LE GUIDE DEL CKBG
a cura di Luca Vanin
Versione Marzo 2009
LINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DI UNA COMUNICAZIONE SCIENTIFICA
PRESENTAZIONE ORALE CON SLIDE
La presentazione orale, accanto al poster, rappresenta la forma più diffusa di
comunicazione scientifica: il ricercatore presenta il proprio lavoro con l’ausilio di slide,
di presentazioni grafiche e testuali che sintetizzano il processo, la metodologia e i
risultati della propria ricerca.
Anche nella preparazione di una presentazione orale è indispensabile tenere in gran
conto gli scopi della presentazione e l’audience, avendo cura particolare nella
selezione delle informazioni, nella modalità comunicative e, soprattutto, delle
condizioni in cui si svolge la presentazione.
La preparazione: gli scopi, il concept, la struttura e il contesto
Il primo motivo per cui si utilizzano le slide è la convenzione. Se escludiamo le
presentazioni introduttive, le tavole rotonde e i momenti in cui viene privilegiata la
comunicazione orale, senza alcun ausilio, è ormai decisamente difficile trovare un
convegno in cui non si usi questa forma di comunicazione.
Accanto alla convenzione ci sono altri più validi motivi per privilegiare la combinazione
Presentazione Orale + Slide:
1. Utilizzo di immagini, grafici, figure che possono semplificare la comunicazione.
2. Capacità di attirare l’attenzione.
3. Valorizzazione dei contenuti (una bella grafica offre valore aggiunto alla
presentazione)
4. Utilizzo di “effetti speciali” (quasi sempre sovradimensionati e sopravvalutati)
5. Copione, guida, script: le slide forniscono una linea guida per l’oratore, che ne
segue lo sviluppo.
6. Sintesi dei punti essenziali, o rappresentazione del percorso
Indipendentemente da questi scopi generali, va sottolineato che l’uso delle slide deve
favorire la presentazione orale, non ostacolarla, rallentarla, renderla macchinosa. La
presentazione dei risultati consta di due elementi: la voce, il discorso, la
presentazione orale E le slide, l’ausilio visivo. Si tratta di due elementi distinti che si
uniscono nel momento della presentazione in pubblico, ma che rappresentano due
elementi da tenere distinti. Detto diversamente, il ricercatore presenta oralmente i
risultati e si avvale dell’ausilio grafico.
1
In questi termini, vanno evitate:



La lettura integrale delle slide
L’uso delle slide come “sostituto” della presentazione orale (la spiegazione orale
è sempre al centro della presentazione)
L’eccesso di testo nella slide (è inutile copiare interi paragrafi di una relazione
scritta)
Per ottenere questo risultato bisogna innanzitutto chiarire gli scopi della propria
presentazione e delineare il concept (Mason, 2005), ossia l’idea generale che si vuole
comunicare durante la presentazione.
Per quanto riguarda gli scopi della presentazione è sufficiente porsi alcune domande:



