LA FORMAZIONE: GLI OBIETTIVI E LE TAPPE DEL PERCORSO Scuola di formazione regionale OFS Prato, 14 marzo 2015 Punto di partenza Uno sguardo al mondo che cambia I cambiamenP nella società -­‐ 
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Società post-­‐moderna: liquida, senza pun5 di riferimento Crisi economica e aumento della povertà MulPculturalismo e rischio di perdita di iden5tà Diffusione delle nuove tecnologie e realtà virtuale Economia dell’usa e geRa e basata sul consumismo Individualismo e minore spinta al bene comune Frammentazione della vita in segmen5, scollega5 rispeAo ad un senso unitario -­‐  ScrisPanizzazione, spec. dell’Europa e perdita dei valori principali Ripercussioni sugli individui -­‐  Persone prive del “basic” crisPano (non basta più una spolverata di catechismo o di francescanesimo!!!) -­‐  Persone che spesso non hanno valori di base (tuAo diventa normale…) -­‐  Persone fragili, incapaci di avere una vita ordinata e progeAare il futuro -­‐  Persone diverse, sia per provenienza che per cammini educa5vi -­‐  Persone con difficoltà ad acceAare obbedienze e impegni -­‐  Persone “individualiste”, spesso incapaci di aprirsi alle relazioni e alla vita comunitaria -­‐  Persone che desiderano vivere emozioni forP e soggeVve, piuAosto che cammini lunghi e verità totalizzan5 L’impaRo nella Chiesa e nell’OFS Verso una formazione 3.0? •  Occorre quindi pensare ad una nuova formazione capace di promuovere il cambiamento •  Una formazione dinamica e intelligente, capace di leggere i segni dei tempi, i cambiamen5 della società, ascoltare il mondo •  Quello che cambia non è il Maestro; piuAosto, deve cambiare il modo di presentare Cristo, con nuovi metodi e linguaggi per farsi capire dal mondo •  Una formazione che trasmeAa non solo “nozioni e preceR, teologici o spirituali”, ma “un'esperienza discepolare, che avvicina a Cristo e permeAe di conformarsi sempre più a Lui” (Papa Francesco, 3/10/2014) ObieVvi della formazione OFS ObieVvi prioritari VOCAZIONE: far scoprire alle persone la propria idenPtà e la propria chiamata alla vita francescana e all’OFS. VITA SPIRITUALE: proporre un cammino di conversione costante sulle orme di Gesù (preghiera, Parola, Francesco). RELAZIONE: formare alla relazione, al servizio, alla capacità di cogliere i bisogni dell’altro. FRATERNITA’: presentare la vita di fraternità come “ambiente privilegiato” per il percorso di fede. EVANGELIZZAZIONE: preparare le persone e la fraternità ad uscire ed annunciare. Due macro-­‐ambiP della Formazione OFS 1-­‐ L’iniziazione e la formazione iniziale 2-­‐ La formazione permanente 1-­‐ L’iniziazione e la formazione iniziale Art. 23 della Regola: “L’inserimento si realizza mediante un tempo di iniziazione, un tempo di formazione di almeno un anno e la Professione della Regola” (cfr. art. 38 e 40 delle Cos5tuzioni) “Il tempo di iniziazione è una fase preparatoria al tempo di formazione vero e proprio ed è des5nato al discernimento della vocazione e alla reciproca conoscenza tra la Fraternità e l’aspirante”. “Scopo di questo periodo (della formazione) è la maturazione della vocazione, l’esperienza della vita evangelica in Fraternità, la migliore conoscenza dell’Ordine. Questa formazione sia vissuta con frequen5 riunioni di studio e di preghiera e con esperienze concrete di servizio e di apostolato”. Le vocazioni nella vita dell’uomo Vocazione all’esistenza: chiama5 a vivere e ad amare -­‐ Formazione umana Vocazione alla fede: chiama5 a fare la volontà di Dio -­‐ Formazione cris:ana Vocazione al carisma: chiama5 a seguire Gesù secondo uno s5le -­‐ Formazione ad una spiritualità Vocazione all’appartenenza: seguire Gesù in un cammino specifico -­‐ Formazione ad una regola di vita Tappe del discernimento e della formazione ObieVvo 1: Periodo di iniziazione Discernimento della vocazione francescana ObieVvo 2: Discernimento della vocazione OFS Ammissione all’Ordine Periodo di formazione (Noviziato) Professione della Regola ObieVvo 3: Maturazione della vocazione OFS e conoscenza della Fraternità e dell’Ordine Periodo di iniziazione (1/2) 1° Fase: ObieVvo specifico Discernimento della vocazione al carisma francescano: conoscere come Francesco guarda a Gesù, per arrivare a scoprire se si è chiama5 a vivere la relazione secondo lo s5le