Sintesi
Sintesi degli
degli atti
atti del
del convegno
convegno nazionale
nazionale
del
del ciliegio
ciliegio di
di Vignola
Vignola 2011
2011
CILIEGI
Novità per il ciliegio
La produzione a prova di spaccatura
Sabrina
Big Star
PRIMULAT® (?) N
EARLY LORY® (6)
BURLAT
MOREAU
LORY BLOOM® (6)
SABRINA (2) N
CELESTE® Sumpaca* (2)
LORY STRONG® (6)
GIORGIA
FEU 5® (6)
FOLFER® (?) N
FERDOUCE® (?) N
BIG LORY® (6)
KARINA*
CANADA GIANT® Sumgita* (2)
FERTILLE® (?) N
SAMBA cov (2)
SATIN cov (2)
SIMCOE® Probla* (2)
FERMINA® (?) N
KORDIA
FERROVIA
BIG STAR (??) N
FERNIER® (?) N
LAPINS
FERDIVA® (?) N
SKEENA cov (2)
REGINA
Brevetti e Licenze
IPS
FERTARD® (?) N
VIVAI F.LLI ZANZI
CEP INNOVATION
SWEET HEART® Sumtare* (2)
CRA
LATE LORY® (6)
(2)
(6)
(?)
(??)
N News
5
10
15
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Maggio
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5
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Giugno
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30
Luglio
Le epoche di maturazione sono riferite all’Emilia Romagna
di Carlo Zanzi & C. s.s. Società Agricola
Via del Gorgo, 137 – Loc. Gorgo – 44100 FOSSANOVA S. MARCO (FE) - Italy
Tel 0532 719072/61161 – Fax 0532 60028/719072 – [email protected] – http://www.vivaizanzi.it
n. 38/2011
DIRETTORE RESPONSABILE: Elia Zamboni
VICEDIRETTORE: Beatrice Toni
[ SOMMARIO ]
Terra e Vita
1
[ Speciale Le innovazioni per il ciliegio
REDAZIONE: Francesco Bartolozzi, Dulcinea Bignami,
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coordinamento di Roberto Bartolini e Stefano Lugli
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Vignola capitale della ciliegia
DI
STEFANO LUGLI
PAG.
Ricerca d’avanguardia per la ciliegia di qualità DI SILVIERO SANSAVINI
PAG.
Il miglioramento genetico del ciliegio in Europa
PAG.
Strategie di conduzione per l’alta qualità
PAG.
I sistemi per prevenire lo spacco dei frutti
PAG.
Metodi di difesa contro la mosca
PAG.
Come migliorare e valutare la qualità
PAG.
Le più moderne tecnologie di lavorazione DI UGO PALARA
PAG.
Dalla tipicità ai consorzi di valorizzazione
PAG.
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Terra e Vita
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
1
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2
Vignola capitale
della ciliegia
DI STEFANO LUGLI Nella splendida
Rocca si è svolto
nello scorso giugno corollario di questo, la mostra pomologica
ella splendida cornice della Rocca e
del Palazzo Barozzi di Vignola sì è
nazionale organizzata dal CRPV di Cesena
per tre giorni il
svolto nel giugno scorso il Convegno
ha dato la possibilità ai partecipanti al connazionale del ciliegio, organizzato dal Diparvegno di conoscere e apprezzare il ricco
convegno nazionale patrimonio varietale del ciliegio: 350 camtimento di Colture Arboree dell’Università
di Bologna in collaborazione con altri Enti e
pioni suddivisi tra varietà del germopladedicato al ciliegio sma autoctono, novità varietali italiane e
Istituzioni. In questa “tre giorni” tutta dedicata alla frutta rossa i maggiori esperti in
straniere e alcune interessanti selezioni di
campo nazionale e internazionale hanno relazionato sulle
del DCA - Università di Bologna in fase avanzata di valutaprincipali innovazioni di prodotto e di processo per una
zione e prossime alla diffusione commerciale.
Il convegno si inseriva in una serie di altre iniziative
cerasicoltura di qualità. Sono stati presentati 110 contributi
collaterali svoltesi sempre a Vignola nella prima decade di
scientifici oral e poster divisi nelle 10 sessioni di lavoro.
L’evento ha avuto un
giugno 2011, con un unico
LE DIECI SESSIONI DEL CONVEGNO
successo e un riscontro di
denominatore comune, la
pubblico superiore a ogni
ciliegia: “A Vignola è tempo
1. Nuove tecnologie di impianto
più rosea aspettativa: oltre
di ciliegie. Storia, sapori e
2. Miglioramento genetico e innovazione varietale
650 partecipanti al congrestradizioni del nostro territo3. Spagna e Italia: realtà emergenti a confronto
so, 350 presenze registrate
rio” a cura di Città di Vigno4. Qualità alla raccolta e in post-raccolta
durante le visite tecniche,
la e Vignola Grandi Idee;
5. Difesa delle produzioni
150 i tecnici e i produttori
“Gemelli con ... gusto” a cu6. Controllo delle spaccature da pioggia
che hanno aderito al “tour
ra di Città di Vignola: 7a Festa Nazionale “Città delle
del ciliegio” con visita a
7. Commercio e mercati nel bacino del mediterraneo
Ciliegie” a cura della Assonuove realtà produttive
8. Biologia e fisiologia
ciazione nazionale “Città
emergenti delle colline ve9. Germoplasma e biodiversità
delle ciliegie”; 14° Concorso
ronesi e trentine e quelle
10. La coltivazione del ciliegio da legno
Nazionale Claudio Locchi
montane della Val di Non. A
N
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
1 - Un momento
del convegno nella Rocca.
2 - La tre giorni di Vignola,
organizzata dal Dipartimento di
colture arboree dell’università
di Bologna, ha visto
succerdersi sul palco dei
relatori i maggiori esperti
nazionali ed internazionali del
ciliegio. È stata allestita anche
una mostra pomologica.
TARGHE AL MERITO
Premiati tre produttori
e due tecnici
Terra e Vita
L’
organizzazione del Convegno nazionale
del ciliegio di Vignola in occasione della
“cena sociale” del 8 giugno 2011 ha voluto
consegnare una targa di riconoscimento al merito ad alcuni produttori e tecnici che si sono
particolarmente distinti nella loro attività agrico-
la e tecnica legata al ciliegio.
In primis, sono stati premiati due prodittori “storici” del comprensorio della ciliegia
tipica di Vignola: Remo Solmi come “Pioniere della cerasicoltura specializzata” e Nino
Quartieri per “Il successo dell’innovazione”. Con la motivazione “La rivoluzione colturale” un premio è andato al giovane cerasicoltore ferrerese Massimo Beltrami, tra i primi a
credere e investire negli impianti fitti di ciliegio. Altri riconoscimenti sono stati assegnati
a due tecnici di lunga data: a Romano Amidei di Agrintesa per “La tecnica, l’esperienza e la passione” e a
Valter Monari, coordinatore del Consorzio della ciliegia tipica di Vignola
con la dedica “La ciliegia nel cuore”
sulla targa di riconoscimento.
Dal portale www.ciliegio.unibo.it
è possibile scaricare in formato pdf i
testi delle motivazioni che hanno
portato a questi meritati riconoscimenti.
A tutti i premiati i migliori auguri
dal Comitato organizzatore del Convegno nazionale del ciliegio.
S.L. A destra Romano Amidei.
Stefano Lugli, coordinatore
del Convergno sul ciliegio.
“Ciliegie d'Italia” a cura
della Associazione nazionale “Città delle ciliegie”,
che ha quest’anno premiato
un produttore “storico” vignolese, Giorgio Quartieri,
con la varietà Ferrovia. Altri Premi sono stati assegnati all’Azienda Giuliano
di Conversano (Bari), sempre con Ferrovia (“la ciliegia più buona”) e all’Azienda Quartieri Nino di Savignano (Modena) con la
nuova varietà Grace Star
(“la ciliegia più bella”). L’autore è del Dipartimento di
Colture arboree, Università di
Bologna.
3
A destra Massimo Beltrami.
A sinistra Valter Monari.
A sinistra Remo Solmi.
Nino Quartieri.
4
Terra e Vita
1
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
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Ricerca d’avanguardia
per la ciliegia di qualità
DI SILVIERO SANSAVINI La ricerca scientifica
ha prodotto un
D
iciamo subito che, alla base della rivolupolpa soda, con alto tenore zuccherino (> 16
enorme salto
zione tecnologica che da qualche tempo
°Brix), acidule (oltre 0,5-1,0%). Abbiamo constaha investito la coltura del ciliegio, c’è la
tato di recente, non solo attraverso il forte auqualitativo nelle
ricerca, a cominciare dalla creazione di nuove
mento degli scambi commerciali con l’estero
varietà e portinnesti, poi dalla sperimentazione
(sia nell’import, sia nell’export) e quindi anche
conoscenze di base dei consumi familiari (in palese controtendenza
di campo e dall’affermazione sui mercati di nuove tipologie di frutti, fino a qualche tempo fa
con le altre frutta) che la domanda di ciliegie è in
ed un ampio
estranee alla fisionomia delle produzioni locali.
aumento e il periodo di consumo si è alquanto
La ricerca specifica sulle problematiche del
allargato, sia nella precocità sia soprattutto nelventaglio di
ciliegio, ormai allo stesso livello delle altre prinla tardività, fino a coprire oltre tre mesi, da
cipali specie da frutto, ha prodotto un enorme
maggio a luglio-agosto, senza che la globalizzaderivazioni tecniche zione abbia influito più di tanto. C’è addirittura
salto qualitativo nelle conoscenze di base (fisiologiche, biologico-genetiche, nutrizionali) ed
spazio commerciale all’introduzione dall’emiun ampio ventaglio di derivazioni tecniche nel governo degli
sfero Sud di ciliegie durante l’inverno a prezzi quasi proibitivi.
alberi applicate ormai su larga scala anche nelle piccole aziende
C’è soprattutto il movimento tra Paesi mediterranei (con imporche caratterizzano il contesto cerasicolo italiano.
tazioni soprattutto dalla Spagna e dalla Turchia) in maggioQuesta tendenza trova riscontro anche sul piano internaziogiugno, ma il calendario di consumo non cessa con le varietà di
nale nelle periodiche assise professionali organizzate dall’ISHS
fine giugno-primi luglio, ma si estende a tutto luglio con le
(Int. Soc. Hortic. Sciences) nei vari Paesi frutticoli anche meditervarietà più tardive e con i prodotti alpini e appenninici e poi si
ranei, sempre più interessati alla coltura del ciliegio.
arriva ad agosto per le varietà del Nord Europa (la Norvegia sta
diventando Paese esportatore, con le sue produzioni normali).
LE CILIEGIE CHE VUOLE IL MERCATO
Dunque, il fattore propulsivo che più ha influito sulla rinascita
Le ciliegie di oggi, richieste ed apprezzate dal mercato, sono
della cerasicoltura italiana è stato il mercato, anche se questo
grosse, con pezzature di almeno 28-30 mm Ø corrispondenti a
processo evolutivo è avvenuto in alcune regioni assai più che in
10-13 g/frutto. Hanno dunque superato quelle di 20-22 mm Ø,
altre: si citano in particolare Puglia, Veneto, Emilia-Romagna,
“pari a 7-8 g” che eravamo abituati a conoscere. Poi devono avere
Trentino-Alto Adige.
molto colore, rosso fiammante, non necessariamente rosso-nero,
Poi c’è un’altra constatazione: gli uomini politici in genere
n. 38/2011
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
1 - La domanda di ciliegie è in aumento ed il periodo di
consumo negli ultimi anni si è notevolmente ampliato.
Terra e Vita
5
3
2 - Il successo dei nuovi impianti oltre che sulle varietà si
basa sulla corretta gestione agronomica.
3 - Con le nuove tecnologie applicate nella catena di
lavorazione, il periodo di conservazione delle ciliegie può essere
esteso a 15-20 giorni.
alquanto infastiditi dalle vicende della frutta estiva (soggetta a
troppe crisi di mercato) non sono mai stati pressati per incentivare o sostenere produzione e mercato delle ciliegie, che camminano da sole. C’è da chiedersi com’è possibile che la cerasicoltura
sia sorprendentemente oggetto di tanta considerazione senza
alcun intervento pubblico ?
Le soddisfazioni economiche non mancano: si possono spuntare, infatti, anche 2-3 €/kg in campagna contro gli 0,2-0,3 €/kg di
pesche e nettarine di pari epoca, con produzioni che oscillano fra
15-20 e t/ha.
L’Assessore regionale dell’ Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni,
di fronte a questi spettacolari risultati ha rilevato che gli investimenti pubblici nella ricerca dedicati al ciliegio sono stati finora
molto modesti specie per il miglioramento genetico, quando
proprio le nuove ciliegie ottenute e brevettate in Italia (vedi ad
esempio la serie Star del CMVF-DCA-Università di Bologna) si
sono diffuse in vari Paesi, consentendo di incamerare royalties,
mentre pesche, nettarine, albicocche e susine richiedono ogni
anno l’esborso di centinaia di migliaia di euro per consentire
all’Italia di coltivare varietà straniere di successo.
Un importante rassegna delle più recenti acquisizioni tecnicosperimentali sul ciliegio è stata tenuta a Vignola nel giugno
scorso (II Convegno nazionale del Ciliegio) con la presentazione
di un centinaio di contributi di ricerca, non solo italiani.
210 NUOVE VARIETÀ NEGLI ULTIMI VENTI ANNI
Nel settore varietale, come è emerso dalla relazione introduttiva
di Milatovic e Lugli, nell’ultimo ventennio sono state licenziate in
Europa ben 210 varietà, la maggior parte delle quali nei paesi
dell’Est. L’Italia con 14 varietà (metà a Bologna e metà a Verona)
figura fra i paesi più impegnati. Si segnalano, in particolare,
Giorgia (veronese), Grace Star e Big Star (bolognesi).
Ad affermarsi in Italia sono state soprattutto alcune varietà
tedesche (vedi Regina), francesi e ungheresi; fra queste le precoci
Rita, Vera, Carmen e la tardiva Alex. Occorre poi rilevare che il
primo motore innovativo nell’assetto varietale italiano è venuto
dal Canada alcuni decenni orsono con la cultivar autofertile
Stella, cui sono seguiti poi negli anni 80-90 New Star e Lapins
insieme ad una altra ventina di varietà, fino alla più recente
Sweetheart e Staccato. Tutte queste novità sono andate a sostituire in gran parte le vecchie varietà locali compresi vari Duroni
(salvo alcuni come Ferrovia). Poche le varietà autoctone di pregio
che hanno resistito al ricambio (es. Corniola in Romagna). Dunque, c’è ancora spazio per un apprezzabile recupero della biodiversità indigena. Poi sono tuttora in sviluppo nuovi programmi
di miglioramento genetico italiano che porteranno a breve altre
rilevanti novità.
Naturalmente il successo dei nuovi impianti non dipende solo
dalle scelte varietali ma da vari fattori gestionali dell’albero e del
suolo. Permangono ancora i limiti strutturali propri della specie,
le necessità biologiche in fioritura, a partire dall’impollinazione
per le varietà e i gruppi varietali interincompatibili; i rischi legati
alle piogge, specialmente in prossimità della maturazione, l’obbligo di introdurre le pratiche colturali aggiornate come per le
altre colture (es. potatura, difesa sanitaria, diradamento, fertirrigazione e copertura con teli trasparenti antipioggia), organizzazione della raccolta (cantieri operativi efficienti), e poi ancora
l’alto costo complessivo degli impianti.
L’IMPORTANZA DEI PORTINNESTI MODERNI
Cominciamo dai nuovi portinnesti per i quali la sperimentazione, come rilevato nella relazione tedesca di M. Balmer, ha dimostrato che è possibile nanizzare la taglia dell’albero, anche nei
migliori terreni, nei limiti di 2,5 – 3,0 m di altezza, anticipando la
messa a frutto al 2° - 3° anno. Si può così migliorare anche la
qualità delle ciliegie. Sono già numerosi i cloni disponibili, fra cui
alcuni ibridi tedeschi, quali ad es. Gisela 6, Gisela 12 e Gisela 5
(quest’ultimo rischioso nelle aree del Centro Sud e nei suoli
leggeri e poveri). Occorrono in ogni caso ulteriori prove zonali
per vagliare anche l’interazione genotipo/ambiente, oltre alla
verifica delle affinità d’innesto con le nuove cultivar. In tal modo
gli impianti salgono a convalidate densità di oltre 1.000 alberi/
ha, con possibilità di arrivare a superare anche 2.000 alberi/ha,
corrispondenti a rese produttive di 10-15 t/ha fino al 4° anno e di
20 t ed oltre dal 5° anno.
FORME DI ALLEVAMENTO E SISTEMI DI POTATURA
Siffatta impostazione degli impianti ha richiesto un forte impegno nella messa a punto di appropriate forme di allevamento,
che variano con la densità, in maggior parte riconducibili ad
alberi monocauli, da cui la forma prevalente in Europa dell’”asse
centrale”, con varianti che vanno dal fuso (per le combinazioni
6
Terra e Vita
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
d’innesto più vigorose) agli assi colonnari (altrimenti denominati super slender), idonei
questi alle alte densità, modificando con ciò anche la struttura fruttifera della chioma, a sua
volta condizionata dal genotipo. L’habitus di fruttificazione
varia, infatti, con i genotipi: la
maggior parte delle varietà
produce su dardi di rivestimento di branche di due o più
anni. Altre (es. Ferrovia e Regina), producono anche sulle
gemme basali dei rami di un
anno ottenute grazie alla cimatura (primaverile-estiva) dei germogli, quando l’altissima densità impone uno scheletro privo di
branche strutturate.
Le tecniche di potatura, messe in evidenza dalla relazione
sulle basi fisiologiche illustrate dal prof. G. Lang dell’Università
del Michigan, si spingono fino al diradamento dei frutti, tecnica
provvidenziale in varietà autofertili con forte allegagione quale
ad es. Lapins, cui in alternativa si può supplire solo con potature
riequilibratrici del carico di frutti se si vuole salvare pezzatura e
qualità del prodotto, inducendo maggior durezza alla polpa, con
accentuazione del rapporto zuccheri/acidi.
Numerose sono state le prove combinate di nuovi portinnesti
nanizzanti con nuove varietà come ad es. Kordia e Regina, che
hanno evidenziato in generale, in varie località, un sensibile
miglioramento produttivo (con cumuli fino a 50 t/ha nei primi
cinque anni dall’impianto, quando in precedenza occorrevano
almeno dieci anni per ottenere siffatta resa). Fra i nuovi soggetti,
in Puglia, con densità intorno a 700 alberi/ha (ivi considerata
ottimale), solo Gisela 6 ha dimostrato di poter competere (cv.
Sweetheart) col tradizionale P. mahaleb. Con altre varietà questo
soggetto innestato con le varietà Burlat, Ferrovia ed Adriana ha
fatto addirittura meglio.
PROTEZIONE E PREVENZIONE DALLA “SPACCATURA”
Un forte contributo innovativo è venuto anche dalle ricerche nei
settori della protezione, sia della prevenzione del cracking sia del
controllo postraccolta della qualità. Entrambi i comparti manifestano nelle filiere cerasicole italiane vistose carenze, come riportato oltre. Nella difesa è emersa la messa a punto, da parte dei tecnici
della Regione Emilia-Romagna, dei Disciplinari di produzione
Integrata dopo le recenti restrizioni nell’uso di numerosi principi
attivi, fra i quali quelli contro la mosca (vedi la revoca del Dimetoato e l’uso condizionato del Fosmet). Nei Disciplinari della coltura
biologica, le alternative prevedono l’uso di esche adulticide e di
altri composti ecologicamente sicuri, purtroppo meno efficaci.
Molto interesse ha destato la disamina fatta dal norvegese Dr.
Meland, che ha dimostrato l’utilità dei trattamenti per prevenire lo
spacco con prodotti tipo cloruro di calcio, Vaporgard®, Raingard®, cere vegetali e altri agenti di protezione, già previsti anche
in Italia, ma per concludere che sono preferibili le difese a tunnel o
con coperture di teli o film di vario tipo (ad alta trasmissione di
n. 38/2011
luce, circa 90%, ma con possibilità di assorbire l’infrarosso per
ridurre la temperatura della
chioma). Queste strutture fanno
lievitare i costi ma, oltre a proteggere dal cracking, possono
migliorare la qualità del prodotto, sottolineando come il
cracking possa essere indotto
sia da improvvisi sbalzi nell’assunzione idrica dal suolo (che
provocano microscrepolature
dei frutti) sia dalla prolungata
bagnatura dei frutti, la cui buccia, specie se poco elastica, può
assorbire essa stessa acqua e quindi spaccarsi. C’è una forte differenza genetica, es. Celeste è molto sensibile allo spacco e Regina
assai meno, per questo considerata tollerante. Diffusissimo ormai
è anche l’uso dei trattamenti precoci (ad inizio ingrossamento
frutto) con Gibberelline (GA3) per migliorare la pezzatura.
LE TECNOLOGIE DI CONSERVAZIONE
Ricordiamo infine le innovazioni nella catena del freddo e nei
metodi di lavorazione delle ciliegie con i nuovi protocolli del
“grading, ossia con l’uso di selezionatrici elettroniche” già installate da alcune grandi aziende pugliesi e non ancora in Emilia
Romagna. Come ha rilevato l’esperto cileno Prof. J.P. Zoffoli, per
le ciliegie occorre bloccare la respirazione subito dopo la raccolta
(entro 2-4 ore), utilizzando allo scopo sistemi di raffreddamento,
preferibilmente ad acqua a 2 °C (se le ciliegie saranno destinate a
un lungo tragitto) o a 5-6 °C se la destinazione è prevista entro 24
ore. Le ciliegie rimarranno più sode e si conserveranno molto
meglio. A tal fine occorre sviluppare decisamente le atmosfere
modificate con l’automatismo degli speciali involucri di film
(poliresine che lasciano passare in parte ossigeno e CO2) sia a
livello di cassetta che di cestino. Come magazzino le tecnologie
americane applicate già da anni su larga scala, hanno dimostrato
che il periodo di conservazione e trasporto delle ciliegie può
essere esteso fino a un massimo di 15-20 giorni, superando così
tragitti di migliaia di chilometri e per di più le esportazioni
transoceaniche, come dimostrato dalle ciliegie cilene di buona
qualità vendute in Italia.
