Allegato B) SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE REGIONALE IN TOSCANA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CARITAS TOSCANA 2) Codice regionale: RT 1C00344 2bis) Responsabile del progetto: (Questa figura non è compatibile con quella di coordinatore di progetti di cui al punto 2 ter né con quella di operatore di progetto di cui al successivo punto 16) - NOME E COGNOME: MORELLI EMANUELE DATA DI NASCITA: 08/08/1961 PISA CODICE FISCALE: MRLMNL61M08G702H INDIRIZZO MAIL: [email protected] TELEFONO: 05526770248 CURRICULUM VITAE E COPIA DOCUMENTO IDENTITA' E CODICE FISCALE DA ALLEGARE ALLA SCHEDA PROGETTO 2ter) Coordinatore di progetti (da individuare tra quelli indicati in sede di adeguamento/iscrizione all'albo degli enti di servizio civile regionale): - DEBORA CEI CARATTERISTICHE PROGETTO 3) Titolo del progetto: DISAGIO E POVERTA’ PISA 2014_2 4) Settore di intervento del progetto: Tutela dei diritti sociali e di cittadinanza delle persone, anche mediante la collaborazione ai servizi di assistenza, prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale. 4bis) Codice identificativo dell'area di intervento: AREA GEN. 5) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili: Il progetto si sviluppa nell’area territoriale di Pisa. In particolare da una lettura dei dati dell’OSSERVATORIO REGIONALE DELLE POVERTA’ promosso da Caritas Toscana in collaborazione con la REGIONE TOSCANA (accordo di collaborazione Regione Toscana – Caritas Toscana 2013/2015 delibera GR 760/2013) si evidenziano i dati che seguono in Allegato B) relazione alle aree di intervento del progetto “DISAGIO E POVERTA’ PISA 2014_1”. SINTESI GRAFICA DEI DATI OSSERVATORIO REGIONALE CARITAS LA DIOCESI DI PISA Nel 2013 il CdA diocesano ha incontrato circa 1050 persone, prevalentemente straniere, che si collocano soprattutto nella classe di età centrale. Il 53% sono coniugate ed hanno almeno 1 figlio convivente. Rispetto al contesto territoriale, sono tradizionalmente sovrarappresentate alcune caratteristiche quali: la separazione/divorzio (19%) e la disoccupazione (68%). Con riferimento al contesto pisano abbiamo richiesto di collaborare nella ricerca dei dati sia a realtà interne che esterne al circuito Caritas. In particolare: il responsabile del Centro d'Ascolto Diocesano la responsabile dello Sportello Percorsi, sportello interno al CdA Diocesano specificamente rivolto ai cittadini stranieri. il Progetto Homeless l’ Associazione Sante Malatesta. RISORSE CARITAS NEL TERRITORIO PISANO Le risorse di cui disponiamo sono: Sportello Unico per la prima accoglienza e dell’ascolto; Sportello Percorsi: specifico per i cittadini stranieri, con l’obiettivo di sostenere il loro percorso di inserimento; Sportello "Sante Malatesta": sportello per studenti provenienti dai Paesi più poveri del mondo che si iscrivono alle università italiane; Sistema mense e dei pacchi spesa: due mense diurne attualmente presenti sul territorio comunale (mensa di S. Francesco e del Cottolengo) Allegato B) ed una serale, aperta nei mesi invernali (Santo Stefano) e la distribuzione di pacchi spesa; Osservatorio diocesano: attività di ricerca e di riflessione sui temi del disagio e delle povertà. Il Progetto Homeless è un sistema di interventi che intende favorire la promozione del diritto di cittadinanza delle persone senza dimora. E’ nato, proprio su impulso della Caritas Diocesana di Pisa, nel 1996 e ha visto sin dall’inizio il coinvolgimento di soggetti istituzionali che hanno garantito il finanziamento del progetto (Comune di Pisa e Società della Salute della Zona Pisana) e di soggetti del privato sociale che ne hanno attuato i diversi interventi (Cooperative sociali Il Simbolo, Il Cerchio e Il Melograno). Sono parte attiva nel progetto anche le associazioni di volontariato Amici della Strada e Ronda della Carità. La struttura che ospita le attività del progetto si trova in via Conte Fazio a Pisa, nel quartiere di Porta a Mare ed e’ stata recentemente ristrutturata grazie ad un contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa. Il centro ospita un asilo notturno, un centro diurno ed uno sportello d’ascolto. Per il Progetto Homeless ha collaborato alla realizzazione dell'intervista, il coordinatore. L'Associazione Sante Malatesta gestisce un Centro di Ascolto per studenti stranieri universitari provenienti da Paesi in via di sviluppo o soggetti a fenomeni bellici o di gravi turbamenti politici e sociali. Fondata nel 1999 da un gruppo di docenti dell’Università di Pisa, ha ottenuto l’adesione di numerosi soci. Essa “si propone di fornire sostegno agli studenti stranieri, iscritti alle istituzioni universitarie pisane, provenienti dai Paesi in difficoltà, al fine di favorire il loro inserimento nella vita universitaria e cittadina, riducendo, o eliminando, i momenti di disorientamento e di difficoltà della loro integrazione socioeconomico-culturale” (Art. 1 dello Statuto).“L'Associazione offre il suo aiuto a tutti gli studenti stranieri di cui all'art. 1, senza discriminazione politica, di sesso, razza, lingua, cultura, religione, ceto sociale”. Ha collaborato alla realizzazione dell'intervista un volontario dell'associazione. Per quanto riguarda le risorse presenti a livello diocesano, ma più correttamente riferito al contesto cittadino, nella quasi totalità dei casi le medesime risorse a sostegno di povertà e disagio: centri di ascolto, asilo notturno (accoglienza notturna), centri diurni, mense, Centro per stranieri, Associazione Casa della donna e Donne in movimento, Struttura Caritas per l'emergenza abitativa, servizio di pacchi spesa, servizio docce, sportello ACLI-Caritas per la ricerca di lavoro, associazioni per l'insegnamento della lingua italiana quali CTP, Agorà, Ass. Al Alif. Allegato B) I BISOGNI EMERSI Fatta eccezione per il Centro d'Ascolto diocesano al quale si rivolgono tipologie spesso diversificate di persone (prevalentemente senza dimora, rom, famiglie), per le altre realtà coinvolte si tratta di sportelli dedicati a tipologie specifiche di persone/problematica. In particolare, il progetto Homeless è appunto rivolto a persone senza dimora, italiane e straniere; l'associazione Sante Malatesta interviene a favore di studenti universitari stranieri e lo Sportello Percorsi accoglie uomini e donne straniere e le sostiene soprattutto nel disbrigo di pratiche legate ai processi di regolarizzazione. E' per tale ragione che, se è vero che sullo sfondo emergono macroproblematiche trasversali (disagio abitativo, mancanza di un lavoro, problemi di salute) che accomunano la quasi totalità delle persone incontrate, ciascun sportello/CdA si trova nello specifico a gestire richieste spesso molto specifiche e differenziate tra loro. Progetto Homeless intercetta più frequentemente problematiche abitative, sanitarie ma anche familiari, di dipendenza da sostanze, da alcool e da gioco, oltre a problemi psichici. L'Associazione Sante Malatesta riceve prevalentemente richieste di sostegno nel pagamento delle tasse universitarie, dei libri, nella ricerca dell'alloggio. Lo sportello Percorsi incontra invece cittadini stranieri prevalentemente senza permesso di soggiorno, cittadini stranieri con permesso di soggiorno per cure mediche, persone che richiedono