14 Impresa & territori Il Sole 24 Ore Venerdì 22 Gennaio 2016 - N. 21 AP/LAPRESSE Tlc. Oggi l’amministratore delegato Cook in Italia per presentare al premier Renzi l’investimento che vale 600 posti di lavoro A Napoli il centro ricerca Apple Nel laboratorio saranno sviluppate le applicazioni iOS per dispositivi mobili CAMPANIA Vera Viola NAPOLI p«Apple ha comunicato che aprirà a Napoli una bella realtà di innovazione con circa 600 persone, una sperimentazione veramente intrigante. È ufficiale»: intorno alle 10 ieri mattina l’annuncio a sorpresa del premier, Matteo Renzi. «Domani (oggi ndr) Tim Cook sarà qua. Ci parleremo dopo l’incontro a Milano di novembre scorso e dopo l’ottimo accordo tra governo e Apple sul- le pendenze fiscali - ha aggiunto il presidente del Consiglio - Ci sono anche cento milioni di euro di investimento di Cisco in Italia, tra Vimercate a Scampia». Cisco, infatti, investirà in Italia nei prossimi tre anni per accelerare il processo di digitalizzazione. La multinazionale di Cupertino quindi, all’ombra del Vesuvio, apre il primo Centro di sviluppo app d’Europa. Fornirà agli studenti competenze pratiche e formazione sullo sviluppo di applicazioni per iOS, il suo sistema operativo per dispositivi mobili. «L’Europa è la patria di alcuni degli sviluppatori più creativi al mondo e siamo entusiasti di aiu- tare la prossima generazione di imprenditori in Italia ad acquisire le competenze necessarie per avere successo - dice Tim Cook, Ceo di Apple -. Il fenomenale successo dell’App Store è una delle forze trainanti e presenta opportunità illimitate». Il Centro di sviluppo App iOS sarà situato in un istituto partner a Napoli. Apple lavorerà con partner in tutta Italia che forniscono formazione per sviluppatori per offrire opportunità agli studenti. «La società – si legge in una nota - prevede di ampliare questo programma estendendolo ad altri paesi a livello mondiale». L’azienda già supporta oltre 1,4 milioni di posti di lavoro, tra cui 1,2 milioni della comunità di creatori di app, ingegneri software e imprenditori che creano app per iOS. In realtà sembra che proprio la crescita senza precedenti di App Store ha aiutato gli sviluppatori in Europa a guadagnare oltre 10,2 miliardi di euro dalla vendita delle loro app in tutto il mondo. In Italia, ha creato oltre 75.000 posti di lavoro. Per il presidente della Giunta regionale Vincenzo De Luca la sede del nuovo centro Apple potrebbe essere a Bagnoli. «Non è da escludere – ha detto – A questo investimento stavano lavorando da tempo il governo e l’istituto per il commercio estero. È un risultato straordinario che conferma l’impegno del governo per la Campania. Dopo Terra dei fuochi, Bagnoli, Pompei e la Reggia di Caserta ora viene l’occupazione». In realtà, la Campania vantano la presenza di un sistema di ricerca nel campo dell’ict che senza dubbio può essere considerato un fattore di forte attrazione di investimenti. L’ultima valutazione Anvur vede tutte le università campane piazzate al vertice delle classifiche. Inoltre ai corsi legati all’Ict in Campania si registrano circa mille iscrizioni l’anno: un numero alto così come quello dei laureati che si collocano bene anche in aziende anche straniere. Nè si può dimenticare la presenza dei Distretti tecnologici che desinato all’Ict una parte consistente dei propri studi, gli istituti del Cnr i consorzi Cini e Cnit , il centro di competenza regionale nato nel 2007, l’Enea. Insomma, un sistema che dialoga anche grazie alla banda ultralarga che connette tutti gli atenei della regione – e lavora in sinergia con le imprese, non solo le grandi che oggi meno presenti, ma anche con un nocciolo duro di virtuose piccole e medie aziende. © RIPRODUZIONE RISERVAT Il quartier generale. Il Campus sede della Apple a Cupertino in California I numeri 600 1,4 I nuovi posti di lavoro I ricercatori lavoreranno in un nuovo laboratorio Indotto globale di addetti Apple Circa 1,2 milioni sono gli sviluppatori di applicazioni milioni Accordo con Ei Towers I casi Padova prima città con Internet delle cose In Italia molti poli tecnologici globali Celestina Dominelli Andrea Biondi pL’Internet delle cose sbarca a Padova. Ieri, infatti, il comune veneto e Nettrotter, controllata di Ei Towers, hanno annunciato una partnership grazie alla quale Padova sarà la prima città italiana interamente coperta dalla nuova rete wireless Lpwan (lower power wide area network) di Nettrotter, che è l’unica società licenziataria in Italia della tecnologia Sigfox, dedicata alla sensoristica e, per l’appunto, all’Internet delle cose, cioè all’evoluzione dell’uso della rete che consente agli oggetti di rendersi “riconoscibili” e di comunicare delle informazioni su se stessi. Grazie a questa partnership, la città - che da tempo è impegnata, attraverso l’assessorato e il settore servizi informatici e telematici, nell’adozione dell’agenda