Allegato B)
SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI GIOVANI IN
SERVIZIO CIVILE REGIONALE IN TOSCANA
ENTE
1) Ente proponente il progetto:
CARITAS TOSCANA
2) Codice regionale:
RT
1C00344
2bis) Responsabile del progetto:
(Questa figura non è compatibile con quella di coordinatore di progetti di cui al punto 2 ter né con
quella di operatore di progetto di cui al successivo punto 16)
-
NOME E COGNOME: MORELLI EMANUELE
DATA DI NASCITA: 08/08/1961 PISA
CODICE FISCALE: MRLMNL61M08G702H
INDIRIZZO MAIL: [email protected]
TELEFONO: 05526770248
CURRICULUM VITAE E COPIA DOCUMENTO IDENTITA' E
CODICE FISCALE DA ALLEGARE ALLA SCHEDA PROGETTO
2ter) Coordinatore di progetti
(da individuare tra quelli indicati in sede di adeguamento/iscrizione all'albo degli enti di servizio civile
regionale):
-
DEBORA CEI
CARATTERISTICHE PROGETTO
3) Titolo del progetto:
DISAGIO E POVERTA’ PISA 2014_2
4) Settore di intervento del progetto:
Tutela dei diritti sociali e di cittadinanza delle persone, anche mediante la
collaborazione ai servizi di assistenza, prevenzione, cura, riabilitazione e
reinserimento sociale.
4bis) Codice identificativo dell'area di intervento:
AREA GEN.
5) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto
con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili:
Il progetto si sviluppa nell’area territoriale di Pisa.
In particolare da una lettura dei dati dell’OSSERVATORIO REGIONALE DELLE
POVERTA’ promosso da Caritas Toscana in collaborazione con la REGIONE
TOSCANA (accordo di collaborazione Regione Toscana – Caritas Toscana
2013/2015 delibera GR 760/2013) si evidenziano i dati che seguono in
Allegato B)
relazione alle aree di intervento del progetto “DISAGIO E POVERTA’ PISA
2014_1”.
SINTESI GRAFICA DEI DATI OSSERVATORIO REGIONALE CARITAS
LA DIOCESI DI PISA
Nel 2013 il CdA diocesano ha incontrato circa 1050 persone, prevalentemente
straniere, che si collocano soprattutto nella classe di età centrale.
Il 53% sono coniugate ed hanno almeno 1 figlio convivente.
Rispetto al contesto territoriale, sono tradizionalmente sovrarappresentate
alcune caratteristiche quali: la separazione/divorzio (19%) e la disoccupazione
(68%).
Con riferimento al contesto pisano abbiamo richiesto di collaborare nella ricerca
dei dati sia a realtà interne che esterne al circuito Caritas. In particolare:

il responsabile del Centro d'Ascolto Diocesano

la responsabile dello Sportello Percorsi, sportello interno al CdA Diocesano
specificamente rivolto ai cittadini stranieri.

il Progetto Homeless

l’ Associazione Sante Malatesta.
RISORSE CARITAS NEL TERRITORIO PISANO
Le risorse di cui disponiamo sono:
 Sportello Unico per la prima accoglienza e dell’ascolto;
 Sportello Percorsi: specifico per i cittadini stranieri, con l’obiettivo di
sostenere il loro percorso di inserimento;
 Sportello "Sante
Malatesta": sportello per studenti provenienti dai
Paesi più poveri del mondo che si iscrivono alle università italiane;
 Sistema mense e dei pacchi spesa: due mense diurne attualmente
presenti sul territorio comunale (mensa di S. Francesco e del Cottolengo)
Allegato B)
ed una serale, aperta nei mesi invernali (Santo Stefano) e la distribuzione
di pacchi spesa; Osservatorio diocesano: attività di ricerca e di
riflessione sui temi del disagio e delle povertà.
Il Progetto Homeless è un sistema di interventi che intende favorire la
promozione del diritto di cittadinanza delle persone senza dimora. E’ nato,
proprio su impulso della Caritas Diocesana di Pisa, nel 1996 e ha visto sin
dall’inizio il coinvolgimento di soggetti istituzionali che hanno garantito il
finanziamento del progetto (Comune di Pisa e Società della Salute della Zona
Pisana) e di soggetti del privato sociale che ne hanno attuato i diversi interventi
(Cooperative sociali Il Simbolo, Il Cerchio e Il Melograno). Sono parte attiva nel
progetto anche le associazioni di volontariato Amici della Strada e Ronda della
Carità. La struttura che ospita le attività del progetto si trova in via Conte Fazio a
Pisa, nel quartiere di Porta a Mare ed e’ stata recentemente ristrutturata grazie
ad un contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa. Il centro ospita un
asilo notturno, un centro diurno ed uno sportello d’ascolto. Per il Progetto
Homeless ha collaborato alla realizzazione dell'intervista, il coordinatore.
L'Associazione Sante Malatesta gestisce un Centro di Ascolto per studenti
stranieri universitari provenienti da Paesi in via di sviluppo o soggetti a fenomeni
bellici o di gravi turbamenti politici e sociali. Fondata nel 1999 da un gruppo di
docenti dell’Università di Pisa, ha ottenuto l’adesione di numerosi soci. Essa “si
propone di fornire sostegno agli studenti stranieri, iscritti alle istituzioni
universitarie pisane, provenienti dai Paesi in difficoltà, al fine di favorire il loro
inserimento nella vita universitaria e cittadina, riducendo, o eliminando, i
momenti di disorientamento e di difficoltà della loro integrazione socioeconomico-culturale” (Art. 1 dello Statuto).“L'Associazione offre il suo aiuto a
tutti gli studenti stranieri di cui all'art. 1, senza discriminazione politica, di sesso,
razza, lingua, cultura, religione, ceto sociale”. Ha collaborato alla realizzazione
dell'intervista un volontario dell'associazione.
Per quanto riguarda le risorse presenti a livello diocesano, ma più correttamente
riferito al contesto cittadino, nella quasi totalità dei casi le medesime risorse a
sostegno di povertà e disagio:

centri di ascolto,

asilo notturno (accoglienza notturna),

centri diurni, mense,

Centro per stranieri,

Associazione Casa della donna e Donne in movimento,

Struttura Caritas per l'emergenza abitativa,

servizio di pacchi spesa,

servizio docce,

sportello ACLI-Caritas per la ricerca di lavoro,

associazioni per l'insegnamento della lingua italiana quali CTP, Agorà,

Ass. Al Alif.
Allegato B)
I BISOGNI EMERSI
Fatta eccezione per il Centro d'Ascolto diocesano al quale si rivolgono tipologie
spesso diversificate di persone (prevalentemente senza dimora, rom, famiglie),
per le altre realtà coinvolte si tratta di sportelli dedicati a tipologie specifiche di
persone/problematica. In particolare, il progetto Homeless è appunto rivolto a
persone senza dimora, italiane e straniere; l'associazione Sante Malatesta
interviene a favore di studenti universitari stranieri e lo Sportello Percorsi
accoglie uomini e donne straniere e le sostiene soprattutto nel disbrigo di
pratiche legate ai processi di regolarizzazione.
E'
per
tale
ragione
che,
se
è
vero
che
sullo
sfondo
emergono
macroproblematiche trasversali (disagio abitativo, mancanza di un lavoro,
problemi di salute) che accomunano la quasi totalità delle persone incontrate,
ciascun sportello/CdA si trova nello specifico a gestire richieste spesso molto
specifiche e differenziate tra loro.

