Gli ambienti della Riserva Carta escursionistica della Riserva Naturale lago di montepulciano Informazioni Centro Visite “La Casetta” gestito dalla LIPU - Lega Italiana Protezione Uccelli Telefono: 0578 767343 [email protected] Il Centro Visite è chiuso al pubblico il lunedì e il martedì. Provincia di Siena - Ufficio Riserve Naturali Via delle Sperandie 47, 53100 Siena Telefono: 0577 241416 Fax: 0577 45358 [email protected] www.riservenaturali.provincia.siena.it Pubblicazione a cura di A.S.T.R.A. Azienda Speciale Tutela Riserve Ambiente Piazza Duomo 9, 53100 Siena Telefono: 0577 241402 [email protected] www.astra.provincia.siena.it Coordinamento e testi: Species 2 La Riserva Naturale è situata nel Comune di Montepulciano e copre una superficie di 470 ettari. Comprende l’intero lago[1][2] (che a est confina con la Regione Umbria), parte del Canale Maestro della Chiana ed alcuni terreni agricoli adiacenti. Il lago di Montepulciano e il vicino lago di Chiusi, collegati dal Canale del Passo alla Querce, sono ciò che resta della grande zona paludoS. Francucci sa che fino all’epoca medicea ha occupato gran parte della Val di Chiana e che ha subito, nel corso degli ultimi secoli, continue opere di bonifica. Oggi, oltre allo specchio d’acqua, l’elemento che maggiormente caratterizza la Riserva è il canneto a cannuccia palustre (Phragmites australis), chiamato dai botanici anche fragmiteto: interrotto solo da piccoli chiari, questo ambiente si estende per circa 300 ettari, e dà rifugio a numerosissime specie di uccelli acquatici[3]. Ai bordi B. Anselmi del canneto e nei chia1 ri si sviluppa una ricca Il lago si estende per circa 70 ettari, raggiungendo una profondità massima di 2,7 metri. Le sue acque poco profonde ospitano molti uccelli, fra i quali un posto di rilievo lo occupa la famiglia degli Anatidi. In primavera sono presenti solo alcune specie di anatre, come il germano reale (Anas platyrhyncos) e la marzaiola (Anas querquedula), che si alimentano nelle acque con profondità non superiore ai 50 cm, immergendovi solo la testa. In inverno la situazione cambia totalmente e il numero delle specie e degli esemplari aumenta notevolmente: le anatre più diffuse in questo periodo sono l’alzavola (Anas crecca), la canapiglia (Anas strepera), il mestolone (Anas clypeata)[1] ed il fischione (Anas penelope), ma è possibile anche vedere la rara moretta tabaccata (Aythya nyroca)[2], considerata a rischio di estinzione e nidificante in Italia 3 con appena 25-50 coppie. Oltre alle anatre il lago è conosciuto anche per le molte specie di Ardeidi che vi si possono osservare: B. Pellizzi 3 B. Anselmi 4 5 B. Pellizzi 2 6 B. Pellizzi B. Pellizzi Le regole della Riserva I molluschi acquatici del lago Le 14 Riserve Naturali della Provincia di Siena occupano poco più del 2% del territorio provinciale ma costituiscono un patrimonio unico che deve essere tutelato per permettere alle risorse di rinnovarsi nel tempo e per essere trasmesso intatto alle generazioni future. Per questo all’interno della Riserva si devono osservare alcune semplici regole. La Riserva Naturale Lago di Montepulciano ospita una ricca fauna a molluschi, sia acquatici che terrestri. Quasi tutte le specie presenti possono essere identificate tramite l’analisi di alcuni caratteri della conchiglia (per altre occorre invece ricorrere a caratteri anatomici). Nei fondali fangosi del lago vivono almeno tre specie di molluschi Bivalvi, tra cui la grande Anodonta anatina[1], esclusivamente lacu- È POSSIBILE... • • • • percorrere i sentieri della Riserva con visita guidata pescare, ma solo nei punti espressamente consentiti e con apposito tesserino raccogliere funghi, tartufi, muschi, fragole, lamponi, mirtilli, bacche di ginepro e more secondo