Ad.·.
Universi.·.
Terrarum.·.
Orbis.·.
Summi.·.
Architecti.·.
Gloriam.·.
Tolerantiam.·.Unionem.·.Prosperitatem.·.
24
Non nobis Domine, non nobis, sed Tuo nomini da gloriam
In principio era il Verbo
ed il Verbo era presso Dio,
ed il Verbo era Dio.
Egli era in Principio presso Dio.
Tutte le cose furono fatte
per mezzo di Lui
e senza di Lui niente fu fatto
di ciò che esiste. In Lui era la Vita,
e la Vita era la Luce degli uomini.
Giov. 1,1-4
2
Noi veniamo messi innanzi al muto spirito,
simbolo occulto che si offre all’Iniziato
per trascendere il linguaggio umano: da ciò,
attraverso il silenzio, si può riconoscere
il divino che è in noi.
Il Sovrano Gran Comm. e Gran Maestro
Corrado Labisi, 33 .·.
23
SOMMARIO
La Balaustra dell’Illustrissimo e Serenissimo Gran Maestro - pag. 4
Massoneria e i giovani ai nostri giorni - pag. 8
Riflessione per un Massone cristiano - pag. 10
Morale, virtù e vizio - pag. 11
della Gran Loggia del Sud Estero
Parallelismo tra massoneria e religione - pag. 12
Un giorno nuovo si leva sulla Terra - pag. 15
Lotta tra l’uomo vecchio e quello nuovo - pag. 17
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Avviato il dialogo con la Gran Loggia Nazionale Portoghese per l’attuazione dei programmi discussi e
già avviati per la Costituzione della Federazione della Gran Loggia del Mediterraneo.
Ripreso il dialogo con la Gran Loggia Unita del Sud America - GLUSA per l’attuazione del progetto
della firma di Trattati di Amicizia e Mutuo Riconoscimento in Europa in contemporanea con 5 Obbedienze estere.
Ripreso il dialogo con il Grande Oriente di Andorra, fissato incontro a Roma con il Gran Maestro
Llorenz Lluel Alvarez per la stipula del Trattato di Amicizia e Mutuo Riconoscimento.
Grande Oriente di Catalogna (Barcellona): avviate le fasi definitive con l’invio della Carta d’Identità
della Serenissima Gran Loggia del Sud e la ricezione della loro Carta d’Identità. Siamo stati invitati a
Barcellona dal Gran Maestro e dal Gran Maestro Aggiunto Antonio Castillo I Nebra per la definizione
delle procedure per la firma del Trattato di Amicizia e Mutuo Riconoscimento.
Prossimi rapporti per la stipula di Trattati di Amicizia e di Mutuo Riconoscimento, segue elenco:
Gran Loggia Svizzera Alpina
Gran Loggia Nazionale di Turchia
Gran Loggia Unita del Marocco
Grande Oriente del Paraguay
Grande Oriente di Catalogna (Barcellona)
Grande Oriente di Andorra
Gran Loggia Unita del Sud America
Il significato delle Colonne del Tempio - pag. 18
Il ritorno del Cristo - pag. 20
Antichi precetti massonici - pag. 21
Notiziario della Gran Loggia del Sud Estero - pag. 22
Organo Ufficiale della Serenissima Gran Loggia del Sud
degli Antichi Liberi Accettati Massoni di Rito Scozzese
Zenith di Roma
Discendenza piazza del Gesù
Illustrissimo e Potentissimo Sovrano.·. Gran Commendatore
Gran Maestro.·. Corrado Labisi
Anno II numero I
Autunno/Inverno 6008 - Anno della Vera Luce
Direttore
Andrea Pitrolino
Inaugurazione del nuovo Tempio
Nel mese di Novembre 2007 E:.V:. presso la
Valle del Peloro (ME) è stata consacrata dal Sovrano Gran Comm. e Gran Maestro una nuova
Loggia. Erano presenti tutti i membri della Gran
Loggia e del Supremo Consiglio. In quell’occasione il Sovrano Gran Comm. e Gran Maestro
C.L. si è congratulato con i fratelli della Serenissima Gran Loggia del Sud di Messina per la realizzazione della casa massonica sottolineando che
un vero massone si riconosce non dalle sue parole ma dalle sue concrete e reali azioni, dunque
aver innalzato le colonne a gloria del Grande Architetto dell’Universo è una dimostrazione tangibile che i nostri fratelli operano incessantemente
nella volontà del Padre che ci vuole liberi, uguali
e fratelli.
Dopo la cerimonia la serata si è conclusa con
un’agape fraterna offerta dai fratelli di Messina.
22
Periodico culturale in forma di bollettino ai fini di distribuzione interna agli associati, in quanto organo ufficiale di
informazione della Serenissima Gran Loggia del Sud di Rito Scozzese Antico ed Accettato, Zenith di Roma, con sede
magistrale in Catania, avente comunicazione e registrazione legale a tutti gli effetti di legge – Diffusione internazionale
– Copie arretrate, secondo disponibilità – Spedizione a mezzo posta corriere – Scritti, immagini e materiale vario
pervenuto in redazione, non vengono restituiti – Intendesi la qualità di organo ufficiale della Serenissima Gran Loggia
del Sud, in riferimento agli scritti del Gran Maestro, ogni articolo rispecchiando peraltro l’opinione dell’autore, secondo
il principio inderogabile della Libertà del Pensiero – Riproduzione di testi e immagini vietata, se non espressamente
autorizzata – Versioni in lingua straniera a cura dell’ufficio traduzioni – Collaborazione su invito.
edito dalla Serenissima Gran Loggia del Sud
degli Antichi Liberi Accettati Massoni di Rito Scozzese
Non nobis Domine, non nobis, sed Tuo nomini da gloriam
3
La Balaustra
dell’Illustrissimo
e Serenissimo
Gran Maestro
tudini di studio una più larga esperienza della mia
ignoranza, potrei forse sentire più vivo l’amore per la
verità e più appassionata la ansia della ricerca.
Per le dolorose vicende che è inutile ricordare, io
desidero che tutti ritornino ai nostri rituali, che costituiscono la formula esoterica della nostra dottrina
massonica, con spirito veramente filosofico, spoglio
di pregiudizi e preconcetti, che si riannodano a false
leggende maliziosamente intessute sui Rosa Croce,
alle quali non possiamo e non dobbiamo conferir
credito con inopportuni ed inconcludenti atteggiamenti
giacobini. Se torneremo in umiltà alle fonti della nostra dottrina e ne penetreremo con amore l’intima e
vera essenza, noi avremo contribuito a ridare al volto della Massoneria la sua luce originaria.
Io voglio anzi tutto mettervi in guardia da certi errori, che circolano sul nostro conto e che purtroppo
sono propugnati proprio da Massoni, non so se per
incomprensione del principio enunciato o per una
deplorevole accettazione dello stesso.
In un libro intitolato “Il libro dei Rituali del Rito
Scozzese A. e A.”, che malauguratamente è diffuso
non solo negli ambienti massonici, perché da tempo
è esposto nelle vetrine dei librai, eccitando la legittima curiosità dei profani, ho letto con spiacevole sorpresa questa definizione: “Filosofia del 18° grado Emancipazione della umanità attraverso lo Gnosticismo”. Ora questa definizione è massonicamente eretica e filosoficamente assurda.
Dato che la Massoneria, modificando il suo originario atteggiamento, sopra tutto al fine di potere adottare la più estesa tolleranza in materia di
religione, da tempo si è proclamata in questa
materia assolutamente agnostica, il volere attribuire ad essa una pretesa emancipazione
della umanità per la sua adesione ad un determinato sistema religioso, anzi per la professione dello stesso, significa disconoscere un canone fondamentale dell’Ordine e del Rito; la Massoneria ha i
suoi Landmarks, i suoi dogmi, che
non è consentito mettere in discussione ed a cui non è consentito ribellarsi.