C’è da chiedersi come mai le condizioni della cerasicoltura
italiana non consentano ancora l’uso generalizzato di queste
nuove tecnologie, pur essendo le aziende costruttrici in grado di
assemblare queste nuove linee di lavorazione: la risposta si riassume nelle piccole dimensioni delle aziende produttrici, cooperative o imprese private. Occorrerebbe fare sistema, magari ricorrendo ad un efficiente servizio di postraccolta organizzato da
terzi se si vuole essere attivi o diventare competitivi sulla scena
internazionale. La qualità non si fa solo nella filiera produttiva,
occorre pensare di estenderla anche a quella distributiva fino alle
grandi piattaforme commerciali europee e ai mercati più selettivi
per produzioni di pregio come sono le ciliegie.
L’autore è del Dipartimento di Colture Arboree, Università di Bologna.
8
Terra e Vita
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
1
n. 38/2011
2
Il miglioramento genetico
del ciliegio in Europa
L
a produzione media annuale di ciliegie
dolci in Europa, nel triennio 2007-09, si
è attestata su 730.463 t (FAOSTAT, 2011)
che rappresentano il 37% della produzione
mondiale. Il principale Paese produttore è
l’Italia la cui produzione si aggira sulle
122.165 t annue che contribuiscono per il
16,7% al totale europeo seguito da Russia
(10,6%), Spagna (10,4%), Romania (9.2%),
Ucraina (8,9%), Grecia (6,2%), Francia (5,9%),
Polonia (5,1%), Germania (4,7%), Austria
(4,2%) e Serbia (4,0%).
LA RICERCA
SUL CILIEGIO DOLCE
Gli obiettivi principali dei
programmi di miglioramento
genetico per il ciliegio dolce
sono riconducibili all’esaltazione delle caratteristiche del
frutto (pezzatura, consistenza e sapore), estensione del
calendario di maturazione (in
particolare per le cultivar precoci che maturano prima della cultivar di riferimento
‘Burlat’), riduzione della su-
I programmi di
1 - La varietà Rita.
breeding negli
2 - La varietà Carmen.
ultimi anni hanno
scettibilità allo spacco “cracking” dei frutti,
autocompatibilità, resistenza ad agenti biotici
consentito di
di danno in particolare al cancro batterico
lanciare 210 nuove (Pseudomonas spp.) ed alla monilia (Monilinia
laxa), adattabilità ambientale (resistenza alle
gelate negli ambienti freddi e riduzione del
cultivar di ciliegie
fabbisogno in freddo per gli areali caratterizdolci e 120 di
zati da clima subtropicale), contenimento del
vigore degli alberi (habitus compatto o di tipo
ciliegio acido
“spur”) e adattabilità alla raccolta meccanica
(distacco del peduncolo).
FIG. 1 - VARIETÀ DI CILIEGIO ACIDO OTTENUTE
Le metodologie comuneE DIFFUSE NEI PRINCIPALI PAESI EUROPEI (1991-2011) mente impiegate nei programmi di miglioramento varietale
Ucraina
per il ciliegio dolce sono l’ibriFederazione Russa
dazione e l’impollinazione liRomania
bera, le mutazioni indotte e la
Francia
selezione clonale. Negli ultimi
Repubblica Ceca
venti anni sono state licenziate
Italia
in Europa oltre 210 nuove culGermania
tivar ( Fig. 1).
Ungheria
Estonia
Lituania
0
5
[ Fonte: Milatovic e Lugli, 2011
10
15
20
25
30
35
40
LA RICERCA
SUL CILIEGIO ACIDO
La produzione media annuale di ciliegie acide in Europa
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
CINQUE
VARIETÀ
In primo piano
I
n Italia, fino alla prima metà degli
anni settanta, ciascun distretto cerasicolo si caratterizzava per una propria
piattaforma varietale tradizionale e sostanzialmente immutata per decenni.
Solo a partire dalla metà degli anni ottanta con la diffusione di nuove varietà, frutto dell’intenso lavoro
di miglioramento genetico condotto in Italia ed all’estero, ebbe
inizio il rinnovamento degli assortimenti varietali tradizionali. Le
varietà poco produttive e con frutti non rispondenti ai requisiti
richiesti da una cerasicoltura competitiva in ambito europeo e
non solo (per la ridotta pezzatura, la limitata consistenza della
polpa, la scarsa resistenza a manipolazione e trasporti, ecc.),
hanno progressivamente perso importanza fino anche a scomparire. Il rinnovamento della piattaforma varietale continua
tuttora a seguito delle continue introduzioni sul mercato di
novità varietali. Questa “corsa” dal ritmo elevato verso l’innovazione varietale finisce col determinare anche disorientamento
tra tecnici, frutticoltori e consumatori, considerato l’eccessivo
numero di varietà disponibili (oltre 200)
per un calendario di maturazione e di
raccolta ancora oggi molto ristretto (5-6
settimane). In considerazione di ciò, il
Ministero per le Politiche Agricole e Forestali ritenne, già dal 1993, di lanciare un
“Programma Straordinario di Sperimentazione per la formulazione di liste
d’orientamento varietale dei fruttiferi”,
includendovi il ciliegio, con l’obiettivo di
arrivare a formulare affidabili, ragionate
ed aggiornate liste di varietà raccomandabili nei diversi distretti cerasicoli italiani. Nel corso dei 17 anni di attività, le
La varietà Burlat.
Unità Operative afferenti al progetto han-
La varietà Giorgia.
La varietà Van.
nel triennio 2007-09 si è attestata su 806.029 t, che rappresentano il 63,6% della produzione mondiale. In Europa, il principale Paese produttore è la Russia con 192.333 t annue che contribuiscono per il 23,9% al totale europeo, seguita da Polonia
(20,6%), Ucraina (16,4%), Serbia (12,2%), Ungheria (7,8%),
Bielorussia (5,3%) e Germania (2,9%).
Terra e Vita
9
no provveduto a proporre, periodicamente ed
unanimemente, nuove
introduzioni, ma anche a
depennare dalle liste
quelle varietà che, dopo
una compiuta valutazione, hanno ripetutamente
fornito risultati deludenti
e comunque tali da non
potere essere suggerite
per la realizzazione di ciliegeti commerciali. In
generale, fatte salve alcune possibili omissioni, La varietà Ferrovia.
tutte le novità varietali
della specie sono state
doverosamente prese in
considerazione. Dalle valutazioni compiute sino
ad oggi, soltanto cinque
varietà a maturazione
successiva hanno riscosso giudizi molto positivi
in tutti gli ambienti di
prova, tanto da risultare
meritevoli di diffusione
sull’intero territorio nazionale, a prescindere
dalla latitudine. Esse so- La varietà Sweetheart.
no anzi diventate il riferimento per il gruppo di maturazione di appartenenza: “Burlat”,
“Giorgia”, “Van”, “Ferrovia”, “Sweetheart® Sumtare*” (Foto
delle 5 varietà). Queste cinque varietà, da sole, maturando in
successione, sarebbero in grado di coprire la quasi totalità del
calendario di maturazione del ciliegio. Gli standard qualitativi
richiesti dal mercato sono in continua evoluzione e non è da
escludere che alcune delle citate varietà di riferimento possano
un domani essere soppiantate da altre, perché con frutti dotati
di caratteristiche ancora più pregiate e in grado di rispondere in
maniera più adeguata alla domanda di prodotto senza soluzioni
di continuità nell’ambito del calendario di maturazione dei frutti
della specie.
Tratto da: A. Godini, M. Palasciano. Scelte varietali nella cerasicoltura italiana. Abstract Convegno nazionale del ciliegio,
Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011.
Gli obiettivi principali dei programmi di miglioramento
genetico del ciliegio acido sono riconducibili a: elevata produttività, autocompatibilità, resistenza ad agenti biotici di
danno (in particolare maculatura fogliare - Blumeriella jaapii e
monilia - Monilinia laxa), qualità dei frutti ed adattabilità alla
raccolta meccanica. La maggior parte dei programmi di bree-
10
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
Terra e Vita
3 - La varietà Big Star.
ding impiega l’ibridazione
controllata e la selezione clonale (Fig. 2). Al contrario della specie “dolce”, il ciliegio
acido è caratterizzato da una base genetica instabile ed è più
suscettibile a mutazioni, le quali intervengono frequentemente nelle vecchie cultivar quali Pandy (Köröser), Cigány
meggy, Schattenmorelle, Oblainska, Stevnsbär. Negli ultimi
CENTRO ITALIA
Varietà
e portinnesti
L
venti anni sono state licenziate in Europa oltre 120 nuove cultivar.
n. 38/2011
4 - La varietà Regina.
VARIETÀ DOLCI DIVISE PER GRUPPO DI MATURAZIONE
Dall’esame delle principali caratteristiche agronomiche e
pomologiche delle varietà diffuse dai programmi di miglio-
a coltivazione del ciliegio nelle Marche
non è ampiamente diffusa, ma negli
ultimi anni ha visto una tendenza in aumento superando i 110 ettari, con una produzione che supera le 60 t. La difficoltà della
diffusione della coltivazione di questa specie, comunque di interesse per le buone prospettive di mercato che
generalmente caratterizzano il frutto, è di solito determinata dalla
mancanza di informazioni utili per la più corretta scelta di portinnesti
e varietà con maggiore adattabilità alle condizioni che caratterizzano l’ambiente del medio–adriatico, solitamente caratterizzato da
ambienti collinari, spesso con scarse risorse idriche e con terreni
pesanti (argilloso calcarei).
Al fine di individuare le varietà e i portinnesti più idonei
alle condizioni di coltivazione
del medio adriatico è stata
impostata una prova sperimentale utile per analizzare i
parametri produttivi e qualitativi delle cultivar di ciliegio di
recente introduzione a confronto con varietà di riferimento (61 tra cultivar e selezioni di ciliegio dolce), innestate sui portinnesti Franco,
MaxMa14 (Foto) e Gisela 5. I
rilievi effettuati annualmente
Il portinnesto Maxima 14.
e per ogni albero hanno ri-
guardato parametri vegetativi: la circonferenza sopra e sotto il punto
di innesto; il peso del legno di potatura; la data di inizio, piena, fine
fioritura, l’entità di fioritura e la data di raccolta.
La valutazione effettuata sulle diverse varietà di ciliegio ha permesso di evidenziare una notevole variabilità nell’adattabilità ad un
sistema di coltivazione a basso impatto che meglio si può adattare
alle esigenze delle aziende interessate alla coltivazione del ciliegio
nell’areale del medio adriatico. Indicazioni più approfondite derivano
dall’analisi dell’effetto della combinazione portinnesto/varietà sulle
rese produttive dell’impianto realizzato in una condizione di ridotta
disponibilità idrica determinata dall’assenza di irrigazione fissa e
dall’inerbimento del terreno. In queste condizioni l’utilizzo del Gisela5
è improponibile, mentre il Franco, per l’elevato vigore che lo caratterizza, è stato in grado di garantire un adeguato sviluppo a tutti i 61
cloni innestati, associato ad una produzione elevata per alcuni, ma
evidenziando anche una ridotta capacità produttiva di altri. Le stesse
varietà innestate su MaxMa14 hanno mostrato uno sviluppo vegetativo e una risposta produttiva più contenuta rispetto al Franco. Tra le
varietà in sperimentazione, le autofertili si sono distinte per garantire
risposte produttive più elevate anche quando innestate su MaxMa14.
Soprattutto per queste varietà il dato delle rese produttive ettariali ha
evidenziato il particolare interesse del MaxMa14 per sostenere rese
più elevate rispetto al Franco, associate ad un anticipo nell’entrata in
produzione e al buon controllo dello sviluppo vegetativo.
Tratto da: F. Capocasa, M. Rossi, G. Borraccini, B. Mezzetti - Le
varietà e i portinnesti per la coltivazione del ciliegio nel medio
adriatico. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 810 giugno 2011.
12
Terra e Vita
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
FIG. 2 - VARIETÀ DI CILIEGIO DOLCE OTTENUTE
ramento genetico euroelevata al cracking;
E DIFFUSE NEI PRINCIPALI PAESI EUROPEI (1991-2011)
- varietà intermedie
pei e dalla loro valutazio(da New Star a Lapins).
ne interzonale in alcuni
In questo gruppo rientraPaesi continentali, emerno varietà con interessangono le seguenti varietà
Russia
ti caratteristiche agronodi ciliegio dolce, divise
miche unite a tratti poper gruppi di maturazioUcraina
mologici e qualitativi di
ne:
- varietà precocissime
pregio, come ad esempio
Polonia
(prima di Burlat). Degne
Aida* e Black Star*, matudi segnalazione le nuove
re intorno a Van (+16-18
Germania
varietà Rita* (Foto 1) e
gg da Burlat) e Big Star*
Kossara*, mature 7-10
(Foto 3), colta tra Ferrovia
Ungheria
giorni prima di Burlat. A
e Lapins;
0
10
20
30
40
50
60
- varietà tardive (da Laseguire, Early Bigi® Bigi[ Fonte: Milatovic e Lugli, 2011
pins a Staccato). Il periodo
sol* e Sweet Early® Panatardivo è dominato dalle
ro 1*, che anticipano Burvarietà di origine amerilat di 2-4 giorni con frutti
cana e canadese, accanto a interessanti varietà europee, tradidi buona pezzatura e, per Panaro 1*, di buona qualità e uniforzonali, introdotte da alcuni anni negli areali di coltivazione
mità di maturazione;
del Nord Italia e più in generale dell’arco alpino come ad
- varietà precoci (da Burlat a New Star). Posistivi riscontri
esempio Kordia e Regina (Foto 4) .
sono stati ottenuti da Early Star® Panaro 2* (solo su portinne
sti nanizzanti) matura 3-4 gg dopo Burlat, Folfer* (+6) per
pezzatura elevata e qualità, Vera* e Giorgia (+8) per produttiTratto da: D. Milatovi, S. Lugli (2011). Il miglioramento genetico
vità e, la prima, per l’elevata qualità delle drupe, Carmen*
del ciliegio in Europa. Abstract Convegno nazionale del ciliegio,
(+10) (Foto 2) per l’elevato calibro, Grace Star* per produttiviVignola (Mo) 8-10 giugno 2011.
tà, pezzatura e qualità, unite a una suscettibilità non troppo
Le proposte 2011 dal Progetto Mipaaf-Regioni
Quaranta varietà
on l’entrata in lista delle ungheresi Rici termina con la maturazione dell’autofertile
ta* e Alex®Axel*, sono 51 le varietà
italiana Early Star® Panaro 2* e di Malizia Falsono
considerate
complessivamente prese in considerasa, varietà autoctona diffusa solo in Campazione dalle liste 2011 (Fig. 3). Di queste, 40
meritevoli di ampia nia.
sono considerate meritevoli di ampia diffusione sul territorio nazionale e comprendono andiffusione e 4 sono VARIETÀ A MATURAZIONE MEDIO-PRECOCE
Tra le medio-precoci, Giorgia è la varietà che
che 4 varietà idonee per la raccolta meccanica
adatte alla raccolta ormai da diversi anni costituisce il riferimento
e/o manuale dei frutti privi di peduncolo; le
per questo periodo di maturazione, per le
restanti 11 sono consigliate per una diffusione
meccanica
buone caratteristiche agronomiche e pomololimitata. Altre 8 varietà (Aida*, Big Star*, Cargiche e per l’ampia adattabilità pedoclimatica.
men*, Index®, Lucrezia, Saylor, Vera*, Vigred)
sono state introdotte di recente nelle collezioni delle unità
In questo gruppo di maturazione si collocano anche tre varietà
operative e, pertanto, occorrerà attendere ancora qualche anno
i cui pregi e difetti sono ben noti: le canadesi autofertili Celeprima di una compiuta valutazione, per un loro eventuale
ste® Sumpaca* e New Star e la californiana Brooks*. A queste si
sono affiancate più di recente due autofertili, l’americana
inserimento in lista.
Cashmere®e l’italiana Grace Star*, apprezzata per le caratteri VARIETÀ A MATURAZIONE PRECOCE
stiche estetiche ed organolettiche dei frutti, e due autosterili
Il gruppo delle precoci si arricchisce quest’anno di un nuova
americane, Chelan e Tieton®PC 71446*.
varietà, l’ungherese Rita* che si affianca alle meno recenti Early
VARIETÀ A MATURAZIONE INTERMEDIA
Lory*, Early Bigi® Bigi Sol*, Sweet Early®Panaro 1*, tutte caratOltre ad importanti varietà a diffusione solo locale (Del Monte
terizzate da una maturazione più anticipata e da standard
in Campania, Durone Nero I in Emilia Romagna, Mora della
produttivi e/o pomologici migliori di Burlat, anche se mantenPunta e Mora di Verona nel veronese), questo gruppo comgono un’elevata suscettibilità allo spacco. L’elenco delle preco-
C
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
prende la canadese Van, giudicata positivamente per le buone
prestazioni fatte registrare in tutti gli ambienti di studio. Nello
stesso periodo maturano diverse costituzioni canadesi, tutte
caratterizzate da frutti di bell’aspetto ed elevata pezzatura
anche se piuttosto suscettibili al cracking: l’autofertile Sandra
Rose e le autosterili Canada Giant® Sumgita*, Cristalina® Sumnue*, Samba® Sumste* e Summit. Ulteriori alternative per il
PROGRAMMA
DI BREEDING
Università di Bologna
Terra e Vita
13
periodo in questione sono l’italiana Black Star*, dotata di ottimi frutti molto consistenti e poco suscettibili allo spacco da
pioggia, e l’ungherese Margit, idonea per la raccolta senza
peduncolo.
VARIETÀ A MATURAZIONE MEDIO-TARDIVA
Il gruppo delle medio-tardive include due varietà, Ferrovia e
I
l programma di miglioramento genetico del
ciliegio dolce presso il
Centro Miglioramento Varietale in Frutticoltura
(CMVF) del Dipartimento
di Colture Arboree dell’Università di Bologna è
iniziato nei primi anni ’80 con l’obiettivo iniziale di
adeguare l’assortimento varietale ai nuovi standard qualitativi richiesti dai mercati nazionali ed
europei. Tale attività è finalizzata alla creazione di
genotipi portatori di rilevanti caratteri agronomici
(vigore controllato, autofertilità, precocità di messa a frutto, costanza produttiva, tolleranza al
cracking), fenologici (ampliamento del calendario
di maturazione) e pomologici (miglioramento e
diversificazione della qualità del frutto in termini
di pezzatura, consistenza della polpa, colore del- 1 - La varietà Grace Star in cestini.
l’epidermide, caratteristiche organolettiche e
shelf-life del frutto). Fino ad oggi sono state licenziate sette (extra EU) con titolarità Università di Bologna e CRPV di Cesena.
varietà (serie “Star”) che coprono un calendario di circa quattro Tali cultivar sono state diffuse attraverso contratti di moltiplicasettimane di raccolta: Sweet Early® Panaro 1*, Early Star® zione in esclusiva nei principali Paesi produttori a livello monPanaro 2*, Grace Star* (Foto 1), Blaze Star*, Black Star*, LaLa diale.
Un nuovo programma di breeding è iniziato nei primi anni
Star* e Big Star*. Le varietà della serie “Star” sono tutte
protette da privativa comunitaria (EU) o da brevetto nazionale del 2000 con un preciso obiettivo: ottenere sei-sette nuove
varietà di elevata qualità con caratteristiche pomologiche e
organolettiche molto simili fra loro (Foto 2) e in grado di coprire
un calendario di maturazione di 30-40 giorni. Il nuovo Progetto
dell’Alma Mater Studiorum, a finanziamento misto pubblicoprivato, è coordinato da CRPV Cesena e cofinanziato da Regione Emilia-Romagna e da New Plant, in rappresentanza delle tre
OP Apoconerpo, Apofruit e Orogel Fresco.
Le selezioni più interessanti verranno brevettate a livello UE
nel corso del 2011. La valutazione agronomica e commerciale
potrà ritenersi conclusa intorno al 2016. In parallelo, si sta
lavorando per verificare la possibilità di realizzare un consorzio
internazionale con il compito di programmare gli impianti da
realizzare e di gestire successivamente la commercializzazione a marchio di questa nuova “linea” di ciliegie. I risultati fin qui
ottenuti lasciano ben sperare in un esito positivo di questo
progetto.
2 - Una selezione AMS-UNIBO
Tratto da: S. Lugli, Mi. Grandi, R. Correale. Il nuovo programma
di breeding sul ciliegio al DCA - Università di Bologna: primi
risultati. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo)
8-10 giugno 2011.
14
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
Terra e Vita
n. 38/2011
FIG.3 - LISTA DI ORIENTAMENTO VARIETALE DEL CILIEGIO DOLCE (2011)
Varietà a maturazione precoce
Rita* (-7~-10)
Early Lory*
Van
(-4~-2)
®
Early Bigi Bigi Sol*
Sweet
Cristalina® Sumnue*
Early ® Panaro
(+18~+20)
Sandra Rose
(-4~-2)
1*
Burlat – Burlat c1
(-3~-1)
Early Star Panaro 2* (+4~+6)
Varietà a maturazione medio-precoce
Enrica (+18~+21) (R.S.P.)
Varietà a maturazione medio-tardiva
Gégé® (+19~+22)
Giulietta (+19~+22)
Sylvia (+19~+22)
Brooks* (+8~+10)
Chelan (+9~+10)
®
Tieton PC71446* (+9~+10)
Giorgia (+10~+13)
Celeste® Sumpaca* (+11~+13)
Grace Star* (+11~+13)
Cashmere®
(+18~+20)
Techlovan* (+19~+21)
(0)
®
New Star
(+16~+19)
(+11~+13)
(+12~+14)
Varietà a maturazione intermedia
Black Star* (+13~+15)
Margit
(+13~+15) (R.S.P.)
®
Samba Sumste* (+13~+15)
®
Canada Giant Sumgita* (+14~+17)
Summit (+14~+17)
Somerset (+20~+22)
Ferrovia (+20~+23)
Kordia (+20~+23)
Germersdorfi Orias 3 (+20~+23) (R.S.P.)