Progetto Homeless intercetta più frequentemente problematiche abitative,
sanitarie ma anche familiari, di dipendenza da sostanze, da alcool e da
gioco, oltre a problemi psichici. L'Associazione Sante Malatesta riceve
prevalentemente
richieste
di
sostegno
nel
pagamento
delle
tasse
universitarie, dei libri, nella ricerca dell'alloggio. Lo sportello Percorsi
incontra invece cittadini stranieri prevalentemente senza permesso di
soggiorno, cittadini stranieri con permesso di soggiorno per cure mediche,
persone che richiedono il ricongiungimento familiare e/o alloggio per loro
stessi
e
loro
familiari,
oltre
a
studenti
stranieri
di
scuole
di
specializzazione superiori che vedono interrotte le proprie borse di studio
e, con specificoriferimento all'ultimo anno, persone che richiedono
sostegno nella redazione della dichiarazione di presenza sul territorio
nazionale, necessaria per la dichiarazione di emersione.

Lo
Sportello
Percorsi
incontra
inoltre
persone
che
denunciano
problematiche di “migrazione interna” o verso altri paesi della Comunità
Europea per uscire dall'Italia, ma anche per raggiungere in altre città
amici/parenti che propongono attività lavorative (per lo più stagionali).
Tra le problematiche denunciate: mancanza di lavoro, mancanza di
alloggio, necessità di mantenimento delle famiglie rimaste nel paese
d'origine.
RISORSE UMANE A DISPOSIZIONE
Oltre
all'importante
impegno
garantito
dalle
risorse
volontarie,
emerge
l'esistenza di una rete piuttosto significativa di figure professionali di volta in
volta coinvolte: assistenti sociali, educatori, operatori sociali, operatori di strada,
mediatori, podologi, tecnici informatici, avvocati, sociologi, psicologi, counselor.
A tali figure si aggiunge infine l'impegno quotidiano di servizio civilisti e/o
tirocinanti.
Allegato B)
In generale, con riferimento alle specifiche figure, in molti casi viene evidenziato
come la multidisciplinarità, oltre a rappresentare una ricchezza per i centri e gli
sportelli consenta di aggiungere alle competenze specifiche di ciascuno, il proprio
bagaglio di relazioni e contatti, messe a disposizione e al servizio dei centro e
degli sportelli stessi.
Con riferimento alle relazioni esistenti con il privato sociale, le istituzioni, ecc. e il
lavoro di rete esistente e/o potenziale si evidenziano livelli di formalizzazione e di
strutturazione fortemente diversificati.
Nell'ambito del Progetto Homeless, progetto istituzionale del territorio, ad
esempio, emergono strumenti di raccordo e di aggiornamento strutturati che
prevedono riunioni settimanali di coordinamento tra i moduli ed incontri di
equipe all'interno dei singoli moduli, oltre ad una riunione mensile con la Società
della Salute, una riunione mensile con i volontari ed una riunione periodica con
Società della Salute, Polizia, Polfer, Carabinieri, Vigili Urbani e operatori del
Pronto Soccorso. A questi si aggiungono incontri periodici con l'Assessore e con il
Sindaco; con la cittadinanza e con le scuole in un'ottica di mediazione territoriale
e sociale. Infine, si segnala un protocollo d'intesa con l'Azienda Ospedaliera per
l'invio delle emergenze sanitarie e con l'Azienda per il diritto allo studio per il
ritiro dei pasti non erogati.
Con riferimento agli altri centri e sportelli esistono senza dubbio scambi anche
quotidiani con i livelli istituzionali (es. Servizi Sociali, Questura, Prefettura,
Centro per l'Impiego) e sono attivi, soprattutto con riferimento alle realtà
Caritas, protocolli d'intesa all'interno dei quali è prevista la partecipazione a
tavoli provinciali, consigli territoriali per l'immigrazione, momenti di confronto ed
incontri formativi-informativi sulle tematiche specifiche del disagio.
Infine, anche se in modo informale e non necessariamente strutturato, viene
trasversalmente descritta una rete piuttosto fitta e capillare con cooperative di
tipo A e B, Centro Antiusura, associazioni di settore, e così via.
FOCUS SU MINORI E COMUNITA’
Nella città di Pisa sono presenti 3 comunità educative per minori e per madri
nucleo-bambino. Si tratta di strutture accreditate convenzionate con la ASL di
Pisa e attive dal 1996. Esse lavorano in stretta collaborazione con i diversi servizi
presenti sul territorio (1 CENTRO AFFIDI, 1 CONSULTORIO MATERNO INFANTILE
per extracomunitari, 2 CONSULTORI ADOLESCENTI, 3 COMUNITA’ DI PRONTA
ACCOGLIENZA, 1 COMUNITA’ A DIMENSIONE FAMILIARE “CROCE DEL SUD”, 1
CENTRO PER LA TUTELA DELL’INFANZIA E DELLA FAMIGLIA).
Dall’avvio delle attività (1996) al 31 Dicembre 2012 le tre Comunità hanno
accolto in totale 367 minori, di cui 126 femmine e 241 maschi (Tab.1). La
maggioranza assoluta degli inserimenti ' avvenuta su richiesta dell’Area Pisana,
segno evidente dell’intenso lavoro svolto a livello territoriale.
Allegato B)
Tabella 1 – Totale minori accolti per servizio richiedente l’inserimento.
1996-2012
Ente richiedente
Maschi
Femmine
Totale
%
ASL 5 Pisa
205
101
306
83,4
Altri enti
36
25
61
16,6
Totale
241
126
367
100,0
Fonte: ns. elaborazione sulla base dei dati forniti da Cooperativa Sociale Il
Simbolo, Pisa
Rispetto alle caratteristiche dei ragazzi emerge chiaramente come essi siano
stati di nazionalità prevalentemente straniera (91,2%). La distribuzione per
cittadinanza dimostra di risentire dei flussi migratori propri dello specifico
momento. In effetti, emerge chiaramente che le nazionalità maggiormente
rappresentate sono quella albanese e macedone, rispettivamente il 30,5 ed il
21,9% dei minori stranieri accolti (Tab.2).
Tabella 2. – Minori stranieri accolti, provenienti dalla ASL Pisa, per
cittadinanza. 1996-2012
Totale
%
Albania
85
30,5
Macedonia
61
21,9
Croazia
41
14,7
Romania
40
14,3
Serbia
20
7,2
Marocco
9
3,2
Cina
8
2,9
15
5,3
279
100,0
Altre nazionalità
Totale
Fonte: ns. elaborazione sulla base dei dati forniti da Cooperativa Sociale Il
Simbolo, Pisa.
I bisogni che emergono all'interno delle 3 strutture sono:
1) AMPLIAMENTO
DEI SERVIZI OFFERTI DALLE
SEDI OPERATIVE
attraverso la realizzazione di laboratori ludico-espressivi per il potenziamento
della sfera cognitivo-relazionale per i minori di età compresa tra 0 e 3 anni. Il
contesto familiare da cui provengono i minori più piccoli (0-3 anni) presenta
infatti un generale elemento di criticità rispetto sia all’accudimento, sia alla
capacità di stimolazione. I contesti di riferimento risultano in tal senso “poveri” e
non pienamente adeguati per favorire il normale percorso di sviluppo dei
bambini;
2)
SUPPORTO
AGLI
OPERATORI
DELLE
SEDI
OPERATIVE
per
la
strutturazione di momenti di affiancamento in attività di doposcuola. Il percorso
scolastico dei minori presenta, in alcuni casi, elementi di criticità che si
manifestano in un rendimento non pienamente sufficiente o nella scarsa
consapevolezza rispetto al percorso formativo che si è intrapreso.
Allegato B)
3)ATTIVAZIONE DI PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIALE per il sostegno
nei percorsi scolastici,
lavorativi e di regolarizzazione (per i minori stranieri).
Emerge infatti una generale difficoltà di orientamento e di autonomia, che si
manifesta soprattutto nella fase di ricerca. La maggior parte dei minori stranieri,
infine, mira alla regolarizzazione attraverso il conseguimento del permesso di
soggiorno, e, per questa via, al raggiungimento degli obiettivi necessari a
garantire la progressiva autonomia (una casa ed un lavoro).
FOCUS SU SUPPORTO POST-ORARIO SCOLASTICO
La scuola dell’infanzia rappresenta un momento fondamentale per lo sviluppo di
identità, autonomia e competenze delle bambine e dei bambini dai tre ai sei
anni.
Essa ha come finalità la messa in atto di un processo educativo che elimini ogni
forma di discriminazione e di selezione.
Ogni bambino deve potersi integrare nell’esperienza educativa che essa offre,
così da essere riconosciuto e riconoscersi come membro attivo della comunità