Quale obiettivo voglio raggiungere?
Cosa vorrei che le persone ricordassero del mio lavoro?
Quali sono i risultati essenziali che sto presentando?
Dalla risposta a queste domande, deriva in modo quasi automatico la definizione del
concept, composto da un numero contenuto di idee, risultati, conclusioni che il nostro
lavoro ha raggiunto e che vogliamo comunicare.
Solitamente si delineano dai tre ai cinque concetti/risultati/conclusioni, non di
più: per motivi di tempo un numero eccessivo di idee chiave non potrebbe essere
presentato e comunque rischierebbe di non essere assimilato dall’audience.
Individuati i punti essenziali del proprio lavoro, quelli che sono i punti chiave della
propria presentazione è possibile individuare una struttura, lo scheletro della propria
argomentazione. Si tratta della classica dispositio, ossia l’organizzazione del materiale.
La disposizione di una presentazione scientifica risponde ad uno schema piuttosto
generale:
1. Premessa, inquadramento teorico, introduzione.
È utile per permettere al lettore di inquadrare il contributo, di associarlo a
precedenti ricerche, comprenderne meglio i risultati e il processo di sviluppo.
2. Obiettivi della ricerca.
Specificare in modo molto sintetico quali sono gli obiettivi del contributo,
evitando di ripetere la parte teorica.
3. Metodo, procedura, campione.
Indicare in estrema sintesi queste tre coordinate, focalizzandosi sugli elementi
specifici della propria ricerca rispetto ad altre.
4. Risultati.
Questa rappresenta la parte centrale, a cui deve essere data più attenzione.
Utilizzare elenchi, tabelle semplici, grafici, diagrammi, per illustrare i principali
risultati.
5. Discussione, implicazioni metodologiche, riflessioni, conclusioni.
È possibile inserire una parte più teorica, che riporti le riflessioni sui risultati,
discuta di eventuali sviluppi futuri o legami con altre ricerche e teorie.
2
Se vogliamo rileggere i precedenti punti nell’ottica più ampia della struttura dell’intera
argomentazione, non dobbiamo dimenticare tre componenti fondamentali:
1. Introduzione
Raccoglie i precedenti punti 1, 2 e 3 e prepara l’ascoltatore a
comprendere il centro della presentazione. Prestare attenzione alla
chiarezza, alla semplicità e all’ordine delle informazioni, evitando
ridondanze, eccessi e ripetizioni
2. Corpo della presentazione
Si basa prevalentemente sui risultati ottenuti. In questo caso, ridurre il
numero dei dettagli e concentrarsi sul concept e sulle poche idee
selezionate favorisce la comprensione del lavoro.
3. Conclusione
È il punto 5, ossia la discussione dei risultati: aldilà dei numeri e delle
tabelle, in questa fase di chiusura, in una-due slide, è necessario
sintetizzare le implicazioni dei risultati ottenuti, sia in termini teorici sia in
termini pratici, operativi (compatibilmente con la tipologia di contributo
presentata). In questa fase alcuni presentano anche una serie di
domande aperte, rimandate a futuri sviluppi della ricerca.
La presentazione: audience e oratoria
Senza entrare nel merito di come si presenta oralmente un lavoro scientifico (rinviamo
a testi più specifici, riportati alla fine di questa breve guida), nella fase di preparazione
è necessario valutare due elementi importanti, ossia chi sarà il nostro pubblico e come
ci relazioneremo con esso.
Per adattare la presentazione al contesto in cui avverrà, è necessario porsi alcune
domande:

Contesto
- Da chi potrebbe essere composto il pubblico?
- Quante persone potrebbero assistere alla presentazione?
- Cosa si aspettano dal contributo?
- Quali vantaggi potrebbero cogliere dalla presentazione?
- Quali differenze dovrebbero/potrebbero notare rispetto agli altri contributi?
- Quale impressione voglio dare loro con la presentazione?

Livello/Preparazione dell’audience
- Di quali informazioni preliminari possono aver bisogno per comprendere il
contributo?
- Quali premesse o informazioni posso trascurare, in quanto già conosciute
dall’audience?
- Sono presenti degli esperti del mio argomento? Come potrebbero reagire?
3

Background Generale (conoscono il tema?)
- Come si colloca il nostro contributo nell’ambito del convegno e che relazioni
ha le tematiche generali?
- Quale livello di conoscenza generale è disponibile sull’argomento?
- È un tema nuovo e innovativo o ripercorre linee di ricerca già ampiamente
esplorate?
- Quali elementi o punti potrebbero essere in accodo/disaccordo con le
conoscenze pregresse dell’audience?

