Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 Il moto browniano, dal polline al mondo atomico Di Martino Ferrari E Alessandro Soldati Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 Robert Brown 1773 - 1858 Biologo scozzese, nacque nel 1773 a Montrose e studiò medicina all’Università di Edimburgo. A lui si devono le prime osservazioni dell’ovulo delle gimnosperme, ma soprattutto la scoperta del moto incessante delle particelle, che da lui prende il nome. Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 Che cos’è il moto browniano? Il moto browniano è un moto casuale che interessa particelle di date dimensioni immerse in un fluido. L’agitazione termica delle molecole circostanti la particella, dato che questa è relativamente piccola, comporta un moto della particella stessa. Questo è casuale, quindi non determinabile a priori. Tuttavia è influenzato da un numero limitato di variabili, tra cui il numero di Avogadro. Misurando lo spostamento medio si potrà quindi stimarlo sperimentalmente, tenendo conto delle altre variabili. Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 Le prime osservazioni Le prime osservazioni sul moto browniano si devono a Robert Brown che, nel 1827, esaminando al microscopio grani di polline in sospensione acquosa, notò che queste si muovevano senza sosta. Convinto che il movimento fosse dovuto alla “vitalità” del polline, lo fece bollire e ripeté l’esperimento, ottenendo però i medesimi risultati. Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 Einstein Brown non si era accorto dell’importanza della sua scoperta. Fu Einstein, partendo dalle osservazioni di ottant’anni prima a spiegare il moto browniano dal punto di vista termodinamico e a capire che questo era connesso in qualche modo al Numero di Avogadro. Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 La particella Le particelle che si muovono di moto browniano hanno dimensione nell’ordine di grandezza dei 10 μm e sono soggette alla forza d’attrito del liquido nel quale si muovono, alla forza casuale dovuta all’agitazione molecolare, alla gravità e alla spinta di Archimede. Queste ultime due sono nella nostra esperienza trascurabili. Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 La formula Dall’analisi del moto svolta da Einstein, emerse la formula che lega fra loro lo spostamento delle particelle e il numero di Avogadro. R⋅ T⋅ t < r >= N a⋅ ⋅ ⋅ a 2 Dove: <r2> è lo spostamento quadratico medio R è la costante dei gas T la temperatura assoluta in K t il tempo trascorso dall’inizio delle misurazioni NA il numero di Avogadro η il coefficiente di viscosità del fluido nel quale le particelle si muovono a il raggio della particella Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 La formula utilizzata Partendo dalla formula precedente, si può arrivare a stimare il Numero di Avogadro, conoscendo le dimensioni della particella, la temperatura, il coefficiente di viscosità del liquido nel quale la particella si muove e lo spostamento che questa compie. R⋅ T⋅ t Na= 2 < r >⋅ ⋅ ⋅ a Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 R⋅ T⋅ t Na= 2 < r >⋅ ⋅ ⋅ a Questa formula prende in considerazione tutte le variabili che possono influenzare il movimento della particella. Questa, all’aumentare del tempo, procedendo per moto casuale, tenderà ad allontanarsi dal punto di partenza. Intuitivamente, uno spostamento piccolo è sintomo di un’elevata densità delle particelle; trovandosi lo spostamento al denominatore, se questo diminuisce, il numero di Avogadro aumenterà (a indicare un elevato numero di particelle). Se invece gli spostamenti sono molto ampi, è possibile che la distanza (e quindi la concentrazione) delle molecole sia minore. Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 R⋅ T⋅ t Na= 2 < r >⋅ ⋅ ⋅ a Un altro fattore importante è la temperatura: è questa la responsabile dell’agitazione termica e influenza quindi il moto stesso della particella. L’ultimo blocco π·η·a considera invece l’azione svolta dall’attrito, che è quella di rallentare il movimento. Date le numerose variabili in gioco, sarà molto importante effettuare, durante l’esperimento pratico, numerose misure, per poter avere una stima il più possibile corretta e vicina al numero di Avogadro. Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 La Nostra Esperienza R⋅ T⋅ t N= 3⋅ ⋅ ⋅ r⋅ 2 Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 Materiale usato... Microscopio biologico monoculare Motic , ingrandimenti: ●1° 40X ●2° 100X ●3° 400X Piattaforma di osservazione traslabile negli assi X,Y Con webcam motic + raccordo per fotografia focale. Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 Simulando... Prima di sperimentare abbiamo deciso di simulare il moto Browniano al PC, ci siamo serviti di un programma, fatto da noi, con cui abbiamo visto che dopo lunghi tempi la posizione del corpo può essere anche molto distante dall'origine. In teoria, la media dovrebbe essere 0, perché ovviamente ci sono le stesse probabilità che esca un numero e il suo opposto, ma nella pratica, e nella simulazione, questo difficilmente succede ogni volta. Quello che deve avvenire, è che il valor medio deve essere diverso da zero entro poche sigma (<= 3). Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 Un grande dilemma ..La soluzione.. La soluzione fu un grave dilemma, infatti, inizialmente usammo latte e acqua, ma niente da fare, quindi passammo all'acqua e gesso ma era troppo instabile. Quindi decidemmo infine di usare acqua e sabbia dello Yemen... Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 Software usato... Il software da noi usato è: Motic image plus 2.0, che permette di scattare foto con la webcam e rielaborarne i dati con errore : 0.3 mcron. Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 Le misure... Dopo svariati tentativi più o meno buoni siamo riusciti a mettere a punto una tecnica buona, sia per gli scatti, sia per le misurazioni successive e le rielaborazioni, ma partiamo dall'inizio... Foto ... Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 Rielaborando... Inizialmente misurammo solamente il modulo dello spostamento dall'origine, ma poi, accorgendoci della scarsa efficacia di questo metodo, iniziammo a misurare tutte le coordinate (x e y) ... Screenshot rielaborati... Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 Rielaborando... Queste sono le formule che abbiamo usato: R⋅ T⋅ t N= 3⋅ ⋅ ⋅ r⋅ 2 1D n s = i= 1 n n 2 = valor medio s i− i= 1 n− 1 2 varianza Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 Perchè?? Perchè utilizzare la varianza? Un motivo c'è, la radice quadrata della varianza rappresenta la fluttuazione attorno al valor medio. Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 Conclusioni I nostri ultimi risultati sono molto buoni per gli strumenti che avevamo... Infatti 1024 è un ottimo risultato in statistica è accettabile, infatti il risultato è dentro 3 sigma Ma non ci accontentiamo, infatti questa è una stima qualitativa degli errori presenti... Deriva: dovuta alle correnti nel fluido Infatti probabilmente gli errori sono probabilmente legati a 2 fattori: Errari casuali come: Webcam Software Messa a fuoco Errori sistematici come: Deriva Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 Errori Per calcolare l'errore sul Na bisogna sommare gli errori relativi delle varie misure. Errore Misura Errore Relativo= Misura Errore Na= ErTemperatura Ertempo Er Er 1 3 1 3 = = 0.36 293 100 10 13 Noi abbiamo però 2 misure del Na quindi sulla media l'errore sarà: Errore Na singolo 0.36 Errore Finale= = = 0.26 n 2 Marconi,settimana della cultura scientifica 2006 ...E' finitaaaa!!! Se ce l'avete fatta, finalmente questa “interessantissima” presentazione è finita...