scolastica, coinvolto nelle attività che vi si svolgono.
Il territorio coinvolto dal progetto è quello interno al Vicariato di Pisa Nord-Ovestl
e comprende i quartieri periferici di Barbaricina e del C.E.P., estendendo il suo
territorio fino al mare attraverso la Tenuta di San Rossore.
Si tratta del territorio posto alla periferia occidentale della città.
All'interno di questo contesto
i dati istat al 1 gennaio 2012 evidenziano una
popolazione complessiva che ammonta a oltre 3.000 bambini di età compresa tra
2 e 6 anni.
Comune di Pisa – popolazione residente al 1 Gennaio 2012 per età
Età
Totale
2
640
3
708
4
660
5
614
6
641
Totale
3263
Fonte: www.demo.istat.it
I bisogni che sa esse emergono sono: 1) bisogno di nuove flessibilità per
rispondere alle fatiche dei genitori per conciliare tempi lavorativi con i tempi dei
servizi, con particolare attenzione ai nuclei monoparentali, attraverso un
AMPLIAMENTO DEI SERVIZI OFFERTI DALLE SEDI OPERATIVE; 2)
SUPPORTO AGLI OPERATORI DELLE SEDI OPERATIVE per l'organizzazione
e strutturazione degli spazi e dei materiali, aiuto all’operatività dei gruppi e allo
svolgimento dei laboratori stessi;
3)
ATTIVAZIONE DI PERCORSI DI
PERCORSI DI SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA'
integrare le proposte di
Allegato B)
attività routinarie con percorsi al di fuori dell’orario scolastico organizzare attività
del nido o finalizzati ad eventi particolari supporto alle attività di laboratorio sia
con i bambini e le bambine che con i loro genitori. Le scuole dell'infanzia si
stanno sviluppando anche come luogo di educazione permanente, come servizio
di comunità, centro di orientamento educativo dove l’educazione si coniuga con
la formazione dei giovani e degli adulti nella prospettiva della promozione del
benessere persona le, familiare e comunitario e per migliorare le capacità di
comunicazione e di relazione degli adulti con i bambini/le bambine.
CONCLUSIONI E PROSPETTIVE
Come detto, aldilà degli specifici protocolli attivati all'interno dei singoli
progetti/centri/servizi, i rapporti funzionano prevalentemente in modo informale
attraverso una conoscenza ed una stima reciproche costruite nel corso degli anni
e questo è anche il risultato del fatto che ogni persona che lavora in Caritas e
nelle realtà associative coinvolte, si porta dietro il proprio bagaglio di relazioni e
contatti che poi mette al servizio del progetto/centro/servizio.
Venendo alla sensazione di adeguatezza/inadeguatezza si evidenzia chiaramente
che le risorse a disposizione sono effettivamente inadeguate e questo emerge
con maggior forza proprio nei confronti di nuovi fenomeni di povertà e disagio, di
percorsi di secondo livello e delle nuove forme di disagio (es. dipendenza da
gioco).
Fanno da sfondo alle richieste delle persone incontrate, problematiche quali
quelle del lavoro e della casa e aldilà delle osservazioni relative all'operato e
all'adeguatezza dei centri/progetti/servizi e di come vengano utilizzate le risorse
a disposizione, resta il fatto che di fronte a questo tipo di domande, è difficile
dare una risposta adeguata a livello locale.
Consapevoli delle difficoltà, collocate entro una cornice generale ampiamente
migliorabile, è tuttavia significativa la riflessione del responsabile del CdA
diocesano che evidenzia come l'inadeguatezza in realtà, se consapevole, possa
rappresentare una risorsa: "ti aiuta a stare con i piedi per terra, sollecita la
creatività e ti chiede la ricerca di strade e percorsi nuovi".
Venendo agli ostacoli quotidianamente incontrati da operatori e volontari, i rischi
e le difficoltà maggiormente evidenziati hanno a che fare con la difficoltà nei
percorsi di uscita dalla povertà, per le limitate risorse messe a disposizione del
“secondo livello”, i tagli economici ed il fatto che l'offerta presente sul nostro
territorio può talvolta e per alcune tipologie di servizio generare nuova domanda.
A questo si aggiunge l'elevato numero di persone incontrate e la complessità
delle situazioni che esse descrivono.
Tra i punti di debolezza anche le peculiarità delle risorse umane su cui centri e
sportelli possono contare. Con riferimento, ad esempio, al CdA diocesano il
volontariato a supporto è prevalentemente over 60 anni e questo comporta
peraltro una certa avversione all'utilizzo di strumenti informatici, importanti
invece ai fini dell'osservazione e alla conoscenza del fenomeno della povertà,
Allegato B)
oltre ad una disponibilità legata sia alla salute che agli impegni familiari.
A livello macro emerge infine, ad esempio, quanto denunciato dallo Sportello
Percorsi: l'esistenza di una politica migratoria inadeguata alle problematiche del
momento (carenza di lavoro) e la mancanza di percorsi integrati (corsi
professionalizzanti, avvio al lavoro).
L'attività dei centri/sportelli è tuttavia caratterizzata da importanti punti di forza
che sostengono l'intervento quotidiano di ciascuno. Quelli
maggiormente
riconosciuti sono: la volontà, la determinazione e il lavoro dei volontari,
l'esperienza
degli
operatori
e
la
loro
disponibilità
rispetto
a
nuove
sperimentazioni, la compattezza del gruppo di lavoro, il buon livello di
riconoscimento
da
parte
delle
istituzioni
inteso
anche
come
crescita
e
considerazione all'interno della società civile, il lavoro di mediazione, la rete delle
associazioni, la specializzazione delle risorse presenti, la promozione della
formazione continua nei confronti delle persone incontrate, i ritorni da parte delle
persone accolte.
In generale il punto di forza più significativo è “lo stare dentro i problemi
nonostante tutto”, le relazioni con le persone incontrate (senza retorica); da
questo deriva la capacità di cogliere le opportunità appena si presentano; trovare
strade nuove per dare risposte, anche lavorative, che coinvolgano tutto il tessuto
sociale del territorio e quindi la capacità di sollecitare, di far interrogare persone
e ambienti al di fuori del circuito Caritas/Chiesa.
6) Obiettivi del progetto:
Il Progetto si allinea agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che
mirano in particolare alla prevalente funzione pedagogica del Servizio Civile,
affermando l’impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché
l’esperienza proposta abbia come finalità ultima l’attenzione ai giovani coinvolti
nel Progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all’impatto sulla società
civile come sensibilizzazione alla testimonianza della Carità.
Queste finalità generali sono così riassumibili:
 Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di
animazione e d’informazione per una cittadinanza attiva e responsabile.
 Condivisione
coi
poveri
e con
gli
altri
partecipanti
al
progetto,
riconoscendo e promovendo i diritti umani e sociali, per accompagnare le
persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione.
 Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e
possibilità di approfondimento spirituale.
 Creazione delle condizioni per l’incontro con nuove persone, per
inventare nuove professionalità in ambito sociale.
 Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della
nonviolenza e della solidarietà.
Allegato B)
 Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato
inteso come stile di vita nei giovani che verranno coinvolti nell’esperienza.
 Difesa delle comunità in modo nonarmato e nonviolento in termini
di: gestione e superamento del conflitto, riduzione e superamento della
violenza implicita e/o esplicita, acquisizione e riconoscimento di diritti.
OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO
a. Migliorare la qualità dei servizi di accoglienza e di ascolto partendo sempre
dalla centralità della persona e garantendo oltre ad informazioni
e
competenza, la costruzione di un rapporto di fiducia nel tempo.