quanto prescritto dalla normativa in materia e nei limiti quantitativi diminuiti della metà andare in barca, ma solo per i residenti nei Comuni di Montepulciano e Castiglion del Lago, esclusivamente con barca elettrica o a remi e nella zona appositamente tabellata 2 NON È POSSIBILE... • • • • • • • catturare, uccidere e disturbare specie animali prelevare specie vegetali abbandonare rifiuti lavare materiale di qualunque genere nei corpi idrici (sorgenti, torrenti, fiumi, laghi, stagni) e negli impianti aperti al pubblico (fontanili e vasche di abbeverata) campeggiare, anche temporaneamente, con tende, camper e/o altri mezzi al di fuori delle aree appositamente indicate e attrezzate accendere fuochi all’aperto al di fuori delle aree appositamente indicate e attrezzate usare all’aperto apparecchi radio, televisivi e simili Per maggiori informazioni consulta il Regolamento delle Riserve Naturali su www.riservenaturali.provincia.siena.it e il Calendario per la pesca dilettantistica della Provincia di Siena su www.provincia.siena.it S. Francucci 5 1 Realizzato con il contributo della Regione Toscana La storia della bonifica 4 La fauna della Riserva Illustrazioni: Rita Petti Progetto grafico: Bellucci Design Impaginazione: Stefania Foderi Cartografia: A.S.T.R.A. Ringraziamenti: Leonardo Favilli, Mario Morellini, Sandro Piazzini, Federica Tagliavia (LIPU) vegetazione acquatica, composta da oltre 40 specie rare o a rischio di scomparsa. Nella parte occidentale della Riserva, dove si sviluppa uno dei sentieri, cresce un bosco igrofilo spesso allagato che aggiunge una ulteriore variante ambientale a questa area protetta[4]. La buona conservazione di questa zona umida di acqua dolce e la sua ricchezza in specie, soprattutto per quanto riguarda gli uccelli, sono le ragioni principali che hanno portato all’istituzione della Riserva Naturale, con lo scopo di mantenere per quanto possibile l’ecosistema lacustre nella sua integrità e farlo conoscere al pubblico attraverso apposite strutture di fruizione[5]. Gli stessi motivi sono alla base della classificazione del lago di Montepulciano come Sito di Importanza Comunitaria (SIC) e come Zona di Protezione Speciale (ZPS), quest’ultima in particolare istituita per il fondamentale ruolo del lago come punto di sosta lungo le rotte migratorie tra Europa ed Africa. 1 3 4 Le vicissitudini storiche che hanno interessato la Val di Chiana sono profondamente intrecciate a quelle del suo quadro ambientale. Testimonianze antiche evidenziano l’importanza del commercio dei prodotti della palude da Chiusi verso Roma. La vita con la palude consentiva non solo la sussistenza delle comunità locali, ma anche il loro controllo sul territorio: non è un caso che la storia della bonifica non sia stata pacifica ed abbia incontrato resistenze da parte di quella popolazione che viveva dei prodotti della palu2 de. A fine ‘500, con Ferdinando I, per favorire lo scorrimento delle acque dal lago di Montepulciano verso l’Arno, si intervenne sul Canale Maestro della Chiana, che attraversava la valle arrivando fino ad Arezzo, rendendolo più profondo e si cercò di eliminare la tendenza all’impaludamento dei terreni ricorrendo ai metodi della colmata e dell’essiccazione. Il metodo della colmata presupponeva la creazione di bacini dove far convogliare le acque di torrenti e canali per il deposito dei detriti: con l’innalzamento del livello dei terreni si eliminava il ristagno idrico e si ottenevano terreni fertili per 1 la coltivazione. L’essiccazione aveva tempi più brevi e prevedeva il prosciugamento grazie ad un’opera di scolo per canalizzazione delle acque. Nonostante le risorse economiche impiegate ed il ricorso ad B. Anselmi esperti ingegneri ed architetti l’airone