporate o un comparto dedicato al debito emergente significa soprattutto tor- nare a dare fiducia ai mercati finanziari e soprattutto a quegli strumenti d’investimento che anche durante la crisi del 2008 hanno dimostrato come la diversificazione, la trasparenza ed il controllo del rischio rappresentino le basi migliori sulle quali valutare le proprie scelte di portafoglio. Ci sono molti buoni motivi per continuare a dare fiducia ai Fondi comuni di investimento ma per Euromobiliare AM SGR sono soprattutto tre i pilastri per una buona scelta di portafoglio: collegate fra loro tendono ad avere un comportamento simile nelle varie fasi del ciclo economico, ma non si tratta di una correlazione totale. Inoltre, se i periodi particolarmente difficili per i mercati finanziari mettono a dura prova anche le strategie d’investimento più accorte, è proprio disponendo di un portafoglio diversificato che è possibile attutire i colpi inferti dalle crisi ed essere pronti a beneficiare dei rialzi al momento della ripresa. [1] la Diversificazione: evitare di concentrare tutto il patrimonio su un unico titolo, settore o area geografica permette di ridurre i rischi e dare più stabilità ai rendimenti. I Fondi hanno l’obiettivo di costruire portafogli diversificati in modo che l’andamento negativo di una particolare classe di investimento possa essere bilan- [2] La Trasparenza: Ogni giorno il valore della quota di un Fondo, in gergo tecnico NAV (Net Asset Value), viene pubblicato sui principali quotidiani e su Internet, affinché il risparmiatore possa essere sempre aggiornato sull’andamento del proprio investimento. Costi e risultati dei Fondi comuni di investimento liare AM SGR ha sempre prestato la massima attenzione all’innovazione di prodotto con l’obiettivo, da un lato di disporre di una gamma sempre in linea con i bisogni di base dei risparmiatori e, dall’altro, di offrire prodotti coerenti in termini di rischiosità attesa e condivisa in fase di sottoscrizione. La diffusione del fenomeno secondo il quale l’avversione alle perdite è più forte che non l’impulso a cogliere al volo opportunità di guadagno, e questo non solo quando il panico regna sul mercato ma anche in condizioni normali, rende il controllo del rischio dei portafogli un’attività strategica, prioritaria e costantemente monitorata all’interno del settore del risparmio gestito. Come ribadito anche da un’indagine realizzata da Assogestioni su risparmiatori, promotori finanziari e specialisti delle banche, le caratteristiche che contraddistinguono i Fondi comuni e che li rendono uno strumento adatto per chi investe con l’obiettivo di consolidare e accrescere un capitale nel tempo, impegnano da un lato i risparmiatori ad incrementare il loro livello di conoscenza dello strumento, e dall’altro i gestori ad offrire prodotti più comprensibili e conformi alle necessità di una clientela oggi a volte disorientata e insoddisfatta. Federico Marzi Responsabile Direzione Commerciale Euromobiliare AM SGR ciato dalle performance di altre asset class proprio perché queste tendono a comportarsi in modo differente a seconda del momento. Negli ultimi tempi la correlazione fra mercati è tuttavia aumentata: questo significa che asset class in precedenza poco sono quindi facilmente controllabili da parte degli investitori e le performance rappresentano esattamente il guadagno dell’investitore. [3] L’Innovazione di Prodotto ed il Controllo del rischio: Euromobi- 1 Fonte Assogestioni 7 8 NUOVO REGOLAMENTO EMITTENTI Delibera Consob n.16840 del 19 marzo 2009 Consob, con Delibera n. 16840 del 19 marzo 2009, ha apportato alcune modifiche al Regolamento Emittenti (n. 11971/99), prevedendo, tra l’altro, la variazione degli schemi di Prospetto relativi ai Fondi Comuni di Investimento mobiliare aperti di diritto italiano. Il nuovo Regolamento