Sintesi Sintesi degli degli atti atti del del convegno convegno nazionale nazionale del del ciliegio ciliegio di di Vignola Vignola 2011 2011 CILIEGI Novità per il ciliegio La produzione a prova di spaccatura Sabrina Big Star PRIMULAT® (?) N EARLY LORY® (6) BURLAT MOREAU LORY BLOOM® (6) SABRINA (2) N CELESTE® Sumpaca* (2) LORY STRONG® (6) GIORGIA FEU 5® (6) FOLFER® (?) N FERDOUCE® (?) N BIG LORY® (6) KARINA* CANADA GIANT® Sumgita* (2) FERTILLE® (?) N SAMBA cov (2) SATIN cov (2) SIMCOE® Probla* (2) FERMINA® (?) N KORDIA FERROVIA BIG STAR (??) N FERNIER® (?) N LAPINS FERDIVA® (?) N SKEENA cov (2) REGINA Brevetti e Licenze IPS FERTARD® (?) N VIVAI F.LLI ZANZI CEP INNOVATION SWEET HEART® Sumtare* (2) CRA LATE LORY® (6) (2) (6) (?) (??) N News 5 10 15 20 Maggio 25 30 5 10 15 20 Giugno 25 30 5 10 15 20 25 30 Luglio Le epoche di maturazione sono riferite all’Emilia Romagna di Carlo Zanzi & C. s.s. Società Agricola Via del Gorgo, 137 – Loc. Gorgo – 44100 FOSSANOVA S. MARCO (FE) - Italy Tel 0532 719072/61161 – Fax 0532 60028/719072 – [email protected] – http://www.vivaizanzi.it n. 38/2011 DIRETTORE RESPONSABILE: Elia Zamboni VICEDIRETTORE: Beatrice Toni [ SOMMARIO ] Terra e Vita 1 [ Speciale Le innovazioni per il ciliegio REDAZIONE: Francesco Bartolozzi, Dulcinea Bignami, Gianni Gnudi (capo redattore), Alessandro Maresca, Giorgio Setti (capo redattore), Lorenzo Tosi coordinamento di Roberto Bartolini e Stefano Lugli SEGRETERIA DI REDAZIONE: Tel. 051/6575.857- Fax: +39 051 6575.856 Via Goito, 13 - 40126 BOLOGNA [email protected] UFFICIO GRAFICO: NCS Media Srl DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA: Mattia Losi PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.a. 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L. 46/2004, art.1c.1:DCB Milano” ROC n. 6553 del 10 dicembre 2001 ISSN 0016-2310 Associato a: ed è membro italiano di EUROFARM, l’associazione dei più importanti giornali periodici agricoli europei Informativa ex D. Lgs: 196/2003 (tutela della privacy). Il Sole 24 ORE S.p.A., titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate, per i quali si applica l’art. 24, comma 1, lett. d) del D. Lgs. 196/2003, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio. Il Responsabile del trattamento è il responsabile IT, cui può rivolgersi per esercitare i diritti dell’art. 7 D. Lgs. 196/2003 (accesso, correzione, cancellazione, ecc) e per conoscere l’elenco di tutti i Responsabili del Trattamento. 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Dalla tipicità ai consorzi di valorizzazione PAG. 2 4 8 16 28 38 46 50 54 2 Terra e Vita [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] 1 n. 38/2011 2 Vignola capitale della ciliegia DI STEFANO LUGLI Nella splendida Rocca si è svolto nello scorso giugno corollario di questo, la mostra pomologica ella splendida cornice della Rocca e del Palazzo Barozzi di Vignola sì è nazionale organizzata dal CRPV di Cesena per tre giorni il svolto nel giugno scorso il Convegno ha dato la possibilità ai partecipanti al connazionale del ciliegio, organizzato dal Diparvegno di conoscere e apprezzare il ricco convegno nazionale patrimonio varietale del ciliegio: 350 camtimento di Colture Arboree dell’Università di Bologna in collaborazione con altri Enti e pioni suddivisi tra varietà del germopladedicato al ciliegio sma autoctono, novità varietali italiane e Istituzioni. In questa “tre giorni” tutta dedicata alla frutta rossa i maggiori esperti in straniere e alcune interessanti selezioni di campo nazionale e internazionale hanno relazionato sulle del DCA - Università di Bologna in fase avanzata di valutaprincipali innovazioni di prodotto e di processo per una zione e prossime alla diffusione commerciale. Il convegno si inseriva in una serie di altre iniziative cerasicoltura di qualità. Sono stati presentati 110 contributi collaterali svoltesi sempre a Vignola nella prima decade di scientifici oral e poster divisi nelle 10 sessioni di lavoro. L’evento ha avuto un giugno 2011, con un unico LE DIECI SESSIONI DEL CONVEGNO successo e un riscontro di denominatore comune, la pubblico superiore a ogni ciliegia: “A Vignola è tempo 1. Nuove tecnologie di impianto più rosea aspettativa: oltre di ciliegie. Storia, sapori e 2. Miglioramento genetico e innovazione varietale 650 partecipanti al congrestradizioni del nostro territo3. Spagna e Italia: realtà emergenti a confronto so, 350 presenze registrate rio” a cura di Città di Vigno4. Qualità alla raccolta e in post-raccolta durante le visite tecniche, la e Vignola Grandi Idee; 5. Difesa delle produzioni 150 i tecnici e i produttori “Gemelli con ... gusto” a cu6. Controllo delle spaccature da pioggia che hanno aderito al “tour ra di Città di Vignola: 7a Festa Nazionale “Città delle del ciliegio” con visita a 7. Commercio e mercati nel bacino del mediterraneo Ciliegie” a cura della Assonuove realtà produttive 8. Biologia e fisiologia ciazione nazionale “Città emergenti delle colline ve9. Germoplasma e biodiversità delle ciliegie”; 14° Concorso ronesi e trentine e quelle 10. La coltivazione del ciliegio da legno Nazionale Claudio Locchi montane della Val di Non. A N [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] n. 38/2011 1 - Un momento del convegno nella Rocca. 2 - La tre giorni di Vignola, organizzata dal Dipartimento di colture arboree dell’università di Bologna, ha visto succerdersi sul palco dei relatori i maggiori esperti nazionali ed internazionali del ciliegio. È stata allestita anche una mostra pomologica. TARGHE AL MERITO Premiati tre produttori e due tecnici Terra e Vita L’ organizzazione del Convegno nazionale del ciliegio di Vignola in occasione della “cena sociale” del 8 giugno 2011 ha voluto consegnare una targa di riconoscimento al merito ad alcuni produttori e tecnici che si sono particolarmente distinti nella loro attività agrico- la e tecnica legata al ciliegio. In primis, sono stati premiati due prodittori “storici” del comprensorio della ciliegia tipica di Vignola: Remo Solmi come “Pioniere della cerasicoltura specializzata” e Nino Quartieri per “Il successo dell’innovazione”. Con la motivazione “La rivoluzione colturale” un premio è andato al giovane cerasicoltore ferrerese Massimo Beltrami, tra i primi a credere e investire negli impianti fitti di ciliegio. Altri riconoscimenti sono stati assegnati a due tecnici di lunga data: a Romano Amidei di Agrintesa per “La tecnica, l’esperienza e la passione” e a Valter Monari, coordinatore del Consorzio della ciliegia tipica di Vignola con la dedica “La ciliegia nel cuore” sulla targa di riconoscimento. Dal portale www.ciliegio.unibo.it è possibile scaricare in formato pdf i testi delle motivazioni che hanno portato a questi meritati riconoscimenti. A tutti i premiati i migliori auguri dal Comitato organizzatore del Convegno nazionale del ciliegio. S.L. A destra Romano Amidei. Stefano Lugli, coordinatore del Convergno sul ciliegio. “Ciliegie d'Italia” a cura della Associazione nazionale “Città delle ciliegie”, che ha quest’anno premiato un produttore “storico” vignolese, Giorgio Quartieri, con la varietà Ferrovia. Altri Premi sono stati assegnati all’Azienda Giuliano di Conversano (Bari), sempre con Ferrovia (“la ciliegia più buona”) e all’Azienda Quartieri Nino di Savignano (Modena) con la nuova varietà Grace Star (“la ciliegia più bella”). L’autore è del Dipartimento di Colture arboree, Università di Bologna. 3 A destra Massimo Beltrami. A sinistra Valter Monari. A sinistra Remo Solmi. Nino Quartieri. 4 Terra e Vita 1 [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] n. 38/2011 2 Ricerca d’avanguardia per la ciliegia di qualità DI SILVIERO SANSAVINI La ricerca scientifica ha prodotto un D iciamo subito che, alla base della rivolupolpa soda, con alto tenore zuccherino (> 16 enorme salto zione tecnologica che da qualche tempo °Brix), acidule (oltre 0,5-1,0%). Abbiamo constaha investito la coltura del ciliegio, c’è la tato di recente, non solo attraverso il forte auqualitativo nelle ricerca, a cominciare dalla creazione di nuove mento degli scambi commerciali con l’estero varietà e portinnesti, poi dalla sperimentazione (sia nell’import, sia nell’export) e quindi anche conoscenze di base dei consumi familiari (in palese controtendenza di campo e dall’affermazione sui mercati di nuove tipologie di frutti, fino a qualche tempo fa con le altre frutta) che la domanda di ciliegie è in ed un ampio estranee alla fisionomia delle produzioni locali. aumento e il periodo di consumo si è alquanto La ricerca specifica sulle problematiche del allargato, sia nella precocità sia soprattutto nelventaglio di ciliegio, ormai allo stesso livello delle altre prinla tardività, fino a coprire oltre tre mesi, da cipali specie da frutto, ha prodotto un enorme maggio a luglio-agosto, senza che la globalizzaderivazioni tecniche zione abbia influito più di tanto. C’è addirittura salto qualitativo nelle conoscenze di base (fisiologiche, biologico-genetiche, nutrizionali) ed spazio commerciale all’introduzione dall’emiun ampio ventaglio di derivazioni tecniche nel governo degli sfero Sud di ciliegie durante l’inverno a prezzi quasi proibitivi. alberi applicate ormai su larga scala anche nelle piccole aziende C’è soprattutto il movimento tra Paesi mediterranei (con imporche caratterizzano il contesto cerasicolo italiano. tazioni soprattutto dalla Spagna e dalla Turchia) in maggioQuesta tendenza trova riscontro anche sul piano internaziogiugno, ma il calendario di consumo non cessa con le varietà di nale nelle periodiche assise professionali organizzate dall’ISHS fine giugno-primi luglio, ma si estende a tutto luglio con le (Int. Soc. Hortic. Sciences) nei vari Paesi frutticoli anche meditervarietà più tardive e con i prodotti alpini e appenninici e poi si ranei, sempre più interessati alla coltura del ciliegio. arriva ad agosto per le varietà del Nord Europa (la Norvegia sta diventando Paese esportatore, con le sue produzioni normali). LE CILIEGIE CHE VUOLE IL MERCATO Dunque, il fattore propulsivo che più ha influito sulla rinascita Le ciliegie di oggi, richieste ed apprezzate dal mercato, sono della cerasicoltura italiana è stato il mercato, anche se questo grosse, con pezzature di almeno 28-30 mm Ø corrispondenti a processo evolutivo è avvenuto in alcune regioni assai più che in 10-13 g/frutto. Hanno dunque superato quelle di 20-22 mm Ø, altre: si citano in particolare Puglia, Veneto, Emilia-Romagna, “pari a 7-8 g” che eravamo abituati a conoscere. Poi devono avere Trentino-Alto Adige. molto colore, rosso fiammante, non necessariamente rosso-nero, Poi c’è un’altra constatazione: gli uomini politici in genere n. 38/2011 [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] 1 - La domanda di ciliegie è in aumento ed il periodo di consumo negli ultimi anni si è notevolmente ampliato. Terra e Vita 5 3 2 - Il successo dei nuovi impianti oltre che sulle varietà si basa sulla corretta gestione agronomica. 3 - Con le nuove tecnologie applicate nella catena di lavorazione, il periodo di conservazione delle ciliegie può essere esteso a 15-20 giorni. alquanto infastiditi dalle vicende della frutta estiva (soggetta a troppe crisi di mercato) non sono mai stati pressati per incentivare o sostenere produzione e mercato delle ciliegie, che camminano da sole. C’è da chiedersi com’è possibile che la cerasicoltura sia sorprendentemente oggetto di tanta considerazione senza alcun intervento pubblico ? Le soddisfazioni economiche non mancano: si possono spuntare, infatti, anche 2-3 €/kg in campagna contro gli 0,2-0,3 €/kg di pesche e nettarine di pari epoca, con produzioni che oscillano fra 15-20 e t/ha. L’Assessore regionale dell’ Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni, di fronte a questi spettacolari risultati ha rilevato che gli investimenti pubblici nella ricerca dedicati al ciliegio sono stati finora molto modesti specie per il miglioramento genetico, quando proprio le nuove ciliegie ottenute e brevettate in Italia (vedi ad esempio la serie Star del CMVF-DCA-Università di Bologna) si sono diffuse in vari Paesi, consentendo di incamerare royalties, mentre pesche, nettarine, albicocche e susine richiedono ogni anno l’esborso di centinaia di migliaia di euro per consentire all’Italia di coltivare varietà straniere di successo. Un importante rassegna delle più recenti acquisizioni tecnicosperimentali sul ciliegio è stata tenuta a Vignola nel giugno scorso (II Convegno nazionale del Ciliegio) con la presentazione di un centinaio di contributi di ricerca, non solo italiani. 210 NUOVE VARIETÀ NEGLI ULTIMI VENTI ANNI Nel settore varietale, come è emerso dalla relazione introduttiva di Milatovic e Lugli, nell’ultimo ventennio sono state licenziate in Europa ben 210 varietà, la maggior parte delle quali nei paesi dell’Est. L’Italia con 14 varietà (metà a Bologna e metà a Verona) figura fra i paesi più impegnati. Si segnalano, in particolare, Giorgia (veronese), Grace Star e Big Star (bolognesi). Ad affermarsi in Italia sono state soprattutto alcune varietà tedesche (vedi Regina), francesi e ungheresi; fra queste le precoci Rita, Vera, Carmen e la tardiva Alex. Occorre poi rilevare che il primo motore innovativo nell’assetto varietale italiano è venuto dal Canada alcuni decenni orsono con la cultivar autofertile Stella, cui sono seguiti poi negli anni 80-90 New Star e Lapins insieme ad una altra ventina di varietà, fino alla più recente Sweetheart e Staccato. Tutte queste novità sono andate a sostituire in gran parte le vecchie varietà locali compresi vari Duroni (salvo alcuni come Ferrovia). Poche le varietà autoctone di pregio che hanno resistito al ricambio (es. Corniola in Romagna). Dunque, c’è ancora spazio per un apprezzabile recupero della biodiversità indigena. Poi sono tuttora in sviluppo nuovi programmi di miglioramento genetico italiano che porteranno a breve altre rilevanti novità. Naturalmente il successo dei nuovi impianti non dipende solo dalle scelte varietali ma da vari fattori gestionali dell’albero e del suolo. Permangono ancora i limiti strutturali propri della specie, le necessità biologiche in fioritura, a partire dall’impollinazione per le varietà e i gruppi varietali interincompatibili; i rischi legati alle piogge, specialmente in prossimità della maturazione, l’obbligo di introdurre le pratiche colturali aggiornate come per le altre colture (es. potatura, difesa sanitaria, diradamento, fertirrigazione e copertura con teli trasparenti antipioggia), organizzazione della raccolta (cantieri operativi efficienti), e poi ancora l’alto costo complessivo degli impianti. L’IMPORTANZA DEI PORTINNESTI MODERNI Cominciamo dai nuovi portinnesti per i quali la sperimentazione, come rilevato nella relazione tedesca di M. Balmer, ha dimostrato che è possibile nanizzare la taglia dell’albero, anche nei migliori terreni, nei limiti di 2,5 – 3,0 m di altezza, anticipando la messa a frutto al 2° - 3° anno. Si può così migliorare anche la qualità delle ciliegie. Sono già numerosi i cloni disponibili, fra cui alcuni ibridi tedeschi, quali ad es. Gisela 6, Gisela 12 e Gisela 5 (quest’ultimo rischioso nelle aree del Centro Sud e nei suoli leggeri e poveri). Occorrono in ogni caso ulteriori prove zonali per vagliare anche l’interazione genotipo/ambiente, oltre alla verifica delle affinità d’innesto con le nuove cultivar. In tal modo gli impianti salgono a convalidate densità di oltre 1.000 alberi/ ha, con possibilità di arrivare a superare anche 2.000 alberi/ha, corrispondenti a rese produttive di 10-15 t/ha fino al 4° anno e di 20 t ed oltre dal 5° anno. FORME DI ALLEVAMENTO E SISTEMI DI POTATURA Siffatta impostazione degli impianti ha richiesto un forte impegno nella messa a punto di appropriate forme di allevamento, che variano con la densità, in maggior parte riconducibili ad alberi monocauli, da cui la forma prevalente in Europa dell’”asse centrale”, con varianti che vanno dal fuso (per le combinazioni 6 Terra e Vita [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] d’innesto più vigorose) agli assi colonnari (altrimenti denominati super slender), idonei questi alle alte densità, modificando con ciò anche la struttura fruttifera della chioma, a sua volta condizionata dal genotipo. L’habitus di fruttificazione varia, infatti, con i genotipi: la maggior parte delle varietà produce su dardi di rivestimento di branche di due o più anni. Altre (es. Ferrovia e Regina), producono anche sulle gemme basali dei rami di un anno ottenute grazie alla cimatura (primaverile-estiva) dei germogli, quando l’altissima densità impone uno scheletro privo di branche strutturate. Le tecniche di potatura, messe in evidenza dalla relazione sulle basi fisiologiche illustrate dal prof. G. Lang dell’Università del Michigan, si spingono fino al diradamento dei frutti, tecnica provvidenziale in varietà autofertili con forte allegagione quale ad es. Lapins, cui in alternativa si può supplire solo con potature riequilibratrici del carico di frutti se si vuole salvare pezzatura e qualità del prodotto, inducendo maggior durezza alla polpa, con accentuazione del rapporto zuccheri/acidi. Numerose sono state le prove combinate di nuovi portinnesti nanizzanti con nuove varietà come ad es. Kordia e Regina, che hanno evidenziato in generale, in varie località, un sensibile miglioramento produttivo (con cumuli fino a 50 t/ha nei primi cinque anni dall’impianto, quando in precedenza occorrevano almeno dieci anni per ottenere siffatta resa). Fra i nuovi soggetti, in Puglia, con densità intorno a 700 alberi/ha (ivi considerata ottimale), solo Gisela 6 ha dimostrato di poter competere (cv. Sweetheart) col tradizionale P. mahaleb. Con altre varietà questo soggetto innestato con le varietà Burlat, Ferrovia ed Adriana ha fatto addirittura meglio. PROTEZIONE E PREVENZIONE DALLA “SPACCATURA” Un forte contributo innovativo è venuto anche dalle ricerche nei settori della protezione, sia della prevenzione del cracking sia del controllo postraccolta della qualità. Entrambi i comparti manifestano nelle filiere cerasicole italiane vistose carenze, come riportato oltre. Nella difesa è emersa la messa a punto, da parte dei tecnici della Regione Emilia-Romagna, dei Disciplinari di produzione Integrata dopo le recenti restrizioni nell’uso di numerosi principi attivi, fra i quali quelli contro la mosca (vedi la revoca del Dimetoato e l’uso condizionato del Fosmet). Nei Disciplinari della coltura biologica, le alternative prevedono l’uso di esche adulticide e di altri composti ecologicamente sicuri, purtroppo meno efficaci. Molto interesse ha destato la disamina fatta dal norvegese Dr. Meland, che ha dimostrato l’utilità dei trattamenti per prevenire lo spacco con prodotti tipo cloruro di calcio, Vaporgard®, Raingard®, cere vegetali e altri agenti di protezione, già previsti anche in Italia, ma per concludere che sono preferibili le difese a tunnel o con coperture di teli o film di vario tipo (ad alta trasmissione di n. 38/2011 luce, circa 90%, ma con possibilità di assorbire l’infrarosso per ridurre la temperatura della chioma). Queste strutture fanno lievitare i costi ma, oltre a proteggere dal cracking, possono migliorare la qualità del prodotto, sottolineando come il cracking possa essere indotto sia da improvvisi sbalzi nell’assunzione idrica dal suolo (che provocano microscrepolature dei frutti) sia dalla prolungata bagnatura dei frutti, la cui buccia, specie se poco elastica, può assorbire essa stessa acqua e quindi spaccarsi. C’è una forte differenza genetica, es. Celeste è molto sensibile allo spacco e Regina assai meno, per questo considerata tollerante. Diffusissimo ormai è anche l’uso dei trattamenti precoci (ad inizio ingrossamento frutto) con Gibberelline (GA3) per migliorare la pezzatura. LE TECNOLOGIE DI CONSERVAZIONE Ricordiamo infine le innovazioni nella catena del freddo e nei metodi di lavorazione delle ciliegie con i nuovi protocolli del “grading, ossia con l’uso di selezionatrici elettroniche” già installate da alcune grandi aziende pugliesi e non ancora in Emilia Romagna. Come ha rilevato l’esperto cileno Prof. J.P. Zoffoli, per le ciliegie occorre bloccare la respirazione subito dopo la raccolta (entro 2-4 ore), utilizzando allo scopo sistemi di raffreddamento, preferibilmente ad acqua a 2 °C (se le ciliegie saranno destinate a un lungo tragitto) o a 5-6 °C se la destinazione è prevista entro 24 ore. Le ciliegie rimarranno più sode e si conserveranno molto meglio. A tal fine occorre sviluppare decisamente le atmosfere modificate con l’automatismo degli speciali involucri di film (poliresine che lasciano passare in parte ossigeno e CO2) sia a livello di cassetta che di cestino. Come magazzino le tecnologie americane applicate già da anni su larga scala, hanno dimostrato che il periodo di conservazione e trasporto delle ciliegie può essere esteso fino a un massimo di 15-20 giorni, superando così tragitti di migliaia di chilometri e per di più le esportazioni transoceaniche, come dimostrato dalle ciliegie cilene di buona qualità vendute in Italia. C’è da chiedersi come mai le condizioni della cerasicoltura italiana non consentano ancora l’uso generalizzato di queste nuove tecnologie, pur essendo le aziende costruttrici in grado di assemblare queste nuove linee di lavorazione: la risposta si riassume nelle piccole dimensioni delle aziende produttrici, cooperative o imprese private. Occorrerebbe fare sistema, magari ricorrendo ad un efficiente servizio di postraccolta organizzato da terzi se si vuole essere attivi o diventare competitivi sulla scena internazionale. La qualità non si fa solo nella filiera produttiva, occorre pensare di estenderla anche a quella distributiva fino alle grandi piattaforme commerciali europee e ai mercati più selettivi per produzioni di pregio come sono le ciliegie. L’autore è del Dipartimento di Colture Arboree, Università di Bologna. 