In questo numero I risultati del Comprehensive Assessment e il nuovo ruolo della BCE L’andamento del mercato immobiliare italiano: focus sugli immobili a garanzia dei mutui ipotecari Edilizia: fallite 3.022 imprese nei primi 9 mesi dell’anno e solo il 41,4% delle imprese attive paga puntualmente “Sblocca Italia”, le principali semplificazioni all’attività di due diligence dei periti I risultati del Comprehensive Assessment e il nuovo ruolo della BCE La BCE ha appena condotto il Comprehensive Assessment, la valutazione approfondita della solidità delle banche europee, per prepararsi ai nuovi compiti in materia di vigilanza bancaria assunti a partire da questo novembre 2014. La valutazione ha avuto un vasto perimetro di azione. Il valore degli attivi dei 130 enti creditizi inclusi nell’esercizio ammontava nel complesso a 22.000 miliardi di euro, pari all’81,6% del totale delle attività bancarie oggetto di analisi, per oltre 800 portafogli specifici e corrispondenti al 57% delle attività ponderate per il rischio. Ciò ha portato all’esame accurato di oltre 119.000 prenditori e alla verifica della valutazione di circa 170.000 garanzie. La valutazione approfondita si è incentrata su due componenti: • l’esame della qualità degli attivi (Asset Quality Review - AQR), che ha fornito una valutazione puntuale dell’accuratezza del valore contabile degli attivi delle banche al 31 dicembre 2013. L’esercizio si è fondato sul regolamento e sulla direttiva sui requisiti patrimoniali (CRR/CRD IV) e sulla definizione di patrimonio di vigilanza al 1° gennaio 2014. Nell’ambito dell’AQR, alle banche è stato richiesto di mantenere un coefficiente minimo di capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1, CET1) pari all’8%; • lo Stress Test ha fornito successivamente un’analisi prospettica della tenuta della solvibilità delle banche in due ipotesi di scenario. Nello scenario di base alle banche è stato richiesto di detenere un coefficiente minimo di CET1 dell’8%, mentre nello scenario avverso (la prova di stress italiana ha simulato per esempio una grave recessione nel periodo 2014-2016) il requisito relativo a tale coefficiente è stato pari almeno a 5,5%. Nel complesso, la valutazione ha evidenziato una carenza patrimoniale pari a 24,6 miliardi di euro. Entro due settimane dalla data di pubblicazione di tali risultati (26 ottobre 2014), i 25 istituti che non hanno superato la prova hanno avuto l’obbligo di presentare un piano patrimoniale al rispettivo gruppo di vigilanza, indicando nel dettaglio le modalità con cui colmare la carenza di capitale. Compito dei gruppi di vigilanza è verificare che tali piani siano solidi e ricomprendano gli aumenti di capitale già effettuati dalle banche partecipanti per le quali sono state individuate carenze. Con riferimento alla valutazione immobiliare, tra le indicazioni della BCE emerge la preferenza per valutazioni effettuate da valutatori esterni secondo gli standard europei EVS-2012 (European Valuation Standards o Blue Book del Tegova) o altri standard internazionali come gli inglesi RICS (Red Book). È inoltre possibile utilizzare le Linee Guida ABI (che richiamano espressamente le EVS), per pervenire alla determinazione del più probabile valore di mercato. Relativamente alle metodologie di valutazione, per gli immobili residenziali è confermato l’approccio comparativo (Market Comparison Approach); infine, tutte le valutazioni devono utilizzare Comparables verificabili. A partire dal 4 novembre 2014, la BCE ha assunto ufficialmente il ruolo di supervisore unico del sistema bancario. Si tratta del primo passo verso il progetto più ampio dell’Unione Bancaria europea i cui pilastri fondanti