b. Migliorare la rilevazione dei bisogni e la capacità di risposta della nostra rete
e l’analisi per riorganizzare i servizi sulla base dei bisogni emergenti.
c. Sostenere in particolare le famiglie in disagio sociale o colpite dalla crisi,
offrendo supporto per la gestione delle necessità quotidiane, alla funzione di
genitorialità all’ integrazione.
OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO
 Aumentare la capacità di ascoltare i bisogni dell’utenza che sta crescendo
in termini numerici, riorganizzando i servizi in rete.
 Attivare procedure di aiuto condivise in rete con i servizi pubblici e gli
attori del provato sociale del territori.
 Promuovere l’attivazione di percorsi personalizzati integrati e condivisi con
la rete dei servizi pubblici e del privato sociale di orientamento, proposta
e accompagnamento per indicare, progettare e sostenere la costruzione di
un futuro per le persone che ci interpellano a partire dai bisogni espressi.
 Elaborazione più completa del rapporto annuale accoglienza della Caritas
diocesana di Firenze denominato Profili fragili che contribuisca/confluisca
nel Dossier annuale Povertà regionale.
 Migliorare il sostegno alle famiglie sia per le emergenze materiali sia per
la gestione del rapporto educativo con i figli.
Colloqui di incontro e conoscenza degli utenti dei
cda che potrebbero essere ospitati nelle
accoglienze
OBIETTIVO
SPECIFICO 1:
AMPLIAMENTO DEI
SERVIZI OFFERTI
Potenziamento della capacità di accoglienza per
utenti.
Indicatori:
a) potenziamento dell’attività dei accoglienza
DALLE SEDI
degli ospiti
OPERATIVE
b) inserimento di 2 nuovi volontari per
l’accoglienza
Allegato B)
Riduzione
del
10%
dei
tempi
di
attesa
attraverso la riorganizzazione della rete e il
decentramento a Centri di ascolto periferici
aperti
in
giorni
ed
orari
diversi
(aumento
colloqui).
Sostegno e verifica alla stesura e attuazione del
proprio progetto di accoglienza per 6 o 12 mesi
Sostegno al Potenziamento e recupero delle
OBIETTIVO
capacità relazionali degli ospiti con i propri
SPECIFICO 2:
familiari e amici
ATTIVITA’ DI
Indicatori:
SUPPORTO AGLI
Sviluppo di percorsi individualizzati (sostegno a
OPERATORI DELLE
ricerca lavoro, ricerca casa, gestione economica,
SEDI OPERATIVE
rete relazionale), in base al bisogno rilevato per
15 singoli ospiti
Organizzazione e attuazione di fine settimana di
volontariato per ragazzi di gruppi parrocchiali
Attività di informazione durante gli incontri di tutte
le Caritas Parrocchiali
Indicatori:
N. fine settimana di volontariato per ragazzi
organizzati N. attività di informazione realizzate
durante gli incontri Caritas Parrocchiali
Differenziazione dei servizi offerti in funzione del
bisogno espresso e coinvolgimento attivo delle
persone
alla
costruzione
del
loro
progetto
personalizzato
- attivazione di tirocini formativi con borsa lavoro
per almeno 40 utenti
OBIETTIVO
SPECIFICO 3:
- Inserire in corsi di formazione professionale 15
utenti
ATTIVAZIONE DI
- favorire l’uscita dalle strutture di accoglienza con
PERCORSI DI
l’ attivazione di almeno 15 percorsi di autonomia
INCLUSIONE
abitativa e dunque l’aumento del tasso di ricambio
SOCIALE
nelle strutture.
-presa in carico medico/psicologica di 50 persone
Differenziazione dei servizi offerti in funzione del
bisogno espresso:
- Riduzione del 20% dei tempi di attivazione della
rete pubblica. (Servizi sociali, centri per l’impiego,
pratiche
pensionistiche
e/o
invalidità,
servizi
comunali per minori, servizi scolastici, servizi
sanitari.)
- garanzia per almeno 50 utenti un sostegno
Allegato B)
economico (pagamento delle bollette, sostegno
pagamento affitto) con attivazione della rete;
- soddisfare la fornitura abiti e alimenti per 150
richieste.
Ulteriori obiettivi specifici potranno essere individuati durante la fase di
realizzazione
del
progetto,
tenendo
conto
delle
priorità
che
si
presentano nelle singole sedi del progetto.
7) Definizione sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo le modalità di impiego
delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei giovani in servizio civile:
7.1 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste,
specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell’ente.
Numero
Professionalità
n. 10
operatori DIPENDENTI (full time e/o part time), con
funzioni di Responsabili che coordineranno le attività e il
personale coinvolto nelle sedi del progetto
n. 30
VOLONTARI generici, con funzioni di collaboratori che
garantiscono l’apertura delle sedi, accolgono gli utenti,
operano nelle singole attività previste dal progetto
n. 5
STAGISTI E/O TIROCINANTI delle Università che
partecipano al progetto attraverso un’apposita convenzione
stipulata con le singole Caritas che partecipano al progetto
n.10
VOLONTARI, con funzioni di collaboratori e formatori per le
attività di sostegno al progetto
7.2 Ruolo ed attività previste per i giovani in servizio civile nell’ambito del progetto.
I giovani del servizio civile regionale, supporteranno il personale sopra indicato
nelle attività previste dal progetto, con particolare riferimento agli obiettivi
individuati come prioritari.
ATTIVITA’ GENERALI DEL PROGETTO:
Attività
Azione generale a1:
Rete centri di ascolto
a1.1:Lavoro in
rete con i centri
di ascolto
territoriale
Apertura concordata dei centri
periferici per garantire la copertura
del territorio.
Allegato B)
Ascolto con utilizzo e
aggiornamento di schede utenti
condivise in rete con sistema unico
dati centro di ascolto diocesano.
Fornitura di servizi base: tessera
mensa, richieste contributi.
Attivazione Servizio Segretariato,
accompagnamento formativo e
all’orientamento, procedure
pensionistiche, bonus farmacia,
Attività a1.2:
bonus ferroviari, concessione
Differenziazione contributi.
dei servizi
offerti: centro
diocesano e
nvio concordato ad altre strutture
centri territoriali della rete: ambulatori medici,
centri di distribuzioni per donne e
minori, servizi legali, distribuzione
pacchi viveri, distribuzione
vestiario.
Contatto con i servizi territoriali di
competenza per i residenti per
attivazione dei servizi e procedure
Azione generale a2:
Attività
Attivazione Rete
a2.1:Attivazione
territoriale pubblico
dei servizi
privato
territoriali
degli enti pubblici (Siast, Asl, Sert,
Centri di salute mentale, dormitori
pubblici, Questura, Centri per
l’impiego).
Accompagnamento per primi
colloqui e affidamento al pubblico.
Allegato B)
Inserimento nelle strutture di
accoglienza pubbliche o gestite dal
privato sociale in convenzione
senza dimora, malati cronici e/o
Attività a2.2:
Inserimento in
strutture di
terminali,tossicodipendenti, malati
in Hiv+ e Aids, donne con o senza
minori.
accoglienza
territoriali
Inserimento nelle strutture di
accoglienza gestite
autonomamente dal privato sociale
( ordini religiose, accoglienze
parrocchiali).
Compilazione accurate di tutti i
campi previsti dalla scheda
informatizzata per i nuovi colloqui
di ascolto di ascolto e revisione
Attività
b1.1:Cura e
revisione delle
schede di
ascolto e
accoglienza
Azione generale b1:
inserite nel
Miglioramento
database
rilevazione bisogni
generale
delle schede già aperte con
completamento dei campi
mancanti.
Completamento del quadro
inserendo anche dati relativi ai
bisogni espressi con inserimento di
informazioni su accoglienza nelle
strutture pubbliche o gestite dal
privato sociale in convenzione per
senza dimora, malati cronici e/o
terminali,tossicodipendenti, malati
in Hiv+ e Aids, donne con o senza
minori.
Attività b.1.2.
Elaborazione dei
dati quantitativi
e focus
qualitativi
Analisi dei dati e scelta dei focus
qualitativi da realizzare con il
supporto tecnico scientifico
dell’Osservatorio delle povertà e
risorse diocesano.
Allegato B)
ATTIVITA’ DEI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE:
OBIETTIVO
DESCRIZIONE
ATTIVITA’ SPECIFICA
GENERALE
Partecipa
coinvolgendosi
sempre