8 Terra e Vita [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] 1 n. 38/2011 2 Il miglioramento genetico del ciliegio in Europa L a produzione media annuale di ciliegie dolci in Europa, nel triennio 2007-09, si è attestata su 730.463 t (FAOSTAT, 2011) che rappresentano il 37% della produzione mondiale. Il principale Paese produttore è l’Italia la cui produzione si aggira sulle 122.165 t annue che contribuiscono per il 16,7% al totale europeo seguito da Russia (10,6%), Spagna (10,4%), Romania (9.2%), Ucraina (8,9%), Grecia (6,2%), Francia (5,9%), Polonia (5,1%), Germania (4,7%), Austria (4,2%) e Serbia (4,0%). LA RICERCA SUL CILIEGIO DOLCE Gli obiettivi principali dei programmi di miglioramento genetico per il ciliegio dolce sono riconducibili all’esaltazione delle caratteristiche del frutto (pezzatura, consistenza e sapore), estensione del calendario di maturazione (in particolare per le cultivar precoci che maturano prima della cultivar di riferimento ‘Burlat’), riduzione della su- I programmi di 1 - La varietà Rita. breeding negli 2 - La varietà Carmen. ultimi anni hanno scettibilità allo spacco “cracking” dei frutti, autocompatibilità, resistenza ad agenti biotici consentito di di danno in particolare al cancro batterico lanciare 210 nuove (Pseudomonas spp.) ed alla monilia (Monilinia laxa), adattabilità ambientale (resistenza alle gelate negli ambienti freddi e riduzione del cultivar di ciliegie fabbisogno in freddo per gli areali caratterizdolci e 120 di zati da clima subtropicale), contenimento del vigore degli alberi (habitus compatto o di tipo ciliegio acido “spur”) e adattabilità alla raccolta meccanica (distacco del peduncolo). FIG. 1 - VARIETÀ DI CILIEGIO ACIDO OTTENUTE Le metodologie comuneE DIFFUSE NEI PRINCIPALI PAESI EUROPEI (1991-2011) mente impiegate nei programmi di miglioramento varietale Ucraina per il ciliegio dolce sono l’ibriFederazione Russa dazione e l’impollinazione liRomania bera, le mutazioni indotte e la Francia selezione clonale. Negli ultimi Repubblica Ceca venti anni sono state licenziate Italia in Europa oltre 210 nuove culGermania tivar ( Fig. 1). Ungheria Estonia Lituania 0 5 [ Fonte: Milatovic e Lugli, 2011 10 15 20 25 30 35 40 LA RICERCA SUL CILIEGIO ACIDO La produzione media annuale di ciliegie acide in Europa [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] n. 38/2011 CINQUE VARIETÀ In primo piano I n Italia, fino alla prima metà degli anni settanta, ciascun distretto cerasicolo si caratterizzava per una propria piattaforma varietale tradizionale e sostanzialmente immutata per decenni. Solo a partire dalla metà degli anni ottanta con la diffusione di nuove varietà, frutto dell’intenso lavoro di miglioramento genetico condotto in Italia ed all’estero, ebbe inizio il rinnovamento degli assortimenti varietali tradizionali. Le varietà poco produttive e con frutti non rispondenti ai requisiti richiesti da una cerasicoltura competitiva in ambito europeo e non solo (per la ridotta pezzatura, la limitata consistenza della polpa, la scarsa resistenza a manipolazione e trasporti, ecc.), hanno progressivamente perso importanza fino anche a scomparire. Il rinnovamento della piattaforma varietale continua tuttora a seguito delle continue introduzioni sul mercato di novità varietali. Questa “corsa” dal ritmo elevato verso l’innovazione varietale finisce col determinare anche disorientamento tra tecnici, frutticoltori e consumatori, considerato l’eccessivo numero di varietà disponibili (oltre 200) per un calendario di maturazione e di raccolta ancora oggi molto ristretto (5-6 settimane). In considerazione di ciò, il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali ritenne, già dal 1993, di lanciare un “Programma Straordinario di Sperimentazione per la formulazione di liste d’orientamento varietale dei fruttiferi”, includendovi il ciliegio, con l’obiettivo di arrivare a formulare affidabili, ragionate ed aggiornate liste di varietà raccomandabili nei diversi distretti cerasicoli italiani. Nel corso dei 17 anni di attività, le La varietà Burlat. Unità Operative afferenti al progetto han- La varietà Giorgia. La varietà Van. nel triennio 2007-09 si è attestata su 806.029 t, che rappresentano il 63,6% della produzione mondiale. In Europa, il principale Paese produttore è la Russia con 192.333 t annue che contribuiscono per il 23,9% al totale europeo, seguita da Polonia (20,6%), Ucraina (16,4%), Serbia (12,2%), Ungheria (7,8%), Bielorussia (5,3%) e Germania (2,9%). Terra e Vita 9 no provveduto a proporre, periodicamente ed unanimemente, nuove introduzioni, ma anche a depennare dalle liste quelle varietà che, dopo una compiuta valutazione, hanno ripetutamente fornito risultati deludenti e comunque tali da non potere essere suggerite per la realizzazione di ciliegeti commerciali. In generale, fatte salve alcune possibili omissioni, La varietà Ferrovia. tutte le novità varietali della specie sono state doverosamente prese in considerazione. Dalle valutazioni compiute sino ad oggi, soltanto cinque varietà a maturazione successiva hanno riscosso giudizi molto positivi in tutti gli ambienti di prova, tanto da risultare meritevoli di diffusione sull’intero territorio nazionale, a prescindere dalla latitudine. Esse so- La varietà Sweetheart. no anzi diventate il riferimento per il gruppo di maturazione di appartenenza: “Burlat”, “Giorgia”, “Van”, “Ferrovia”, “Sweetheart® Sumtare*” (Foto delle 5 varietà). Queste cinque varietà, da sole, maturando in successione, sarebbero in grado di coprire la quasi totalità del calendario di maturazione del ciliegio. Gli standard qualitativi richiesti dal mercato sono in continua evoluzione e non è da escludere che alcune delle citate varietà di riferimento possano un domani essere soppiantate da altre, perché con frutti dotati di caratteristiche ancora più pregiate e in grado di rispondere in maniera più adeguata alla domanda di prodotto senza soluzioni di continuità nell’ambito del calendario di maturazione dei frutti della specie. Tratto da: A. Godini, M. Palasciano. Scelte varietali nella cerasicoltura italiana. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011. Gli obiettivi principali dei programmi di miglioramento genetico del ciliegio acido sono riconducibili a: elevata produttività, autocompatibilità, resistenza ad agenti biotici di danno (in particolare maculatura fogliare - Blumeriella jaapii e monilia - Monilinia laxa), qualità dei frutti ed adattabilità alla raccolta meccanica. La maggior parte dei programmi di bree- 10 [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] Terra e Vita 3 - La varietà Big Star. ding impiega l’ibridazione controllata e la selezione clonale (Fig. 2). Al contrario della specie “dolce”, il ciliegio acido è caratterizzato da una base genetica instabile ed è più suscettibile a mutazioni, le quali intervengono frequentemente nelle vecchie cultivar quali Pandy (Köröser), Cigány meggy, Schattenmorelle, Oblainska, Stevnsbär. Negli ultimi CENTRO ITALIA Varietà e portinnesti L venti anni sono state licenziate in Europa oltre 120 nuove cultivar. n. 38/2011 4 - La varietà Regina. VARIETÀ DOLCI DIVISE PER GRUPPO DI MATURAZIONE Dall’esame delle principali caratteristiche agronomiche e pomologiche delle varietà diffuse dai programmi di miglio- a coltivazione del ciliegio nelle Marche non è ampiamente diffusa, ma negli ultimi anni ha visto una tendenza in aumento superando i 110 ettari, con una produzione che supera le 60 t. La difficoltà della diffusione della coltivazione di questa specie, comunque di interesse per le buone prospettive di mercato che generalmente caratterizzano il frutto, è di solito determinata dalla mancanza di informazioni utili per la più corretta scelta di portinnesti e varietà con maggiore adattabilità alle condizioni che caratterizzano l’ambiente del medio–adriatico, solitamente caratterizzato da ambienti collinari, spesso con scarse risorse idriche e con terreni pesanti (argilloso calcarei). Al fine di individuare le varietà e i portinnesti più idonei alle condizioni di coltivazione del medio adriatico è stata impostata una prova sperimentale utile per analizzare i parametri produttivi e qualitativi delle cultivar di ciliegio di recente introduzione a confronto con varietà di riferimento (61 tra cultivar e selezioni di ciliegio dolce), innestate sui portinnesti Franco, MaxMa14 (Foto) e Gisela 5. I rilievi effettuati annualmente Il portinnesto Maxima 14. e per ogni albero hanno ri- guardato parametri vegetativi: la circonferenza sopra e sotto il punto di innesto; il peso del legno di potatura; la data di inizio, piena, fine fioritura, l’entità di fioritura e la data di raccolta. La valutazione effettuata sulle diverse varietà di ciliegio ha permesso di evidenziare una notevole variabilità nell’adattabilità ad un sistema di coltivazione a basso impatto che meglio si può adattare alle esigenze delle aziende interessate alla coltivazione del ciliegio nell’areale del medio adriatico. Indicazioni più approfondite derivano dall’analisi dell’effetto della combinazione portinnesto/varietà sulle rese produttive dell’impianto realizzato in una condizione di ridotta disponibilità idrica determinata dall’assenza di irrigazione fissa e dall’inerbimento del terreno. In queste condizioni l’utilizzo del Gisela5 è improponibile, mentre il Franco, per l’elevato vigore che lo caratterizza, è stato in grado di garantire un adeguato sviluppo a tutti i 61 cloni innestati, associato ad una produzione elevata per alcuni, ma evidenziando anche una ridotta capacità produttiva di altri. Le stesse varietà innestate su MaxMa14 hanno mostrato uno sviluppo vegetativo e una risposta produttiva più contenuta rispetto al Franco. Tra le varietà in sperimentazione, le autofertili si sono distinte per garantire risposte produttive più elevate anche quando innestate su MaxMa14. Soprattutto per queste varietà il dato delle rese produttive ettariali ha evidenziato il particolare interesse del MaxMa14 per sostenere rese più elevate rispetto al Franco, associate ad un anticipo nell’entrata in produzione e al buon controllo dello sviluppo vegetativo. Tratto da: F. Capocasa, M. Rossi, G. Borraccini, B. Mezzetti - Le varietà e i portinnesti per la coltivazione del ciliegio nel medio adriatico. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 810 giugno 2011. 12 Terra e Vita [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] n. 38/2011 FIG. 2 - VARIETÀ DI CILIEGIO DOLCE OTTENUTE ramento genetico euroelevata al cracking; E DIFFUSE NEI PRINCIPALI PAESI EUROPEI (1991-2011) - varietà intermedie pei e dalla loro valutazio(da New Star a Lapins). ne interzonale in alcuni In questo gruppo rientraPaesi continentali, emerno varietà con interessangono le seguenti varietà Russia ti caratteristiche agronodi ciliegio dolce, divise miche unite a tratti poper gruppi di maturazioUcraina mologici e qualitativi di ne: - varietà precocissime pregio, come ad esempio Polonia (prima di Burlat). Degne Aida* e Black Star*, matudi segnalazione le nuove re intorno a Van (+16-18 Germania varietà Rita* (Foto 1) e gg da Burlat) e Big Star* Kossara*, mature 7-10 (Foto 3), colta tra Ferrovia Ungheria giorni prima di Burlat. A e Lapins; 0 10 20 30 40 50 60 - varietà tardive (da Laseguire, Early Bigi® Bigi[ Fonte: Milatovic e Lugli, 2011 pins a Staccato). Il periodo sol* e Sweet Early® Panatardivo è dominato dalle ro 1*, che anticipano Burvarietà di origine amerilat di 2-4 giorni con frutti cana e canadese, accanto a interessanti varietà europee, tradidi buona pezzatura e, per Panaro 1*, di buona qualità e uniforzonali, introdotte da alcuni anni negli areali di coltivazione mità di maturazione; del Nord Italia e più in generale dell’arco alpino come ad - varietà precoci (da Burlat a New Star). Posistivi riscontri esempio Kordia e Regina (Foto 4) . sono stati ottenuti da Early Star® Panaro 2* (solo su portinne sti nanizzanti) matura 3-4 gg dopo Burlat, Folfer* (+6) per pezzatura elevata e qualità, Vera* e Giorgia (+8) per produttiTratto da: D. Milatovi, S. Lugli (2011). Il miglioramento genetico vità e, la prima, per l’elevata qualità delle drupe, Carmen* del ciliegio in Europa. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, (+10) (Foto 2) per l’elevato calibro, Grace Star* per produttiviVignola (Mo) 8-10 giugno 2011. tà, pezzatura e qualità, unite a una suscettibilità non troppo Le proposte 2011 dal Progetto Mipaaf-Regioni Quaranta varietà on l’entrata in lista delle ungheresi Rici termina con la maturazione dell’autofertile ta* e Alex®Axel*, sono 51 le varietà italiana Early Star® Panaro 2* e di Malizia Falsono considerate complessivamente prese in considerasa, varietà autoctona diffusa solo in Campazione dalle liste 2011 (Fig. 3). Di queste, 40 meritevoli di ampia nia. sono considerate meritevoli di ampia diffusione sul territorio nazionale e comprendono andiffusione e 4 sono VARIETÀ A MATURAZIONE MEDIO-PRECOCE Tra le medio-precoci, Giorgia è la varietà che che 4 varietà idonee per la raccolta meccanica adatte alla raccolta ormai da diversi anni costituisce il riferimento e/o manuale dei frutti privi di peduncolo; le per questo periodo di maturazione, per le restanti 11 sono consigliate per una diffusione meccanica buone caratteristiche agronomiche e pomololimitata. Altre 8 varietà (Aida*, Big Star*, Cargiche e per l’ampia adattabilità pedoclimatica. men*, Index®, Lucrezia, Saylor, Vera*, Vigred) sono state introdotte di recente nelle collezioni delle unità In questo gruppo di maturazione si collocano anche tre varietà operative e, pertanto, occorrerà attendere ancora qualche anno i cui pregi e difetti sono ben noti: le canadesi autofertili Celeprima di una compiuta valutazione, per un loro eventuale ste® Sumpaca* e New Star e la californiana Brooks*. A queste si sono affiancate più di recente due autofertili, l’americana inserimento in lista. Cashmere®e l’italiana Grace Star*, apprezzata per le caratteri VARIETÀ A MATURAZIONE PRECOCE stiche estetiche ed organolettiche dei frutti, e due autosterili Il gruppo delle precoci si arricchisce quest’anno di un nuova americane, Chelan e Tieton®PC 71446*. varietà, l’ungherese Rita* che si affianca alle meno recenti Early VARIETÀ A MATURAZIONE INTERMEDIA Lory*, Early Bigi® Bigi Sol*, Sweet Early®Panaro 1*, tutte caratOltre ad importanti varietà a diffusione solo locale (Del Monte terizzate da una maturazione più anticipata e da standard in Campania, Durone Nero I in Emilia Romagna, Mora della produttivi e/o pomologici migliori di Burlat, anche se mantenPunta e Mora di Verona nel veronese), questo gruppo comgono un’elevata suscettibilità allo spacco. L’elenco delle preco- C [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] n. 38/2011 prende la canadese Van, giudicata positivamente per le buone prestazioni fatte registrare in tutti gli ambienti di studio. Nello stesso periodo maturano diverse costituzioni canadesi, tutte caratterizzate da frutti di bell’aspetto ed elevata pezzatura anche se piuttosto suscettibili al cracking: l’autofertile Sandra Rose e le autosterili Canada Giant® Sumgita*, Cristalina® Sumnue*, Samba® Sumste* e Summit. Ulteriori alternative per il PROGRAMMA DI BREEDING Università di Bologna Terra e Vita 13 periodo in questione sono l’italiana Black Star*, dotata di ottimi frutti molto consistenti e poco suscettibili allo spacco da pioggia, e l’ungherese Margit, idonea per la raccolta senza peduncolo. VARIETÀ A MATURAZIONE MEDIO-TARDIVA Il gruppo delle medio-tardive include due varietà, Ferrovia e I l programma di miglioramento genetico del ciliegio dolce presso il Centro Miglioramento Varietale in Frutticoltura (CMVF) del Dipartimento di Colture Arboree dell’Università di Bologna è iniziato nei primi anni ’80 con l’obiettivo iniziale di adeguare l’assortimento varietale ai nuovi standard qualitativi richiesti dai mercati nazionali ed europei. Tale attività è finalizzata alla creazione di genotipi portatori di rilevanti caratteri agronomici (vigore controllato, autofertilità, precocità di messa a frutto, costanza produttiva, tolleranza al cracking), fenologici (ampliamento del calendario di maturazione) e pomologici (miglioramento e diversificazione della qualità del frutto in termini di pezzatura, consistenza della polpa, colore del- 1 - La varietà Grace Star in cestini. l’epidermide, caratteristiche organolettiche e shelf-life del frutto). Fino ad oggi sono state licenziate sette (extra EU) con titolarità Università di Bologna e CRPV di Cesena. varietà (serie “Star”) che coprono un calendario di circa quattro Tali cultivar sono state diffuse attraverso contratti di moltiplicasettimane di raccolta: Sweet Early® Panaro 1*, Early Star® zione in esclusiva nei principali Paesi produttori a livello monPanaro 2*, Grace Star* (Foto 1), Blaze Star*, Black Star*, LaLa diale. Un nuovo programma di breeding è iniziato nei primi anni Star* e Big Star*. Le varietà della serie “Star” sono tutte protette da privativa comunitaria (EU) o da brevetto nazionale del 2000 con un preciso obiettivo: ottenere sei-sette nuove varietà di elevata qualità con caratteristiche pomologiche e organolettiche molto simili fra loro (Foto 2) e in grado di coprire un calendario di maturazione di 30-40 giorni. Il nuovo Progetto dell’Alma Mater Studiorum, a finanziamento misto pubblicoprivato, è coordinato da CRPV Cesena e cofinanziato da Regione Emilia-Romagna e da New Plant, in rappresentanza delle tre OP Apoconerpo, Apofruit e Orogel Fresco. Le selezioni più interessanti verranno brevettate a livello UE nel corso del 2011. La valutazione agronomica e commerciale potrà ritenersi conclusa intorno al 2016. In parallelo, si sta lavorando per verificare la possibilità di realizzare un consorzio internazionale con il compito di programmare gli impianti da realizzare e di gestire successivamente la commercializzazione a marchio di questa nuova “linea” di ciliegie. I risultati fin qui ottenuti lasciano ben sperare in un esito positivo di questo progetto. 2 - Una selezione AMS-UNIBO Tratto da: S. Lugli, Mi. Grandi, R. Correale. Il nuovo programma di breeding sul ciliegio al DCA - Università di Bologna: primi risultati. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011. 