Ma, quella definizione è filosoficamente assurda, perché lo Gnosticismo
non porta alla emancipazione, ma potrebbe solo portare l’umanità all’asservimento ai piú grossolani errori e alle più basse credenze. Voi tutti, ri-
Era tradizione che gli antichi Cavalieri di Rosa
Croce ogni anno nel giorno di Giovedì Santo convenissero nelle loro Sedi per commemorare la Mistica
Cena. In quella occasione essi si riferivano vicendevolmente sul lavoro compiuto nel peregrinare per le
vie del mondo, sui risultati dei loro studi e delle loro
ricerche, sull’opera spesa per il bene dell’umanità
poi, compiuto il rito, la mente arricchita di nuove cognizioni, impugnavano nuovamente l’alto bastone di
viandanti e riprendevano i loro viaggi ad istruirsi e a
diffondere la parola della saggezza e della scienza,
pronti con la spada per difendere, ove occorresse, il
debole e l’oppresso.
Questa tradizione fu continuata dai Capitoli
dei Principi di Rosa Croce sin dalla istituzione
di questo grado, che, come quello dei Cavalieri Kadosh, risente degli atteggiamenti romantici assunti dalla Massoneria nella seconda metà del ‘700, e fu riservato a quei
fratelli che, per maturità di ingegno ed
avanzamento iniziatico, fossero in grado
di esercitare le loro speculazioni
sulle basi filosofiche della dottrina massonica. Epperò voi siete
considerati i filosofi del Rito, qualifica che vorrete accettare nel senso etimologico della parola, nel senso cioè di amici della scienza e ricercatori della verità, come io accetto
quella di Sovrano Gran Comm. e Gran Maestro, solo
perché, avendo fatto per la mia età e per le mie abi4
Antichi precetti Massonici
Dio è la saggezza eterna, immutabile, intelligente,
tu l’onorerai con la pratica
delle tue virtù. Fai il bene per amore del bene.
La tua anima è immortale. Non fare cosa che possa degradarla.
Guardati dal contaminare la tua memoria.
Fai agli altri ciò che vorresti che gli altri facessero a te stesso.
Onora i tuoi genitori. Rispetta gli anziani.
Istruisci la gioventù, proteggi l’infanzia.
Ama la tua Patria e obbedisci alle sue leggi,
operandoti per il loro perfezionamento.
Fuggi le false amicizie. Ama i buoni.
Compatisci i deboli. Fuggi i cattivi.
Non odiare nessuno.
Parla fermamente con i grandi, sinceramente con gli amici, dolcemente
con gli inferiori, teneramente con i poveri:
Non giudicare leggermente le azioni degli uomini:
loda poco e biasima ancor meno.
Pensa che per ben giudicare gli uomini occorre scandagliare il cuore
A scuoterne le intenzioni.
Rispetta la donna: non abusar mai della sua debolezza.
Sii per tuo figlio un protettore fedele:
fa che sino a dieci anni ti creda, che fino a venti ti ami,
che sino alla morte ti rispetti.
Sino a dieci anni sii per lui il maestro,
sino a venti il padre, sino alla morte l’amico.
Sforzati di conoscere gli uomini per imparare a conoscere te stesso.
21
Il ritorno
del Cristo
“Dal punto di Amore dentro il
cuore di Dio, affluisca Amore nel
cuore degli uomini, possa il Cristo
tornare sulla terra….”
Così recita la seconda stanza
della Grande Invocazione.
Maitreya, il Cristo, è il signore
dell’Amore, l’incarnazione perfetta
di questa energia di secondo Raggio che, insieme al Suo gruppo di
Maestri, rappresenta il centro del
cuore planetario. Compito di un
Avatar di Illuminazione, di Saggezza e diede agli uomini l’insegnamento basato sulle quattro nobili
Verità e sul nobile Ottuplice Sentiero, così il Cristo fu Avatar dell’Amore, trasmettendo agli uomini
un aspetto della natura di Dio: il
Divino Principio dell’Amore. Egli
rivelò inoltre all’uomo l’esistenza
del Padre, il Signore del mondo, il
Dio Trascendente, ponendo così
le basi per l’allineamento di tre
maggiori centri planetari:
1. Il Centro dove il volere di
Dio è conosciuto e il suo punto focale, Sanat Kumara ovvero l’Antico dei giorni.
2 Il Centro del cuore costituito dal Cristo e dalla Gerarchia dei
Maestri.
3. Il Centro che viene detto il
Genere Umano.
Questo fluire di energie che partendo dal sommo Centro passa dal
Centro del cuore e arriva alle braccia di Dio, porterà ad un processo
di sintesi di cui l’attuale globalizzazione costituisce un a prima spuria manifestazione.
Cristo è stato il Bodhisattva dell’Era dei Pesci e lo sarà ancora per
l’età dell’Acquario, poi passerà ad
un incarico di natura più vasta e, al
momento per noi, insondabile.
Di fatto il Cristo non è mai sparito da quell’idealistico quanto nebuloso regno di Dio dipinto dall’uomo. Egli è sempre rimasto su
questo pianeta a guidare le sorti
dell’umanità. Attualmente esisterebbero le condizioni per il suo Ritorno tra gli uomini. Gli Avatar vengono infatti in periodi di crisi, che
spesso producono Essi stessi allo
scopo di eliminare ciò che è vecchio e non più rispondente ai tempi, e di preparare la Via a forme
nuove e più idonee alle evolventesi vita di Dio immanente.
Alcuni elementi vanno presi in
considerazione relativamente alla
Sua venuta nel mondo d’oggi; Egli
verrà in un mondo “globalizzato”
e quindi essenzialmente unificato
dai rapidi mezzi di comunicazione.
La capillare diffusione di notizie su
scala planetaria oggi esistente renderanno la sua venuta diversa da
qualsiasi messaggio precedente,
mediante i media il Suo volto sarà
familiare a tutti e “….in inverno
ogni occhio Lo vedrà….”.
Come non pensare che il Suo
messaggio possa riguardare la co20
struzione di giuste e rette relazioni
umane? Di condivisione e fratellanza universale?
Possiamo ipotizzare che vi sarà
un sovvertimento a livello mondiale: il potere basato sul privilegio e
sull’egoismo verrà meno e molte
strutture religiose dovranno mutare il loro pensiero dogmatico e
imparare a vedere il riflesso dell’Uno nei tutti, e nei tutti vedere
l’Uno. Le varie dottrine teologiche
saranno soppiantate dall’Amore e
dall’amorevole Comprensione.
Ma il Cristo, semplice ed umile
ispiratore delle Vie dell’Essere,
parla già da tempo all’uomo attraverso la sua coscienza. Parla di
scelte da fare, di azioni da compiere che riguardano il rispetto e
la tutela del nostro pianeta, la risoluzione dell’indigenza in cui versano ancora tanti popoli della terra, la soppressione della guerra
come strumento per risolvere i
conflitti tra i popoli, l’abbandono
di ogni ideologia politica e religiosa che tenda a dividere gli uomini.
Ci parla soprattutto di condividere condividere condividere.
Forse, allora, Egli mostrerà il
Suo volto e ci guiderà verso l’Era
dell’Acquario: l’Era della Fratellanza Universale.
F.·. R.·.
za del male sul mondo; la degradante condizione attribuita alla divinità, che sarebbe in continua lotta col
tenebroso dio del male; il puerile mito del Demiurgo,
mediatore delle opere della creazione, quello degli
eoni e degli arconti, e via dicendo, son tutte concezioni rIpugnanti ad una mente usa a sane e serie speculazioni.
Nè solamente dal punto di vista filosofico-religioso è riprovevole la dottrina degli gnostici, ma anche
dal punto di vista sociale e politico: non solo infatti
dette origine al Manicheismo, che ne accentuò il parossismo delle costruzioni ideologiche, e alle altre
eresie, ispirate allo stesso sistema teologico, che infestarono e purtroppo insanguinarono l’Europa sino
al XII secolo (Albigesi, Catarini, Patarini), ma contiene in germe quella peste politica e sociale, che attualmente minaccia le basi della nostra civiltà. Quando lo gnostico Epifane nel suo trattato sulla Giustizia
scrisse che “la giustizia divina è una forma di comunismo nella uguaglianza”, spiegando che era nell’ordine della legge divina l’appartenenza in comune di
tutti i beni (e fra questi annoverava anche le donne),
pose le basi di quella funesta dottrina, che in Russia
si sta oggi elaborando con sagace perversità.