francescano -­‐ Centralità degli ScriV e delle biografie Periodo di iniziazione (2/2) 2° Fase: ObieVvo specifico Discernimento della vocazione all’OFS: conoscere la Regola OFS per arrivare a comprendere se si è chiama5 a realizzare un cammino di fede appartenendo ad un Ordine -­‐  Centralità della Regola OFS e CosPtuzioni Periodo di formazione (ammessi) ObieVvo specifico Maturazione della vocazione all’OFS e dell’iden5tà francescana Revisione delle principali dimensioni dell’essere francescano secolare, approfondendo le caraAeris5che dell’Ordine e vivendo pienamente la fraternità Approfondimento dei pilastri francescani con riferimento alla Regola OFS, alle CCGG, ai tes5moni luminosi Formula della professione I valori francescani da trasmeRere E’ importante prevedere un cammino di formazione a “tappe”, “in crescendo” per quanto riguarda il coinvolgimento e le aRvità E’ importante iden5ficare chiaramente i principali valori francescani su cui concentrare il percorso di formazione e basare la verifica per il discernimento vocazionale: Preghiera, Parola, Fraternità, Rapporto con i poveri, Obbedienza, Eucares5a, Senso ecclesiale, Tes5monianza, Appartenenza, Relazione con i beni, Missione, Minorità….. Punto focale del carisma “Unendosi all’obbedienza redentrice di Gesù, che depose la sua volontà in quella del Padre, adempiano fedelmente agli impegni propri della condizione di ciascuno nelle diverse circostanze della vita, e seguano Cristo, povero e crocifisso, tes5moniandolo anche fra le difficoltà e le persecuzioni” (Reg. art. 10) 2-­‐ La formazione permanente Formazione permanente Art. 24 della Regola: “Per incrementare la comunione tra i membri, il Consiglio organizzi adunanze periodiche ed incontri frequen:…adoBando i mezzi più appropria: per una crescita di vita francescana ed ecclesiale, s5molando ognuno alla vita di fraternità…” “Iniziata nelle tappe preceden5, la formazione dei fratelli si aAua in modo permanente e con5nuo. Essa va intesa come aiuto alla conversione di ciascuno e di tuR e all’adempimento della propria missione all’interno della Chiesa e nella società” (art. 44.1 delle Cos5tuzioni) “La fraternità ha il dovere di dedicare speciale aAenzione alla formazione dei neo-­‐professi, per far maturare la loro vocazione e far radicare il senso di appartenenza” (art. 44.2 delle Cos5tuzioni) Priorità della formazione permanente -­‐  Aiutare a tenere lo sguardo su Gesù, a vivere il Vangelo e incarnare la Regola nella vita di tuR i giorni (arA. 4 e 7 della Regola) -­‐  Contribuire ad accompagnare i membri a scoprire e a realizzare la loro missione nella società e nella Chiesa (art. 6 della Regola) -­‐  Costruire una fraternità locale basata su relazioni d’amore (art. 22 della Regola): “anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni e gli altri” (Giov., 13, 14) -­‐  Promuovere iniziaPve di servizio, spirito missionario, tesPmonianza, annuncio a livello individuale e di fraternità: “TuBo il mondo è il nostro chiostro” Quale fraternità? •  Una fraternità in cammino, capace di accogliere il cambiamento e di combaAere l’immobilismo e la rou5ne •  Una fraternità compagna di viaggio, che non ha la pretesa di offrire verità esaus5ve su singole ques5oni, ma offre la verità assoluta che è Cristo •  Una fraternità al passo con i tempi e che sa stare nel mondo senza essere del mondo •  Una fraternità che sa amare, accogliere le diversità, sanare le ferite, valorizzare i talen5, generare vita, vivere con gioia •  Una fraternità che aiuta tuV a vivere la reciprocità e crea “l’atmosfera per la quale non si allevano tan5 ‘io’ ma si integrano a maturare in un ‘noi’ (P. Luigi) UNA FRATERNITA’ ITINERANTE, IN MOVIMENTO Come fare la formazione. Alcuni spunP sui metodi e sulle aVvità. Che cosa ci dice Papa Francesco «La Chiesa a volte si è faAa rinchiudere in piccole cose, in piccoli preceR. La cosa più importante è invece il primo annuncio: “Gesù Cristo 5 ha salvato!”. La capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità...E bisogna cominciare dal basso” LA FORMAZIONE OGGI OSCILLA FREQUENTEMENTE
TRA DUE ESTREMI
•  Da una parte, essa si concentra su metodologie, su insegnamenti
prevalentemente intellettuali, pur restando a dei livelli generalmente
superficiali sul piano spirituale ed esistenziale.