di
gestione,
OBIETTIVO
SPECIFICO 1:
AMPLIAMENTO DEI
SERVIZI OFFERTI
più
nella
costruzione
e
diffusione dell’attivazione
dei
servizi,
facendosi
a. Accoglienza
dell’utenza dei servizi
b. Colloquio di
orientamento
c. Invio ai servizi
carico in prima persona
della sua gestione.
DALLE SEDI
Manterrà
OPERATIVE
responsabile
informato
del
il
centro
sull’andamento
dei
percorsi
individuali
a. Inserimento dati
b. Report delle singole
attività
c. Partecipazione alle
attivati, ponendosi come
equipe di
interfaccia tra l’utente del
coordinamento
servizio preso in carico e
l’apparato
burocratico
circostante
Sarà
coinvolto
attivamente
nella
mappatura delle iniziative
esistente
parte
e
prenderà
all’ideazione
di
nuovi canali.
a. Analisi e lettura dei
dati
b. Collaborazione con la
Rete Regionale
dell’Osservatorio
Sociale
c. Riunioni di
coordinamento
istituzionale
Supporta
OBIETTIVO
l’attività
operatori
dei
un
degli
dell’orario di apertura
offerta
dei servizi
SPECIFICO 2:
assicurando
ATTIVITA’ DI
più ampia possibile.
b. Presa
SUPPORTO AGLI
OPERATORI DELLE
SEDI OPERATIVE
a. Ampliamento
servizi,
in
carico
dei
singoli casi
Raccoglie
utili
informazioni
a. Collegamento tra
all’orientamento
servizi pubblici e
dell’utenza e le mette a
disposizione
privati
dell’utenza
stessa e degli operatori
del centro
Aiuterà gli operatori nella
mappatura
e
nel
coinvolgimento delle altre
realtà
locali
svolgere
un
al
fine
di
servizio
b. Raccolta delle risorse
presenti sul territorio
Allegato B)
uniforme ed esaustivo
Attiverà
percorsi
di
OBIETTIVO
inclusione sociale, sotto il
c. Accompagnamento ai
servizi
SPECIFICO 3:
controllo dei responsabili
d. Ricognizione dei
ATTIVAZIONE DI
dei centri coinvolti, al fine
singoli utenti da
PERCORSI DI
di garantire un costante
inserire nei servizi
INCLUSIONE
supporto
SOCIALE
alle
persone
e. Partecipazione alla
prese in carico
stesura di percorsi
individuali
Contribuirà
alla
fattivamente
organizzazione
di
sensibilizzazione
e
d
animazione del
informative,
in
territorio
incontri,
attività
a. Incontri di
riunioni
accordo con le necessità
del centro ospitante e dei
suoi utenti
I giovani del servizio civile regionale potranno essere impiegati in
mansioni particolari, attinenti al progetto, che prevedono l’utilizzo di
mezzi dell’ente e lo spostamento temporaneo dalla sede di servizio per
particolari
necessità
(es.
servizi
domiciliari,
accompagnamento,
tutoraggio e rilevamento di bisogni specifici).
8) Numero dei giovani da impiegare nel progetto (min. 2, max. 10):
10
9) Eventuale numero ulteriore di soggetti da impiegare (non superiore al 50% di quelli
indicati al precedente punto 8) che l'ente intende autonomamente finanziare,
impegandosi ad anticipare alla regione le somme necessarie per l'intera copertura
delle relative spese prima dell'avvio dei giovani in servizio:
0
10) Numero posti con vitto:
0
11) Numero posti senza vitto:
10
12) Numero ore di servizio settimanali dei giovani (minimo 25, massimo 30):
30
13) Giorni di servizio a settimana dei giovani (minimo 4, massimo 6) :
5
14) Eventuali particolari obblighi dei giovani durante il periodo di servizio:
Partecipazione al percorso formativo previsto e ai corsi di formazione
residenziali anche fuori dal comune e dalla provincia ove si svolge il proprio
Allegato B)
progetto, così come previsto dal percorso di formazione; ogni corso ha la
durata di alcuni giorni.
Partecipazione ai momenti di verifica dell’esperienza di servizio civile con
la Caritas e/o le sedi di attuazione svolti su base periodica (quindicinalemensile) e previsti con momenti residenziali anche fuori dal comune e dalla
provincia ove si svolge il proprio progetto.
Disponibilità
alla
partecipazione
ai
momenti
formativi
e
di
verifica
e
monitoraggio anche se svolti di sabato e di domenica o in altri giorni festivi.
Disponibilità al trasferimento temporaneo della sede in caso di eventi di
formazione e sensibilizzazione.
15) Sede/i di attuazione del progetto (1):
N.
Sede di attuazione del progetto
Comune
Indirizzo (compresa eventuale partizione interna)
N. giovani per sede (2)
1
2
3
5
6
7
8
Comunità “Demetra
Comunità “Il Simbolo”
Comunità “Casa del Vento”
Centro di Ascolto Ponsacco
Caritas San Miniato
Casa Divino Amore
Centro di Ospitalità notturna
Pisa
Pisa
Pisa
Ponsacco
San Miniato
Montopoli in Val d’Arno
Santa Croce sull’Arno
Via Garibaldi, 33 1 Piano
Via Garibaldi, 33 2° Piano
Via Del Fagiano, 7
Via Valdera, 64
Scala Arcivescovado, 1
Via Vallelunga, 2
Via Puglisi, 5
2
2
2
1
1
1
1
(1) le sedi devono essere individuate esclusivamente fra quelle indicate in sede di iscrizione/adeguamento all'albo degli enti di servizio civile regionale, riportando la stessa
denominazione e indirizzo (compresa l'eventuale ripartizione interna, es. scala, piano, palazzina, ecc) indicate sulla procedura informatica SCR.
(2) il numero complessivo di giovani di questa colonna deve coincidere con il numero indicato al precedente punto 8)
16) Nominativo operatore di progetto per singola sede (almeno uno per sede):
Sede di
attuazione del
progetto
Comunità
“Demetra
Comune
Pisa
Indirizzo
Via Garibaldi,
33 1 Piano
Dati OP
Corso di
aggiornamento*
Monzillo Carmela
CORSO
CRESCT
13.02.14
c/o CARITAS
TOSCANA
Nata a Polla (SA) il 20/06/1979
MNZCML79H60G7935
[email protected]
05526770248
De Sena Laura
Comunità “Il
Simbolo”
Pisa
Via Garibaldi,
33 2° Piano
Nata a Pontedera il 17/03/1983
DSNLRA83C57G843T
[email protected]
CORSO
CRESCT
13.02.14
c/o CARITAS
TOSCANA
05526770248
Pierri Rosario
Comunità
“Casa del
Vento”
Pisa
Via Del
Fagiano, 7
Nato a Modica (RG) il 04/06/1973
PRRRSR73H04F258Y
[email protected]
CORSO
CRESCT
13.02.14
c/o CARITAS
TOSCANA
05526770248
Gemignani Cristiano
Centro di
Ascolto
Ponsacco
Nato a Empoli il 05/12/72
Ponsacco
GMGCST72A05D403X
Via Valdera, 64
[email protected]
CORSO
CRESCT
13.02.14
c/o CARITAS
TOSCANA
05526770248
Caritas San
Miniato
MAGNI NADIA
MILANO 23/04/1957
CF MGNNDA57D63F205X
Scala
San Miniato Arcivescovado,
1
[email protected]
05526770248
Zingoni Beatrice
Casa Divino
Amore
Centro di
Ospitalità
notturna
Montopoli
in Val
d’Arno
Santa
Croce
sull’Arno
Via Vallelunga,
2
Nata a San Miniato il 20.01.1968
ZNG BRC 68A60 IO46R
[email protected]
Via Puglisi, 5
05526770248
Bonsignori Martina
09/03/1977
BNSMRT77C49G843Y
[email protected]
05526770248
CORSO
CRESCT
13.02.14
c/o CARITAS
TOSCANA
CORSO
CRESCT
13.02.14
c/o CARITAS
TOSCANA
CORSO
CRESCT
13.02.14
c/o CARITAS
TOSCANA
In allegato CURRICULUM con copia di un documento di identità e codice fiscale leggibili
* Se non svolto: si impegna a svolgerlo entro l'anno:
SI
NO
17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile regionale:
L’azione di promozione del servizio civile regionale rientra in un’iniziativa
allargata di promozione generale del servizio civile di Caritas.
La campagna permanente di promozione del servizio civile si propone di
sensibilizzare l’opinione pubblica ai valori della solidarietà, della pace, della
nonviolenza e della mondialità e in particolare alle possibilità offerte dal servizio
civile e/o altre forme di impegno civile dei giovani.
ATTIVITA’ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE REGIONALE
a) Attività informatica:
Sito Caritas Toscana http://giovanieservizio.caritastoscana.it
b) Attività cartacea:
Stampa di pieghevoli, poster sul servizio civile.
Pubblicazioni su riviste e giornali (Toscana Oggi, settimanale delle diocesi
Toscane)
In collaborazione con la Conferenza Regionale Enti per il Servizio Civile
(CRESCIT), di cui la Caritas Toscana è socia, presentazione pubblica del
rapporto annuale.
c) Spot Radio
Spot promozionali su Radio Toscana (www.rtn.it)
d) Incontri sul territorio
In collaborazione con la Conferenza Regionale Enti per il Servizio Civile
(CRESCIT), di cui la Caritas Toscana è socia, giornata regionale del servizio
civile in Toscana.
ATTIVITA’ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE
a) Attività informatica:
Sito delle singole Caritas diocesane.
b) Attività cartacea:
Stampa di pieghevoli, poster sul servizio civile.
Elaborazione di volantini e diffusione di Cd sulle attività
c) Spot Radio e TV
Spot promozionali su Radio Toscana (www.rtn.it) e Tele San Domenico
(www.tsdtv.it)
d) Incontri sul territorio
Incontri con parrocchie, scuole, associazioni del territorio
Il totale delle ore di sensibilizzazione e promozione del servizio civile
regionale ammonta a 42 ore.
18) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati di progetto:
Le attività di monitoraggio sono rivolte a rilevare le attività di progetto che si
realizzano:
1. in riferimento a quanto previsto per il raggiungimento degli
obiettivi inerenti i beneficiari del progetto.
2. in riferimento a quanto previsto per i giovani che vi partecipano
Per quanto concerne il punto 1, le attività del progetto sono monitorate tramite
rilevazione svolta dagli operatori di progetto per mezzo di una scheda di
rilevazione compilata su base bimestrale.
Per quanto concerne il punto 1) si utilizzano gli strumenti seguenti.
Strumenti per i VOLONTARI
-
Tre questionari ai volontari
-
Colloqui individuali dei ragazzi con il responsabile servizio civile di Caritas
e gli op. Oggetti del colloquio: verifica del servizio; formazione generale
(Caritas) e specifica; la relazione nel gruppo. Frequenza: almeno 3 volte
l’anno con il responsabile servizio civile di Caritas, almeno mensile con gli
op;
-
riunioni di confronto e verifica al 6° mese per condivisione problematiche
trasversali emerse dai questionari. Partecipano i responsabili e i
formatori.
Strumenti per gli OPERATORI DI PROGETTO
-
Incontro di inizio servizio (entro il 1° mese) tra il referente di Caritas e
l’op al fine monitorare le fasi di inserimento/accompagnamento;
-
Questionario al 4° mese
-
Incontro al 6° mese: restituzione e confronto su dati questionari volontari
e questionari op. Partecipano anche i formatori.
-
Questionario a fine servizio entro 1 mese dalla conclusione del
servizio.
-
Incontro finale per condividere le valutazioni sugli aspetti più importanti.
Partecipano anche i formatori.
Strumenti per i FORMATORI
-
Questionario di fine percorso per la valutazione complessiva della
formazione generale, specifica e la formazione agli op.
-
Scheda registro presenze corsi formazione generale.
-
Scheda monitoraggio contenuti e metodologie dei corsi di formazione
generale.
19) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti
dalla legge regionale 25 luglio 2006, n. 35:
NESSUNO
20) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive utilizzate per l'acquisto di beni o servizi destinati ai
giovani in servizio:
Ai giovani selezionati per il servizio civile l’ente CARITAS TOSCANA garantisce
i seguenti percorsi di formazione, sostenendo i costi di iscrizione e
frequenza.
a) Formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, che consente al
Datore di Lavoro di assolvere gli obblighi previsti dal D.lgs 81/08 - art 37
in materia di prima formazione ed aggiornamento dei propri lavoratori,
così come individuati dall'art. 2 del Decreto Legislativo 81 del 2008 e
secondo i contenuti e la durata previsti dall'Accordo Stato Regioni del
21/12/2011.
b) Formazione su emergenze antincendio, per attività a rischio basso,
con lo scopo di ottemperare all'obbligo di formazione previsto dal D.Lgs.
81/2008 e dal D.M. 10 marzo 1998. Come dettato dal Decreto Legislativo
n. 81/2008, i lavoratori incaricati dell'attività di prevenzione incendi e di
evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato
devono ricevere un'adeguata e specifica formazione e un aggiornamento
periodico.
c) Formazione di primo soccorso, mirata a fare acquisire le nozioni
relative al primo intervento interno e all'attivazione degli interventi di
pronto soccorso.
d) Formazione alimentaristi ex HACCP, volto a fornire le competenze
necessarie per individuare le più opportune procedure di prevenzione dei
rischi che si possono manifestare durante il processo produttivo di generi
alimentari oltre ad apprendere come eliminare i principali pericoli per la
salute dei consumatori.
1) Formazione per operatori interculturali, mirata a coinvolgere e
responsabilizzare i giovani sui temi dell’immigrazione, della diversità,
dell’accoglienza promuovendo una cultura orientata alla pace, alla
mutualità,
alla
convivenza,
promuovere
un
dialogo
basato
sulla
partnership, sul riconoscimento reciproco, attraverso l’incontro tra generi,
culture,
aiutare
gli
aspiranti
volontari
a
prendere
maggiore
consapevolezza di aspetti del proprio sé, che possono essere di aiuto
anche nell’incontro con l’altro, migliorando l’efficacia degli interventi di
aiuto.
I corsi sono tenuti da personale qualificato e prevedono il rilascio di un
Attestato di Frequenza, rilasciato da Agenzia Formativa Accreditata.
TABELLA DEI COSTI DI ISCRIZIONE INDIVIDUALE A CIASCUN CORSO
TITOLO CORSO
Durata CORSO
Costo
in h
ISCRIZIONE
1
Sicurezza nei luoghi di lavoro
8
140 €
2
Emergenze anticendio
8
240 €
3
Primo soccorso
8
160 €
4
Alimentaristi ex HACCP
16
360 €
5
Operatori Interculturali
30
450 €
70
1350 €
Totale
In allegato preventivo dell’agenzia formativa titolare del corso.
21) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:
In ogni sede saranno messi a disposizione le seguenti:
Risorse tecniche e strumentali previste
Stanza colloqui, scrivania, sedie, cancelleria, penne.
2 computer con accesso internet, 2 stampanti, bacheca, pennarelli,
puntine
Viveri, alimenti per l’infanzia (forniti da Coop e Banco Alimentare),
vestiario usato, scarpe, bagno per docce e igiene personale, buoni
mensa. Stanza/magazzino e banco di legno per la distribuzione.
Automezzo per trasporto
Scheda cartacea regionale Caritas, scrivania, penne, schedari con
chiave a chiusura
Software Mirod-Lotus Notes, manuale di spiegazione della Caritas
regionale, computer con accesso internet
Computer accesso internet, programmi informatici elaborazione dati,
mailing list, telefono
Stanza colloqui, documentazione per parametri di riferimento quali:
individuazione Minimo Vitale INPS per l’anno in corso, parametri di
lettura ISEE. Accesso internet
Rubrica telefonica con i numeri di riferimento utili, telefono
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
22) Competenze e professionalità acquisibili dai giovani durante l’espletamento del servizio,
certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:
COMPETENZE
E
PROFESSIONALITA’
CERTIFICATE
DALL’ENTE
PROPONENTE IL PROGETTO
Per tutti coloro che concludono il Servizio Civile Regionale è previsto il rilascio di
un attestato da parte di Caritas Toscana in cui vengono riportate la tipologia del
servizio svolto e le competenze che vengono conseguite durante il servizio.
Inoltre la singola Caritas diocesana responsabile del progetto rilascia – su
richiesta dell’interessato e per gli usi consentiti dalla legge – una ulteriore
documentazione più dettagliata e particolareggiata.
Il progetto consente l'acquisizione delle seguenti competenze riconosciute e
certificate da Caritas Toscana:
-
Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani
interessati alle attività organizzate dall’associazione.
-
Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla
cortesia
-
Collaborare con i professionisti coinvolti nel progetti, in relazione ai propri
compiti e ai risultati da raggiungere
-
Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non
-
Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e
orari
-
Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità
-
Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza
-
Lavorare in team per produrre risultati collettivi
-
Assumere le necessarie decisioni gestionali in sufficiente autonomia, seppur
nell’ambito di sistemi e procedure già calibrati e condivisi