cenerino (Ardea cinerea), la garzetta (Egretta garzetta), l’airone bianco maggiore (Egretta alba), l’airone guardabuoi (Bubulcus ibis)[3] e l’airone rosso (Ardea purpurea), quest’ultimo presente con una piccola colonia riproduttiva nel canneto della Riserva. Nel lago è presente una ricca comunità di pesci (circa venti specie di cui molte introdotte dall’uomo), distribuita anch’essa in relazione alla profondità delle acque. Il luccio (Esox lucius)[4] e il persico trota (Micropterus salmoides), per esempio, spesso si mimetizzano tra i piccioli delle ninfee, in attesa del passaggio di una preda, per poter sferrare un rapido attacco. La specie più piccola presente nel lago è la gambusia (Gambusia affinis), 7 introdotta in Italia nel 1922 durante la lotta alla malaria, per la sua predilezione per le larve di zanzara. Le acque più profonde ospitano la tinca (Tinca tinca)[5], il carassio (Carassius carassius), la carpa (Cyprinus carpio), l’anguilla (Anguilla anguilla)[6] e infine il pesce gatto (Ameiurus melas), che ad oggi costituisce la specie più abbondante. La zona più profonda del lago è anche il luogo di alimentazione di alcuni uccelli: il tuffetto (Tachybaptus B. Pellizzi ruficollis), lo svasso maggiore [7] (Podiceps cristatus) , la folaga (Fulica atra)[8] e le anatre tuffa- 8 trici provenienti dal Nord Europa, come il moriglione (Aythya ferina) e la moretta (Aythya fuligula) in grado di nuotare ad alcuni metri di profondità. B. Pellizzi Le sagome degli uccelli stre, che può superare i 15 cm di lunghezza e presenta una colorazione esterna che va dal verde chiaro al marrone. Un’altro mollusco bivalve, Unio mancus[2], diffuso anche in acque correnti, non raggiunge invece i 10 cm di lunghezza e presenta valve più spesse e robuste, piuttosto allungate, di colore dal marrone chiaro al nero. Delle circa 20 specie di molluschi Gasteropodi d’acqua dolce rinvenute al lago, la più grande è Lymnaea stagnalis[3], di forma allungata e altezza massima di 7 cm. Questa specie ormai poco diffusa presenta un’apertura piuttosto ampia e una colorazione bianca o giallastra. Molto più comune è Viviparus contectus[4], di forma globosa e dimensioni inferiori (altezza massima 4,5 cm). La sua conchiglia presenta un opercolo corneo, giri molto arrotondati e una colorazione verde-marrone, talvolta con bande spirali più scure. Planorbarius corneus[5], infine, ha una forma a spirale piana e può arrivare a 3,5 cm di diametro. La colorazione è variabile, dal verde al giallo fino al marrone scuro. Mentre i molluschi Bivalvi sono filtratori e si nutrono di particolato in sospensione, i molluschi Gasteropodi acquatici sono erbivori: raschiano le patine algali dalla superficie degli oggetti sommersi mediante una sorta di “lingua” dentellata chiamata radula, o si nutrono di macrofite e macroalghe. La flora del lago 5 S. Francucci 3 1 B. Anselmi (Torricelli, Ricasoli, Gaci), sarà solo con i Lorena, tra ‘700 e ‘800, che la bonifica della Val di Chiana verrà definitivamente avviata in maniera massiccia e mirata. Per far defluire meglio le acque della valle verso l’Arno, si procedette ad un abbassamento del livello della Chiusa dei Monaci, si ampliò il Canale Maestro, si reindirizzarono alcuni torrenti e si riS. Francucci sistemarono altri canali. Interventi di questo tipo continuarono anche dopo la formazione del Regno d’Italia. Nel 1918 si prevedeva di prosciugare anche i restanti chiari di Chiusi e Montepulciano: fortunatamente il progetto non fu mai attuato. Immagini: alcuni campi coltivati intorno al lago di Montepulciano ottenuti con la bonifica[1] e due tratti del Canale Maestro della Chiana[2][3]. 