Debbo poi denunziarvi un pericolo cui è esposta
la Massoneria, quello di apparire anacronistica e retrograda per un male inteso e direi quasi fanatico attaccamento alla tradizione: ciò tornerebbe a poco
onore per una istituzione che si proponga per scopo
il progresso e il miglioramento della umanità.
Indubbiamente la tradizione è sacra: traditum significa deposito, ed il deposito va religiosamente custodito. Occorre però intendersi sulla natura e contenuto del deposito.
Ora io vi dico che questo è per noi di natura essenzialmente sentimentale oltre che dottrinario ed è
racchiuso nei tre principi che, se non fossero praticamente operanti, rappresenterebbero vuote parole:
Libertà, Eguaglianza e Fraternità, i principi sui quali,
e soltanto su di essi, possono stabilirsi gli ordinamenti civili ed ogni rapporto umano. Ed insieme con
questi principi, e come conseguenza di essi, ci è stato tramandato un comandamento, cui non possiamo
sottrarci: miglioratevi ed adoperatevi per il miglioramento ed il benessere della umanità. La dottrina massonica è tutta qui: i rituali ce la propongono con le
loro formule. Ma appunto perché sono formule di
una dottrina che, per proporsi un miglioramento, tende
tengo, conoscerete almeno sommariamente il contenuto di quel movimento filosofico-religioso determinatosi fra il 2° e il 3° secolo, che credette poter sincretizzare la filosofia ellenica, specie la platonica, e
le religioni orientali, specie il Mazdeismo, con la nascente religione cristiana, e fu con tronfia parola denominato Gnosticismo, come a dire la conoscenza
assoluta. Ippolito Taine, parlando di questa dottrina,
ebbe così ad esprimersi: “Chiunque si ponga ad
esplorare le dottrine degli gnostici, dei valentiniani,
degli ofiti, si trova in un’atmosfera di eccitamento febbrile, e crede di essere capitato in una casa di salute,
in mezzo ad una schiera di allucinati, intenti a contemplare, smarriti, il formicolio delle loro idee evanescenti e a fissare nel vuoto le loro pupille sovraeccitate” (Essais de critique e d’histoire, pag. 292).
Giudizio che non può dirsi severo, ove si consideri la
grossolanità dei miti sui quali gli gnostici costruirono
la loro teogonia e la loro cosmogonia, costruzioni in
tutto degne di menti primitive, incapaci di comprendere e sincretizzare (se pur ciò fosse possibile) la
filosofia greca, l’orientale e quella cristiana. L’assurda deificazione del principio delle tenebre, cui gli gnostici pervennero nella incapacità di spiegarsi l’esisten5
ad un divenire, ed è in continua elaborazione, la loro
esegesi non può ritenersi esaurita, ed è anche essa in
continua elaborazione. Non vi affannate, come crede di dover fare qualcuno, a ricercare in quelle formule verità scoperte dai Caldei o degli Egiziani, la
scienza della Cabala o le ricette degli Alchimisti; non
vi ostinate ad interpretare i nostri rituali secondo
schemi prestabiliti su concezioni filosofiche e
scientifiche da tempo sorpassate; non incorrete
nell’errore di ritenere che quegli schemi esegetici ci siano anche essi tramandati per tradizione; ma da uomini di questo secolo esercitate su di essi il vostro senso critico
e sforzatevi di penetrarne l’intimo significato: solo così potrete venire in possesso del segreto della scienza massonica, che non può essere oggetto di insegnamento, o, per meglio e più precisamente dire, il
cui insegnamento può desumersi solo da una continua ed amorosa contemplazione dei nostri simboli:
ognuno di noi ne sarà partecipe solo e per quanto
avrà saputo penetrarne il mistero.
Con queste disposizioni di mente e di spirito voi
dovrete accingervi a contemplare le tre luci che splendono nel nostro tempio e che, illuminando il vostro
pensiero e riscaldando il vostro sentimento, vi faranno trovare la via della perfezione: la Fede, la Speranza e la Carità, le tre virtù che per il loro contenuto
sublime furono giustamente definite teologali.
E vi consiglio di accingervi a questa contemplazione con assoluta ingenuità di mente, trascurando o
dimenticando tutto quanto si va predicando da certe
pretese cattedre massoniche, i cui insegnamenti stanno in rapporto ai principi filosofici egualmente come
le povere concezioni di una modesta beghina in rapporto ai principi religiosi: offendono entrambi la dignità del pensiero.
Ho letto in un manuale queste testuali parole, che
vorrebbero dare ragione della essenza della Speranza: “Fra le verità che dipendono dal sentimentalismo
è necessario porre prima di ogni altra il bisogno della
speranza. E perciò la Massoneria ha sempre proclamato l’immortalità dell’anima e, indipendentemente
da ogni altra considerazione, bisogna riconoscere che
la disperazione distrugge nell’uomo ogni iniziativa,
ogni tranquillità, ogni possibilità di essere felice”. Voi
tutti chiaramente vedete di quali errori grossolani sia
infarcita questa proposizione. Far dipendere una ve-
rità, che è di ordine assoluto, da un atteggiamento
contingente dello spirito, ossia dal sentimentalismo
ed attribuire il carattere di verità ad un fatto ancor
più contingente, quale il bisogno della speranza; desumere le basi della legge morale, regolatrice delle
azioni degli uomini, da considerazioni di ordine empirico, significa dar prova di ignoranza di ogni principio filosofico.
Altrove ho letto: “La fede dei Fratelli Liberi
Muratori è basata sopra la ragione umana. Noi
crediamo tosto che vediamo, intendiamo e comprendiamo. In una parola noi abbiamo una
fede profonda nel progresso umano”.
Senza commentarli, lascio a voi rilevare
la antifilosofica confusione di questi concetti, nei quali trascendenza ed empirismo
sono egualmente considerati, e di commiserare la sorprendente inconcludenza dell’ultima proposizione esplicativa.
Ed ho letto anche, e non posso trattenermi dal
segnalarvi questa altra peregrina considerazione: “La
Società dei Liberi Muratori, non essendo una istituzione religiosa, non può attaccare al vocabolo speranza un significato che possa estendersi al di là della
vita mortale; quindi le nostre speranze, come Liberi
Muratori, vengono circoscritte al periodo della nostra vita terrena”.
Per non riuscire pedante, non insisto in queste
poco edificanti citazioni, e mi limito a dirvi che quelle
letture mi hanno condotto a ritenere la grande opportunità se non pure la necessità del preventivo nihil
obstat imposto dalla Chiesa alla pubblicazione di
opere di contenuto dommatico o liturgico: la stessa
norma dovrebbe essere rigorosamente applicata per
la pubblicazione di opere massoniche, norma che,
d’altronde, mi risulta sia stata in altri tempi
osservata.Ma, considerando tutti questi errori che si
vanno diffondendo, io sono venuto alla conclusione
che essi dipendono non solo da una evidente impreparazione dottrinaria, ma anche e sopratutto da una
falsa interpretazione del principio che la Massoneria
non persegue fini ultra terreni e che la sua missione sia
quella di adoperarsi per il benessere ed il miglioramento della umanità. Su questo principio bisogna bene
intendersi. Noi tutti abbiamo l’intima e indistruttibile
convinzione che il nostro destino non si compie in questa vita, la quale si concreta in un breve episodio: questa convinzione è proclamata come una verità dom6
Probabilmente fu proprio questo metabolismo a suggerire agli architetti ed ai Maestri muratori del Medio Evo di costruire due torri
sulle facciate delle cattedrali gotiche o addirittura di porre due colonne di forma e significato diverso ai lati della porta maggiore dei
Templi che andavano edificando.
Questo significato legato alla polarizzazione maschile - femminile
delle colonne sembra delinearsi con sufficiente chiarezza. D’altronde
la Dualità, il mistero del “binario” viene in Loggia ribadito più e più
volte : così ad esempio dal pavimento a mosaico o scacchiera bianco-nera, che indica la mescolanza sul piano esistenziale del Bene e
del Male, della Luce e delle Tenebre.
Le colonne della Loggia sono di forma diversa l’una dall’altra; di
solito una è di ordine dorico e l’altra di ordine corinzio (talvolta possono essere rispettivamente di ordine tuscanico e jonico).