sono il Meccanismo di Vigilanza Unico (Single Supervisory Mechanism - SSM) e il Meccanismo di Risoluzione Unico (Single Resolution Mechanism - SRM). L’obiettivo finale è quello di anticipare le possibili crisi sistemiche o bolle settoriali e intervenire tempestivamente in favore della solidità del sistema bancario europeo. Tramite il SSM la BCE eserciterà la vigilanza con poteri di supervisione diretta sugli istituti europei definiti “rilevanti” (14 sono italiani) e in maniera indiretta verso le banche europee di minore rilevanza per il tramite delle Autorità competenti nazionali. Inoltre, come riporta il Guide to Banking Supervision (BCE - novembre 2014), la BCE riceverà periodicamente informazioni quantitative e qualitative sugli enti meno significativi e, qualora si renda necessario, potrà assumerne la vigilanza diretta per assicurare l’applicazione coerente di standard di vigilanza elevati. L’andamento del mercato immobiliare italiano: focus sugli immobili a garanzia dei mutui ipotecari Dall’analisi dei dati di CRIF Valutazione Immobili, delle informazioni registrate in EURISC (il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF) e delle rilevazioni dell’Agenzia delle Entrate, si desume una fotografia aggiornata delle tendenze in atto nel mercato italiano del credito immobiliare. L’importo medio dei mutui erogati continua a registrare valori contenuti, con un importo pari a € 112.863 a causa della minore disponibilità reddituale delle famiglie, che continuano a risentire della congiuntura economica negativa. Tale diminuzione è determinata da diversi fattori fra cui la prudenza che ancora contraddistingue i comportamenti sia delle famiglie che degli Istituti di credito, la continua contrazione del valore degli immobili oggetto di compravendita, e infine, il crescente peso delle erogazioni di nuovi mutui con finalità surroga, che notoriamente presentano un importo medio inferiore rispetto ai mutui con finalità acquisto casa, dato che per i primi è già avvenuta la restituzione alla banca di parte del capitale preso a prestito inizialmente. Variazioni trimestrali rispetto all’anno precedente II TRIM 2013 III TRIM IV TRIM 2013 2013 I TRIM 2014 II TRIM 2014 Compravendite Residenziali -9,3% -5,1% -8,0% 4,1% -1% Contratti Mutuo Ipotecario Erogati -7,1% 0,4% -5,9% 2,9% 0,1% Importo Medio Mutuo Erogato III TRIM 2014 Analizzando invece l’immobile oggetto di garanzia ipotecaria, il prezzo/ mq mostra ancora valori negativi, seppur più contenuti, con un -4,7% nel terzo trimestre 2014 rispetto all’anno precedente, mentre la superficie media compravenduta è di circa 103 mq. 115.249 114.432 115.403 113.705 112.863 Prezzo/Mq Immobile -4,4% -5% -4,4% -5,9% -3,6% -4,7% Andamento Prezzo/Mq - Superficie Immobile Variazioni trimestrali rispetto all’anno precedente Elaborazioni CRIF su dati CRIF Valutazione Immobili, EURISC, Agenzia delle Entrate -3,0% 104 -3,5% Nel secondo trimestre 2014 le compravendite residenziali registrano nuovamente un lieve decremento pari a -1% rispetto all’anno precedente, per un totale di 107.595 unità compravendute, rispetto alle 108.683 del corrispondente trimestre 2013. -4,5% 119.837 119.041 118.422 0,4% -15,0% 115.712 -7,15% 114.432 -5,9% 115.403 113.705 115.249 I TRIM 2012 II TRIM 2012 III TRIM 2012 IV TRIM 2012 Contratti Mutuo Ipotecario Erogati II TRIM 2013 III TRIM 2013 IV TRIM 2013 I TRIM 2014 98 -5,9% 97 II TRIM 2012 III TRIM IV TRIM 2012 2012 I TRIM 2013 II TRIM 2013 Prezzo/Mq III TRIM IV TRIM 2013 2014 I TRIM 2014 II TRIM 2014 III TRIM 2014 Superficie Immobile Elaborazioni CRIF su dati CRIF Valutazione Immobili In particolare, la contrazione più consistente è relativa agli immobili usati (-3,9%), mentre quelli di nuova costruzione registrano un decremento del -1%, dimostrandosi più resistenti alle dinamiche di crisi del settore. Andamento Prezzo/Mq - Immobili Nuovi e Usati Variazioni trimestrali rispetto all’anno precedente 2,0% 122.000 0,0% 120.000 -2,0% 1,3% 1,2% 0,4% -1,8% -2,1% -2,5% -4,0% -3,4% -6,0% 112.863 114.000 112.000 -8,0% -7,2% -6,5% -0,8% -3,0% -4,2% -4,2% -5,0% -6,8% -1,0% -3,3% -5,5% -3,9% -3,9% -5,8% -8,5% 110.000 I TRIM 2013 100 99 -6,2% -6,5% -10,0% 108.000 I TRIM 2012 -5,0% -5,7% -6,0% 116.000 -55,9% -4,7% -5,3% 118.000 -48,0% -58,5% -58% 0,1% 101 -4,4% -5,5% Andamento Erogazione Mutui Variazioni trimestrali rispetto all'anno precedente 2,9% -4,4% -4,7% 102 -4,4% -5,0% I contratti di mutui ipotecari erogati a persone fisiche, che hanno mostrato segnali di ripartenza nel primo trimestre 2014 (+2,9%), sono ora stabili: il secondo trimestre 2014 riporta un +0,1% rispetto all’anno precedente, mentre la domanda di mutui, in termini di numero di richieste effettuate, registra un +13% nei primi 10 mesi del 2014, dato positivo ma ancora in ritardo rispetto agli anni 2009-2011. 121.079 103 -4,0% Nel primo semestre 2014 il numero delle compravendite cresce quindi solo dell’1,4% (dalle 203.238 unità compravendute nella prima metà del 2013 alle 205.998 della prima metà 2014). Inoltre, la liquidità del mercato immobiliare misurata dall’IMI - il rapporto fra numero di compravendite e stock immobiliare - è ancora ai minimi storici dell’1,2% (1,9% nel 2010). 10,0% 0,0% -10,0% -20,0% -30,0% -40,0% -50,0% -60,0% -70,0% -3,7% I TRIM 2012 II TRIM 2014 II TRIM 2012 III TRIM 2012 IV TRIM 2012 I TRIM 2013 Nuovo Importo Medio Mutuo Erogato II TRIM 2013 III TRIM 2013 IV TRIM 2013 I TRIM 2014 II TRIM 2014 III TRIM 2014 Usato Elaborazioni CRIF su dati CRIF Valutazione Immobili Elaborazioni CRIF su dati EURISC Lasciamo volutamente fuori dall'analisi gli immobili ristrutturati e da ristrutturare. Il trend di riduzione, per completezza, è evidenziato anche dall’andamento del valore medio degli immobili forniti in garanzia, che passa dagli oltre € 200.000 del 2010 ai circa € 179.000 del terzo trimestre 2014. Ricordiamo che il campione di immobili analizzati da CRIF Valutazione Immobili contiene le diverse tipologie immobiliari oggetto di Perizia CRIF (appartamenti, attici, loft, mansarde, monolocali, ville e villette a schiera), dove la tipologia più rappresentata è costituita da appartamenti. In questo scenario rivestono una grande importanza le richieste di mutuo di surroga inoltrate dai mutuatari esistenti che, nel corso del terzo trimestre 2014, hanno raggiunto il 25% del totale contro il 10% del terzo trimestre 2013. La crescita nelle richieste di mutuo di surroga è spiegata dalla lenta e continua riduzione degli spread offerti sui mutui, da una forte spinta mediatica in atto sul tema della surroga e, infine, da un mercato delle compravendite immobiliari statico che stenta a ripartire. 2 La dinamica negativa delle quotazioni tocca tutte le aree italiane anche se con intensità differente: i dati sul secondo trimestre 2014 mostrano una riduzione maggiore nel Centro con un -10%, seguito dal Nord-Est con -3,5% e dal Nord-Ovest con -1,9%. Il Sud e Isole hanno fatto registrare, al contrario, un incremento nel valore medio degli immobili pari al +1,2%. Andamento Prezzo/Mq Variazioni Trimestrali rispetto all’anno precedente Nota: Con riferimento ai dati forniti da CRIF Valutazione Immobili, da febbraio 2013 è stata effettuata un’attività di normalizzazione del campione eliminando eventuali outliers per una più coerente lettura delle elaborazioni. I dati relativi agli Immobili e ai Mutui erogati sono riferiti alle sole