digitale -, potrà disporre, nell’ambito del programma Padova Smart City (di cui fanno parte tutte le realtà cittadine), di una infrastruttura di rete molto evoluta accanto alla fibra ottica comunale e al wi-fi. Le ricadute della partnership annunciata ieri sono infatti le più svariate: dal monitoraggio ambientale (rilevamento dei vari tipi di agenti inquinanti, rumore, condizioni climatiche) alla gestione dell’illuminazione pubblica (efficientamento energetico attraverso smart-lighting), dal controllo dei parcheggi al monitoraggio di flussi di persone e mezzi, fino all’ottimizzazione dell’asporto rifiuti e al miglioramento della sicurezza degli edifici. La rete padovana è costituita da un numero limitato di nodi che ricevono i dati dai sensori distribuiti sul territorio cittadino. La tecnologia Lpwan usa infatti una frequenza libera (868 MHz), non soggetta a licenze, che in pratica consente a un sensore di essere rilevabile anche a cinque chilometri di distanza. I sensori sono alimentati a batterie, che hanno una durata superiore ai cinque anni. Insomma, una struttura molto “leggera” che soddisfa le caratteristiche tipiche dell’Internet delle cose: semplicità d’uso, costo contenuto e basso consumo energetico. Padova, però, è solo il primo tassello del percorso. Nelle prossime settimane, infatti, Nettrotter ultimerà anche la copertura di Milano e Roma ed, entro la fine del primo trimestre 2016, la rete sarà disponibile in altre 50 città italiane. Con l’obiettivo, poi, di procedere alla copertura di tutto il territorio nazionale. «Questo tipo di rete - aveva spiegato il numero uno di Ei Towers, Guido Barbieri, in un colloquio con il Sole 24 Ore a ottobre in occasione della firma dell’accordo con Sigfox che ha portato alla nascita di Nettrotter - ha bisogno di una infrastruttura e di vicinanza all’alimentazione elettrica. Con la rete Sigfox non servono 10-15mila punti, ma ne occorrono molto di meno. È una configurazione abbastanza simile alla rete broadcast con pochi punti sul territorio». © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO pLo sbarco di Apple a Napoli con un suo centro di sviluppo aggiunge un altro tassello al mosaico dei centri di ricerca e sviluppo propri che le multinazionali hanno in Italia e che sono peraltro destinati ad aumentare. Lo dimostra per esempio il caso di Ge Avio che ha progettato di investire 200 milioni di dollari in centri di ricerca e sviluppo in tre regioni: Piemonte, Puglia e Campania. Dalle reti, ai computer, ai circuiti, alla domotica, l’ambito dei settori per i quali le multinazionali hanno scelto l’Italia come teatro di centri di ricerca e sviluppo è comunque abbastanza vario. Solo per fare qualche esempio, Cisco (che due giorni fa ha annunciato ulteriori investimenti in Italia) a Vimercate (Mb) ha Cisco Photonics, il centro di ricerca e sviluppo sulle tecnologie per le reti ottiche di nuova generazione che guida le attività di Cisco in questo settore a livello globale. Vimercate ospita anche i centri diricercaexAlcatel-Lucent(da metà gennaio Nokia a tutti gli effetti, dopo la fusione) con circa 250 dipendenti. Anche in questo caso, il sito di ricerca e sviluppo di Vimercate era per Alcatel-Lucent il principale centro di riferimento mondiale nel settore delle comunicazioni basate su microonde. Comprende però anche laboratori per la ricerca sulle tecnologie ottiche. Il microwave è anche l’ambito core per il centro di ricerca italiano della cinese Huawei. Il gigante asiatico – attivo nelle reti e apparati oltre che sui device per le tlc – ha a Segrate (Milano) un centro (il cui primo nucleo risale al 2008, ma che nella sua versione attuale si può datare con inizio di attività al 2011) all’interno del quale lavorano un centinaio di persone e che per Huawei è centro di competenza mondiale per le tecnologie microwave. Dalla Lombardia a Roma, dove ad avere un centro di ricerca per lo sviluppo di software è la Ibm che ha da poco rinnovatoalsuastrutturadiverticein Italia con Nicola Ciniero nel ruolo di presidente ed Enrico Cereda in quello di ad. Il centro sviluppo di Ibm è stato avviato nel 1979 e vi lavorano 500 sviluppatori (7mila i dipendenti di Ibm nel complesso in Italia). Scendendo ancora più a Sud, a Napoli c’è un centro progettazione di St Microelectronics, con 120 persone al lavoro su un complesso di dipendenti che in Italia si attesta attorno alle 9.800 unità. Sempre in Campania, a Pagani (Sa) ha uno dei suoi tre centri di ricerca la svedese Ericsson. Sono più di 800 i ricercatori distribuiti fra le sedi di Pagani, Genova e Pisa. Pisa è focalizzato sullo sviluppo delle tecnologie fotoniche. Genova sullo sviluppo della reti di nuova generazione . A Pagani i ricercatori Ericsson si occupano della piattaforma sia hardware sia software della centrale di commutazione elettronica valida per comunicazioni mobili e fisse. © RIPRODUZIONE RISERVATA