Le Dispense di AIM italia Una introduzione alla tecnologia dei codici a barre A cura di AIM Italia per La tecnologia dei codici a barre Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 2 La tecnologia dei codici a barre AIM ITALIA ..................................................................................................................... 6 CHE COS’È UN SISTEMA PER L’IDENTIFICAZIONE AUTOMATICA? ..................................... 6 LA CLASSIFICAZIONE DEI SISTEMI PER AIDC.................................................................. 8 I CODICI A BARRE ...................................................................................................... 10 COSA È UN “CODICE A BARRE” ? ................................................................................... 11 LE SIMBOLOGIE DEI CODICI A BARRE ............................................................................. 13 CODICI A BARRE LINEARI (1D)...................................................................................... 13 Gli standard più diffusi ............................................................................................. 15 Codice 39 (anche Alfa 39 o codice 3 di 9) ................................................................ 15 Codice 32 (Farmacode) ............................................................................................ 16 Codice 128 ................................................................................................................ 17 Interleaved 2 di 5 (ITF)............................................................................................. 17 UPC-A e UPC-E ....................................................................................................... 18 EAN 13 e EAN-8 ....................................................................................................... 18 Monarch codabar ..................................................................................................... 19 RSS ovvero Reduced Space Symbology..................................................................... 20 UCC/EAN-128 .......................................................................................................... 21 CODICI A BARRE BI-DIMENSIONALI (2D) ...................................................................... 22 Simbologia Multi-Riga.............................................................................................. 22 PDF 417 (Portable Data File).................................................................................. 23 Simbologia a Matrice................................................................................................ 25 CODICI A BARRE IBRIDI (O COMPOSTI) .......................................................................... 26 CC-A; CC-B; CC-C .................................................................................................. 27 LA STAMPA DEI CODICI A BARRE.......................................................................... 30 LE TECNOLOGIE DISPONIBILI ......................................................................................... 30 Stampanti ad Impatto a Matrice di Punti.................................................................. 30 A Getto di Inchiostro................................................................................................. 31 Le Stampanti Laser ................................................................................................... 32 Termico Diretto......................................................................................................... 34 Trasferimento Termico.............................................................................................. 35 RISOLUZIONE E LARGHEZZA DI STAMPA ....................................................................... 36 IL SOFTWARE PER LA STAMPA ....................................................................................... 37 STAMPA “IN-LOCO” O “ESTERNA”.................................................................................. 38 LA VERIFICA DELLA QUALITÀ DEI BARCODE ................................................................. 40 ALCUNE INDICAZIONI PER UNA CORRETTA LEGGIBILITÀ DEL CODICE ............................ 41 LA RACCOLTA DEI DATI (DATA CAPTURE) ....................................................... 44 COME LEGGERE I CODICI A BARRE ................................................................................. 44 Tecnologia Laser ...................................................................................................... 44 La tecnologia CCD ................................................................................................... 46 Comparazione tra le due tecnologie ......................................................................... 47 pag.3 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre LE CATEGORIE IN BASE ALL’UTILIZZO ........................................................................... 48 Lettori a contatto ...................................................................................................... 49 Lettori brandeggiabili o impugnabili, (Hand-held) .................................................. 49 Lettori fissi o a mani libere, (Free-hands o Fixed Mount)........................................ 50 Lettori indossabili, (Wearable) ................................................................................. 50 Lettori OEM, (Scan Engine o OEM Engine)............................................................. 53 Lettori Industriali...................................................................................................... 53 Sistemi Integrati o Terminali .................................................................................... 57 I SISTEMI PER LA RACCOLTA DATI: TIPOLOGIE FUNZIONALI ........................................... 57 Interattivi .................................................................................................................. 58 Sistemi Batch............................................................................................................. 59 Sistemi ibridi ............................................................................................................. 60 FAQ – LE DOMANDE PIÙ FREQUENTI. ................................................................. 62 APPENDICE A - LA STRUTTURA DEL CODICE PDF417 .................................... 64 APPENDICE B - STANDARD ISO .............................................................................. 69 APPENDICE C - CODE 128 ......................................................................................... 70 APPENDICE D - SITI CON NOTIZIE ........................................................................ 74 Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 4 La tecnologia dei codici a barre pag.5 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre AIM Italia AIM Italia è l’associazione che raccoglie i principali fornitori di sistemi per l’Identificazione Automatica e Raccolta Dati normalmente nota come AIDC (Automatic Identification & Data Capture) – e si pone come obiettivo la diffusione delle tecnologie relative e, soprattutto, dei vantaggi che ne derivano, oltre ad essere un tavolo presso cui gli associati si scambiano pareri, impressioni e si pongono obiettivi comuni. AIM Italia è l’estensione italiana di AIM Global, l’associazione internazionale che persegue gli stessi obiettivi a livello mondiale e che aggiunge a questi il contatto proattivo con tutti gli organismi internazionali che si preoccupano della standardizzazione degli aspetti operativi dell’identificazione automatica portando a questi organi decisionali il parere rappresentato dall’esperienza di migliaia di associati. La serie “Le Dispense di AIM” si prefigge quindi, come primo obiettivo, di svolgere la missione base dell’associazione: creare cultura sulle diverse tecnologie del settore cercando di dare le basi conoscitive a chi fosse interessato a fare un primo passo verso questo settore. Nelle pagine seguenti si vuole quindi dare una panoramica delle diverse tecnologie che sono coinvolte nell’identificazione automatica per consentire una prima valutazione delle potenzialità che queste possono offrire nella soluzione di migliaia di problematiche che giornalmente si affrontano. Che cos’è un sistema per l’identificazione automatica? “Identificare” vuol dire assegnare un’identità univoca ad una persona o riconoscere e distinguere una cosa all’interno di un universo di oggetti equivalenti e simili ma non uguali. “Automatico” è qualcosa che avviene senza l’intervento umano ma grazie all’intervento di apparecchiature opportunamente programmate. Quindi un qualsiasi sistema che sia utilizzabile per l'identificazione e/o la raccolta di dati realizzata in maniera automatica, sicura ed Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 6 La tecnologia dei codici a barre affidabile senza l’intervento manuale di un operatore e normalmente, ma non necessariamente, collegato ad un sistema informativo più ampio può essere considerato parte dell’AIDC. Un sistema per l’identificazione automatica è normalmente costituito da tre elementi che non necessariamente devono essere presenti contemporaneamente: il soggetto che deve essere identificato e che è portatore, attivo o passivo, delle informazioni che ne consentano l’identificazione; l’unità di rilevazione in grado di riconoscere ed acquisire le informazioni trasportate dal soggetto e di agire sulla base delle stesse secondo una procedura ben definita; il sistema per trasferire le informazioni al portatore in modo tale che possano poi essere riconosciute dall’unità di rilevazione. Quest’ultima parte del sistema diventa non necessaria quando il soggetto sia portatore naturale delle informazioni necessarie alla sua stessa identificazione, si pensi, per esempio, alle impronte digitali. Un altro esempio che incontriamo ogni volta che andiamo al supermercato: il pacchetto di pasta che preleviamo dallo scaffale – il soggetto (detto anche carrier ovvero “portatore”) – porta stampato un codice a barre che contiene le informazioni necessarie alla sua identificazione. Alle casse uno scanner rileva le informazioni contenute nel codice a barre e le trasmette al sistema che sarà in grado, accedendo ad un opportuno data base, di risalire al prezzo che verrà quindi stampato sullo scontrino. A monte di tutto il processo il produttore del pacchetto di pasta aveva stampato il codice a barre secondo delle specifiche ben precise che lo rendessero leggibile dallo scanner ed interpretabile dal sistema di elaborazione a monte. Ma l’informazione che il pacchetto è transitato in uscita dalle casse viene anche essere utilizzata dal sistema per scaricare automaticamente il magazzino ed avere quindi, in tempo reale, la dimensione delle scorte senza che gli operatori debbano provvedere ad alcuna una ispezione. pag.7 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre La sola operazione della cassiera è stata quella di fare passare il pacchetto di pasta davanti allo scanner – l’unità di lettura e rilevazione - mentre tutte le altre operazioni sono avvenute in modo totalmente automatico. Gli stessi codici a barre sono utili all’arrivo dei prodotti all’ingresso del magazzino: la lettura automatica, che può essere compiuta con lettori (scanner) portatili, consente di trasferire al sistema informativo la quantità di ogni singolo prodotto che sta per essere immesso. I vantaggi possono essere molteplici e tra i più evidenti ed importanti immediatamente individuabili: riduzione drastica degli errori, ottenuta dall’eliminazione dell’intervento manuale, in tutta la catena (casse, contabilità, magazzino,...) riduzione dei costi del personale e di gestione per la maggiore velocità delle operazioni stesse (casse, contabilità, magazzino, scorte, ....). La Classificazione dei Sistemi per AIDC L’esempio dei codici a barre appena richiamato è sicuramente quello più familiare ma non è il solo. La stessa parola “identificazione” fa pensare al riconoscimento dell’identità personale sulla base delle caratteristiche che ogni individuo porta con sé come possono essere le impronte digitali od i caratteri somatici del viso od i colori dell’iride dell’occhio. Si entra in questo caso nel “riconoscimento biometrico”, legato cioè ai parametri biologici degli individui, che è un settore emergente dell’identificazione automatica. Insieme a questa sotto il cappello AIDC sono raccolte diverse altre tecnologie1: Codici a Barre, Schede (Card o Smart Card), 1 Ci scusiamo per la frammistione di italiano ed inglese dovuta al fatto che molte delle sigle e/o acronimi utilizzati nel settore sono di pretta derivazione inglese ed è inevitabile darne spiegazione nella lingua di origine. Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 8 La tecnologia dei codici a barre Sorveglianza Elettronica degli Oggetti – EAS (Electronic Article Surveillance), Trasmissione Dati, Identificazione a Radio Frequenza - RFID (Radio Frequency Identification), Sistemi di localizzazione in tempo reale - RTLS (Real Time Locating System) Tecnologie emergenti (biometria) Nel presente volumetto si vuole dare una panoramica generale della tecnologia dei codici a barre. Altre dispense di AIM sono pianificate per: - l’identificazione a radio frequenza o RFID, e - l’identificazione biometrica. pag.9 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre I Codici a Barre Più di 5 miliardi di codici a barre vengono letti ogni giorno a livello mondiale ed il loro numero è destinato ad aumentare ancora per la rapida introduzione in molti settori delle attività umane. Il brevetto applicativo registrato a nome di Norman Joseph Woodland e Bernard Silver fu emesso il 7 Ottobre 1952 con il numero 2,612,994 del registro americano. La prima applicazione concreta avvenne in un supermercato della cittadina di Troy nell’Ohio solamente nel Giugno del 1974, ventidue anni dopo il brevetto. Il sistema di scansione era stato prodotto dalla NCR (National Cash Register) ed il primo prodotto a passare alla lettura è stato un pacchetto di gomma americana della Wrigley’s oggi conservato allo Smithsonian Institution's National Museum of American History. (difficile immaginare sia proprio quel pacchetto di gomme …. Ma conosciamo molto bene l’amore degli americani per queste cose!). Da allora la tecnologia dei codici a barre è entrata nella nostra vita quotidiana grazie alla sua adozione sempre più ampia per i riconosciuti vantaggi che porta. La diffusione che ha goduto e che sta tuttora godendo sono legati a due aspetti fondamentali: - la standardizzazione delle simbologie a livello mondiale, ed - il costante miglioramento, insieme alla riduzione dei costi, delle apparecchiature elettroniche che ne supportano l’applicazione Fin dalla loro introduzione nei primi anni 70 i barcode2 hanno aiutato ad accelerare il flusso dei prodotti e delle informazioni in tutte le aree di business. Il miglioramento apportato dall’adozione di questa tecnologia, rispetto alla gestione manuale delle informazioni è stato ed è tuttora un elemento fondamentale nella 2 Lungo il testo “barcode” e “codice a barre” sono utilizzate in modo intercambiabile. Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 10 La tecnologia dei codici a barre conduzione dei rapporti commerciali di qualsiasi natura sia nel business-to-business (B2B) che nel business-to-consumer (B2C). Cosa è un “Codice a Barre” ? Un codice a barre è un modo diverso di codificare lettere e numeri in una sequenza di barre e spazi verticali che possono così essere letti da sistemi automatici e trasferiti (trasmessi) a sistemi di elaborazione in modo veloce ed accurato. Ogni tipo di informazione può essere codificata e stampata in forma di codice a barre: numeri d’ordine, numeri di lotto, codici prodotto, nomi, cognomi ed indirizzi e quant’altro. E la scansione, cioè la lettura, di un codice a barre fa partire lo stesso tipo di azione che farebbe l’introduzione delle stesse informazioni attraverso la tastiera di un terminale di computer. Gli aspetti positivi normalmente riconosciuti ai codici a barre si possono riassumere nei seguenti punti: tecnologia ottica a sola lettura ormai ben assestata, costi estremamente limitati con etichette ottenibili con diverse tecnologie, varie simbologie, codificate da enti internazionali, e sviluppate a supporto di applicazioni specifiche , simbologie adattabili alle esigenze di protezione dagli errori in lettura, ampia scelta di tecnologie per la stampa su supporti adattabili a specifiche esigenze ambientali, leggibilità a vista con possibilità di lettura a distanze diverse: dal contatto diretto fino ad alcuni metri dipendendo dal sistema e dalle dimensioni dei simboli, vastissima gamma di software per la formazione dei simboli, di hardware per la stampa, di prodotti per l’etichettatura, di apparecchiature di lettura (portatili e fisse) e di strumenti per la verifica. Ma vediamo di chiarire con qualche dettaglio le caratteristiche più importanti appena richiamate: pag.11 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre tecnologia ottica: la lettura avviene per via ottica (vedere il capitolo “Scanner”); a sola lettura: poiché una volta che il codice è stato stampato è non più modificabile, e quindi può essere unicamente letto (e non più riscritto e modificato) Questa caratteristica viene spesso definita con l’acronimo WORM dall’inglese Write Once Read Many. costi estremamente limitati o, in alcuni casi, nulli. Se ripensiamo al pacchetto di pasta il codice a barre viene stampato sulla confezione nello stesso processo di stampa di tutto il resto della confezione. etichette di diverse tecnologie: dalla carta alla plastica, dalla stoffa al metallo. Il supporto fisico su cui può venire impresso il codice a barre può essere il più vario e la scelta dipende dalle caratteristiche finali che si vogliono conferire al prodotto . diverse simbologie: come vedremo nel paragrafo seguente esistono diverse simbologie di codifica adatte a diversi mondi applicativi. protezione agli errori: durante la manipolazione dell’oggetto a cui il codice a barre è collegato può avvenire che il codice venga danneggiato. A questo scopo durante la generazione del codice stesso insieme alle informazioni vengono anche inseriti dei caratteri aggiuntivi detti di controllo (check character o checksum) che consentono di rilevare se la lettura è coerente e, in alcuni casi, se il danno è limitato, rendono il lettore in grado di correggere l’errore. Ai diversi vantaggi offerti si contrappongono alcuni piccoli nei funzionali: la quantità di informazioni codificabile è solitamente limitata a poche decine di caratteri nei codici lineari e fino a 2.000-2.500 caratteri nei codici a matrice; la tecnologia, come detto, è a “sola lettura” (Read Only); essendo la lettura dei codici a barre effettuata con sistemi ottici, tra l’unità di lettura ed il supporto del codice non devono esistere ostacoli. Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 12 La tecnologia dei codici a barre Le simbologie dei codici a barre Esistono diverse simbologie di codici a barre ovvero linguaggi. Ogni simbologia ha le proprie regole per la codifica dei caratteri (vale a dire lettere, numeri, punteggiatura), per la stampa e per le necessità di decodifica, verifica degli errori ed altre caratteristiche. Le diverse simbologie differiscono sia nel modo con cui rappresentano i dati sia nel tipo di dati che possono codificare: alcune possono codificare solo numeri altre numeri, lettere e punteggiatura altre ancora possono gestire tutto l’insieme dei 256 caratteri della codifica ASCII. Le simbologie più moderne consentono, attraverso informazioni ridondanti, opportunamente inserite, di ricostruire i dati anche in presenza di simboli danneggiati. All’ultima conta c’erano circa 225 simbologie note anche se solo una decina di queste sono correntemente in uso. La loro classificazione: a) codici a barre di tipo lineare; b) codici bidimensionali b1) a riga multipla; b2) a matrice; c) codici ibridi ottenuti come combinazione dei precedenti. Codici a Barre Lineari (1D) Denominati anche 1D (da uniDimensionali) sono il formato più diffuso e familiare: una serie di barre verticali di ampiezza variabile intervallati da spazi bianchi.(vedi figura 1) Lungo gli anni sono state sviluppate più di 100 simbologie ma le più comuni sono: Code 39, sviluppato dall’industria dell’auto, l’U.P.C. (Universal Product Code) utilizzato dalla Grande Distribuzione fin dal 1973; il Codebar, usato inizialmente nelle banche del sangue, l’ITF (Interleaved 2 of 5) e il Code 128. pag.13 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre Figura 1 Struttura tipica di un codice a barre lineare Dipendendo dalla simbologia utilizzata i codici a barre possono codificare solo dati numerici (per esempio U.P.C. e ITF), o tutto o parte dell’insieme di caratteri del codice ASCII (per esempio Code 39 e 128). La codifica avviene modulando lo spessore delle barre e degli spazi bianchi. L’ampiezza della barra o dello spazio più sottile viene definito la dimensione X – normalmente misurata in mils3 (millesimi di pollice). Questo parametro è la base per il dimensionamento di tutte le barre e degli spazi e, in ultima analisi, della dimensione totale del codice. Più grande il valore di X e più facilmente il lettore sarà in grado di acquisirlo, ma più alto è il valore di X e maggiore sarà il costo dell’etichetta che si fa necessariamente più lunga. Normalmente i codici a barre lineari sono divisi in diversi campi – vedi figura 1 - per consentirne la lettura e la corretta decodifica: Un’area bianca all’inizio e una alla fine, definite “quiet zone”, che devono essere almeno 10 volte la dimensione X; Un carattere iniziale di start, insieme ad un carattere di stop a chiusura, che consentono al lettore di decodificare il simbolo nella direzione corretta; La sequenza dei dati vera e propria che contiene l’effettivo set di informazioni; Uno o più caratteri di controllo – check character – determinati in funzione di tutti i caratteri della sequenza e calcolati con 3 1 mil = 0,0254 mm Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 14 La tecnologia dei codici a barre algoritmi ben precisi. Questi caratteri consentono una verifica della validità della conversione e che il codice a barre stesso non sia stato danneggiato prima della sua lettura. In genere sotto il codice a barre sono anche presenti dei caratteri leggibili dall’operatore umano per permettere una decodifica manuale in assenza di lettori automatici o di ridotta leggibilità del codice a barre stesso. Gli standard più diffusi La standardizzazione è stata, e continua ad essere, essenziale per la crescita fenomenale e l'ampia diffusione della tecnologia del codice a barre. Gli standard si applicano alla stampa, alla scansione, ed alla verifica dei codici a barre. AIM, che come organizzazione si è fin dall’inizio impegnata nella loro definizione, ha pubblicato le specifiche standard per diverse delle simbologie correntemente in uso nell’industria dell’AIDC. Inoltre l’UCC (Universal Code Council) e l’EAN (European Article Numbering) hanno pubblicato le specifiche per le simbologie EAN/UPC. Queste specifiche disponibili pubblicamente consentono ai fornitori di sistemi AIDC di produrre etichette, stampanti, scanner, unità di verifica/controllo ed interi sistemi integrati che possono interagire tra loro in un ambiente totalmente aperto. La standardizzazione dei formati delle etichette per i codici a barre sotto l’egida di ANSI (American National Standard Institute), di CEN e ISO/IEC hanno consentito di ottenere grosse efficienze lungo tutta la filiera della fornitura: dalla produzione all’immagazzinamento, alla distribuzione. Nel seguito si presentano rapidamente alcuni dei codici a barre più diffusi; quanto riportato non rappresenta che una piccola parte delle specifiche dei diversi codici presentati e sono solo una base per una valutazione di massima. Codice 39 (anche Alfa 39 o codice 3 di 9) Deriva il suo nome dalla struttura: ogni carattere è formato da 9 elementi (barre o spazi), di cui 3 larghi (e 6 stretti) sul totale di 9. pag.15 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre Ideato da Intermec nel 1966 è il codice da anni più utilizzato per l'automazione dei processi nel settore industriale. Ha lunghezza variabile e può codificare caratteri alfanumerici (solo maiuscoli) ed alcuni caratteri speciali, non richiede di norma caratteri di controllo perché ha una struttura di codifica che offre una notevole sicurezza contro gli errori di lettura. E’ stato scelto da altri organismi internazionali per sviluppare nuovi standard (Odette, Logmars, ecc). Il rapporto tra barra larga e stretta può essere scelto da 2,2 a 3. Del codice 39 sono inoltre state create alcune varianti a livello nazionale, per utilizzi specifici, come il codice farmaceutico italiano. Codice 32 (Farmacode) È il codice a barre utilizzato in Italia sulle confezioni dei prodotti medicinali. La rappresentazione a barre è un normale codice 39 a 6 caratteri, mentre la sottostante traduzione in chiaro, ottenuta con una conversione in base 32, risulta in un codice numerico a 9 caratteri. Questo consente la coerenza con i codici del prontuario farmaceutico, con il vantaggio di occupare meno spazio sulla confezione del prodotto. L'assegnazione del codice ai produttori dei medicinali è controllata dal ministero della Sanità. Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 16 La tecnologia dei codici a barre Codice 128 L'utilizzo pratico di questo codice si sta affermando sempre più nel campo industriale. Una versione particolare è il codice EAN 128, utilizzato sugli imballi dei prodotti di largo consumo per codificare informazioni utili all'azienda per l'automazione e il controllo del processo produttivo (per esempio il lotto e la data di produzione). Interleaved 2 di 5 (ITF) Per la capacità di codificare la stessa quantità di caratteri in uno spazio più ridotto, è l'alternativa più frequente al codice 39 per le applicazioni nell'industria. Per contro, può però codificare solo caratteri numerici. Ogni carattere è formato da 5 elementi di cui 2 larghi; nelle barre sono codificati i caratteri in posizione dispari nel codice, mentre gli spazi intercalati (interleaved) alla barre sono utilizzati per la codifica dei caratteri in posizione pari. pag.17 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre Con il codice 2 su 5 Interleaved è sempre raccomandato l'uso di un carattere di controllo! Con la denominazione ITF 14 questo codice viene utilizzato quale standard europeo per la codifica all'origine degli imballi (confezioni multiple) dei prodotti di largo consumo. UPC-A e UPC-E L’Universal Prode Code (UPC) è stata la prima simbologia adottata dalle catene distributive di generi alimentari americane e la sua data di nascita è normalmente riconosciuta nel 3 Aprile 1973. Esistono oggi cinque versione dei codici UPC ma quelle definite UPC-A ed UPC-E sono le più diffuse. Nella versione -A si ha la codifica di 11 caratteri più un carattere di controllo che porta il totale a 12 ma questa è l’unica differenza rispetto all’europeo EAN-13. L’UPC-E è una codifica derivata dal primo dove con algoritmi particolari si riescono a sopprimere gli “0” riducendo la dimensione del codice totale. Entro il 2005 tutti i negozi di Stati Uniti e Canada dovranno essere equipaggiati con lettori in grado di operare con le codifiche EAN/UCC nelle varie versioni rendendo questi ultimi di fatto standard universali destinati a sostituire i vecchi codici UPC. EAN 13 e EAN-8 E’ il codice più utilizzato nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO) per la codifica dei prodotti “a peso fisso” siano essi “food” che “non-food”. E’ un codice esclusivamente numerico a lunghezza fissa e le due versioni si differenziano per il numero di caratteri codificabili: 13 per il primo ed 8 per il secondo. Dato per esempio il codice 80 12345 67890 7 i diversi gruppi di cifre hanno la seguente interpretazione: 80 – codice nazione (Italia ha assegnati i codici da 80 a 83); Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 18 La tecnologia dei codici a barre 1234567 – codice produttore (viene assegnato da Indicod4); identifica il proprietario del marchio; 890 – codice prodotto (definito dal produttore); può identificare fino a 1000 prodotti; 7 – carattere di controllo, calcolato automaticamente dal generatore del codice. Il codice EAN può essere dotato di un "postambolo" a 2 o 5 caratteri; viene così utilizzato per la codifica su libri (ISBN = International Standard Book Numbering) e su periodici, per agevolare il controllo dei resi invenduti. Monarch codabar Per le sue caratteristiche di elevatissima sicurezza contro il pericolo di errori di lettura, questo codice viene tipicamente utilizzato nel settore medico-sanitario, per l'identificazione e l'associazione al paziente di provette, referti di analisi e sacche di sangue. Trova inoltre utilizzi nel settore fotografico, sulle buste consegnate ai/dai laboratori di sviluppo, sui rullini foto/diapo ecc. È un codice numerico, corredato però di caratteri start/stop alfanumerici. 4 Indicod [www.indicod.it] rappresenta in Italia lo European Article Numbering pag.19 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre La tavola seguente fa il sommario delle caratteristiche generali delle diverse simbologie lineari fin qui brevemente analizzate: Tabella 1 Sommario caratteristiche dei principali codici lineari Lungh. Code 39 Code 128 ITF (I 2 di 5) UPC-A UPC-E EAN-13 EAN-8 Ext.39 Codabar qual.si “ “ 12 8 13 8 Qual.si “ Checksum Caratteri** * NR N,M,P AUTO N,M,m,P,C RACC. N AUTO N “ N “ N “ N NR N,M,m,P,C “ N,P Note Il più comune Migliore come set di caratteri Codice numerico più denso Standard americano per la GDO Il più compatto Std internazionale per la GDO Versione ridotta dell’EAN-13 Code 39 esteso Richiede caratteri di start/stop * AUTO = automatica necessaria; NR = non richiesta; RACC.= raccomandata ** N = numeri (0-9); M = Maiuscole (A-Z); m = minuscole (a-z); P = punteggiatura; C = Caratteri di Controllo RSS ovvero Reduced Space Symbology La necessità di riportare i barcode anche su oggetti estremamente piccoli – confezioni di medicinali, singoli prodotti alimentari, ecc.. ha dato l’impulso allo sviluppo di questa nuova famiglia. Nel 1966 l’UCC ne ha iniziato la definizione terminata con la pubblicazione degli standard relativi da parte di AIM International nell’Ottobre del 1999. Rimandiamo ai riferimenti per una più completa documentazione. Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 20 La tecnologia dei codici a barre UCC/EAN-128 In realtà questo standard non fa riferimento alla codifica tipica dei barcode per come l’abbiamo vista fino a questo punto poiché utilizza la stessa simbologia grafica del Code 128 ma è sicuramente utile capirne la costruzione concettuale per la portata interpretativa che sta a valle. L’UCC/EAN-128 è stato sviluppato per fornire un formato ed uno standard mondiale per lo scambio di informazioni (particolarmente, ma non solo, nel settore dei trasporti). Mentre altri barcode semplicemente codificano i dati senza curarsi di quello che questi rappresentano l’UCC/EAN-128 codifica i dati ed anche quello che essi rappresentano. Per esempio se si dovesse codificare il peso di una confezione – 15,32 Kg – in uno qualsiasi dei codici visti in precedenza si potrebbe semplicemente riportare la sequenza 1532. Ma un’applicazione che leggesse il barcode non saprebbe se 1532 rappresenta un codice del prodotto, un prezzo od un qualsiasi altro parametro. Anche ammesso che sappia che 1532 rappresenta un peso non saprebbe quantificarlo se come 15,32 o 1, 532 e se sia effettivamente in chilogrammi. Naturalmente in un sistema chiuso è possibile realizzare uno standard interno che sappia far riconoscere il metodo di codifica del peso. Se il barcode così concepito viene spedito ad un cliente anche questi deve essere informato della metodologia di interpretazione del numero 1532 trasportato dal barcode. Se quel cliente riceve confezioni da diversi fornitori che hanno diverse metodologie di codifica del peso il risultato per lui sarà la confusione totale. Si intuisce quindi che il problema non è la codifica dei dati in un barcode ma la sua successiva decodifica. E, più importante ancora, è che ognuno nella catena lungo cui il barcode si muove sia capace di interpretare quella etichetta senza dover modificare il suo sistema. L’UCC/EAN-128 risolve questo problema definendo una lista di “Identificativi dell’Applicazione” (AI ovvero Application Identifier). Ogni AI dice al sistema che tipo di dati seguiranno ed in quale formato. pag.21 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre Per esempio AI=310 indica che i dati seguenti rappresentano un peso netto espresso in chilogrammi. La cifra successiva indica il numero di decimali per cui AI=3102 (il 2 indica il numero di decimali) seguito dai sei numeri 001532 verrà letto dal sistema esattamente come dovuto: 15,32 Kg. Oltre al vantaggio della compatibilità internazionale tra utilizzatori dell’UCC/EAN-128, il formato offre il vantaggio di poter essere ampliato senza rendere obsoleti quanto già esistente. Se diventa necessario codificare una nuova applicazione un nuovo AI può essere semplicemente aggiunto a quelli esistenti. Le applicazioni esistenti non ne vengono danneggiate vale a dire che l’AI 3102 continuerà a rappresentare un peso netto in chilogrammi con due cifre decimali. Quindi l’UCC/EAN-128 non è una simbologia di barcode ma definisce lo standard con cui i dati sono formattati usando il Code 128. Può di conseguenza essere letto da qualsiasi scanner in grado di acquisire il Code 128 ma l’applicativo a monte deve essere in grado di interpretarlo secondo gli standard di formattazione relativi. Codici a Barre Bi-Dimensionali (2D) La necessità di inserire più informazioni in uno spazio più piccolo ha guidato lo sviluppo, la standardizzazione e la crescita dei codici a barre 2D. Se il codice 1D tipicamente serviva a trasportare l’indicazione di dove reperire l’effettiva informazione all’interno di un database il codice 2D può soddisfare la necessità di trasportare tutte le informazioni necessarie e quindi a garantire la completa portabilità dell’oggetto che la trasporta. Correntemente sono disponibili due categorie di codici 2D: i codici multi-riga e quelli a matrice: Simbologia Multi-Riga Questa simbologia è una semplice evoluzione di codici 1D, in particolare di Code 39 e Code 128, che sono impilati orizzontalmente per costituire una simbologia multi-riga originando Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 22 La tecnologia dei codici a barre Fig 2 Esempi di codici 2D multi-riga. rispettivamente il Code 49 e il Code 16K. Nei primi anni ’90 seguì il PDF417 con caratteristiche atte ad aumentare la capacità di dati codificabili aumentandone anche la leggibilità da parte degli scanner. Le specifiche USS (Uniform Symbol Specification) per Code 49, Code 16K e PDF417 sono disponibili preso AIM. PDF 417 (Portable Data File) Fra i codici a barre bidimensionali merita una citazione particolare il pag.23 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre PDF 417, creato da Symbol Technologies nel 1990, e che recentemente ha cominciato a trovare applicazioni pratiche anche in Italia. La sigla 417 deriva dalla struttura del codice, composta di moduli denominati "code words" ognuno dei quali contiene 17 elementi, composti in 4 barre e 4 spazi e con la disposizione su righe multiple. In grado di gestire l’intero set di caratteri ASCII questo codice, che consente di raccogliere fino a circa 2.000 caratteri con una densità di 70/80 caratteri per cm2, è stato concepito per rappresentare esso stesso un "file di dati portatile" direttamente accessibile con la lettura mediante uno scanner manuale o fisso. L’introduzione del PDF 417 rivoluziona il concetto di barcode fino a quel momento riconosciuto unicamente come “elemento di targa”. I pochi caratteri dei codici lineari non consentivano che di assegnare al carrier un suo numero di codice identificativo. Da questo identificativo era poi possibile risalire alle informazioni totali relative al prodotto accedendo ad un database che avesse memorizzato il legame codice identificativo-prodotto- informazioni relative. Con il PDF 417 il carrier porta invece con sé tutte le informazioni necessarie e sufficienti ad attivare direttamente la transazione. In tal modo diventano possibili applicazioni di enorme interesse, per esempio, nel settore dei trasporti e spedizioni e nel campo delle prevenzione sanitaria: tutti i dati di una bolla di accompagnamento merci, oppure tutte le informazioni della cartella clinica di un paziente, possono essere contenuti in uno spazio ridottissimo, volendo anche su un badge, ed essere catturati e immessi nel sistema informativo in un istante, semplicemente con l'azione della lettura automatica di uno scanner. Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 24 La tecnologia dei codici a barre Simbologia a Matrice5 Questa offre, in molti casi, una densità ancora maggiore dei Fig 3 Esempi di codici a matrice precedenti così come una scansione indipendente dall’orientamento. Il codice a matrice è costituito da una sequenza di celle, che possono essere di forma quadrata, esagonale o circolare. I dati sono codificati come posizione relativa delle aree scure e chiare e lo schema di codifica prevede normalmente caratteri di controllo per la rilevazione e la correzione di errori in lettura. I codici a matrice sono scalabili, adattabili cioè dimensionalmente alle esigenze applicative, così da poter realizzare sia piccole etichette di identificazione come simboli molto grandi e tali da essere leggibili anche su oggetti in movimento lungo nastri di convogliamento. 