persone fisiche. Aree Nielsen 2013 III TRIM 2014 Centro -5,8% -10,0% Nord-Est -5,2% -3,5% Nord-Ovest -2,1% -1,9% Sud e Isole -6,0% -1,2% Totale Italia -4,3% -4,7% Elaborazioni CRIF su dati CRIF Valutazione Immobili Edilizia: fallite 3.022 imprese nei primi 9 mesi dell’anno e solo il 41,4% delle imprese attive paga puntualmente I dati relativi al terzo trimestre del 2014 mostrano una situazione ancora molto preoccupante per le imprese italiane, con valori che testimoniano il continuo aumento dei fallimenti e delle difficoltà delle realtà imprenditoriali nel nostro Paese. Fallimenti per macro settore merceologico - III TRIM 2014 TOTALE 2014 INCIDENZA SUL TOTALE ITALIA Agricoltura 67 0,6% Commercio 3.340 30,1% Edilizia 3.022 27,2% Industria 2.356 21,2% 84 0,8% 1.425 12,8% Trasporti 661 5,9% Altro 148 1,3% MACRO SETTORE Nei primi nove mesi del 2014 in Italia sono fallite 11.103 imprese, 3.002 solamente nel terzo trimestre dell’anno, con un aumento del +13% rispetto allo stesso periodo del 2013. In media, considerando le sole giornate lavorative, sono fallite 61 imprese ogni giorno. Inoltre, rispetto al 2009, il numero dei fallimenti relativi al terzo trimestre è in continua crescita, con un aumento del 74% negli ultimi 5 anni. Dal 2009 a oggi inoltre si contano 70.673 imprese che hanno portato i libri in tribunale, numeri che sottolineano uno scenario economico ancora preoccupante. Servizi Finanziari Servizi Analizzando il numero di fallimenti registrati nel corso nel terzo trimestre degli ultimi anni, si evidenzia il trend di aumento costante. Erano 1.730 nel 2009, 2.058 nel 2010, 2.205 nel 2011, 2.397 nel 2012, 2.647 nel 2013. Record negativo per il 2014, con 3.002 casi. Fonte: CRIBIS D&B Questo il quadro che emerge dall’Analisi dei Fallimenti in Italia, aggiornata al terzo trimestre 2014, realizzata da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nella business information. I pagamenti nel settore dell’edilizia A livello territoriale, la Lombardia si conferma la regione dove si registrano il maggior numero di fallimenti, con 2.457 casi nei primi 9 mesi del 2014, pari al 22,1% del totale nazionale. Dal 2009 ad oggi si contano 15.656 imprese lombarde fallite. Spostando l’attenzione sulle imprese attive, un indicatore fondamentale che offre la fotografia più aggiornata e completa sullo stato di salute delle aziende è rappresentato dai pagamenti commerciali. La seconda regione più colpita è il Lazio, con 1.164 imprese chiuse nel 2014 e un’incidenza sul totale Italia del 10,5%. Segue la Campania con 966 casi e relativa incidenza dell’8,7%. Dallo Studio Pagamenti di CRIBIS D&B, aggiornato al terzo trimestre 2014, si evince che nell’edilizia risulta puntuale soltanto il 41,4% delle imprese. Mentre il 43,5% ha saldato i debiti entro un mese e il 15,1% ha posticipato il saldo di oltre un mese. In difficoltà anche il Veneto con 933 fallimenti. Per completare le prime dieci posizioni seguono il Piemonte (836), la Toscana (810), l’EmiliaRomagna (806), la Sicilia (656), la Puglia (565) e le Marche (379). Sono tuttavia i ritardi gravi a preoccupare di più, con una crescita del +202% rispetto al 2010 e del +14,4% rispetto allo scorso anno. All’interno del comparto sono risultate maggiormente in difficoltà le imprese dell’edilizia specializzata, con il 37% di pagamenti puntuali a fronte di ritardi gravi pari al 18,4%. Il commercio e l’edilizia sono i macro settori più colpiti nei primi nove mesi del 2014, rispettivamente con 3.340 e 3.022 fallimenti. In particolare, nel commercio, oltre al commercio all’ingrosso dei beni durevoli, sono falliti 620 distributori all’ingrosso di beni non durevoli, 512 “ristoranti e bar”, 411 