il ricongiungimento familiare e/o alloggio per loro stessi e loro familiari, oltre a studenti stranieri di scuole di specializzazione superiori che vedono interrotte le proprie borse di studio e, con specificoriferimento all'ultimo anno, persone che richiedono sostegno nella redazione della dichiarazione di presenza sul territorio nazionale, necessaria per la dichiarazione di emersione. Lo Sportello Percorsi incontra inoltre persone che denunciano problematiche di “migrazione interna” o verso altri paesi della Comunità Europea per uscire dall'Italia, ma anche per raggiungere in altre città amici/parenti che propongono attività lavorative (per lo più stagionali). Tra le problematiche denunciate: mancanza di lavoro, mancanza di alloggio, necessità di mantenimento delle famiglie rimaste nel paese d'origine. RISORSE UMANE A DISPOSIZIONE Oltre all'importante impegno garantito dalle risorse volontarie, emerge l'esistenza di una rete piuttosto significativa di figure professionali di volta in volta coinvolte: assistenti sociali, educatori, operatori sociali, operatori di strada, mediatori, podologi, tecnici informatici, avvocati, sociologi, psicologi, counselor. A tali figure si aggiunge infine l'impegno quotidiano di servizio civilisti e/o tirocinanti. Allegato B) In generale, con riferimento alle specifiche figure, in molti casi viene evidenziato come la multidisciplinarità, oltre a rappresentare una ricchezza per i centri e gli sportelli consenta di aggiungere alle competenze specifiche di ciascuno, il proprio bagaglio di relazioni e contatti, messe a disposizione e al servizio dei centro e degli sportelli stessi. Con riferimento alle relazioni esistenti con il privato sociale, le istituzioni, ecc. e il lavoro di rete esistente e/o potenziale si evidenziano livelli di formalizzazione e di strutturazione fortemente diversificati. Nell'ambito del Progetto Homeless, progetto istituzionale del territorio, ad esempio, emergono strumenti di raccordo e di aggiornamento strutturati che prevedono riunioni settimanali di coordinamento tra i moduli ed incontri di equipe all'interno dei singoli moduli, oltre ad una riunione mensile con la Società della Salute, una riunione mensile con i volontari ed una riunione periodica con Società della Salute, Polizia, Polfer, Carabinieri, Vigili Urbani e operatori del Pronto Soccorso. A questi si aggiungono incontri periodici con l'Assessore e con il Sindaco; con la cittadinanza e con le scuole in un'ottica di mediazione territoriale e sociale. Infine, si segnala un protocollo d'intesa con l'Azienda Ospedaliera per l'invio delle emergenze sanitarie e con l'Azienda per il diritto allo studio per il ritiro dei pasti non erogati. Con riferimento agli altri centri e sportelli esistono senza dubbio scambi anche quotidiani con i livelli istituzionali (es. Servizi Sociali, Questura, Prefettura, Centro per l'Impiego) e sono attivi, soprattutto con riferimento alle realtà Caritas, protocolli d'intesa all'interno dei quali è prevista la partecipazione a tavoli provinciali, consigli territoriali per l'immigrazione, momenti di confronto ed incontri formativi-informativi sulle tematiche specifiche del disagio. Infine, anche se in modo informale e non necessariamente strutturato, viene trasversalmente descritta una rete piuttosto fitta e capillare con cooperative di tipo A e B, Centro Antiusura, associazioni di settore, e così via. FOCUS SU MINORI E COMUNITA’ Nella città di Pisa sono presenti 3 comunità educative per minori e per madri nucleo-bambino. Si tratta di strutture accreditate convenzionate con la ASL di Pisa e attive dal 1996. Esse lavorano in stretta collaborazione con i diversi servizi presenti sul territorio (1 CENTRO AFFIDI, 1 CONSULTORIO MATERNO INFANTILE per extracomunitari, 2 CONSULTORI ADOLESCENTI, 3 COMUNITA’ DI PRONTA ACCOGLIENZA, 1 COMUNITA’ A DIMENSIONE FAMILIARE “CROCE DEL SUD”, 1 CENTRO PER LA TUTELA DELL’INFANZIA E DELLA FAMIGLIA). Dall’avvio delle attività (1996) al 31 Dicembre 2012 le tre Comunità hanno accolto in totale 367 minori, di cui 126 femmine e 241 maschi (Tab.1). La maggioranza assoluta degli inserimenti ' avvenuta su richiesta dell’Area Pisana, segno evidente dell’intenso lavoro svolto a livello territoriale. Allegato B) Tabella 1 – Totale minori accolti per servizio richiedente l’inserimento. 1996-2012 Ente richiedente Maschi Femmine Totale % ASL 5 Pisa 205 101 306 83,4 Altri enti 36 25 61 16,6 Totale 241 126 367 100,0 Fonte: ns. elaborazione sulla base dei dati forniti da Cooperativa Sociale Il Simbolo, Pisa Rispetto alle caratteristiche dei ragazzi emerge chiaramente come essi siano stati di nazionalità prevalentemente straniera (91,2%). La distribuzione per cittadinanza dimostra di risentire dei flussi migratori propri dello specifico momento. In effetti, emerge chiaramente che le nazionalità maggiormente rappresentate sono quella albanese e macedone, rispettivamente il 30,5 ed il 21,9% dei minori stranieri accolti (Tab.2). Tabella 2. – Minori stranieri accolti, provenienti dalla ASL Pisa, per cittadinanza. 1996-2012 Totale % Albania 85 30,5 Macedonia 61 21,9 Croazia 41 14,7 Romania 40 14,3 Serbia 20 7,2 Marocco 9 3,2 Cina 8 2,9 15 5,3 279 100,0 Altre nazionalità Totale Fonte: ns. elaborazione sulla base dei dati forniti da Cooperativa Sociale Il Simbolo, Pisa. I bisogni che emergono all'interno delle 3 strutture sono: 1) AMPLIAMENTO DEI SERVIZI OFFERTI DALLE SEDI OPERATIVE attraverso la realizzazione di laboratori ludico-espressivi per il potenziamento della sfera cognitivo-relazionale per i minori di età compresa tra 0 e 3 anni. Il contesto familiare da cui provengono i minori più piccoli (0-3 anni) presenta infatti un generale elemento di criticità rispetto sia all’accudimento, sia alla capacità di stimolazione. I contesti di riferimento risultano in tal senso “poveri” e non pienamente adeguati per favorire il normale percorso di sviluppo dei bambini; 2) SUPPORTO AGLI OPERATORI DELLE SEDI OPERATIVE per la strutturazione di momenti di affiancamento in attività di doposcuola. Il percorso scolastico dei minori presenta, in alcuni casi, elementi di criticità che si manifestano in un rendimento non pienamente sufficiente o nella scarsa consapevolezza rispetto al percorso formativo che si è intrapreso. Allegato B) 3)ATTIVAZIONE DI PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIALE per il sostegno nei percorsi scolastici, lavorativi e di regolarizzazione (per i minori stranieri). Emerge infatti una generale difficoltà di orientamento e di autonomia, che si manifesta soprattutto nella fase di ricerca. La maggior parte dei minori stranieri, infine, mira alla regolarizzazione attraverso il conseguimento del permesso di soggiorno, e, per questa via, al raggiungimento degli obiettivi necessari a garantire la progressiva autonomia (una casa ed un lavoro). FOCUS SU SUPPORTO POST-ORARIO SCOLASTICO La scuola dell’infanzia rappresenta un momento fondamentale per lo sviluppo di identità, autonomia e competenze delle bambine e dei bambini dai tre ai sei anni. Essa ha come finalità la messa in atto di un processo educativo che elimini ogni forma di discriminazione e di selezione. Ogni bambino deve potersi integrare nell’esperienza educativa che essa offre, così da essere