5 Sopratttutto nei codici a matrice il concetto di “barra” viene a sparire sostituito da diversi simboli – quadrati, esagoni, cerchi, ecc.. – ma rimane la terminologia barcode che ha nel frattempo acquisito il più generico significato di codice per lettura ottica. pag.25 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre Codici a Barre Ibridi (o composti) Questa è una nuova classe emergente di simbologie in cui due diverse codifiche sono stampate in stretta vicinanza tra loro (la posizione relativa è fissa) e contenenti dati correlati. Tipicamente uno dei due simboli è un codice lineare mentre l’altro è multiriga o a matrice. Questi codici si rendono necessari in quelle applicazioni dove le diverse parti dell’informazione codificata possono essere necessarie in diversi momenti della vita del prodotto che le trasporta o nel caso in cui esistano restrizioni sullo spazio disponibile in cui, per esempio, si potrebbe collocare un altro codice lineare. Le applicazioni maggiori sono quelle della simbologia composita UCC.EAN che è stata sviluppata per rispondere alle esigenze dell’industria farmaceutica dove la necessità di identificare il prodotto è accompagnata dall’esigenza di riportare informazioni aggiuntive quali, per esempio, il lotto di produzione e la data di scadenza in spazi estremamente limitati della confezione. Queste simbologie includono normalmente uno degli standard UCC.EAN di tipo lineare come l’EAN-13 o l’UPC-A, o l’UCC.EAN 128 oppure la nuova famiglia di simbologie a spazio ridotto come l’RSS in combinazione con una simbologia bidimensionale multiriga Le regole che governano la struttura e la posizione relativa dei due simboli sono normalmente molto stringenti e precise così come normalmente vengono definiti dei collegamenti tra i due codici per indicare all’unità di lettura la necessità di guardare per un altro componente durante il processo di decodifica. Alcuni utilizzatori di questi codici avranno la necessità di leggere unicamente la codifica lineare per identificare il prodotto, altri potranno necessitare tutto il set di informazioni supplementari portate dalla parte bidimensionale del codice composito. Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 26 La tecnologia dei codici a barre CC-A; CC-B; CC-C Sono le tre tipologie generali oggi codificate tra quelle composte; il sistema di identificazione primario è sempre una codifica lineare, che può essere acquisita con lettori a basso costo, mentre le informazioni aggiuntive come i dati relativi all’Application Identifier (AI) sono codificati con una simbologia 2D che occupa molto meno spazio. La componente lineare può essere scelta tra i seguenti standard: - UCC/EAN-128: fino a 48 digits - EAN/UPC: 8 o 13 digits - RSS Expanded: fino a 74 digits - Altri RSS: 16 digits. Mentre la componente 2D dipende dalla quantità di caratteri che è necessario codificare; la distinzione tra le tre categorie – A / B / C – dipende sostanzialmente da questo: - CC-A: fino a 56 digits codificati in una variante del MicroPDF417, previsto per una codifica efficiente delle informazioni aggiuntive relative all’AI; - CC-B: fino a 338 digits codificati in MicroPDF417 con un codice chiave nei primi caratteri a denotare la compattazione dei dati; pag.27 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre - CC-C: fino a 2.361 digits codificati in PDF417 con un codice chiave nei primi caratteri a denotare la compattazione dei dati. I caratteri di controllo per la rivelazione/correzione d’errore dipendono dalle specifiche delle singole simbologie che vanno a formare il codice finale. Il nome finale del codice così costruito viene derivato dal nome della simbologia lineare seguito dal termine “Composite” (vedi figure relative). Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 28 La tecnologia dei codici a barre pag.29 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre La Stampa dei Codici a Barre I codici a barre possono essere prodotti in una miriade di modi: per marcatura diretta, con stampanti siano esse laser che a getto d’inchiostro, oppure, più comunemente, prestampando delle etichette che vengono successivamente incollate al soggetto portatore. Allo scopo della nostra esposizione i termini “stampa” e “stampante” si vogliono riferire in generale al processo ed al sistema per ottenere un codice a barre su un qualsiasi supporto indipendentemente dal processo fisico effettivo. L’importanza di una stampa precisa non può essere dimenticata perché da essa dipende il successo dell’integrazione di tutta la filiera distributiva del prodotto. Le tecnologie disponibili Diverse sono le tecnologie disponibili per la stampa di bar code e riportiamo nel seguito le più diffuse tra quelle alla portata di installazioni medie o medio/piccole: ad Impatto a Matrice di Punti (Dot Matrix Impact, a Getto d’Inchiostro (Ink Jet), Laser (Xerografia), Termico Diretto (Direct Thermal) , a Trasferimento termico (Thermal Transfer). Stampanti ad Impatto a Matrice di Punti È una delle tecnologie più mature e la prima utilizzata per la stampa dei barcode. La testina di stampa è normalmente costituita da una o più file verticali di aghi che attivati selettivamente da un solenoide vanno a premere Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 30 La tecnologia dei codici a barre contro un nastro impregnato di inchiostro interposto tra la testina ed il supporto da stampare. L’immagine viene costruita con passate successive della testina attivando nell’opportuna sequenza i diversi aghi della matrice. I diversi passaggi creano delle righe di punti sovrapposti che vanno a costituire l’immagine finale. Le stampanti cosiddette seriali producono, semplificando, carattere per carattere mentre le “line printer”, adatte a lavori più gravosi, producono una linea di caratteri ad ogni passaggio. Vantaggi: y Poco costose consentono la stampa di più copie contemporaneamente (copie carbone) non possibile su altri tipi di stampanti; y Utilizzano nastri multipassaggio, cosa che riduce normalmente i costi di stampa. Limitazioni: y Possono essere utilizzate solamente con codici a densità medio bassa vista la dimensione minima del punto di stampa; y Il continuo riutilizzo del nastro che passa ripetutamente sotto la testina può portare ad una stampa insufficientemente nitida. È’ quindi richiesto un costante monitoraggio della qualità ottenuta. A Getto di Inchiostro La tecnologia ink-jet è sicuramente una delle più diffuse sul mercato consumer ma la tecnologia utilizzata nella stampa di barcode è diversa da quella delle stampanti che comunemente affiancano i PC di casa. Nella tecnologia per la stampa diretta adatta ad alti volumi viene pag.31 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre utilizzata la tecnologia detta “a deflessione”: una testina emette piccole gocce di inchiostro ad intervalli regolari e calibrati. Il flusso di gocce di inchiostro transitando attraverso un sistema di deflessione elettrostatico viene diretto verso l’obiettivo, se necessarie, o verso un canale di recupero quando non utili a costruire l’immagine. Il canale di recupero riporta ovviamente l’inchiostro non utilizzato nel serbatoio principale da cui la testina di stampa lo ripesca. Questa tecnologia è l’ideale per la marcatura diretta su cartoni ed imballi e quella favorita nelle linee di produzione con volumi significativi di produzione dove è richiesta alta velocità di stampa. Vantaggi: y La stampa diretta richiede un solo passaggio (contro i due necessari normalmente: stampa dell’etichetta e quindi trasferimento dell’etichetta sul prodotto); y Alta velocità; y Possibilità di stampa su cartoni ed altri supporti. Limitazioni: y Installazione particolarmente costosa, y È’ richiesta una manutenzione ed una supervisione particolarmente attenta per assicurare una costanza nei risultati; y L’accuratezza della stampa e la risoluzione/densità sono limitate dalla diffusione dell’inchiostro e per il movimento costante della superficie di stampa; y Su alcuni materiale l’inchiostro può facilmente colare restringendone l’uso; y La stampa su materiali scuri può facilmente causare problemi di contrasto; y La scelta dei lettori deve essere fatta attentamente. Le Stampanti Laser Nelle stampanti laser un motore di stampa proietta un fascio laser sulla superficie di un tamburo elettrosensibile caricato positivamente. Dove il fascio laser colpisce la superficie la carica elettrostatica presente viene annullata, si viene così a creare Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 32 La tecnologia dei codici a barre un’immagine formata da aree cariche e non. Il transito di queste davanti ad un distributore di toner – inchiostro solido in polvere finissima – fa sì che le cariche attraggano le particelle di toner che vengono poi trasferite sulla carta e successivamente fissate per pressione e riscaldamento. Vantaggi: y Ottime per produrre documenti su pagina intera; y Alta qualità nei grafici e nei testi con cui si possono scambiare il carico di lavoro; y Buona risoluzione e densità ottenibile nella stampa di barcode. Limitazioni: y Non adatte a produzioni industriali né alla produzione di singole etichette poiché necessitano normalmente di un’intera pagina per consentire la gestione adeguata del foglio; y Le etichette autoadesive devono essere attentamente scelte per sopportare il riscaldamento e la compressione subiti durante il fissaggio dell’immagine. Un adesivo inadeguato potrebbe debordare ed entrare nei meccanismi di stampa o catturare particelle di toner disperso; y A causa della pressione combinata con la temperatura non tutti i materiali sono compatibili con questa tecnologia; pag.33 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre y La resistenza agli agenti chimici o alle sollecitazioni ambientali delle etichette, necessariamente su carta, è limitata così come la durata; y I costi di toner possono andare alle stelle per la differenza sostanziale della copertura del nero che passa dal 5% per pagine di testo al 30% o più nella stampa di barcode. Termico Diretto È’ una tecnologia da anni presente sul mercato e la prima ad entrare nelle macchine fotocopiatrici e nei fax e, da allora, è stata adottata con successo anche nella stampa di codici a barre. La carta viene chimicamente trattata e ricoperta di uno strato di materiale termosensibile che cambia colore, tipicamente da bianco a nero, quando la sua temperatura supera una certa soglia. La testina di stampa è normalmente costituita da una lunga fila di piccoli elementi resistivi – chiamati “dot” (punti) - allineati perpendicolarmente al movimento della carta. Un piccolo impulso di corrente nell’elemento resistivo ne causa il riscaldamento che viene trasferito alla sostanza termosensibile immediatamente sottostante attivando così la reazione chimica che ne modifica il colore. In corrispondenza di ognuno degli elementi resistivi che sono stati riscaldati viene così a formarsi un punto nero. La testina di stampa è costituita da centinaia, se non migliaia, di punti – da 200 a 400 o più per pollice – e l ’immagine finale è costruita da righe successive di punti allo scorrere della carta sotto la testina (che rimane invece immobile). È’ da ricordare che il rivestimento chimico della carta termica continua a rimanere attivo anche dopo la stampa e quindi soggetto Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 34 La tecnologia dei codici a barre a modificare il suo colore se esposto a sorgenti di calore, luce intensa o raggi ultravioletti. Vantaggi: y Buona qualità di stampa con bordi netti ed ottimo contrasto; y Ideale per applicazioni dove la vita del barcode è limitata: etichette per spedizioni o per ricevute; y Semplicissime nell’uso; y Nessun materiale di consumo, al di fuori della carta, rendono i costi di manutenzione veramente limitati; y Possibilità di produrre per lotti o per singola etichetta; y Nessun materiale di scarto viene generato dalla stampa; y Silenziosità assoluta. Limitazioni: y Può essere usata solamente per etichette con aspettativa di vita non particolarmente lunga; Trasferimento Termico La tecnologia della testina di stampa è la stessa di quella utilizzata sulle stampanti a tecnologia termica diretta. Il supporto su cui avviene la stampa non è rivestito da materiale termosensibile ma può essere qualsiasi supporto quale la carta normale. Tra la testina ed il supporto viene fatto scorrere un nastro, normalmente di poliestere, ricoperto da un inchiostro a secco che, per effetto del riscaldamento prodotto dalla testina, fonde distaccandosi dal nastro e depositandosi sul supporto a cui aderisce definitivamente una volta raffreddato. Il nastro di poliestere viene quindi rimosso mentre l’inchiostro depositato solidifica nuovamente ancorandosi al supporto. pag.35 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre Vantaggi: y Fornisce stampe nette, precise, ad alto contrasto e ad alta definizione consentendo parimenti la stampa di testi e di grafici; y L’immagine che si ottiene ha lunga durata con notevole stabilità dei parametri; y Possibilità di produrre per lotti o per singola etichetta; y Costi di manutenzione limitati; y La stampa può essere eseguita praticamente su qualsiasi tipo di materiale; y Silenziosità assoluta. Limitazioni: y Il costo dei nastri è leggermente più alto della carta chimica; y Il nastro per il trasferimento termico è a passaggio singolo, se la percentuale di nero di stampa è basso l’utilizzazione finale è ridotta; y I nastri sono poco candidabili al riciclo; Il materiale su cui avviene la stampa DEVE essere compatibile con la tecnologia pena l’incollaggio tra nastro e supporto. Tabella 2 - Caratteristiche delle Tecnologie di Stampa Tecnologia Qualità di Stampa Matrice Getto d’Inchiostro Laser Termico Diretto Trasferimento Termico Sufficiente Sufficiente Leggibilità Scarsa Scarsa/ Sufficiente Buona Buona Buona/Ottima Buona/Ottima Ottima Ottima Costi Iniziali Bassi Alti Costi di Manutenzion e Medi Medio/Alti Moderati Medio/Alti Moderati Bassi Moderati/Alti Bassi Risoluzione e Larghezza di Stampa La risoluzione, o la capacità di definire il dettaglio più piccolo stampabile, è normalmente espressa in DPI (Dot Per Inch) ovvero Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 36 La tecnologia dei codici a barre punti per pollice . 