negozi di “abbigliamento e accessori”, 188 “negozi alimentari”, 167 “negozi di arredamento e articoli per la casa”. Analizzando le dinamiche a livello territoriale, emerge che la situazione più critica si presenta nel Sud e nelle Isole, dove ben il 25,8% delle imprese edili registra gravi ritardi di pagamento e solo il 22,4% salda alla scadenza. L’area del Nord Est invece risulta quella più virtuosa, con una percentuale di pagamenti alla scadenza del 52,5%, mentre solo il 9% onora i debiti commerciali con oltre un mese di ritardo. Nell’edilizia, invece, il comparto in maggiore sofferenza è quello della “costruzione di edifici”, in cui si registrano 1.357 fallimenti, seguito da 929 “installatori”. 3 “Sblocca Italia”, le principali semplificazioni all’attività di due diligence dei periti Il 23 ottobre 2014 la Camera dei Deputati ha approvato con voto di fiducia il disegno di legge di conversione del Decreto Legge 12 settembre 2014, n.133, confermando in larga misura le semplificazioni burocratiche emendate dal decreto per il rilancio dell’edilizia. Una seconda importante semplificazione del Testo Unico dell’Edilizia 380/01 riguarda l’articolo 4 “Contenuto necessario dei regolamenti edilizi comunali”, dove è stato incluso il seguente comma: “1-sexies. Il Governo, le regioni e le autonomie locali, in attuazione del principio di leale collaborazione, concludono accordi o intese per l'adozione di uno schema di regolamento edilizio-tipo, al fine di semplificare e uniformare le norme e gli adempimenti”. Di seguito alcune delle novità più interessanti e rilevanti per l’attività di due diligence svolta dai periti. Secondo l’Art.3 del Testo Unico dell’Edilizia 380/01 “Definizioni degli interventi edilizi” per manutenzione straordinaria si intende “le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino la volumetria complessiva degli edifici e non comportino modifiche delle destinazioni di uso. Nell'ambito degli interventi di manutenzione straordinaria sono ricompresi anche quelli consistenti nel frazionamento o accorpamento delle unità immobiliari con esecuzione di opere anche se comportanti la variazione delle superfici delle singole unità immobiliari nonché del carico urbanistico purché non sia modificata la volumetria complessiva degli edifici e si mantenga l'originaria destinazione d'uso”. Un Regolamento Edilizio Unico sostituirà quindi gli oltre 8 mila regolamenti comunali oggi vigenti. Il regolamento-tipo sarà adottato da Governo, Regioni ed autonomie locali in Conferenza Unificata. Tale novità rappresenta una facilitazione per l’attività del perito, che spesso si trova ad operare in comuni e/o province diverse da quelle di appartenenza. Il regolamento unico consentirà di uniformare a livello nazionale, per tutti i comuni italiani, i termini di definizione dei parametri edilizi, le definizioni tecniche di riferimento per gli interventi urbanistico-edilizi, i requisiti igienico-sanitari e di sicurezza, ecc., rendendo uniformi ed omogenei i comportamenti dei professionisti tecnici e di chi opera nel settore dell’edilizia. Riportiamo, infine, l’introduzione nel Testo Unico dell’Edilizia del nuovo art. 23-ter “Mutamento d'uso urbanisticamente rilevante”. Con tale articolo si intende un cambio dell’utilizzo dell’immobile rispetto a quello originario, senza opere edilizie, che comporta l’assegnazione dell’immobile ad una diversa categoria funzionale tra le seguenti: residenziale, turistico-ricettiva, produttiva e direzionale, commerciale, rurale. La grande innovazione apportata dal decreto riguarda la riduzione a solo quattro categorie di destinazione urbanistica prevalenti, intese come categorie funzionali, riducendo la