-
Collaborare con il Personale dell’Ente e con i colleghi.
COMPETENZE E PROFESSIONALITA’ CERTIFICATE DALL’ENTE TERZO
“SOLIDARIETA’ CARITAS – ONLUS” (agenzia formativa riconosciuta
dalla Regione Toscana) come da convenzione allegata
COMPETENZE SPECIFICHE
-
Conoscere i principali aspetti della normativa sull’immigrazione.
-
Sapere promuovere attività socio-culturali per la sensibilizzazione del
territorio.
-
Saper progettare interventi di rete atti alla reintegrazione dell’immigrato nel
contesto sociale di origine.
-
Conoscere le condizioni sociali, politiche e culturali del Paese di provenienza
del profugo.
-
Applicare tecniche di animazione, socializzazione e di gioco per favorire
l’integrazione dei singoli e dei gruppi.
-
Essere in grado di accompagnare e supportare l’individuo nell’attività di
ricerca e studio.
-
Collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di
socializzazione, di ricostruzione della rete relazionale.
-
Possedere capacità di accoglienza e di ascolto di persone straniere (minori e
adulti) provenienti da qualsiasi paese.
-
Possedere capacità di relazione con persone di culture diverse.
-
Possedere capacità di accompagnare i minori stranieri nelle attività di
animazione e socializzazione.
-
Possedere capacità di accompagnare le persone straniere (minori e adulti)
nel processo di integrazione sociale.
-
Possedere capacità di mediazione culturale e di confronto.
-
Essere in grado di orientare al lavoro e ricercare opportunità lavorative per
persone disagiate.
-
Conoscere le modalità di assistenza legale per gli immigrati.
Formazione generale dei giovani
23) Sede di realizzazione:
NUCLEO GIOVANI E SERVIZIO CARITAS TOSCANA
VIA DEI PUCCI 2 – 50122 FIRENZE
Potranno essere individuate sedi diverse in caso di formazione
residenziale.
24) Modalità di attuazione:
LA FORMAZIONE VIENE SVOLTA DALL’ENTE CON FORMATORI DELL’ENTE
25) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
A partire dai contenuti previsti per la formazione generale il percorso di
formazione generale si attua con le seguenti tecniche e metodologie.
Metodologia
Per ogni obiettivo formativo viene considerato:
- la coscientizzazione: essere/divenire consapevoli di sé, dell’altro, del mondo
- dalla conoscenza della realtà al saper comunicare la realtà
- dal sapere di essere nella realtà al saper stare nella realtà
- dal saper fare al saper fare delle scelte
- dallo stare insieme al cooperare
ed in relazione a questi livelli la dimensione:
- individuale della persona
- la famiglia, il gruppo, la comunità di appartenenza
- la società, il mondo
attraverso:
- lezioni frontali (almeno il 50% del monte ore complessivo)
- elaborazione dei vissuti personali e di gruppo, simulazioni, lavori in gruppo e
riflessioni personali (almeno il 20% del monte ore complessivo)
- testimonianze e/o visite ad esperienze significative
Articolazione della proposta di formazione previste
totale nei primi cinque mesi dall’avvio del progetto: 42 ore.
La proposta è articolata in un percorso di formazione caratterizzato da:
-
corso di inizio servizio di alcune giornate nel primo mese di servizio.
-
incontri di formazione permanente di alcune ore o al massimo di 1-2
giornate ciascuno.
Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio e periodici dal 5° al
12° mese (vedi il piano di monitoraggio interno descritto), verranno
proposti
anche
degli
approfondimenti
tematici
a
partire
dalla
verifica
dell’esperienza svolta nell’incontro di monitoraggio.
Numero verifiche previste e relativi strumenti utilizzati anche per la
misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti
Nella fase di accesso al servizio: verifica attraverso scheda conforme a livello
nazionale per la valutazione del tirocinio osservativo e del successivo tirocinio
pratico .
Durante il servizio civile: valutazione attraverso scheda di verifica a conclusione
dei singoli moduli formativi. Successive condivisioni e confronti in gruppo.
26) Contenuti della formazione:
A partire dai contenuti previsti per la formazione generale si propone una
formazione generale che preveda due fasi:
Una prima fase di 33 ore che tiene conto delle indicazioni delle “Linee guida per
la formazione generale dei volontari” in cui presentare ad un primo livello i
singoli argomenti che saranno poi, dove necessario, approfonditi a partire dalle
esigenze del gruppo.
Verranno unificate alcune tematiche all’interno dei momenti previsti e verrà
dedicato il primo periodo all’aspetto formativo istituzionale (una giornata
settimanale).
La tempistica verrà modulata secondo la tabella sottostante:
Moduli
 L’identità del
gruppo in
formazione
 Dall’obiezione di
coscienza al servizio
civile nazionale:
evoluzione storica,
affinità e differenze
tra le due realtà
 Il dovere di difesa
della Patria
 La difesa civile non
armata e
nonviolenta
 La protezione civile
 La solidarietà e le
forme di
cittadinanza
Sostenere l’esperienza
e la sua rielaborazione
Favorire l’attenzione
alla cura delle
relazioni
Sostenere la
motivazione
Sostenere
l’orientamento per il
futuro
Comprendere il
significato di
concorrere alla difesa
della patria
Favorire l’educazione
alla solidarietà, alla
cittadinanza attiva,
alla pace e alla
responsabilità
ambientale
 Servizio civile
nazionale,
associazionismo e
Conoscere il sistema
volontariato
del Servizio Civile
 La normativa
Nazionale
vigente e la Carta di
impegno etico
 Diritti e doveri del
Tempistica
Modalità (1)
3+3
1F–5I
2
2F
2
2F
2
1F–1I
3
2 F – 1I
3
2F–1I
3
2F–1I
2
1 F – 1I
2
2F
volontario del
servizio civile
 Presentazione
dell’Ente
 Lavoro per progetti
 Il lavoro per
progetti
Conoscere la Caritas
come ente ecclesiale
La progettazione in
ambito sociale
Abilitare e sostenere
la comunicazione e
l’animazione del
territorio durante e
dopo il servizio
4
3F–1I
2
1F–1I
2
1F–1I
33
20 F – 13 I
(1) F: lezione frontale; I:dinamiche non formali
Fermo restando le ore complessive di formazione ed i temi, l’articolazione della
proposta sarà adattata in base al gruppo dei volontari in formazione.
Al termine della prima fase verranno proposti alcuni strumenti per verificare il
gradimento e l’interesse dei giovani rispetto a tutte le tematiche presentate, in
modo da programmare il restante percorso formativo.
Una seconda fase di 9 ore circa dove sarà possibile dedicare più attenzione e
tempo ad alcune tematiche rispetto ad altre partendo dalle esigenze e dalle
risorse dei giovani e delle realtà locali. Si approfondiranno gli stessi contenuti
affrontati nella prima fase e si individueranno altre tematiche in base alle
esigenze ed alla situazione del gruppo particolare di volontari.
Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio (vedi il piano di
monitoraggio
interno),
verranno
proposti
anche
degli
approfondimenti
tematici, inerenti ai contenuti di formazione generale, a partire dalla verifica
dell’esperienza svolta.
27) Durata (espressa in ore):
Il progetto prevede un percorso formativo generale di 42 ore.
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei giovani
28) Sede di realizzazione:
La sede di realizzazione della FORMAZIONE SPECIFICA sarà presso le
SEDI DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO.
Potranno essere individuiate sedi diverse in caso di formazione
residenziale.
29) Modalità di attuazione:
LA FORMAZIONE VIENE SVOLTA DALL’ENTE CON FORMATORI DELL’ENTE
30) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
La formazione specifica viene curata in collaborazione con le sedi di attuazione
intende fornire un bagaglio di conoscenze e competenze di carattere
teorico e pratico legate alle specifiche attività previste dal progetto ed ha come
obiettivo un positivo inserimento nel contesto del servizio in modo da garantire il
buon operato del giovane in servizio civile in riferimento al contesto in cui svolge
il servizio.
Metodologia