•  Dall’altra, in molti casi, la formazione resta a un livello sconfortante di
pure e semplici devozioni.
•  Non si vedono, generalmente, dei grandi risultati soprattutto sul piano di
una reale conversione - trasformazione verso una esistenza cristiforme.
•  Ci si contenta di una «appartenenza debole», senza identità certa, priva di
una vera responsabilità personale.
•  Si arriva ad apprendere una serie di cose, talvolta anche molte cose, di
nozioni, ma in ultima analisi nulla cambia nelle nostre vite !
•  Si ha l’impressione che, nonostante gli anni di formazione, tutto ci scivoli
addosso senza quasi lasciar traccia.
BenedeRo Lino, aprile 2011 L’eredità di Stefano “Stefano precisa che la formazione è indispensabile e occorre farla con metodologie e linguaggio adaBo che insieme ai contribu: e ai fondamentali per una crescita cris:ana e di verifica della fede, sia capace di dare “anima”, di appassionare al momento e riuscire a “ricordare” per con5nuare a trasme;ere. Modalità diverse, innova:ve, da sperimentare (laboratori), che si aprono in modo migliore, aMrano l’aBenzione, conducono alla riflessione personale, che non si ferma lì, ma innesca un processo intera?vo di condivisione, in grado di produrre risulta: nel gruppo. Dobbiamo impegnarci per trovarle e u5lizzarle nel servizio che siamo chiama: a svolgere” (dal verbale della Commissione Scuola di Formazione, 6 aprile 2014). Andare verso e sapere accogliere -­‐  La formazione prevede un’aRvità precedente di comunicazione, di animazione e di accoglienza -­‐  Occorre rendere la fraternità OFS più visibile e favorire l’interazione con le altre realtà del contesto, con i giovani (GI.FRA) e con i fraP -­‐  Occorre andare incontro con il sorriso, trasmeAendo gioia, serenità, desiderio di incontro e aprendosi al nuovo e al cambiamento -­‐  Non è l’OFS degli eleV, ma è una vocazione ben precisa per chi è chiamato, ma che mira alle “periferie”: il nostro target non è solo quello dei “bravini” TrasmeRere contenuP -­‐  Presentare i temi del percorso di formazione, aAraverso relazioni e comunicazione di contenu5 -­‐  Fare riferimento alla Parola di Dio e alle biografie e scriV di Francesco -­‐  S5molare l’ascolto profondo e il desiderio di approfondimento della tema5ca -­‐  Proporre chiavi di aRualizzazione per la vita di ciascuno -­‐  Fare collegamenP con la propria esperienza e tes5moniare il proprio percorso -­‐  Dare spazio al dialogo e alla condivisione (non alla discussione) Coinvolgere nella formazione -­‐  I protagonisP della formazione sono i formandi e non i formatori -­‐  Nello spazio della formazione proporre aRvità che mirino all’esperienza e all’interiorizzazione personale -­‐  Promuovere le relazioni di fraternità per un confronto e uno scambio delle intuizioni ed esperienze -­‐  Alternare incontri di proposta della tema5ca a “laboratori”, che danno spazio all’interiorizzazione dei valori -­‐  Fare proposte diversificate e creaPve che coinvolgono non solo la “mente”, ma il “corpo” e il “cuore” I laboratori della fede nella Chiesa Esperienze concrete nella formazione -­‐  Oltre agli incontri di contenu5 e ai laboratori, proporre esperienze concrete durante il percorso di formazione (cfr. Cost. art. 40) -­‐  Le esperienze fanno vivere direRamente quanto viene proposto negli incontri di formazione (es. servizi, inizia5ve di annuncio, preghiera comunitaria) -­‐  L’esperienza diventa parte integrante del percorso di formazione e su questa si basa il cammino di discernimento vocazionale Proposte immediate per la vita quoPdiana -­‐  Evitare il rischio che le tema5che proposte nel percorso di formazione rimangano “aV isolaP”: “dicotomia” tra formazione e vita quo5diana -­‐  Invitare alla meditazione e alla preghiera su quanto proposto: “custodire nel cuore” -­‐  S5molare la concre5zzazione immediata pensando a impegni/obbedienze da vivere nella vita di tuR i giorni -­‐  Considerare la fedeltà agli impegni uno strumento importante di discernimento vocazionale L’accompagnamento personale -­‐ 