Lapins (+21~+24)
Linda (+22~+25) (R.S.P.)
Varietà a maturazione tardiva
Skeena* (+26~+30)
Regina (+27~+31)
Sweetheart ® Sumtare* (+32~+35)
Symphony (+34~+36)
Alex ® Axel* (+34~+36)
Staccato® 13S2009* (+36~+40)
; - L’epoca di maturazione, indicata fra parentesi, è espressa in giorni rispetto a quella di Burlat. (Burlat si raccoglie in media: dal 5 al 10 giugno nelle aree delle prealpi
piemontesi, lombarde e venete; dal 20 al 25 maggio nelle aree della pianura e bassa collina veneta, emiliano romagnola e marchigiana; dal 15 al 20 maggio nelle aree
dell’Italia meridionale ed insulare).
- In rosso i nomi delle varietà autofertili.
- Le varietà i cui frutti sono particolarmente sensibili allo spacco da pioggia sono accompagnati da un ombrello
- Le varietà idonee alla raccolta dei frutti senza peduncolo sono indicatecon la sigla R.S.P.
Fonte: Godini et al., 2011
Lapins, le cui ottime prestazioni in tutti gli ambienti di prova
rendono ardua l’individuazione di valide alternative. Tra queste, la lista ne indica alcune in possesso di interessanti caratteri
pomologici: Ferrovia Spur, Gégé®, Kordia, Somerset, Sylvia e
Techlovan* e l’autofertile Giulietta. In questo periodo di maturazione ricadono anche tre varietà idonee per la raccolta senza
peduncolo: l’autofertile italiana Enrica e le autosterili ungheresi Germersdorfi Orias 3 e Linda. A completamento del quadro
relativo al periodo si ricordano quattro varietà la cui diffusione
è consigliata solo per limitati areali: Della Recca (Campania),
Durone dell’Anella Tardivo e Durone Nero II (Emilia Romagna) e Ravenna Tardiva (Lazio).
VARIETÀ A MATURAZIONE TARDIVA
Questa parte terminale del calendario di maturazione era do-
minata fino a pochi anni fa dalla canadese autofertile Sweetheart® Sumtare*. Le liste 2011 propongono un’ulteriore varietà
autofertile, l’ungherese Alex® Axel* che si aggiunge alle autofertili canadesi Skeena*, Staccato®13S2009* e Symphony. In
questa epoca, inoltre, maturano la tedesca autosterile Regina,
consigliata per la resistenza allo spacco in quegli ambienti
dove sono frequenti le piogge nel corso della maturazione, e
l’italiana ‘Durone Tardivo di Valstafforà, proposta per il piacentino.
Tratto da: A. Godini, M. Palasciano, G. Bassi, A. Liverani, S. Lugli,
Mi. Grandi, F. Pennone. Le proposte 2011 per il ciliegio dal Progetto
Mipaaf-Regioni. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola
(Mo) 8-10 giugno 2011.
16
Terra e Vita
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
Strategie di conduzione
per l’alta qualità
Si deve puntare a
sistemi intensivi ed
L
a competitività dei cerasicoltori, in un
nio ed azoto e la loro ripartizione nella pianta
efficienti nei quali
settore che a livello globale è in forte
Le recenti acquisizioni scientifiche possono inascesa, impone ’delle pratiche agronodirizzare le scelte dei cerasicoltori (es. Fig. 3)
l’albero deve
miche, ricorrendo all’impiego di materiale gesia in termini di gestione agronomica (irriganetico valido e ad impianti dal vigore contenuzione, fertilizzazione, potatura, carico produtmantenere una
to che al contempo siano altamente produttivi.
tivo) sia nell’adozione di nuove varietà, porGli impianti moderni dovrebbero mirare a sitinnesti e tecnologie di coltivazione (es. teli
struttura semplice
stemi di coltivazione intensivi ed efficienti, nei
antipioggia e coltivazione in serra).
quali gli alberi devono mantenere una struttuLe conoscenze sulla fisiologia dello svilupra semplice ed uniforme nel tentativo di massimizzare le rese e
po del frutto e la diffusione di portinnesti nanizzanti in grado
le caratteristiche qualitative dei frutti e di conseguenza i profitdi indurre una pezzatura delle ciliegie paragonabile a quella
ti.
indotta dai portinnesti vigorosi, aspetti che fino al decennio
Tali presupposti rappresentano le linee guida del programscorso sembravano impossibili, hanno contribuito ad increma di ricerca che per 15 anni ha investigato la fisiologia del
mentare le rese qualitative delle produzioni e dei profitti per i
frutto di ciliegio con l’obiettivo di introdurre innovazioni e
cerasicoltori.
perfezionare le strategie di gestione del frutteto mirando ad
LA PROTEZIONE DEL CERASETO
ottenere frutta di alta qualità.
Alberi dal vigore più contenuto, maggiormente efficienti e facil CONOSCERE LA FISIOLOGIA DELLA PIANTA
mente gestibili, si adattano meglio alla coltivazione protetta (es.
Considerando le singole unità produttive all’interno della chiocoperture antipioggia e tunnel) e negli ultimi anni, al fine di
ma dell’albero si possono distinguere differenti gruppi di foglie
proteggere le produzioni, tale tendenza è in aumento.. Le strute formazioni fruttifere (Fig. 1), tra di loro indipendenti ma che
ture di protezione possono essere impiegate non solo per ridurpossono essere collettivamente ottimizzati. Tale intento richiere considerevolmente i danni da pioggia (cracking), grandine ed
de l’adeguata conoscenza della fisiologia di sviluppo del frutto,
uccelli ma anche per limitare la suscettibilità agli agenti biotici
delle ripercussioni degli inter FIG. 1 - UNITÀ FRUTTIFERA SEMPLIFICATA DEL CILIEGIO
venti di potatura dalla differenziazione delle gemme alla
Da sinistra verso destra: A) ramo di 2 anni con abbondanti dardi fioriferi (mazzetti di maggio) e con numerose foglie inserite sullo stesso nodo; B) ramo di 1 anno con poche formazioni fruttifere basali; C) germoglio dell’anno
raccolta, nonché dei processi
con foglie inserite singolarmente.
legati all’accumulo dell’azoto
e del carbonio e della loro ripartizione all’interno dell’albero (Fig. 2). Le conoscenze
delle modalità su come questi
portinnesti dal vigore limitato
(es. Gisela®5), caratterizzati
da una precoce entrata in produzione, influenzino questi
fattori, sono fondamentali per
il successo del loro impiego
dal momento che alberi meno
vigorosi e più produttivi alterano l’acquisizione di carbo-
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
Terra e Vita
17
FIG. 2 - FONTI DI CARBONIO (FOGLIE)
E AZOTO (SUOLO ED ORGANI DI RISERVA)
FIG. 3 - DIFFERENTI MODELLI DI
ARCHITETTURA DELLA CHIOMA DI CILIEGIO
in funzione dell’epoca e dello sviluppo, necessari per la crescita e la fruttificazione dell’albero di ciliegi
finalizzate alla coltivazione ad alta densità. Le diverse soluzioni condividono una struttura permanente ridotta (linea continua), la rapida formazione di numerose unità fruttifere (linea tratteggiata ), ed il rinnovo annuale di una porzione dell’unità fruttifera.
dannosi (insetti e malattie). Inoltre forniscono una maggiore
protezione dalle gelate primaverili e consentono sia un anticipo
dell’epoca di maturazione dei frutti sia di estendere il calenda
rio di raccolta, con positive ripercussioni commerciali.
Tratto da: G. Lang. Produzione di ciliegie di alta qualità: nuove
tecnologie, germoplasma e fisiologia verso strategie innovative di
conduzione del ceraseto. Abstract Convegno nazionale del ciliegio,
Vignola (Mo), 8-10 giugno 2011.
Portinnesti ed impianto
A
livello mondiale la produzione di ciliegie è in aumento e tra le ragioni di questo
andamento si rileva che la coltivazione
del ciliegio dolce sta divenendo interessante tra i
frutticoltori specializzati in conseguenza del miglioramento della tecnica agronomica come ad
es. l’introduzione dei teli antipioggia, la diffusione di nuove forme di allevamento, nonché l’introduzione di nuove cultivar e di portinnesti nanizzanti o semi-nanizzanti altamente produttivi.
Tradizionalmente per il ciliegio
vengono impiegati portinnesti
vigorosi e solo recentemente dalla metà degli anni '90 nuove selezioni di portinnesti nanizzanti e
semi nanizzanti vengono adottati nei ceraseti tedeschi (Fig. 1).
Alcune delle ragioni che giustificano l’adozione dei nuovi
portinnesti sono legate all’impatto positivo sul vigore della pianta
(effetto nanizzante e semi-naniz-
zante), alla ramificazione dell’albero, all’ancoraggio, alla propagazione, alla produttività, alla qualidelle principali
tà della frutta, alla tolleranza alla siccità e alle gelate invernali e al contenuto di calcare nel suolo.
novità introdotte
In funzione del sito di coltivazione tali parametri
possono variare ed inoltre le richieste dei
nella tecnica
cereasicoltori si differenziano in funzione dell’ambiente di coltivazione. Per tali ragioni la speagronomica quali
rimentazione nelle condizioni locali di coltivafattori di successo
zione assumono un’importanza fondamentale.
La vigoria indotta rappre FIG. 1 - VIGORIA, PRODUTTIVITÀ ED
senta il parametro utilizzato per
EFFICIENZA DI ALCUNI NUOVI PORTINNESTI
classificare i portinnesti del ciliegio. Al portinnesto vigoroso
[kg/cm²]
TCSA [cm²]
Mazzard (Prunus avium) viene
Growth and Cropping 1999-2010
350
0,9
attribuito un valore pari a 100.
TCSA (cm²) 2010
300
kg per cm² 00-10
Tuttavia per le ragioni sopra cikg per tree 00-10
250
tate il parametro di vigoria non
0,6
200
è sempre il medesimo.
150
100
0,3
COS’È UN NUOVO
PORTINNESTO
0
La definizione di un “nuovo”
portinnesto deve essere collocata in un contesto più ampio
50
0
PH
L
M CA
ax o
m lt
a1
Gi W 1 4
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53
PORTINNESTI VIGOROSI
O NANIZZANTI?
Una panoramica
18
Terra e Vita
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
1 - Fusetti di ciliegio a
media (a sn) ed alta densità (a
destra) in Germania.
analogamente a quanto avviene per le varietà. Per la valutazione di un portinnesto lo sperimentatore necessita di un periodo pari a tre volte quello
necessario per valutare le varietà e l’introduzione a livello
commerciale risulta essere ancora più lunga.
Negli ultimi dodici anni il
portinnesto Gisela 5® è divenuto il portinnesto più impiegato e più venduto nei vivai (90%). In
Germania di conseguenza non viene più considerato un nuovo
portinnesto. Tuttavia, sono tuttora in corso numerosi programmi
di miglioramento genetico (es. Giessen) che, sebbene intrapresi
negli anni '70 e '80 del secolo scorso, appaiono ancora sconosciuti
per molti addetti al settore. L’elevato volume di materiale vegetale
in valutazione, le strategie commerciali e le esperienze ancora in
corso con il portinnesto Gisela 5® inducono alla ricerca di nuovi
genotipi le cui proprietà differiscono leggermente da Gisela 5®. Un
comportamento analogo è stato osservato nel caso del melo per il
portinnesto M9 circa mezzo secolo fa.
Bisogna riportare che Gisela 5® induce un vigore troppo debole
nei suoli leggeri, in particolare quando non irrigati, ma è spesso
troppo vigoroso nei suoli pesanti, particolarmente quando è allevato al di sotto dei teli antipioggia.
ra’ (P. cerasifera). In Polonia: P. mahaleb, Gisela 6®, intermedio
‘Frutana’ (P. fruticosa) (Kurlus, 2010). In U.S.A: P. mahaleb, Gisela
6®, Gisela 12®
SCELTA DEI SISTEMI DI IMPIANTO
I sistemi di impianto altamente produttivi, intesi come la combinazione tra la forma di allevamento, da cui dipenderà la densità
d’impianto e la disposizione degli alberi, presuppongono l’impiego di portinnesti nanizzanti e che influenzino una precoce
entrata in produzione. Solamente con il ricorso a portinnesti
nanizzanti come ad esempio Gisela 5® o Gisela 6® la produttività
cumulata all’undicesimo anno può essere raddoppiata o triplicata rispetto ai portinnesti tradizionali P. mahaleb o Mazzard (Robinson, 2010).
Ciò è dovuto principalmente al fatto che la fase improduttiva
può essere decisamente ridotta mediante la messa a dimora di
PORTINNESTO E AMBIENTE PEDOCLIMATICO
impianti ad alta densità con combinazioni cultivar/portinnesto
Un nuovo confronto sperimentale tra portinnesti è previsto in
più precoci. Mentre nel passato si impiegavano dagli 8 ai 10 anni
ambienti differenti in Germania e prenderà in considerazione
per raggiungere rese di 8-12 tonnellate per ha oggigiorno tali rese
nuove selezioni ottenute dai programmi condotti a Giessen così
si ottengono al 3-4 anno.
come nuovi soggetti ottenuti
In impianti ad alta densità
FIG. 2 - DISTANZA SULLA FILA E ALTEZZA
da programmi di miglioramenvengono impiegati tra 800 e
DEGLI ALBERI
to ottenuti dall’Università di
5000 piante/ha, sebbene la
Monaco Weihenstephan. Nella
maggior parte dei frutteti preprova verrà valutata l’adattabisentino una densità compresa
lità dei portinnesti sia in imtra 800 e 1200 piante/ha. Negli
ratio
tree
pianti ex novo sia in caso di
impianti fitti la forma di alleva1:1
height
reimpianto. I programmi di mimento principalmente adottata
4m
glioramento condotti in diffeè quella del central leader (foto 1
maximum diameter of a side shoot half of the trunk
renti aree potranno fornire rie fig. 2) e delle sue varianti (asse
sultati interessanti in funzione
centrale, slender spindle, solen,
tree distance 4 m
della diversa adattabilità pedoecc.) mentre per il futuro bisoclimatica.
gnerà considerare una serie di
Ad esempio: In Ungheria: P.
fattori variabili secondo le conmahaleb ‘Cenany’, P. avium
dizioni seguenti.
‘C2494’ ecc. In Spagna: Nuovi
tree
ratio
height
1:2
SISTEMI IN PIENO CAMPO
individui provenienti preva4m
L’allargamento della Comunità
lentemente da programmi di
maximum diameter of a side shoot a quarter of the trunk
Europea ai Paesi dell’Est ha debreeding francesi partendo da
terminato un incremento della
P. mahaleb o Mazzard, P. mariantree distance 2 m
disponibilità di manodopera in
na ‘2624’ con intermedio ‘Ada-
20
Terra e Vita
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
2 - Diverso habitus vegetativo di nuove varietà di ciliegio.
agricoltura nell’intera Comunità. Inoltre, la tecnica industriale si è
no, KGB, Mur Fruitier, Drapeau Marchand, UFO, Tatura trellis,
evoluta negli ultimi anni. Contemporaneamente esistono alcune
chioma appiatita, candelabro.
preoccupazioni inerenti la stagnazione di mercato e la caduta dei
SISTEMI IN CONDIZIONI CONTROLLATE (TUNNEL)
prezzi (in virtù di un incremento della superficie coltivata di
In ambienti caldi caratterizzati da epoche di raccolta precoci la cui
ciliegio dolce) e i costi di post raccolta stanno divenendo sempre
produzione è destinata all’esportazione o alle grandi metropoli o
più elevati es. catena del freddo, trasporto, imballaggio, mechanicomunque a una clientela di nicchia, è ipotizzabile un incremento
cal grading, ecc.
della superficie investita a ciliegio ed allevata sotto copertura
Al fine di rendere economicamente vantaggiosa la coltivazione
plastica o in vetro (foto 3).
del ciliegio dolce i costi di produzione devono ulteriormente riTali strutture sono normalmente non riscaldate ed è stato osserdurre. Attualmente vengono stimate tra 60 e 80 ore/ha per la
vato un anticipo di maturazione dei frutti compreso tra 10 e 18
potatura e circa 800 ore/ha per la raccolta manuale.
giorni. In Europa la forma di allevamento più comunemente adottaIl diradamento sta assumendo sempre più importanza se si
ta è l’asse centrale per alberi disposti su fila singola o multipla (fila
utilizzano portinnesti nanizzanti e tradizionalmente viene effetda due a cinque file). A causa dell’elevato costo delle serre sono state
tuato manualmente.
avviate sperimentazioni negli Stati Uniti con l’obiettivo di verificare
Un nuovo sistema d’impianto dovrebbe considerare le seguened ottimizzare la coltivazione all’interno di tunnel molto alti.
ti caratteristiche: la messa a dimora di un nuovo impianto dovrebDopo circa un ventennio trascorso nel tentativo di ottimizzare
be pareggiare i costi in un breve periodo (innovazione dei teli
le differenti forme di allevaantipioggia, densità d’impianmento (es. central leader) e a seleto, atrezzature in comune); la
zionare nuovi portinnesti nameccanizzazione dell’impiannizzanti e precoci, in futuro, in
to, anche parziale, dovrebbe esvirtù della crescente pressione
sere adottata (diradamento
economica e dell’innovazione
meccanico dei fiori, potatura e
tecnologica, probabilmente si
raccolta); migliore utilizzazione
assisterà ad una nuova diversidell’habitus vegetativo tipico di
ficazione dei sistemi d’impianogni varietà (Foto 2), ad es. La
to.
pins ha un comportamento opposto a Kordia; per la raccolta
Tratto da: M. Balmer. Innovazioni
manuale l’altezza massima delnei portinnesti e nei sistemi di iml’albero non dovrebbe superare
pianto del ciliegio. Abstract Coni 3 metri.
vegno nazionale del ciliegio, ViEsempi di differenti forme
gnola (Mo), 8-10 giugno 2011.
di allevamento: vasetto catala- 3 - Impianti di ciliegio ad alta densità coltivati in serra.
7%0:-:-:%-ZME&SPSKRE*IVVEVE-XEP]XIPJE\
MRJS$WEPZMZMZEMMX[[[WEPZMZMZEMMX
22
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
Terra e Vita
n. 38/2011
I portinnesti per i nuovi impianti in Italia
I profili tecnici e le
iene riportata una sintesi dei risultati
e promettenti pubblicate nel 1995, 1999, 2002 e
delle prove di valutazione collegiale rea2010. Gli stessi risultati sono stati poi utilizzati
caratteristiche
lizzate dal gruppo di lavoro sui portinper la compilazione della Monografia dei Pornesti del ciliegio del Progetto Finalizzato Mitinnesti dei Fruttiferi, realizzata dal Mipaaf nel
di sette nuovi
paaf “Liste di Orientamento Varietale dei Frutti2009, e per la sintesi presentata al Convegno
feri”. Dai dati rilevati nei 15 anni di prove sono
Internazionale sui Portinnesti degli Alberi da
portinnesti
emersi risultati che, integrati con le indicazioni
Frutto, tenutosi a Pisa nel giugno 2009.
raccolte da altre sperimentazioni interregionali
I NUOVI PORTINNESTI CONSIGLIATI
e locali altamente significative (Gruppo Frutticoltura Comunità
Grazie alle positive risposte ottenute dalle prove di valutazione
Alpe Adria, International Cherry Rootstocks Trials e, più recenteinterzonale, si segnalano sette nuovi soggetti che, insieme ai già
mente, Alta densità di piantagione), hanno consentito la periodicollaudati Colt, Franco, Magaleppo, CAB 6P e MaxMa 14, inteca compilazione delle liste dei portinnesti consigliati, sconsigliati
V
SENZA SCALA
Altissima
densità
N
egli ultimi decenni, il settore frutticolo in
particolare per le specie di pomacee,
melo e pero, ha vissuto radicali trasformazioni
nella tecnica di coltivazione grazie a importanti
innovazioni. Anche per il ciliegio, grazie all’utilizzo di portinnesti nanizzanti, è stato possibile
realizzare frutteti più intensivi e specializzati. Le nuove forme d’allevamento associate ad una potatura corta e l’ottenimento di nuove varietà
più performanti dal punto di vista produttivo hanno permesso di valorizzare maggiormente questa coltura. Un impulso alla coltivazione è dato dai
nuovi portinnesti seminanizzanti o nanizzanti della serie tedesca Gisela®
in grado di ridurre la vigoria e di indurre una precoce messa a frutto.
L’impiego di questi portinnesti nanizzanti permette di aumentare la
densità d’impianto, indirizzando questa specie verso una coltura sempre
più specializzata ed intensiva.
CARATTERISTICHE DELLA PROVA
L’impianto è stato realizzato all’inizio del 2007 in un’azienda a Runco, in
provincia di Ferrara. Nella prova sperimentale sono stati impiegati astoni
delle cultivar Sweet Early, Black Star, Grace Star, Sylvia, Early Star,
Regina, Kordia, Giorgia, Early Bigi, Ferrovia e Summit. I portinnesti
utilizzati sono il Gisela®5 con le cultivar Sweet Early, Black Star, Grace
1 - Le tre forme di allevamento della prova.
2 - Ferrovia e Kordia allevate ad asse colonnare.
Star, Sylvia, Early Star, Regina, Kordia, Early Bigi, Ferrovia, Summit ed il
Gisela®6 con le cultivar Grace Star, Giorgia e Sweet Early. La distanza
d’impianto per il portinnesto Gisela®5 è di 3,5 m tra le file mentre sulla fila
è di 1 m per le piante allevate a fusetto e di 0,50 m per quelle allevate a V
e ad asse centrale (foto 1) . Per il portinnesto Gisela®6 la distanza
d’impianto è di 3,5 m tra le file mentre sulla fila è di 0,80 m per il sistema
a V e per l’asse centrale, mentre per il fusetto e 1,5 m.
PRIMI RISULTATI SPERIMENTALI
Lo sviluppo vegetativo (area del tronco) confermano l’effetto di controllo
della vigoria dell’albero legato alla densità di piantagione, con differenze
significative a carico del Gisela®5. L’asse verticale ha controllato in
misura maggiore l’accrescimento del tronco che è risultato pari a 17,0
cm2. Tale parametro nel sistema a V è risultato statisticamente differente
e pari a 18,6 cm2. I valori più elevati sono stati osservati per il fusetto che
con 23,2 cm2 è risultato il più vigoroso.