Background Specifico (quando li incontriamo?)
- Quali sono i contributi che ci precedono che potrebbero avere un legame con
la nostra presentazione?
- Esistono affermazioni tra le precedenti presentazioni che potrebbero essere
riprese nel nostro contributo? Che rapporto esiste tra queste affermazioni e
il nostro lavoro?
- Ci sono temi, definizioni, idee, concetti che sono già stati spiegati durante i
precedenti interventi che possiamo ridurre o saltare?
- Ci sono elementi nell’organizzazione che potrebbero influenzare la nostra
presentazione (ad es. coffee break, eventi precedenti, ecc.)?
La variabile tempo
Immagina la tua prossima presentazione. È diverso tempo che
prepari questo lavoro: molte ricerche, risultati ottimi, innovativi.
Anche la presentazione è assolutamente impeccabile, questa volta
hai davvero superato te stesso.
La tua presentazione è stata collocata verso la fine di un simposio
assolutamente centrale nell’intero programma: avrai l’audience
perfetto! Insomma è tutto perfetto: finalmente coronerai il lavoro di
tanti mesi.
Inizia il simposio: tra due presentazioni sarà il tuo turno e,
successivamente, ci sarà lo spazio per le domande. Il secondo
relatore va ben oltre i venti minuti riservati ad ogni presentazione e
il numero eccessivo di slide lo spinge ad occupare ben 45 minuti,
nonostante tutti siano ampiamente spazientiti da questo eccesso. È
il tuo turno.
Il conduttore del simposio si scusa, ma l’imminente chiusura del
convegno e l’assemblea dei soci vi spingono ad essere sintetici:
purtroppo non riesci a concederti più di 5-10 minuti. Esattamente la
metà del tempo a tua disposizione.
Provi a correre, provi a saltare alcune slide, raggiungi velocemente
la discussione dei risultati appena accennati troppo rapidamente.
L’efficacia della tua presentazione è compromessa. Sarà per la
prossima volta.
Questo evento è fin troppo frequente: uscire dal tempo dedicato alla propria
presentazione significa togliere tempo a chi ci si segue.
4
Per motivi di “bon ton accademico” spesso il conduttore non blocca immediatamente il
relatore troppo prolisso, nella speranza che sappia chiudere rapidamente entro i tempi
indicati. Tuttavia, una volta superata la soglia del tempo assegnato, difficilmente si
riesce a chiudere in tempi ragionevoli.
L’unica soluzione a questo problema è una corretta pianificazione della presentazione,
in particolare, mediante questi semplici espedienti:
1.
2.
3.
4.
5.
Ridurre il numero delle idee/concetti/risultati presentati.
Stabilire delle priorità nella presentazione delle idee.
Concentrarsi sulle idee principali, riducendo i dettagli.
Ridurre il numero delle slide
Provare la presentazione e adattarla ad un tempo che sia più breve di quello
concesso per la presentazione (ad esempio, se vengono offerti 20 minuti per la
presentazione, provare a rispettare un tempo di 15 minuti).
Per il terzo punto, quante slide preparare?
Si tratta di una risposta approssimativa ma efficace:
Numero di slide = Numero minuti a disposizione – 25%
Ad esempio, se il tempo a disposizione è di 20 minuti, la presentazione dovrebbe
aggirarsi attorno alle 15 slide.
L’aspetto estetico: il testo nelle slide
La “forma” delle slide deve essere adeguata alla tipologia di informazione che si vuole
presentare. In tutti i casi si impone il testo, la grafica, il contenuto, rispetto ai
“fronzoli” e alle informazioni di contorno.
I “fronzoli” da ridurre nella presentazione sono:





Nome degli autori e affiliazione
Titolo del convegno e dell’ente organizzatore
Loghi dell’ente di appartenenza
Numero della slides
Data e luogo del convegno
Ma attenzione, queste informazioni devono essere assolutamente presenti nella prima
slide, ma non devono essere ripetute in tutte le slide per un semplice motivo: rubano
spazio.
Le slide offrono un supporto alla presentazione, non sono la presentazione. Pertanto le
informazioni contenute in ogni slide devono essere:


Semplici: struttura chiara, pulita, con un titolo e un contenuto, sia esso un
breve testo, un grafico, una tabella.
Leggibili. Come per il poster, il carattere deve essere visibile anche da lontano.
5


Statiche. Le animazioni, se non sono applicate a particolari funzioni
comunicative (ad es. per rappresentare cambiamenti, movimenti, per mettere
in evidenza parti specifiche di un testo o di un’immagine) devono essere
evitate.
Accattivanti. Il layout deve essere piacevole e favorire la comprensione, non
distrarre o spostare l’attenzione su elementi accessori
Entriamo nello specifico di tutte le precedenti caratteristiche.
STRUTTURA SEMPLICE
I testi sull’argomento riportano questa massima: non inserire in una slide più testo
di quello che stamperesti su una maglietta. È un buon punto di riferimento per
predisporre i contenuti. Considerando che la slide rimane nel campo visivo
dell’ascoltatore per poco tempo, deve essere immediata e veloce da leggere.
A questo scopo possono essere valide queste indicazioni:





Pochi punti e poche parole
Struttura ben visibile e riconoscibile (ad es. elenchi puntati o numerati)
Uso del colore o del grassetto per evidenziare le parole chiave
Informazione ben centrata nella slide
Senso di direzione dell’informazione (per agevolare la lettura)
LEGGIBILITÀ
La leggibilità del testo dipende da molti fattori, tra cui la dimensione, il colore e il
contrasto rispetto allo sfondo, il font (=carattere utilizzato), ecc.
Per quanto riguarda la dimensione si consiglia un carattere di 14-16 fino ad un
massimo di 18-20 pt mentre, per quanto concerne il tipo di font, si consiglia l’uso
di Arial e Verdana, evitando quelli giocosi come il Comics o meno leggibili come il
Times New Roman o il Garamond. Assolutamente vietati i font troppo “arzigogolati”
(come il lucida handwriting o il jokerman)*.
Anche il colore ha un forte impatto: la combinazione migliore è uno sfondo chiaro
con un testo scuro. Attenzione ai contrasti che rendono ambiguo il confine tra
lettera e sfondo (come nel caso della combinazione rosso e blue, assolutamente da
evitare). In particolare, i colori chiari per il testo devono avere uno sfondo scuro
(evitare giallo su bianco,a d esempio).
ANIMAZIONI
L’utilizzo delle animazioni, soprattutto se poco accorto e accurato diventa
controproducente: le persone si concentrano sull’effetto e perdono di vista il
contenuto e, se l’effetto è troppo lungo (ad esempio, l’effetto macchina da scrivere,
che presenta un carattere per volta), stanca e spazientisce l’audience.
Un’animazione leggera può essere applicata a parti di diagrammi o ad alcune
sezioni dei grafici, per enfatizzare alcuni dati. È consigliabile automatizzare questi
effetti, in modo da non distrarsi nell’esposizione.
In linea generale, se non si padroneggia l’uso delle animazioni, è meglio evitarle.
*
Notare come la stessa dimensione del font (11 pt) dia come risultato diversi effetti e diversi
livelli di leggibilità cambiando il font.
6
ATTIRARE L’ATTENZIONE
Contrariamente a quanto si possa pensare, gli sfondi troppo articolati possono
essere una fonte di distrazione, oltre ad occupare spazio utile per le informazioni
importanti. Uno stile accattivante è quello semplice, pulito, adatto ai contenuti, con
un uso accorto delle immagini, dei grafici, ecc. In molti casi può essere meglio uno
sfondo chiaro con un semplice carattere scuro, ma le cui tonalità vengano riprese
dalle immagini.
L’aspetto estetico: le immagini
Le immagini spesso riescono a dire molto di più del testo scritto, ma devono rispettare
alcuni criteri:




Dimensioni adeguate, né troppo piccole, né troppo grandi
Ottima qualità dell’immagine (attenzione alle immagini acquisite con lo scanner
o a copie approssimative)
Semplici (ad esempio da evitare il 3d o le immagini troppo articolate) e
sintetiche (pochi elementi per volta)
Evocative, ma con moderazione: le immagini devono poter aggiungere
qualcosa, ma non devono distrarre dai contenuti
Link e guide
Come si presenta con le slide di Giacomo Mason. Tecniche Nuove (2005)
Dillo con le slide. Guida alla comunicazione visiva di Gene Zelazny. Il Sole 24
Ore Libri(2002)

http://www.slideshare.net/giacomo.mason/la-presentazione-efficace-con-leslide
Una presentazione lunghissima che sintetizza (in parte) il testo di Mason. Va
notato che è inserito nel sito Slideshow.net, un archivio di molte presentazioni,
da usare come spunto.

http://presentationzen.blogs.com/presentationzen/2005/09/living_large_ta.html
Un approccio curioso e originale [English], utile soprattutto per coloro che
tendono a scrivere troppo.

http://grafica.html.it/articoli/leggi/2041/slide-di-presentazione-dati-ed-eccessicomunicativ/
Alcuni spunti interessanti che forniscono alcuni spunti aggiuntivi.
7
LE GUIDE DEL CKBG
A cura di Luca Vanin
Versione Marzo 2009
Questa guida è disponibile anche sul sito
www.ckbg.org >> Download >> Guide
Questo documento è soggetto ad alcune restrizioni nel suo utilizzo.
Cliccare sul simbolo per conoscerle più dettagliatamente 
8
Scarica

Presentazioni scientifiche - Presentazione orale con slide