14 [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] Terra e Vita n. 38/2011 FIG.3 - LISTA DI ORIENTAMENTO VARIETALE DEL CILIEGIO DOLCE (2011) Varietà a maturazione precoce Rita* (-7~-10) Early Lory* Van (-4~-2) ® Early Bigi Bigi Sol* Sweet Cristalina® Sumnue* Early ® Panaro (+18~+20) Sandra Rose (-4~-2) 1* Burlat – Burlat c1 (-3~-1) Early Star Panaro 2* (+4~+6) Varietà a maturazione medio-precoce Enrica (+18~+21) (R.S.P.) Varietà a maturazione medio-tardiva Gégé® (+19~+22) Giulietta (+19~+22) Sylvia (+19~+22) Brooks* (+8~+10) Chelan (+9~+10) ® Tieton PC71446* (+9~+10) Giorgia (+10~+13) Celeste® Sumpaca* (+11~+13) Grace Star* (+11~+13) Cashmere® (+18~+20) Techlovan* (+19~+21) (0) ® New Star (+16~+19) (+11~+13) (+12~+14) Varietà a maturazione intermedia Black Star* (+13~+15) Margit (+13~+15) (R.S.P.) ® Samba Sumste* (+13~+15) ® Canada Giant Sumgita* (+14~+17) Summit (+14~+17) Somerset (+20~+22) Ferrovia (+20~+23) Kordia (+20~+23) Germersdorfi Orias 3 (+20~+23) (R.S.P.) Lapins (+21~+24) Linda (+22~+25) (R.S.P.) Varietà a maturazione tardiva Skeena* (+26~+30) Regina (+27~+31) Sweetheart ® Sumtare* (+32~+35) Symphony (+34~+36) Alex ® Axel* (+34~+36) Staccato® 13S2009* (+36~+40) ; - L’epoca di maturazione, indicata fra parentesi, è espressa in giorni rispetto a quella di Burlat. (Burlat si raccoglie in media: dal 5 al 10 giugno nelle aree delle prealpi piemontesi, lombarde e venete; dal 20 al 25 maggio nelle aree della pianura e bassa collina veneta, emiliano romagnola e marchigiana; dal 15 al 20 maggio nelle aree dell’Italia meridionale ed insulare). - In rosso i nomi delle varietà autofertili. - Le varietà i cui frutti sono particolarmente sensibili allo spacco da pioggia sono accompagnati da un ombrello - Le varietà idonee alla raccolta dei frutti senza peduncolo sono indicatecon la sigla R.S.P. Fonte: Godini et al., 2011 Lapins, le cui ottime prestazioni in tutti gli ambienti di prova rendono ardua l’individuazione di valide alternative. Tra queste, la lista ne indica alcune in possesso di interessanti caratteri pomologici: Ferrovia Spur, Gégé®, Kordia, Somerset, Sylvia e Techlovan* e l’autofertile Giulietta. In questo periodo di maturazione ricadono anche tre varietà idonee per la raccolta senza peduncolo: l’autofertile italiana Enrica e le autosterili ungheresi Germersdorfi Orias 3 e Linda. A completamento del quadro relativo al periodo si ricordano quattro varietà la cui diffusione è consigliata solo per limitati areali: Della Recca (Campania), Durone dell’Anella Tardivo e Durone Nero II (Emilia Romagna) e Ravenna Tardiva (Lazio). VARIETÀ A MATURAZIONE TARDIVA Questa parte terminale del calendario di maturazione era do- minata fino a pochi anni fa dalla canadese autofertile Sweetheart® Sumtare*. Le liste 2011 propongono un’ulteriore varietà autofertile, l’ungherese Alex® Axel* che si aggiunge alle autofertili canadesi Skeena*, Staccato®13S2009* e Symphony. In questa epoca, inoltre, maturano la tedesca autosterile Regina, consigliata per la resistenza allo spacco in quegli ambienti dove sono frequenti le piogge nel corso della maturazione, e l’italiana ‘Durone Tardivo di Valstafforà, proposta per il piacentino. Tratto da: A. Godini, M. Palasciano, G. Bassi, A. Liverani, S. Lugli, Mi. Grandi, F. Pennone. Le proposte 2011 per il ciliegio dal Progetto Mipaaf-Regioni. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011. 16 Terra e Vita [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] n. 38/2011 Strategie di conduzione per l’alta qualità Si deve puntare a sistemi intensivi ed L a competitività dei cerasicoltori, in un nio ed azoto e la loro ripartizione nella pianta efficienti nei quali settore che a livello globale è in forte Le recenti acquisizioni scientifiche possono inascesa, impone ’delle pratiche agronodirizzare le scelte dei cerasicoltori (es. Fig. 3) l’albero deve miche, ricorrendo all’impiego di materiale gesia in termini di gestione agronomica (irriganetico valido e ad impianti dal vigore contenuzione, fertilizzazione, potatura, carico produtmantenere una to che al contempo siano altamente produttivi. tivo) sia nell’adozione di nuove varietà, porGli impianti moderni dovrebbero mirare a sitinnesti e tecnologie di coltivazione (es. teli struttura semplice stemi di coltivazione intensivi ed efficienti, nei antipioggia e coltivazione in serra). quali gli alberi devono mantenere una struttuLe conoscenze sulla fisiologia dello svilupra semplice ed uniforme nel tentativo di massimizzare le rese e po del frutto e la diffusione di portinnesti nanizzanti in grado le caratteristiche qualitative dei frutti e di conseguenza i profitdi indurre una pezzatura delle ciliegie paragonabile a quella ti. indotta dai portinnesti vigorosi, aspetti che fino al decennio Tali presupposti rappresentano le linee guida del programscorso sembravano impossibili, hanno contribuito ad increma di ricerca che per 15 anni ha investigato la fisiologia del mentare le rese qualitative delle produzioni e dei profitti per i frutto di ciliegio con l’obiettivo di introdurre innovazioni e cerasicoltori. perfezionare le strategie di gestione del frutteto mirando ad LA PROTEZIONE DEL CERASETO ottenere frutta di alta qualità. Alberi dal vigore più contenuto, maggiormente efficienti e facil CONOSCERE LA FISIOLOGIA DELLA PIANTA mente gestibili, si adattano meglio alla coltivazione protetta (es. Considerando le singole unità produttive all’interno della chiocoperture antipioggia e tunnel) e negli ultimi anni, al fine di ma dell’albero si possono distinguere differenti gruppi di foglie proteggere le produzioni, tale tendenza è in aumento.. Le strute formazioni fruttifere (Fig. 1), tra di loro indipendenti ma che ture di protezione possono essere impiegate non solo per ridurpossono essere collettivamente ottimizzati. Tale intento richiere considerevolmente i danni da pioggia (cracking), grandine ed de l’adeguata conoscenza della fisiologia di sviluppo del frutto, uccelli ma anche per limitare la suscettibilità agli agenti biotici delle ripercussioni degli inter FIG. 1 - UNITÀ FRUTTIFERA SEMPLIFICATA DEL CILIEGIO venti di potatura dalla differenziazione delle gemme alla Da sinistra verso destra: A) ramo di 2 anni con abbondanti dardi fioriferi (mazzetti di maggio) e con numerose foglie inserite sullo stesso nodo; B) ramo di 1 anno con poche formazioni fruttifere basali; C) germoglio dell’anno raccolta, nonché dei processi con foglie inserite singolarmente. legati all’accumulo dell’azoto e del carbonio e della loro ripartizione all’interno dell’albero (Fig. 2). Le conoscenze delle modalità su come questi portinnesti dal vigore limitato (es. Gisela®5), caratterizzati da una precoce entrata in produzione, influenzino questi fattori, sono fondamentali per il successo del loro impiego dal momento che alberi meno vigorosi e più produttivi alterano l’acquisizione di carbo- [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] n. 38/2011 Terra e Vita 17 FIG. 2 - FONTI DI CARBONIO (FOGLIE) E AZOTO (SUOLO ED ORGANI DI RISERVA) FIG. 3 - DIFFERENTI MODELLI DI ARCHITETTURA DELLA CHIOMA DI CILIEGIO in funzione dell’epoca e dello sviluppo, necessari per la crescita e la fruttificazione dell’albero di ciliegi finalizzate alla coltivazione ad alta densità. Le diverse soluzioni condividono una struttura permanente ridotta (linea continua), la rapida formazione di numerose unità fruttifere (linea tratteggiata ), ed il rinnovo annuale di una porzione dell’unità fruttifera. dannosi (insetti e malattie). Inoltre forniscono una maggiore protezione dalle gelate primaverili e consentono sia un anticipo dell’epoca di maturazione dei frutti sia di estendere il calenda rio di raccolta, con positive ripercussioni commerciali. Tratto da: G. Lang. Produzione di ciliegie di alta qualità: nuove tecnologie, germoplasma e fisiologia verso strategie innovative di conduzione del ceraseto. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo), 8-10 giugno 2011. Portinnesti ed impianto A livello mondiale la produzione di ciliegie è in aumento e tra le ragioni di questo andamento si rileva che la coltivazione del ciliegio dolce sta divenendo interessante tra i frutticoltori specializzati in conseguenza del miglioramento della tecnica agronomica come ad es. l’introduzione dei teli antipioggia, la diffusione di nuove forme di allevamento, nonché l’introduzione di nuove cultivar e di portinnesti nanizzanti o semi-nanizzanti altamente produttivi. Tradizionalmente per il ciliegio vengono impiegati portinnesti vigorosi e solo recentemente dalla metà degli anni '90 nuove selezioni di portinnesti nanizzanti e semi nanizzanti vengono adottati nei ceraseti tedeschi (Fig. 1). Alcune delle ragioni che giustificano l’adozione dei nuovi portinnesti sono legate all’impatto positivo sul vigore della pianta (effetto nanizzante e semi-naniz- zante), alla ramificazione dell’albero, all’ancoraggio, alla propagazione, alla produttività, alla qualidelle principali tà della frutta, alla tolleranza alla siccità e alle gelate invernali e al contenuto di calcare nel suolo. novità introdotte In funzione del sito di coltivazione tali parametri possono variare ed inoltre le richieste dei nella tecnica cereasicoltori si differenziano in funzione dell’ambiente di coltivazione. Per tali ragioni la speagronomica quali rimentazione nelle condizioni locali di coltivafattori di successo zione assumono un’importanza fondamentale. La vigoria indotta rappre FIG. 1 - VIGORIA, PRODUTTIVITÀ ED senta il parametro utilizzato per EFFICIENZA DI ALCUNI NUOVI PORTINNESTI classificare i portinnesti del ciliegio. Al portinnesto vigoroso [kg/cm²] TCSA [cm²] Mazzard (Prunus avium) viene Growth and Cropping 1999-2010 350 0,9 attribuito un valore pari a 100. TCSA (cm²) 2010 300 kg per cm² 00-10 Tuttavia per le ragioni sopra cikg per tree 00-10 250 tate il parametro di vigoria non 0,6 200 è sempre il medesimo. 150 100 0,3 COS’È UN NUOVO PORTINNESTO 0 La definizione di un “nuovo” portinnesto deve essere collocata in un contesto più ampio 50 0 PH L M CA ax o m lt a1 Gi W 1 4 49 0 P 7/8 Gi iKu 10 1 P 7/1 Gi HL s B G ela Gi i 19 7 1 5 Gi 48/ /1 31 13 8 W /17 Gi 15 Gi sel 8 52 a 6 Gi 3/0 1 2 G 54 Gi isel /7 19 a 4 Gi 5/2 2 0 Gi 09/ se 1 la Ta 5 Da bel m W il 53 PORTINNESTI VIGOROSI O NANIZZANTI? Una panoramica 18 Terra e Vita [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] n. 38/2011 1 - Fusetti di ciliegio a media (a sn) ed alta densità (a destra) in Germania. analogamente a quanto avviene per le varietà. Per la valutazione di un portinnesto lo sperimentatore necessita di un periodo pari a tre volte quello necessario per valutare le varietà e l’introduzione a livello commerciale risulta essere ancora più lunga. Negli ultimi dodici anni il portinnesto Gisela 5® è divenuto il portinnesto più impiegato e più venduto nei vivai (90%). In Germania di conseguenza non viene più considerato un nuovo portinnesto. Tuttavia, sono tuttora in corso numerosi programmi di miglioramento genetico (es. Giessen) che, sebbene intrapresi negli anni '70 e '80 del secolo scorso, appaiono ancora sconosciuti per molti addetti al settore. L’elevato volume di materiale vegetale in valutazione, le strategie commerciali e le esperienze ancora in corso con il portinnesto Gisela 5® inducono alla ricerca di nuovi genotipi le cui proprietà differiscono leggermente da Gisela 5®. Un comportamento analogo è stato osservato nel caso del melo per il portinnesto M9 circa mezzo secolo fa. Bisogna riportare che Gisela 5® induce un vigore troppo debole nei suoli leggeri, in particolare quando non irrigati, ma è spesso troppo vigoroso nei suoli pesanti, particolarmente quando è allevato al di sotto dei teli antipioggia. ra’ (P. cerasifera). In Polonia: P. mahaleb, Gisela 6®, intermedio ‘Frutana’ (P. fruticosa) (Kurlus, 2010). In U.S.A: P. mahaleb, Gisela 6®, Gisela 12® SCELTA DEI SISTEMI DI IMPIANTO I sistemi di impianto altamente produttivi, intesi come la combinazione tra la forma di allevamento, da cui dipenderà la densità d’impianto e la disposizione degli alberi, presuppongono l’impiego di portinnesti nanizzanti e che influenzino una precoce entrata in produzione. Solamente con il ricorso a portinnesti nanizzanti come ad esempio Gisela 5® o Gisela 6® la produttività cumulata all’undicesimo anno può essere raddoppiata o triplicata rispetto ai portinnesti tradizionali P. mahaleb o Mazzard (Robinson, 2010). Ciò è dovuto principalmente al fatto che la fase improduttiva può essere decisamente ridotta mediante la messa a dimora di PORTINNESTO E AMBIENTE PEDOCLIMATICO impianti ad alta densità con combinazioni cultivar/portinnesto Un nuovo confronto sperimentale tra portinnesti è previsto in più precoci. Mentre nel passato si impiegavano dagli 8 ai 10 anni ambienti differenti in Germania e prenderà in considerazione per raggiungere rese di 8-12 tonnellate per ha oggigiorno tali rese nuove selezioni ottenute dai programmi condotti a Giessen così si ottengono al 3-4 anno. come nuovi soggetti ottenuti In impianti ad alta densità FIG. 2 - DISTANZA SULLA FILA E ALTEZZA da programmi di miglioramenvengono impiegati tra 800 e DEGLI ALBERI to ottenuti dall’Università di 5000 piante/ha, sebbene la Monaco Weihenstephan. Nella maggior parte dei frutteti preprova verrà valutata l’adattabisentino una densità compresa lità dei portinnesti sia in imtra 800 e 1200 piante/ha. Negli ratio tree pianti ex novo sia in caso di impianti fitti la forma di alleva1:1 height reimpianto. I programmi di mimento principalmente adottata 4m glioramento condotti in diffeè quella del central leader (foto 1 maximum diameter of a side shoot half of the trunk renti aree potranno fornire rie fig. 2) e delle sue varianti (asse sultati interessanti in funzione centrale, slender spindle, solen, tree distance 4 m della diversa adattabilità pedoecc.) mentre per il futuro bisoclimatica. gnerà considerare una serie di Ad esempio: In Ungheria: P. fattori variabili secondo le conmahaleb ‘Cenany’, P. avium dizioni seguenti. ‘C2494’ ecc. In Spagna: Nuovi tree ratio height 1:2 SISTEMI IN PIENO CAMPO individui provenienti preva4m L’allargamento della Comunità lentemente da programmi di maximum diameter of a side shoot a quarter of the trunk Europea ai Paesi dell’Est ha debreeding francesi partendo da terminato un incremento della P. mahaleb o Mazzard, P. mariantree distance 2 m disponibilità di manodopera in na ‘2624’ con intermedio ‘Ada- 20 Terra e Vita [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] n. 38/2011 2 - Diverso habitus vegetativo di nuove varietà di ciliegio. agricoltura nell’intera Comunità. Inoltre, la tecnica industriale si è no, KGB, Mur Fruitier, Drapeau Marchand, UFO, Tatura trellis, evoluta negli ultimi anni. Contemporaneamente esistono alcune chioma appiatita, candelabro. preoccupazioni inerenti la stagnazione di mercato e la caduta dei SISTEMI IN CONDIZIONI CONTROLLATE (TUNNEL) prezzi (in virtù di un incremento della superficie coltivata di In ambienti caldi caratterizzati da epoche di raccolta precoci la cui ciliegio dolce) e i costi di post raccolta stanno divenendo sempre produzione è destinata all’esportazione o alle grandi metropoli o più elevati es. catena del freddo, trasporto, imballaggio, mechanicomunque a una clientela di nicchia, è ipotizzabile un incremento cal grading, ecc. della superficie investita a ciliegio ed allevata sotto copertura Al fine di rendere economicamente vantaggiosa la coltivazione plastica o in vetro (foto 3). del ciliegio dolce i costi di produzione devono ulteriormente riTali strutture sono normalmente non riscaldate ed è stato osserdurre. Attualmente vengono stimate tra 60 e 80 ore/ha per la vato un anticipo di maturazione dei frutti compreso tra 10 e 18 potatura e circa 800 ore/ha per la raccolta manuale. giorni. In Europa la forma di allevamento più comunemente adottaIl diradamento sta assumendo sempre più importanza se si ta è l’asse centrale per alberi disposti su fila singola o multipla (fila utilizzano portinnesti nanizzanti e tradizionalmente viene effetda due a cinque file). A causa dell’elevato costo delle serre sono state tuato manualmente. avviate sperimentazioni negli Stati Uniti con l’obiettivo di verificare Un nuovo sistema d’impianto dovrebbe considerare le seguened ottimizzare la coltivazione all’interno di tunnel molto alti. ti caratteristiche: la messa a dimora di un nuovo impianto dovrebDopo circa un ventennio trascorso nel tentativo di ottimizzare be pareggiare i costi in un breve periodo (innovazione dei teli le differenti forme di allevaantipioggia, densità d’impianmento (es. central leader) e a seleto, atrezzature in comune); la zionare nuovi portinnesti nameccanizzazione dell’impiannizzanti e precoci, in futuro, in to, anche parziale, dovrebbe esvirtù della crescente pressione sere adottata (diradamento economica e dell’innovazione meccanico dei fiori, potatura e tecnologica, probabilmente si raccolta); migliore utilizzazione assisterà ad una nuova diversidell’habitus vegetativo tipico di ficazione dei sistemi d’impianogni varietà (Foto 2), ad es. La to. pins ha un comportamento opposto a Kordia; per la raccolta Tratto da: M. Balmer. Innovazioni manuale l’altezza massima delnei portinnesti e nei sistemi di iml’albero non dovrebbe superare pianto del ciliegio. Abstract Coni 3 metri. vegno nazionale del ciliegio, ViEsempi di differenti forme gnola (Mo), 8-10 giugno 2011. di allevamento: vasetto catala- 3 - Impianti di ciliegio ad alta densità coltivati in serra. 7%0:-:-:%-ZME&SPSKRE*IVVEVE-XEP]XIPJE\ MRJS$WEPZMZMZEMMX[[[WEPZMZMZEMMX 22 [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] Terra e Vita n. 38/2011 I portinnesti per i nuovi impianti in Italia I profili tecnici e le iene riportata una sintesi dei risultati e promettenti pubblicate nel 1995, 1999, 2002 e delle prove di valutazione collegiale rea2010. Gli stessi risultati sono stati poi utilizzati caratteristiche lizzate dal gruppo di lavoro sui portinper la compilazione della Monografia dei Pornesti del ciliegio del Progetto Finalizzato Mitinnesti dei Fruttiferi, realizzata dal Mipaaf nel di sette nuovi paaf “Liste di Orientamento Varietale dei Frutti2009, e per la sintesi presentata al Convegno feri”. Dai dati rilevati nei 15 anni di prove sono Internazionale sui Portinnesti degli Alberi da portinnesti emersi risultati che, integrati con le indicazioni Frutto, tenutosi a Pisa nel giugno 2009. raccolte da altre sperimentazioni interregionali I NUOVI PORTINNESTI CONSIGLIATI e locali altamente significative (Gruppo Frutticoltura Comunità Grazie alle positive risposte ottenute dalle prove di valutazione Alpe Adria, International Cherry Rootstocks Trials e, più recenteinterzonale, si segnalano sette nuovi soggetti che, insieme ai già mente, Alta densità di piantagione), hanno consentito la periodicollaudati Colt, Franco, Magaleppo, CAB 6P e MaxMa 14, inteca compilazione delle liste dei portinnesti consigliati, sconsigliati V SENZA SCALA Altissima densità N egli ultimi decenni, il settore frutticolo in particolare per le specie di pomacee, melo e pero, ha vissuto radicali trasformazioni nella tecnica di coltivazione grazie a importanti innovazioni. Anche per il ciliegio, grazie all’utilizzo di portinnesti nanizzanti, è stato possibile realizzare frutteti più intensivi e specializzati. Le nuove forme d’allevamento associate ad una potatura corta e l’ottenimento di nuove varietà più performanti dal punto di vista produttivo hanno permesso di valorizzare maggiormente questa coltura. Un impulso alla coltivazione è dato dai nuovi portinnesti seminanizzanti o nanizzanti della serie tedesca Gisela® in grado di ridurre la vigoria e di indurre una precoce messa a frutto. L’impiego di questi portinnesti nanizzanti permette di aumentare la densità d’impianto, indirizzando questa specie verso una coltura sempre più specializzata ed intensiva. CARATTERISTICHE DELLA PROVA L’impianto è stato realizzato all’inizio del 2007 in un’azienda a Runco, in provincia di Ferrara. Nella prova sperimentale sono stati impiegati astoni delle cultivar Sweet Early, Black Star, Grace Star, Sylvia, Early Star, Regina, Kordia, Giorgia, Early Bigi, Ferrovia e Summit. I portinnesti utilizzati sono il Gisela®5 con le cultivar Sweet Early, Black Star, Grace 1 - Le tre forme di allevamento della prova. 