203 DPI ( o 8 punti per mm) è una risoluzione normalmente sufficiente e la maggiore parte dell’offerta si attesta su questa risoluzione ma sono disponibili stampanti in grado di operare a 300, 400 ed anche 600 DPI. L’alta risoluzione diventa indispensabile nella stampa di barcode ad alta densità. A parità di tecnologia si possono avere poi diverse soluzioni sul fronte della capacità produttiva – numero di etichette per unità di tempo – che può variare dalle poche unità al minuto per le piccole stampanti termiche portatili su fino alle grandi macchine di stampa, definite normalmente heavy duty, in grado di stampare diverse centinaia di etichette al minuto e con tutte le varianti intermedie. Il Software per la stampa Scelto il tipo di barcode che si vuole utilizzare e la stampante da impiegare è necessario installare il software che sia in grado di gestire quel tipo di codice con quella stampante ……. ed a questo punto si apre una scelta infinita di possibilità che è impossibile percorrere. Le stampanti per barcode vengono normalmente fornite con un loro proprio linguaggio di programmazione che supporta la maggioranza delle simbologie e sono normalmente in grado di ripetere la stampa di etichette con contenuti statici o variabili sequenzialmente senza grossi interventi manuali. Ma se l’etichetta richiede testi aggiuntivi o porzioni grafiche diventa necessario acquisire insieme alla stampante anche un pacchetto software per disegnare la grafica totale del prodotto che si deve ottenere. Nel caso la stampante venga fornita da un distributore specializzato del settore che vi ha fornito una stampante espressamente dedicata allo scopo non avrete che da installare sul vostro sistema: - i driver per la stampante, - il set dei caratteri (font6) relativo alla simbologia scelta, - il programma per l’editing dei diversi formati di etichette che vi servono 6 Per font si intende la grafica puntuale che viene a costituire ogni singolo carattere. pag.37 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre ed il gioco è fatto. Ma l’offerta di programmi e di font per far sì che una qualsiasi stampante collegata ad un PC possa diventare una stampante per barcode è la più ampia immaginabile. Correntemente sono disponibili centinaia di tali pacchetti in grado di supportare le più svariate piattaforme software e che consentono anche a non programmatori di ottenere risultati assolutamente soddisfacenti grazie alle interfaccie grafiche oggi offerte dalla maggior parte degli strumenti disponibili. Anche programmi già esistenti come MicrosoftWord e PowerPoint equipaggiati con l’appropriato set di caratteri possono diventare dei rudimentali editor per barcode soprattutto se la simbologia scelta è semplice come, per esempio, Code 39. Diversi siti sono in grado di fornire direttamente la codifica nei vari codici lineari: i barcode di copertina di questa dispensa sono stati ottenuti con questo sistema. È comunque da ricordare come la qualità finale del barcode dipenda anche dal software di stampa ed è quindi, se l’applicazione non è hobbistica, consigliabile rivolgersi sempre a fornitori professionali in grado di dare assistenza non solo al momento della stampa ma anche all’eventuale verifica di problemi relativi alla lettura degli stessi. Stampa “in-loco” o “esterna” La stampa dei barcode prende normalmente due strade: “in-loco” controllata direttamente dall’utilizzatore od “esterna” vale a dire subappaltata a fornitori specializzati nella stampa di etichette . Una scelta quindi di “make or buy”. I parametri da considerare in questa scelta sono particolarmente complessi ed esulano dallo scopo principale di questo manualetto. Quanto segue vuole solo essere una nota per ricordare al lettore le due possibili alternative. Stampa “in-loco” La stampa in-loco avviene ovviamente presso il punto di utilizzo delle etichette o, comunque, dei supporti su cui viene riportato il codice a barre. I dati da codificare sono generalmente diversi o variano con una frequenza alta rispetto al volume di etichette Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 38 La tecnologia dei codici a barre utilizzato. I dati sono immessi da un operatore per mezzo di una tastiera o sono scaricati dal sistema informatico o da un PC. Le tecnologie più comunemente utilizzate in queste applicazioni: y Stampanti di linea a matrice di punti o a getto d’inchiostro quando i volumi siano consistenti; y Normali stampanti desk-top sia laser che a matrice di punti che a getto d’inchiostro, quando i volumi sono più limitati, y Stampantine portatili, tipicamente a trasferimento termico, quando le etichette devono essere stampate sul campo. Chiaramente, visto l’offerta così vasta, è necessario valutare attentamente le necessità effettive dell’applicazione prima di procedere all’acquisto di una stampante. Stampa esterna Il diagramma a lato, relativo ad un sintetico flusso decisionale, si pone alcune domande per portare ad una scelta di “make or buy” pag.39 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre ma sono solo le domande più significative di una catena molto più complessa dove anche il bilancio dei costi è parte importante. “È richiesto un materiale od un processo di stampa particolare?” In questo caso l’outsourcing è sicuramente la strada migliore da percorrere; fornitori di etichette possono offrire procedimenti di stampa tra i più sofisticati – litografia, fotocomposizione, flexografia, stampa a caldo, offset - e spingere addirittura il loro servizio all’intera confezione del prodotto. “I dati da stampare sono noti a priori e rimangono fissi?” Se NO diventa quasi indispensabile procedere con una produzione inloco. Ma se SI entrano in campo i tempi di consegna del fornitore esterno che potrebbero non soddisfare le esigenze di produzione. Anche se è sempre più facile avere tempi di consegna estremamente ridotti con una gestione adeguata del rapporto commerciale rimane pur sempre un possibile ostacolo. Anche se non riportato deve essere anche valutato il tipo di servizio che un fornitore specializzato può offrire: spesso il servizio offerto copre la gestione degli standard del barcoding, l’archiviazione e la traccia dei codici utilizzati mantenendoli in un data base e la garanzia della qualità del prodotto. Per piccole società con risorse limitate questi servizi aggiuntivi possono valere più di altre considerazioni. La verifica della qualità dei BarCode All’estendersi delle applicazioni dei codici a barre la sensibilità alle problematiche legate alla qualità di stampa degli stessi si è fatta più estesa. La mancata lettura di un codice può oggi causare inconvenienti in grado di influenzare non solo la funzionalità di un’azienda ma anche la sua immagine sul mercato. Wall-Mart, il gigante americano della distribuzione, è diventato famoso per aver portato al livello di 50.000 dollari la penale ai fornitori che avessero mostrato ripetuti errori di lettura. Conseguentemente i verificatori di barcode, una volta usati quasi esclusivamente dai produttori di stampanti e fornitori di etichette Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 40 La tecnologia dei codici a barre prestampate, sono diventati di diffusione comune ed utilizzati spesso presso ogni postazione di stampa. Un verificatore è uno strumento di precisione per la misurazione del simbolo che confronta le misurazioni effettuate con il possibile rendimento allo scanning. La misurazione del simbolo permette di monitorare il processo di produzione e adeguare le attrezzature o procedure in modo da correggere eventuali deviazioni dagli standard di qualità. I verificatori qualificano un simbolo come inaccettabile o con diversi gradi di accettabilità secondo criteri definiti e pubblicati nello standard internazionale per la qualità della stampa dei codici a barre ISO/IEC 15416. Lo standard ISO è conforme e sostituisce gli standard ANSI X3.182 ed EN 1635 comunemente conosciuti come standard CEN/ANSI. I dispositivi di verifica possono essere integrati nei dispositivi di stampa e consentono il monitoraggio della qualità di ognuna delle etichette stampate oppure possono essere utilizzati come unità a sé stante per una verifica a campionatura sui lotti di produzione delle etichette. Alcune indicazioni per una corretta leggibilità del codice Esistono alcune regole generali da rispettare durante la stampa e/o l’applicazione del barcode al fine di avere poi una lettura senza problemi. La dimensione: insieme al parametro fondamentale che è la “dimensione X” (l’ampiezza della barra più piccola) esistono dimensioni ideali di riferimento, per il barcode nel suo complesso, che sono basate su rapporti proporzionali ben definiti (fattori di ingrandimento). Per ogni fattore di ingrandimento esistono tolleranze consentite. Per esempio le dimensioni minime suggerite per l’EAN 13 sono di 29,8 per 20,7 mm, corrispondenti ad un fattore di ingrandimento pari a 0,80. I colori: come si vedrà nel paragrafo successivo il principio alla base della lettura del barcode è la rilevazione della diversa capacità riflettente delle barre nere, totalmente non riflettenti, e delle barre chiare. pag.41 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre Il nero e il bianco sono i colori ideali da adottare per la stampa, ma tinte fredde come il blu (con alto livello di ciano), il verde (con basso livello di giallo), il marrone (con basso livello di rosso) possono essere comunque accettate per la riproduzione delle barre. Colori caldi come il giallo, l’arancio e il rosso sono invece utilizzabili per il fondo, che dovrà comunque avere sempre colore e tonalità uniformi. E’ importante ricordare che le barre vanno stampate usando un colore solido, puro e non utilizzando un processo di stampa che combina più colori. E’ inoltre indispensabile: - non usare colori ombreggiati; - non usare materiali riflettenti (per esempio l’alluminio); - non usare superfici troppo lucenti (anche carta) che possono ridurre il contrasto; - adottare spazi bianchi di rispetto posizionati attorno al simbolo di dimensioni sufficienti; - non posizionare l’etichetta vicino agli angoli, su lembi o parti nascoste della confezione; - centrare la stampa del codice all’interno dei margini (se è decentrata ne potrebbe conseguire la perdita di informazioni). Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 42 La tecnologia dei codici a barre pag.43 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre La raccolta dei dati (Data Capture) Come leggere i codici a barre Una volta che il codice a barre è stato stampato si presenta, ovviamente, la necessità di leggerlo con sistemi automatici. Le apparecchiature destinate allo scopo sono denominati lettori o scanner – il termine fa riferimento all’azione di scandire cioè percorrere – termine che è rimasto ancora oggi anche se in molti casi il processo di lettura non è più eseguito per scansione ma per acquisizione dell’intera immagine come può avvenire per una macchina fotografica. Proprio per questo aspetto questi ultimi vengono più propriamente chiamati “image reader”- lettori di immagini - o “imager” . Una prima distinzione fa riferimento alla tecnologia adottata che può essere: - laser, o - CCD anche se questa categorizzazione è parzialmente incoerente facendo riferimento la prima al tipo di sorgente luminosa utilizzata per illuminare l’oggetto mentre la seconda richiama il tipo di sensore utilizzato per l’acquisizione dell’immagine. Tecnologia Laser In questa tecnologia il sistema è normalmente costituito da tre unità funzionali: - la sorgente di luce fissa che è normalmente un diodo laser con lunghezza d’onda nel visibile e chiamato normalmente VLD (Visible Laser Diode); - un sistema ottico di prismi rotanti e/o specchi oscillanti che serve a deflettere il fascio laser emesso dal VLD in modo che Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 44 La tecnologia dei codici a barre quest’ultimo percorra l’oggetto da illuminare con una traccia ben definita, (vedi figura) - un fotorivelatore che raccoglie la luce riflessa e traduce l’intensità relativa in un segnale elettrico che può essere, successivamente, interpretato e tradotto. Viene utilizzata la luce laser per la sua caratteristica di coerenza cioè la capacità di rimanere focalizzata in un piccolo fascio luminoso anche su lunghi percorsi. La lunghezza d’onda tipica della luce emessa è normalmente tra 630 e i 680 nanometri che si trova nella banda del rosso. La parola “laser” non deve preoccupare poiché l’intensità luminosa è particolarmente limitata ma deve in ogni caso essere usata una certa cautela nell’evitare di dirigere il fascio verso gli occhi dell’osservatore. La luce coerente consente inoltre di focalizzate il fascio su dimensioni particolarmente piccole aumentando quindi la risoluzione e quindi la capacità di distinguere anche simboli di piccolissime dimensioni. Proprio questa capacità della luce laser offre la possibilità di utilizzare questa tecnologia per letture a grande distanza: con un opportuno dimensionamento del barcode è possibile fare letture fino a 10-11 metri di distanza, cosa impossibile ai lettori con CCD pag.45 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre Come si diceva un sistema di specchi e/o prismi rotanti fa si che il fascio di luce venga fatto scorrere avanti e indietro sul barcode da 40 a 2.000 volte al secondo mentre la luce riflessa viene misurata dal fotorivelatore. Quando i barcode erano esclusivamente lineari la sequenza di scansione era come quella riportata nel caso b) di figura: diversi percorsi paralleli venivano eseguiti in sequenza, la figura in b) viene normalmente definita “raster”. All’emergere dei barcode bidimensionali il tracciato della scansione si è necessariamente dovuto fare più complesso per poter coprire tutti i dettagli dell’immagine . Nella figura in c) è riportato una traccia esemplificativa: la stessa scansione lineare vista in b) viene ripetuta in diverse direzioni. Normalmente per poter gestire barcode bidimensionali sono richieste teste particolari degli scanner proprio a questo scopo. La tecnologia CCD I CCD, acronimo di Charge Coupled Devices, sono ormai una diffusissima tecnologia a semiconduttore che consente di integrare in un singolo componente elettronico l’equivalente di diverse centinaia di microscopici fotorivelatori in grado di tradurre la luce che li colpisce in una corrispondente quantità di carica elettrica. I tipi più diffusi di dispositivi CCD hanno struttura lineare ed integrano da 1.000 fino a 4.000 elementi sensibili normalmente chiamati pixel (contrazione di picture element). Sono anche disponibili sensori CCD organizzati a matrice con capacità di varie decine di migliaia di pixel che sono ovviamente più costosi ma che possono essere vantaggiosamente usati per la lettura di barcode bidimensionali. Nei lettori a CCD un sistema di illuminazione proietta impulsi di luce diffusa sul barcode ed un sistema ottico si preoccupa di focalizzare l’immagine riflessa sulla matrice sensibile. In questa tecnologia non viene eseguita la scansione ma, praticamente, viene eseguita un’istantanea che è successivamente analizzata punto per punto dall’elettronica. L’illuminazione gioca un ruolo importante poiché, come ci insegna la fotografia, più è illuminata la scena più l’apertura dell’obiettivo può essere ridotta pur mantenendo un’esposizione adeguata; minore è l’apertura e maggiore è la profondità di campo Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 46 La tecnologia dei codici a barre (DoF o Depth of Field) cioè l’intervallo di distanze a cui il soggetto è comunque a fuoco. Ad oggi la profondità di campo di questi lettori non va oltre i 45-50 centimetri: massima distanza di lettura che è consentita loro. Anche l’ampiezza del campo di visione soffre di qualche limitazione il che vuol dire che non sono la soluzione ideale per leggere barcode di una certa lunghezza. I promotori di questa tecnologia richiamano il vantaggio della mancanza di parti in movimento che questa offre, in contrapposizione ai sistemi ottici di scansione dei sistemi a laser, conseguendo da questo una maggiore affidabilità del sistema finale. L’altro aspetto che li rende comunque molto attraenti è il costo decisamente inferiore rispetto ai loro cugini a tecnologia laser che vengono adottati quando la soluzione a CCD non può soddisfare i vincoli di lettura. Comparazione tra le due tecnologie Nella Tabella 2 è riportata una comparazione di massima delle caratteristiche generali delle due tecnologie dove si vede che la principale limitazione dei lettori CCD è la distanza massima raggiungibile che è normalmente ridotta a soli 50 centimetri7. Tabella 3 Comparazione delle caratteristiche generali delle due tecnologie Distanza dal barcode Barcode bidimensionali (PDF417; DataMatrix,…) Velocità di scansione Barcode di bassa qualità Affidabilità Street Price CCD Laser Fino a 50 cm Fino a 9 m + Richiesto motore di scansione speciale Fino a 600 / sec. = = 500 – 2.000 €uro Fino a 12.000 / sec. ++ ++ 200 – 700 €uro 7 L’indicazione è relativa ai più diffusi lettori portatili presenti sul mercato in questo momento ma l’evoluzione tecnologica potrebbe consentire di ampliare la portata anche di questa tipologia di lettori. pag.47 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre Parametro significativo, insieme alla profondità di campo, è l’ampiezza del campo leggibile dallo scanner che definisce la larghezza massima del simbolo che il lettore può correttamente acquisire a quella data profondità di campo. Diagrammi del tipo di quello riportato in figura 4 sono normalmente allegati ai data sheet dei dispositivi e vengono riferiti ai diversi tipi di barcode: 1D o 2D. Per esempio un Code 39 a 20 mil (il riferimento è alla dimensione X vale a dire alla misura della barra più sottile) ha un campo di lettura che va da 1,3” fino a 23,9” (circa 60 cm) e quando lo scanner è posizionato a questa distanza la larghezza massima del simbolo che è possibile acquisire è di circa 6” (approssimativamente 15 cm). Questa si ottiene misurando l’ampiezza del cono di proiezione dello scanner alla distanza scelta (le linee rosse in figura delineano il metodo di misura appena descritto). Nella pagina seguente è riportato un foglio specifiche di un lettore brandeggiabile (portatile) come esempio di una delle tante offerte disponibili sul mercato. Le categorie in base all’utilizzo La distinzione per tecnologia è sicuramente restrittiva e non disegna il quadro completo di questa famiglia di prodotti che vengono spesso catalogati in funzione del loro uso o delle loro caratteristiche peculiari. Una catalogazione in questo senso può essere la seguente: y lettori a contatto, y lettori brandeggiabili o impugnabili, (Hand-held) y lettori fissi o a mani libere, (Free-hands o Fixed Mount) y lettori indossabili, (Wearable) y lettori OEM, (Scan Engine o OEM Engine) y lettori industriali, y sistemi integrati. Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 48 La tecnologia dei codici a barre Lettori a contatto Lo dice la definizione: la testa del lettore deve entrare in contatto o comunque in stretta vicinanza – normalmente meno di 4/5 cm - con il simbolo che deve essere letto. A questa categoria appartengono le “penne ottiche” o “wands” (bacchette) che possono dirsi i primi lettori apparsi sul mercato. In questi sistemi la luce emessa dalla punta della penna viene raccolta da un fotorivelatore posto anch’esso in prossimità della punta e la lettura avviene facendo scorrere manualmente la penna sul barcode (necessariamente lineare). Richiedono una certa manualità per ottenere uno scorrimento il più uniforme possibile e che il barcode sia su di una superficie piana per evitare la perdita di contatto durante la scansione. La scarsa funzionalità è compensata dai costi estremamente contenuti che riescono a mantenere il mercato ancora parzialmente attivo. Per le problematiche accennate sono utilizzabili solo quando il numero di operazioni da effettuare è particolarmente limitato. Come accennato in apertura appartengono anche a questa categoria i lettori con profondità di campo al di sotto di 4/5 cm che sono quindi normalmente realizzati con tecnologia CCD. Il dover portare il soggetto in stretta prossimità della testa di lettura, o viceversa, li rende adatti ad applicazioni di non alti volumi quali l’uso nell’automazione dell’ufficio e nella piccola e media distribuzione o come primo approccio all’uso della tecnologia. Lettori brandeggiabili o impugnabili, (Hand-held) Probabilmente la categoria più diffusa e con la più vasta possibilità di scelta. Entrambe le tecnologie – laser e CCD – sono utilizzate in questa tipologia e con profondità di campo (DoF) che va da La forma a pistola, tipica degli scanner hand-held pag.49 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre 10/15 centimetri fino a 9/10 metri. Le applicazioni più tipiche del settore, dove ovviamente si concentra l’offerta di tutti i produttori, rientrano normalmente nell’intervallo 10 – 35 cm. Al riguardo uno studio eseguito da Datalogic ha evidenziato come la distanza a cui l’operatore tende istintivamente a posizionare lo scanner è nell’area 3-18 cm. Sulla base di queste considerazioni la società di Bologna ha sviluppato una famiglia espressamente dedicata a questo intervallo di lettura. Valori più alti del DoF vengono invece dedicati alle applicazioni industriali e nella gestione del magazzino. Lettori fissi o a mani libere, (Free-hands o Fixed Mount) Sono i dispositivi di scansione che si trovano in tutte le casse dei supermercati o nei chioschi all’interno dei punti vendita dove è possibile verificare le informazioni relative al prodotto. Sono normalmente incassati nel punto vendita ed è il prodotto che deve essere presentato alla finestra di lettura con il barcode opportunamente presentato verso di essa Lettori indossabili, (Wearable) Una nuova generazione di lettori ultracompatti lanciata da Symbol che grazie alle ridottissime dimensioni raggiunte dalle teste di scansione è riuscita ad inserire la parte ottico-meccanica di uno scanner a tecnologia laser in un parallelepipedo di 28 x 43 x 23 mm3 e del peso di soli 48 grammi che viene indossato come un anello sul dito indice e che si collega poi all’unità di elaborazione, con visualizzatore e tastierina, che viene allacciato al polso dell’operatore. È sufficiente puntare il dito verso il codice da leggere ed il gioco è fatto senza dover ogni volta impugnare e riporre la classica pistola. Ovviamente l’unità colloquia con il sistema per mezzo di un collegamento a radio frequenza tagliando quindi ogni cordone ombelicale tra l’operatore ed il sistema e lasciandolo completamente libero nei movimenti. Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 50 La tecnologia dei codici a barre Figura 4 Specifiche tipiche di un lettore portatile Caratteristiche fisiche Dimensioni: 17 x 11,2 x 6,4 cm Peso: 255 g senza batteria e cavo Alimentazione: +5 V, 390 mA Memoria: Standard: 64K RAM/128K Flash 256K RAM/256K Flash opzionale Lunghezza cavo: Cavo standard 1,8 m; 4,25 m opzionale Prestazioni Tipo di interfaccia: Tecnologia di scansione: Fonte luminosa: Velocità di scansione (asse x): Velocità di lettura quadri (asse y): Definizione: pag.51 RS-232 inclusa, altre con supporto di cavi intelligenti opzionali (emulazione tastiera, OCIA, RS-232 passante ecc.) scansione raster, retrocollettiva diodo laser da 675 nm, max. 1,2 mW 560 scansioni al secondo 25 quadri al secondo dimensione min.: asse X: 0,17 mm Per PDF417, dimensione min. Y= 3X Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre Prestazioni Differenza min. di contrasto: Caricamento programma: Simbologie decodificate: Gruppo batterie integrato opzionale: Ambiente di utilizzo Temperatura d'esercizio: Temperatura di immagazzinaggio: Umidità relativa: Resistenza agli urti: Tolleranza alla luce ambiente: 25% (codici 1D); 35% (PDF417) valutata a 675 nm parametri impostabili tramite codici a barre; su memoria flash per aggiornamento del software PDF417, UPC-A / -E, EAN 8 / 13, Code 39, Code 39 Full ASCII, Code 128, Interleaved 2 di 5, Codabar, UCC/EAN 128 con riconoscimento solo modello xxyyyy: 5 celle NiCad- 650 mA h.,150g da -20° a 40° C da -40° a 60°C da 5% a 95% (senza condensa) caduta da un'altezza di 1,5 m su superficie di cemento Luce naturale max: 86100 lux / 8000 lumen per piede2. Luce incandescente, neon, a vapori di sodio e di mercurio: 450 lumen per piede2, 4,845 Lux. Tollera l'esposizione diretta all'illuminazione normalmente presente in uffici o fabbriche Protezione dai fattori ambientali: MIL-STD-810E vento, polvere e pioggia Certificazioni: CDRH Classe II, IEC 825 Classe II, FCC Classe A, UL, CSA, VDE Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 52 La tecnologia dei codici a barre Lettori OEM, (Scan Engine o OEM Engine) Di scarso interesse per gli utenti finali sono lettori che gli OEM (Original Equipment Manufacturer) possono integrare nei loro prodotti per dotarli della capacità di lettura dei barcode. Mancano della carrozzeria disegnata dallo stilista di grido e vengono di norma utilizzati come componenti per il montaggio in sistemi integrati prodotti da terze parti. Anche questo segmento è particolarmente popolato e con offerte che coprono tutto lo spettro : dalle unità di pochi centimetri cubi – le stesse montate negli scanner impugnabili – fino alle unità con profondità di campo di metri. Lettori Industriali Definiti anche “sistemi di lettura senza operatore” vengono di norma utilizzati in sistemi automatizzati dove il riconoscimento e la lettura dei barcode deve essere fatta su oggetti in movimento come sono per esempio pacchi o bagagli su nastri trasportatori. La progettazione di tali sistemi può essere alquanto complessa e deve tenere in considerazione diversi parametri come per esempio: il tipo di standard utilizzato nei barcode (1D, 2D, Composito, Code 39, EAN-13,……); il livello qualitativo dei barcode; dimensione X ed altezza dei simboli; distanza minima tra scatole e tra barcode; con quale orientamento e posizione si presentano i barcode (sempre orizzontali, verticali, casuale). Quest’ultima domanda è particolarmente importante perché porta la massima influenza, insieme alla profondità di campo necessaria, nella scelta del tipo di lettori utilizzabili nell’applicazione e nella definizione dell’architettura finale del sistema. Le possibili casistiche che si possono incontrare sono le più svariate e richiedono sicuramente l’assistenza di tecnici che pag.53 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre abbiano maturato una certa esperienza nel settore per poter rispondere alle diverse esigenze applicative. Nei paragrafi seguenti si vuole dare una piccola panoramica al solo scopo di individuare le problematiche generali senza pretendere di coprire tutti i possibili aspetti applicativi. Sistemi a Scanner Singolo Quando le barre del barcode sono posizionate orizzontalmente (orientamento a scala) o con una minima deviazione rispetto alla verticale un singolo scanner è sufficiente per la lettura del barcode che verrà sempre e comunque intercettato grazie al movimento dell’oggetto. Quando le barre sono invece posizionate verticalmente (orientamento a picket fence) e la posizione del barcode può essere a diverse altezze rispetto al piano di scorrimento lo scanner deve poter essere in grado di percorrere tutta l’altezza della finestra in cui il barcode si può presentare. Si utilizzano in questi casi lettori a specchio oscillante che consentono appunto di poter intercettare, in almeno una delle passate di scansione, tutto il barcode. Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 54 La tecnologia dei codici a barre In entrambi i casi la deviazione del posizionamento del barcode rispetto all’asse principale deve essere contenuta entro un valore massimo a meno che non vengano utilizzati algoritmi di ricostruzione del codice che siano in grado di ricomporre il codice nella sua totalità dalle diverse letture parziali ottenute in passaggi di scansione seguenti. Una tecnica utilizzata per rendere più facile la lettura con un minore impatto dell’orientamento delle etichette è l’uso di “codici a T” dove lo stesso barcode è riprodotto due volte ma con orientamento complementare: il secondo è ruotato di 90° rispetto al primo Scanner Omnidirezionali Nei sistemi automatici di lettura è comunque frequente il caso in cui l’orientamento dei barcode che si presentano al lettore sia casuale, a diverse distanze dal lettore e con inclinazioni diverse (per esempio scatole e imballaggi di forme irregolari). pag.55 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre Si rendono indispensabili in questo caso gli scanner “omnidirezionali” così definiti per la possibilità che hanno di leggere i barcode qualsiasi sia l’orientamento con cui questi si presentano nella finestra di lettura. Esempi di applicazioni tipiche di queste unità: y smistamento e tracking di pacchi in applicazioni postali/corrieri, y sistemi di identificazione in magazzini automatizzati, y smistamento cargo bagagli in sistemi aeroportuali, dove non solo la lettura deve essere omnidirezionale ma eseguita su oggetti normalmente in movimento su nastri trasportatori. Esistono in questo caso vincoli da rispettare sulle dimensioni dei codici che dipendono dalla velocità degli oggetti come dalle caratteristiche del barcode. Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 56 La tecnologia dei codici a barre ALTEZZA MINIMA DEL CODICE 0,5 m/s 1 m/s 1,5 m/s 2 m/s 10 mils 14 17 20 23 12 mils 16 19 22 25 14 mils 15 mils 20 mils 17 19 24 20 22 27 23 25 30 27 29 34 Velocità del nastro RISOLUZIONE DEL CODICE Questa tabellina è solo un esempio (relativo ad un dispositivo specifico) delle restrizioni da tenere in considerazione nel dimensionamento del sistema: la velocità di transito degli oggetti e la dimensione X del barcode impongono un’altezza minima al barcode stesso perché la lettura possa essere eseguita correttamente. Sistemi a Scanner Multipli Quando l’orientamento dei barcode che si presentano alla lettura non è noto a priori è pratica comune utilizzare diverse unità di lettura con l’obiettivo di coprire tutte le possibili finestre con cui il barcode può presentarsi alla lettura. Sistemi Integrati o Terminali Definita la tecnologia base e le categorie più diffuse abbiamo appena sfiorato la punta dell’iceberg di una famiglia di prodotti che sta diventando sempre più ampia in ………. I sistemi per la raccolta dati: tipologie funzionali La raccolta dei dati, la parte fondamentale della catena del barcode, raccoglie le tipologie dei sistemi in tre categorie funzionali a seconda di come questi interagiscono con il sistema informatico: pag.57 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre y Interattivi, in un sistema di questo tipo uno o più terminali sono collegati direttamente ed in tempo reale con il computer centrale; y Batch, i terminali – normalmente portatili – memorizzano i dati delle diverse transazioni eseguite e solo in un momento successivo, quando il collegamento con il sistema informatico può essere stabilito, esegue il trasferimento verso l’unità centrale e l’eventuale aggiornamento del data base locale; y Ibridi; semplicemente una combinazione delle due funzionalità Interattivi Sono terminali direttamente e costantemente collegati con il sistema centrale con cui scambiano dati in tempo reale relativamente alla transazione in essere al terminale. In questo modo è il computer centrale che gestisce la verifica dei dati e la relativa raccolta nello stesso momento in cui l’operatore li entra. Sono facilmente identificabili i vantaggi che sistemi di questo tipo possono offrire rispetto alle altre soluzioni: 1. Verifica immediata dei dati: come l’operatore entra i dati il computer li verifica e può dare risposte diverse a seconda della situazione, 2. La verifica può essere particolarmente sofisticata: i parametri verso cui viene fatta la verifica possono essere anche complessi ma, soprattutto, aggiornati in tempo reale. Per esempio la verifica sulla disponibilità di un certo prodotto in un terminale batch può essere fatta solamente sulla situazione relativa all’ultimo aggiornamento dei dati scaricati sul terminale stesso tempo prima. 3. Interattività: al verificarsi di situazioni anomale il sistema può offrire soluzioni alternative o proporre correzioni all’errore riscontrato, 4. Riduzione degli errori: quanto detto sopra porta ad una sostanziale riduzione dei possibili errori riducendo quindi il tempo necessario alla correzione degli stessi. Programmazione più facile: nei sistemi batch la programmazione deve prevedere i possibili errori e la relativa correzione dopo che questi sono avvenuti Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 58 La tecnologia dei codici a barre Sistemi Batch8 Questa filosofia di gestione dei dati è nella maggior parte dei casi applicata nei lettori portatili ma anche in sistemi fissi dove sia necessario garantire l’operatività del terminale anche in mancanza di servizio da parte dell’unità centrale (per esempio se il terminale è connesso a mezzo di linea telefonica). Mentre i sistemi interattivi sono superiori per gli aspetti sopra richiamati i sistemi batch offrono altri tipi di vantaggi: 1. Economicità: la portabilità dei terminali richiede che non vi sia connessione fisica (cavi) ma la connessione con il sistema centrale può essere implementata attraverso la ricetrasmissione dei dati in radio-frequenza (RF). Il costo di queste unità è però decisamente più elevato: normalmente un rapporto 1 a 2, così come la realizzazione e la manutenzione di una rete in RF, 2. Affidabilità in applicazioni critiche: nella struttura batch la capacità di elaborazione è per definizione distribuita ed indipendente dal computer centrale. Se una unità si guasta è facilmente sostituibile e se il computer centrale non è in grado di operare la raccolta dei dati può ugualmente proseguire sui terminali, Terminata la raccolta dei dati questi terminali vengono inseriti nella loro base (cradle) e viene avviata la trasmissione dei dati verso l’unità centrale (e la ricarica delle batterie). Nella maggior parte dei sistemi batch la trasmissione avviene in modo unidirezionale da terminale a sistema centrale. Nei sistemi più sofisticati vengono invece anche scaricati verso il terminale gli aggiornamenti dei data base che vengono successivamente usati per una verifica delle operazioni una volta sconnessi. 8 Il termine inglese batch ha significato di lotto, partita; nel senso di un insieme uniforme di oggetti che attraversano contemporaneamente un processo produttivo qualsiasi. pag.59 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre Sistemi ibridi Sono diversi i sistemi che combinano le funzionalità dei sistemi interattivi e batch integrando le due tipologie di funzionalità ma i più comuni sono quelli a radiofrequenza che utilizzano questo sistema per trasmettere e ricevere dati al e dal sistema. Si va da quelli più semplici, dove il terminale è un semplice lettore che comunica con un singolo ricevitore collegato al computer o al terminale fisso, ai sistemi più complessi in cui si vengono a costituire le cosiddette Wireless LAN. L’argomento verrà affrontato in maggior dettaglio in una delle prossime “dispense di AIM” Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 60 La tecnologia dei codici a barre pag.61 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre FAQ – le domande più frequenti. D: Che tipo di Barcode dovrei usare? R: Non esiste una risposta univoca a questa domanda poiché dipende molto dall’applicazione. Provate a rispondere a queste domande: - esiste già uno standard nel settore in cui operate? Se si utilizzate quel barcode; - è unapplicazione commerciale? Se sì utilizzate l’EAN-13. In questo caso dovrete iscrivervia ad INDICOD che vi assegnerà un codice aziendale univoco (vedi domanda seguente); - dovete codificare anche caratteri alfabetici? Se si la prima scelta è il Code 39 oppure il Code 128 (se la codifica Code 39 risulta troppo lunga). D: Come facciamo a codificare i nostri prodotti? R: Il codice relativo al proprietario del marchio deve essere richiesto ad INDICOD, l’associazione italiana che raggruppa aziende industriali e distributive operanti nel settore dei beni di largo consumo. Una volta iscritti all’associazione vi verrà assegnato un codice univoco di 2+7 cifre. Al sito www.indicod.it potete trovare tutte le informazioni del caso D: Cosa significa “mil” ? Come faccio a sapere i mil del mio barcode? R: “Mil” è una misura americana che indica un millesimo di pollice cioè 0,0254 millimetri. In mil viene misurata la “dimensione X” cioè la barra più sottile, bianca o nera che sia. Questa misura definisce il grado di risoluzione necessario nella lettura del barcode. Normalmente chi fornisce le etichette prestampate è in grado di fornirla. Normalmente i fornitori di sistemi per barcode hanno un servizio clienti in grado di rilevarla. D: Abbiamo stampato un barcode campione ma il lettore del supermercato non riesce a leggerlo? R: Le motivazioni potrebbero essere diverse: - il barcode non ha la qualità sufficiente alla lettura, - il vostro codice non è ancora stato inserito nel database. Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 62 La tecnologia dei codici a barre D: La luce laser emessa dagli scanner può procurare danni agli occhi? R: Quando lo scanner è adeguatamente installato e maneggiato la risposta è NO. I prodotti che emettono luce Laser sono raggruppati in categorie: dalla Classe I alla Classe IV. La Classe I è considerata non dannosa mentre la Classe IV richiede un controllo attento ed un comportamento adeguato. Molti scanner utilizzati nel settore dell’identificazione automatica sono di Classe I o II. Il Laser Institute of America*, definisce i laser di Classe II nel seguente modo: “ …a causa della sua brillantezza un laser di Classe II può causare abbagliamento se viene osservato per un tempo prolungato. La visione momentanea non è considerata pericolosa poiché la massima potenza radiante emessa è minore di quella consentita per un’esposizione temporanea minore di 0,25 secondi. L’osservazione intenzionale per periodi estesi di tempo è comunque da considerarsi potenzialmente pericolosa”. pag.63 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre Appendice A - La struttura del codice PDF417 Come altri barcode anche il codice PDF417 ha una struttura fisica ben definita ed in questa sezione si vuole dare qualche cenno ulteriore sulla sua composizione. La dimensione X La dimensione X, così come negli altri codici definisce la dimensione della barra più piccola, sia essa bianca o scura, utilizzata nel tracciarne la grafica. Il disegno che segue è un barcode PDF417 come se fosse stampato su una carta millimetrata per rendere più facile la misura degli spazi come multipli della dimensione X. Guardando attentamente si nota come ogni barra è sempre un multiplo esatto della dimensione della barra più piccola. La prima barra è 8 volte X (8X), lo spazio che segue è 1X, ecc. In un codice ben stampato non deve essere possibile avere barre o spazi che non siano multipli interi di X. Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 64 La tecnologia dei codici a barre Sequenze di Start e Stop Ogni barcode ha una sequenza di inizio– start – sulla sinistra e una sequenza di fine – stop – alla sua destra. Queste sequenze sono uniche per ogni tipo di barcode e quelle del PDF417 sono come riportato nella figura che segue. I Codewords In un codice PDF417 i dati non sono codificati in ogni barra o spazio ma in ogni cella definita “codeworde” (parola-codice). Ogni codeword è una sequenza di 4 barre e 4 spazi che in totale hanno una dimensione di 17X. Il 417 della sigla è proprio derivato da questo. Tutta l’area compresa tra la sequenza di start e quella di stop è ricoperta da codewords che riportano diversi tipi di informazioni. La figura che segue evidenzia uno dei codeword della codifica PDF417. Codeword indicatori di riga Immediatamente adiacenti alle sequenze di start e di stop sono allocate due aree definite indicatori di riga destro e sinistro. Questi pag.65 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre indicatori sono dei codeword che servono a memorizzare le informazioni necessarie a decodificare il sesto del simbolo: il nemero della riga, il numero di righe, il numero di colonne ed il livello di correzione d’errore. Area Codeword Dati I dati veri e propri vengono prima codificati in valori dei codeword che sono a loro volta convertiti nei codeword fisici rappresentati da barre e spazi così come poi appaiono graficamente. I codeword dei dati sono localizzati tra gli indicatori di riga destro e sinistro come evidenziato nella figura seguente. Righe e colonne Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 66 La tecnologia dei codici a barre Osservando attentamente un simbolo PDF417 appare evidente come esso sia, nella parte tra i due simboli di start e stop, costituito da più righe. Può infatti contenere da 3 a 90 righe. Anche se meno evidente l’area dati è anche suddivisa in colonne il cui numero può variare da 3 a 30. Nel simbolo che segue sono evidenziate 5 righe per 3 colonne. La flessibilità nel dimensionamento della matrice righe x colonne rende quindi possibile adattare il simbolo finale alle eventuali esigenze di spazio che lo deve contenere. Riducendo il numero di colonne e possibile avere un simbolo finale più corto ovviamente a scapito dell’altezza che aumenta. Anche se potrebbe apparire che il numero massimo di codeword possibili sia 2.700 (90 righe x 30 colonne) in realtà il numero massimo di codeword che il codice può gestire è pari a 928 che consente in ogni caso di registrare fino a circa 1.800 caratteri (a livello di correzione d’errore 0; vedi paragrafo che seguente). Correzione d’errore Ma una delle caratteristiche più significative della simbologia PDF417 è la possibilità che esso offre di memorizzare codeword aggiuntivi (ridondanti) in grado di consentirne la lettura e la decodifica anche in presenza di codeword, e quindi simboli, danneggiati e quindi solo parzialmente leggibili. Quanti danni il simbolo possa essere in grado di sostenere rimanendo leggibile è definito dal livello di correzione che l’utilizzatore può definire nell’intervallo da 0 ad 8 (vedi tabellina). Al livello “0” un simbolo danneggiato non può essere recuperabile ma l’errore viene in ogni caso rilevato. All’aumentare del livello di correzione che si sceglie diventa maggiore il numero di codeword aggiunti al simbolo e quindi maggiore la superficie del barcode finale. Il vantaggio che comunque offre questo tipo di protezione può valere un’etichetta più grande. pag.67 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre Tabella 3 Ad ogni livello di correzione d'errore corrisponde un numero crescente di codeword dedicati ma anche il numero di errori accettabili. Livello di correzione d’errore 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Copyright AIM Italia e Franco Musiari Codeword Quantità Massima dedicate accettabile di Capacità alla Codeword di Testo correzione danneggiati 2 0 1850 4 1 1846 8 3 1838 16 7 1822 32 15 1790 64 31 1726 128 63 1598 256 127 1342 512 255 830 pag. 68 La tecnologia dei codici a barre Appendice B - Standard ISO Specifiche delle Simbologie dei Bar Code - ISO 16388 - Code 39 - ISO 15417 - Code 128 - ISO 15420 - EAN/U.P.C. - ISO 16390 - Interleaved 2 of 5 - ISO 15438 - PDF417 - ISO 16023 - MaxiCode - ISO 16022 - Data Matrix - ISO 18004 - QR Code Standard di conformità dei Bar Code - ISO 15416 - Print Quality Test Spec - Linear symbols - ISO 15415 - Print Quality Test Spec - 2D symbols - ISO 15426-1 - Verifier Conformance Spec - Linear - ISO 15426-2 - Verifier Conformance Spec - 2D - ISO 15423-1 - Scanner & Decoder Performance Testing - Linear - ISO 15423-2 - Scanner & Decoder Performance Testing - 2D - ISO 15419 - Digital Imaging, Printer Performance Testing & Bar Code Printing Software - ISO 15421 - Master Test Specification Standard applicativi dei Bar Code - ISO 15394 - Packaging - Bar Code and Two-dimensional Symbols for Shipping, Transport, and Receiving Labels - ISO 22742 - Packaging - Linear bar code and two-dimensional symbols for product packaging - IEC 62090 - Product Package Labels for Electronic Components Using Bar Code and Two Dimensional Symbologies. pag.69 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre Appendice C - Code 128 Codifica dei caratteri La tavola seguente mostra i tre diversi set di caratteri con il valore decimale relativo utilizzato per il calcolo del carattere di controllo (check character). L’ultima colonna mostra la sequenza di Barre/Spazi con il relativo valore numerico delle ampiezze. Valore Code A Code B Code C Pattern BSBSBS 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 SP ! " # $ % & ' ( ) * + , . / 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 : ; < SP ! " # $ % & ' ( ) * + , . / 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 : ; < 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 212222 222122 222221 121223 121322 131222 122213 122312 132212 221213 221312 231212 112232 122132 122231 113222 123122 123221 223211 221132 221231 213212 223112 312131 311222 321122 321221 312212 322112 Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 70 La tecnologia dei codici a barre Valore 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 pag.71 Code A = > ? @ A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z [ \ ] ^ _ Code B = > ? @ A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z [ \ ] ^ _ Code C 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 Pattern BSBSBS 322211 212123 212321 232121 111323 131123 131321 112313 132113 132311 211313 231113 231311 112133 112331 132131 113123 113321 133121 313121 211331 231131 213113 213311 213131 311123 311321 331121 312113 312311 332111 314111 221411 431111 111224 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre Valore 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 Copyright AIM Italia e Franco Musiari Code A NUL SOH STX ETX EOT ENQ ACK BEL BS HT LF VT FF CR SO SI Code B ' A B C D E F G H I J K L M N O Code C 64 65 66 67 68 69 70 61 72 73 74 75 76 77 78 79 Pattern BSBSBS 111422 121124 121421 141122 141221 112214 112412 122114 122411 142112 142211 241211 221114 413111 241112 134111 pag. 72 La tecnologia dei codici a barre Valore Code A Code B Code C 80 DLE 81 DC1 82 DC2 83 DC3 84 DC4 85 NAK 86 SYN 87 ETB 88 CAN 89 EM 90 SUB 91 ESC 92 FS 93 GS 94 RS 95 (Hex 7F) US 96 (Hex 80) FNC 3 97 (Hex 81) FNC 2 98 (Hex 82) SHIFT 99 (Hex 83) CODE C 100 (Hex 84) CODE B 101 (Hex 85) FNC 4 102 (Hex 86) FNC 1 p q r s t u v w x y z { | } ~ DEL FNC 3 FNC 2 SHIFT CODE C FNC 4 CODE A FNC 1 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 CODE B CODE A FNC 1 Valore Start Code 103 (Hex 87) 104 (Hex 88) 105 (Hex 89) START (Code A) START (Code B) START (Code C) Valore Stop Code 106 STOP pag.73 Pattern BSBSBS 111242 121142 121241 114212 124112 124211 411212 421112 421211 212141 214121 412121 111143 111341 131141 114113 114311 411113 411311 113141 114131 311141 411131 Pattern BSBSBS 211412 211214 211232 Pattern BSBSBSB 2331112 Copyright AIM Italia, Franco Musiari La tecnologia dei codici a barre Appendice D - Siti con notizie informazioni, specifiche relative alla tecnologia del BarCode Indicod è la più ampia associazione italiana che raggruppa aziende industriali e distributive operanti nel settore dei beni di largo consumo. Fondata nel 1978 per diffondere in Italia il sistema EAN di codifica a barre, Indicod ha il compito di assegnare i codici produttore da inserire nella codifica EAN-13/-8. Nel sito si trovano manuale e specifiche dettagliate relative alle codifiche UCC/EAN. EAN International and The Uniform Code Council www.eanare voluntary standards organizations charged ucc.org/ with the co-management of the EAN.UCC System and the Global Standard Management Process (GSMP). The EAN.UCC System standardizes bar codes, EDI transactions sets, XML schemas, and other supply chain solutions for more efficient business. By administering the assignment of company prefixes and coordinating the accompanying standards, EAN International and the Uniform Code Council maintain the most robust item identification system in the world. www.aim.org AIM Global è l’associaziome internazionale per l’AIDC. Nel sito informazioni generali e specifiche internazionali, link ed informazioni generali utili. www.barcodeStoria, indicazioni generali sui barcode a maggior 1.com diffusione mondiale, link a siti strettamente correlati. Collegamento al “Barcode Mill” che fornisce on line la traduzione in barcode di qualsiasi testo. www.barcodeislan Altra sorgente di informazioni generali. d.com www.indicod.it/ Copyright AIM Italia e Franco Musiari pag. 74 AIM Italia è il punto di riferimento italiano degli operatori nel settore delle tecnologie per l’identificazione automatica. Capitolo italiano di AIM Global, AIM Italia persegue l’obiettivo della diffusione della conoscenza delle tecnologie AIDC (Automatic Identification and Data Capture) realizzando eventi, conferenze, convegni e seminari. A questo scopo collaborazioni importanti come quelle con il CATTID/La Sapienza e l’Università di Parma consentono di portare al grande pubblico informazioni aggiornate ed obiettive e di offrire occasioni di dibattito, confronto, scambio commerciale e comunicazione tra aziende, istituzioni e mercato, (www.aim.tecnoimprese.it).