Questa diversità formale non è certo casuale :
infatti, senza voler entrare in una disquisizione
sui vari ordini architettonici, salta agli occhi che
le colonne doriche o tuscaniche presentano
caratteristiche opposte a quelle corinzie o joniche.
Poiché in questo caso le colonne hanno in
primo luogo il significato di immagine stilizzata della persona umana, le caratteristiche formali di cui sopra intendono rappresentare il maschio e la femmina.
La colonna dorica e anche la tuscanica, per
le proporzioni particolari del piedritto e dell’echino, per la sobria scanalatura, per il capitello di estrema semplicità, hanno in sé la forza
e l’eleganza del corpo maschile; mentre la colonna Jonica, ed ancor più la corinzia ci richiama subito alla mente il personale morbido,
flessuoso e slanciato della donna, tanto più
che il capitello a volute o a foglia d’acanto è
l’espressione stilizzata della chioma fluente ed ondulata della
donna.
E’ logico quindi pensare che la diversità di sesso delle due colonne
ombreggi il mistero della procreazione e delle polarità.
Una forte sensazione che ho sempre sentito fin dalle prime volte
che ho attraversato le due colonne del tempio è quella di diventare io
stesso colonna portante del tempio è che ogni fratello, una volta attraversate le colonne, diventa esso stesso colonna portante del tempio e,
di conseguenza, come ogni struttura portante, riveste il fondamentale
compito di sorreggere, ma ancor più importante, il dovere di nutrire
lo spirito in modo da rafforzarlo e quindi rafforzare e proteggere
tutto ciò che è presente all’interno e fuori del tempio.
G .·. Q.·.
19
Il significato
delle Colonne
del Tempio
BOHAZ”
Il nostro rituale ha conservato i due nomi, il
cui significato letterale è per Bohaz “la forza”,
“la fermezza” e per Jachin “che (Dio) l’ha fermata”.
In verità il significato dei due nomi è incerto.
Forse essi alludono alla stabilità del Tempio e
presi insieme vogliono dire “(Dio) lo rende fortemente stabile”.
La colonna J sostiene tre melagrane socchiuse e la colonna B a differenza della descrizione
biblica, un globo rappresentante il mondo.
Le melagrane hanno significati molteplici,
alcuni dei quali aggiunti piuttosto recentemente come quello della concordia e della fratellanza massonica : in realtà il più antico e vero
significato esoterico è la fecondità.
Il globo che, secondo qualche scrittore, sta
ad indicare il regno etico della Libera Muratoria, in realtà rammenta la Creazione dell’Universo.
La colonna B si ricollega al culto vedico di
Agni e rappresenta il Fuoco, l’eterno mascolino, l’intelletto creatore o spirito; la
colonna J al contrario, corrisponde al Soma, l’eterno
femminino, l’Anima Mundi, la sostanza astrale o
eterica, matrice di tutte le cose. A questi significati possiamo
assimilare, in due serie di polarità ben distinte soggetto ed oggetto; agente e paziente, positivo e negativo;
intelletto e sentimento;
moto e riposo; dispari e
pari; destra e sinistra; linea
retta e linea curva; bene e male
e così via abbracciando tutti gli enti
conoscibili.
Nella Cabala le due polarità sono rappresentate dallo Yud e dalla Beth; nel Tarocco dal Bastone e dalla Coppa; nell’Astrologia dal Sole e
dalla Luna; in Alchimia dall’Oro e dall’Argento.
Nella Bibbia, nel primo libro dei Re al capitolo sesto si legge :
“ Nell’anno quattrocentottanta dall’uscita dall’Egitto, nel quarto anno del regno di Salomone, nel mese di Ziv che è il secondo mese, costruì la casa consacrata al Signore”…
Al capitolo settimo :
- (13 – 16) “Il re Salomone mandò a prendere Chiram da Tiro. Egli era figlio di una donna
vedova della tribù di Naftali e suo
padre era un abitante di Tiro,
lavoratore del rame, ed era
pieno di esperienza, di
intelligenza, di conoscenza per eseguire
qualsiasi lavoro in
rame. Egli andò dal
re Salomone ed
eseguì tutto il lavoro. Fece la forma di
due colonne di rame
ciascuna dell’altezza
di diciotto cubiti e un
filo di dodici cubiti circondava l’una e l’altra colonna. Fece poi due capitelli da collocare sopra le colonne, fusi in rame, ciascuno dei due capitelli alti cinque cubiti”
- (21) “Eresse le colonne nel vestibolo del
Tempio; a quella che eresse a destra diede il
nome di JACHIN e quella che eresse a sinistra
18
matica della dottrina massonica. Ora, ammesso il principio della immortalità dell’anima, come è concepibile
che ne prescinda una dottrina, la quale si proponga il
miglioramento e il benessere della umanità? Si dice: le
questioni relative alla immortalità rivestono un carattere religioso e la Massoneria non può occuparsene.
Ma in questa osservazione si annida un equivoco.
Dato che la Massoneria confessa 1’esistenza di Dio
e la immortalità dell’anima, con ciò solo deve riconoscere il necessario insorgere di un complesso di esigenze spirituali, attinenti ai rapporti dell’uomo con la
Divinità ed in conseguenza un immanente problema
religioso: se riconosce questo problema, deve anche
risolverlo. E dico deve, perché altrimenti snaturerebbe la sua dottrina, che è di carattere universale e superiore, e verrebbe meno alla sua missione di
adoperarsi in tutti i modi e in tutti i
campi per il bene della umanità.
Naturalmente lo risolverà nell’ambito della sua dottrina e senza
deflettere dal suo atteggiamento
agnostico, lo risolverà dal punto di
vista trascendentale ed universale, così come, pur restando apolitica, risolverà anche i
problemi politici, di cui per le stesse ragioni non può
disinteressarsi.
Solo il non aver compreso la differenza profonda,
che passa tra la religione trascendentalmente considerata ed una determinata confessione religiosa, ha potuto far dichiarare a qualcuno, e forse a troppi, timorosi nella loro mediocrità mentale di incorrere in censure di eterodossia, che i problemi del di là, rivestendo comunque un carattere religioso, siano preclusi alla
Massoneria, la cui attività dottrinaria e pratica dovrebbe
essere indirizzata solo a promuovere il miglioramento
e il benessere degli uomini su questa terra: e non si
accorgono che, così ragionando, travisano e disonorano la nostra dottrina col dare ad essa un disgustoso
sapore epicureo senza neppure il pregio di una premessa filosofica, riducendola nei limiti della ricerca di
una formula di economia politica, che meglio valga a
risolvere i nostri problemi contingenti. Bisogna convenire che il Saint Simon con la sua edonistica concezione del Nuovo Cristianesimo ha escogitato qualche cosa
di meglio.
L’incomprensione ha provocato questa assurdità:
in un tempio, destinato a studi severi e ad attività be-
nefiche, vengono additate le tre virtù - leve che possono sollevare l’anima ed altezze sublimi - (notate: virtù
ha la sua radice etimologica nella parola vis, che significa forza, nella specie forza dello spirito), ma non se
ne chiarisce l’intima essenza, non se ne ricerca il contenuto filosofico, e se ne determinano soltanto i limiti
di tempo, entro cui debbano esercitarsi. Si dice al neofita: Questa fiaccola ti rappresenti la fede: cerca di
desumere una tale virtù dalla ragione ed abbi fede nel
progresso umano. Questa ti rappresenti la speranza:
attieniti ad essa per tutta la tua vita, ma usala come un
panno caldo per lenire i tuoi dolori fisici e morali e non
pensare al di là. Questa, la carità: non confonderla con
l’elemosina: essa si concreta nello esercizio della bontà ed è molto remunerativa,
perché ti frutterà dovunque calorose strette di mano e sguardi di viva simpatia. E vi sembran queste formule iniziatiche
degne di un rito che dai nostri
predecessori fu concepito tutto irradiato di mistica luce?