2 - Ferrovia e Kordia allevate ad asse colonnare. Star, Sylvia, Early Star, Regina, Kordia, Early Bigi, Ferrovia, Summit ed il Gisela®6 con le cultivar Grace Star, Giorgia e Sweet Early. La distanza d’impianto per il portinnesto Gisela®5 è di 3,5 m tra le file mentre sulla fila è di 1 m per le piante allevate a fusetto e di 0,50 m per quelle allevate a V e ad asse centrale (foto 1) . Per il portinnesto Gisela®6 la distanza d’impianto è di 3,5 m tra le file mentre sulla fila è di 0,80 m per il sistema a V e per l’asse centrale, mentre per il fusetto e 1,5 m. PRIMI RISULTATI SPERIMENTALI Lo sviluppo vegetativo (area del tronco) confermano l’effetto di controllo della vigoria dell’albero legato alla densità di piantagione, con differenze significative a carico del Gisela®5. L’asse verticale ha controllato in misura maggiore l’accrescimento del tronco che è risultato pari a 17,0 cm2. Tale parametro nel sistema a V è risultato statisticamente differente e pari a 18,6 cm2. I valori più elevati sono stati osservati per il fusetto che con 23,2 cm2 è risultato il più vigoroso. La produzione per albero nel confronto tra forme d’allevamento è risultata più elevata nel sistema a V con 1,88 kg/alb. totali nel triennio 2008-2010 per il Gisela®5 con una produzione calcolata ad ettaro di 10,73 t/ha (media di tutte le cultivar). Per il Gisela®6 l’andamento è stato differente con il fusetto che ha evidenziato una maggiore capacità produttiva per albero con 4,80 kg/alb, ma una produzione calcolata ad ettaro inferiore (9,14 t/ha) rispetto al sistema a V (15,84 t/ha) a causa del [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] n. 38/2011 FIG.1 - VIGORIA INDOTTA DAI PORTINNESTI DEL CILIEGIO CONSIGLIATI Terra e Vita 23 grano la lista dei portinnesti “consigliati” per il ciliegio (Fig. 1). I brevi profili seguenti sono riportati in ordine decrescente di vigoria indotta da tali soggetti. MaxMa 60 Delbard® Broksec*: soggetto di buona vigoria e di facile adattabilità anche a condizioni pedoclimatiche difficili (suoli compatti, siccitosi, calcarei, grossolani) dove può rappresentare una valida alternativa al Magaleppo. La vigoria indotta è elevata. Idoneo per basse densità di piantagione. Weiroot 10: di elevata vigoria (10-20% meno del franco), è un portainnesto adatto a molteplici condizioni di suolo difficile e limitate disponibilità di acqua e nutrienti, pur avvantaggiandosi dell’irrigazione. La messa a frutto può essere anticipata con una attenta gestione della potatura. Ottima qualità e pezzatura dei frutti. Si adatta a sesti di impianto medi o medio-alti (fino a 800 piante/ha). Presenta attività pollonifera. Weiroot 13: abbastanza simile al precedente per adattabilità a 120 100 80 60 40 20 M ax M a 60 Co Fr lt an W co ei .1 0 SL W 64 M ei. ax 13 M a Ca 14 b 6 PH P LPi A ku Gi 1 se W la 6 ei . Gi 158 se la 5 0 3 a ,6 ,4 V a 2, 1 ASSE ab 0, 9 FUSETTO b 10 ,9 V A 10 , 0 ASSE A 5, 3 FUSETTO b 2, 3 V ASSE 0,8 FUSETTO 0,2 V ASSE 6, 2 FUSETTO b 6, 1 V 4, 4 ASSE 3, FUSETTO 1 7,6 V 4, 3 ASSE 3, 7 FUSETTO 6, 3 V A 2, 1B ASSE 1,3 FUSETTO B 6, 3 V ab 7,8 ASSE a 3, 5 FUSETTO b 1,4 V 0, A 8 AB ASSE 0, 2 FUSETTO B 2, 3 V a 2, 0 ASSE a 0, 7 FUSETTO b 14 18 ,4 a FIG. 2 - GISELA®5: PRODUZIONE AD ETTARO NEL TRIENNIO 2008-2010 minore numero di alberi. Nelle combinazioni con Gise30 la®5, Ferrovia (foto 2, a sx) si è conProduzione 10 t/ha fermata la migliore con 28,5 t/ha nel Produzione 9 t/ha triennio (2008-2010) nel sistema a Produzione 8 t/ha V. Paragonabile è stato anche il risul25 tato dell’asse verticale che ha raggiunto 27,8 t/ha. Decisamente inferiore è stato il risultato del fusetto con 13,0 t/ha. 20 Altre cultivar che hanno raggiunto livelli produttivi interessanti sono state Early Bigi, Kordia (Fig.. 2, a dx) 15 Regina, Sylvia e Grace Star. Specialmente Early Bigi si è dimostrata interessante per il periodo precoce raggiungendo nei tre anni una produ10 6,87 zione cumulata di 15,2 t/ha nel sistema a V. (Fig. 2) 5,41 Decisamente negativi sono stati i risultati delle cultivar Sweet Early, 5 2,34 2,04 Early Star, Black Star e Summit. 5,43 1,52 ® 6,3 2,392,38 1,38 2,02 3,742,88 Nelle combinazioni con Gisela 6 2,172,49 2,39 4,7 1,71 4,083,52 i migliori risultati produttivi sono sta1,11 2,5 1,52 1,212,312,640,91 1,96 1,941,861,19 1,061,21 1,381,041,14 1,35 0,720,980,71 0,94 0,721,351,090,470,270,490,55 0,51 ti raggiunti da Giorgia con 24,3 t/ha 0,21 0 0 0,170,220,16 0,0 0,0 0,0 nel sistema a V. Interessante anche Grace Star a V che ha raggiunto 9,47 t/ha cumulate nei tre anni. BLACK EARLY EARLY STAR GRACE KORDIA REGINA SILVIA SUMMIT SWEET DETERMINANTE STAR BIGI FERROVIA STAR EARLY LA SCELTA VARIETALE È quindi possibile concludere che, tra le forme, il sistema V si è dimostrato molto produttivo comunque con questa tipologia produttiva che richiede elevati investimenti iniziali e quindi differenze minime rispetto all’asse verticale. Il fusetto, a causa del minore necessità di un rapido ammortamento dei costi. numero di alberi per ettaro, mostra in alcuni casi grosse differenze rispetto alle Tratto da: S. Musacchi, V. Ancarani, F. Gagliardi, F. Pattuelli, D. Bucci, S. Serra. altre forme d’allevamento. Anche per le cultivar in prova sono state osservate Nuovi sistemi d’allevamento per il ciliegio ad altissima densità. Dipartimento grosse differenze a livello di capacità produttiva nei sistemi ad altissima densità. Colture Arboree, Università di Bologna. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, La scelta della cultivar quindi è il fattore più importante per il successo di Vignola (Mo), 8-10 giugno 2011. 24 [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] Terra e Vita IL DIRADAMENTO Migliora la qualità I l diradamento manuale, negli impianti intensivi di ciliegio sotto copertura in Trentino Alto Adige, è una pratica agronomica abbastanza diffusa per incrementare la pezzatura dei frutti. Le prove sono state condotte al fine di valutare in che misura l’intervento manuale (Fig. 1) abbia effetto sulla pezzatura dei frutti e se possa migliorare la qualità interna delle ciliegie. COME SI È OPERATO Le esperienze sono state condotte nella stagione 2010 sulla varietà Kordia innestata su portinnesto Gisela 5 sotto copertura antipioggia e realizzate in 2 diverse località del Trentino Alto Adige. Località 1 (Trentino) in un impianto in piena produzione con sesto di 4,5 m x 2,5 m, in località Susà di Pergine (750 m s.l.m.) su 4 piante è stato eseguito un diradamento manuale nel periodo post-cascola fisiologica eliminando circa la metà dei frutti presenti, mentre su altre 4 piante non è stato eseguito alcun intervento lasciando tutti i frutti presenti (testimone). Località 2 (Alto Adige): l’impianto si trova in Val Martello a 1.300 m s.l.m ed è stato realizzato nel 2003. La cv ‘Kordià è innestata su Gisela 5 con un sesto d’impianto di 4,0 m x 2,25 m. Per la prova sono state utilizzate in totale 6 piante di taglia e carica produttiva omogenea. Tre piante sono state diradate manualmente in corrispondenza del periodo post-cascola, su tre piante non è stato eseguito nessun diradamento dei frutticini. FORTI INCREMENTI IN PEZZATURA E QUALITÀ I risultati hanno evidenziato l’effetto del diradamento su diversi parametri in entrambe le località (Fig. 2). Località 1: la crescita dei frutti si è differenziata già dal primo campionamento al 23/6 (diametro mm 24,1 vs 22,3), e successivi al 7/7 (mm 27,5 vs 25,0)e al 13/7 (mm 28,1 vs 25,8) a favore della tesi diradata. Il peso medio dei fru ti è risultato significativamente maggiore nella tesi diradata rispetto al testimone con un incremento medio di peso di 1,7 grammi, mentre la produzione media per pianta non TAB. 1 - CLASSI DI PEZZATURA DI CILIEGIE DIRADATE NELLE DUE LOCALITÀ DELLA PROVA LOCALITÀ 1 PEZZATURE DIRADATO (KG) TEST n. 38/2011 P PEZZATURE DIRADATO TEST (%) P <22 0.444a 2.539 b 0,005 <22 1.3 a 6,4 b 0,001 22-24 1.808 a 8.551 b 0,000 22-24 5.5 a 22,1 b 0,000 24-26 6.395 a 14.008 b 0,001 24-26 21.0 a 36,7 b 0,024 26-28 16.121 a 11.955 a 0,175 26-28 50.6 a 30,3 b 0,000 >28 7.237 a >28 21.5 a 4,5 b 0,028 1.856 a 0,091 NB: Le lettere vanno confrontate in orizzontale alla stessa pezzatura terreni e condizioni difficili e per vigoria e produttività indotte. Migliora l’efficienza produttiva e la qualità dei frutti. Il comportamento bioagronomico è piuttosto costante nelle diverse condizioni di coltivazione. Fig.1 - Fase di esecuzione del diradamento manuale. si è differenziata in maniera significativa. L’indice di produttività per pianta (0,494 vs 0,326 kg/cm2), e l’indice di produttività per branca (58 vs 34 fr/cm2) dopo l’esecuzione del diradamento manuale sono risultati significativamente più bassi sulla tesi diradata. L’intervento manuale di diradamento ha avuto un effetto positivo sulla distribuzione delle pezzature espresse percentualmente sia in Trentino che in Alto Adige. In termini assoluti (kg/pianta nelle diverse pezzature) nei calibri maggiori (26-28 e > 28) le differenze non sono significative probabilmente per la variabilità nella produzione delle piante. L’effetto del diradamento sulle caratteristiche qualitative dei frutti si è evidenziato su alcuni parametri quali durezza, compattezza, e alcuni indici legati al colore, misurato con il colorimetro Minolta. La durezza, misurata con un penetrometro ha evidenziato una differenza significativa a favore delle piante diradate, sia alla raccolta (kg/cm2 0,319 vs 0,297) che dopo 15 giorni di conservazione (kg/cm2 0,334 vs 0,298) in cella frigo. È stato inoltre misurato con lo strumento apposito (Texture Analyzer), la struttura dei frutti e sono emerse differenze altamente significative sia per la duE NON DIRADATE rezza che per la compressione a favore del diradato sia alla raccolta LOCALITÀ 2 che in conservazione. Per i valori di PEZZATURE DIRADATO TEST °Brix, acidità, pH, e indice di matu(%) razione (zuccheri/acido malico) non sono emerse differenze statistica<24 0,05 20,4 mente significative, (probabilmente 24-26 6,05 32,3 per il ridotto numero di dati disponibili, e per una maggiore variabilità >26 93 47,3 nei dati relativi al testimone), ma si ritiene che ci sia un certo effetto del diradamento anche a migliorare la Ceravium® PHL A: a portamento semi-nanizzante (60-70% del franco), richiede terreni di buona fertilità e irrigui, pur adattandosi anche a condizioni leggermente clorosanti e asfittiche. Buona l’affinità d’innesto. Entra rapidamente in produzione, che [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] n. 38/2011 FIG.2 - PRODUZIONE PER PIANTA DISTRIBUZIONE IN PESO (KG) PER CALIBRO 18 16 14 12,0 10 8,6 8 7,2 6,4 6 4 2 0 2,5 1,8 1,9 0,4 < 22 a b CONSIGLIATI PROMETTENTI SCONSIGLIATI Vigorosi 14,0 12 25 ELENCO DEI PORTINNESTI CONSIGLIATI, PROMETTENTI E SCONSIGLIATI PER IL CILIEGIO IN ITALIA 16,1 diradato 32 kg TEST 38,9 kg Terra e Vita Colt Franco Magaleppo MaxMa 60 Delbard® Broksec* SL 64 Weiroot 10 Weiroot 13 Adara Avima® Argot Pontaleb® Ferci* Mazzard F 12/1 MaxMa Delbard® 97 Brokgrowe* Gisela® 7 Gisela® 12 Victor Camil® GM 79 Gisela® 3 PHL C Weiroot 158 Damil® GM 61/1 Gisela® 1 Gisela® 4 Inmil® GM9 Tabel® Edabriz Weiroot 72 Semi-nanizzanti 22-24 a b 24-26 a b 26-28 > 28 qualità interna delle drupe, in termini soprattutto di contenuto zuccherino (dato medio 18,2 vs 15,6 °brix alla raccolta). Sui frutti sono stati misurati sia alla raccolta che dopo la conservazione, i dati colorimetrici che hanno evidenziato alcune differenze imputabili alla diversa carica delle piante al momento della raccolta. Località 2: con il diradamento sono stati eliminati in media il 29,7% dei frutti. L’effetto del diradamento è stato confermato dal calibro delle ciliegie (testimone 20,4% di frutti con calibro inferiore ai 24 mm vs 0,5% della tesi diradata; frutti con calibro superiore a 26 mm 93% nella tesi trattata vs 47,3% del testimone). La produzione in kg per pianta è stata in media maggiore nel testimone ( 36,7 vs 25,9 kg) rispetto alla tesi trattata ma se si considera la produzione di frutti di 1° scelta (calibro superiore a 26 mm), si evidenzia che l’operazione di diradamento ha permesso di incrementare notevolmente la pezzatura media delle ciliegie (piante trattate 24,1 kg vs 17,3 kg del testimone). Il miglior rapporto foglie/frutti della tesi diradata manualmente ha inoltre incrementato il contenuto di zuccheri nei frutti (17,2 vs 15,9 °brix). AUMENTANO LE RESE E LA PLV In conclusione la pratica del diradamento manuale sembra sicuramente influire positivamente sulla pezzatura dei frutti. In generale le piante non diradate possono raggiungere una produzione superiore alle piante diradate, ma l’incremento della percentuale di frutti di prima scelta permette di incrementare il valore della produzione per pianta e allo stesso tempo la resa alla raccolta (kg per ora). Per quanto riguarda la qualità dei frutti sicuramente durezza e compattezza sono migliorate applicando il diradamento dei frutti, ed anche altri aspetti come acidità e zuccheri sembrano risentire positivamente della regolazione di carica, caratteristiche qualitative molto apprezzate dal consumatore. Tratto da: T. Pantezzi, S. Franchini, M. Brentegani, M. Zago, L. Fadanelli, P. Zucchi, G. Fazio, D. Porro. Esperienze di diradamento manuale su ciliegio in Trentino Alto Adige. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo), 8-10 giugno 2011. risulta elevata, e con buona qualità dei frutti. Adatto per impianti fino a densità elevate (1000 piante/ha). Piku 1 (clone 4,20*): la vigoria è circa la metà di quella del franco ma risulta sensibilmente influenzata dalle condizioni pe- CAB 6P Ceravium® PHL A MaxMa Delbard® 14 Brokforest* Piku 1 (clone 4,20*) Nanizzanti Gisela® 5* Gisela® 6 doclimatiche. Adattabile a diversi tipi di suolo purché irrigui. Poco sensibile a malattie dell’apparato radicale. Rapida entrata in produzione con buona qualità dei frutti e produttività, se adeguatamente supportate da interventi accurati di potatura. Idoneo per impianti specializzati ad elevata densità (fino a 1250 piante/ha). Gisela® 6: simile al precedente per quanto riguarda il controllo della vigoria anche se appare leggermente meno nanizzante. Rispetto al Gisela® 5 offre però una migliore adattabilità a diverse condizioni pedologiche e appare più adatto a cultivar autofertili. Entrambi necessitano comunque di una tecnica colturale molto attenta ed estrema cura negli interventi di potatura. Gisela® 5*: riduce sensibilmente la vigoria della pianta (2040% del franco) e stimola una precoce entrata in produzione. È idoneo solo per terreni fertili, irrigui e vergini. Tende ad eccessi di produzione che possono penalizzare la qualità dei frutti e la vitalità delle piante. Adatto per impianti ad elevata o elevatissima densità (oltre 1000 piante/ha) e per varietà autoincompatibili. LA LISTA COMPLETA DEI PORTINNESTI PER IL CILIEGIO Tra gli altri portinnesti valutati, alcuni (cfr. lista “promettenti”) non hanno ancora fornito risultati paragonabili ai migliori cloni sopra elencati o ai soggetti più tradizionali (cfr. lista “consigliati”) oppure hanno mostrato gravi difetti (cfr. lista “sconsigliati”), anche in ordine alla compatibilità d’innesto con le diverse culti var. Tratto da: R. Massai, S. Lugli, G. Bassi. Le liste di orientamento Mipaaf-Regioni per i portinnesti del ciliegio. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo), 8-10 giugno 2011. NETAFIM E L’IRRIGAZIONE DEL CIL UN CONNUBIO DI SUCCESSO ALL’INSSEG CILIEGIE SU CERASETI IRRIGUI Nel panorama italiano la coltivazione del ciliegio sta rivestendo sempre più importanza e i recenti eventi, di respiro internazionale, evidenziano come l’attenzione rivolta a questa coltura sia molto forte. Da diversi anni NETAFIM applica in Italia le proprie tecniche microirrigue sul ciliegio con risultati molto interessanti in termini di produzione, risparmio idrico ed energetico, facilità gestionale e razionalizzazione colturale. Le tecniche utilizzate sono essenzialmente due: irrigazione per microaspersione e irrigazione a goccia. Molte delle aziende leader nella produzione delle varietà di maggior pregio sono ad oggi irrigate con sistemi NETAFIM. A questi sistemi di distribuzione dell’acqua si abbinano, sinergicamente, le più moderne ed innovative tecniche di automazione che, attraverso i prodotti NETAFIM, permettono di gestire (oltre all’irrigazione e alla fertirrigazione) anche la variabile climatica delle gelate primaverili, con applicazioni d’irrigazione antibrina sotto chioma, controllate da opportuna sensoristica e sistemi previsionali. Nel caso della microaspersione sono stati introdotti, in particolar modo nell’areale di Vignola nel modenese, degli impianti cosiddetti a “duplice attitudine” capaci cioè, attraverso opportuni dimensionamenti, di operare come irrigazione e come protezione antibrina. Attraverso la fertirrigazione si ottiene inoltre la gestione integrale o parziale della nutrizione minerale del ciliegio. Tra i due metodi sopra citati, ad oggi la microaspersione, a causa della distribuzione idrica frazionata in turni settimanali, si colloca come la tecnica più utilizzata. La microirrigazione a goccia viene applicata in aree più calde come la Puglia, che oggi è la regione con la maggiore superficie investita a ciliegio. Si tratta di impianti semplici con una sola ala gocciolante che si sviluppa sulla fila fissata su filo o poggiata sul terreno. La tecnica è molto simile a quella applicata sui fruttiferi a spalliera, sui vigneti e sugli oliveti e si giova dei pregi tecnologici dei gocciolatori NETAFIM quali la capacità di erogare la medesima portata al variare della Da diver pressione tra 0,5 e 4 bar, NETAFIM o v v e r o l’autocompensazione. Grazie in Italia le a questo pregio, presente tecnic nei prodotti Uniram e microirrig DripNet, possiamo applicare ciliegio la tecnica a goccia rispettando l’uniformità di risultati distribuzione anche su pendii interes e colline dove spesso il ciliegio trova le proprie aree di elezione. Inoltre, apparati radicali contenuti, sviluppati dai porta innesti nanizzanti, si giovano grandemente di questa tecnica e della fertirrigazione localizzata che supporta, fin dalle prime fasi di messa a dimora, lo sviluppo del ciliegio. Un altro aspetto che evidenzia l’importanza dell’irrigazione è l’intensificazione colturale che prevede impianti con altissima densità dove, con l’incremento della competizione radicale per le risorse, si rende indispensabile il supporto fornito dai sistemi microirrigui. GIOVANE CERASETO IN FASE DI ALLESTIMENTO LIEGIO: INSEGNA DELLA VERSATILITÀ L’irrigazione permette anche la corretta espressione dei caratteri varietali e permette di valutare l’applicabilità di varietà collinari in aree a minore altitudine operando su scelte legate alla precocità o alla tardività di epoca di maturazione. Gli obiettivi di una corretta gestione idrica in sono: • l’ottimizzazione degli apporti idrici, per limitare le perdite e conservare la maggiore quantità d’acqua possibile nei periodi di massima esigenza idrica • riduzione degli apporti idrici superficiali, con una razionalizzazione dei tempi e dei modi e del sistema in funzione dell’areale (pianificazione irrigua) versi anni IM applica a le proprie cniche irrigue sul egio con tati molto ressanti Gli apporti idrici sono orientati alla prevenzione degli stress idrici nei tessuti della pianta e a favorire un corretto metabolismo. L’apporto d’acqua va effettuato durante le fasi di maggiore moltiplicazione cellulare, in quanto prolungati periodi di stress riducono la fotosintesi e l’accumulo di riserve. L’irrigazione diventa utile soprattutto nei momenti in cui la coltura è più sensibile alle carenze idriche: in prossimità della fioritura dove uno stress idrico provoca anomalie nella formazione del fiore; dopo la fioritura, poiché un eccesso di disponibilità idrica favorisce un eccessivo sviluppo dei germogli ed una forte attività vegetativa della pianta; in prossimità della raccolta, dove la troppa acqua concorre decisamente alla spaccatura dei frutti. I volumi irrigui da somministrare non superano i 1000-1500 m3/anno/Ha, al fine di non esaltare troppo la funzione vegetativa della pianta a scapito di quella produttiva e quindi influendo negativamente sulla qualità dei frutti. Dai dati emersi dalle relazioni del Convegno Nazionale del Ciliegio di Vignola il ciliegio del prossimo futuro sarà sicuramente con sesti più intensi (maggiore competizione per acqua e nutrienti), su portainnesto nanizzante (apparati radicali concentrati), con varietà scelte in funzione di precise caratteristiche organolettiche e commerciali, certificato e geneticamente migliorato e gestito in irriguo con microirrigazione (microaspersione o goccia) e fertirrigazione al fine di entrare presto e bene in produzione permettendo la piena espressione varietale. NETAFIM, con strategie irrigue mirate al controllo dello stress idrico e alla preservazione delle condizioni ottimali d’umidità del terreno, offre soluzioni irrigue su misura in base alle diverse esigenze territoriali, climatiche e colturali, mettendo a disposizione la propria esperienza e competenza. Alberto Puggioni IMPIANTO PRODUTTIVO IRRIGATO CON MICROASPERSIONE NETAFIM 28 Terra e Vita [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] n. 38/2011 I sistemi per prevenire lo spacco dei frutti Le strategie agronomiche per L o spacco dei frutti di ciliegio (cracking) 120 mm di diametro. I supporti sono poi colleridurre l’incidenza causato dalle piogge, rappresenta una gati tra loro mediante traversine in legno (foto problematica a livello internazionale e 2). di un problema Per aprire e chiudere le coperture il film plastipuò deprimere significativamente la produttivico deve scorrere, guidato da tre cavi, seguendo la tà e la remuneratività degli impianti (foto 1). Le che deprime direzione del filare. Il cavo lungo la linea di colmo spaccature sui frutti sono il risultato di un insieviene steso