riconosciuto e riconoscersi come membro attivo della comunità scolastica, coinvolto nelle attività che vi si svolgono. Il territorio coinvolto dal progetto è quello interno al Vicariato di Pisa Nord-Ovestl e comprende i quartieri periferici di Barbaricina e del C.E.P., estendendo il suo territorio fino al mare attraverso la Tenuta di San Rossore. Si tratta del territorio posto alla periferia occidentale della città. All'interno di questo contesto i dati istat al 1 gennaio 2012 evidenziano una popolazione complessiva che ammonta a oltre 3.000 bambini di età compresa tra 2 e 6 anni. Comune di Pisa – popolazione residente al 1 Gennaio 2012 per età Età Totale 2 640 3 708 4 660 5 614 6 641 Totale 3263 Fonte: www.demo.istat.it I bisogni che sa esse emergono sono: 1) bisogno di nuove flessibilità per rispondere alle fatiche dei genitori per conciliare tempi lavorativi con i tempi dei servizi, con particolare attenzione ai nuclei monoparentali, attraverso un AMPLIAMENTO DEI SERVIZI OFFERTI DALLE SEDI OPERATIVE; 2) SUPPORTO AGLI OPERATORI DELLE SEDI OPERATIVE per l'organizzazione e strutturazione degli spazi e dei materiali, aiuto all’operatività dei gruppi e allo svolgimento dei laboratori stessi; 3) ATTIVAZIONE DI PERCORSI DI PERCORSI DI SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA' integrare le proposte di Allegato B) attività routinarie con percorsi al di fuori dell’orario scolastico organizzare attività del nido o finalizzati ad eventi particolari supporto alle attività di laboratorio sia con i bambini e le bambine che con i loro genitori. Le scuole dell'infanzia si stanno sviluppando anche come luogo di educazione permanente, come servizio di comunità, centro di orientamento educativo dove l’educazione si coniuga con la formazione dei giovani e degli adulti nella prospettiva della promozione del benessere persona le, familiare e comunitario e per migliorare le capacità di comunicazione e di relazione degli adulti con i bambini/le bambine. CONCLUSIONI E PROSPETTIVE Come detto, aldilà degli specifici protocolli attivati all'interno dei singoli progetti/centri/servizi, i rapporti funzionano prevalentemente in modo informale attraverso una conoscenza ed una stima reciproche costruite nel corso degli anni e questo è anche il risultato del fatto che ogni persona che lavora in Caritas e nelle realtà associative coinvolte, si porta dietro il proprio bagaglio di relazioni e contatti che poi mette al servizio del progetto/centro/servizio. Venendo alla sensazione di adeguatezza/inadeguatezza si evidenzia chiaramente che le risorse a disposizione sono effettivamente inadeguate e questo emerge con maggior forza proprio nei confronti di nuovi fenomeni di povertà e disagio, di percorsi di secondo livello e delle nuove forme di disagio (es. dipendenza da gioco). Fanno da sfondo alle richieste delle persone incontrate, problematiche quali quelle del lavoro e della casa e aldilà delle osservazioni relative all'operato e all'adeguatezza dei centri/progetti/servizi e di come vengano utilizzate le risorse a disposizione, resta il fatto che di fronte a questo tipo di domande, è difficile dare una risposta adeguata a livello locale. Consapevoli delle difficoltà, collocate entro una cornice generale ampiamente migliorabile, è tuttavia significativa la riflessione del responsabile del CdA diocesano che evidenzia come l'inadeguatezza in realtà, se consapevole, possa rappresentare una risorsa: "ti aiuta a stare con i piedi per terra, sollecita la creatività e ti chiede la ricerca di strade e percorsi nuovi". Venendo agli ostacoli quotidianamente incontrati da operatori e volontari, i rischi e le difficoltà maggiormente evidenziati hanno a che fare con la difficoltà nei percorsi di uscita dalla povertà, per le limitate risorse messe a disposizione del “secondo livello”, i tagli economici ed il fatto che l'offerta presente sul nostro territorio può talvolta e per alcune tipologie di servizio generare nuova domanda. A questo si aggiunge l'elevato numero di persone incontrate e la complessità delle situazioni che esse descrivono. Tra i punti di debolezza anche le peculiarità delle risorse umane su cui centri e sportelli possono contare. Con riferimento, ad esempio, al CdA diocesano il volontariato a supporto è prevalentemente over 60 anni e questo comporta peraltro una certa avversione all'utilizzo di strumenti informatici, importanti invece ai fini dell'osservazione e alla conoscenza del fenomeno della povertà, Allegato B) oltre ad una disponibilità legata sia alla salute che agli impegni familiari. A livello macro emerge infine, ad esempio, quanto denunciato dallo Sportello Percorsi: l'esistenza di una politica migratoria inadeguata alle problematiche del momento (carenza di lavoro) e la mancanza di percorsi integrati (corsi professionalizzanti, avvio al lavoro). L'attività dei centri/sportelli è tuttavia caratterizzata da importanti punti di forza che sostengono l'intervento quotidiano di ciascuno. Quelli maggiormente riconosciuti sono: la volontà, la determinazione e il lavoro dei volontari, l'esperienza degli operatori e la loro disponibilità rispetto a nuove sperimentazioni, la compattezza del gruppo di lavoro, il buon livello di riconoscimento da parte delle istituzioni inteso anche come crescita e considerazione all'interno della società civile, il lavoro di mediazione, la rete delle associazioni, la specializzazione delle risorse presenti, la promozione della formazione continua nei confronti delle persone incontrate, i ritorni da parte delle persone accolte. In generale il punto di forza più significativo è “lo stare dentro i problemi nonostante tutto”, le relazioni con le persone incontrate (senza retorica); da questo deriva la capacità di cogliere le opportunità appena si presentano; trovare strade nuove per dare risposte, anche lavorative, che coinvolgano tutto il tessuto sociale del territorio e quindi la capacità di sollecitare, di far interrogare persone e ambienti al di fuori del circuito Caritas/Chiesa. 6) Obiettivi del progetto: Il Progetto si allinea agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che mirano in particolare alla prevalente funzione pedagogica del Servizio Civile, affermando l’impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché l’esperienza proposta abbia come finalità ultima l’attenzione ai giovani coinvolti nel Progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all’impatto sulla società civile come sensibilizzazione alla testimonianza della Carità. Queste finalità generali sono così riassumibili: Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di animazione e d’informazione per una cittadinanza attiva e responsabile. Condivisione coi poveri e con gli altri partecipanti al progetto, riconoscendo e promovendo i diritti umani e sociali, per accompagnare le persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione. Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e possibilità di approfondimento spirituale. Creazione delle condizioni per l’incontro con nuove persone, per inventare nuove professionalità in ambito sociale. Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà. Allegato B) Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato inteso come stile di vita nei giovani che verranno coinvolti nell’esperienza. Difesa delle comunità in modo nonarmato e nonviolento in termini di: gestione e superamento del conflitto, riduzione e superamento della violenza implicita e/o esplicita, acquisizione e riconoscimento di diritti. OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO a. Migliorare la qualità dei servizi di accoglienza e di ascolto partendo sempre dalla centralità della persona e garantendo oltre ad informazioni e competenza, la costruzione di un rapporto di fiducia nel tempo. b. Migliorare la rilevazione dei bisogni e la capacità di risposta della nostra rete e l’analisi per riorganizzare i servizi sulla base dei bisogni emergenti. c. Sostenere in particolare le famiglie in disagio sociale o colpite dalla crisi, offrendo supporto per la gestione delle necessità quotidiane, alla funzione di genitorialità all’ integrazione. OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO Aumentare la capacità di ascoltare i bisogni dell’utenza che sta crescendo in termini numerici, riorganizzando i servizi in rete. Attivare procedure di aiuto condivise in rete con i servizi pubblici e gli attori del provato sociale del territori. Promuovere l’attivazione di percorsi personalizzati integrati e condivisi con la rete dei servizi pubblici e del privato sociale di orientamento, proposta e accompagnamento per indicare, progettare e sostenere la costruzione di un futuro per le persone che ci interpellano a partire dai bisogni espressi. Elaborazione più completa del rapporto annuale accoglienza della Caritas diocesana di Firenze denominato Profili fragili che contribuisca/confluisca nel Dossier annuale Povertà regionale. Migliorare il sostegno alle famiglie sia per le emergenze materiali sia per la gestione del rapporto educativo con i figli. Colloqui di incontro e conoscenza degli utenti dei cda che potrebbero essere ospitati nelle accoglienze OBIETTIVO SPECIFICO 1: AMPLIAMENTO DEI SERVIZI OFFERTI Potenziamento della capacità di accoglienza per utenti. Indicatori: a) potenziamento dell’attività dei accoglienza DALLE SEDI degli ospiti OPERATIVE b) inserimento di 2 nuovi volontari per l’accoglienza Allegato B) Riduzione del 10% dei tempi di attesa attraverso la riorganizzazione della rete e il decentramento a Centri di ascolto periferici aperti in giorni ed orari diversi (aumento colloqui). Sostegno e verifica alla stesura e attuazione del proprio progetto di accoglienza per 6 o 12 mesi Sostegno al Potenziamento e recupero delle OBIETTIVO capacità relazionali degli ospiti con i propri SPECIFICO 2: familiari e amici ATTIVITA’ DI Indicatori: SUPPORTO AGLI Sviluppo di percorsi individualizzati (sostegno a OPERATORI DELLE ricerca lavoro, ricerca casa, gestione economica, SEDI OPERATIVE rete relazionale), in base al bisogno rilevato per 15 singoli ospiti Organizzazione e attuazione di fine settimana di volontariato per ragazzi di gruppi parrocchiali Attività di informazione durante gli incontri di tutte le Caritas Parrocchiali Indicatori: N. fine settimana di volontariato per ragazzi organizzati N. attività di informazione realizzate durante gli incontri Caritas Parrocchiali Differenziazione dei servizi offerti in funzione del bisogno espresso e coinvolgimento attivo delle persone alla costruzione del loro progetto personalizzato - attivazione di tirocini formativi con borsa lavoro per almeno 40 utenti OBIETTIVO SPECIFICO 3: - Inserire in corsi di formazione professionale 15 utenti ATTIVAZIONE DI - favorire l’uscita dalle strutture di accoglienza con PERCORSI DI l’ attivazione di almeno 15 percorsi di autonomia INCLUSIONE abitativa e dunque l’aumento del tasso di ricambio SOCIALE nelle strutture. -presa in carico medico/psicologica di 50 persone Differenziazione dei servizi offerti in funzione del bisogno espresso: - Riduzione del 20% dei tempi di attivazione della rete pubblica. (Servizi sociali, centri per l’impiego, pratiche pensionistiche e/o invalidità, servizi comunali per minori, servizi scolastici, servizi sanitari.) - garanzia per almeno 50 utenti un sostegno Allegato B) economico (pagamento delle bollette, sostegno pagamento affitto) con attivazione della rete; - soddisfare la fornitura abiti e alimenti per 150 richieste. Ulteriori obiettivi specifici potranno essere individuati durante la fase di realizzazione del progetto, tenendo conto delle priorità che si presentano nelle singole sedi del progetto. 7) Definizione sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei giovani in servizio civile: 7.1 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell’ente. Numero Professionalità n. 10 operatori DIPENDENTI (full time e/o part time), con funzioni di Responsabili che coordineranno le attività e il personale coinvolto nelle sedi del progetto n. 30 VOLONTARI generici, con funzioni di collaboratori che garantiscono l’apertura delle sedi, accolgono gli utenti, operano nelle singole attività previste dal progetto n. 5 STAGISTI E/O TIROCINANTI delle Università che partecipano al progetto attraverso un’apposita convenzione stipulata con le singole Caritas che partecipano al progetto n.10 VOLONTARI, con funzioni di collaboratori e formatori per le attività di sostegno al progetto 7.2 Ruolo ed attività previste per i giovani in servizio civile nell’ambito del progetto. I giovani del servizio civile regionale, supporteranno il personale sopra indicato nelle attività previste dal progetto, con particolare riferimento agli obiettivi individuati come prioritari. ATTIVITA’ GENERALI DEL PROGETTO: Attività Azione generale a1: Rete centri di ascolto a1.1:Lavoro in rete con i centri di ascolto territoriale Apertura concordata dei centri periferici per garantire la copertura del territorio. Allegato B) Ascolto con utilizzo e aggiornamento di schede utenti condivise in rete con sistema unico dati centro di ascolto diocesano. Fornitura di servizi base: tessera mensa, richieste contributi. Attivazione Servizio Segretariato, accompagnamento formativo e all’orientamento, procedure pensionistiche, bonus farmacia, Attività a1.2: bonus ferroviari, concessione Differenziazione contributi. dei servizi offerti: centro diocesano e nvio concordato ad altre strutture centri territoriali della rete: ambulatori medici, centri di distribuzioni per donne e minori, servizi legali, distribuzione pacchi viveri, distribuzione vestiario. Contatto con i servizi territoriali di competenza per i residenti per attivazione dei servizi e procedure Azione generale a2: Attività Attivazione Rete a2.1:Attivazione territoriale pubblico dei servizi privato territoriali degli enti pubblici (Siast, Asl, Sert, Centri di salute mentale, dormitori pubblici, Questura, Centri per l’impiego). Accompagnamento per primi colloqui e affidamento al pubblico. Allegato B) Inserimento nelle strutture di accoglienza pubbliche o gestite dal privato sociale in convenzione senza dimora, malati cronici e/o Attività a2.2: Inserimento in strutture di terminali,tossicodipendenti, malati in Hiv+ e Aids, donne con o senza minori. accoglienza territoriali Inserimento nelle strutture di accoglienza gestite autonomamente dal privato sociale ( ordini religiose, accoglienze parrocchiali). Compilazione accurate di tutti i campi previsti dalla scheda informatizzata per i