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E’ importante che la persona in formazione viva spazi personali con i referenP della formazione per res5tuire quanto vissuto e sta vivendo (colloqui personali) Il colloquio è un’occasione unica per il formatore per entrare nella vita della persona, conoscerla e costruire un rapporto di fiducia Durante il colloquio, le persone in cammino hanno l’opportunità di resPtuire in maniera più personale e autenPca quanto hanno vissuto e stanno vivendo nel cammino e nel gruppo Tale res5tuzione è un passaggio importante per il discernimento vocazionale, sia per il formando che per il formatore Gli sPli e gli aspeV praPci della formazione (1/2) I luoghi fisici: non devono essere “polverosi” o “impersonali” Gli ambienP: disposizione delle sedie, strumen5 … I tempi: scandire bene i passaggi, le preghiere, la puntualità, ecc. Gli orari: devono essere compa5bili con il ritmo della vita di oggi e del lavoro e/studio La programmazione: definire all’inizio dell’anno le tappe del percorso e il calendario La diversificazione: proporre incontri differenzia5 (“effeAo sorpresa”) Gli sPli e gli aspeV praPci della formazione (2/2) CreaPvità: osare con cose nuove e originali che però siano finalizzate all’obieRvo Tecnica della ripePzione: riepilogo sul percorso faAo finora e ripercorrere le tappe prima di andare avan5 Simboli/immagini: è importante talvolta u5lizzare la tecnica della visualizzazione per richiamare i conceR Segni: talvolta può essere u5le lasciare dei segni, che richiamano ai conceR affronta5 Clima accogliente: contesto aperto e professi accoglien5, “sen5rsi come a casa” I soggeV della formazione: i ruoli -­‐  Chi fa la formazione? Art. 37.2 delle CosPtuzioni “Fin dall’ingresso in Fraternità si inizia il cammino di formazione, che deve svilupparsi per tuAa la vita. Memori che lo Spirito Santo è il principale agente della formazione e sempre aAen5 a collaborare con Lui, responsabili della formazione sono: lo stesso candidato, la Fraternità intera, il Consiglio con il Ministro, il Maestro di formazione e l’Assistente” -­‐  Formare insieme La formazione non è portata avanP da un unico responsabile, ma da un insieme di soggeV Il Maestro di formazione, in accordo con il Ministro, è colui/colei che definisce il percorso di formazione e che coordina l’eventuale équipe di formazione, che può essere cos5tuita dai membri del Consiglio e da altre persone della fraternità (cfr. art. 51 delle Cos5tuzioni) L’Assistente non è il responsabile della formazione, partecipa all’équipe di formazione, coadiuva gli altri soggeR responsabili, cura la formazione del consiglio, accompagna le persone dal punto di vista spirituale -­‐ La fraternità che forma Nel percorso di formazione, è importante l’incontro con una fraternità che si fonda sull’amore e che a sua volta ama TuV i professi diventano dunque accompagnatori dei formandi e contribuiscono alla creazione di un contesto forma5vo L’obieRvo è quello di creare una fraternità che sa: -­‐  Accogliere -­‐  Custodire -­‐  Generare -­‐ Creare un “contesto formaPvo” Il percorso proposto, le aRvità specifiche, i soggeR che svolgono il proprio ruolo contribuiscono alla creazione di un contesto formaPvo Non è più il singolo maestro di formazione o l’equipe di formazione, ma è il contesto, faRo di parole, di relazioni, di aVvità, di esperienze, che forma e aiuta le persone a meAere Gesù al centro della propria vita, a scoprire la propria vocazione, a spendere la propria vita per gli altri -­‐  Non rimanere isolaP! La proposta forma5va si completa con la collaborazione con il livello regionale e nazionale, che possono fornire s5moli e nuovi strumen5 (cfr. art. 28 Cost.) Inoltre, sono importan5 