Accompagnamento ed affiancamento personale stabile del giovane
all’interno delle sedi operative per tutto il periodo del servizio;

Formazione sul campo;

Incontro
di
accoglienza
iniziale:
presentazione
della
sede
di
realizzazione del progetto, delle attività svolte, del ruolo e delle
responsabilità richieste al volontario;

Incontri settimanali:
di
verifica e programmazione insieme agli
operatori della sede di progetto al fine di confrontarsi sui casi, sulle
difficoltà incontrate, e per trasmettere i contenuti formativi necessari allo
svolgimento delle singole attività del centro, per il raggiungimento degli
obiettivi previsti dal progetto;

Incontri di supervisione mensile: in totale sono previste 12 ore di
verifica: fornire al volontario la possibilità di esternare il proprio vissuto
emotivo in ordine al rapporto con gli utenti e con gli operatori del centro;

Partecipazione ad eventi formativi rivolti agli operatori dei centri;

Incontro di bilancio finale per effettuare una valutazione condivisa
dell’esperienza dl volontariato.
Da realizzare attraverso:
- lezioni frontali;
- elaborazione dei vissuti personali e di gruppo, simulazioni, lavori in
gruppo e riflessioni personali, gruppi verifica.
31) Contenuti della formazione:
Tempistica
Moduli
(ore di
intervento)
Per riscoprire e valorizzare la persona: la
relazione d’aiuto con la persona in difficoltà
3
Modalità
(1)
Il disagio sociale e la devianza
2
2F–1I
Il ruolo dell’operatore in servizio civile:
identità e compiti
3
Modalità di approccio nella relazione
d’ascolto: tecniche di relazione
2+3
La normativa sul trattamento dei dati (ai
2F+3 I
sensi de codice sulla privacy, DLgs. 196/03)
per la compilazione schede
2
L’ascolto e gestione di un colloquio (con
adulti, minori, famiglie…)
2+3
Il primo contatto nella relazione di aiuto alla
persona
2
2F - 3I
Le principali forme di contrasto al disagio e
all’emarginazione sociale (adulto, familiare,…)
3
Lettura dei bisogni e comprensione delle
problematiche.
4
Stili di vita e di condivisione fra le diversità
all’interno di un istituto o associazione
2+2
Il processo di superamento del disagio e
3F – 1I
dell’emarginazione: dalla prima accoglienza
all’integrazione sociale
3
Conoscenza e orientamento ai servizi sociali
territoriali: modalità di accesso.
4+2
4F – 2I
Il funzionamento delle strutture di
accoglienza: regole, metodologia, gestione.
2+1
La comunità educante: la vita comunitaria
3
2F – 1I
Per un approccio corretto al disagio: capirlo,
accoglierlo. tipologie di disagio.
4
La normativa di riferimento su immigrazione,
ricongiungimenti, richiedenti asilo
4+2
4F – 2I
La normativa di riferimento per la
concessione delle residenze, accesso alle
strutture di salute mentale, servizi dei centri
per l’impiego, riconoscimento invalidità e
7F – 3I
7+3
pensioni
3+1
Normativa di riferimento di diritto carcerario
72
F: lezione frontale; I:dinamiche non formali
3F – 1I
32) Durata (espressa in ore):
Il progetto prevede un percorso formativo specifico di 72 ore totali.
Altri elementi
33) Presenza di almeno una delle altre figure previste per la gestione del servizio civile
regionale (diversa dall'Operatore di Progetto) che nell'ultimo anno abbia frequentato il corso
di formazione o/e/o aggiornamento programmato dalla Regione Toscana (o si impegni a
parteciparvi entro l'anno in cui si realizza il progetto):
DEBORA CEI – COORDINATORE DI PROGETTO
CORSO CRESCIT 30/01/2014
c/o CARITAS TOSCANA – FIRENZE
si impegna a svolgerlo entro l'anno:
SI
NO;
34) Impegno a far partecipare i giovani aderenti al progetto alla formazione aggiuntiva
programmata dalla regione Toscana:
SI

NO
35) Attestazione che all'interno del medesimo bando sono stati presentati progetti per un
numero complessivo di posti inferiori al 50% di quelli richiedibili in base alla categoria
di appartenenza:
SI
NO

n° progetti presentati: ______
n° posti richiesti complessivamente: _________
36) Impegno a far partecipare i giovani aderenti al progetto ad almeno due manifestazioni,
eventi o attività di carattere regionale inserite nel sistema delle politiche giovanili della
regione Toscana:
SI

NO
37) Coprogettazione tra i seguenti enti (è necessario allegare l'accordo sottoscritto dagli
enti per la coprogettazione, da cui risulti l'ente capofila):
Denominazione ente
Codice RT
Categoria d'iscrizione all'albo SCR Ente pubblico o privato
Il sottoscritto ALESSANDRO MARTINI nato a SCANDICCI (FI) il 08.10.1959 in qualità di delegato
regionale/ responsabile legale dell'ente CARITAS TOSCANA dichiara che l'ente che rappresenta
è in possesso di tutti i requisiti previsti per l'iscrizione all'albo degli enti di servizio civile regionale
(art. 5 comma 1 legge regionale n. 35 del 25/07/2006).
Firenze, 22 MAGGIO 2014
Il Responsabile legale dell’ente
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scheda progetto per l`impiego di volontari in