nuovi colloqui di ascolto di ascolto e revisione Attività b1.1:Cura e revisione delle schede di ascolto e accoglienza Azione generale b1: inserite nel Miglioramento database rilevazione bisogni generale delle schede già aperte con completamento dei campi mancanti. Completamento del quadro inserendo anche dati relativi ai bisogni espressi con inserimento di informazioni su accoglienza nelle strutture pubbliche o gestite dal privato sociale in convenzione per senza dimora, malati cronici e/o terminali,tossicodipendenti, malati in Hiv+ e Aids, donne con o senza minori. Attività b.1.2. Elaborazione dei dati quantitativi e focus qualitativi Analisi dei dati e scelta dei focus qualitativi da realizzare con il supporto tecnico scientifico dell’Osservatorio delle povertà e risorse diocesano. Allegato B) ATTIVITA’ DEI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE: OBIETTIVO DESCRIZIONE ATTIVITA’ SPECIFICA GENERALE Partecipa coinvolgendosi sempre di gestione, OBIETTIVO SPECIFICO 1: AMPLIAMENTO DEI SERVIZI OFFERTI più nella costruzione e diffusione dell’attivazione dei servizi, facendosi a. Accoglienza dell’utenza dei servizi b. Colloquio di orientamento c. Invio ai servizi carico in prima persona della sua gestione. DALLE SEDI Manterrà OPERATIVE responsabile informato del il centro sull’andamento dei percorsi individuali a. Inserimento dati b. Report delle singole attività c. Partecipazione alle attivati, ponendosi come equipe di interfaccia tra l’utente del coordinamento servizio preso in carico e l’apparato burocratico circostante Sarà coinvolto attivamente nella mappatura delle iniziative esistente parte e prenderà all’ideazione di nuovi canali. a. Analisi e lettura dei dati b. Collaborazione con la Rete Regionale dell’Osservatorio Sociale c. Riunioni di coordinamento istituzionale Supporta OBIETTIVO l’attività operatori dei un degli dell’orario di apertura offerta dei servizi SPECIFICO 2: assicurando ATTIVITA’ DI più ampia possibile. b. Presa SUPPORTO AGLI OPERATORI DELLE SEDI OPERATIVE a. Ampliamento servizi, in carico dei singoli casi Raccoglie utili informazioni a. Collegamento tra all’orientamento servizi pubblici e dell’utenza e le mette a disposizione privati dell’utenza stessa e degli operatori del centro Aiuterà gli operatori nella mappatura e nel coinvolgimento delle altre realtà locali svolgere un al fine di servizio b. Raccolta delle risorse presenti sul territorio Allegato B) uniforme ed esaustivo Attiverà percorsi di OBIETTIVO inclusione sociale, sotto il c. Accompagnamento ai servizi SPECIFICO 3: controllo dei responsabili d. Ricognizione dei ATTIVAZIONE DI dei centri coinvolti, al fine singoli utenti da PERCORSI DI di garantire un costante inserire nei servizi INCLUSIONE supporto SOCIALE alle persone e. Partecipazione alla prese in carico stesura di percorsi individuali Contribuirà alla fattivamente organizzazione di sensibilizzazione e d animazione del informative, in territorio incontri, attività a. Incontri di riunioni accordo con le necessità del centro ospitante e dei suoi utenti I giovani del servizio civile regionale potranno essere impiegati in mansioni particolari, attinenti al progetto, che prevedono l’utilizzo di mezzi dell’ente e lo spostamento temporaneo dalla sede di servizio per particolari necessità (es. servizi domiciliari, accompagnamento, tutoraggio e rilevamento di bisogni specifici). 8) Numero dei giovani da impiegare nel progetto (min. 2, max. 10): 10 9) Eventuale numero ulteriore di soggetti da impiegare (non superiore al 50% di quelli indicati al precedente punto 8) che l'ente intende autonomamente finanziare, impegandosi ad anticipare alla regione le somme necessarie per l'intera copertura delle relative spese prima dell'avvio dei giovani in servizio: 0 10) Numero posti con vitto: 0 11) Numero posti senza vitto: 10 12) Numero ore di servizio settimanali dei giovani (minimo 25, massimo 30): 30 13) Giorni di servizio a settimana dei giovani (minimo 4, massimo 6) : 5 14) Eventuali particolari obblighi dei giovani durante il periodo di servizio: Partecipazione al percorso formativo previsto e ai corsi di formazione residenziali anche fuori dal comune e dalla provincia ove si svolge il proprio Allegato B) progetto, così come previsto dal percorso di formazione; ogni corso ha la durata di alcuni giorni. Partecipazione ai momenti di verifica dell’esperienza di servizio civile con la Caritas e/o le sedi di attuazione svolti su base periodica (quindicinalemensile) e previsti con momenti residenziali anche fuori dal comune e dalla provincia ove si svolge il proprio progetto. Disponibilità alla partecipazione ai momenti formativi e di verifica e monitoraggio anche se svolti di sabato e di domenica o in altri giorni festivi. Disponibilità al trasferimento temporaneo della sede in caso di eventi di formazione e sensibilizzazione. 15) Sede/i di attuazione del progetto (1): N. Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo (compresa eventuale partizione interna) N. giovani per sede (2) 1 2 3 5 6 7 8 Comunità “Demetra Comunità “Il Simbolo” Comunità “Casa del Vento” Centro di Ascolto Ponsacco Caritas San Miniato Casa Divino Amore Centro di Ospitalità notturna Pisa Pisa Pisa Ponsacco San Miniato Montopoli in Val d’Arno Santa Croce sull’Arno Via Garibaldi, 33 1 Piano Via Garibaldi, 33 2° Piano Via Del Fagiano, 7 Via Valdera, 64 Scala Arcivescovado, 1 Via Vallelunga, 2 Via Puglisi, 5 2 2 2 1 1 1 1 (1) le sedi devono essere individuate esclusivamente fra quelle indicate in sede di iscrizione/adeguamento all'albo degli enti di servizio civile regionale, riportando la stessa denominazione e indirizzo (compresa l'eventuale ripartizione interna, es. scala, piano, palazzina, ecc) indicate sulla procedura informatica SCR. (2) il numero complessivo di giovani di questa colonna deve coincidere con il numero indicato al precedente punto 8) 16) Nominativo operatore di progetto per singola sede (almeno uno per sede): Sede di attuazione del progetto Comunità “Demetra Comune Pisa Indirizzo Via Garibaldi, 33 1 Piano Dati OP Corso di aggiornamento* Monzillo Carmela CORSO CRESCT 13.02.14 c/o CARITAS TOSCANA Nata a Polla (SA) il 20/06/1979 MNZCML79H60G7935 [email protected] 05526770248 De Sena Laura Comunità “Il Simbolo” Pisa Via Garibaldi, 33 2° Piano Nata a Pontedera il 17/03/1983 DSNLRA83C57G843T [email protected] CORSO CRESCT 13.02.14 c/o CARITAS TOSCANA 05526770248 Pierri Rosario Comunità “Casa del Vento” Pisa Via Del Fagiano, 7 Nato a Modica (RG) il 04/06/1973 PRRRSR73H04F258Y [email protected] CORSO CRESCT 13.02.14 c/o CARITAS TOSCANA 05526770248 Gemignani Cristiano Centro di Ascolto Ponsacco Nato a Empoli il 05/12/72 Ponsacco GMGCST72A05D403X Via Valdera, 64 [email protected] CORSO CRESCT 13.02.14 c/o CARITAS TOSCANA 05526770248 Caritas San Miniato MAGNI NADIA MILANO 23/04/1957 CF MGNNDA57D63F205X Scala San Miniato Arcivescovado, 1 [email protected] 05526770248 Zingoni Beatrice Casa Divino Amore Centro di Ospitalità notturna Montopoli in Val d’Arno Santa Croce sull’Arno Via Vallelunga, 2 Nata a San Miniato il 20.01.1968 ZNG BRC 68A60 IO46R [email protected] Via Puglisi, 5 05526770248 Bonsignori Martina 09/03/1977 BNSMRT77C49G843Y [email protected] 05526770248 CORSO CRESCT 13.02.14 c/o CARITAS TOSCANA