1 rondine 2 rondone 3 falco di palude 4 mignattino 5 airone cenerino 6 beccaccino 7 alzavola 8 cormorano 9 germano reale 10 folaga 11 gallinella d’acqua 2 3 6 4 5 7 8 11 9 10 5 Il canneto[1] è l’habitat che caratterizza il lago di Montepulciano. Oltre a questo, costituito prevalentemente dalla cannuccia di palude, la vegetazione acquatica è composta 1 da comunità di piante in parte ancorate al fondo in parte galleggianti. In primavera, lo sviluppo dei fiori di ninfea (Nymphaea alba)[2], segnala le zone a profondità B. Anselmi minore. In questa ve2 getazione si fa spazio il raro limnantemio (Nymphoides peltata)[3], dai fiori gialli e con foglie simili a quelle di una piccola ninfea. Nelle acque più calme emerge dalla superficie la lunga infiorescenza di un’altra rarità: l’erba-vescica (Utricularia vulgaris), una piccola pianta B. Anselmi carnivora flottante. Le zone allagate esterne al canneto sono caratterizzate da forti dislivelli stagionali. In queste aree si sviluppa il bosco igrofilo che, se in inverno può essere sommerso per alcuni decimetri, in primavera-estate mostra le basi dei tronchi a seguito del ritiro delle acque. Questo bosco[4] è formato soprattutto da 6 B. Anselmi salici e da pioppi canadesi ibridi (Populus x canadensis), con sporadici esemplari di pioppo nero (Populus nigra) e acero campestre (Acer campestre). La densa copertura arbustiva che contraddistingue la porzione più bassa del bosco è costituita da cespugli di sanguinello (Cornus sanguinea), dalla tipica colorazione 3 rosso accesa dei rami nel periodo autunno-invernale, da rovo selvatico (Rubus ulmifolius e Rubus caesius) e, in misura minore, da biancospino (Crataegus monogyna). B. Anselmi Nelle altre immagini: giaggiolo acquatico (Iris pseudacorus)[5] e giunco fiorito (Butomus umbellatus)[6]. 4 B. Anselmi S. Francucci Visitare la Riserva Il Centro Visite “La Casetta” Il Centro Visite della Riserva ha sede nell’edificio de La Casetta, di proprietà del Comune di Montepulciano, ed è gestito dalla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli). Situato a pochi metri dal lago e dai principali sentieri, il Centro offre materiale didattico ed informativo, una biblioteca ed una sala convegni, oltre ad una foresteria con 30 posti letto e una cucina per il pernottamento e il soggiorno di gruppi di escursionisti. Presso il Centro Visite è infine possibile prenotare le visite guidate sul Sentiero della Torretta e le visite in barca. Visite guidate in battello elettrico Nel piccolo molo del lago è attraccato un battello elettrico alimentato con pannelli fotovoltaici, con 14 posti, per visite guidate sullo specchio d’acqua, da prenotare presso il Centro Visite. Sentiero della Torretta Il sentiero, percorribile con visita guidata da prenotare presso il Centro Visite, inizia in prossimità del molo e attraversa il bosco igrofilo allagato, fino alla torretta di avvistamento che sovrasta il canneto. Sentiero della Bonifica Il Sentiero della Bonifica, voluto e realizzato dalle Province di Arezzo e Siena, è dedicato a Vittorio Fossombroni, artefice della bonifica della Val di Chiana. Dalla Chiusa dei Monaci, alle porte di Arezzo, il percorso arriva fino a Chiusi Scalo, costeggiando il Canale Maestro della Chiana, le diverse opere idrauliche della bonifica e i laghi di Chiusi e Montepulciano, per un percorso totale di circa 65 km. Come si raggiunge Da Sud: percorrere l’autostrada A1 (Milano-Napoli), con uscita Chiusi-Chianciano Terme. Prendere la Strada Statale n. 326 per Siena. In Località Tre Berte, girare a destra seguendo le indicazioni per la Riserva Naturale. Da Nord: percorrere l’autostrada A1 (Milano-Napoli), con uscita Bettolle-Valdichiana. Prendere la Strada Statale n. 327 per Torrita di Siena e, appena superato Acquaviva, raggiungere Tre Berte e girare a sinistra, seguendo le indicazioni per la Riserva Naturale.