In un discorso inaugurale
avrei dovuto esporre un programma di lavori: ho fatto invece della critica, e ciò a
ragion veduta. Vi ho denunziato deviazioni ed errori,
pregiudizi ed ignoranza, perché meglio vi rendeste conto
che i lavori che andiamo ad iniziare debbono importare una vera e propria ricostruzione: imprendiamola con
amore e buona volontà. Col conforto di una sana filosofia ritroveremo il vero senso dei nostri simboli e dei
nostri riti e ne trarremo quegli insegnamenti che ci consentiranno di vivere una vita virtuosa, nella certa attesa
della compiutezza del nostro destino: in questa certezza si concreterà la nostra speranza. Ma ricordate
che è stato autorevolmente detto che Dio ci vende i
beni e ne chiede per prezzo la fatica: anche i beni dello
spirito sono faticosi ad acquistarsi e per acquistarne in
maggior copia occorre non concedersi riposo.
E concluderò con un ammonimento. Non sono io a
farvelo, sibbene per la mia bocca Leonardo da Vinci,
genio tutelare di questo Capitolo, che si intitola al di lui
nome: “Acquista in gioventù ciò che può ristorare il
danno della vecchiaia. Se tu intendi la vecchiezza aver
per cibo la sapienza, adoperati in tal modo in gioventù
che alla vecchiezza non manchi nutrimento”.
Il Sovrano Gran Comm. e Gran Maestro
Corrado Labisi, 33.·.
7
Massoneria
e i giovani
ai nostri
giorni
teressi personali, obiettivi che non serviranno altro a portare ad una crescita e un percorso di vita distorti. Da qui il mio malessere da
giovane che, come tanti altri, avverte questo
forte disagio e si muove nel suo piccolo per
scrutare le coscienze e gli animi, al fine di
far riemergere le tradizioni dei nostri padri e
il rispetto reciproco verso tutti e soprattutto
verso i più deboli.
Ed ecco, il mio percorso di vita ancorato
alla volontà del Grande Architetto dell’Universo e alla saggezza di esperti e maestri di
vita che cercano ancora oggi di propugnare
quei valori ormai smarriti. Poi, improvvisamente, la fortuna, forse dettata da un cammino già scritto, d’incontrare il nostro Sovrano
Gran Comm. e Gran Meastro Corrado Labisi
e tutti i fratelli che mi
hanno aperto, attraverso
lo studio e la conoscenza, un nuovo mondo.
Da qui la mia passione che, giorno
dopo giorno, mi
avvicina
sempre più a
questa bellissima forma associativa umana,
che non si interessa delle cose materiali di questo nostro
mondo terreno, povero e misero.
Non si ripropone il disprezzo dei più comuni interessi, quali il denaro, o la buona tavola: impone però la moderazione, sempre ed
ovunque. Per cui il vero massone non disprezza alcuna di queste cose, potendole amare;
evitando scrupolosamente di dedicarsi ecces-
Per noi giovani, oggigiorno, l’opportunità
di un percorso di vita e di crescita interiore
sano e robusto, in un mondo afflitto da tanta
ipocrisia e malvagità, non è occasione facile.
Il disagio giovanile è sempre più forte, così
come il mal di vivere, siamo spesso stretti da
una società infame che ci spinge verso cammini di vita non consoni alla volontà e alla
saggezza del Gran Architetto dell’Universo.
Valori ormai scomparsi ed affossati da
ideologie fondate sul materialismo e sugli in-
8
Lotta tra l’uomo
vecchio e quello nuovo
Per lunghissimo tempo
l’uomo è sballottato come le
foglie secche d’autunno, spinte dal vento, attratto dai
desideri che prima lo affogano poi lo stancano, dal
dolore o dal piacere che ne consegue, cosi comincia
ad apprendere la lezione di vita.
Egli per lungo tempo non cammina solo, agisce
sotto l’impulso delle circostanze ambientali, si nutre
più delle osservazioni degli altri che di quelle proprie, crede a quanto gli prospettano, anziché cercare
una propria verità ecc.
Viene però il momento in cui stanco del cibo che
la società gli porge, sentirà il bisogno di guardare la
vita in un mondo diverso dunque il desiderio di conoscere da sé, di vedere con i propri occhi ma in
quel preciso istante, avverrà una grande lotta tra l’uomo vecchio è l’uomo nuovo, la lotta si fa aspra perché mentre quello vuole affermarsi questo non vuole
credere, ed impegna tutti i mezzi per resistere cercando di sfuggire ai richiami della più alta coscienza,
la quale però pian piano lo farà cadere dalle vecchie
abitudini per seguire il nuovo indirizzo, qui incomincerà a conoscere se stesso, vedrà così un mondo in
cui si potrà muovere più liberamente; nuove facoltà
si sveglieranno in lui;
comprenderà che vi è
un’unica vita, la quale si esprime in finiti
modi e che tutte le
espressioni di questa
sono in lui in potenza.
Ognuno ha un duplice aspetto maschile
femminile, positivo e
negativo, con prevalenza dell’uno o dell’altro, fino a
quando queste due
forze non sono in ar17
monia fra loro in perfetto
equilibrio, mancano le condizioni per la liberazione della vita.
Vivendo fra gli opposti manteniamo lo squilibrio.
Simpatia ed antipatia, attrazione e repulsione sono
terreno sfavorevole alla liberazione.
L’armonia dei due principi opposti (positivo – negativo) è la condizione essenziale per la liberazione
della vita.
Essere libero è sentirsi sereno, contento sia nell’avere una cosa sia nel non averla, così in tutte le
circostanze della vita, sentirsi felici nel bene e nel male,
al di sopra di ogni attaccamento o repulsione, “prendendo il mondo come viene”, accogliendo tutto con
amore.
Il maestro dice: “Per essere liberi bisogna uscire
dal passato e dal futuro ma essere sempre nel presente”.
L’uomo libero non si ritira, dal mondo, dalle facoltà, dalle gioie, dai dolori, ma vive in mezzo a queste condizioni in uno stato d’animo speciale, egli da
buon iniziato prende nelle sue mani le briglie e non fa
camminare le forze degli opposti, egli è sempre cosciente delle leggi, cosciente nei piccoli e grandi atti
della vita giornaliera, egli sa che
ogni avvenimento che ci capita ha
un significato, “una parola dalla vita”
ed ogni parola è di una frase ed ogni
frase dà il significato della giornata,
(noi uomini non sappiamo leggere
nella nostra vita, ogni avvenimento
è un vuoto e questo vuota riempie
la nostra anima).
Il liberato dunque fa crescere la
sua anima con la consapevolezza
che appena l’anima è cresciuta nel
suo massimo sviluppo, l’uomo ed il
divino si riuniscono ed il regno sarà
LA PACE SIA CON NOI
G.·. M.·.
che promanando dal Divino, irradiano i
Fr. Che ne assorbiranno nell’incoscio;
Ci riuniamo in un tempo ed in uno spazio reso Sacro dal G: . A: . dal Kristo e
da Nostra Domina Tyndaris e dalla spirituale volontà operante dei Fratelli.
Tempo e spazio simbolo del tutto nel
quale vive ed opera l’uomo, ed è l’uomo stesso, realtà universale delle Forze. Il tempo è reso Sacro se vissuto ciclicamente e ritualmente ed inizieremo
i lavori sempre alla stessa ora per fissare sempre tutte le forze planetarie;
Lo spazio è nel Tempio, reso Sacro
se occupato con religioso ordine e Spiritualità, poiché è nello spazio del Tempio che l’uomo prima ed iniziato poi trasfonde energia e ne riceve.
L’Universo è un Tempio ed il Tempio
massonico racchiude l’universo ed i
suoi sacri simboli.; Opereremo in armonia e nella tolleranza con le altre Loggie, in uno sforzo comune per la crescita individuale e dell’Ordine al fine di
formare altre loggie e portare la luce massonica ovunque;
Crediamo che l’esercizio e la pratica della virtù, la continua ricerca del bello per eccellenza,
immutabile, che implica l’idea del bene e del sovrano ordine e perfezione del cosmo sia l’elemento essenziale di distinzione del Massone, poiché l’uomo che non è irritato dal disordine,
dalla sporcizia e dal brutto non è onesto che occasionalmente poiché disordine, sporcizia,
bruttezza, sono prima nell’anima;
La cooptazione avrà quale elemento imprescindibile ed essenziale la ricerca di uomini: retti,
onesti, probi, liberi, indipendentemente dalla posizione sociale ed attività del mondo profano;
La nostra legge è regolata e fissata dagli statuti generali dell’Ordine editi in Napoli nell’anno
1820; E’ nostro privilegio ottemperare alle giuste scadenze, alle capitazioni per il sostegno
della cosa comune come previsto dagli statuti generali. Infine invochiamo, “Supremo Architetto dell’ Universo” fonte di tutte le perfezioni di tutte le virtù, che riempi della Tua gloria e dei
tuoi benefici l’universo, noi adoriamo la Tua suprema maestà e ci inchiniamo di fronte alla Tua
saggezza, che ha creato e conserva tutte le cose.