CORSO CRESCT 13.02.14 c/o CARITAS TOSCANA CORSO CRESCT 13.02.14 c/o CARITAS TOSCANA In allegato CURRICULUM con copia di un documento di identità e codice fiscale leggibili * Se non svolto: si impegna a svolgerlo entro l'anno: SI NO 17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile regionale: L’azione di promozione del servizio civile regionale rientra in un’iniziativa allargata di promozione generale del servizio civile di Caritas. La campagna permanente di promozione del servizio civile si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica ai valori della solidarietà, della pace, della nonviolenza e della mondialità e in particolare alle possibilità offerte dal servizio civile e/o altre forme di impegno civile dei giovani. ATTIVITA’ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE REGIONALE a) Attività informatica: Sito Caritas Toscana http://giovanieservizio.caritastoscana.it b) Attività cartacea: Stampa di pieghevoli, poster sul servizio civile. Pubblicazioni su riviste e giornali (Toscana Oggi, settimanale delle diocesi Toscane) In collaborazione con la Conferenza Regionale Enti per il Servizio Civile (CRESCIT), di cui la Caritas Toscana è socia, presentazione pubblica del rapporto annuale. c) Spot Radio Spot promozionali su Radio Toscana (www.rtn.it) d) Incontri sul territorio In collaborazione con la Conferenza Regionale Enti per il Servizio Civile (CRESCIT), di cui la Caritas Toscana è socia, giornata regionale del servizio civile in Toscana. ATTIVITA’ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE a) Attività informatica: Sito delle singole Caritas diocesane. b) Attività cartacea: Stampa di pieghevoli, poster sul servizio civile. Elaborazione di volantini e diffusione di Cd sulle attività c) Spot Radio e TV Spot promozionali su Radio Toscana (www.rtn.it) e Tele San Domenico (www.tsdtv.it) d) Incontri sul territorio Incontri con parrocchie, scuole, associazioni del territorio Il totale delle ore di sensibilizzazione e promozione del servizio civile regionale ammonta a 42 ore. 18) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati di progetto: Le attività di monitoraggio sono rivolte a rilevare le attività di progetto che si realizzano: 1. in riferimento a quanto previsto per il raggiungimento degli obiettivi inerenti i beneficiari del progetto. 2. in riferimento a quanto previsto per i giovani che vi partecipano Per quanto concerne il punto 1, le attività del progetto sono monitorate tramite rilevazione svolta dagli operatori di progetto per mezzo di una scheda di rilevazione compilata su base bimestrale. Per quanto concerne il punto 1) si utilizzano gli strumenti seguenti. Strumenti per i VOLONTARI - Tre questionari ai volontari - Colloqui individuali dei ragazzi con il responsabile servizio civile di Caritas e gli op. Oggetti del colloquio: verifica del servizio; formazione generale (Caritas) e specifica; la relazione nel gruppo. Frequenza: almeno 3 volte l’anno con il responsabile servizio civile di Caritas, almeno mensile con gli op; - riunioni di confronto e verifica al 6° mese per condivisione problematiche trasversali emerse dai questionari. Partecipano i responsabili e i formatori. Strumenti per gli OPERATORI DI PROGETTO - Incontro di inizio servizio (entro il 1° mese) tra il referente di Caritas e l’op al fine monitorare le fasi di inserimento/accompagnamento; - Questionario al 4° mese - Incontro al 6° mese: restituzione e confronto su dati questionari volontari e questionari op. Partecipano anche i formatori. - Questionario a fine servizio entro 1 mese dalla conclusione del servizio. - Incontro finale per condividere le valutazioni sugli aspetti più importanti. Partecipano anche i formatori. Strumenti per i FORMATORI - Questionario di fine percorso per la valutazione complessiva della formazione generale, specifica e la formazione agli op. - Scheda registro presenze corsi formazione generale. - Scheda monitoraggio contenuti e metodologie dei corsi di formazione generale. 19) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge regionale 25 luglio 2006, n. 35: NESSUNO 20) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive utilizzate per l'acquisto di beni o servizi destinati ai giovani in servizio: Ai giovani selezionati per il servizio civile l’ente CARITAS TOSCANA garantisce i seguenti percorsi di formazione, sostenendo i costi di iscrizione e frequenza. a) Formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, che consente al Datore di Lavoro di assolvere gli obblighi previsti dal D.lgs 81/08 - art 37 in materia di prima formazione ed aggiornamento dei propri lavoratori, così come individuati dall'art. 2 del Decreto Legislativo 81 del 2008 e secondo i contenuti e la durata previsti dall'Accordo Stato Regioni del 21/12/2011. b) Formazione su emergenze antincendio, per attività a rischio basso, con lo scopo di ottemperare all'obbligo di formazione previsto dal D.Lgs. 81/2008 e dal D.M. 10 marzo 1998. Come dettato dal Decreto Legislativo n. 81/2008, i lavoratori incaricati dell'attività di prevenzione incendi e di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato devono ricevere un'adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico. c) Formazione di primo soccorso, mirata a fare acquisire le nozioni relative al primo intervento interno e all'attivazione degli interventi di pronto soccorso. d) Formazione alimentaristi ex HACCP, volto a fornire le competenze necessarie per individuare le più opportune procedure di prevenzione dei rischi che si possono manifestare durante il processo produttivo di generi alimentari oltre ad apprendere come eliminare i principali pericoli per la salute dei consumatori. 1) Formazione per operatori interculturali, mirata a coinvolgere e responsabilizzare i giovani sui temi dell’immigrazione, della diversità, dell’accoglienza promuovendo una cultura orientata alla pace, alla mutualità, alla convivenza, promuovere un dialogo basato sulla partnership, sul riconoscimento reciproco, attraverso l’incontro tra generi, culture, aiutare gli aspiranti volontari a prendere maggiore consapevolezza di aspetti del proprio sé, che possono essere di aiuto anche nell’incontro con l’altro, migliorando l’efficacia degli interventi di aiuto. I corsi sono tenuti da personale qualificato e prevedono il rilascio di un Attestato di Frequenza, rilasciato da Agenzia Formativa Accreditata. TABELLA DEI COSTI DI ISCRIZIONE INDIVIDUALE A CIASCUN CORSO TITOLO CORSO Durata CORSO Costo in h ISCRIZIONE 1 Sicurezza nei luoghi di lavoro 8 140 € 2 Emergenze anticendio 8 240 € 3 Primo soccorso 8 160 € 4 Alimentaristi ex HACCP 16 360 € 5 Operatori Interculturali 30 450 € 70 1350 € Totale In allegato preventivo dell’agenzia formativa titolare del corso. 21) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: In ogni sede saranno messi a disposizione le seguenti: Risorse tecniche e strumentali previste Stanza colloqui, scrivania, sedie, cancelleria, penne. 