La produzione per albero nel confronto tra forme d’allevamento è
risultata più elevata nel sistema a V con 1,88 kg/alb. totali nel triennio
2008-2010 per il Gisela®5 con una produzione calcolata ad ettaro di
10,73 t/ha (media di tutte le cultivar). Per il Gisela®6 l’andamento è stato
differente con il fusetto che ha evidenziato una maggiore capacità
produttiva per albero con 4,80 kg/alb, ma una produzione calcolata ad
ettaro inferiore (9,14 t/ha) rispetto al sistema a V (15,84 t/ha) a causa del
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
FIG.1 - VIGORIA INDOTTA DAI PORTINNESTI
DEL CILIEGIO CONSIGLIATI
Terra e Vita
23
grano la lista dei portinnesti “consigliati” per il ciliegio (Fig. 1). I
brevi profili seguenti sono riportati in ordine decrescente di vigoria indotta da tali soggetti.
MaxMa 60 Delbard® Broksec*: soggetto di buona vigoria e di
facile adattabilità anche a condizioni pedoclimatiche difficili
(suoli compatti, siccitosi, calcarei, grossolani) dove può rappresentare una valida alternativa al Magaleppo. La vigoria indotta è
elevata. Idoneo per basse densità di piantagione.
Weiroot 10: di elevata vigoria (10-20% meno del franco), è un
portainnesto adatto a molteplici condizioni di suolo difficile e
limitate disponibilità di acqua e nutrienti, pur avvantaggiandosi
dell’irrigazione. La messa a frutto può essere anticipata con una
attenta gestione della potatura. Ottima qualità e pezzatura dei
frutti. Si adatta a sesti di impianto medi o medio-alti (fino a 800
piante/ha). Presenta attività pollonifera.
Weiroot 13: abbastanza simile al precedente per adattabilità a
120
100
80
60
40
20
M
ax
M
a
60
Co
Fr lt
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W co
ei
.1
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M
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b
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Gi 158
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5
0
3
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,6
,4
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a
2,
1
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0,
9
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b
10
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2,
3
V
ASSE 0,8
FUSETTO 0,2
V
ASSE
6,
2
FUSETTO
b
6,
1
V
4,
4
ASSE
3,
FUSETTO
1
7,6
V
4,
3
ASSE
3,
7
FUSETTO
6,
3
V
A
2,
1B
ASSE
1,3
FUSETTO
B
6,
3
V
ab
7,8
ASSE
a
3,
5
FUSETTO
b
1,4
V
0, A
8
AB
ASSE
0,
2
FUSETTO
B
2,
3
V
a
2,
0
ASSE
a
0,
7
FUSETTO
b
14
18
,4
a
FIG. 2 - GISELA®5: PRODUZIONE AD ETTARO NEL TRIENNIO 2008-2010
minore numero di alberi.
Nelle combinazioni con Gise30
la®5, Ferrovia (foto 2, a sx) si è conProduzione 10 t/ha
fermata la migliore con 28,5 t/ha nel
Produzione 9 t/ha
triennio (2008-2010) nel sistema a
Produzione 8 t/ha
V. Paragonabile è stato anche il risul25
tato dell’asse verticale che ha raggiunto 27,8 t/ha. Decisamente inferiore è stato il risultato del fusetto
con 13,0 t/ha.
20
Altre cultivar che hanno raggiunto livelli produttivi interessanti sono
state Early Bigi, Kordia (Fig.. 2, a dx)
15
Regina, Sylvia e Grace Star. Specialmente Early Bigi si è dimostrata interessante per il periodo precoce raggiungendo nei tre anni una produ10
6,87
zione cumulata di 15,2 t/ha nel
sistema a V. (Fig. 2)
5,41
Decisamente negativi sono stati
i risultati delle cultivar Sweet Early,
5 2,34
2,04
Early Star, Black Star e Summit.
5,43
1,52
®
6,3
2,392,38
1,38
2,02
3,742,88
Nelle combinazioni con Gisela 6
2,172,49
2,39
4,7
1,71
4,083,52
i migliori risultati produttivi sono sta1,11
2,5
1,52
1,212,312,640,91
1,96
1,941,861,19
1,061,21
1,381,041,14
1,35
0,720,980,71
0,94
0,721,351,090,470,270,490,55
0,51
ti raggiunti da Giorgia con 24,3 t/ha
0,21
0
0 0,170,220,16
0,0 0,0 0,0
nel sistema a V. Interessante anche
Grace Star a V che ha raggiunto 9,47
t/ha cumulate nei tre anni.
BLACK
EARLY
EARLY
STAR
GRACE
KORDIA
REGINA
SILVIA
SUMMIT
SWEET
DETERMINANTE
STAR
BIGI
FERROVIA
STAR
EARLY
LA SCELTA VARIETALE
È quindi possibile concludere che,
tra le forme, il sistema V si è dimostrato molto produttivo comunque con questa tipologia produttiva che richiede elevati investimenti iniziali e quindi
differenze minime rispetto all’asse verticale. Il fusetto, a causa del minore necessità di un rapido ammortamento dei costi.
numero di alberi per ettaro, mostra in alcuni casi grosse differenze rispetto alle
Tratto da: S. Musacchi, V. Ancarani, F. Gagliardi, F. Pattuelli, D. Bucci, S. Serra.
altre forme d’allevamento. Anche per le cultivar in prova sono state osservate Nuovi sistemi d’allevamento per il ciliegio ad altissima densità. Dipartimento
grosse differenze a livello di capacità produttiva nei sistemi ad altissima densità. Colture Arboree, Università di Bologna. Abstract Convegno nazionale del ciliegio,
La scelta della cultivar quindi è il fattore più importante per il successo di Vignola (Mo), 8-10 giugno 2011.
24
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
Terra e Vita
IL DIRADAMENTO
Migliora
la qualità
I
l diradamento manuale, negli impianti
intensivi di ciliegio sotto copertura in
Trentino Alto Adige, è una pratica agronomica abbastanza diffusa per incrementare
la pezzatura dei frutti. Le prove sono state
condotte al fine di valutare in che misura
l’intervento manuale (Fig. 1) abbia effetto sulla pezzatura dei frutti
e se possa migliorare la qualità interna delle ciliegie.
COME SI È OPERATO
Le esperienze sono state condotte nella stagione 2010 sulla
varietà Kordia innestata su portinnesto Gisela 5 sotto copertura
antipioggia e realizzate in 2 diverse località del Trentino Alto
Adige. Località 1 (Trentino) in un impianto in piena produzione con
sesto di 4,5 m x 2,5 m, in località Susà di Pergine (750 m s.l.m.)
su 4 piante è stato eseguito un diradamento manuale nel periodo
post-cascola fisiologica eliminando circa la metà dei frutti presenti, mentre su altre 4 piante non è stato eseguito alcun intervento
lasciando tutti i frutti presenti (testimone).
Località 2 (Alto Adige): l’impianto si trova in Val Martello a
1.300 m s.l.m ed è stato realizzato nel 2003. La cv ‘Kordià è
innestata su Gisela 5 con un sesto d’impianto di 4,0 m x 2,25 m.
Per la prova sono state utilizzate in totale 6 piante di taglia e carica
produttiva omogenea. Tre piante sono state diradate manualmente in corrispondenza del periodo post-cascola, su tre piante non è
stato eseguito nessun diradamento dei frutticini.
FORTI INCREMENTI IN PEZZATURA E QUALITÀ
I risultati hanno evidenziato l’effetto del diradamento su diversi
parametri in entrambe le località (Fig. 2).
Località 1: la crescita dei frutti si è differenziata già dal primo
campionamento al 23/6 (diametro mm 24,1 vs 22,3), e successivi
al 7/7 (mm 27,5 vs 25,0)e al 13/7 (mm 28,1 vs 25,8) a favore della
tesi diradata.
Il peso medio dei fru ti è risultato significativamente maggiore
nella tesi diradata rispetto al testimone con un incremento medio
di peso di 1,7 grammi, mentre la produzione media per pianta non
TAB. 1 - CLASSI DI PEZZATURA DI CILIEGIE DIRADATE
NELLE DUE LOCALITÀ DELLA PROVA
LOCALITÀ 1
PEZZATURE
DIRADATO
(KG)
TEST
n. 38/2011
P
PEZZATURE
DIRADATO TEST
(%)
P
<22
0.444a
2.539 b 0,005
<22
1.3 a
6,4 b 0,001
22-24
1.808 a
8.551 b 0,000
22-24
5.5 a
22,1 b 0,000
24-26
6.395 a 14.008 b 0,001
24-26
21.0 a
36,7 b 0,024
26-28
16.121 a 11.955 a 0,175
26-28
50.6 a
30,3 b 0,000
>28
7.237 a
>28
21.5 a
4,5 b 0,028
1.856 a 0,091
NB: Le lettere vanno confrontate in orizzontale alla stessa pezzatura
terreni e condizioni difficili e per vigoria e produttività indotte.
Migliora l’efficienza produttiva e la qualità dei frutti. Il comportamento bioagronomico è piuttosto costante nelle diverse condizioni di coltivazione.
Fig.1 - Fase di esecuzione del diradamento manuale.
si è differenziata in maniera significativa. L’indice di produttività
per pianta (0,494 vs 0,326 kg/cm2), e l’indice di produttività per
branca (58 vs 34 fr/cm2) dopo l’esecuzione del diradamento
manuale sono risultati significativamente più bassi sulla tesi
diradata.
L’intervento manuale di diradamento ha avuto un effetto positivo sulla distribuzione delle pezzature espresse percentualmente
sia in Trentino che in Alto Adige. In termini assoluti (kg/pianta nelle
diverse pezzature) nei calibri maggiori (26-28 e > 28) le differenze
non sono significative probabilmente per la variabilità nella produzione delle piante.
L’effetto del diradamento sulle caratteristiche qualitative dei
frutti si è evidenziato su alcuni parametri quali durezza, compattezza, e alcuni indici legati al colore, misurato con il colorimetro
Minolta. La durezza, misurata con un penetrometro ha evidenziato
una differenza significativa a favore delle piante diradate, sia alla
raccolta (kg/cm2 0,319 vs 0,297) che dopo 15 giorni di conservazione (kg/cm2 0,334 vs 0,298) in cella frigo. È stato inoltre misurato con lo strumento apposito (Texture Analyzer), la struttura dei
frutti e sono emerse differenze altamente significative sia per la duE NON DIRADATE
rezza che per la compressione a
favore del diradato sia alla raccolta
LOCALITÀ 2
che in conservazione. Per i valori di
PEZZATURE
DIRADATO TEST
°Brix, acidità, pH, e indice di matu(%)
razione (zuccheri/acido malico) non
sono emerse differenze statistica<24
0,05
20,4
mente significative, (probabilmente
24-26
6,05
32,3
per il ridotto numero di dati disponibili, e per una maggiore variabilità
>26
93
47,3
nei dati relativi al testimone), ma si
ritiene che ci sia un certo effetto del
diradamento anche a migliorare la
Ceravium® PHL A: a portamento semi-nanizzante (60-70%
del franco), richiede terreni di buona fertilità e irrigui, pur adattandosi anche a condizioni leggermente clorosanti e asfittiche.
Buona l’affinità d’innesto. Entra rapidamente in produzione, che
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
FIG.2 - PRODUZIONE PER PIANTA
DISTRIBUZIONE IN PESO (KG) PER CALIBRO
18
16
14
12,0
10
8,6
8
7,2
6,4
6
4
2
0
2,5
1,8
1,9
0,4
< 22
a b
CONSIGLIATI
PROMETTENTI
SCONSIGLIATI
Vigorosi
14,0
12
25
ELENCO DEI PORTINNESTI CONSIGLIATI, PROMETTENTI
E SCONSIGLIATI PER IL CILIEGIO IN ITALIA
16,1
diradato 32 kg
TEST 38,9 kg
Terra e Vita
Colt
Franco
Magaleppo
MaxMa 60 Delbard®
Broksec*
SL 64
Weiroot 10
Weiroot 13
Adara
Avima® Argot
Pontaleb® Ferci*
Mazzard F 12/1
MaxMa Delbard® 97
Brokgrowe*
Gisela® 7
Gisela® 12
Victor
Camil® GM 79
Gisela® 3
PHL C
Weiroot 158
Damil® GM 61/1
Gisela® 1
Gisela® 4
Inmil® GM9
Tabel® Edabriz
Weiroot 72
Semi-nanizzanti
22-24
a b
24-26
a b
26-28
> 28
qualità interna delle drupe, in termini soprattutto di contenuto zuccherino (dato medio 18,2 vs 15,6 °brix alla raccolta). Sui frutti sono stati
misurati sia alla raccolta che dopo la conservazione, i dati colorimetrici
che hanno evidenziato alcune differenze imputabili alla diversa carica
delle piante al momento della raccolta.
Località 2: con il diradamento sono stati eliminati in media il 29,7%
dei frutti. L’effetto del diradamento è stato confermato dal calibro delle
ciliegie (testimone 20,4% di frutti con calibro inferiore ai 24 mm vs
0,5% della tesi diradata; frutti con calibro superiore a 26 mm 93% nella
tesi trattata vs 47,3% del testimone). La produzione in kg per pianta è
stata in media maggiore nel testimone ( 36,7 vs 25,9 kg) rispetto alla
tesi trattata ma se si considera la produzione di frutti di 1° scelta
(calibro superiore a 26 mm), si evidenzia che l’operazione di diradamento ha permesso di incrementare notevolmente la pezzatura media
delle ciliegie (piante trattate 24,1 kg vs 17,3 kg del testimone). Il miglior
rapporto foglie/frutti della tesi diradata manualmente ha inoltre incrementato il contenuto di zuccheri nei frutti (17,2 vs 15,9 °brix).
AUMENTANO LE RESE E LA PLV
In conclusione la pratica del diradamento manuale sembra sicuramente influire positivamente sulla pezzatura dei frutti. In generale le piante
non diradate possono raggiungere una produzione superiore alle piante
diradate, ma l’incremento della percentuale di frutti di prima scelta
permette di incrementare il valore della produzione per pianta e allo
stesso tempo la resa alla raccolta (kg per ora). Per quanto riguarda la
qualità dei frutti sicuramente durezza e compattezza sono migliorate
applicando il diradamento dei frutti, ed anche altri aspetti come acidità
e zuccheri sembrano risentire positivamente della regolazione di carica, caratteristiche qualitative molto apprezzate dal consumatore.
Tratto da: T. Pantezzi, S. Franchini, M. Brentegani, M. Zago, L.
Fadanelli, P. Zucchi, G. Fazio, D. Porro. Esperienze di diradamento
manuale su ciliegio in Trentino Alto Adige. Abstract Convegno nazionale
del ciliegio, Vignola (Mo), 8-10 giugno 2011.
risulta elevata, e con buona qualità dei frutti. Adatto per impianti
fino a densità elevate (1000 piante/ha).
Piku 1 (clone 4,20*): la vigoria è circa la metà di quella del
franco ma risulta sensibilmente influenzata dalle condizioni pe-
CAB 6P
Ceravium® PHL A
MaxMa Delbard® 14
Brokforest*
Piku 1 (clone 4,20*)
Nanizzanti
Gisela® 5*
Gisela® 6
doclimatiche. Adattabile a diversi tipi di suolo purché irrigui.
Poco sensibile a malattie dell’apparato radicale. Rapida entrata in
produzione con buona qualità dei frutti e produttività, se adeguatamente supportate da interventi accurati di potatura. Idoneo per
impianti specializzati ad elevata densità (fino a 1250 piante/ha).
Gisela® 6: simile al precedente per quanto riguarda il controllo
della vigoria anche se appare leggermente meno nanizzante.
Rispetto al Gisela® 5 offre però una migliore adattabilità a diverse
condizioni pedologiche e appare più adatto a cultivar autofertili.
Entrambi necessitano comunque di una tecnica colturale molto
attenta ed estrema cura negli interventi di potatura.
Gisela® 5*: riduce sensibilmente la vigoria della pianta (2040% del franco) e stimola una precoce entrata in produzione. È
idoneo solo per terreni fertili, irrigui e vergini. Tende ad eccessi di
produzione che possono penalizzare la qualità dei frutti e la
vitalità delle piante. Adatto per impianti ad elevata o elevatissima densità (oltre 1000 piante/ha) e per varietà autoincompatibili.
LA LISTA COMPLETA DEI PORTINNESTI PER IL CILIEGIO
Tra gli altri portinnesti valutati, alcuni (cfr. lista “promettenti”)
non hanno ancora fornito risultati paragonabili ai migliori cloni
sopra elencati o ai soggetti più tradizionali (cfr. lista “consigliati”)
oppure hanno mostrato gravi difetti (cfr. lista “sconsigliati”),
anche in ordine alla compatibilità d’innesto con le diverse culti
var.
Tratto da: R. Massai, S. Lugli, G. Bassi. Le liste di orientamento
Mipaaf-Regioni per i portinnesti del ciliegio. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo), 8-10 giugno 2011.
NETAFIM E L’IRRIGAZIONE DEL CIL
UN CONNUBIO DI SUCCESSO ALL’INSSEG
CILIEGIE SU CERASETI IRRIGUI
Nel
panorama
italiano
la
coltivazione del ciliegio sta
rivestendo sempre più importanza
e i recenti eventi, di respiro
internazionale, evidenziano come
l’attenzione rivolta a questa
coltura sia molto forte.
Da diversi anni NETAFIM applica
in Italia le proprie tecniche
microirrigue sul ciliegio con
risultati molto interessanti in
termini di produzione, risparmio
idrico ed energetico, facilità
gestionale e razionalizzazione
colturale. Le tecniche utilizzate
sono
essenzialmente
due:
irrigazione per microaspersione e
irrigazione a goccia. Molte delle
aziende leader nella produzione
delle varietà di maggior pregio
sono ad oggi irrigate con sistemi
NETAFIM. A questi sistemi di
distribuzione
dell’acqua
si
abbinano, sinergicamente, le più
moderne ed innovative tecniche di
automazione che, attraverso i
prodotti NETAFIM, permettono di
gestire (oltre all’irrigazione e alla
fertirrigazione) anche la variabile
climatica delle gelate primaverili,
con applicazioni d’irrigazione
antibrina sotto chioma, controllate
da opportuna sensoristica e
sistemi previsionali.
Nel caso della microaspersione
sono stati introdotti, in particolar
modo nell’areale di Vignola nel
modenese,
degli
impianti
cosiddetti a “duplice attitudine”
capaci cioè, attraverso opportuni
dimensionamenti, di operare
come
irrigazione
e
come
protezione antibrina. Attraverso la
fertirrigazione si ottiene inoltre la
gestione integrale o parziale della
nutrizione minerale del ciliegio.
Tra i due metodi sopra citati, ad
oggi la microaspersione, a causa
della distribuzione idrica frazionata
in turni settimanali, si colloca
come la tecnica più utilizzata.
La microirrigazione a goccia viene
applicata in aree più calde come la
Puglia, che oggi è la regione con la
maggiore superficie investita a
ciliegio. Si tratta di impianti
semplici con una sola ala
gocciolante che si sviluppa sulla
fila fissata su filo o poggiata sul
terreno. La tecnica è molto simile
a quella applicata sui fruttiferi a
spalliera, sui vigneti e sugli oliveti
e si giova dei pregi tecnologici dei
gocciolatori NETAFIM quali la
capacità di erogare la medesima
portata al variare della
Da diver
pressione tra 0,5 e 4 bar,
NETAFIM
o
v
v
e
r
o
l’autocompensazione. Grazie
in Italia le
a questo pregio, presente
tecnic
nei prodotti Uniram e
microirrig
DripNet, possiamo applicare
ciliegio
la
tecnica
a
goccia
rispettando l’uniformità di
risultati
distribuzione anche su pendii
interes
e colline dove spesso il
ciliegio trova le proprie aree
di elezione. Inoltre, apparati
radicali contenuti, sviluppati dai
porta innesti nanizzanti, si giovano
grandemente di questa tecnica e
della fertirrigazione localizzata che
supporta, fin dalle prime fasi di
messa a dimora, lo sviluppo del
ciliegio. Un altro aspetto che
evidenzia
l’importanza
dell’irrigazione è l’intensificazione
colturale che prevede impianti con
altissima densità dove, con
l’incremento della competizione
radicale per le risorse, si rende
indispensabile il supporto fornito
dai
sistemi
microirrigui.
GIOVANE CERASETO IN FASE DI ALLESTIMENTO
LIEGIO:
INSEGNA DELLA VERSATILITÀ
L’irrigazione permette anche
la corretta espressione dei
caratteri varietali e permette
di valutare l’applicabilità di
varietà collinari in aree a
minore altitudine operando
su scelte legate alla
precocità o alla tardività di
epoca di maturazione.
Gli obiettivi di una corretta
gestione idrica in sono:
•
l’ottimizzazione degli
apporti idrici, per limitare le
perdite e conservare la maggiore
quantità d’acqua possibile nei
periodi di massima esigenza idrica
• riduzione degli apporti idrici
superficiali,
con
una
razionalizzazione dei tempi e dei
modi e del sistema in funzione
dell’areale (pianificazione irrigua)
versi anni
IM applica
a le proprie
cniche
irrigue sul
egio con
tati molto
ressanti
Gli apporti idrici sono orientati alla
prevenzione degli stress idrici nei
tessuti della pianta e a favorire un
corretto metabolismo. L’apporto
d’acqua va effettuato durante le
fasi di maggiore moltiplicazione
cellulare, in quanto prolungati
periodi di stress riducono la
fotosintesi e l’accumulo di riserve.
L’irrigazione
diventa
utile
soprattutto nei momenti in cui la
coltura è più sensibile alle carenze
idriche: in prossimità della fioritura
dove uno stress idrico provoca
anomalie nella formazione del
fiore; dopo la fioritura, poiché un
eccesso di disponibilità idrica
favorisce un eccessivo sviluppo
dei germogli ed una forte attività
vegetativa della pianta; in
prossimità della raccolta, dove la
troppa
acqua
concorre
decisamente alla spaccatura dei
frutti. I volumi irrigui da
somministrare non superano i
1000-1500 m3/anno/Ha, al fine di
non esaltare troppo la funzione
vegetativa della pianta a scapito di
quella produttiva e quindi
influendo negativamente sulla
qualità dei frutti.