Degnaci di accogliere le nostre preghiere e l’omaggio del nostro amore, benedici i nostri
affinché siano conformi alla Tua legge, che diano onore e prestigio all’obbedienza, al nostro
Sovrano Gran Comm. Corrado Labisi, al Sacro consiglio dei 33, ai maestri venerabili, ai maestri, ai compagni ed agli apprendisti.
Che Kristo, immensa luce, con Maria sua sposa e madre di tutti noi ci protegga sempre a
A: .G: . D: . G: . A: . D: . U: .
condotto simbolicamente allo stato naturale (il metallo toltogli rappresenta la civiltà, il mondo profano, le passioni che lo animano
ed i vizi che lo caratterizzano deturpandolo, insomma tutto ciò che
è artificiale) e, nello stesso tempo, vestito in modo da non intralciare i magici influssi al centro
dei quali sarà posto (i metalli ostacolano la fluida circolazione delle correnti magiche); denudata
una parte del petto (segno di franchezza e di sincerità, evidenziante il suo sesso maschile) ed una
gamba (segno di umiltà), con al
collo un cappio che rappresenta
quanto lo può trattenere ancora
nel mondo da cui proviene, in cui
è finora vissuto. L’iniziato é colui insomma che é messo sul cammino; sta poi solo a lui inoltrarsi
sulla nuova strada, seguendo coerentemente le regole etiche che gli sono state inculcate. Di qui il carattere «sociale» dell’iniziazione. Quanto può essergli fornito dall’esterno (cioè dagli altri membri dell’organizzazione massonica ) per l’iniziato massonico non é che un aiuto, un appoggio, una sorta
di «Catena» di corrente magica. L’opera principale non può che essere svolta dal singolo
su sé stesso.
Solo scrutando gli animi della nostra gioventù, delle menti più deboli e degli esseri
che non si riconoscono in questi valori di vita
potremmo costruire un percorso di vita consono alla volontà del Grande Architetto dell’Universo.
sivamente a queste pratiche, onde non cadere
nel vizio. E pian piano si matura la cognizione di questa società iniziatica, ovvero una
scuola di formazione interiore, che si prefigge la ricerca della Verità essenziale.
Essa favorisce in noi giovani l’evoluzione
dell’Umanità attraverso il potenziamento delle capacità spirituali dell’Individuo: questo
soltanto è il metodo con cui realizza la propria aspirazione al benessere morale e materiale e quello dell’intera società umana.
Durante il nostro percorso da giovani iniziati riusciamo pian piano a comprendere perché il profano, durante la sua iniziazione, spogliato dei suoi metalli, é l’essere umano ri-
A.·. M.·.
16
A.·. P.·.
9
Riflessione per un
Massone cristiano
Non dire: PADRE
Se ogni giorno non ti comporti da figlio
Non dire: NOSTRO
Se vivi isolato nel tuo egoismo
Non dire: CHE SEI NEI CIELI
se pensi solo alle cose terrene
Non dire: SIA SANTIFICATO IL TUO NOME
se non lo onori
Non dire: VENGA IL TUO REGNO
se lo confondi con il tuo regno materiale
Non dire: SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ
se non accetti quando è dolorosa
Non dire: DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO
se non ti preoccupi della gente che ha fame
Non dire: PERDONA I NOSTRI DEBITORI
se conservi rancore verso il tuo fratello
Non dire: LIBERACI DAL MALE
se non prendi posizione contro il male
Non dire: AMEN
Se non prendi sul serio le parole del
PADRE NOSTRO
a cura del Sovrano Gran Com. e Gran Maestro
Corrado Labisi, 33.·.
10
Un giorno
nuovo si leva
sulla Terra
proprio Oriente, ispirate alla spiritualità del
Kristo, alla disciplina, al lavoro, al metodo,
dove nulla dovrà essere lasciato alla improvvisazione, alla superficialità adattando come filosofia di vita regole monacali.
Ci proponiamo con determinazione di perseguire nel pensiero e nel lavoro massonico,
l’essenza della origine iniziatica, erede e custode della simbologia classica delle leggi di
natura, il cui sapere fu patrimonio di eccelsi e
antichi popoli; dagli Egizi agli Ebrei, dai popoli del Nord ai popoli dell’Oriente e trasmessi
fino a noi dall’Oriente dei Templari e dei Rosa
Croce.
La creazione dell’Universo ha comportato
la creazione di una legger fondamentale dalla
quale tutte le altre sono derivate; noi lavoreremo costantemente per la conoscenza di queste leggi e per la realizzazione del Tempio dell’Uomo ed impiegheremo tutti i mezzi d’ingegno per questo fine;
Ci riuniamo in Loggie, luogo d’incontro per
un lavoro collettivo, laboratorio e fucina d’iniziati, in uno spirito d’amore e di fratellanza nell’Ordine Sacro, lasciando nel mondo
profano i vili metalli ed occupando
il Tempio coprendo
sempre gli abiti
profani ed indossando gli accessori
rituali personali;
Crediamo che il
saggio parlare a
bassa voce, la buona musica, i giusti
profumi ed incensi
del giorno e dell’ora, il giusto muoversi ritualmente
richiamano le forze
anagogiche dell’Antica Sapienza
Quest’ora è un vortice in cui ogni mondo
personale riflette il cielo in fiamme, per il fuoco che divora le vecchie forme.
Nostra Domina Tyndaris, si erge dal Logos
e le forme si spiritualizzano sul piano delle coscienze e delle regole. Un nuovo mondo è sorto, il sole nel suo apparente percorso lungo lo
zodiaco, riposa sulle estreme stelle della costellazione dell’Acquario e consolida l’elemento Mariano e Kristologico. Elemento incisivo. Aereo. Cadenzato. Spirituale. Questo
momento, risulta essere Era di trasformazione e di profonda
Comunione tra gli uomini e di più elevata
Spiritualità. In quest’ora solenne, per i
destini dell’uomo,
umilmente i fratelli all’Oriente di Messina,
nella Valle del Peloro
e membri della RL
Nostra Domina Tyndaris, gettano le fondamenta e maltano la pietra angolare, tanto cara
all’Obbedienza, al Sovrano Gran Comm.
Corrado Labisi, stabilendo le regole del
15
fisico).
Massoneria Cristica e Cristologica. La nostra Istituzione Massonica – Serenissima Gran Loggia e
Supremo Consiglio del Sud - si
ispira e fonda le proprie radici su
una Massoneria che abbia una coscienza Cristica e Cristologica.
La coscienza Cristica, è il prossimo livello di coscienza al quale è
chiamata la nostra umanità. Quello
che è certo, è che nell’evoluzione è
tutto un procedere in un unico senso cioè verso l’alto. Anche se è altrettanto vero e sperimentato e sperimentabile da tutti che cresciamo
attraverso esperienze apparentemente negative, qualora, ovviamente, riusciamo a vederne l’aspetto
positivo, il così detto bicchiere mezzo pieno. Se analizziamo questi livelli di coscienza alternata, come le
prove che la vita ci mette sempre
davanti, cioè delle opportunità, allora sicuramente possiamo essere
d’accordo con quanto asserito da
eminenti studiosi come il Thoth che
su questi argomenti hanno scritto
anche dei trattati. Concludendo, la
Coscienza Cristica, porterà l’Umanità a sperimentare l’Amore incondizionato proprio dei Maestri Ascesi, in una realtà di Luce, Amore e
Creazione. La Cristologia è la disciplina teologica che intende riflettere sulla realtà di Gesù Cristo e sul
significato salvifico della sua morte
e resurrezione.