2 computer con accesso internet, 2 stampanti, bacheca, pennarelli, puntine Viveri, alimenti per l’infanzia (forniti da Coop e Banco Alimentare), vestiario usato, scarpe, bagno per docce e igiene personale, buoni mensa. Stanza/magazzino e banco di legno per la distribuzione. Automezzo per trasporto Scheda cartacea regionale Caritas, scrivania, penne, schedari con chiave a chiusura Software Mirod-Lotus Notes, manuale di spiegazione della Caritas regionale, computer con accesso internet Computer accesso internet, programmi informatici elaborazione dati, mailing list, telefono Stanza colloqui, documentazione per parametri di riferimento quali: individuazione Minimo Vitale INPS per l’anno in corso, parametri di lettura ISEE. Accesso internet Rubrica telefonica con i numeri di riferimento utili, telefono CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 22) Competenze e professionalità acquisibili dai giovani durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: COMPETENZE E PROFESSIONALITA’ CERTIFICATE DALL’ENTE PROPONENTE IL PROGETTO Per tutti coloro che concludono il Servizio Civile Regionale è previsto il rilascio di un attestato da parte di Caritas Toscana in cui vengono riportate la tipologia del servizio svolto e le competenze che vengono conseguite durante il servizio. Inoltre la singola Caritas diocesana responsabile del progetto rilascia – su richiesta dell’interessato e per gli usi consentiti dalla legge – una ulteriore documentazione più dettagliata e particolareggiata. Il progetto consente l'acquisizione delle seguenti competenze riconosciute e certificate da Caritas Toscana: - Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani interessati alle attività organizzate dall’associazione. - Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia - Collaborare con i professionisti coinvolti nel progetti, in relazione ai propri compiti e ai risultati da raggiungere - Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non - Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari - Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità - Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza - Lavorare in team per produrre risultati collettivi - Assumere le necessarie decisioni gestionali in sufficiente autonomia, seppur nell’ambito di sistemi e procedure già calibrati e condivisi - Collaborare con il Personale dell’Ente e con i colleghi. COMPETENZE E PROFESSIONALITA’ CERTIFICATE DALL’ENTE TERZO “SOLIDARIETA’ CARITAS – ONLUS” (agenzia formativa riconosciuta dalla Regione Toscana) come da convenzione allegata COMPETENZE SPECIFICHE - Conoscere i principali aspetti della normativa sull’immigrazione. - Sapere promuovere attività socio-culturali per la sensibilizzazione del territorio. - Saper progettare interventi di rete atti alla reintegrazione dell’immigrato nel contesto sociale di origine. - Conoscere le condizioni sociali, politiche e culturali del Paese di provenienza del profugo. - Applicare tecniche di animazione, socializzazione e di gioco per favorire l’integrazione dei singoli e dei gruppi. - Essere in grado di accompagnare e supportare l’individuo nell’attività di ricerca e studio. - Collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di socializzazione, di ricostruzione della rete relazionale. - Possedere capacità di accoglienza e di ascolto di persone straniere (minori e adulti) provenienti da qualsiasi paese. - Possedere capacità di relazione con persone di culture diverse. - Possedere capacità di accompagnare i minori stranieri nelle attività di animazione e socializzazione. - Possedere capacità di accompagnare le persone straniere (minori e adulti) nel processo di integrazione sociale. - Possedere capacità di mediazione culturale e di confronto. - Essere in grado di orientare al lavoro e ricercare opportunità lavorative per persone disagiate. - Conoscere le modalità di assistenza legale per gli immigrati. Formazione generale dei giovani 23) Sede di realizzazione: NUCLEO GIOVANI E SERVIZIO CARITAS TOSCANA VIA DEI PUCCI 2 – 50122 FIRENZE Potranno essere individuate sedi diverse in caso di formazione residenziale. 24) Modalità di attuazione: LA FORMAZIONE VIENE SVOLTA DALL’ENTE CON FORMATORI DELL’ENTE 25) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: A partire dai contenuti previsti per la formazione generale il percorso di formazione generale si attua con le seguenti tecniche e metodologie. Metodologia Per ogni obiettivo formativo viene considerato: - la coscientizzazione: essere/divenire consapevoli di sé, dell’altro, del mondo - dalla conoscenza della realtà al saper comunicare la realtà - dal sapere di essere nella realtà al saper stare nella realtà - dal saper fare al saper fare delle scelte - dallo stare insieme al cooperare ed in relazione a questi livelli la dimensione: - individuale della persona - la famiglia, il gruppo, la comunità di appartenenza - la società, il mondo attraverso: - lezioni frontali (almeno il 50% del monte ore complessivo) - elaborazione dei vissuti personali e di gruppo, simulazioni, lavori in gruppo e riflessioni personali (almeno il 20% del monte ore complessivo) - testimonianze e/o visite ad esperienze significative Articolazione della proposta di formazione previste totale nei primi cinque mesi dall’avvio del progetto: 42 ore. La proposta è articolata in un percorso di formazione caratterizzato da: - corso di inizio servizio di alcune giornate nel primo mese di servizio. - incontri di formazione permanente di alcune ore o al massimo di 1-2 giornate ciascuno. Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio e periodici dal 5° al 12° mese (vedi il piano di monitoraggio interno descritto), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici a partire dalla verifica dell’esperienza svolta nell’incontro di monitoraggio. Numero verifiche previste e relativi strumenti utilizzati anche per la misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti Nella fase di accesso al servizio: verifica attraverso scheda conforme a livello nazionale per la valutazione del tirocinio osservativo e del successivo tirocinio pratico . Durante il servizio civile: valutazione attraverso scheda di verifica a conclusione dei singoli moduli formativi. Successive condivisioni e confronti in gruppo. 26) Contenuti della formazione: A partire dai contenuti previsti per la formazione generale si propone una formazione generale che preveda due fasi: Una prima fase di 33 ore che tiene conto delle indicazioni delle “Linee guida per la formazione generale dei volontari” in cui presentare ad un primo livello i singoli argomenti che saranno poi, dove necessario, approfonditi a partire dalle esigenze del gruppo. Verranno unificate alcune tematiche all’interno dei momenti previsti e verrà dedicato il primo periodo all’aspetto formativo istituzionale (una giornata settimanale). La tempistica verrà modulata secondo la tabella sottostante: Moduli L’identità del gruppo in formazione Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà Il dovere di difesa della Patria La difesa civile non armata e nonviolenta La protezione civile La solidarietà e le forme di cittadinanza Sostenere l’esperienza e la sua rielaborazione Favorire l’attenzione alla cura delle relazioni Sostenere la motivazione Sostenere l’orientamento per il futuro Comprendere il significato di concorrere alla difesa della patria Favorire l’educazione alla solidarietà, alla cittadinanza attiva, alla pace e alla responsabilità ambientale Servizio civile nazionale, associazionismo e Conoscere il sistema volontariato del Servizio