a circa 4 m dal suolo sulla fila, mentre i me di fattori di natura chimica (composizione la rimuneratività due cavi laterali vengono posizionati a non oltre delle cere della cuticola) morfologica (fratture 0,5 m più in basso in maniera che la copertura in cuticolari) e fisiologica (via metabolica polare del ceraseto polietilene formi due spioventi. L’adozione di tale legata alle fratture sul frutto). Inoltre, l’umidità soluzione presuppone che l’altezza degli alberi, relativa, l’effetto dei regolatori de crescita, lo alla ripresa vegetativa, non superi i 3,5 m. stato idrico e nutrizionale della pianta (elevati livelli di potassio Generalmente vengono impiegate coperture in polietilene con sono stati correlati all’aumento dello spacco) influenzano la suintreccio a spina di pesce o laminate trasversalmente. È importante scettibilità a tale fisiopatia. Al fine di prevenire o ridurre significaadottare coperture leggere, resistenti ed economiche. La lungheztivamente la comparsa delle spaccature sui frutti è fondamentale za di ogni unità di telo è pari alla distanza tra due pali consecutivi. la conoscenza di ognuno di questi fattori e le loro interazioni. Attualmente esistono numerose strategie agronomiche in Tra gli svantaggi di questo sistema si annovera l’alto costo e l’elegrado di ridurre l’incidenza del cracking sulle ciliegie che sovata richiesta di manodopera. Inoltre, questa soluzione risulta stanzialmente possono essere classificati in 3 gruppi: a) riduziopoco idonea in zone particolarmente ventose ed in ambienti caratne della bagnatura dei frutti durante la fase finale di maturazioterizzati da condizioni estreme che possono compromettere l’intene; b) riduzione del potenziale osmotico attraverso la buccia ro frutteto. Nonostante i citati svantaggi, questa soluzione è amdurante gli eventi piovosi c) protezione del frutto mediante piamente adottata in Norvegia, diffusa su oltre il 90% dei ceraseti. biofilm elastici ed idrofobici. Recentemente, sono in fase di studio soluzioni che prevedono a) Riduzione della bagnatura dei frutti durante la fase finale la copertura del ceraseto mediante tunnel i quali, oltre a limitare la di maturazione bagnatura dei frutti, consentono di regolare il microclima, la creL’eliminazione fisica dell’acqua piovana dal frutteto presupscita e la produttività degli alberi (foto 3). La coltivazione del pone l’impiego di coperture ciliegio in tunnel può consentiplastiche antipioggia, le quali re al frutticoltore di modulare vengono realizzate sfruttando l’epoca di maturazione dei frutsoluzioni costruttive differenti. ti mantenendo elevati standard In Norvegia è diffuso un sistequalitativi e favorire le produma che adotta coperture plastizioni destinate all’esportazioche retraibili che vengono dine. Presso la stazione sperimenspiegate manualmente prima tale Bioforsk Ullensvang (Nordelle precipitazioni. Tale soluvegia) viene testato dal 2005 il zione prevede un’impalcatura sistema a tunnel multiplo Hayin legno alla quale viene appligrove®, il quale si compone da cato un sistema di cavi che persei unità, ognuna delle quali corre la linea del filare. Lungo larga 8,5 m e lunga 70 m, monla fila vengono posizionati, ditata su sostegni da 2,5 m e caratstanziati 12 m l’uno dall’altro, terizzata da un sistema aperto pali in legno di 5 m di altezza e 1 - Spaccature dei frutti causate dalle piogge. completamente accessibile alle 30 [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] Terra e Vita n. 38/2011 2 3 2 e 3 - Sistemi di copertura anti-cracking adottati nel nord Europa. attrezzature meccaniche. All’interno di questi tunnel sono stati messi a dimora piante di un anno della cultivar Sweetheart innestate su Colt, con un sesto d’impianto di 2 x 4 m. Per ogni tunnel vengono allevati due filari, allevati a fusetto ed ogni parcella è separata da piante della cultivar Lapins. Vengono utilizzate coperture plastiche differenti ognuna caratterizzata da un diverso spettro di trasmittanza luminosa. In particolare, vengono confrontati film plastici brillanti THB (che assorbono la luce infrarossa) ed i tradizionali film in polietilene UV Visqueen trasparenti. Risultati preliminari indicano che il film THB ha contenuto le temperature massime nelle giornate assolate, migliorando al contempo la pezzatura dei frutti. b) Riduzione del potenziale osmotico attraverso l’epidermide durante gli eventi piovosi Nei ceraseti allevati sulla costa nord occidentale degli USA (PNW), l’irrorazione soprachioma con soluzioni a base di cloruro di calcio durante gli eventi piovosi si sono rivelate in grado di ridurre l’incidenza del cracking. Tuttavia, l’efficacia di tali applicazioni e l’incidenza dello spacco sui frutti varia notevolmente da frutteto a frutteto. Inoltre, recentemente sono state sollevate alcune preoccupazioni circa potenziali danni da fitotossicità a seguito dell’impiego di soluzioni a base di cloro. c) Protezione del frutto mediante biofilm elastici ed idrofobici Nella PNW, sebbene sono richieste reiterate applicazioni, i cerasicoltori adottano comunemente prodotti quali Vaporgard© e Raingard©. Inoltre, è stato testato un biofilm innovativo recentemente brevettato dall’Università dell’Oregon e commercializzato con il nome di SureSeal®. Sperimentazioni condotte nell’ultimo triennio dimostrano che due irrorazioni alla chioma con olio di palma e formulati a base di cellulosa in aggiunta alle coperture con film plastici hanno ridotto significativamente lo spacco dei frutti rispetto agli alberi scoperti. Tratto da: M. Meland, C. Kaiser. Metodi fisici e chimici per la prevenzione dello spacco dei frutti nel ciliegio. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011. Il nostro modo di prenderci cura delle tue Ciliegie INNOVAZIONE - QUALITÀ - EFFICIENZA www.unitec-group.com [email protected] Tel: +39 0545 288884 Fax: +39 0545 288709 n. 38/2011 [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] Terra e Vita 31 Tre coperture a confronto I n seguito all’introduzione di nuovi modelli di copertura e materiali plastici (film e reti) con differenti caratteristiche, il Dipartimento di Colture Arboree (DCA) dell’Università di Bologna ha recentemente allestito una prova sperimentale al fine di valutare l’influenza di alcune nuove tipologie di coperture sulla riduzione del danno da spacco e sulle modificazioni dei parametri qualitativi dei frutti. I risultati di una innestate su Gi6 abbiano fornito i migliori risultati produttivi (12,4 kg/alb.) rispetto a sperimentazione quelle su CAB 6P (8,1 kg/alb.); relativamente alle cultivar, LaLa Star* ha mostrato le condotta dal migliori fruttificazioni con 13,8 kg per albero, mentre Grace Star* si è attestata sui 7,6 Dipartimento di kg/pianta. Analizzando le diverse coperture, si nota come, in combinazione con AgroColture arboree lene, siano state ottenute le più alte fruttificazioni in LaLa Star* (13,5 kg/alb. su CAB6P e dell’Università di 17,5 kg/alb. su Gi6) e quelle più basse in I MATERIALI SU DUE CULTIVAR Grace Star* (2,8 kg/alb. su CAB 6P e 9,7 Bologna Si è operato in un campo sperimentale del kg/alb. su Gi6). I risultati della calibratura Dca, sito a Cadriano (Bo), costituito da due riportati in fig. 1 mostrano come i diversi cultivar, Grace Star* (mediamente sensibile al cracking) e sistemi di copertura non sembrino influenzare la ripartizione LaLa Star* (sensibile al cracking), innestate a dimora nell’agodei frutti nelle diverse classi di calibro (circa 30 % di frutti con sto del 2005 su due portinnesti a differente grado di vigoria, Ø > 28 mm nelle tre tipologie); analoga considerazione può uno semi-vigoroso (CAB 6P, sesto 5 x 3 m) e uno semiessere fatta per i portinnesti, con Gi6 che ha mediamente nanizzante (Gisela®6, di seguito Gi6, sesto 5 x 1,85 m). La indotto pezzature simili a CAB 6P, nonostante una carica di copertura è stata realizzata nell’aprile del 2009 utilizzando tre frutti maggiore. A livello varietale, Grace Star* si è distinta differenti teli protettivi (Fig. 1): 1) Agrotes S: film in tessuto di nettamente, collocando oltre il 50 % delle drupe nelle classi di PEHD laminato in PELD; appare come una rete antigrandine pezzatura migliori (Ø > 28 mm), rispetto a quanto perseguito coperta da una pellicola trasparente. 2) Agrolene Ruby Life: da LaLa Star* (11,1 %) nella medesima classe di calibro. film realizzato in PELD + EVA; presenta un colore neutro ed Analizzando i dati relativi ai principali caratteri qualitativi all’interno del film non è presente alcuna maglia di rete. 3) (tab. 2), si nota come Grace Star* abbia prodotto frutti con Agrored: film realizzato in PELD con materiali fotoselettivi peso medio maggiore (9,9 g) rispetto a quelli di LaLa Star* (8,2 che conferiscono al telo una colorazione rosata. g), ma allo stesso tempo meno dolci (14,8 contro 16,9 °Brix). L’impostazione della prova prevedeva che ciascun telo Nessuna differenza è risultata dal confronto delle medie dei protettivo coprisse due filari costituiti dalle possibili combicaratteri riportati fra i soggetti considerati. I frutti con il peso nazioni varietà/portainnesto, come riportato nella tab. 1. I maggiore sono stati ottenuti con il telo Agrored, specialmente rilievi eseguiti annualmente per ciascuna tesi hanno interesnella combinazione con Grace Star* (10,4 g). In termini di sato: le date di inizio, piena e fine fioritura con relativa entità, consistenza della polpa, Agrolene si distingue per i valori più la data di raccolta e l’entità della produzione (kg/alb.). alti fatti registrare in combinazione con Grace Star* (0,54 kg/cm2), mentre in Lala Star* non sono emerse differenze I RISULTATI DAL CAMPO apprezzabili a seconda della copertura considerata. Anche in Dai dati riportati in tab. 1, si può evincere come le piante termini di contenuto zuccherino, Agrolene è risultata essere la TAB. 1 - CARATTERISTICHE PRODUTTIVE (MEDIE 4° - 5° ANNO) PRODUZIONE (KG/ALBERO) LALA STAR MEDIA TELI CAB 6P GISELA 6 CAB 6P GISELA 6 Agrotes S 4,3 10,1 11,5 14,9 10,5 Agrored 3,6 11,8 13,7 10,7 10,2 Agrolene Ruby Life 2,8 9,7 13,5 17,5 11,2 MEDIA CULTIVAR Fig.1 - Teli di copertura a diverso colore e materiale. GRACE STAR MEDIA PORTINNESTI 7,6 13,8 CAB 6P GISELA 6 8,1 12,4 32 [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] Terra e Vita n. 38/2011 TAB. 2 - CARATTERISTICHE DEI FRUTTI (MEDIE 4° - 5° ANNO) DUREZZA (KG/CM2) PESO (G) GRACE STAR LALA STAR GRACE STAR LALA STAR °BRIX GRACE STAR LALA STAR GI6 MEDIA TELI CAB6P GI6 CAB6P GI6 MEDIA TELI CAB6P GI6 CAB6P GI6 MEDIA TELI Agrotes S 9,3 10,4 8,5 8,0 9,4 0,45 0,42 0,44 0,47 0,45 14,2 14,6 16,9 16,2 15,5 Agrored 10,4 10,2 8,2 8,1 9,2 0,42 0,49 0,43 0,47 0,45 15,4 15,0 16,2 17,3 15,9 Agrolene Ruby Life 9,2 9,8 8,6 7,8 8,2 0,54 0,48 0,43 0,46 0,48 14,9 15,1 18,0 17,1 16,3 Media cultivar Media portinnesti CAB6P GI6 CAB6P 9,9 8,2 0,47 0,45 14,8 16,9 CAB 6P Gisela 6 CAB 6P Gisela 6 CAB 6P Gisela 6 9,0 9,0 0,45 0,46 15,9 15,9 tipologia di telo con i risultati più performanti in quasi tutte le combinazioni. Nonostante tali osservazioni richiedano ulteriori verifiche, la sperimentazione ha confermato come l’utilizzo di coperture anticracking rimanga attualmente la soluzione più efficace contro questa fisiopatia. La prova ha inoltre evidenziato che l’utilizzo di teli dalle differenti caratteristiche fisiche influenza il processo di maturazione del frutto, con riflessi sulle caratteristiche qualitative delle drupe anche a seconda della cultivar considerata Innovativi sistemi di copertura per prevenire il fenomeno del cracking e migliorare la qualità delle ciliegie. Tratto da: Mi. Grandi, S. Lugli, L. Bruno, M. Noferini, G. Costa. Innovativi sistemi di copertura per prevenire il fenomeno del cracking e migliorare la qualità delle ciliegie. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011. Recenti proposte nei sistemi di copertura I punti di forza di l sistema a pellicola Powerflex (foto 1) è zo, il telo viene richiuso sul colmo, protetta sotto stato messo a punto dall’azienda austriaca la pellicola dai raggi UV. Non è dunque necessaalcuni sistemi di Fruit Security, ditta specializzata in impianrio smontare e montare annualmente i teloni. Il sistema “ apri e chiudi” Solution (foto. 2), ti antigrandine e antipioggia per frutteti. Il sistedifesa portati sul brevettato dalla ditta germanica Braendlin, comma permette un fissaggio estremamente stabile mercializzato da Kluen di Merano si differenzia della pellicola sul colmo grazie a una tecnica di mercato da alcune dai sistemi tradizionali principalmente per la geviti a pressione di nuova concezione e non più stione semi automatizzata delle operazioni di attraverso le asole. Grazie al fissaggio nella zona aziende apertura e chiusura dei teli, infatti grazie a dei di gronda mediante elastico è garantita una elemotori idraulici o elettrici si riescono ad avvolgere vata elasticità. Il sistema presenta un ottima staspecializzate filari di telo lunghi oltre 200 m. La struttura di tali bilità al vento grazie a un’efficiente combinazioimpianti non si differenzia dal tradizionale e conne di elastico, filo di gronda e tensionamento solidato sistema “a capannina veronese” se non per la distanza trasversale che risulta così stabile verso l’alto ed elastico verso il lungo fila dei pali che viene ridotta fino a 6 m, il dimensionamento basso. Una pellicola a protezione contro i raggi UV è mondella sezione dei pali rimane quello tradizionale con pali perimetrali tata sul colmo. Viene assicura10cm x 12 cm e pali interni 8,5 cm x 8,5 cm ovviamente rinforzati; gli ta una ventilazione ancoraggi vengono dimensionati a seconda delle dimensioni deltermica nella zona l’impianto. più alta del colmo atPer quanto concerne la copertura tale sistema prevede l’utiliztraverso la combinazo di teli retinati dotati di una speciale spalmatura anti raggi UV zione di moschettoche permette di arrotolare il telo in colmo senza dover avvolgere ne e placchetta. Nei lo stesso con il film plastico di protezione, ottimizzando ulteriorperiodi di non utilizmente i tempi di gestione. L’impianto Sikuro Pioggia Plus della ditta Valente 1 - Il sistema “Powerflex”. I COPERTURA ANTIPIOGGIA UNICA IN ITALIA! Visitateci: AGRIALP 2011 04. -07. Nov. Cor. D22 stand n° 64 Bolzano SOLUTION Finalmente! La soluzione per ridurre i tempi di apertura e chiusura del telo a ca. 20 ore per ettaro! le caratteristica principale del sistema sta nella semplicità e velocità delle operazioni di apertura e chiusura del telo Il sistema di avvolgimento può essere: - idraulico - elettrico - manuale (con filari <60 m) - Notevole risparmio nei costi di gestione - Semplicità nelle operazioni di apertura e chiusura - Facile montaggio - Ottima resistenza agli agenti atmosferici - Stabilità ai raggi UV garantita. - funzionale - pratico - veloce nella gestione - affidabile Qualità e sicurezza con componenti collaudati NON serve il telo di protezione SOLUTION È UN SISTEMA BREVETTATO, OGNI IMITAZIONE È VIETATA! Via Nazionale 71, 39012 Merano (BZ) - E-Mail: [email protected] - www.khuen.it - TEL. +39 0473 490755 - FAX +39 0473 069046 - MOB. +39 342 1610193 34 Terra e Vita [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] n. 38/2011 2 - Il sistema “Solution”. 3 - Il sistema Sikuro plus. (foto 3) è realizzato con un’altezza massima fuori terra di 5 m ed è pertanto indicato per proteggere tutti i ceraseti allevati sia con forme a parete singola (palmetta, bandiera, fusetto e asse colonnare) o doppia (forme a V o Y) e sia con forme in volume (ad esempio vasetto basso catalano). La struttura è realizzata con pali in cemento armato precompresso (CAP), posti a una distanza massima tra loro di 8 m e collegati longitudinalmente e trasversalmente con fili e funi. La struttura, opportunamente ancorata a terra lungo tutto il perimetro, garantisce stabilità e sicurezza all’impianto. L’impianto viene realizzato con una doppia copertura: antipioggia e antigrandine. Grazie alla presenza di due funi trasversali al posto di una sola, questo tipo di sistema consente di ottenere altezze massime fuori terra superiori rispetto agli impianti tradizionali. La particolarità di questa tipologia di impianto a doppia copertura sta nel fatto che la rete antigrandine non appoggia completamente sulla struttura, ma solo sul filo di colmo, onde evitare che sotto il peso della grandine ci possano essere spostamenti laterali dei teli con conseguenti scoperture del frutteto. Il telo antipioggia, composto di due parti, è fissato in modo continuo con una corda elastica, per garantire lo scarico delle sollecitazioni del vento con conseguente protezione dallo strappo del telo. La rete antigrandine è fissata telo per telo, fino ad assumere una posizione inclinata volta a dare la giusta elasticità per sopportare la sollecitazione della grandine. Inoltre, tra un telo e l’altro si formeranno delle aperture che consentiranno un eventuale deflusso della grandine. Il sistema VOEN (foto 4) è costituito da cubi sovrapposti a strisce di film, cuciti su un tessuto di base che prevengono dal vento, come dalla pioggia e dalla grandine. Esso provvede anche protezione dai volatili, sviluppa un ottimo microclima all’interno delle coperture ed il montaggio e lo smontaggio non è complesso. Le strisce di film sono disposte su un tessuto di base (rete antigrandine) sovrapponendosi come in un Fig. 4 - Il sistema “Voen”. tetto di tegole. Esse non espongono quindi alcuna superficie di contatto al vento, poiché le strisce in alluminio si muovono in maniera flessibile in base allo stesso. Allo stesso tempo quando piove l’acqua può scolare sulle strisce di film lungo il filare. In questo modo è creata una ventilazione automatica ed è garantita una sana crescita degli alberi. L’azienda altoatesina Frutop (www.frutop.it) ( foto 5) è stata fondata nel 2004 nell’ambito del TIS Innovation Parc (incubatore di imprese di Bolzano). La ditta offre varie tipologie di coperture adatte sia per le drupacee che per i piccoli frutti: la copertura con rete antigrandine garantisce la maturazione protetta dei frutti e protegge in generale le culture contro la grandine, ma anche dal sole e dal vento; il telo antipioggia garantisce la maturazione protetta delle ciliegie e dei piccoli frutti, preservandoli dalle spaccature e creando inoltre all’interno dell’impianto un microclima ideale al processo di maturazione delle drupe, rallentando altresì l’insorgenza di patologie dannose come batteriosi o micosi. La terza tipologia è rappresentata dall’abbinamento della rete antigrandine e del telo antipioggia: viene assicurata una protezione totale dei frutti dalle intemperie, grandine e pioggia, ma anche sole e vento (soluzione quadrupla). Il sistema denominato “Tramprain”, (foto 6) completamente innovativo denota importanti peculiarità. Nessuna presenza di funi (longitudinali e trasversali) che normalmente ostacolano le varie operazioni di allevamento, potatura, dirado, raccolta; struttura completamente piana che non permette il passaggio di volatili; semplicità e velocità nel montaggio e nell’aperturaLa tensione dei due teli avviene attraverso il “sospensor” che ha la funzione di un ammortizzatore che regola il passaggio dell’aria; l’autoregolazione attraverso parte fissa ed elastica permette il continuo ricambio d’aria in modo tale da non interferire sulle modificazioni del microclima; la temperatura nella parte superiore della copertu- n. 38/2011 [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] Terra e Vita 35 5 - Il sistema “Frutop”. 