Emittenti, in vigore dal 01.07.2009 impone agli intermediari di adeguarsi al nuovo schema in occasione del primo aggiornamento utile, che per i Fondi appartenenti al Sistema Euromobiliare è previsto per il 01.01.2010. Consob, inoltre, ha fornito agli intermediari specifiche istruzioni di carattere metodologico (Comunicazione n. 9025454 del 24 marzo 2009 e Quaderno di Finanza del 6 aprile 2009) per la determinazione dell’informativa da riportare sul Prospetto d’offerta, con riguardo ai seguenti punti: ■ Orizzonte temporale d’investimento consigliato; ■ Grado di rischio connesso all’investimento nel Fondo; ■ Grado di scostamento rispetto al benchmark. A seguito dell’applicazione di tali metodologie, ai sensi del Regolamento di Banca di Italia del 14 aprile 2005 e del Regolamento Emittenti così come modificato dalla Delibera n. 16840/2009 (art. 19 comma 2), il Prospetto d’offerta dei Fondi Comuni d’investimento Euromobiliare AM SGR, redatto secondo il nuovo schema, prevederà a partire dal 01.01.2010, oltre alle modifiche già comunicate con lettera del 30.06.2009 (operazioni di fusione, variazione benchmark e variazione delle politiche di gestione di alcuni fondi), anche le variazioni riportate nella tabella seguente, che non avranno alcun impatto sulle politiche di investimento adottate. FONDI ORIZZONTE TEMPORALE (1) GRADO DI RISCHIO (2) GRADO DI SCOSTAMENTO RISPETTO AL BENCHMARK (3) fino al 31.12.2009 dal 01.01.2010 (4) fino al 31.12.2009 dal 01.01.2010 fino al 31.12.2009 dal 01.01.2010 Euromobiliare Conservativo 0,5 anni PIC : 2 anni PAC: 2 anni Basso Basso Contenuto Contenuto Euromobiliare Prudente 2/3 anni PIC : 3 anni PAC: 4 anni Medio Basso Medio Basso Contenuto Contenuto Euromobiliare Reddito 2/5 anni PIC : 3 anni PAC: 4 anni Medio Medio Contenuto Contenuto Euromobiliare Emerging Markets Bond 5/10 anni PIC : 3 anni PAC: 4 anni Alto Medio Alto Significativo Rilevante Euromobiliare International Bond 3/7 anni PIC : 3 anni PAC: 4 anni Medio Medio Alto Significativo Significativo Euromobiliare Bilanciato 5/10 anni PIC : 4 anni PAC: 5 anni Medio Alto Medio Alto Significativo Significativo Euromobiliare Moderato 5/7 anni PIC : 4 anni PAC: 4 anni Medio Medio Significativo Rilevante Euromobiliare Dinamico 7/10 anni PIC : 5 anni PAC: 5 anni Alto Alto Significativo Significativo Euromobiliare Azioni Italiane 5/10 anni PIC : 5 anni PAC: 5 anni Alto Alto Significativo Significativo Euromobiliare Azioni Internazionali (ex Euromobiliare Megatrend che dal 01.01.2010 incorpora Euromobiliare America Equity Fund - Euromobiliare Asian Opportunities - Euromobiliare Global Emerging Markets) 5/10 anni PIC : 5 anni PAC: 5 anni Molto Alto Alto Significativo Significativo Euromobiliare Europe Equity Fund 5/10 anni PIC : 5 anni PAC: 5 anni Alto Alto Significativo Significativo Euromobiliare Real Assets (Non Armonizzato) 3/5 anni PIC : 5 anni PAC: 6 anni Medio Alto Medio Alto – – Euromobiliare Strategic Flex (ex Euromobiliare Flex Dividend che dal 01.01.2010 incorpora Euromobiliare Strategic) 2/3 anni PIC : 5 anni PAC: 6 anni Alto Medio Alto – – 2 anni PIC : 3 anni PAC: 3 anni Medio Basso Medio Basso – – 3/5 anni PIC : 4 anni PAC: 6 anni Medio Alto Medio Alto – – Euromobiliare Total Return Flex 2 Euromobiliare Total Return Flex 3 (Non Armonizzato) (che dal 01.01.2010 incorpora Euromobiliare Total Return Flex 4 (Non Armonizzato)) Variazioni apportate in seguito all’applicazione delle metodologie Consob. NOTE (1) Orizzonte temporale d’investimento consigliato: è determinato in relazione al grado di rischio, alla tipologia di gestione e alla struttura dei costi dell’investimento finanziario nel rispetto del principio della neutralità al rischio e viene espresso in termini di anni. (2) Grado di rischio del Fondo: indicatore sintetico qualitativo del profilo di rischio del fondo