Civile La normativa Nazionale vigente e la Carta di impegno etico Diritti e doveri del Tempistica Modalità (1) 3+3 1F–5I 2 2F 2 2F 2 1F–1I 3 2 F – 1I 3 2F–1I 3 2F–1I 2 1 F – 1I 2 2F volontario del servizio civile Presentazione dell’Ente Lavoro per progetti Il lavoro per progetti Conoscere la Caritas come ente ecclesiale La progettazione in ambito sociale Abilitare e sostenere la comunicazione e l’animazione del territorio durante e dopo il servizio 4 3F–1I 2 1F–1I 2 1F–1I 33 20 F – 13 I (1) F: lezione frontale; I:dinamiche non formali Fermo restando le ore complessive di formazione ed i temi, l’articolazione della proposta sarà adattata in base al gruppo dei volontari in formazione. Al termine della prima fase verranno proposti alcuni strumenti per verificare il gradimento e l’interesse dei giovani rispetto a tutte le tematiche presentate, in modo da programmare il restante percorso formativo. Una seconda fase di 9 ore circa dove sarà possibile dedicare più attenzione e tempo ad alcune tematiche rispetto ad altre partendo dalle esigenze e dalle risorse dei giovani e delle realtà locali. Si approfondiranno gli stessi contenuti affrontati nella prima fase e si individueranno altre tematiche in base alle esigenze ed alla situazione del gruppo particolare di volontari. Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio (vedi il piano di monitoraggio interno), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici, inerenti ai contenuti di formazione generale, a partire dalla verifica dell’esperienza svolta. 27) Durata (espressa in ore): Il progetto prevede un percorso formativo generale di 42 ore. Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei giovani 28) Sede di realizzazione: La sede di realizzazione della FORMAZIONE SPECIFICA sarà presso le SEDI DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO. Potranno essere individuiate sedi diverse in caso di formazione residenziale. 29) Modalità di attuazione: LA FORMAZIONE VIENE SVOLTA DALL’ENTE CON FORMATORI DELL’ENTE 30) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La formazione specifica viene curata in collaborazione con le sedi di attuazione intende fornire un bagaglio di conoscenze e competenze di carattere teorico e pratico legate alle specifiche attività previste dal progetto ed ha come obiettivo un positivo inserimento nel contesto del servizio in modo da garantire il buon operato del giovane in servizio civile in riferimento al contesto in cui svolge il servizio. Metodologia Accompagnamento ed affiancamento personale stabile del giovane all’interno delle sedi operative per tutto il periodo del servizio; Formazione sul campo; Incontro di accoglienza iniziale: presentazione della sede di realizzazione del progetto, delle attività svolte, del ruolo e delle responsabilità richieste al volontario; Incontri settimanali: di verifica e programmazione insieme agli operatori della sede di progetto al fine di confrontarsi sui casi, sulle difficoltà incontrate, e per trasmettere i contenuti formativi necessari allo svolgimento delle singole attività del centro, per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal progetto; Incontri di supervisione mensile: in totale sono previste 12 ore di verifica: fornire al volontario la possibilità di esternare il proprio vissuto emotivo in ordine al rapporto con gli utenti e con gli operatori del centro; Partecipazione ad eventi formativi rivolti agli operatori dei centri; Incontro di bilancio finale per effettuare una valutazione condivisa dell’esperienza dl volontariato. Da realizzare attraverso: - lezioni frontali; - elaborazione dei vissuti personali e di gruppo, simulazioni, lavori in gruppo e riflessioni personali, gruppi verifica. 31) Contenuti della formazione: Tempistica Moduli (ore di intervento) Per riscoprire e valorizzare la persona: la relazione d’aiuto con la persona in difficoltà 3 Modalità (1) Il disagio sociale e la devianza 2 2F–1I Il ruolo dell’operatore in servizio civile: identità e compiti 3 Modalità di approccio nella relazione d’ascolto: tecniche di relazione 2+3 La normativa sul trattamento dei dati (ai 2F+3 I sensi de codice sulla privacy, DLgs. 196/03) per la compilazione schede 2 L’ascolto e gestione di un colloquio (con adulti, minori, famiglie…) 2+3 Il primo contatto nella relazione di aiuto alla persona 2 2F - 3I Le principali forme di contrasto al disagio e all’emarginazione sociale (adulto, familiare,…) 3 Lettura dei bisogni e comprensione delle problematiche. 4 Stili di vita e di condivisione fra le diversità all’interno di un istituto o associazione 2+2 Il processo di superamento del disagio e 3F – 1I dell’emarginazione: dalla prima accoglienza all’integrazione sociale 3 Conoscenza e orientamento ai servizi sociali territoriali: modalità di accesso. 4+2 4F – 2I Il funzionamento delle strutture di accoglienza: regole, metodologia, gestione. 2+1 La comunità educante: la vita comunitaria 3 2F – 1I Per un approccio corretto al disagio: capirlo, accoglierlo. tipologie di disagio. 4 La normativa di riferimento su immigrazione, ricongiungimenti, richiedenti asilo 4+2 4F – 2I La normativa di riferimento per la concessione delle residenze, accesso alle strutture di salute mentale, servizi dei centri per l’impiego, riconoscimento invalidità e 7F – 3I 7+3 pensioni 3+1 Normativa di riferimento di diritto carcerario 72 F: lezione frontale; I:dinamiche non formali 3F – 1I 32) Durata (espressa in ore): Il progetto prevede un percorso formativo specifico di 72 ore totali. Altri elementi 33) Presenza di almeno una delle altre figure previste per la gestione del servizio civile regionale (diversa dall'Operatore di Progetto) che nell'ultimo anno abbia frequentato il corso di formazione o/e/o aggiornamento programmato dalla Regione Toscana (o si impegni a parteciparvi entro l'anno in cui si realizza il progetto): DEBORA CEI – COORDINATORE DI PROGETTO CORSO CRESCIT 30/01/2014 c/o CARITAS TOSCANA – FIRENZE si impegna a svolgerlo entro l'anno: SI NO; 34) Impegno a far partecipare i giovani aderenti al progetto alla formazione aggiuntiva programmata dalla regione Toscana: SI NO 35) Attestazione che all'interno del medesimo bando sono stati presentati progetti per un numero complessivo di posti inferiori al 50% di quelli richiedibili in base alla categoria di appartenenza: SI NO n° progetti presentati: ______ n° posti richiesti complessivamente: _________ 36) Impegno a far partecipare i giovani aderenti al progetto ad almeno due manifestazioni, eventi o attività di carattere regionale inserite nel sistema delle politiche giovanili della regione Toscana: SI NO 37) Coprogettazione tra i seguenti enti (è necessario allegare l'accordo sottoscritto dagli enti per la coprogettazione, da cui risulti l'ente capofila): Denominazione ente Codice RT Categoria d'iscrizione all'albo SCR Ente pubblico o privato Il sottoscritto ALESSANDRO MARTINI nato a SCANDICCI (FI) il 08.10.1959 in qualità di delegato regionale/ responsabile legale dell'ente CARITAS TOSCANA dichiara che l'ente che rappresenta è in possesso di tutti i requisiti previsti per l'iscrizione all'albo degli enti di servizio civile regionale (art. 5 comma 1 legge regionale n. 35 del 25/07/2006). Firenze, 22 MAGGIO 2014 Il Responsabile legale dell’ente