Dai dati emersi dalle relazioni del
Convegno Nazionale del Ciliegio
di Vignola il ciliegio del prossimo
futuro sarà sicuramente con sesti
più
intensi
(maggiore
competizione per acqua e
nutrienti),
su
portainnesto
nanizzante
(apparati
radicali
concentrati), con varietà scelte in
funzione di precise caratteristiche
organolettiche e commerciali,
certificato e geneticamente
migliorato e gestito in irriguo con
microirrigazione
(microaspersione o goccia)
e fertirrigazione al fine di
entrare presto e bene in
produzione permettendo la
piena espressione varietale.
NETAFIM, con strategie
irrigue mirate al controllo
dello stress idrico e alla
preservazione
delle
condizioni ottimali d’umidità
del terreno, offre soluzioni
irrigue su misura in base
alle
diverse
esigenze
territoriali, climatiche e
colturali,
mettendo
a
disposizione la propria
esperienza e competenza.
Alberto Puggioni
IMPIANTO PRODUTTIVO IRRIGATO CON MICROASPERSIONE NETAFIM
28
Terra e Vita
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
I sistemi per prevenire
lo spacco dei frutti
Le strategie
agronomiche per
L
o spacco dei frutti di ciliegio (cracking)
120 mm di diametro. I supporti sono poi colleridurre l’incidenza
causato dalle piogge, rappresenta una
gati tra loro mediante traversine in legno (foto
problematica a livello internazionale e
2).
di un problema
Per aprire e chiudere le coperture il film plastipuò deprimere significativamente la produttivico deve scorrere, guidato da tre cavi, seguendo la
tà e la remuneratività degli impianti (foto 1). Le
che deprime
direzione del filare. Il cavo lungo la linea di colmo
spaccature sui frutti sono il risultato di un insieviene steso a circa 4 m dal suolo sulla fila, mentre i
me di fattori di natura chimica (composizione
la rimuneratività
due cavi laterali vengono posizionati a non oltre
delle cere della cuticola) morfologica (fratture
0,5 m più in basso in maniera che la copertura in
cuticolari) e fisiologica (via metabolica polare
del ceraseto
polietilene formi due spioventi. L’adozione di tale
legata alle fratture sul frutto). Inoltre, l’umidità
soluzione presuppone che l’altezza degli alberi,
relativa, l’effetto dei regolatori de crescita, lo
alla ripresa vegetativa, non superi i 3,5 m.
stato idrico e nutrizionale della pianta (elevati livelli di potassio
Generalmente vengono impiegate coperture in polietilene con
sono stati correlati all’aumento dello spacco) influenzano la suintreccio a spina di pesce o laminate trasversalmente. È importante
scettibilità a tale fisiopatia. Al fine di prevenire o ridurre significaadottare coperture leggere, resistenti ed economiche. La lungheztivamente la comparsa delle spaccature sui frutti è fondamentale
za di ogni unità di telo è pari alla distanza tra due pali consecutivi.
la conoscenza di ognuno di questi fattori e le loro interazioni.
Attualmente esistono numerose strategie agronomiche in
Tra gli svantaggi di questo sistema si annovera l’alto costo e l’elegrado di ridurre l’incidenza del cracking sulle ciliegie che sovata richiesta di manodopera. Inoltre, questa soluzione risulta
stanzialmente possono essere classificati in 3 gruppi: a) riduziopoco idonea in zone particolarmente ventose ed in ambienti caratne della bagnatura dei frutti durante la fase finale di maturazioterizzati da condizioni estreme che possono compromettere l’intene; b) riduzione del potenziale osmotico attraverso la buccia
ro frutteto. Nonostante i citati svantaggi, questa soluzione è amdurante gli eventi piovosi c) protezione del frutto mediante
piamente adottata in Norvegia, diffusa su oltre il 90% dei ceraseti.
biofilm elastici ed idrofobici.
Recentemente, sono in fase di studio soluzioni che prevedono
a) Riduzione della bagnatura dei frutti durante la fase finale
la copertura del ceraseto mediante tunnel i quali, oltre a limitare la
di maturazione
bagnatura dei frutti, consentono di regolare il microclima, la creL’eliminazione fisica dell’acqua piovana dal frutteto presupscita e la produttività degli alberi (foto 3). La coltivazione del
pone l’impiego di coperture
ciliegio in tunnel può consentiplastiche antipioggia, le quali
re al frutticoltore di modulare
vengono realizzate sfruttando
l’epoca di maturazione dei frutsoluzioni costruttive differenti.
ti mantenendo elevati standard
In Norvegia è diffuso un sistequalitativi e favorire le produma che adotta coperture plastizioni destinate all’esportazioche retraibili che vengono dine. Presso la stazione sperimenspiegate manualmente prima
tale Bioforsk Ullensvang (Nordelle precipitazioni. Tale soluvegia) viene testato dal 2005 il
zione prevede un’impalcatura
sistema a tunnel multiplo Hayin legno alla quale viene appligrove®, il quale si compone da
cato un sistema di cavi che persei unità, ognuna delle quali
corre la linea del filare. Lungo
larga 8,5 m e lunga 70 m, monla fila vengono posizionati, ditata su sostegni da 2,5 m e caratstanziati 12 m l’uno dall’altro,
terizzata da un sistema aperto
pali in legno di 5 m di altezza e 1 - Spaccature dei frutti causate dalle piogge.
completamente accessibile alle
30
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
Terra e Vita
n. 38/2011
2
3
2 e 3 - Sistemi di copertura anti-cracking adottati nel nord
Europa.
attrezzature meccaniche. All’interno di questi tunnel sono stati
messi a dimora piante di un anno della cultivar Sweetheart
innestate su Colt, con un sesto d’impianto di 2 x 4 m. Per ogni
tunnel vengono allevati due filari, allevati a fusetto ed ogni
parcella è separata da piante della cultivar Lapins.
Vengono utilizzate coperture plastiche differenti ognuna caratterizzata da un diverso spettro di trasmittanza luminosa. In
particolare, vengono confrontati film plastici brillanti THB (che
assorbono la luce infrarossa) ed i tradizionali film in polietilene
UV Visqueen trasparenti. Risultati preliminari indicano che il
film THB ha contenuto le temperature massime nelle giornate
assolate, migliorando al contempo la pezzatura dei frutti.
b) Riduzione del potenziale osmotico attraverso l’epidermide durante gli eventi piovosi
Nei ceraseti allevati sulla costa nord occidentale degli USA
(PNW), l’irrorazione soprachioma con soluzioni a base di cloruro
di calcio durante gli eventi piovosi si sono rivelate in grado di
ridurre l’incidenza del cracking. Tuttavia, l’efficacia di tali applicazioni e l’incidenza dello spacco sui frutti varia notevolmente da
frutteto a frutteto. Inoltre, recentemente sono state sollevate alcune preoccupazioni circa potenziali danni da fitotossicità a seguito
dell’impiego di soluzioni a base di cloro.
c) Protezione del frutto mediante biofilm
elastici ed idrofobici
Nella PNW, sebbene sono richieste reiterate applicazioni, i
cerasicoltori adottano comunemente prodotti quali Vaporgard©
e Raingard©. Inoltre, è stato testato un biofilm innovativo recentemente brevettato dall’Università dell’Oregon e commercializzato con il nome di SureSeal®. Sperimentazioni condotte nell’ultimo triennio dimostrano che due irrorazioni alla chioma con olio
di palma e formulati a base di cellulosa in aggiunta alle coperture
con film plastici hanno ridotto significativamente lo spacco dei
frutti rispetto agli alberi scoperti.
Tratto da: M. Meland, C. Kaiser. Metodi fisici e chimici per la prevenzione dello spacco dei frutti nel ciliegio. Abstract Convegno nazionale del
ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011.
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n. 38/2011
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
Terra e Vita
31
Tre coperture a confronto
I
n seguito all’introduzione di nuovi modelli di copertura e materiali plastici
(film e reti) con differenti caratteristiche,
il Dipartimento di Colture Arboree (DCA)
dell’Università di Bologna ha recentemente
allestito una prova sperimentale al fine di
valutare l’influenza di alcune nuove tipologie di coperture sulla riduzione del danno da
spacco e sulle modificazioni dei parametri
qualitativi dei frutti.
I risultati di una
innestate su Gi6 abbiano fornito i migliori
risultati produttivi (12,4 kg/alb.) rispetto a
sperimentazione
quelle su CAB 6P (8,1 kg/alb.); relativamente alle cultivar, LaLa Star* ha mostrato le
condotta dal
migliori fruttificazioni con 13,8 kg per albero, mentre Grace Star* si è attestata sui 7,6
Dipartimento di
kg/pianta. Analizzando le diverse coperture, si nota come, in combinazione con AgroColture arboree
lene, siano state ottenute le più alte fruttificazioni in LaLa Star* (13,5 kg/alb. su CAB6P e
dell’Università di
17,5 kg/alb. su Gi6) e quelle più basse in
I MATERIALI SU DUE CULTIVAR
Grace Star* (2,8 kg/alb. su CAB 6P e 9,7
Bologna
Si è operato in un campo sperimentale del
kg/alb. su Gi6). I risultati della calibratura
Dca, sito a Cadriano (Bo), costituito da due
riportati in fig. 1 mostrano come i diversi
cultivar, Grace Star* (mediamente sensibile al cracking) e
sistemi di copertura non sembrino influenzare la ripartizione
LaLa Star* (sensibile al cracking), innestate a dimora nell’agodei frutti nelle diverse classi di calibro (circa 30 % di frutti con
sto del 2005 su due portinnesti a differente grado di vigoria,
Ø > 28 mm nelle tre tipologie); analoga considerazione può
uno semi-vigoroso (CAB 6P, sesto 5 x 3 m) e uno semiessere fatta per i portinnesti, con Gi6 che ha mediamente
nanizzante (Gisela®6, di seguito Gi6, sesto 5 x 1,85 m). La
indotto pezzature simili a CAB 6P, nonostante una carica di
copertura è stata realizzata nell’aprile del 2009 utilizzando tre
frutti maggiore. A livello varietale, Grace Star* si è distinta
differenti teli protettivi (Fig. 1): 1) Agrotes S: film in tessuto di
nettamente, collocando oltre il 50 % delle drupe nelle classi di
PEHD laminato in PELD; appare come una rete antigrandine
pezzatura migliori (Ø > 28 mm), rispetto a quanto perseguito
coperta da una pellicola trasparente. 2) Agrolene Ruby Life:
da LaLa Star* (11,1 %) nella medesima classe di calibro.
film realizzato in PELD + EVA; presenta un colore neutro ed
Analizzando i dati relativi ai principali caratteri qualitativi
all’interno del film non è presente alcuna maglia di rete. 3)
(tab. 2), si nota come Grace Star* abbia prodotto frutti con
Agrored: film realizzato in PELD con materiali fotoselettivi
peso medio maggiore (9,9 g) rispetto a quelli di LaLa Star* (8,2
che conferiscono al telo una colorazione rosata.
g), ma allo stesso tempo meno dolci (14,8 contro 16,9 °Brix).
L’impostazione della prova prevedeva che ciascun telo
Nessuna differenza è risultata dal confronto delle medie dei
protettivo coprisse due filari costituiti dalle possibili combicaratteri riportati fra i soggetti considerati. I frutti con il peso
nazioni varietà/portainnesto, come riportato nella tab. 1. I
maggiore sono stati ottenuti con il telo Agrored, specialmente
rilievi eseguiti annualmente per ciascuna tesi hanno interesnella combinazione con Grace Star* (10,4 g). In termini di
sato: le date di inizio, piena e fine fioritura con relativa entità,
consistenza della polpa, Agrolene si distingue per i valori più
la data di raccolta e l’entità della produzione (kg/alb.).
alti fatti registrare in combinazione con Grace Star* (0,54
kg/cm2), mentre in Lala Star* non sono emerse differenze
I RISULTATI DAL CAMPO
apprezzabili a seconda della copertura considerata. Anche in
Dai dati riportati in tab. 1, si può evincere come le piante
termini di contenuto zuccherino, Agrolene è risultata essere la
TAB. 1 - CARATTERISTICHE PRODUTTIVE
(MEDIE 4° - 5° ANNO)
PRODUZIONE
(KG/ALBERO)
LALA STAR
MEDIA
TELI
CAB 6P
GISELA 6
CAB 6P
GISELA 6
Agrotes S
4,3
10,1
11,5
14,9
10,5
Agrored
3,6
11,8
13,7
10,7
10,2
Agrolene Ruby Life
2,8
9,7
13,5
17,5
11,2
MEDIA CULTIVAR
Fig.1 - Teli di copertura a diverso colore e materiale.
GRACE STAR
MEDIA
PORTINNESTI
7,6
13,8
CAB 6P
GISELA 6
8,1
12,4
32
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
Terra e Vita
n. 38/2011
TAB. 2 - CARATTERISTICHE DEI FRUTTI (MEDIE 4° - 5° ANNO)
DUREZZA (KG/CM2)
PESO (G)
GRACE STAR
LALA STAR
GRACE STAR
LALA STAR
°BRIX
GRACE STAR
LALA STAR
GI6
MEDIA
TELI
CAB6P
GI6
CAB6P
GI6
MEDIA
TELI
CAB6P
GI6
CAB6P
GI6
MEDIA
TELI
Agrotes S
9,3
10,4
8,5
8,0
9,4
0,45
0,42
0,44
0,47
0,45
14,2
14,6
16,9
16,2
15,5
Agrored
10,4
10,2
8,2
8,1
9,2
0,42
0,49
0,43
0,47
0,45
15,4
15,0
16,2
17,3
15,9
Agrolene
Ruby Life
9,2
9,8
8,6
7,8
8,2
0,54
0,48
0,43
0,46
0,48
14,9
15,1
18,0
17,1
16,3
Media cultivar
Media
portinnesti
CAB6P
GI6
CAB6P
9,9
8,2
0,47
0,45
14,8
16,9
CAB 6P
Gisela 6
CAB 6P
Gisela 6
CAB 6P
Gisela 6
9,0
9,0
0,45
0,46
15,9
15,9
tipologia di telo con i risultati più performanti in quasi tutte le
combinazioni.
Nonostante tali osservazioni richiedano ulteriori verifiche, la sperimentazione ha confermato come l’utilizzo di coperture anticracking rimanga attualmente la soluzione più
efficace contro questa fisiopatia. La prova ha inoltre evidenziato che l’utilizzo di teli dalle differenti caratteristiche fisiche
influenza il processo di maturazione del frutto, con riflessi
sulle caratteristiche qualitative delle drupe anche a seconda
della cultivar considerata Innovativi sistemi di copertura per
prevenire il fenomeno del cracking e migliorare la qualità
delle ciliegie.
Tratto da: Mi. Grandi, S. Lugli, L. Bruno, M. Noferini, G. Costa.
Innovativi sistemi di copertura per prevenire il fenomeno del
cracking e migliorare la qualità delle ciliegie. Abstract Convegno
nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011.
Recenti proposte nei sistemi di copertura
I punti di forza di
l sistema a pellicola Powerflex (foto 1) è
zo, il telo viene richiuso sul colmo, protetta sotto
stato messo a punto dall’azienda austriaca
la pellicola dai raggi UV. Non è dunque necessaalcuni sistemi di
Fruit Security, ditta specializzata in impianrio smontare e montare annualmente i teloni.
Il sistema “ apri e chiudi” Solution (foto. 2),
ti antigrandine e antipioggia per frutteti. Il sistedifesa portati sul
brevettato dalla ditta germanica Braendlin, comma permette un fissaggio estremamente stabile
mercializzato da Kluen di Merano si differenzia
della pellicola sul colmo grazie a una tecnica di
mercato da alcune dai sistemi tradizionali principalmente per la geviti a pressione di nuova concezione e non più
stione semi automatizzata delle operazioni di
attraverso le asole. Grazie al fissaggio nella zona
aziende
apertura e chiusura dei teli, infatti grazie a dei
di gronda mediante elastico è garantita una elemotori idraulici o elettrici si riescono ad avvolgere
vata elasticità. Il sistema presenta un ottima staspecializzate
filari di telo lunghi oltre 200 m. La struttura di tali
bilità al vento grazie a un’efficiente combinazioimpianti non si differenzia dal tradizionale e conne di elastico, filo di gronda e tensionamento
solidato sistema “a capannina veronese” se non per la distanza
trasversale che risulta così stabile verso l’alto ed elastico verso il
lungo fila dei pali che viene ridotta fino a 6 m, il dimensionamento
basso. Una pellicola a protezione
contro i raggi UV è mondella sezione dei pali rimane quello tradizionale con pali perimetrali
tata
sul
colmo. Viene assicura10cm x 12 cm e pali interni 8,5 cm x 8,5 cm ovviamente rinforzati; gli
ta una ventilazione
ancoraggi vengono dimensionati a seconda delle dimensioni deltermica nella zona
l’impianto.
più alta del colmo atPer quanto concerne la copertura tale sistema prevede l’utiliztraverso la combinazo di teli retinati dotati di una speciale spalmatura anti raggi UV
zione di moschettoche permette di arrotolare il telo in colmo senza dover avvolgere
ne e placchetta. Nei
lo stesso con il film plastico di protezione, ottimizzando ulteriorperiodi di non utilizmente i tempi di gestione.
L’impianto Sikuro Pioggia Plus della ditta Valente
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Terra e Vita
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
2 - Il sistema “Solution”.
3 - Il sistema Sikuro plus.
(foto 3) è realizzato con un’altezza massima fuori terra di 5 m ed
è pertanto indicato per proteggere tutti i ceraseti allevati sia con
forme a parete singola (palmetta, bandiera, fusetto e asse colonnare) o doppia (forme a V o Y) e sia con forme in volume (ad
esempio vasetto basso catalano). La struttura è realizzata con
pali in cemento armato precompresso (CAP), posti a una distanza massima tra loro di 8 m e collegati longitudinalmente e
trasversalmente con fili e funi. La struttura, opportunamente
ancorata a terra lungo tutto il perimetro, garantisce stabilità e
sicurezza all’impianto. L’impianto viene realizzato con una doppia copertura: antipioggia e antigrandine. Grazie alla presenza
di due funi trasversali al posto di una sola, questo tipo di sistema
consente di ottenere altezze massime fuori terra superiori rispetto agli impianti tradizionali. La particolarità di questa tipologia
di impianto a doppia copertura sta nel fatto che la rete antigrandine non appoggia completamente sulla struttura, ma solo sul
filo di colmo, onde evitare che sotto il peso della grandine ci
possano essere spostamenti laterali dei teli con conseguenti scoperture del frutteto. Il telo antipioggia, composto di due parti, è
fissato in modo continuo con una corda elastica, per garantire lo
scarico delle sollecitazioni del vento con conseguente protezione
dallo strappo del telo. La rete antigrandine è fissata telo per telo,
fino ad assumere una posizione inclinata volta a dare la giusta
elasticità per sopportare la sollecitazione della grandine. Inoltre,
tra un telo e l’altro si formeranno delle aperture che consentiranno un eventuale deflusso della grandine.
Il sistema VOEN (foto 4) è
costituito da cubi sovrapposti a
strisce di film, cuciti su un tessuto di base che prevengono
dal vento, come dalla pioggia e
dalla grandine. Esso provvede
anche protezione dai volatili,
sviluppa un ottimo microclima
all’interno delle coperture ed il
montaggio e lo smontaggio
non è complesso. Le strisce di
film sono disposte su un tessuto di base (rete antigrandine)
sovrapponendosi come in un Fig. 4 - Il sistema “Voen”.
tetto di tegole. Esse non espongono quindi alcuna superficie di
contatto al vento, poiché le strisce in alluminio si muovono in
maniera flessibile in base allo stesso. Allo stesso tempo quando
piove l’acqua può scolare sulle strisce di film lungo il filare. In
questo modo è creata una ventilazione automatica ed è garantita
una sana crescita degli alberi.
L’azienda altoatesina Frutop (www.frutop.it) ( foto 5) è stata
fondata nel 2004 nell’ambito del TIS Innovation Parc (incubatore
di imprese di Bolzano). La ditta offre varie tipologie di coperture
adatte sia per le drupacee che per i piccoli frutti: la copertura con
rete antigrandine garantisce la maturazione protetta dei frutti e
protegge in generale le culture contro la grandine, ma anche dal
sole e dal vento; il telo antipioggia garantisce la maturazione
protetta delle ciliegie e dei piccoli frutti, preservandoli dalle
spaccature e creando inoltre all’interno dell’impianto un microclima ideale al processo di maturazione delle drupe, rallentando
altresì l’insorgenza di patologie dannose come batteriosi o micosi. La terza tipologia è rappresentata dall’abbinamento della rete
antigrandine e del telo antipioggia: viene assicurata una protezione totale dei frutti dalle intemperie, grandine e pioggia, ma
anche sole e vento (soluzione quadrupla).
Il sistema denominato “Tramprain”, (foto 6) completamente innovativo denota importanti peculiarità. Nessuna presenza di funi (longitudinali e trasversali) che normalmente ostacolano le varie operazioni di allevamento, potatura, dirado,
raccolta; struttura completamente piana che non permette il
passaggio di volatili; semplicità e velocità nel montaggio e
nell’aperturaLa tensione dei
due teli avviene attraverso il
“sospensor” che ha la funzione di un ammortizzatore che
regola il passaggio dell’aria;
l’autoregolazione attraverso
parte fissa ed elastica permette il continuo ricambio d’aria
in modo tale da non interferire sulle modificazioni del microclima; la temperatura nella
parte superiore della copertu-
n. 38/2011
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
Terra e Vita
35
5 - Il sistema “Frutop”.
6 - Il sistema Tramprain.
ra si discosta solo lievemente da terra, grazie al ricambio
continuo dell’aria; la struttura non è più sollecitata: la palatura
della struttura è ancorata nelle due estremità del palo evitando
il formarsi di tensioni intermedie che possono provocare la
rottura dello stesso;
Tratto dal Workshop sui moderni sistemi di copertura antipioggia.