in termini di grado di variabilità dei rendimenti degli strumenti finanziari in cui è allocato il capitale investito. Il grado di rischio varia in una scala qualitativa tra: “basso”, “medio - basso”, “medio”, “medio - alto”, “alto” e “molto - alto”. (3) Scostamento rispetto al benchmark: il grado di scostamento dal benchmark è misurato come differenza tra la volatilità del fondo e quella del benchmark. In termini descrittivi viene indicato attraverso uno dei seguenti aggettivi: Contenuto, Significativo e Rilevante. (4) PIC: proposta di investimento per la sottoscrizione del Fondo in un unica soluzione. PAC: proposta di investimento per la sottoscrizione del Fondo mediante piano di accumulo. 9 F.di Liquidità Area Euro F.di Liquidità Area Euro Obb. Euro Governativi BT Obb. Euro Governativi M/L T NOME Euromobiliare Conservativo Euromobiliare Contovivo Euromobiliare Prudente Euromobiliare Reddito Bilanciati Bilanciato Obbligazionario Bilanciato Azionario Azionari Italia Azionari Internazionali Azionari America Euromobiliare Bilanciato Euromobiliare Moderato Euromobiliare Dinamico Euromobiliare Azioni Italiane Euromobiliare Megatrend Euromobiliare America Equity Azionari Europa Flessibili Flessibili Flessibili Obbligazionari Flessibili Flessibili Flessibili Euromobiliare Europe Equity Euromobiliare Real Assets Euromobiliare Flex Dividend Euromobiliare Strategic Euromobiliare Total Return Flex 2 Euromobiliare Total Return Flex 3 Euromobiliare Total Return Flex 4 Euromobiliare Global Emerging Markets Azionari Paesi Emergenti Euromobiliare Asian Opportunities Azionari Pacifico Obb. Internazionale Euromobiliare International Bond Euromobiliare Emerging Markets Bond Obb. Paesi Emergenti CATEGORIA ASSOGESTIONI GAMMA PRODOTTI ATTUALE ■ ■ NOME ■ ■ ■ POLITICA DI GESTIONE ■ ■ ■ BENCHMARK ■ ■ ■ ■ FONDO INCORPORANTE ■ ■ ■ ■ ■ ■ FONDO SOGGETTO A FUSIONE PRINCIPALI VARIAZIONI COMUNICATE IL 30.06.2009 ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ORIZZONTE TEMPORALE ■ ■ ■ ■ GRADO DI RISCHIO ■ ■ GRADO DI SCOSTAMENTO RISPETTO AL BENCHMARK PRINCIPALI VARIAZIONI ATTUALMENTE COMUNICATE Obb. Euro Governativi M/L T Obb. Euro Governativi BT F.di Liquidità Area Euro CATEGORIA ASSOGESTIONI Euromobiliare Total Return Flex 3 Euromobiliare Total Return Flex 2 Euromobiliare Strategic Flex Euromobiliare Real Assets FONDI FLESSIBILI Euromobiliare Europe Equity Euromobiliare Azioni Internazionali Euromobiliare Azioni Italiane FONDI AZIONARI Euromobiliare Dinamico Euromobiliare Moderato Euromobiliare Bilanciato FONDI BILANCIATI Euromobiliare International Bond Flessibili Obbligazionari Flessibili Flessibili Flessibili Azionari Europa Azionari Internazionali Azionari Italia Bilanciato Azionario Bilanciato Obbligazionario Bilanciati Obb. Internazionale Governativo Euromobiliare Emerging Markets Bond Obb. Paesi Emergenti Euromobiliare Reddito Euromobiliare Prudente FONDI OBBLIGAZIONARI Euromobiliare Conservativo FONDI MONETARI NOME GAMMA PRODOTTI AL 1º GENNAIO 2010 SCHEMA RIEPILOGATIVO VARIAZIONI APPORTATE ALLA GAMMA PRODOTTI AL 1º GENNAIO 2010 10 11 EUROMOBILIARE NEWS PERIODICO SEMESTRALE DI AGGIORNAMENTO FINANZIARIO DI EUROMOBILIARE ASSET MANAGEMENT SGR Anno II 2009 n. 5 Direttore Responsabile Simona Besana Redazione Simona Besana, Cristina Forti Hanno collaborato Clelia Cameroni, Cinzia Chionna, Alessandro Fugnoli, Federico Marzi Editore DM Group Progetto grafico e stampa MIA – Mind in Action Srl Via Dario Gaiti, 7 42015 Correggio (RE) www.miacomunicazione.it Registrazione al Tribunale di Milano n. 18 del 10/01/08 INFORMATIVA AI SENSI DELL’ART. 13 DEL D.LGS. 30.6.2003 N. 196. La informiamo che i Suoi dati sono conservati nel data base informatico del titolare e responsabile del trattamento: Euromobiliare Asset Management SGR SpA. 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