6 - Il sistema Tramprain. ra si discosta solo lievemente da terra, grazie al ricambio continuo dell’aria; la struttura non è più sollecitata: la palatura della struttura è ancorata nelle due estremità del palo evitando il formarsi di tensioni intermedie che possono provocare la rottura dello stesso; Tratto dal Workshop sui moderni sistemi di copertura antipioggia. Coltivazione protetta per produzioni precoci Una esperienza a diffusione colturale e la concentravocata alla precocità (Castellaneta Marina), zione produttiva del ciliegio dolce in realizzato nell’inverno 2004/05 ponendo a condotta in Puglia Italia raggiungono i massimi livelli in dimora, con distanze di 3,50 x 2,70 m (1.058 Puglia. In questa regione, le tecniche di propiante per ettaro), astoni innestati su megasulla semiforzatura leppo. La forma di allevamento è a vasetto, tezione dell’impianto frutticolo con film plastici hanno sviluppato una consolidata especon alberi dell’altezza di circa 2,40 m. Il terreprecoce di due rienza, sia aziendale che di ricerca, nel settono, ricco di scheletro, è tendenzialmente re della viticoltura da tavola. Le principali sciolto. A fine gennaio ha inizio la semiforzavarietà tra le più finalità di queste tecniche consistono, com’è tura precoce di metà ciliegeto, con film in noto, nel ritardare l’epoca di raccolta protegpolietilene trasparente ad effetto termico, ridiffuse gendo il frutto dagli eventi piovosi e rallenmosso dopo raccolta: l’altra metà è lasciata in tando la maturazione, o anticipare la matupiena aria. Nell’ultimo anno, ad inizio semirazione anticipando la ripresa vegetativa; esse sono state da forzatura sono risultate accumulate 500 ore di freddo (< 7 noi indicate rispettivamente come “semiforzatura tardiva” e °C), secondo i dati rilevati da una centralina meteorologica “semiforzatura precoce”. In quest’ultima, più precoce è aziendale. l’epoca di copertura più si anticipa la raccolta. Tuttavia, IL FILM PLASTICO numerosi viticoltori oggi utilizzano le coperture plastiche Il film plastico utilizzato è risultato molto trasparente alla per difendere i frutti dalle intemperie, incrementarne la pezradiazione fotosinteticamente attiva e all’infrarosso corto e zatura e uniformarne il colore, più che per variare l’epoca di mediamente trasparente all’infrarosso lungo, quindi alquanraccolta. to adatto all’uso per semiforzatura precoce; medio-bassa la In cerasicoltura, la loro applicazione è stata saggiata sotrasparenza alla radiazione UVA e nulla alla UVB (tab. 1). prattutto per proteggere le drupe dalle spaccature dovute all’assorbimento idrico conseguente alle piogge pre-raccolta. LE OSSERVAZIONI E I RISULTATI PRODUTTIVI Il presente lavoro riferisce di un’esperienza condotta in Entrambe le cultivar non hanno mostrato anomalie della Puglia (Foto 1 e 2) sull’applicazione della semiforzatura prefioritura (deformazioni o aborto ovarico) e della foliazione coce a due importanti varietà di ciliegio dolce: Giorgia, pro(ritardo di germogliamento, basitonia), indicative di scarso duttiva, medio-precoce, con frutto di media pezzatura e Fersoddisfacimento del fabbisogno in freddo (Oukabli e rovia, di media epoca di maturazione e precocità e frutto di Mahhou, 2007; Jacobs et al., 1981); le ore di freddo accumulate pezzatura elevata. in pre-copertura sembrerebbero dunque adeguate all’esigenLe osservazioni sono state condotte in un ciliegeto comza varietale. merciale sito in una zona costiera della provincia di Taranto L 36 [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] Terra e Vita FIG. 1 - FENOGRAMMI DI FIORITURA DELLE CULTIVAR GIORGIA E FERROVIA IN PIENA ARIA E FORZATURA TAB. 1 – COEFFICIENTI RADIOMETRICI DEL FILM PLASTICO INTERVALLO DI LUNGHEZZA D’ONDA TRASMISSIONE (%) TOTALE DIRETTA DIFFUSA Solare 200-2500 87,5 48,5 39,0 PAR 400-700 88,3 39,9 48,4 Solare IR 700-2500 89,5 57,5 32,0 UV 280-380 22,8 7,7 15,1 UVA 320-380 23,4 7,9 15,5 UVB 280-320 0,0 0,0 0,0 IR lungo n. 38/2011 7.500-12.500 48,6 in marzo e di 25 °C in aprile, con corrispondenti valori di 32 °C e 35 °C all’interno dell’apprestamento protettivo. In entrambe le cultivar la semiforzatura ha permesso d’anticipare di circa un mese la raccolta dei frutti (tab. 2); in Giorgia ciò è apparso pienamente coerente con l’anticipo di fioritura; in Ferrovia, l’effetto del film plastico è apparso leggermente più efficiente sulla maturazione che sulla fioritura. Tuttavia, trattandosi di prime osservazioni, sono necessarie ulteriori verifiche. 1 e 2 - Ceraseti in coltura protetta. La produttività per pianta è risultata soddisfacente in enNella cv Giorgia, inizio e piena fioritura si sono avute trambe le cultivar, indice di buona efficacia pronuba sia in all’inizio e alla metà di aprile in piena aria e circa un mese piena aria che in semiforzatura; valori maggiori si sono avuti prima in semiforzatura (fig. 1). In Ferrovia, genotipo più all’aperto; in Giorgia, genotipo più produttivo, questa diffetardivo con inizio antesi a metà aprile, la copertura sembra renza è apparsa più marcata (+ 33 %) che in Ferrovia (+ 20 %). essere stata meno efficiente nell’accelerare l’inizio dell’anteAnche la pezzatura del frutto è risultata maggiore in piena si, avendo indotto un anticipo di tre settimane. Sia in marzo aria: le alte temperature sotto film plastico potrebbero aver che in aprile si sono avute alcune giornate particolarmente leggermente limitato la citochinesi, come dimostrato nell’uva. calde: le temperatura massime all’aperto sono state di 23 °C In ragione della precocità di maturazione e dei buoni dati produttivi, i risultati della tecnica di semiforzatura precoce TAB. 2 – PERIODO DI MATURAZIONE, PRODUTTIVITÀ E CALIBRO DEL FRUTTO sono apparsi promettenti. NELLE CULTIVAR GIORGIA E FERROVIA IN PIENA ARIA E IN SEMIFORZATURA MATURAZIONE (PERIODO) PRODUTTIVITÀ PER ALBERO (KG) CALIBRO DEL FRUTTO (MM) Semiforzatura inizio maggio 15 ± 2,0 26 Piena aria Inizio giugno 20 ± 2,4 28 Semiforzatura metà maggio 10 ± 1,3 28 Piena aria metà giugno 12 ± 1,1 30 CULTIVAR GIORGIA FERROVIA Tratto da: L. de Palma, L. Tarricone V. Romanazzi, M. Cosmo. Esperienze di protezione del ciliegeto con film plastico, per semiforzatura precoce. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011. 38 [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] Terra e Vita n. 38/2011 Metodi di difesa contro la mosca In Emilia Romagna da un decennio è in I n Italia, la mosca del ciliegio, (Rhagoletis che, dalla campagna 2010, ha portato dei corso una cerasi L.) rappresenta un grave pericolo limiti nella sua applicazione in pieno camper i cerasicoltori, in grado di causare po. Già dal 2005, le sperimentazioni nella sperimentazione elevati danni ai frutti e perdite economiche nostra Regione, si stavano indirizzando veringenti se non opportunamente controllata. so la ricerca di nuove sostanze attive. Fra i che ha fornito Nell’ultimo decennio, la presenza del ditteprodotti valutati, il fosmet in emulsione ro è in incremento, pertanto maggiore attenconcentrata (EC) è quello su cui si sono racrisultati di grande zione si è posta nelle strategie di difesa. colte più informazioni e, dopo 4 anni di Spesso risulta necessario eseguire trattaprove appariva essere una concreta alternainteresse pratico menti generalizzati nelle diverse aree cerativa al dimetoato. In tabella 1 si riportano i sicole del nostro Paese, anche perché le sorisultati delle sperimentazioni realizzate a glie commerciali di tolleranza delle partite di ciliegie sono Pavullo (Mo) ed in provincia di Verona. Anche le prove di selettività realizzate presso il campo piuttosto basse (massimo 2% di frutti infestati). Dal 2010 la varietale del CRPV di Vignola (Mo), non avevano evidenziato difesa in Produzione Integrata della mosca del ciliegio si è fitotossicità sulle 18 cultivar testate (Fig. 1). Nel 2010, le prime complicata a seguito della impossibilità di impiego del diapplicazioni di pieno campo unite ad indagine più ampia sulla metoato (riduzione dei residui ammessi) e dai problemi di fitotossicità evidenziati dal fosmet. In agricoltura biologica, poi, la situazione è resa più complessa dalla scarsità di TAB. 2 - RISULTATI OTTENUTI NELLE PROVE 2010 mezzi tecnici efficaci, ed in questo settore il dittero tefridite PAVULLO (MO) rappresenta un importante fattore limitante la coltivazione SOSTANZA % FRUTTI del ciliegio. TESI EFFICACIA ATTIVA COLPITI In Emilia-Romagna, per fronteggiare tali problematiche, è in corso, da quasi un decennio, un articolato programma di Testimone 67,5 a sperimentazione di cui, in questo lavoro, si riportano i risultaActara Thiametoxam 29,5 b 55,0 ti più salienti. L’ATTIVITÀ DI SPERIMENTAZIONE IN EMILIA-ROMAGNA In seguito della revisione dei prodotti fitosanitari in corso nella Comunità Europea, il dimetoato ha subito una forte riduzione del residuo ammesso (RMA da 1 ppm a 0,2 ppm) Spada 200 Ec Fosmet Ec 2,8 c 96,6 Calypso Thiacloprid 1,3 c 97,6 Epik Acetamiprid 4,5 c 92,3 TAB. 1 - RISULTATI OTTENUTI NELLE PROVE 2005- 2009 – PAVULLO (MO) E MARANO DI VALPOLICELLA (VR) 2005 - MO TESI 2006 – MO 2007 – MO 2008 – VR 2009 - MO % FRUTTI COLPITI EFFICACIA % FRUTTI COLPITI EFFICACIA % FRUTTI COLPITI EFFICACIA % FRUTTI COLPITI EFFICACIA % FRUTTI COLPITI EFFICACIA Testimone 8,5 a - 76,2 a - 26,5a - 16,4 a - 26,5a - Fosmet Ec 0,4 b 95,3 16,7 b 78 2,0 b 92,6 2,4 b 85,5 2,0 b 92,6 Dimetoato 0,1 b 98,3 17,8 b 76 8,0 b 70 68,7 8,0 b 70 5,1 ab [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] n. 38/2011 Terra e Vita 39 FIG. 1 - SUSCETTIBILITÀ VARIETALE ALLA MOSCA DEL CILIEGIO PERIODO DI MATURAZIONE CULTIVAR MAGGIO 1 5 10 15 GIUGNO 20 25 30 1 5 10 15 20 25 30 Bigarreau Burlat Bigarreau Moreau Mora di Vignola Celeste Giorgia Nero I° Cristina® Van Anellone Ferrovia Nero II° Durone della Marca Lapins Sweet Heart® Suscettibilità media selettività del prodotto, realizzata nella provincia di Modena, hanno evidenziato un quadro della fitotossicità più grave dell’annata precedente. I fenomeni si sono manifestati in particolare su alcune cultivar (es. Lapins e Samba) con un incremento dei sintomi con miscele estemporanee di fosmet e concimi fogliari (Fig. 2). Questa situazione ha portato a sconsigliare Suscettibilità elevata l’utilizzo del prodotto per la campagna 2011 nelle aree del Nord-Italia. L’attività sperimentale è proseguita nel 2010, e da questa è emersa la disponibilità di altri prodotti efficaci (tabella 2) appartenenti alla classe dei neonicotinoidi (thiacloprid e acetamiprid) e già utilizzati per la mosca del ciliegio in altre aree cerasicole europee. TAB. 3 - PRINCIPALI PRODOTTI DISPONIBILI ED IN CORSO DI REGISTRAZIONE PER LA DIFESA DALLA MOSCA DEL CILIEGIO SOSTANZA ATTIVA TEMPO DI SICUREZZA REVISIONE SECONDO LA DIR. 91/414/CEE NOTE Dimetoato 20 Limitazione nei residui Attuale residuo: 0,2 ppm Fosmet Ec 10 Autorizzato Fitotossicità su diverse cultivar. Sconsigliato in Nord-Italia Thiametoxam 7 Autorizzato Sono in corso prove di efficacia Acetamiprid 14 Registrato su ciliegio su afide nero. In corso l’estensione sulla mosca Promettente, sono in corso prove di efficacia Thiacloprid 14 Registrato su ciliegio su afide nero. In corso l’estensione sulla mosca Promettente, sono in corso prove di efficacia Etofenprox 7 Autorizzato Utilizzo limitato dalla sola attività adulticida Esche (Spinosad + attrattivi alimentari) - In corso di registrazione Promettente, sono in corso prove di efficacia Beauveria bassiana - Autorizzato in agricoltura biologica Azione repellente, sono necessari interventi ripetuti. Efficacia parziale 40 Terra e Vita [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] n. 38/2011 FIG. 2 - FITOTOSSICITÀ A FOSMET EC SENSIBILITÀ VARIETALE prove 2010 (vignola-MO) Fitotossicità Elevata Media Ridotta Varietà Samba, Lapins, Sonata, Symphony, Durone del cortile Giorgia, Santina, Sylvia, Nero II, Kordia, Nero I, Anellone New Star, Van, Grace Star, Vanda, Summit, Ferrovia, Skeena, Regina, Sweet Heart, Durone della Marca Sintomi di fitotossicità da Fosmet Ec Isolamento di piante di ciliegio con reti antiafide. In agricoltura biologica sono stati valutati i principali mezzi tecnici (spinosad, rotenone, B. bassiana, cattura massale ecc.) ma solo le reti anti-insetto hanno evidenziato piena efficacia. Nonostante i risultati positivi, la diffusione di questa tecnica è stata limitata a causa delle difficoltà operative e della scarsa propensione ad investire in un settore, con sbocchi di mercato molto limitati. Risultati positivi, inoltre, sono emersi dalle prime esperienze realizzate nel 2010 con esche adulticide a base di Spinosad (Spintor® Fly). In conclusione, in attesa di ulteriori conferme oltre che delle estensioni delle etichette, è proprio su questo prodotto oltre che sui neonicotinoidi più efficaci, che si potrebbe basare la lotta alla mosca del ciliegio dei prossimi anni. In tabella 3, infine, si riportano, in sintesi i principali mezzi tecnici disponibili ed in corso di registrazione per la difesa da Rhagoletis cerasi. Tratto da: S. Caruso, M. Boselli. Aggiornamenti sulla difesa dalla mosca del ciliegio (Rhagoletis cerasi L.). Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011. La prevenzione da virus, insetti e funghi I l ciliegio è afflitto da numerose avversità biotiche capaci di compromettere gli standard qualitativi e quantitativi delle produzioni. Alcune di esse, in particolare le virosi, ma anche alcune malattie fungine, non sono curabili e sono trasmissibili anche con i materiali di propagazione, il cui stato sanitario è pertanto determinante ai fini della costituzione di un impianto cerasicolo capace di garantire performance soddisfacenti (Figg. 1 e 2) Le strategie da le infossature, le malformazioni e la suberificazione del mesocarpo; inoltre, a carico dei mettere in campo fiori si possono avere malformazioni e sterilità. Infine, il legno può manifestare svilupsulla base delle più po irregolare, raccorciamento degli internodi e butteratura. recenti acquisizioni La manifestazione dei sintomi sopra citati, riscontrabili in una pianta infetta, è legata scientifiche a molti fattori, quali l’età della pianta, la cultivar, il portainnesto, la fase fenologiche della coltura, il virus, l’eventuale ceppo virale, le condizioni climatiche, le condizioni colturali e la MALATTIE VIRALI contemporanea presenza di diversi agenti infettivi che posSono causate da virus ed organismi virus-simili che persistosono determinare sinergie o attenuazione della sintomatono nella pianta per tutta la sua vita. Su piante di ciliegio logia. Il numero di virus e agenti virus-simili che possono infettadolce e acido i quadri sintomatologici indotti da questi agenre il ciliegio supera la ventina, tuttavia i più frequenti e dannoti infettivi interessano diversi organi della pianta e sono si sono i seguenti: virus della maculatura anulare necrotica dei solitamente aspecifici (Fig. 3) I più comuni sintomi fogliari Prunus (PNRSV), virus del nanismo del susino (PDV), virus consistono in maculature (anulare, lineare gialla), mosaici, della maculatura clorotica fogliare del melo (ACLSV) e virus accartocciamenti, necrosi con distacco di porzioni di lamina del mosaico del melo (ApMV). e malformazioni (asimmetrie, bollosità ed enazioni). I sintoCome già detto, la lotta diretta contro le malattie da virus mi a carico dei frutti riguardano la pigmentazione irregolare, Via S. Carlo, 2130 | 40059 Medicina (BO) Tel. +39 051 6971811 | Fax +39 051 852884 Divisione export: Fax +39 051 852856 [email protected] | www.biolchim.it STRATEGIE INNOVATIVE per la MODERNA CERASICOLTURA La competitività di un settore in forte ascesa impone l’ottimizzazione delle pratiche agronomiche e l’adozione di nuove strategie per massimizzarne resa e qualità. Biolchim, a conferma della sua leadership nel settore della nutrizione specializzata, propone due prodotti altamente efficaci e tecnicamente all’avanguardia per risolvere le problematiche più sentite in cerasicoltura: l’uniformità di germogliamento e di maturazione. PS116 INTERRUTTORE DELLA DORMIENZA DELLE GEMME PS116, risultato della Ricerca & Sviluppo Biolchim, è un prodotto sperimentale specifico per interrompere la dormienza delle gemme che sarà commercializzato a breve. PS116 compensa le ore di freddo mancanti stimolando il metabolismo delle gemme. Numerose prove condotte su ciliegio hanno evidenziato che PS116 consente di anticipare, incrementare ed uniformare il germogliamento, migliorando di conseguenza la fioritura e l’impollinazione e rendendo più uniforme la maturazione. PROVA Prova condotta in collaborazione con il Prof. GUGLIELMO COSTA, Dipartimento di Colture Arboree, Università degli Studi di Bologna. SUNRED PROMOTORE NATURALE DELLA MATURAZIONE E DELLA COLORAZIONE DEI FRUTTI SUNRED è un promotore naturale dei processi che avvengono durante la maturazione e in particolare della biosintesi di antocianine (pigmenti colorati) e dell’accumulo di zuccheri. Le prove sperimentali condotte presso Università e Centri di Ricerca hanno dimostrato che SUNRED migliora l’intensità e l’uniformità del colore e aumenta il contenuto zuccherino delle ciliegie senza alterare la consistenza della polpa. SUNRED permette inoltre di concentrare la maturazione riducendo il numero degli stacchi. PROVA Prova condotta in collaborazione con il Prof. GUGLIELMO COSTA, Dipartimento di Colture Arboree, Università degli Studi di Bologna. Varietà: Early Lory Collocazione impianto: Barletta/Andria/Trani Trattamenti: 1 (60 gg circa prima della rottura delle gemme) Varietà: Giorgia Collocazione impianto: Modena Trattamenti: 25 maggio, 3 giugno Dose: 3,5 L/ha Raccolta: 8 Giugno Effetto di PS116 sull’uniformità di fioritura. >1.7 1.5 1.4 1.3 Effetto di SUNRED sull’uniformità di maturazione. Lo stadio di maturazione delle ciliegie è stato valutato mediante DA-Meter (Sinteleia), uno strumento portatile che misura un parametro non distruttivo detto indice DA. Nel ciliegio, ad un valore di indice DA più alto corrisponde un frutto più maturo. Il trattamento con SUNRED ha concentrato i frutti verso in un numero minore di classi di indice DA (quelle più alte), segno di una maggiore uniformità di maturazione. 1.2 1.1 1.0 0.9 0.8 0.6 0.5 0.4 PROVA Varietà: Giorgia Collocazione impianto: Bari Trattamenti: 1 (60 gg circa prima della rottura delle gemme) Effetto di PS116 sull’uniformità e l’anticipo di maturazione. publiredazionale STRATEGIE INNOVATIVE PER LA MODERNA CERASICOLTURA.indd 1 Tesi Durezza (kg/cm2) Contenuto in solidi solubili (°Brix) CONTROLLO 0.4 14.7 SUNRED 0.4 17.7 Effetto di SUNRED sulla qualità dei frutti. 12-09-2011 9:17:50 42 [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] Terra e Vita FIG. 1 - CATEGORIA C.A.C.: CILIEGIO DOLCE E ACIDO Prunus avium - Prunus cerasus Insetti, acari e nematodi, in tutte le fasi del loro sviluppo • Capnodis tenebrionis • Meloidogyne spp • Cocciniglie, in particolare: - Epidiaspis leperii, - Pseudaulacaspis pentagona - Comstockaspis perniciosa Funghi - Armillariella mellea - Chandrostereum purpureum - Nectria galligena - Rosellinia necatrix - Verticillium spp. Batteri - Agrobacterium tumefaciens - Pseudomonas syringae pv. mors prunorum - Pseudomonas syringae pv. syringae Virus ed organismi patogeni virus-simili ed in particolare - Prune dwarf virus - Prunus necrotic ringspot virus e virus-simili è impraticabile a causa dell’indisponibilità di metodi di cura. Pertanto, l’unica strada percorribile è la prevenzione che si concretizza con l’utilizzo, nell’esecuzione dei nuovi impianti, di materiale di propagazione sano. La legislazione nazionale, in linea con le Direttive Europee, richiede obbligatoriamente il rispetto di requisiti minimi di n. 38/2011 sanità attraverso l’emanazione del D.M. 14/4/1997 (C.A.C.) e del D.M. 28/7/2009 (Lotta obbligatoria per il controllo del virus Plum pox virus), che richiedono, per la commercializzazione dei materiali di propagazione di ciliegio, l’esenza da PNRSV, PDV e Plum pox virus (PPV). Tuttavia, al fine di avere maggiori garanzie di sanità, i frutticoltori possono acquistare materiali di propagazione di categoria “Certificato” (“Virus Esente” e “Virus Controllato”) prodotti nell’ambito del sistema di certificazione volontario regolamentato dal D.M. del 24 Luglio 2003. FITOFAGI Fra i numerosi fitofagi (Fig. 4) che infestano il ciliegio è particolarmente importante la Comstockaspis perniciosa Comstock (Cocciniglia di San José) per il suo stato di fitofago da quarantena. Questa specie, di origine orientale, è polifaga e diffusa nell’ambiente su numerosissime piante ospiti. Il danno deriva FIG. 2 - PRINCIPALI FITOFAGI DIFFUSI CON IL MATERIALE DI PROPAGAZIONE n. 38/2011 [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] Terra e Vita 43 FIG. 3 - PRINCIPALI VIROSI NEL CILIEGIO dall’azione tossica della saliva che le femmine iniettano nel legno necrotizzando i tessuti vegetali. I vani necrotici del legno vengono riempiti dalla pianta di gomme. La specie è criptica, nascosta sotto il periderma della pianta ospite della quale FIG. 4 - PRINCIPALI FITOFAGI NEL CILIEGIO assume l’aspetto. L’infestazione si manifesta con disseccamenti centripeti sui rami uccisi dalle necrosi sottocorticali concorrenti. La gestione della specie parte dalla salvaguardia degli antagonisti sia predatori che parassitoidi. I nemici naturali non consentono, però, il completo controllo del fitofago. Il controllo chimico è, quindi, necessario e si basa su distribuzioni invernali, eventualmente coadiuvate da interventi primaverili. Le distribuzioni devono essere accuratamente guidate da campionamenti che individuino la prima muta, momento chiave per il controllo. La Rhagoletis cerasi (L.) (Mosca delle ciliegie) infesta principalmente il ciliegio, come specie, varietà e