Coltivazione protetta per produzioni precoci
Una esperienza
a diffusione colturale e la concentravocata alla precocità (Castellaneta Marina),
zione produttiva del ciliegio dolce in
realizzato nell’inverno 2004/05 ponendo a
condotta in Puglia
Italia raggiungono i massimi livelli in
dimora, con distanze di 3,50 x 2,70 m (1.058
Puglia. In questa regione, le tecniche di propiante per ettaro), astoni innestati su megasulla semiforzatura leppo. La forma di allevamento è a vasetto,
tezione dell’impianto frutticolo con film plastici hanno sviluppato una consolidata especon alberi dell’altezza di circa 2,40 m. Il terreprecoce di due
rienza, sia aziendale che di ricerca, nel settono, ricco di scheletro, è tendenzialmente
re della viticoltura da tavola. Le principali
sciolto. A fine gennaio ha inizio la semiforzavarietà tra le più
finalità di queste tecniche consistono, com’è
tura precoce di metà ciliegeto, con film in
noto, nel ritardare l’epoca di raccolta protegpolietilene trasparente ad effetto termico, ridiffuse
gendo il frutto dagli eventi piovosi e rallenmosso dopo raccolta: l’altra metà è lasciata in
tando la maturazione, o anticipare la matupiena aria. Nell’ultimo anno, ad inizio semirazione anticipando la ripresa vegetativa; esse sono state da
forzatura sono risultate accumulate 500 ore di freddo (< 7
noi indicate rispettivamente come “semiforzatura tardiva” e
°C), secondo i dati rilevati da una centralina meteorologica
“semiforzatura precoce”. In quest’ultima, più precoce è
aziendale.
l’epoca di copertura più si anticipa la raccolta. Tuttavia,
IL FILM PLASTICO
numerosi viticoltori oggi utilizzano le coperture plastiche
Il film plastico utilizzato è risultato molto trasparente alla
per difendere i frutti dalle intemperie, incrementarne la pezradiazione fotosinteticamente attiva e all’infrarosso corto e
zatura e uniformarne il colore, più che per variare l’epoca di
mediamente trasparente all’infrarosso lungo, quindi alquanraccolta.
to adatto all’uso per semiforzatura precoce; medio-bassa la
In cerasicoltura, la loro applicazione è stata saggiata sotrasparenza alla radiazione UVA e nulla alla UVB (tab. 1).
prattutto per proteggere le drupe dalle spaccature dovute
all’assorbimento idrico conseguente alle piogge pre-raccolta.
LE OSSERVAZIONI E I RISULTATI PRODUTTIVI
Il presente lavoro riferisce di un’esperienza condotta in
Entrambe le cultivar non hanno mostrato anomalie della
Puglia (Foto 1 e 2) sull’applicazione della semiforzatura prefioritura (deformazioni o aborto ovarico) e della foliazione
coce a due importanti varietà di ciliegio dolce: Giorgia, pro(ritardo di germogliamento, basitonia), indicative di scarso
duttiva, medio-precoce, con frutto di media pezzatura e Fersoddisfacimento del fabbisogno in freddo (Oukabli e
rovia, di media epoca di maturazione e precocità e frutto di
Mahhou, 2007; Jacobs et al., 1981); le ore di freddo accumulate
pezzatura elevata.
in pre-copertura sembrerebbero dunque adeguate all’esigenLe osservazioni sono state condotte in un ciliegeto comza varietale.
merciale sito in una zona costiera della provincia di Taranto
L
36
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
Terra e Vita
FIG. 1 - FENOGRAMMI DI FIORITURA DELLE CULTIVAR
GIORGIA E FERROVIA IN PIENA ARIA E FORZATURA
TAB. 1 – COEFFICIENTI RADIOMETRICI DEL FILM
PLASTICO
INTERVALLO
DI LUNGHEZZA D’ONDA
TRASMISSIONE (%)
TOTALE
DIRETTA
DIFFUSA
Solare
200-2500
87,5
48,5
39,0
PAR
400-700
88,3
39,9
48,4
Solare IR
700-2500
89,5
57,5
32,0
UV
280-380
22,8
7,7
15,1
UVA
320-380
23,4
7,9
15,5
UVB
280-320
0,0
0,0
0,0
IR lungo
n. 38/2011
7.500-12.500
48,6
in marzo e di 25 °C in aprile,
con corrispondenti valori di
32 °C e 35 °C all’interno dell’apprestamento protettivo.
In entrambe le cultivar la
semiforzatura ha permesso
d’anticipare di circa un mese
la raccolta dei frutti (tab. 2); in
Giorgia ciò è apparso pienamente coerente con l’anticipo
di fioritura; in Ferrovia, l’effetto del film plastico è apparso leggermente più efficiente
sulla maturazione che sulla
fioritura. Tuttavia, trattandosi
di prime osservazioni, sono
necessarie ulteriori verifiche.
1 e 2 - Ceraseti in coltura protetta.
La produttività per pianta è
risultata soddisfacente in enNella cv Giorgia, inizio e piena fioritura si sono avute
trambe le cultivar, indice di buona efficacia pronuba sia in
all’inizio e alla metà di aprile in piena aria e circa un mese
piena aria che in semiforzatura; valori maggiori si sono avuti
prima in semiforzatura (fig. 1). In Ferrovia, genotipo più
all’aperto; in Giorgia, genotipo più produttivo, questa diffetardivo con inizio antesi a metà aprile, la copertura sembra
renza è apparsa più marcata (+ 33 %) che in Ferrovia (+ 20 %).
essere stata meno efficiente nell’accelerare l’inizio dell’anteAnche la pezzatura del frutto è risultata maggiore in piena
si, avendo indotto un anticipo di tre settimane. Sia in marzo
aria: le alte temperature sotto film plastico potrebbero aver
che in aprile si sono avute alcune giornate particolarmente
leggermente limitato la citochinesi, come dimostrato nell’uva.
calde: le temperatura massime all’aperto sono state di 23 °C
In ragione della precocità di maturazione e dei buoni dati
produttivi, i risultati della tecnica di semiforzatura precoce
TAB. 2 – PERIODO DI MATURAZIONE, PRODUTTIVITÀ E CALIBRO DEL FRUTTO
sono apparsi promettenti. NELLE CULTIVAR GIORGIA E FERROVIA IN PIENA ARIA E IN SEMIFORZATURA
MATURAZIONE
(PERIODO)
PRODUTTIVITÀ PER
ALBERO (KG)
CALIBRO DEL FRUTTO
(MM)
Semiforzatura
inizio maggio
15 ± 2,0
26
Piena aria
Inizio giugno
20 ± 2,4
28
Semiforzatura
metà maggio
10 ± 1,3
28
Piena aria
metà giugno
12 ± 1,1
30
CULTIVAR
GIORGIA
FERROVIA
Tratto da: L. de Palma, L. Tarricone V. Romanazzi, M. Cosmo.
Esperienze di protezione del ciliegeto con film plastico, per semiforzatura precoce. Abstract
Convegno nazionale del ciliegio,
Vignola (Mo) 8-10 giugno
2011.
38
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
Terra e Vita
n. 38/2011
Metodi di difesa
contro la mosca
In Emilia Romagna
da un decennio è in
I
n Italia, la mosca del ciliegio, (Rhagoletis
che, dalla campagna 2010, ha portato dei
corso una
cerasi L.) rappresenta un grave pericolo
limiti nella sua applicazione in pieno camper i cerasicoltori, in grado di causare
po. Già dal 2005, le sperimentazioni nella
sperimentazione
elevati danni ai frutti e perdite economiche
nostra Regione, si stavano indirizzando veringenti se non opportunamente controllata.
so la ricerca di nuove sostanze attive. Fra i
che ha fornito
Nell’ultimo decennio, la presenza del ditteprodotti valutati, il fosmet in emulsione
ro è in incremento, pertanto maggiore attenconcentrata (EC) è quello su cui si sono racrisultati di grande
zione si è posta nelle strategie di difesa.
colte più informazioni e, dopo 4 anni di
Spesso risulta necessario eseguire trattaprove appariva essere una concreta alternainteresse pratico
menti generalizzati nelle diverse aree cerativa al dimetoato. In tabella 1 si riportano i
sicole del nostro Paese, anche perché le sorisultati delle sperimentazioni realizzate a
glie commerciali di tolleranza delle partite di ciliegie sono
Pavullo (Mo) ed in provincia di Verona.
Anche le prove di selettività realizzate presso il campo
piuttosto basse (massimo 2% di frutti infestati). Dal 2010 la
varietale del CRPV di Vignola (Mo), non avevano evidenziato
difesa in Produzione Integrata della mosca del ciliegio si è
fitotossicità sulle 18 cultivar testate (Fig. 1). Nel 2010, le prime
complicata a seguito della impossibilità di impiego del diapplicazioni di pieno campo unite ad indagine più ampia sulla
metoato (riduzione dei residui ammessi) e dai problemi di
fitotossicità evidenziati dal fosmet. In agricoltura biologica,
poi, la situazione è resa più complessa dalla scarsità di
TAB. 2 - RISULTATI OTTENUTI NELLE PROVE 2010
mezzi tecnici efficaci, ed in questo settore il dittero tefridite
PAVULLO (MO)
rappresenta un importante fattore limitante la coltivazione
SOSTANZA
% FRUTTI
del ciliegio.
TESI
EFFICACIA
ATTIVA
COLPITI
In Emilia-Romagna, per fronteggiare tali problematiche, è
in corso, da quasi un decennio, un articolato programma di
Testimone
67,5 a
sperimentazione di cui, in questo lavoro, si riportano i risultaActara
Thiametoxam
29,5 b
55,0
ti più salienti.
L’ATTIVITÀ DI SPERIMENTAZIONE IN EMILIA-ROMAGNA
In seguito della revisione dei prodotti fitosanitari in corso
nella Comunità Europea, il dimetoato ha subito una forte
riduzione del residuo ammesso (RMA da 1 ppm a 0,2 ppm)
Spada 200 Ec
Fosmet Ec
2,8 c
96,6
Calypso
Thiacloprid
1,3 c
97,6
Epik
Acetamiprid
4,5 c
92,3
TAB. 1 - RISULTATI OTTENUTI NELLE PROVE 2005- 2009 – PAVULLO (MO) E MARANO DI VALPOLICELLA (VR)
2005 - MO
TESI
2006 – MO
2007 – MO
2008 – VR
2009 - MO
% FRUTTI
COLPITI
EFFICACIA
% FRUTTI
COLPITI
EFFICACIA
% FRUTTI
COLPITI
EFFICACIA
% FRUTTI
COLPITI
EFFICACIA
% FRUTTI
COLPITI
EFFICACIA
Testimone
8,5 a
-
76,2 a
-
26,5a
-
16,4 a
-
26,5a
-
Fosmet Ec
0,4 b
95,3
16,7 b
78
2,0 b
92,6
2,4 b
85,5
2,0 b
92,6
Dimetoato
0,1 b
98,3
17,8 b
76
8,0 b
70
68,7
8,0 b
70
5,1 ab
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
Terra e Vita
39
FIG. 1 - SUSCETTIBILITÀ VARIETALE ALLA MOSCA DEL CILIEGIO
PERIODO DI MATURAZIONE
CULTIVAR
MAGGIO
1
5
10
15
GIUGNO
20
25
30
1
5
10
15
20
25
30
Bigarreau Burlat
Bigarreau Moreau
Mora di Vignola
Celeste
Giorgia
Nero I°
Cristina®
Van
Anellone
Ferrovia
Nero II°
Durone della Marca
Lapins
Sweet Heart®
Suscettibilità media
selettività del prodotto, realizzata nella provincia di Modena,
hanno evidenziato un quadro della fitotossicità più grave
dell’annata precedente. I fenomeni si sono manifestati in particolare su alcune cultivar (es. Lapins e Samba) con un incremento dei sintomi con miscele estemporanee di fosmet e concimi fogliari (Fig. 2). Questa situazione ha portato a sconsigliare
Suscettibilità elevata
l’utilizzo del prodotto per la campagna 2011 nelle aree del
Nord-Italia. L’attività sperimentale è proseguita nel 2010, e da
questa è emersa la disponibilità di altri prodotti efficaci (tabella 2) appartenenti alla classe dei neonicotinoidi (thiacloprid e
acetamiprid) e già utilizzati per la mosca del ciliegio in altre
aree cerasicole europee.
TAB. 3 - PRINCIPALI PRODOTTI DISPONIBILI ED IN CORSO DI REGISTRAZIONE PER LA DIFESA DALLA
MOSCA DEL CILIEGIO
SOSTANZA ATTIVA
TEMPO DI SICUREZZA
REVISIONE SECONDO LA DIR. 91/414/CEE
NOTE
Dimetoato
20
Limitazione nei residui
Attuale residuo: 0,2 ppm
Fosmet Ec
10
Autorizzato
Fitotossicità su diverse cultivar.
Sconsigliato in Nord-Italia
Thiametoxam
7
Autorizzato
Sono in corso prove di efficacia
Acetamiprid
14
Registrato su ciliegio su afide nero.
In corso l’estensione sulla mosca
Promettente, sono in corso prove di efficacia
Thiacloprid
14
Registrato su ciliegio su afide nero.
In corso l’estensione sulla mosca
Promettente, sono in corso prove di efficacia
Etofenprox
7
Autorizzato
Utilizzo limitato dalla sola attività adulticida
Esche (Spinosad +
attrattivi alimentari)
-
In corso di registrazione
Promettente, sono in corso prove di efficacia
Beauveria bassiana
-
Autorizzato in agricoltura biologica
Azione repellente, sono necessari interventi
ripetuti. Efficacia parziale
40
Terra e Vita
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
FIG. 2 - FITOTOSSICITÀ A FOSMET EC SENSIBILITÀ VARIETALE
prove 2010 (vignola-MO)
Fitotossicità
Elevata
Media
Ridotta
Varietà
Samba, Lapins, Sonata, Symphony,
Durone del cortile
Giorgia, Santina, Sylvia, Nero II, Kordia,
Nero I, Anellone
New Star, Van, Grace Star, Vanda, Summit,
Ferrovia, Skeena, Regina, Sweet Heart,
Durone della Marca
Sintomi di fitotossicità
da Fosmet Ec
Isolamento di piante di ciliegio con reti antiafide.
In agricoltura biologica sono stati valutati i principali mezzi
tecnici (spinosad, rotenone, B. bassiana, cattura massale ecc.) ma
solo le reti anti-insetto hanno evidenziato piena efficacia. Nonostante i risultati positivi, la diffusione di questa tecnica è stata
limitata a causa delle difficoltà operative e della scarsa propensione
ad investire in un settore, con sbocchi di mercato molto limitati.
Risultati positivi, inoltre, sono emersi dalle prime esperienze realizzate nel 2010 con esche adulticide a base di Spinosad (Spintor®
Fly).
In conclusione, in attesa di ulteriori conferme oltre che
delle estensioni delle etichette, è proprio su questo prodotto
oltre che sui neonicotinoidi più efficaci, che si potrebbe basare
la lotta alla mosca del ciliegio dei prossimi anni. In tabella 3,
infine, si riportano, in sintesi i principali mezzi tecnici disponibili ed in corso di registrazione per la difesa da Rhagoletis
cerasi.
Tratto da: S. Caruso, M. Boselli. Aggiornamenti sulla difesa dalla
mosca del ciliegio (Rhagoletis cerasi L.). Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011.
La prevenzione da virus, insetti e funghi
I
l ciliegio è afflitto da numerose avversità biotiche capaci di compromettere gli
standard qualitativi e quantitativi delle
produzioni. Alcune di esse, in particolare le
virosi, ma anche alcune malattie fungine,
non sono curabili e sono trasmissibili anche
con i materiali di propagazione, il cui stato
sanitario è pertanto determinante ai fini della costituzione di un impianto cerasicolo capace di garantire performance soddisfacenti
(Figg. 1 e 2)
Le strategie da
le infossature, le malformazioni e la suberificazione del mesocarpo; inoltre, a carico dei
mettere in campo
fiori si possono avere malformazioni e sterilità. Infine, il legno può manifestare svilupsulla base delle più po irregolare, raccorciamento degli internodi e butteratura.
recenti acquisizioni
La manifestazione dei sintomi sopra citati, riscontrabili in una pianta infetta, è legata
scientifiche
a molti fattori, quali l’età della pianta, la
cultivar, il portainnesto, la fase fenologiche
della coltura, il virus, l’eventuale ceppo virale, le condizioni climatiche, le condizioni colturali e la
MALATTIE VIRALI
contemporanea presenza di diversi agenti infettivi che posSono causate da virus ed organismi virus-simili che persistosono determinare sinergie o attenuazione della sintomatono nella pianta per tutta la sua vita. Su piante di ciliegio
logia.
Il numero di virus e agenti virus-simili che possono infettadolce e acido i quadri sintomatologici indotti da questi agenre il ciliegio supera la ventina, tuttavia i più frequenti e dannoti infettivi interessano diversi organi della pianta e sono
si sono i seguenti: virus della maculatura anulare necrotica dei
solitamente aspecifici (Fig. 3) I più comuni sintomi fogliari
Prunus (PNRSV), virus del nanismo del susino (PDV), virus
consistono in maculature (anulare, lineare gialla), mosaici,
della maculatura clorotica fogliare del melo (ACLSV) e virus
accartocciamenti, necrosi con distacco di porzioni di lamina
del mosaico del melo (ApMV).
e malformazioni (asimmetrie, bollosità ed enazioni). I sintoCome già detto, la lotta diretta contro le malattie da virus
mi a carico dei frutti riguardano la pigmentazione irregolare,
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e qualità. Biolchim, a conferma della sua leadership nel settore della nutrizione specializzata, propone due prodotti altamente efficaci e tecnicamente
all’avanguardia per risolvere le problematiche più sentite in cerasicoltura: l’uniformità di germogliamento e di maturazione.
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DELLE GEMME
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commercializzato a breve. PS116 compensa le ore di freddo mancanti
stimolando il metabolismo delle gemme. Numerose prove condotte su
ciliegio hanno evidenziato che PS116 consente di anticipare, incrementare ed uniformare il germogliamento, migliorando di conseguenza la
fioritura e l’impollinazione e rendendo più uniforme la maturazione.
PROVA
Prova condotta in collaborazione con il Prof. GUGLIELMO COSTA, Dipartimento di Colture Arboree,
Università degli Studi di Bologna.
SUNRED
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SUNRED è un promotore naturale dei processi che avvengono durante
la maturazione e in particolare della biosintesi di antocianine (pigmenti
colorati) e dell’accumulo di zuccheri. Le prove sperimentali condotte
presso Università e Centri di Ricerca hanno dimostrato che SUNRED
migliora l’intensità e l’uniformità del colore e aumenta il
contenuto zuccherino delle ciliegie senza alterare la consistenza della polpa. SUNRED permette inoltre di concentrare la maturazione riducendo il numero degli stacchi.
PROVA
Prova condotta in collaborazione con il Prof. GUGLIELMO COSTA,
Dipartimento di Colture Arboree, Università degli Studi di Bologna.
Varietà:
Early Lory
Collocazione impianto:
Barletta/Andria/Trani
Trattamenti:
1 (60 gg circa prima
della rottura delle gemme)
Varietà:
Giorgia
Collocazione impianto:
Modena
Trattamenti:
25 maggio, 3 giugno
Dose: 3,5 L/ha
Raccolta: 8 Giugno
Effetto di PS116 sull’uniformità di fioritura.
>1.7
1.5
1.4
1.3
Effetto di SUNRED sull’uniformità di maturazione.
Lo stadio di maturazione delle ciliegie è stato valutato mediante
DA-Meter (Sinteleia), uno strumento portatile che misura un parametro non distruttivo detto indice DA.
Nel ciliegio, ad un valore di indice DA più alto corrisponde un frutto
più maturo. Il trattamento con SUNRED ha concentrato i frutti verso
in un numero minore di classi di indice DA (quelle più alte), segno di
una maggiore uniformità di maturazione.
1.2
1.1
1.0
0.9
0.8
0.6
0.5
0.4
PROVA
Varietà:
Giorgia
Collocazione impianto:
Bari
Trattamenti:
1 (60 gg circa prima
della rottura delle gemme)
Effetto di PS116
sull’uniformità
e l’anticipo di maturazione.
publiredazionale STRATEGIE INNOVATIVE PER LA MODERNA CERASICOLTURA.indd 1
Tesi
Durezza
(kg/cm2)
Contenuto in solidi
solubili (°Brix)
CONTROLLO
0.4
14.7
SUNRED
0.4
17.7
Effetto di SUNRED
sulla qualità
dei frutti.
12-09-2011 9:17:50
42
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
Terra e Vita
FIG. 1 - CATEGORIA C.A.C.: CILIEGIO DOLCE E ACIDO
Prunus avium - Prunus cerasus
Insetti, acari e nematodi,
in tutte le fasi del loro sviluppo
• Capnodis tenebrionis
• Meloidogyne spp
• Cocciniglie, in particolare:
- Epidiaspis leperii,
- Pseudaulacaspis pentagona
- Comstockaspis perniciosa
Funghi
- Armillariella mellea
- Chandrostereum purpureum
- Nectria galligena
- Rosellinia necatrix
- Verticillium spp.
Batteri
- Agrobacterium tumefaciens
- Pseudomonas syringae pv. mors prunorum
- Pseudomonas syringae pv. syringae
Virus ed organismi patogeni
virus-simili ed in particolare
- Prune dwarf virus
- Prunus necrotic ringspot virus
e virus-simili è impraticabile a causa dell’indisponibilità di
metodi di cura. Pertanto, l’unica strada percorribile è la
prevenzione che si concretizza con l’utilizzo, nell’esecuzione dei nuovi impianti, di materiale di propagazione sano.
La legislazione nazionale, in linea con le Direttive Europee,
richiede obbligatoriamente il rispetto di requisiti minimi di
n. 38/2011
sanità attraverso l’emanazione del D.M. 14/4/1997
(C.A.C.)
e
del
D.M.
