L’ evoluzione dell’Uomo Dai primati al genere Homo I Primati Il gruppo dei primati comprende l’uomo, tutte le specie delle scimmie, i lemuri e i tarsi. Il fossile di primate più antico finora ritrovato risale a 55 milioni di anni fa, ma probabilmente comparvero molto tempo prima. Erano animali arboricoli. Le loro caratteristiche erano… 1. La Visione Binoculare Gli occhi grandi e frontali dei primati garantiscono la percezione della profondità, in virtù della sovrapposizione dei campi visivi. La visione cromatica agevola il riconoscimento degli oggetti caratterizzati da colori vivaci, tra il verde del fogliame. 2. Le Mani Prensili I primati possedevano zampe provviste di dita. Ciò agevolò l’evoluzione degli arti anteriori in mani, adatte a una presa sia di potenza, sia di precisione. 3. Le Dimensioni dell’Encefalo Un grosso encefalo facilita la coordinazione per la visione binoculare e per i movimenti di precisione delle mani. Le maggiori dimensioni dell’encefalo sono espressione di elevata abilità nel vivere in un sistema sociale complesso. La socialità garantisce alti tassi di sopravvivenza e di riproduzione. Gli Ominidi Nella famiglia degli ominidi sono classificati l’uomo e i suoi antenati estinti. La linea evolutiva degli ominidi si è staccata da quella dei primati tra i 5 e gli 8 milioni di anni fa. Il ritrovamento più antico è stato portato alla luce in Ciad nel 2002: risale a 6-7 milioni di anni fa e appartiene alla specie Sahelanthropus tchadensis. Sahelanthropus tchadensis Questo cranio possiede alcune caratteristiche tipiche degli ominidi, ed altre proprie delle scimmie. È la testimonianza del momento della nostra storia evolutiva, in cui avveniva la biforcazione della linea degli ominidi da quella dei primati. Australopithecus I ritrovamenti più completi risalgono a 4 milioni di anni fa e appartengono al genere Australopithecus. Avevano gambe corte, ma si muovevano già in posizione eretta. L’Australopithecus più antico, A. Anamensis, fu rinvenuto nel 1993 in Etiopia in fossili risalenti a 3,9 o 4,1 milioni di anni fa. A. Afarensis, il secondo Australopithecus più antico, fu scoperto nel 1974: fu ribattezzato Lucy. L’ Australopithecus si è estinto 1,2 milioni di anni fa. Da tempo si era differenziato da questa specie il genere Homo. L’Uomo di Neanderthal I Neanderthal avevano una muscolatura poderosa, camminavano in posizione eretta, sapevano fabbricare utensili di pietra e praticavano il culto dei morti. « Se si potesse reincarnare un Neanderthal e porlo nella metropolitana di New York, opportunamente lavato, sbarbato e modernamente vestito, si dubita che potrebbe attrarre alcuna attenzione» (William Straus, paleontologo alla John Hopkins University). Si è assai dibattuto se l'uomo di Neanderthal sia da considerare una sottospecie di Homo sapiens, oppure se sia una specie autonoma. La sua scomparsa in un tempo relativamente breve è un enigma scientifico oggi attivamente studiato. L’Homo Sapiens La nostra specie comparve 150 000 anni fa. I Sapiens convissero per decine di migliaia di anni con i Neanderthal. Molte delle conoscenze sui Sapiens ci sono pervenute da fossili risalenti a circa 90 mila anni fa, noti come uomini di Cro-Magnon. Questi sapevano fabbricare strumenti di precisione e produrre arte… Le Pitture Rupestri Pitture rupestri nella grotta di Lascaux, a Montignac in Francia. Pitture rupestri nella grotta di Altamira, Spagna. Le Migrazioni del genere Homo Il genere Homo migrò dall’Africa negli altri continenti. Due sono le teorie che intendono spiegare le dinamiche del fenomeno: 1. I Sapiens sarebbero nati in Africa e da lì si sarebbero spostati, sostituendo gradualmente le altre specie di ominidi. 2. I Sapiens si sarebbero evoluti contemporaneamente in molte regioni dalla specie H.erectus, già diffusa nei continenti (ipotesi multiregionale). E così… …cominciarono “dell’umane genti / le magnifiche sorti e progressive” - anche se le evoluzioni culturali hanno, al giorno d’oggi, più rilevanza di quelle biologiche, ciò non significa che l’evoluzione non sia ancora in atto…