distinzione in innumerevoli categorie urbanistiche, che spesso risultavano assimilabili. Alla luce di tale nuova definizione, gli interventi di frazionamento e/o fusione di unità immobiliari senza cambio di destinazione d’uso e quelli di aumento di superficie senza incremento di volume sono assimilati ad interventi di manutenzione straordinaria e non più di ristrutturazione edilizia. Tali interventi edilizi rientrano quindi fra quelli classificati all’art.6 del D.P.R. 380/01 Attività edilizia libera e sono sempre eseguibili, salvo che per gli immobili vincolati, previa comunicazione di inizio lavori e non sono assoggettati al regime concessorio del permesso di costruire. Di fatto il frazionamento sarà equiparabile ad un intervento di diversa distribuzione degli spazi interni. Nell’ambito della verifica della libera circolazione giuridica degli immobili, i frazionamenti e gli aumenti di superficie a parità di volume realizzati successivamente all’entrata in vigore della nuova legge, non costituiranno più un limite per la commerciabilità dell’immobile, in quanto saranno sempre sanabili con un accertamento di conformità ai sensi del co.4 art.37, che prevede una sanzione amministrativa compresa fra € 516 e € 5.164. La nuova legge prevede che “salva diversa previsione da parte delle leggi regionali, costituisce mutamento rilevante della destinazione d'uso ogni forma di utilizzo dell'immobile o della singola unità immobiliare diversa da quella originaria, ancorché non accompagnata dall'esecuzione di opere edilizie, purché tale da comportare l'assegnazione dell'immobile o dell'unità immobiliare considerati ad una diversa categoria funzionale tra quelle elencate: a) residenziale e turistico-ricettiva; b) produttiva e direzionale; c) commerciale; d) rurale”, precisando che “la destinazione d'uso di un fabbricato o di una unità immobiliare è quella prevalente in termini di superficie utile”. Analogamente, ai sensi del comma 6 dello stesso articolo, tali interventi non saranno più soggetti alle sanzioni penali di previste all’art.44. Per gli stessi interventi eseguiti in assenza di titoli autorizzativi, precedentemente all’entrata in vigore di tale legge, vale invece quanto disposto dall’art.36, essendo necessario verificare che l’intervento fosse eseguibile anche ai sensi della disciplina urbanistica vigente all’epoca della realizzazione dell’abuso. Il limite di commerciabilità continuerà a persistere in assenza di un accertamento di conformità rilasciato. In tale ottica il decreto sancisce che “salva diversa previsione da parte delle leggi regionali e degli strumenti urbanistici comunali, il mutamento della destinazione d'uso all'interno della stessa categoria funzionale è sempre consentito”. Diventa quindi ammissibile, per esempio, la trasformazione di un albergo in una residenza e viceversa, senza incorrere nella modifica d'uso, e quindi, senza corrispondere il contributo di costruzione aggiuntivo. Per le nuove tipologie introdotte nella definizione di manutenzione straordinaria è previsto inoltre l’esonero dal contributo di costruzione, precedentemente dovuto. Infatti, per gli interventi di manutenzione straordinaria non si paga il costo di costruzione neanche nei casi di modifica della superficie delle singole unità immobiliari, che prima erano soggetti a permesso di costruire - né sono dovuti gli oneri di urbanizzazione, salvo il caso che gli interventi aumentino il carico urbanistico o la superficie calpestabile. 4 trend - Newsletter © 2014 CRIF RES. Tutti i diritti riservati. Se non desiderate ricevere ulteriori edizioni della newsletter scrivete a [email protected] specificando “Cancellami” nell’oggetto. www.crifres.com