28/7/2009 (Lotta obbligatoria per il controllo del virus
Plum pox virus), che richiedono, per la commercializzazione dei materiali di propagazione di ciliegio, l’esenza da PNRSV, PDV e Plum
pox virus (PPV). Tuttavia, al
fine di avere maggiori garanzie di sanità, i frutticoltori possono acquistare materiali di propagazione di categoria “Certificato” (“Virus
Esente” e “Virus Controllato”) prodotti nell’ambito del
sistema di certificazione volontario regolamentato dal
D.M. del 24 Luglio 2003.
FITOFAGI
Fra i numerosi fitofagi (Fig. 4) che infestano il ciliegio è particolarmente importante la Comstockaspis perniciosa Comstock
(Cocciniglia di San José) per il suo stato di fitofago da quarantena. Questa specie, di origine orientale, è polifaga e diffusa
nell’ambiente su numerosissime piante ospiti. Il danno deriva
FIG. 2 - PRINCIPALI FITOFAGI DIFFUSI CON IL MATERIALE DI PROPAGAZIONE
n. 38/2011
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
Terra e Vita
43
FIG. 3 - PRINCIPALI VIROSI NEL CILIEGIO
dall’azione tossica della saliva che le femmine iniettano nel
legno necrotizzando i tessuti vegetali. I vani necrotici del legno
vengono riempiti dalla pianta di gomme. La specie è criptica,
nascosta sotto il periderma della pianta ospite della quale
FIG. 4 - PRINCIPALI FITOFAGI NEL CILIEGIO
assume l’aspetto. L’infestazione si manifesta con disseccamenti centripeti sui rami uccisi dalle necrosi sottocorticali concorrenti. La gestione della specie parte dalla salvaguardia degli
antagonisti sia predatori che parassitoidi. I nemici naturali non
consentono, però, il completo
controllo del fitofago. Il controllo chimico è, quindi, necessario e si basa su distribuzioni invernali, eventualmente coadiuvate da interventi
primaverili. Le distribuzioni
devono essere accuratamente
guidate da campionamenti
che individuino la prima muta, momento chiave per il controllo.
La Rhagoletis cerasi (L.)
(Mosca delle ciliegie) infesta
principalmente il ciliegio,
come specie, varietà e cloni
coltivati per il frutto, l’ornamento e il legno. Il controllo
integrato si basa su pratiche
agronomiche: sarchiature e
disaccoppiamento con varietà precoci; biotecniche: trappole cromotattiche innescate
con attrattivi alimentari per
44
Terra e Vita
ridurre la popolazione di
adulti; chimiche con una
unica distribuzione di s.a. citotropica o sistemica eseguita poco dopo l’inizio della
curva di volo. L’intervento è
finalizzato ad eliminare gli
adulti prima che inizino a
deporre.
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
FIG. 5 - MALATTIE FUNGINE NEL CILIEGIO
MALATTIE FUNGINE
Negli ambienti colturali italiani, le malattie fungine che
più frequentemente risultano dannose sono alquanto limitate (Fig. 5) ed hanno
un’importanza relativa differente a seconda delle condizioni pedoclimatiche degli
areali considerati. Monilinia
laxa (Aderhold et Ruhland)
Honey e Monilinia fructigena
Honey sono gli agenti del
marciume bruno delle drupacee. Tra le due specie,
quella prevalente è M. laxa
che infetta principalmente i
fiori, ma anche le gemme a
legno appena schiuse e, se le
condizioni sono favorevoli
allo sviluppo del fungo, possono aversi infezioni a carico
di giovani germogli e frutti. La malattia assume particolare
rilevanza negli ambienti umidi e piovosi mentre, nelle condizioni caldo aride dell’Italia meridionale, può causare danni economici solo in particolari annate. Nell’impostazione
delle strategie di protezione sono da prevedere interventi di
potatura finalizzati all’eradicazione dell’inoculo del patogeno mediante l’eliminazione di tutte le parti di pianta infette
(rami, rametti, mummie). In caso di piogge abbondanti ed
elevata umidità nel periodo a ridosso della fioritura può
essere utile effettuare un trattamento in pre-fioritura, eventualmente seguito da un ulteriore intervento nella fase di
caduta petali, in casi particolarmente difficili.
Blumeriella jaapii (Rehm) Arx è l’agente causale della cilindrosporiosi, una delle più importanti malattie fogliari del
ciliegio che, in condizioni favorevoli, può interessare anche i
peduncoli dei frutti. Le conseguenze della defogliazione
dovuta alla malattia dipendono dal periodo in cui essa
avviene. Defogliazioni precoci, infatti, possono causare difficoltà nella maturazione del legno e delle gemme a fiore. Un
trattamento in tardo autunno con poltiglia bordolese è di
solito sufficiente per ridurre l’inoculo di B. jaapii, ritardare la
comparsa dei sintomi e limitarli a livelli non rilevanti economicamente. Nelle circostanze nelle quali la manifestazione
dei sintomi e la conseguente defogliazione siano frequente-
mente più precoci della norma si possono prevedere trattamenti proteggenti nella fase di post-fioritura. Tali applicazioni, unitamente ad un’accurata gestione agronomica dell’impianto, permettono generalmente di tenere a freno
anche l’impallinatura ((Wilsonomyces carpophilus (Lév.)
Adaskaveg, Ogawa et Butle).
Il deperimento progressivo o la moria di piante di ciliegio
sono, in molti casi, attribuibili agli agenti di marciumi radicali
Armillaria mellea (Vahl ex Fr.) P. Kumm.e Rosellinia necatrix
Prill. La propagazione in campo di questi funghi avviene
principalmente ad opera dell’uomo con il movimento del
terreno o con l’impiego di materiale di propagazione infetto.
Contro queste fitopatie non sono disponibili interventi chimici efficaci e l’unico approccio consigliabile è la prevenzione,
impiegando materiale di propagazione sano, evitando di
piantare in appezzamenti in precedenza interessati da marciume radicale e, in impianti in cui ne sia accertata la presenza, evitando di trasportare terreno da un punto all’altro dell’appezzamento con le lavorazioni.
Tratto da: V. Savino, F. Porcelli, A. Santomauro. Prevenzione e
difesa dalle principali avversità biotiche del ciliegio. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011.
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46
Terra e Vita
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
Come migliorare
e valutare la qualità
È un parametro
fondamentale per la
L
a qualità in ciliegio dolce (Prunus avium
L.) è un concetto molto ampio che coinvolge tutti gli aspetti di gestione della
pianta e dei frutti in campo ed in post-raccolta;
esso include aspetti genetici, agronomici (fisici
e chimici) e fisiologici.
LA QUALITÀ NEL CILIEGIO
valorizzazione del
raccolto che negli
ultimi anni ha
subito una notevole
problematica del cracking
è stata affrontata non solamente con mezzi fisici ma
anche con mezzi chimici
dagli esiti tuttavia non
sempre costanti e necessari di ulteriore sperimentazione.
Il concetto di qualità delle ciliegie ha subito una
evoluzione
I PARAMETRI DELLA
notevole evoluzione nel corso degli ultimi deQUALITÀ
cenni: fondamentale è stata certamente l’introConsiderando quindi il concetto di
duzione delle varietà autofertili (Stella e successive) che ha perqualità delle ciliegie dal punto di vista Fig. 2 - Cherry meter
messo una migliore e più regolare produzione delle piante, ridudel consumatore finale, i parametri
cendo così i problemi di scelta del giusto impollinatore; a queste
qualitativi di maggior interesse sono certamente la pezzatura
vanno aggiunte tutte le varietà ottenute dai diversi programmi di
del frutto, il suo colore esterno e l’assenza di difetti visibili; solo
miglioramento genetico pubblici e privati italiani ed esteri che
in secondo luogo il contenuto zuccherino, il suo equilibrio con
hanno contribuito ad arricchire le possibilità di scelta per gli agrila componente acida ed una polpa consistente e croccante
coltori. Da non dimenticare l’innovazione nel campo del portinnecontribuiscono al gradimento generale da parte del consumasti: grazie infatti all’introduzione di portinnesti semi-nanizzanti e
tore. Da non dimenticare inoltre la presenza del peduncolo ed il
nanizzanti (serie Gisela, Edabriz, ecc.) è stato possibile ridurre
suo colore verde vivo, requisito di qualità nonché indice di
notevolmente la dimensione delle piante semplificandone la gefreschezza del prodotto stesso, nonostante i tentativi, a volte
stione (potatura, raccolta ecc.), anticipare l’entrata in produzione
con esito positivo, di introdurre sul mercato ciliegie prive di
ed uniformare gli standard qualitativi dei frutti. Il contenimento
peduncolo (es. ciliegia Picota).
della taglia delle piante ha permesso altresì di poter eseguire
Per quanto concerne la pezzatura dei frutti, è noto che frutti
ulteriori interventi migliorativi della qualità dei frutti quali la
di calibro elevato siano in grado di spuntare prezzi di gran
copertura degli impianti con reti e teli per la prevenzione da eventi
lunga superiori rispetto a frutti più piccoli tanto da rendere
meteorologici e soprattutto dal fenomeno del cracking (Fig. 1).
Un frutto privo di difetti esterni ed in questo caso di
economicamente conveniente, in alcune situazioni, l’operaziospaccature o screpolature è certamente un frutto di qualità. La
ne di diradamento. Accanto alle comuni pratiche agronomiche
Fig. 1 - Teli (net-roofing) per il controllo del cracking (sx) e per il controllo della maturazione dei frutti (dx).
n. 38/2011
IL POST RACCOLTA
Tecnologie
vincenti
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
Terra e Vita
47
L
a conservazione della ciliegia è basata su una refrigerazione opportuna (prima di 4 ore
dalla raccolta) e sulla temperatura di immagazzinaggio (quantificati nella polpa - 0,5 a 0°C) con
alto tasso di umidità (90%). L’obiettivo primario di questa prattca
è ridurre il deficit di pressione del vapore fra la frutta e l’atmosfera, oltre ad abbassare l’attività respiratoria. Con entrambi i processi diminuisce la disidratazione del peduncolo e l’imbrunimento
della frutta e si mantiene la turgenza del tessuto.
I sistemi di raffreddamento sono importanti per ottenere questi
risultati. Il raffreddamento ad acqua (l’idrorefrigerazione o Hydrocooling, Fig. 1-2) è preferito al sistema d’aria forzata (force air cooling)
perché si può accedere alla temperatura della polpa senza disidratazione mentre si assicura l’aumento della turgenza. Tuttavia, questo sistema deve essere accompagnato da una sanitizzazione ottimale dell’acqua che richiede una concentrazione di cloro libero fra
80-100 ppm (pH della soluzione 7).
La temperatura della polpa deve essere fra 5-7°C (Fig. 3) quando
l’imballaggio è fatto entro 24 ore, e di 0 a 2°C quando eccede questo
tempo. L’acqua di questo hydrocooler aumenterà i danni per
cracking della frutta che è stata esposta alla pioggia prima della
raccolta e dopo l’invaiatura. Quindi, si deve ridurre il periodo d’esposizione, senza eliminare completamente.
Fig. 3 - Ciliegie dopo hydrocooling.
La saturazione del pacchetto intorno alla frutta assicura la
turgenza e la qualità del pedunculo, ed è indispensabile quando il
periodo d’immagazzinaggio a 0°C è superiore a 10 giorni.
Tuttavia, con questo tipo d’imballaggio il rischio della marciume
viene aumentato. L’obiettivo dei pacchetti in atmosfera modificata
(AM) è superare questo svantaggio, trattenendo almeno il 5% di CO2
(10% CO2 e 10% O2 ottimali) che assicura il contenimento della
marciume fra 0 e 1°C. Questa tecnologia con la separazione adatta
della frutta permette l’immagazzinaggio della ciliegia per 45 giorni a
0°C. Il sistema dell’ atmosfera modificata non può essere usato
quando esiste insicurezza per mantenere la temperatura
d’immagazzinaggio (0-1°C); un aumento di 5°C entro 10
giorni induce la fermentazione della frutta. Attualmente, la
tecnologia dell’atmosfera modificata in diversi piccoli cestini fino al consumatore è difficile da compiere e si devono
usare sistemi che mantengono l’umidità senza rischio di
condensazione. Per raggiungere questo obiettivo l’uso di
materiali biodegradabili di alta trasmissione d’umidità e
Fig. 1 e 2 alta energia d’attivazione è necessario.
Raffreddamento ad
acqua (hydrocooling)
Tratto da: J.P. Zoffolo. Recenti innovazioni nelle tecnologie
e confezionamento in in post-raccolta. Abstract Convegno nazionale del ciliegio
atmosfera modificata. Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011.
di corretta gestione del ceraseto, un mezzo abbastanza diffuso
per il miglioramento del calibro dei frutti e l’allargamento della
finestra di raccolta è certamente l’impiego di fitoregolatori
(gibberelline, auxine, etc.) e biostimolanti, un settore in pieno
fermento che andrebbe ulteriormente indagato. Altro parametro imprescindibile di qualità dei frutti è certamente il colore
esterno dell’epidermide: frutti di colore rosso intenso e brillante sono maggiormente apprezzati dal consumatore rispetto a
frutti poco colorati ed al tempo stesso più poveri in caratteristiche organolettiche.
NUOVI SISTEMI PER VALUTARE LA QUALITÀ
Definire dunque il momento più opportuno di raccolta è certamente uno dei punti chiave per avere un prodotto di qualità: il
colore dell’epidermide è infatti strettamente connesso allo sta-
dio di maturazione dei frutti ed è proprio questo parametro che
si è cercato di indagare con più precisione grazie all’ausilio di
uno strumento sperimentale realizzato dal Dipartimento di
Colture Arboree, ribattezzato per l’occasione Cherry-meter e
brevettato dall’Università di Bologna (Fig. 2).
Questo strumento portatile, figlio dell’evoluzione del DAmeter, misura la differenza di assorbanza (indice DA) che la
polpa del frutto riemette dopo essere stata esposta ad una
breve illuminazione. Questo strumento è stato testato nelle
passate stagioni su diverse cultivar con l’obiettivo di verificare
la sua efficacia nel suddividere i frutti di differenti varietà di
ciliegio (Early Star, Prime Giant, Giorgia, Grace Star, LaLa Star,
Ferrovia, Lapins e Sweetheart) in classi di maturazione omogenea. Le prove effettuate hanno permesso di definire in maniera
univoca come a valori di indice DA crescenti corrispondano
48
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
Terra e Vita
FIG. 3 - CONTENUTO IN SOLIDI SOLUBILI PER
CLASSI DI INDICE DA NELLA VARIETÀ PRIME GIANT
FIG. 4 - INDICE CHROMA PER CLASSI DI INDICE
DA NELLA VARIETÀ PRIME GIANT
Chroma per classi
SSC per classi
Brix
18
40
35
14
Chroma
12
Brix
Chroma
45
16
10
8
6
30
25
20
15
10
5
4
2
0
n. 38/2011
0.1
0.3-0.4
0.5-0.7
0.8-1.0
1.1-1.3
Classi
stadi di maturazione più avanzati dei frutti. I frutti con indice
DA più alto hanno infatti mostrato una buona correlazione
positiva con il contenuto in solidi solubili della polpa (Fig. 3) ed
al tempo stesso una buona correlazione negativa con i valori di
L* (brillantezza) e di Chroma dell’epidermide (a valori più
bassi di Chroma corrispondono frutti dall’epidermide più scura) (Fig. 4). L’indice DA ottenuto con il Cherry-meter può
dunque essere considerato come un valido indicatore dello
stadio di maturazione dei frutti di ciliegio. Le applicazioni del
0
0.1
0.3-0.4
0.5-0.7
0.8-1.0
1.1-1.3
Classi
Cherry-meter potrebbero riguardare anche il post-raccolta:
montato su delle calibratici potrebbe essere utilizzato per suddividere i frutti in classi di maturazione omogenea al fine di
ottimizzarne la gestione secondo le esigenze di commercializ
zazione.
Tratto da: G. Costa, L. Laghezza, S. Lugli. Come migliorare e valutare
la qualità delle ciliegie. Abstract Convegno nazionale del ciliegio,
Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011.
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50
Terra e Vita
1
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
2
Le più moderne tecnologie
di lavorazione
DI UGO PALARA Più efficienza
nelle centrali
L
e tecnologie di condizionamento del frutDue sono i momenti fondamentali della
di lavorazione
to post-raccolta comprendono tutte quellavorazione nelle centrali di condizionamento;
le operazioni che hanno lo scopo di proil primo è quello della “sgrappolatura” (ovvero
con l’applicazione della singolarizzazione dei frutti), il secondo è
lungare nel tempo la qualità del prodotto ottenuta fino alla raccolta e di “consegnarla” al
quello della separazione in classi dimensionali
di pre-refrigerazione (calibratura), insieme alla separazione dei frutti
mercato nelle migliori forme di presentazione e
distribuzione. Obiettivo è il mantenimento nel
difettosi e all’eventuale suddivisione in classi
e conservazione
medio periodo di quei parametri (principalcolorimetriche. La separazione dei peduncoli
mente il colore verde del peduncolo e il colore
dei frutti può essere effettuata con sistemi a
in atmosfera
rosso brillante della buccia, ma anche la sensacoltello o con l’azione della forza centrifuga delzione di croccantezza, succosità e freschezza
l’acqua; nel primo caso la velocità di lavoraziomodificata
della polpa) cui si fanno corrispondere i requisine può essere più elevata, ma anche la percenti di qualità delle ciliegie.
tuale di frutti con peduncolo danneggiato. L’eliFra le diverse operazioni subite dalle ciliegie nella fase
minazione dei frutti difettosi è normalmente eseguita a mano; il
immediatamente successiva alla raccolta, quella della selezione e
personale addetto opera lungo le linee (nastri trasportatori) indilavorazione (e dell’imballaggio finale) sono forse le più impatviduando le ciliegie che presentano “cracking”, ammaccature,
tanti in termini di difficoltà operative e necessità di trovare il
abrasioni e malformazioni, con conseguente alta incidenza sui
migliore equilibrio fra costi di gestione, risultati quali-quantitaticosti di lavorazione. Per ottemperare alla necessità di conciliare
vi e mantenimento degli standard commerciali. La lavorazione
una maggiore velocità operativa con una maggiore efficienza del
include una serie di fasi che precedono il confezionamento che
lavoro, sono state introdotte in linea macchine per l’individuahanno lo scopo di classificare i frutti in base alle dimensioni e allo
zione ottica dei difetti che operano attraverso “lettori fotografici
standard colorimetrico. Nel tempo i sistemi si sono evoluti enoresperti” in grado di individuare e separare i frutti non conformi.
memente, sono progressivamente passati da una gestione comAllo stesso modo, si può applicare la tecnologia ad immagine
pletamente manuale ad altre tecnologicamente più avanzate, in
multipla per la separazione delle ciliegie in classi di colore, diffeparte meccanizzate e supportate da strumentazioni elettromecrenziate secondo le tonalità di rosso richieste dai diversi tipi di
caniche ed informatizzate che hanno raggiunto una capacità di
confezionamento e destinazione commerciale.
lavorazione oraria di 20-25 kg e oltre di frutti/ora/addetto.
Negli ultimi anni il progresso tecnologico applicato alle linee
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
1-2 - Separazione dei
peduncoli con sistema ad
acqua.
3
Terra e Vita
51
4
3 - Singolarizzazione e
allineamento dei frutti nella
linea di calibratura elettronica.
4 - Separazione del prodotto
in base allo standard di
colorazione.
di lavorazione delle ciliegie è stato orientato soprattutto ad aumentare la velocità del processo riducendone i costi, ottimizzando l’impegno del lavoro manuale e cercando di migliorare la
classificazione della merce (ovvero riduzione dei danni meccanici da impatto o compressione, capacità di segmentare il prodotto
secondo specifici parametri di qualità, ecc.). L’impiego dell’acqua
per la convogliazione del prodotto e la sua separazione, così
come l’applicazione di strumentazioni non distruttive per la
predeterminazione della qualità intrinseca dei frutti stanno in
gran parte facilitato il raggiungimento di questi obiettivi, ma
pongono il problema della capacità di gestire impianti ad alta
tecnologia, con elevate frequenze di controllo dei parametri operativi e con costi di ammortamento sempre più importanti.
Il Convegno nazionale del Ciliegio che si è tenuto a Vignola
nel mese di giugno 2011 è stato, tra l’altro, un’occasione di incontro-confronto fra diversi operatori della filiera ciliegio che hanno
messo in luce l’importanza dell’innovazione tecnologica applicata alle linee di lavorazione e selezione delle ciliegie e, soprattutto,
confrontato le proprie esperienze sull’utilizzo delle calibratrici
meccaniche ed elettroniche. I contributi portati dalleAziende
Peter e Thomas Nickolaus (Renania Palatinato, Germania SudOccidentale), San Francisco lo Garces (Cile) e Josef Hinteregger (nei
pressi di Graz in Austria) si basano tutti sull’impiego più o meno
globale delle tecnologie italiane messe a punto da Unitec, azienda romagnola leader del settore.
ANNI DI ESPERIENZA
E SVILUPPO TECNOLOGICO
Il Gruppo Unitec, la cui sede
centrale è a Lugo di Romagna
(Ra), da anni sviluppa tecnologie per la lavorazione dei prodotti ortofrutticoli; nel settore
delle ciliegie è all’avanguardia
per aver pensato e introdotto
fra i primi nuovi sistemi di cali-
La tecnologia Unitec
prevede un controllo completo
della fase di campionatura e
lavorazione delle ciliegie.
SVUOTAMENTO
MANUALE
O AUTOMATICO
SELEZIONE
DEL CALIBRO,
COLORE E DIFETTI
DI FORMA
bratura elettronica al posto di quella manuale e meccanica, troppo onerose in termini di impiego di manodopera specializzata e
danneggiamento dei frutti. I vantaggi della calibratura elettronica consistono essenzialmente in:
- migliore selezione del frutti (maggiore uniformità di calibro);
- possibilità di effettuare la selezione per colore delle ciliegie,
con ricadute positive sulla redditività del lavoro in fase di confezionamento;
- efficace selezione dei frutti grazie alla rilevazione della qualità esterna;
- maggiore efficienza nella gestione della linea di lavorazione
poiché alla manodopera non viene richiesto di intervenire per
selezionare i calibri o le classi di colore;
- informatizzazione dei dati con rilevamento delle percentuali
di calibro e di scarto e con la possibilità di visualizzare i dati di
lavorazione in tempo reale.