cloni coltivati per il frutto, l’ornamento e il legno. Il controllo integrato si basa su pratiche agronomiche: sarchiature e disaccoppiamento con varietà precoci; biotecniche: trappole cromotattiche innescate con attrattivi alimentari per 44 Terra e Vita ridurre la popolazione di adulti; chimiche con una unica distribuzione di s.a. citotropica o sistemica eseguita poco dopo l’inizio della curva di volo. L’intervento è finalizzato ad eliminare gli adulti prima che inizino a deporre. [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] n. 38/2011 FIG. 5 - MALATTIE FUNGINE NEL CILIEGIO MALATTIE FUNGINE Negli ambienti colturali italiani, le malattie fungine che più frequentemente risultano dannose sono alquanto limitate (Fig. 5) ed hanno un’importanza relativa differente a seconda delle condizioni pedoclimatiche degli areali considerati. Monilinia laxa (Aderhold et Ruhland) Honey e Monilinia fructigena Honey sono gli agenti del marciume bruno delle drupacee. Tra le due specie, quella prevalente è M. laxa che infetta principalmente i fiori, ma anche le gemme a legno appena schiuse e, se le condizioni sono favorevoli allo sviluppo del fungo, possono aversi infezioni a carico di giovani germogli e frutti. La malattia assume particolare rilevanza negli ambienti umidi e piovosi mentre, nelle condizioni caldo aride dell’Italia meridionale, può causare danni economici solo in particolari annate. Nell’impostazione delle strategie di protezione sono da prevedere interventi di potatura finalizzati all’eradicazione dell’inoculo del patogeno mediante l’eliminazione di tutte le parti di pianta infette (rami, rametti, mummie). In caso di piogge abbondanti ed elevata umidità nel periodo a ridosso della fioritura può essere utile effettuare un trattamento in pre-fioritura, eventualmente seguito da un ulteriore intervento nella fase di caduta petali, in casi particolarmente difficili. Blumeriella jaapii (Rehm) Arx è l’agente causale della cilindrosporiosi, una delle più importanti malattie fogliari del ciliegio che, in condizioni favorevoli, può interessare anche i peduncoli dei frutti. Le conseguenze della defogliazione dovuta alla malattia dipendono dal periodo in cui essa avviene. Defogliazioni precoci, infatti, possono causare difficoltà nella maturazione del legno e delle gemme a fiore. Un trattamento in tardo autunno con poltiglia bordolese è di solito sufficiente per ridurre l’inoculo di B. jaapii, ritardare la comparsa dei sintomi e limitarli a livelli non rilevanti economicamente. Nelle circostanze nelle quali la manifestazione dei sintomi e la conseguente defogliazione siano frequente- mente più precoci della norma si possono prevedere trattamenti proteggenti nella fase di post-fioritura. Tali applicazioni, unitamente ad un’accurata gestione agronomica dell’impianto, permettono generalmente di tenere a freno anche l’impallinatura ((Wilsonomyces carpophilus (Lév.) Adaskaveg, Ogawa et Butle). Il deperimento progressivo o la moria di piante di ciliegio sono, in molti casi, attribuibili agli agenti di marciumi radicali Armillaria mellea (Vahl ex Fr.) P. Kumm.e Rosellinia necatrix Prill. La propagazione in campo di questi funghi avviene principalmente ad opera dell’uomo con il movimento del terreno o con l’impiego di materiale di propagazione infetto. Contro queste fitopatie non sono disponibili interventi chimici efficaci e l’unico approccio consigliabile è la prevenzione, impiegando materiale di propagazione sano, evitando di piantare in appezzamenti in precedenza interessati da marciume radicale e, in impianti in cui ne sia accertata la presenza, evitando di trasportare terreno da un punto all’altro dell’appezzamento con le lavorazioni. Tratto da: V. Savino, F. Porcelli, A. Santomauro. Prevenzione e difesa dalle principali avversità biotiche del ciliegio. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011. Novità Licenza esclusiva per l’area del Mediterraneo concessa dal Reserch Institute for Fruitgrowing and Ornamentals di Budapest. Astoni innestati su Gisela 5 e Gisela 6 per impianti ad alta e altissima densità. Entrata in produzione del frutteto già dal 2° anno con rese fino a 150 quintali/ha. Rita* Maturazione: -8 B.Burlat precocissima Carmen* Maturazione: +7 B.Burlat grossa pezzatura Vera* Maturazione: +12 B.Burlat ottimo sapore Aida* Maturazione: +18 B.Burlat Axel®alex* Maturazione: +33 B.Burlat autofertile ed inoltre... 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LA QUALITÀ NEL CILIEGIO valorizzazione del raccolto che negli ultimi anni ha subito una notevole problematica del cracking è stata affrontata non solamente con mezzi fisici ma anche con mezzi chimici dagli esiti tuttavia non sempre costanti e necessari di ulteriore sperimentazione. Il concetto di qualità delle ciliegie ha subito una evoluzione I PARAMETRI DELLA notevole evoluzione nel corso degli ultimi deQUALITÀ cenni: fondamentale è stata certamente l’introConsiderando quindi il concetto di duzione delle varietà autofertili (Stella e successive) che ha perqualità delle ciliegie dal punto di vista Fig. 2 - Cherry meter messo una migliore e più regolare produzione delle piante, ridudel consumatore finale, i parametri cendo così i problemi di scelta del giusto impollinatore; a queste qualitativi di maggior interesse sono certamente la pezzatura vanno aggiunte tutte le varietà ottenute dai diversi programmi di del frutto, il suo colore esterno e l’assenza di difetti visibili; solo miglioramento genetico pubblici e privati italiani ed esteri che in secondo luogo il contenuto zuccherino, il suo equilibrio con hanno contribuito ad arricchire le possibilità di scelta per gli agrila componente acida ed una polpa consistente e croccante coltori. Da non dimenticare l’innovazione nel campo del portinnecontribuiscono al gradimento generale da parte del consumasti: grazie infatti all’introduzione di portinnesti semi-nanizzanti e tore. Da non dimenticare inoltre la presenza del peduncolo ed il nanizzanti (serie Gisela, Edabriz, ecc.) è stato possibile ridurre suo colore verde vivo, requisito di qualità nonché indice di notevolmente la dimensione delle piante semplificandone la gefreschezza del prodotto stesso, nonostante i tentativi, a volte stione (potatura, raccolta ecc.), anticipare l’entrata in produzione con esito positivo, di introdurre sul mercato ciliegie prive di ed uniformare gli standard qualitativi dei frutti. Il contenimento peduncolo (es. ciliegia Picota). della taglia delle piante ha permesso altresì di poter eseguire Per quanto concerne la pezzatura dei frutti, è noto che frutti ulteriori interventi migliorativi della qualità dei frutti quali la di calibro elevato siano in grado di spuntare prezzi di gran copertura degli impianti con reti e teli per la prevenzione da eventi lunga superiori rispetto a frutti più piccoli tanto da rendere meteorologici e soprattutto dal fenomeno del cracking (Fig. 1). Un frutto privo di difetti esterni ed in questo caso di economicamente conveniente, in alcune situazioni, l’operaziospaccature o screpolature è certamente un frutto di qualità. La ne di diradamento. Accanto alle comuni pratiche agronomiche Fig. 1 - Teli (net-roofing) per il controllo del cracking (sx) e per il controllo della maturazione dei frutti (dx). n. 38/2011 IL POST RACCOLTA Tecnologie vincenti [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] Terra e Vita 47 L a conservazione della ciliegia è basata su una refrigerazione opportuna (prima di 4 ore dalla raccolta) e sulla temperatura di immagazzinaggio (quantificati nella polpa - 0,5 a 0°C) con alto tasso di umidità (90%). L’obiettivo primario di questa prattca è ridurre il deficit di pressione del vapore fra la frutta e l’atmosfera, oltre ad abbassare l’attività respiratoria. Con entrambi i processi diminuisce la disidratazione del peduncolo e l’imbrunimento della frutta e si mantiene la turgenza del tessuto. I sistemi di raffreddamento sono importanti per ottenere questi risultati. Il raffreddamento ad acqua (l’idrorefrigerazione o Hydrocooling, Fig. 1-2) è preferito al sistema d’aria forzata (force air cooling) perché si può accedere alla temperatura della polpa senza disidratazione mentre si assicura l’aumento della turgenza. Tuttavia, questo sistema deve essere accompagnato da una sanitizzazione ottimale dell’acqua che richiede una concentrazione di cloro libero fra 80-100 ppm (pH della soluzione 7). La temperatura della polpa deve essere fra 5-7°C (Fig. 3) quando l’imballaggio è fatto entro 24 ore, e di 0 a 2°C quando eccede questo tempo. L’acqua di questo hydrocooler aumenterà i danni per cracking della frutta che è stata esposta alla pioggia prima della raccolta e dopo l’invaiatura. Quindi, si deve ridurre il periodo d’esposizione, senza eliminare completamente. Fig. 3 - Ciliegie dopo hydrocooling. La saturazione del pacchetto intorno alla frutta assicura la turgenza e la qualità del pedunculo, ed è indispensabile quando il periodo d’immagazzinaggio a 0°C è superiore a 10 giorni. Tuttavia, con questo tipo d’imballaggio il rischio della marciume viene aumentato. L’obiettivo dei pacchetti in atmosfera modificata (AM) è superare questo svantaggio, trattenendo almeno il 5% di CO2 (10% CO2 e 10% O2 ottimali) che assicura il contenimento della marciume fra 0 e 1°C. Questa tecnologia con la separazione adatta della frutta permette l’immagazzinaggio della ciliegia per 45 giorni a 0°C. Il sistema dell’ atmosfera modificata non può essere usato quando esiste insicurezza per mantenere la temperatura d’immagazzinaggio (0-1°C); un aumento di 5°C entro 10 giorni induce la fermentazione della frutta. Attualmente, la tecnologia dell’atmosfera modificata in diversi piccoli cestini fino al consumatore è difficile da compiere e si devono usare sistemi che mantengono l’umidità senza rischio di condensazione. Per raggiungere questo obiettivo l’uso di materiali biodegradabili di alta trasmissione d’umidità e Fig. 1 e 2 alta energia d’attivazione è necessario. Raffreddamento ad acqua (hydrocooling) Tratto da: J.P. Zoffolo. Recenti innovazioni nelle tecnologie e confezionamento in in post-raccolta. Abstract Convegno nazionale del ciliegio atmosfera modificata. Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011. di corretta gestione del ceraseto, un mezzo abbastanza diffuso per il miglioramento del calibro dei frutti e l’allargamento della finestra di raccolta è certamente l’impiego di fitoregolatori (gibberelline, auxine, etc.) e biostimolanti, un settore in pieno fermento che andrebbe ulteriormente indagato. Altro parametro imprescindibile di qualità dei frutti è certamente il colore esterno dell’epidermide: frutti di colore rosso intenso e brillante sono maggiormente apprezzati dal consumatore rispetto a frutti poco colorati ed al tempo stesso più poveri in caratteristiche organolettiche. NUOVI SISTEMI PER VALUTARE LA QUALITÀ Definire dunque il momento più opportuno di raccolta è certamente uno dei punti chiave per avere un prodotto di qualità: il colore dell’epidermide è infatti strettamente connesso allo sta- dio di maturazione dei frutti ed è proprio questo parametro che si è cercato di indagare con più precisione grazie all’ausilio di uno strumento sperimentale realizzato dal Dipartimento di Colture Arboree, ribattezzato per l’occasione Cherry-meter e brevettato dall’Università di Bologna (Fig. 2). Questo strumento portatile, figlio dell’evoluzione del DAmeter, misura la differenza di assorbanza (indice DA) che la polpa del frutto riemette dopo essere stata esposta ad una breve illuminazione. Questo strumento è stato testato nelle passate stagioni su diverse cultivar con l’obiettivo di verificare la sua efficacia nel suddividere i frutti di differenti varietà di ciliegio (Early Star, Prime Giant, Giorgia, Grace Star, LaLa Star, Ferrovia, Lapins e Sweetheart) in classi di maturazione omogenea. Le prove effettuate hanno permesso di definire in maniera univoca come a valori di indice DA crescenti corrispondano 48 [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] Terra e Vita FIG. 3 - CONTENUTO IN SOLIDI SOLUBILI PER CLASSI DI INDICE DA NELLA VARIETÀ PRIME GIANT FIG. 4 - INDICE CHROMA PER CLASSI DI INDICE DA NELLA VARIETÀ PRIME GIANT Chroma per classi SSC per classi Brix 18 40 35 14 Chroma 12 Brix Chroma 45 16 10 8 6 30 25 20 15 10 5 4 2 0 n. 38/2011 0.1 0.3-0.4 0.5-0.7 0.8-1.0 1.1-1.3 Classi stadi di maturazione più avanzati dei frutti. I frutti con indice DA più alto hanno infatti mostrato una buona correlazione positiva con il contenuto in solidi solubili della polpa (Fig. 3) ed al tempo stesso una buona correlazione negativa con i valori di L* (brillantezza) e di Chroma dell’epidermide (a valori più bassi di Chroma corrispondono frutti dall’epidermide più scura) (Fig. 4). L’indice DA ottenuto con il Cherry-meter può dunque essere considerato come un valido indicatore dello stadio di maturazione dei frutti di ciliegio. Le applicazioni del 0 0.1 0.3-0.4 0.5-0.7 0.8-1.0 1.1-1.3 Classi Cherry-meter potrebbero riguardare anche il post-raccolta: montato su delle calibratici potrebbe essere utilizzato per suddividere i frutti in classi di maturazione omogenea al fine di ottimizzarne la gestione secondo le esigenze di commercializ zazione. Tratto da: G. Costa, L. Laghezza, S. Lugli. Come migliorare e valutare la qualità delle ciliegie. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011. IL PRIMO IMPIANTO GARANTITO ANCHE QUANDO MADRE NATURA ECCEDE, SENZA COSTI AGGIUNTIVI! PAURA DELLE TROMBE D’ARIA? PER FRUTTETI E VIGNETI Scegliere un impianto SIKURO Valente vuol dire scegliere un sistema certificato, garantito, progettato e costruito con materiali sicuri. Non solo. Significa non doversi preoccupare più di nulla! 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Obiettivo è il mantenimento nel difettosi e all’eventuale suddivisione in classi e conservazione medio periodo di quei parametri (principalcolorimetriche. La separazione dei peduncoli mente il colore verde del peduncolo e il colore dei frutti può essere effettuata con sistemi a in atmosfera rosso brillante della buccia, ma anche la sensacoltello o con l’azione della forza centrifuga delzione di croccantezza, succosità e freschezza l’acqua; nel primo caso la velocità di lavoraziomodificata della polpa) cui si fanno corrispondere i requisine può essere più elevata, ma anche la percenti di qualità delle ciliegie. tuale di frutti con peduncolo danneggiato. L’eliFra le diverse operazioni subite dalle ciliegie nella fase minazione dei frutti difettosi è normalmente eseguita a mano; il immediatamente successiva alla raccolta, quella della selezione e personale addetto opera lungo le linee (nastri trasportatori) indilavorazione (e dell’imballaggio finale) sono forse le più impatviduando le ciliegie che presentano “cracking”, ammaccature, tanti in termini di difficoltà operative e necessità di trovare il abrasioni e malformazioni, con conseguente alta incidenza sui migliore equilibrio fra costi di gestione, risultati quali-quantitaticosti di lavorazione. Per ottemperare alla necessità di conciliare vi e mantenimento degli standard commerciali. La lavorazione una maggiore velocità operativa con una maggiore efficienza del include una serie di fasi che precedono il confezionamento che lavoro, sono state introdotte in linea macchine per l’individuahanno lo scopo di classificare i frutti in base alle dimensioni e allo zione ottica dei difetti che operano attraverso “lettori fotografici standard colorimetrico. Nel tempo i sistemi si sono evoluti enoresperti” in grado di individuare e separare i frutti non conformi. memente, sono progressivamente passati da una gestione comAllo stesso modo, si può applicare la tecnologia ad immagine pletamente manuale ad altre tecnologicamente più avanzate, in multipla per la separazione delle ciliegie in classi di colore, diffeparte meccanizzate e supportate da strumentazioni elettromecrenziate secondo le tonalità di rosso richieste dai diversi tipi di caniche ed informatizzate che hanno raggiunto una capacità di confezionamento e destinazione commerciale. lavorazione oraria di 20-25 kg e oltre di frutti/ora/addetto. Negli ultimi anni il progresso tecnologico applicato alle linee [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] n. 38/2011 1-2 - Separazione dei peduncoli con sistema ad acqua. 3 Terra e Vita 51 4 3 - Singolarizzazione e allineamento dei frutti nella linea di calibratura elettronica. 4 - Separazione del prodotto in base allo standard di colorazione. di lavorazione delle ciliegie è stato orientato soprattutto ad aumentare la velocità del processo riducendone i costi, ottimizzando l’impegno del lavoro manuale e cercando di migliorare la classificazione della merce (ovvero riduzione dei danni meccanici da impatto o compressione, capacità di segmentare il prodotto secondo specifici parametri di qualità, ecc.). L’impiego dell’acqua per la convogliazione del prodotto e la sua separazione, così come l’applicazione di strumentazioni non distruttive per la predeterminazione della qualità intrinseca dei frutti stanno in gran parte facilitato il raggiungimento di questi obiettivi, ma pongono il problema della capacità di gestire impianti ad alta tecnologia, con elevate frequenze di controllo dei parametri operativi e con costi di ammortamento sempre più importanti. Il Convegno nazionale del Ciliegio che si è tenuto a Vignola nel mese di giugno 2011 è stato, tra l’altro, un’occasione di incontro-confronto fra diversi operatori della filiera ciliegio che hanno messo in luce l’importanza dell’innovazione tecnologica applicata alle linee di lavorazione e selezione delle ciliegie e, soprattutto, confrontato le proprie esperienze sull’utilizzo delle calibratrici meccaniche ed elettroniche. I contributi portati dalleAziende Peter e Thomas Nickolaus (Renania Palatinato, Germania SudOccidentale), San Francisco lo Garces (Cile) e Josef Hinteregger (nei pressi di Graz in Austria) si basano tutti sull’impiego più o meno globale delle tecnologie italiane messe a punto da Unitec, azienda romagnola leader del settore. ANNI DI ESPERIENZA E SVILUPPO TECNOLOGICO Il Gruppo Unitec, la cui sede centrale è a Lugo di Romagna (Ra), da anni sviluppa tecnologie per la lavorazione dei prodotti ortofrutticoli; nel settore delle ciliegie è all’avanguardia per aver pensato e introdotto fra i primi nuovi sistemi di cali- La tecnologia Unitec prevede un controllo completo della fase di campionatura e lavorazione delle ciliegie. SVUOTAMENTO MANUALE O AUTOMATICO SELEZIONE DEL CALIBRO, COLORE E DIFETTI DI FORMA bratura elettronica al posto di quella manuale e meccanica, troppo onerose in termini di impiego di manodopera specializzata e danneggiamento dei frutti. I vantaggi della calibratura elettronica consistono essenzialmente in: - migliore selezione del frutti (maggiore uniformità di calibro); - possibilità di effettuare la selezione per colore delle ciliegie, con ricadute positive sulla redditività del lavoro in fase di confezionamento; - efficace selezione dei frutti grazie alla rilevazione della qualità esterna; - maggiore efficienza nella gestione della linea di lavorazione poiché alla manodopera non viene richiesto di intervenire per selezionare i calibri o le classi di colore; - informatizzazione dei dati con rilevamento delle percentuali di calibro e di scarto e con la possibilità di visualizzare i dati di lavorazione in tempo reale. In affiancamento alle calibratrici elettroniche, Unitec ha elaborato anche altre parti specifiche che compongono le linee di lavorazione delle ciliegie e che vanno dallo svuotamento automatico delle casse con rovesciamento in acqua, al separatore idraulico dei peduncoli (che evita l’uso di lame e quindi offre maggiore sicurezza e migliore presentazione del prodotto), dall’alimentazione delle calibratrici con sistema di allineamento delle ciliegie, ai sistemi di scarico ad aria che immettono i frutti in canali convogliatori ad acqua (riduzione degli impatti meccanici), fino ai riempitori automatici o semi-automatici degli imballaggi di vendita che associano al ridotto impiego di manodopera alta precisione, elevata SEPARAZIONE produttività e delicatezza. Il PRE-SELEZIONE DEI GAMBI tutto può essere “seguito” da un sistema informatizzato che garantisce la tracciabilità totale dei passaggi nei punti chiave TRACCIABILITÀ della linea. Cherry Vision® è la nuovisSELEZIONE DELLA sima tecnologia per la selezioSISTEMI QUALITÀ: DIFETTI ne automatica della qualità DI RIEMPIMENTO ESTERNI (Cherry_Vision) esterna delle ciliegie che Unitec CASSE E QUALITÀ INTERNA (QS_OnLine) ha messo a punto per le rilevazione in linea dei difetti di buc- 52 Terra e Vita [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] 5 - Alimentazione dei convogliatori in acqua con sistema pneumatico ad aria. cia e forma dei frutti; il processo, che si avvale di un sistema brevettato di rotazione delle ciliegie per poterne visionare un’ampia superficie, aumenta la capacità lavorativa oraria della linea e garantisce grande uniformità al prodotto selezionato. IL PARERE DEGLI OPERATORI Esperienze ormai pluriennali condotte in Cile (presso l’Az. San Francisco lo Garces), rilevano che l’adozione di livelli crescenti di tecnologia e automazione nella selezione delle ciliegie ha consentito in 15 anni di quadruplicare i risultati delle lavorazione in termini di rendimento orario di prodotto “finito” rispetto alla gestione manuale; l’automatizzazione di tutte le fasi di condizionamento ottenuta con le tecnologie Unitec ha permesso il raggiungimento di 32 kg di ciliegie lavorate per persona per ora. In Germania, dove la produzione di ciliegie sta guadagnando posizioni di progressivo rilievo nel panorama frutticolo nazionale, 7 - Enormi sono i possibili contribuendo a generare piccosviluppi delle tecniche di le filiere commerciali con lavogestione post-raccolta. n. 38/2011 razione aziendale diretta del 6 - Riempitori automatici prodotto, i sistemi di selezione dei contenitori di vendita. elettronica introdotti da Unitec (Az. Nickolaus) hanno favorito il miglioramento del livello qualitativo dell’offerta, pur non senza implicazioni gestionali ed economiche: il rendimento della selezionatrice ottica è legato alla varietà ed è tanto più efficiente quanto più il frutto ha colore rosso brillante come Sylvia, meno nel caso di frutti scuri (es. Kordia); per ciascuna varietà è stato creato un programma specifico di lettura e ciò riduce la flessibilità durante il processo di smistamento, anche se è possibile una manutenzione remota per l’aggiornamento dei software. I costi di investimento sono elevati e lo spazio a disposizione in magazzino deve essere abbondante; è calato il fabbisogno di manodopera specializzata, ma è diventata necessaria la presenza di personale esperto in elettronica e informatica. A fronte di investimenti di 150.000 euro (per linee di lavorazione a 2 corsie, con separatore idraulico dei peduncoli e 4 uscite di scarico) si è ottenuta una capacità lavorativa vicina ai 1.000 kg/ora, con un’incidenza sui costi di lavorazione di 25-35 cent; uno dei punti di forza del sistema di calibratura elettronica consiste nella possibilità di separare i frutti per classi divise in soli 2 mm di diametro. CONCLUSIONI In prospettiva futura, enormi sembrano i possibili sviluppi delle tecniche di gestione post-raccolta delle ciliegie; il miglioramento delle tecnologie di selezione e lavorazione darà un importante contributo in questa direzione, ma sarà l’adozione generalizzata di sistemi sempre più sofisticati di predizione degli standard qualitativi del prodotto, delle più moderne tecnologie di pre-refrigerazione e conservazione in atmosfera modificata, nonché di sistemi non distruttivi di caratterizzazione pre-vendita della frutta a far sì che l’intera filiera italiana del ciliegio possa trarre i massimi benefici in termini di diffusione e valorizzazione sui mercati internazionali. L’autore è Responsabile Tecnico Coop. Agrintesa – Faenza (Ra) MUCCINELLI TREDICESIMA EDIZIONE Il riferimento imprescindibile per tutti gli operatori del comparto degli agrofarmaci COMPLETAMENTE AGGIORNATO E RINNOV ATO A N C O R A P I Ù C O M P L E T O E P I Ù S E M P L I C E D A C O N S U LTA R E 2.621 agrofarmaci • 111 aziende distributrici • 345 principi attivi New! Tutte le informazioni sempre anche on line nel nuovissimo database con accesso gratuito per tutti gli acquirenti del volume Codice: 5341 • Formato: 17 x 24 • Confezione: cartonato olandese • Pagine: 1.072 Avere le informazioni della TREDICESIMA EDIZIONE DEL PRONTUARIO DEGLI AGROFARMACI è ancora più semplice: SCEGLI TU COME! Acquista il libro e avrai a disposizione gratuitamente l’accesso riservato al database on line! 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A questo impegno si è associato quello del Mercato Agroche mettono in atto alimentare di Vignola, che fornisce le garanzie di propria competenza, prima fra tutte quelle una serie di iniziative igenico-sanitarie (tramite i prelievi operati dall’Usl e analizzati dall’ARPA), quelle legate alla a supporto qualità “gustativa” (grado di maturazione ottimale), e infine quelle relative alla identificaziodei produttori IL CONSORZIO DELLA CILIEGIA TIPICA ne e rintracciabilità dei prodotti venduti (la DI VIGNOLA “carta di identità” della frutta). nei confronti La valorizzazione delle produzioni cerasicole è La grande (e positiva) novità che si è avviata affidata al binomio Consorzio della Ciliegia Tia novembre di quest’anno ma che avrà ripercusdei consumatori pica di Vignola e il Mercato ortofrutticolo. I due sioni per i prossimi 5 anni, è rappresentata dalla enti hanno fin dall’inizio agito in sinergia fra realizzazione di un Progetto di Filiera da parte loro per aumentare il valore aggiunto della ciliegia. In particolare di una delle società concessionarie (la più importante, con il 95% i progetti portati avanti in questi ultimi anni allo scopo di realizdel fatturato totale del Mercato). La società Ortomercato Vignola zare una azione di promozione e valorizzazione dei prodotti srl, su suggerimento della Direzione del Mercato, partecipa infatti commercializzati dal nostro Mercato, sono stati numerosi: come “capo fila”, insieme a 24 aziende agricole e al Dipartimento Dal 1999 è attivo un sito web (in collaborazione con AITEC di Colture Arboree dell’Università di Bologna, ad un bando sul Vignola) dedicato al Mercato, in cui gli operatori possono trovare Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 - Asse 1 “Miglioramento della le statistiche aggiornate relative alle produzioni e ai prezzi( http:/ competitività del settore agricolo e forestale” – Progetti di Filiera. /www.comune.vignola.mo.it/mercato/). Dal 2002 è stato attivaGli obiettivi di tale bando sono volti ad accrescere la competitito, primo in Italia, anche un servizio di invio dei listini via SMS. vità delle imprese attraverso l’integrazione tra i vari soggetti Questi importanti servizi sono di primaria importanza in quanto operanti nell’ambito delle diverse filiere, mirando al rafforzamenrispondono all’esigenza di rendere massima la diffusione delle to della componente agricola, all’aumento della distintività delle informazioni sui prezzi di vendita. produzioni, al sostegno all’internazionalizzazione, mantenendo Dal 2001 è stato avviato, tramite una convenzione con l’Azienla coesione e l’integrazione dei sistemi socio-economici territoriada U.S.L. di Modena, il Progetto “LE REGOLE D’ORO”. Questo li, salvaguardando le risorse ambientali, valorizzando la multiprogetto (primo in Italia), nasce da due semplici constatazioni: la funzionalità dell’impresa agricola e il suo ruolo di servizio in prima riguarda la carenza di informazione sui prodotti agricoli in materia di promozione, valorizzazione e tutela dell’ambiente e generale e sulle produzioni frutticole di qualità, come le nostre, in del territorio. Nel bando sono previsti naturalmente finanziamenparticolare; la seconda è la sempre più pressante richiesta di ti su diverse azioni fino ad un massimo del 70% a fondo perduto. garanzie sui prodotti alimentari da parte del consumatore. ProIl progetto presentato in Regione (e approvato il 03/11/2010) prio per rispondere a queste esigenze abbiamo voluto dare visibiprevede un investimento finanziabile di circa 2.400.000 euro e lità all’applicazione del Sistema di Autocontrollo (ai sensi del rappresenta l’unico esempio regionale e uno dei pochissimi a D.Lgs. N. 155 del 26/5/97 e definito con un acronimo inglese livello nazionale. Il successo di un progetto di filiera che aggreghi H.A.C.C.P.) per gestire la sicurezza di tutte le fasi della produzioun così alto numero di aziende agricole e avente come capo fila la ne di alimenti: un gruppo di Agricoltori conferenti al Mercato, ha società concessionaria del Mercato, rappresenterebbe senza dubvoluto anticipare bio un primo importante passo verso la costituzione di una O.P. quella che sarà (Organizzazione di Produttori). Tale Organizzazione è fortemente obbligatoria a incentivata a livello comunitario (con una percentuale di finanzia- nei diversi territori n. 38/2011 [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] mento annuale fissa sul fatturato), in quanto la presenza di un’offerta concertata o coordinata dei prodotti è considerata come un necessario fattore di consolidamento strutturale delle imprese produttrici e di promozione della loro forza di mercato, meritevole pertanto di una disciplina di favore. Tratto da: S. Zocca. Produzione, commercio e promozione delle ciliege a Vignola. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011. IL CONSORZIO CILIEGIE D’ITALIA Il 7 giugno 2007 presso Bisceglie (Ba), è stato costituito il “CONSORZIO CILIEGIE D’ITALIA”, un ente volontario, senza fini di lucro. Il Consorzio nasce dall’idea di unire le esperienze delle zone di produzione italiane di ciliegie di qualità, che si distinguono per caratteristiche pedo-climatiche e calendario di maturazione e che hanno, fra loro, un minimo comune denominatore consistente nella storia della coltura del ciliegio. Si è pensato quindi di mettere in sinergia la cerasicoltura pugliese, quella emiliana e quella trentina con la prospettiva di presentarsi al consumatore offrendo un prodotto a marchio unico, facilmente riconoscibile, ma soprattutto garantibile per l’intero calendario merceologico della ciliegia. Le zone di origine consorziate hanno caratteristiche di coltivazione differenti: la raccolta inizia a Bisceglie ai primi di maggio, continua a Vignola dal 20 maggio al 10 luglio circa, e termina in Trentino a metà agosto; sfruttando quindi al meglio la precocità pugliese e la tardività trentina e integrando (specialmente per le ultime varietà del calendario) con opportune tecniche di frigo-conservazione, l’obiettivo che ci si prefigge è quello di essere presenti sul mercato con un prodotto di provenienza nazionale dai primi giorni di maggio agli ultimi di agosto. Le varietà che potranno usufruire del marchio nazionale sono quelle definite nei singoli regolamenti di produzione degli aderenti al consorzio. Ogni consorzio o associazione aderente mantiene il proprio marchio e il disciplinare di produzione, garantendo nel contempo la provenienza e la qualità del prodotto, sotto coordinamento del Consorzio Ciliegie d’Italia che promuove, propaganda e controlla il percorso dell’intera filiera; in questo modo il mercato e la Grande Distribuzione italiana ed estera avranno un’ulteriore garanzia di reperimento di prodotto nazionale di alta qualità. Tratto da: W. Monari, G. Porcelli. Il nuovo “Consorzio Ciliegie d’Italia”. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011. IL PROGETTO DI SANT’ORSOLA PER LA VALSUGANA A metà degli anni ’90 la cerasicoltura trentina si trovava in una situazione di “impasse”, con alcune criticità quali: costi delle operazioni colturali e della raccolta troppo elevati;impossibilità di realizzare qualsiasi tipo di coperture, rendendo irrealizzabile la prevenzione di alcune avversità (marciumi, spaccature) e con- Terra e Vita 55 seguentemente il mantenimento di una elevata shelf life;Presenza di un numero elevate di varietà, molte delle quali non rispondenti alle esigenze di gestione della fase post-raccolta, fase distributiva e fase commerciale; Evidenza di molti problemi legati ad inefficace ed inefficiente impollinazione. A partire dalla situazione di difficoltà e dall’analisi delle criticità evidenziate, prese origine il progetto di una nuova cerasicoltura per il Trentino: “cento ettari in 10 anni”, promosso dalla cooperativa Sant’Orsola in alcune vallate del Trentino (Valsugana, valle dei Mocheni, Val di Non, Bleggio e Lomaso), con la collaborazione dei dirigenti e dei tecnici dell’Assessorato all’Agricoltura della Provincia Autonoma di Trento e dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige (oggi fondazione Mach). La ricerca di soluzioni al problema fu avviato (ma anche stimolato) a seguito di una fusione societaria, quella tra la cooperativa di Susà di Pergine (Valsugana – Trentino), specializzata nella produzione e commercializzazione di ciliegie, e la cooperativa Sant’Orsola (Valsugana – Trentino), specializzata nella produzione e commercializzazione di fragole e piccoli frutti. Le strategie applicate per la soluzione delle problematiche fecero riferimento a: - Introduzione di portinnesti semi-nanizzanti (tra tutti Gisela 5 e Gisela 6 con sesti di impianto di 3,80/4,20 tra le file x 1,50/2,00 sulla fila); - Introduzione di varietà a maturazione tardiva, caratterizzate da elevata qualità e conservabilità (tra tutte Kordia e Regina, con le relative e specifiche varietà impollinanti), reperite a seguito di molteplici viaggi-studio; - Introduzione di mezzi di prevenzione della spaccatura dei frutti (diversi sistemi di copertura con funzione antipioggia ed antigrandine); - Introduzione di sistemi di induzione all’incremento della pezzatura e della qualità (tecniche di diradamento); - Ottenimento di un corretto equilibrio vegeto-produttivo nella pianta (potature invernali e a verde). L’obiettivo di raggiungimento dei 100 ettari di cerasicoltura specializzata è oggi ampiamente ottenuto (circa 150 ettari a oggi). Infatti, molte zone in Trentino, anche fino ai 1000 m slm, si sono rivelate idonee alla coltivazione di nuove varietà di ciliegio su portinnesti medio-deboli, con durate dell’impianto più che soddisfacenti, qualora vengano applicate in modo ottimale le tecniche colturali. Poiché per l’impianto è necessario un ingente capitale iniziale e poiché le dimensioni medie aziendali sono molto ridotte, si deve quotidianamente agire nella direzione di una ottimizzazione dei costi. Dal punto di visto delle strategie di marketing e commerciali, è necessario operare costantemente per promuovere il consumo di ciliegie in un periodo non tradizionalmente occupato da tale offerta (luglio – agosto). Il successo del progetto potrà essere mantenuto, infine, solamente attraverso una stretta e proficua collaborazione tra cooperativa, produttori e tecnici della consulenza. Tratto da: M. Scrinzi.Il progetto sul ciliegio in Trentino. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011. 56 [ UNA COLTURA DI SUCCESSO ] Terra e Vita CORNIOLA IN COLLINA Nella Romagna D a sempre i prodotti tipici italiani si distinguono per il loro stretto legame con il territorio. Un legame che per alcuni prodotti è più forte di altri. Tra i prodotti ortofrutticoli le ciliegie vantano molti esempi di tipicità legati a tradizioni a volte secolari e a territori di coltivazione ben definiti. Fra queste, un posto di primo piano va alla varietà Corniola, ciliegia coltivata nel Cesenate sin dal Rinascimento e conosciuta dai Romani con il nome di “Cornum”. La varietà è coltivata per lo più nelle colline e montagne del cesenate tra i fiumi Savio e Rubicone. Le peculiarità di questa cultivar sono l’epoca di maturazione molto tardiva e la consistenza delle drupe, unita a caratteristiche qualitative particolarmente interessanti. Per verificare tali caratteristiche, è stato condotto uno studio mettendo a confronto Corniola con altre due varietà a maturazione tardiva: l’autofertile di origine canadese Sweetheart®Su Corniola. mtare e una varietà tradizionale del IL CONSORZIO DELLE AMARENE BRUSCHE DI MODENA In provincia di Modena e nella tradizionale area di coltivazione del ciliegio dolce (Prunus avium) era da sempre coltivato anche il ciliegio acido (Prunus cerasus). Le tecniche di coltivazione che abbiamo messo a punto in questi anni, dice A.M. Levi dell’azienda agricola Mugnano in provincia di Modena partono da piante riprodotte per via meristematica. Il sesto migliore che abbiamo individuato è 6,5 x 5 metri. Questo sesto così largo, oltre a ridurre quasi al minimo l’ombreggiamento, consente il miglior utilizzo del cantiere di raccolta. Le piante vengono allevate ad albero libero normalmente con 3 primari cercando di tenere le piante abbastanza “aperte” in modo da favorire al massimo la luce del sole. La potatura è abbastanza ridotta anche perché la pianta mal sopporta una potatura intensa. Tra le file manteniamo il terreno inerbito e diserbato lungo la fila. Nei nostri terreni non è necessario un impianto di irrigazione anche perché la pianta resiste abbastanza alla siccità estiva. Se correttamente potata non abbiamo problemi di alternanza nelle produzioni. Nelle nostre zone il ciliegio acido richiede relativamente pochi trattamenti antiparassitari principalmente contro monilia e afidi. La raccolta viene effettuata con le stesse macchine per la raccolta delle prugne ma utilizzando dei bins in plastica a tenuta precedentemente riempiti con 10/15 centimetri d’acqua fredda. Questo accorgimento serve per evitare lo schiacciamento dei frutti e per abbassare fin da subito la temperatura dei frutti. A mano a mano che i bins vengono raccolti vengono portati su diverse piattaforme sparse nell’azienda agricola dove inizia immediatamente l’idrocooling ovvero il lavaggio e raffreddamento con acqua fredda. In azienda utiliz- n. 38/2011 vignolese, il Durone Nero III. Lo studio rientra in una indagine più ampia svolta in un biennio intitolata “Nuove varietà e selezioni di ciliegio per la collina romagnola” che ha ha preso in considerazione alcune selezioni e varietà frutto del lavoro di miglioramento genetico del CMVF – DCA dell’Università di Bologna ed altre varietà di diversa provenienza situate in due località del cesenate, Monteleone e Carpineta. I risultati ottenuti appaiono senz’altro interessanti. Corniola, si mette in evidenza soprattutto per l’eccezionale consistenza della polpa, maggiore persino a quella registrata dai classici “duroni” di Vignola. La varietà romagnola presenta anche una pezzatura maggiore rispetto alla canadese Sweetheart®Sumtare e un ottimo rapporto tra contenuto in zuccheri e acidi della polpa. In definitiva si può definire Corniola una interessante varietà tipica dell’areale romagnolo, senz’altro da valorizzare e da promuovere anche per i nuovi impianti con l’adozione delle tecniche della moderna cerasicoltura specializzata. Tratto da: L. Babbini , S. Lugli. Indagine sulla qualità dei frutti di Corniola, varietà di ciliegio tipica dell’areale collinare romagnolo. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011. ziamo l’acqua di un pozzo artesiano a 13° e, a volte in caso di spedizioni lontane, aggiungiamo barre di ghiaccio. I bins restano quindi con acqua corrente fredda dal momento della raccolta fino alla spedizione che avviene due volte al giorno. Le amarene raccolte al mattino normalmente vengono caricate a mezzogiorno e quelle del pomeriggio alla sera. L’amarena infatti è un prodotto altamente deperibile: l’alto grado zuccherino e l’alta acidità residua favoriscono infatti l’immediata partenza di fenomeni fermentativi. Le diverse varietà di ciliegio acido raggiungono alla maturazione un diverso grado zuccherino. A seconda degli anni e dell’andamento stagionale, delle varietà più precoci e più tardive il grado brix varia da 16° fino a 22°-24°. A Modena infatti fin dai tempi antichi esisteva l’usanza di fare in casa e presso i fornai delle marmellate di amarene per i dolci tradizionali. Da qui venne l’idea di chiedere un riconoscimento a Bruxelles per la CONFETTURA DI AMARENE BRUSCHE DI MODENA IGP. Il riconoscimento, trattandosi di un prodotto trasformato, riguarda una filiera tra produttori e trasformatori sottoposta a tutta una serie di controlli (origine, tracciabilità, metodologie di trasformazione, ecc.). Il riconoscimento è particolarmente prestigioso in quanto è stato il primo assegnato nell’ Unione Europea ad una confettura. La primissima campagna sperimentale di produzione della confettura IGP fu fatta nel 2009 per mettere a punto la metodologia e la prima, se pur piccola, produzione vera e propria è del 2010. Dopo le prime esperienze presso la mia azienda altri soci della Cooperativa Modenese Essiccazione Frutta (di cui sono Presidente) hanno impiantato frutteti di ciliegio acido raggiungendo così ad oggi una superficie totale di 68 ettari. Tratto da: A.M. Levi. La riscoperta delle amarene. Abstract Convegno nazionale del ciliegio, Vignola (Mo) 8-10 giugno 2011.