In quanto risposta alla domanda
“chi è Gesù” la cristologia si manifesta come dimensione fondamentale della riflessione cristiana e scaturisce dal medesimo atteggiamento riscontrabile nei discepoli davanti
a Gesù e al mistero della sua vita e
della sua resurrezione. Per questo
motivo tutta la storia cristiana ha
proposto differenti modelli cristo-
logici, elaborati attraverso gli strumenti concettuali e filosofici tipici
dell’epoca e ritenuti adatti all’illustrazione della complessa e inesauribile realtà di Gesù di Nazareth
confessato dalla fede come il Cristo.
La recente riflessione cristologica, pur concentrandosi attorno al
classico problema costituito dalla
compresenza in Cristo della piena
divinità e della piena umanità, sembra aver meglio collocato il dibattito all’interno della più ampia considerazione della dimensione soteriologica, ossia di storia della salvezza, dell’esperienza di Gesù. In altre
parole, Gesù non è semplicemente
l’occasione (estrinseca) nella quale Dio salva l’uomo, ma è in se
stesso, nella sua singolarità storica, la salvezza universale, il definitivo riscatto dell’intera umanità.
Comprendere quindi la particolare e unica vicenda storica di
Gesù nella quale vengono a compiersi i gesti e le promesse del Dio
a Israele, può forse meglio consentire anche la comprensione
della particolarità dell’essere di
Gesù, cioè il suo essere Figlio,
Verbo, Messia, Profeta, Re, Sacerdote.
Per la Chiesa Cattolica solo
Gesù Cristo è, infatti, il Maestro
della Verità e solo in Lui i cristiani
possono trovare la luce e la forza
per vivere secondo il disegno di
Dio, lavorando al vero bene dei
loro fratelli, parimenti la Massoneria che noi pratichiamo riconosce la Perfezione nella sola figura
del G.A.D.U., alla Gloria del Quale, proprio per tale ragione, dedica i suoi lavori. Nel pieno rispetto di questo incontrovertibile
principio il Massone non aspira
alla Perfezione, sapendola irrag14
giungibile per l’essere umano, anche se Iniziato. Tende però a migliorare la propria condizione, le
conoscenze e l’etica comportamentale, considerandosi quindi
perfezionabile.
Sa però che alla cima non potrà mai arrivare: il microcosmo è
d’identica natura al macrocosmo,
ma restano due identità di ben diversa rilevanza nel quadro universale e nel Tempio una parte del
muro rimane incompiuta per ricordarcelo.
All’Uomo compete comunque
il dovere d’operare caparbiamente su se stesso, per avvicinarsi il
più possibile alla Perfezione Divina, per quindi esserne miglior rappresentante nel complesso mondo del Creato che è chiamato a
gestire. La parola perduta cui tendere, grado supremo di perfezione, non si acquista col denaro ma
si può cercare con l’esercizio interiore, con la conoscenza di sé,
che è il primo Dovere Massonico, poi con il secondo che è il
Dovere verso gli altri, vale a dire
la famiglia e lo Stato e infine col
Dovere verso la Divinità col trionfo della pace e della concordia.
E’ il rituale dell’Apprendista a
spronarci in questa direzione:
quando il M:.V:. all’inizio chiede:
“ Fr. I° Sorvegliante a quale
scopo ci riuniamo?” , il I° Sorvegliante risponde “ Per edificare templi alla virtù, scavare
oscure e profonde prigioni al
vizio e lavorare al bene e al progresso dell’Umanità”, e il M:.V:.
poco dopo sigilla il tutto con l’affermazione che “ tutto, in questo Tempio Augusto deve essere serietà, senno, benefizio e giubilo”.
G.·.A.·.N.·.
Morale
virtù e vizio
dui e per la società; pertanto, fare il dovere significa fare il
bene ed evitare il male.
Se il dovere non significasse quanto sopra detto ci troveremmo, allora, a fare e cercare il piacere per il piacere
ed è certo e provato che è più facile fare e cercare il
piacere che fare e cercare il bene voluto dalla legge morale (dovere) a tutela della giustizia, intesa in senso lato.
La Giustizia, di cui parlo, è una Virtù intesa non come
virtù particolare ad es: dare ad ognuno il suo, o uguaglianza fra individuo ed individuo nel dare ed avere, o
rapporto di equità fra Stato e Cittadino nel dividere oneri
ed onori; e, non è nemmeno virtù generale, intesa come
tutto ciò che è conforme alla legge è giusto, ma è da
intendersi come legge naturale della vita umana in tutte le
sue attinenze con l’ordine morale. Ora, nel mondo Umano, tra l’ordine morale e la legge naturale vige una connessione fra cause ed effetti come nel mondo fisico e
pertanto, così come nel mondo fisico e specificatamente
nel regno vegetale ad uno specifico seme risponde il proprio frutto, in quello umano alle opere della vita presente
deve rispondere lo status della vita futura e per conseguenza, sarebbe innaturale che da un seme di zucca nascesse una mela così come sarebbe ingiusto, cioè immorale, che da una vita spesa al vizio avesse come fine e/o
premio la felicità mentre la virtù la miseria, o che virtù e
vizio finissero medesimamente nel nulla.
Il nostro intelletto ha sempre associato e capisce meglio il nesso intrinseco tra virtù e felicità in contrapposizione a vizio e miseria e questo concetto e/o sentimento
viene identificato, dalla coscienza umana, con la giustizia
– legge eterna, fin qui spiegata, che fondendosi con la
sapienza genera la volontà Divina diventando un tutt’uno.
Pertanto, supporre che ai virtuosi debba o possa toccare, alla fine della propria esistenza, in sorte la miseria ed
ai viziosi la felicità, ovvero che la sorte finale dei buoni e
dei cattivi sia il nulla o la stessa per tutti, per la coscienza
umana, sarebbe una negazione scandalosa della giustizia
Divina. Fortunatamente, l’Uomo,
fino a quando resterà tale e non
diventi una bestia, ha sempre riconosciuto nella felicità e nella sua
ricerca il destino della Virtù e nella
miseria quello del Vizio; ciò grazie
alla sua fede posta sulla esistenza
di una vita futura ove la giustizia
divina avrà il suo riconoscimento
con la beatitudine eterna dei Virtuosi e l’eterna miseria dei viziosi.
Quante volte, seduti nei rispettivi scranni, abbiamo
ascoltato le seguenti parole:
F:. 1 Sor:. a quale scopo ci riuniamo?
Risp. : per edificare templi alla virtù, scavare oscure e
profonde prigioni al vizio e lavorare al bene ed al progresso della patria e della Umanità.
Profano che cosa è la morale?
Risp. Del M:. V:. : è la legge naturale universale ed
eterna che dirige tutti gli esseri intelligenti e liberi. E’ la
coscienza, scientificamente spiegata, scienza amorevole,
che ci apprende i doveri e l’uso ragionato dei nostri diritti.
Essa si dirige ai più puri sentimenti del cuore per assicurare il trionfo della ragione e della virtù.
Che cosa è la virtù?
Risp. : la virtù, profano, che secondo la sua etimologia
vuol dire forza, è la forza di compiere il proprio dovere ...
Che cosa è invece il vizio?
Risp. : il vizio è ogni concessione fatta all’interesse ed
alla passione a spese del dovere…
E’ possibile trarre da queste definizioni laicamente ragionate un insegnamento altamente spirituale? È possibile una speculazione che ci consenta di compenetrare,
penetrare insieme in modo da formare un sol tutto (Zingarelli), le parole al fine di intuire e/o capire la fede riposta
in una vita futura e, quindi, nel Principio Creatore, Dio,
G:. A:. D:. U:.?
Proviamoci, iniziamo il ragionamento col ricordare a
noi stessi che la Massoneria non accoglie l’ateo e dalla
definizione di legge e della sua consequenziale ragione di esistere e cioè
la difesa della giustizia. Come indica
la parola stessa, la legge in senso lato
comporta un legame e nello specifico quella morale, propria degli esseri intelligenti e liberi, comporta un
legame e/o necessità morale (obbligazione naturale o dovere) di fare o
non fare una data cosa. Quindi, il dovere anzicchè essere legge la presuppone e quest’ultima deve essere
oggettivamente buona per gli indivi-
A .·. B .·.