le relazioni e gli scambi di esperienze tra fraternità vicine, per arrivare a reP di fraternità che possono condividere i percorsi e valorizzare le loro risorse. (cfr art. 40.1 delle Cos:tuzioni) Tali riunioni (di formazione iniziale), per quanto possibile e opportuno, si tengano in comune con i candida5 di altre Fraternità Guarda il cielo e conta le stelle Va’ e ripara la mia casa Una fraternità con le porte spalancate I lavori del pomeriggio: traccia e punP emersi nella condivisione In breve ... è importante: Formazione regionale OFS 14/3/2015 •  Saper cogliere i segni dei tempi per poter offrire una risposta forma5va adeguata •  Avere chiari gli obieVvi della formazione: il discernimento vocazionale al carisma e all’OFS nell’iniziazione e nella formazione iniziale e il ruolo fondamentale della fraternità nella formazione permanente •  Conoscere e usare strumenP diversificaP per la formazione nei diversi ambi5: accoglienza, trasmissione di contenu:, coinvolgimento aMvo, esperienze concrete di servizio e di vita, ambiente e orari consoni alle persone •  Essere ben consapevoli dei ruoli dei soggeV della formazione, tenendo sempre presente che anche la fraternità e il contesto incidono sui percorsi di formazione Per rifle;ere 1.  Riguardo a ques5 pun5 che abbiamo definito stamani, come si pone la tua fraternità? Quali sono le ques5oni che avete ben presente e che state affrontando? Ci sono invece altre ques5oni di cui si è parlato oggi che invece non avevate considerato? 2.  Guardando all'immediato futuro, e alla luce di quanto ascoltato oggi, quali sono le due o tre priorità da affrontare immediatamente, nella vostra fraternità, in ambito forma5vo? -­‐  PunP emersi dai gruppi nella condivisione Segni dei tempi Par5re dall’accoglienza umana per contribuire alla scoperta della chiamata di ciascuno; affrontare tema5che di aAualità (es. sinodo famiglie); apertura al mondo e al cambiamento con coraggio; sen5rsi una fraternità in cammino; diventare interpre5 dei cambiamen5 aAraverso gli strumen5 forni5 dalla Chiesa; consapevolezza delle crisi vocazionali e del faAo che i conven5 che cambiano/chiudono. -­‐  PunP emersi dai gruppi nella condivisione ObieVvi della formazione Proposte di temi con s5moli alla concre5zzazione nei vari ambi5 della vita; costruire la comunione, valorizzando le specificità; priorità del discernimento vocazionale; passaggio dall’accoglienza alla responsabilizzazione dei formandi/professi; imparare a prendersi cura l’uno dell’altro per servire all’esterno; costruire la fraternità al di là dei momen5 specifici della formazione; ravvivare la freschezza e l’originalità della nostra chiamata; coerenza alla nostra vocazione nella vita di tuR i giorni; tes5monianza della spiritualità francescana con inizia5ve esterne tra la gente; unire le forze nella formazione e nel condividere ricorrenze for5; accoglienza e creazione di contes5 di “riposo”. -­‐  PunP emersi dai gruppi nella condivisione StrumenP formaPvi. Provare strade nuove e inserendo novità, malgrado le difficoltà di risposta nella fraternità; momen5 di condivisione e di preghiera; programmazione di incontri tra consigli di fraternità vicine per iniziare insieme una vita di fraternità; condivisione di momen5 di incontro e di formazione tra le fraternità limitrofe; collegamento con la Gi.Fra nel discernimento vocazionale; creazione di contes5 fraterni che permeAono l’accoglienza di altre persone aAraverso la condivisione della Parola di Dio; meAere insieme l’offerta forma5va a seconda delle esigenze; valorizzare gli incontri zonali condividendo la progeAazione. Ruolo dei soggeV della formazione Capacità dei soggeR della formazione e della fraternità di valorizzare le caraAeris5che individuali e i percorsi personali 
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Relazione Michela - ORDINE FRANCESCANO SECOLARE D`ITALIA