In affiancamento alle calibratrici elettroniche, Unitec ha elaborato anche altre parti specifiche che compongono le linee di
lavorazione delle ciliegie e che vanno dallo svuotamento automatico delle casse con rovesciamento in acqua, al separatore
idraulico dei peduncoli (che evita l’uso di lame e quindi offre
maggiore sicurezza e migliore presentazione del prodotto), dall’alimentazione delle calibratrici con sistema di allineamento
delle ciliegie, ai sistemi di scarico ad aria che immettono i frutti in
canali convogliatori ad acqua (riduzione degli impatti meccanici), fino ai riempitori automatici o semi-automatici degli imballaggi di vendita che associano
al ridotto impiego di manodopera alta precisione, elevata
SEPARAZIONE
produttività e delicatezza. Il
PRE-SELEZIONE
DEI GAMBI
tutto può essere “seguito” da
un sistema informatizzato che
garantisce la tracciabilità totale
dei passaggi nei punti chiave
TRACCIABILITÀ
della linea.
Cherry Vision® è la nuovisSELEZIONE DELLA
sima tecnologia per la selezioSISTEMI
QUALITÀ: DIFETTI
ne automatica della qualità
DI RIEMPIMENTO
ESTERNI (Cherry_Vision)
esterna delle ciliegie che Unitec
CASSE
E QUALITÀ INTERNA
(QS_OnLine)
ha messo a punto per le rilevazione in linea dei difetti di buc-
52
Terra e Vita
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
5 - Alimentazione
dei convogliatori in acqua con
sistema pneumatico ad aria.
cia e forma dei frutti; il processo, che si avvale di un sistema
brevettato di rotazione delle ciliegie per poterne visionare
un’ampia superficie, aumenta la capacità lavorativa oraria della
linea e garantisce grande uniformità al prodotto selezionato.
IL PARERE DEGLI OPERATORI
Esperienze ormai pluriennali condotte in Cile (presso l’Az. San
Francisco lo Garces), rilevano che l’adozione di livelli crescenti di
tecnologia e automazione nella selezione delle ciliegie ha consentito in 15 anni di quadruplicare i risultati delle lavorazione in
termini di rendimento orario di prodotto “finito” rispetto alla
gestione manuale; l’automatizzazione di tutte le fasi di condizionamento ottenuta con le tecnologie Unitec ha permesso il raggiungimento di 32 kg di ciliegie lavorate per persona per ora. In
Germania, dove la produzione di ciliegie sta guadagnando posizioni di progressivo rilievo nel
panorama frutticolo nazionale,
7 - Enormi sono i possibili
contribuendo a generare piccosviluppi delle tecniche di
le filiere commerciali con lavogestione post-raccolta.
n. 38/2011
razione aziendale diretta del 6 - Riempitori automatici
prodotto, i sistemi di selezione dei contenitori di vendita.
elettronica introdotti da Unitec
(Az. Nickolaus) hanno favorito il miglioramento del livello qualitativo dell’offerta, pur non senza implicazioni gestionali ed economiche: il rendimento della selezionatrice ottica è legato alla
varietà ed è tanto più efficiente quanto più il frutto ha colore
rosso brillante come Sylvia, meno nel caso di frutti scuri (es.
Kordia); per ciascuna varietà è stato creato un programma specifico di lettura e ciò riduce la flessibilità durante il processo di
smistamento, anche se è possibile una manutenzione remota per
l’aggiornamento dei software. I costi di investimento sono elevati
e lo spazio a disposizione in magazzino deve essere abbondante;
è calato il fabbisogno di manodopera specializzata, ma è diventata necessaria la presenza di personale esperto in elettronica e
informatica. A fronte di investimenti di 150.000 euro (per linee di
lavorazione a 2 corsie, con separatore idraulico dei peduncoli e 4
uscite di scarico) si è ottenuta una capacità lavorativa vicina ai
1.000 kg/ora, con un’incidenza sui costi di lavorazione di 25-35
cent; uno dei punti di forza del sistema di calibratura elettronica
consiste nella possibilità di separare i frutti per classi divise in soli
2 mm di diametro.
CONCLUSIONI
In prospettiva futura, enormi sembrano i possibili sviluppi delle tecniche di gestione post-raccolta
delle ciliegie; il miglioramento delle tecnologie di
selezione e lavorazione darà un importante contributo in questa direzione, ma sarà l’adozione
generalizzata di sistemi sempre più sofisticati di
predizione degli standard qualitativi del prodotto, delle più moderne tecnologie di pre-refrigerazione e conservazione in atmosfera modificata,
nonché di sistemi non distruttivi di caratterizzazione pre-vendita della frutta a far sì che l’intera
filiera italiana del ciliegio possa trarre i massimi
benefici in termini di diffusione e valorizzazione
sui mercati internazionali.
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54
Terra e Vita
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
n. 38/2011
Dalla tipicità ai consorzi
di valorizzazione
Le strutture
organizzate
V
ignola è da sempre legata alle sue ciliegie e ad un territorio ricco di storia e
tradizioni agricole: la natura e l’uomo,
ovvero, l’unione di ideali condizioni pedoclimatiche e la profonda conoscenza delle tecniche
di coltivazione unita ad una innata propensione
all’innovazione, hanno portato questo comprensorio a livelli di assoluta eccellenza.
partire dal 2004, ovvero l’adozione anche per i
produttori primari del sistema Haccp. A questo
impegno si è associato quello del Mercato Agroche mettono in atto alimentare di Vignola, che fornisce le garanzie
di propria competenza, prima fra tutte quelle
una serie di iniziative igenico-sanitarie (tramite i prelievi operati dall’Usl e analizzati dall’ARPA), quelle legate alla
a supporto
qualità “gustativa” (grado di maturazione ottimale), e infine quelle relative alla identificaziodei produttori
IL CONSORZIO DELLA CILIEGIA TIPICA
ne e rintracciabilità dei prodotti venduti (la
DI VIGNOLA
“carta di identità” della frutta).
nei confronti
La valorizzazione delle produzioni cerasicole è
La grande (e positiva) novità che si è avviata
affidata al binomio Consorzio della Ciliegia Tia novembre di quest’anno ma che avrà ripercusdei consumatori
pica di Vignola e il Mercato ortofrutticolo. I due
sioni per i prossimi 5 anni, è rappresentata dalla
enti hanno fin dall’inizio agito in sinergia fra
realizzazione di un Progetto di Filiera da parte
loro per aumentare il valore aggiunto della ciliegia. In particolare
di una delle società concessionarie (la più importante, con il 95%
i progetti portati avanti in questi ultimi anni allo scopo di realizdel fatturato totale del Mercato). La società Ortomercato Vignola
zare una azione di promozione e valorizzazione dei prodotti
srl, su suggerimento della Direzione del Mercato, partecipa infatti
commercializzati dal nostro Mercato, sono stati numerosi:
come “capo fila”, insieme a 24 aziende agricole e al Dipartimento
Dal 1999 è attivo un sito web (in collaborazione con AITEC
di Colture Arboree dell’Università di Bologna, ad un bando sul
Vignola) dedicato al Mercato, in cui gli operatori possono trovare
Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 - Asse 1 “Miglioramento della
le statistiche aggiornate relative alle produzioni e ai prezzi( http:/
competitività del settore agricolo e forestale” – Progetti di Filiera.
/www.comune.vignola.mo.it/mercato/). Dal 2002 è stato attivaGli obiettivi di tale bando sono volti ad accrescere la competitito, primo in Italia, anche un servizio di invio dei listini via SMS.
vità delle imprese attraverso l’integrazione tra i vari soggetti
Questi importanti servizi sono di primaria importanza in quanto
operanti nell’ambito delle diverse filiere, mirando al rafforzamenrispondono all’esigenza di rendere massima la diffusione delle
to della componente agricola, all’aumento della distintività delle
informazioni sui prezzi di vendita.
produzioni, al sostegno all’internazionalizzazione, mantenendo
Dal 2001 è stato avviato, tramite una convenzione con l’Azienla coesione e l’integrazione dei sistemi socio-economici territoriada U.S.L. di Modena, il Progetto “LE REGOLE D’ORO”. Questo
li, salvaguardando le risorse ambientali, valorizzando la multiprogetto (primo in Italia), nasce da due semplici constatazioni: la
funzionalità dell’impresa agricola e il suo ruolo di servizio in
prima riguarda la carenza di informazione sui prodotti agricoli in
materia di promozione, valorizzazione e tutela dell’ambiente e
generale e sulle produzioni frutticole di qualità, come le nostre, in
del territorio. Nel bando sono previsti naturalmente finanziamenparticolare; la seconda è la sempre più pressante richiesta di
ti su diverse azioni fino ad un massimo del 70% a fondo perduto.
garanzie sui prodotti alimentari da parte del consumatore. ProIl progetto presentato in Regione (e approvato il 03/11/2010)
prio per rispondere a queste esigenze abbiamo voluto dare visibiprevede un investimento finanziabile di circa 2.400.000 euro e
lità all’applicazione del Sistema di Autocontrollo (ai sensi del
rappresenta l’unico esempio regionale e uno dei pochissimi a
D.Lgs. N. 155 del 26/5/97 e definito con un acronimo inglese
livello nazionale. Il successo di un progetto di filiera che aggreghi
H.A.C.C.P.) per gestire la sicurezza di tutte le fasi della produzioun così alto numero di aziende agricole e avente come capo fila la
ne di alimenti: un gruppo di Agricoltori conferenti al Mercato, ha
società concessionaria del Mercato, rappresenterebbe senza dubvoluto anticipare
bio un primo importante passo verso la costituzione di una O.P.
quella che sarà
(Organizzazione di Produttori). Tale Organizzazione è fortemente
obbligatoria
a
incentivata a livello comunitario (con una percentuale di finanzia-
nei diversi territori
n. 38/2011
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
mento annuale fissa sul fatturato), in quanto la presenza di un’offerta concertata o coordinata dei prodotti è considerata come un
necessario fattore di consolidamento strutturale delle imprese produttrici e di promozione della loro forza di mercato, meritevole
pertanto di una disciplina di favore.
Tratto da: S. Zocca. Produzione, commercio e promozione delle ciliege a
Vignola. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10
giugno 2011.
IL CONSORZIO CILIEGIE D’ITALIA
Il 7 giugno 2007 presso Bisceglie (Ba), è stato costituito il “CONSORZIO CILIEGIE D’ITALIA”, un ente volontario, senza fini di
lucro.
Il Consorzio nasce dall’idea di unire le esperienze delle zone
di produzione italiane di ciliegie di qualità, che si distinguono
per caratteristiche pedo-climatiche e calendario di maturazione e
che hanno, fra loro, un minimo comune denominatore consistente nella storia della coltura del ciliegio.
Si è pensato quindi di mettere in sinergia la cerasicoltura
pugliese, quella emiliana e quella trentina con la prospettiva di
presentarsi al consumatore offrendo un prodotto a marchio unico, facilmente riconoscibile, ma soprattutto garantibile per l’intero calendario merceologico della ciliegia.
Le zone di origine consorziate hanno
caratteristiche di coltivazione differenti: la
raccolta inizia a Bisceglie ai primi di maggio, continua a Vignola dal 20 maggio al 10
luglio circa, e termina in Trentino a metà
agosto; sfruttando quindi al meglio la precocità pugliese e la tardività trentina e integrando (specialmente per le ultime varietà
del calendario) con opportune tecniche di frigo-conservazione,
l’obiettivo che ci si prefigge è quello di essere presenti sul mercato
con un prodotto di provenienza nazionale dai primi giorni di maggio agli ultimi di agosto.
Le varietà che potranno usufruire del marchio nazionale sono
quelle definite nei singoli regolamenti di produzione degli aderenti al consorzio.
Ogni consorzio o associazione aderente mantiene il proprio
marchio e il disciplinare di produzione, garantendo nel contempo la provenienza e la qualità del prodotto, sotto coordinamento
del Consorzio Ciliegie d’Italia che promuove, propaganda e controlla il percorso dell’intera filiera; in questo modo il mercato e la
Grande Distribuzione italiana ed estera avranno un’ulteriore
garanzia di reperimento di prodotto nazionale di alta qualità.
Tratto da: W. Monari, G. Porcelli. Il nuovo “Consorzio Ciliegie d’Italia”. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10
giugno 2011.
IL PROGETTO DI SANT’ORSOLA PER LA VALSUGANA
A metà degli anni ’90 la cerasicoltura trentina si trovava in una
situazione di “impasse”, con alcune criticità quali: costi delle
operazioni colturali e della raccolta troppo elevati;impossibilità
di realizzare qualsiasi tipo di coperture, rendendo irrealizzabile
la prevenzione di alcune avversità (marciumi, spaccature) e con-
Terra e Vita
55
seguentemente il mantenimento di una elevata shelf life;Presenza di un numero elevate di varietà, molte delle quali non rispondenti alle esigenze di gestione della fase post-raccolta, fase distributiva e fase commerciale; Evidenza di molti problemi legati ad
inefficace ed inefficiente impollinazione.
A partire dalla situazione di difficoltà e dall’analisi delle criticità
evidenziate, prese origine il progetto di una nuova cerasicoltura
per il Trentino: “cento ettari in 10 anni”, promosso dalla cooperativa Sant’Orsola in alcune vallate del Trentino (Valsugana, valle dei
Mocheni, Val di Non, Bleggio e Lomaso), con la collaborazione dei
dirigenti e dei tecnici dell’Assessorato all’Agricoltura della Provincia Autonoma di Trento e dell’Istituto Agrario di San Michele
all’Adige (oggi fondazione Mach).
La ricerca di soluzioni al problema fu avviato (ma anche stimolato) a seguito di una
fusione societaria, quella tra la cooperativa
di Susà di Pergine (Valsugana – Trentino),
specializzata nella produzione e commercializzazione di ciliegie, e la cooperativa Sant’Orsola (Valsugana – Trentino), specializzata nella produzione e commercializzazione di fragole e piccoli frutti.
Le strategie applicate per la soluzione delle problematiche
fecero riferimento a:
- Introduzione di portinnesti semi-nanizzanti (tra tutti Gisela
5 e Gisela 6 con sesti di impianto di 3,80/4,20 tra le file x 1,50/2,00
sulla fila);
- Introduzione di varietà a maturazione tardiva, caratterizzate
da elevata qualità e conservabilità (tra tutte Kordia e Regina, con
le relative e specifiche varietà impollinanti), reperite a seguito di
molteplici viaggi-studio;
- Introduzione di mezzi di prevenzione della spaccatura dei
frutti (diversi sistemi di copertura con funzione antipioggia ed
antigrandine);
- Introduzione di sistemi di induzione all’incremento della
pezzatura e della qualità (tecniche di diradamento);
- Ottenimento di un corretto equilibrio vegeto-produttivo nella pianta (potature invernali e a verde).
L’obiettivo di raggiungimento dei 100 ettari di cerasicoltura
specializzata è oggi ampiamente ottenuto (circa 150 ettari a oggi).
Infatti, molte zone in Trentino, anche fino ai 1000 m slm, si sono
rivelate idonee alla coltivazione di nuove varietà di ciliegio su
portinnesti medio-deboli, con durate dell’impianto più che soddisfacenti, qualora vengano applicate in modo ottimale le tecniche
colturali. Poiché per l’impianto è necessario un ingente capitale
iniziale e poiché le dimensioni medie aziendali sono molto ridotte,
si deve quotidianamente agire nella direzione di una ottimizzazione dei costi. Dal punto di visto delle strategie di marketing e
commerciali, è necessario operare costantemente per promuovere
il consumo di ciliegie in un periodo non tradizionalmente occupato
da tale offerta (luglio – agosto). Il successo del progetto potrà essere
mantenuto, infine, solamente attraverso una stretta e proficua collaborazione tra cooperativa, produttori e tecnici della consulenza.
Tratto da: M. Scrinzi.Il progetto sul ciliegio in Trentino. Abstract
Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011.
56
[ UNA COLTURA DI SUCCESSO ]
Terra e Vita
CORNIOLA
IN COLLINA
Nella Romagna
D
a sempre i prodotti tipici italiani si distinguono per il loro stretto legame con il territorio.
Un legame che per alcuni prodotti è più forte di altri.
Tra i prodotti ortofrutticoli le ciliegie vantano molti
esempi di tipicità legati a tradizioni a volte secolari e
a territori di coltivazione ben definiti. Fra queste, un
posto di primo piano va alla varietà Corniola, ciliegia coltivata nel
Cesenate sin dal Rinascimento e conosciuta dai Romani con il nome di
“Cornum”. La varietà è coltivata per lo più nelle colline e montagne del
cesenate tra i fiumi Savio e Rubicone.
Le peculiarità di questa cultivar sono
l’epoca di maturazione molto tardiva e
la consistenza delle drupe, unita a caratteristiche qualitative particolarmente interessanti.
Per verificare tali caratteristiche, è
stato condotto uno studio mettendo a
confronto Corniola con altre due varietà a maturazione tardiva: l’autofertile
di origine canadese Sweetheart®Su Corniola.
mtare e una varietà tradizionale del
IL CONSORZIO DELLE AMARENE BRUSCHE DI MODENA
In provincia di Modena e nella tradizionale area di coltivazione
del ciliegio dolce (Prunus avium) era da sempre coltivato anche il
ciliegio acido (Prunus cerasus).
Le tecniche di coltivazione che abbiamo messo a punto in questi
anni, dice A.M. Levi dell’azienda agricola Mugnano in provincia
di Modena partono da piante riprodotte per via meristematica. Il
sesto migliore che abbiamo individuato è 6,5 x 5 metri. Questo
sesto così largo, oltre a ridurre quasi al minimo l’ombreggiamento,
consente il miglior utilizzo del cantiere di raccolta. Le piante vengono allevate ad albero libero normalmente con 3 primari cercando di tenere le piante abbastanza “aperte” in modo da favorire al
massimo la luce del sole.
La potatura è abbastanza ridotta anche perché la pianta mal
sopporta una potatura intensa. Tra le file manteniamo il terreno
inerbito e diserbato lungo la fila. Nei nostri terreni non è necessario
un impianto di irrigazione anche perché la pianta resiste abbastanza alla siccità estiva. Se correttamente potata non abbiamo problemi di alternanza nelle produzioni. Nelle nostre zone il ciliegio
acido richiede relativamente pochi trattamenti antiparassitari
principalmente contro monilia e afidi. La raccolta viene effettuata
con le stesse macchine per la raccolta delle prugne ma utilizzando
dei bins in plastica a tenuta precedentemente
riempiti con 10/15 centimetri d’acqua fredda.
Questo accorgimento serve per evitare lo
schiacciamento dei frutti e per abbassare fin
da subito la temperatura dei frutti. A mano a
mano che i bins vengono raccolti vengono
portati su diverse piattaforme sparse nell’azienda agricola dove inizia immediatamente l’idrocooling ovvero il lavaggio e raffreddamento con acqua fredda. In azienda utiliz-
n. 38/2011
vignolese, il Durone Nero III. Lo studio rientra in una indagine più ampia
svolta in un biennio intitolata “Nuove varietà e selezioni di ciliegio per la
collina romagnola” che ha ha preso in considerazione alcune selezioni
e varietà frutto del lavoro di miglioramento genetico del CMVF – DCA
dell’Università di Bologna ed altre varietà di diversa provenienza situate in due località del cesenate, Monteleone e Carpineta.
I risultati ottenuti appaiono senz’altro interessanti. Corniola, si
mette in evidenza soprattutto per l’eccezionale consistenza della
polpa, maggiore persino a quella registrata dai classici “duroni” di
Vignola. La varietà romagnola presenta anche una pezzatura maggiore rispetto alla canadese Sweetheart®Sumtare e un ottimo
rapporto tra contenuto in zuccheri e acidi della polpa.
In definitiva si può definire Corniola una interessante varietà
tipica dell’areale romagnolo, senz’altro da valorizzare e da promuovere anche per i nuovi impianti con l’adozione delle tecniche
della moderna cerasicoltura specializzata.
Tratto da: L. Babbini , S. Lugli. Indagine sulla qualità dei frutti di
Corniola, varietà di ciliegio tipica dell’areale collinare romagnolo.
Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011.
ziamo l’acqua di un pozzo artesiano a 13° e, a volte in caso di
spedizioni lontane, aggiungiamo barre di ghiaccio. I bins restano
quindi con acqua corrente fredda dal momento della raccolta fino
alla spedizione che avviene due volte al giorno. Le amarene raccolte al mattino normalmente vengono caricate a mezzogiorno e
quelle del pomeriggio alla sera. L’amarena infatti è un prodotto
altamente deperibile: l’alto grado zuccherino e l’alta acidità residua favoriscono infatti l’immediata partenza di fenomeni fermentativi. Le diverse varietà di ciliegio acido raggiungono alla maturazione un diverso grado zuccherino. A seconda degli anni e dell’andamento stagionale, delle varietà più precoci e più tardive il grado
brix varia da 16° fino a 22°-24°.
A Modena infatti fin dai tempi antichi esisteva l’usanza di fare
in casa e presso i fornai delle marmellate di amarene per i dolci
tradizionali. Da qui venne l’idea di chiedere un riconoscimento a
Bruxelles per la CONFETTURA DI AMARENE BRUSCHE DI
MODENA IGP.
Il riconoscimento, trattandosi di un prodotto trasformato, riguarda una filiera tra produttori e trasformatori sottoposta a tutta una
serie di controlli (origine, tracciabilità, metodologie di trasformazione, ecc.). Il riconoscimento è particolarmente prestigioso in quanto è
stato il primo assegnato nell’ Unione Europea ad una confettura.
La primissima campagna sperimentale di produzione della
confettura IGP fu fatta nel 2009 per mettere a punto la metodologia
e la prima, se pur piccola, produzione vera e propria è del 2010.
Dopo le prime esperienze presso la mia azienda altri soci della
Cooperativa Modenese Essiccazione Frutta (di cui sono Presidente) hanno impiantato frutteti di ciliegio acido raggiungendo
così ad oggi una superficie totale di 68 ettari.
Tratto da: A.M. Levi. La riscoperta delle amarene. Abstract Convegno
nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011.
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