11
Parallelismo tra
massoneria e religione
“Un Massone è
tenuto, per la sua
condizione a obbedire alla legge morale; e se egli intende rettamente l’Arte non sarà mai un
ateo stupido né un
libertino irreligioso. Ma sebbene nei
tempi antichi i Muratori fossero obbligati in ogni Paese a essere della
religione di tale Paese o Nazione,
quale essa fosse, oggi si reputa più
conveniente obbligarli soltanto a
quella Religione nella quale tutti gli
uomini convengono, lasciando a essi
le loro particolari opinioni; ossia,
essere uomini buoni e leali o uomini
di onore e di onestà, quali che siano le denominazioni o confessioni
che servono a distinguerli; per cui
la Massoneria diviene il Centro di
Unione e il mezzo per annodare una
sincera amicizia tra persone che sarebbero rimaste in perpetuo estranee”.
Il testo riportato è quanto recita
il Titolo I° delle Costituzioni di Anderson, concernente Dio e la religione, del 1723 anno in cui la Massoneria apparve pubblicamente.
Dal punto di vista ecclesiale, il
relativismo, il carattere esoterico del
sapere e l’impossibilità di conoscere
la verità, rappresentano i tratti fondamentali dell’inconciliabilità tra
Religione e Massoneria.
Se da un lato, la Massoneria insiste nel non voler essere considerata una religione, dall’altro, le origini “mitiche” della stessa fanno riferimento ad un nucleo segreto che
sta dietro tutte le religioni e le unifica.
Dunque, tale organizzazione, facendo perno sul suo metodo, sul
concetto di derivazione esoterica di
un’unità sottostante tutte le religioni
e sul razionalismo, sottolineando gli
aspetti di libera ricerca razionale
della verità e di discussione democratica in loggia, svincola se stessa
dall’essere una religione e si afferma, invece, per le sue peculiari caratteristiche, come una categoria a
parte.
Non essendo la Massoneria una
religione è lecito chiedersi come mai,
così spesso, è stata oggetto di studio ed indagine da parte di chi si
occupa di scienze religiose o di fenomeni di nuova religiosità.
La risposta va individuata sia nel
suo metodo letto in relazione alle
esigenze storiche, sociologiche e culturali che ne hanno favorito la nascita, sia nel fatto che l’esperienza
proposta dalle varie obbedienze
massoniche si rivolge comunque alla
sfera spirituale e morale dell’uomo
e dunque ha in sé un’accezione in
qualche modo religiosa.
Dal punto di vista storico, sociologico e culturale, la Massoneria si
presenta come una risposta al
pluralismo ideologico moderno, che propone come chiave di comprensione dello
stesso il relativismo, cioè
l’idea per cui non esiste
alcuna verità religiosa o
essa è soltanto relativa
e che in fondo tutte le religioni sono
uguali.
Il relativismo è
una prospettiva
maggioritaria nell’oc12
cidente secolarizzato, dove il “credere
senza appartenere”
o il “credo a modo
mio” caratterizzano
la religiosità dell’uomo comune.
La relazione fra
Massoneria e relativismo è una relazione diretta, infatti il metodo massonico, come già sopra riferito, è
espressamente relativistico, ma anche perché la Massoneria rappresenta una delle risposte al processo di frammentazione dottrinale che
caratterizza il mondo moderno.
Soffermandoci in particolare su
tale ultimo aspetto, la risposta massonica mirava all’instaurazione di
una norma di comportamento che
vietava di trattare in loggia questioni di religione e politica e perciò
scansava i problemi su cui si poteva divergere.
Al contempo, proponeva una
diversa riconquista dell’omogeneità, ottenuta per via iniziatica, con
l’idea di un’unità trascendente delle religioni.
Strettamente collegato a tale
problematica è anche quella dell’antidogmatismo che costituisce
uno degli aspetti su cui tanto si è
disquisito e rappresenta una delle
accuse da parte della Chiesa alla
Massoneria additata come associazione che pensa una religione senza dogmi. Tale affermazione viene considerata non vera quando ci si
riferisce ai dogmi di fede
e vera quando si riferisce ai luoghi comuni. Ebbene il presunto dogmatismo massonico va attribuito ad un
rifiuto del pregiudizio e
del preconcetto che
tengono lontani dalla verità e rappresentano insormontabili ostacoli
al suo raggiungimento. Spesso, è
accaduto che pregiudizi e preconcetti sono diventati dogmi, verità indiscutibili su cui non è lecito alcun
dubbio e che non accettano alcun
confronto. Da ciò l’aperta lotta della
Massoneria che, dichiaratasi acerrima nemica degli stessi è stata tacciata antidogmatica. Resta comunque un punto fermo:
la Massoneria sa bene che
ogni fede e ogni religione ha i
propri dogmi, né potrebbe
essere diversamente.
Dunque essa si pone non
contro i dogmi della fede ma
contro i dogmi laici del pregiudizio.
La ricerca della verità è
una via fondamentale al cammino iniziatico per cui si può
affermare che: la tradizione
massonica è portatrice di verità il cui fondamento è collegato allo sviluppo storico del
pensiero e della prassi massonica. Queste verità hanno
un diverso fondamento: sono
verità razionali, esoteriche,
intuitive e spirituali; la ricerca
della verità è un obiettivo
fondamentale del cammino
massonico; l’istituzione massonica si propone di presentare e difendere le proprie verità.
La concezione massonica della
verità, quindi, nega ogni forma di
relativismo, secondo cui esistono
solo opinioni e non verità e allo stesso tempo sollecita un atteggiamento di rispetto e dialogo verso le diverse verità considerate come differenti prospettive che si completano vicendevolmente. In conclusione, si può constatare che Massoneria e Religione sono due distinte
entità con caratteristiche e con sfere di influenze differenti. Pertanto,
la dichiarazione di inconciliabilità tra
le stesse, da parte della Chiesa, può
essere intesa non come sentenza di
condanna o di un assoluto giudizio
negativo ma come consapevolezza
dell’accennata diversità in una prospettiva di dialogo.
Un grande studioso di esoterismo, Jean Marie Ragon (Massone
Francese, scrittore apprezzato e
grande simbolista, nacque a Bruges nel 1781 e nel 1803 Ragon fu
iniziato nella Loggia Massonica
di Réunion, a Bruges, dagli Amici del Nord, poco tempo dopo egli
fondò la Loggia dei Veri Amici,
sempre a Bruges ed al suo arrivo
a Parigi nel 1805 fondò la società “I Trinosofi”, nella quale tenne una lunga serie di conferenze
sull’Iniziazione antica e moderna, ripeté queste conferenze
13
vent’anni dopo, pubblicandole
nel 1841 con il titolo “Corso filosofico ed interpretativo sulle
Iniziazioni antiche e moderne”),
nei suoi scritti mostra le notevoli corrispondenze tra i Misteri e la Messa cristiana, il primo studio approfondito che porterà a uno sviluppo
di studi gnostici ed esoterici mai veramente divulgati a sufficienza, anche a causa dell’ostilità della Chiesa cattolica.
Ricordiamoci l’evento capitale dell’iniziazione egiziana
(che diverrà più tardi quella
dei “puri” dei perfetti nel catarismo pirenaico). L’iniziato
passava tre giorni e tre notti
in un sarcofago, durante questo periodo, compiva il suo
viaggio nell’altro mondo, secondo il suo grado di avanzamento, allorquando se ne
ricordava al suo risveglio, e
aveva visitato in anticipo l’impero dei morti, era come risuscitato e “due volte nato”,
secondo il linguaggio dei templi. Il Cristo anche (come
Giona nel ventre della balena), compie il suo viaggio cosmico durante la sua messa
nella tomba, prima della sua
risurrezione. Qui ancora, c’è
parallelismo tra l’iniziazione
antica e i nuovi misteri portati al mondo dal Cristo.
Parallelismo ma anche allargamento immenso: perché il viaggio
astrale di un Dio, che abbia passato la soglia della morte terrestre,
doveva essere di un ben altro genere e di una portata ben diversa
della timida bordata di un semplice
mortale nel reame dei morti, sulla
barca d’Iside. (Questa barca in realtà, era il corpo eterico dell’iniziato, strappato dal maestro al corpo
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edizione stampabile - Serenissima Gran Loggia del Sud