IL CAFFÈ 1° maggio 2011 10 C1POLITICA @ www.ti.ch www.ppd-ticino.ch www.partitocomunista.ch Una ragnatela di “lobby” in parlamento Tutti i deputati che fanno parte di gruppi di interesse dichiarati e occulti CLEMENTE MAZZETTA Chi rappresenta chi? Ovvero quante e quali sono le lobby che sono riuscite ad entrare nella stanza dei bottoni, in parlamento? Alcune in forma decisamente esplicita, come quella della Camera di commercio o degli impresari costruttori, come pure dell’agricoltura, visto che si erano presentate apertamente con tanto di manifesti e candidati interpartitici nel corso della campagna elettorale. Altre in modo surrettizio. Quasi senza colpo ferire. Ad esempio, non fanno lobby dichiarata, ma anche questa volta fra i 90 deputati, di cui 31 all’esordio, la professione più rappresentata, presente in tutti i partiti è quella degli avvocati : ce ne sono ben 15 disseminati fra il Plrt, il Ppd, il Ps, e i Verdi. Soltanto tre gli operai, una decina i pensionati, 4 gli imprenditori, 6 i medici, 7 fra ingegneri e architetti, 3 i fiduciari, 4 gli studenti, 6 fra sindacalisti e affini ( nutrito il gruppo dell’Ocst) e solo un paio i docenti. E poi di tutto un po’: postini, panettieri, elettricisti, impiegati, soprattutto nella Lega che ha una rappresentanza sociale eterogenea e popolare. Ma vediamo quali sono gli eletti che, trasversali ai vari partiti rappresentano interessi di settore, sia perché si sono presentati per tutelare un “interesse” specifico, Esponenti degli impresari, del mondo agricolo, e come sempre molti avvocati e notai vuoi dell’industria, del commercio, o perché fanno parte di una categoria, di un’associazione, di un gruppo. Ebbene, se due esponenti di una stessa associazione possono rappresentare un gruppo di pressione, allora la nuova legislatura annovera la lobby non ufficiale di Comunione e Liberazione con Giorgio Salvadè (Lega) e Sergio Morisoli (Plrt) fra i banchi del parlamento. Dichiaratissima ma con poca fortuna la lobby di GastroTicino che, con l’obiettivo di tutelare la ristorazione e l’albergheria, ma anche il turismo, aveva sponsorizzato il responsabile della comunicazione Alessandro Pesce (Ppd) e il segretario cantonale Gabriele Beltrami (Plrt). Causa il calo dei due partiti di centro, nessuno di loro è stato eletto. Successo invece dei candidati vicini al settore dell’agricoltura e a quello vitivinicolo: ne hanno piazzati ben otto. Si va dal segretario agricolo Cleto Ferrari, transfuga dal Ps, eletto nelle fila della Lega e poi a seguire: Fabio Badasci (Lega), Gianrico Corti (Ps), Fiorenzo Dadò (Ppd), Michela Delcò Petralli (Verdi), Giacomo Garzoli (Plrt), Lorenzo Orsi (Plrt) per finire a Norman Gobbi che è entrato persino in governo. Tutti figuravano fra i so- Il personaggio chele Barra impresario di Ascona; Cleto Muttoni, presidente della Ssic (Ppd) e il plrt Paolo Ortelli, direttore del settore formazione, invece non ce l’hanno fatta. Barra potrà contare sull’appoggio del giovane ingegner Paolo Pagnamenta (Plrt), stenitori del mondo dell’agricoltura nel corso della campagna elettorale. Anche la lobby degli impresari, pur avendo perso un pezzo da novanta come Edo Bobbià, ritiratosi “in pensione” dopo quattro legislature, ha piazzato in parlamento il leghista Mi- 15 avvocati Branda Mario, Ps Bacchetta-C. Fabio, Ppd Beretta Piccoli Luca, Ppd Caimi Carlo Luigi, Ppd Pagani Luca, Ppd Agustoni Maurizio, Ppd Delcò Petralli Michela, Verdi Garzoli Giacomo, Plrt Quadranti Matteo,Plrt Badaracco Roberto, Plrt Dominé Jean-François, Plrt Brivio Nicola, Plrt Giudici Andrea, Plrt Viscardi Giovanna, Plrt Steiger Stefano, Plrt Le professioni in parlamento 7 sindacalisti Lurati Saverio,Ps Jelmini Lorenzo, Ppd Guidicelli Gianni,Ppd Bassi Lorenzo, Ppd Franscella Claudio, Ppd Pronzini Matteo, Mps-Pc Ghisolfi Nadia, Ppd 4 imprenditori Barra Michele, Lega Bignasca Attilio, Lega Dadò Fiorenzo, Ppd Bordoni B. Francesca, Ppd che fa parte del mondo dell’imprenditoria, ma che ce l’ha fatta tutta da solo. Miglior risultato l’ha ottenuto la Camera di commercio che è riuscita ad eleggere due suoi vicedirettori Marco Passalia (Ppd) e Rinaldo Gobbi (Plrt). Non poteva mancare la 10 pensionati Bignasca Mirto, Lega Bergonzoli Silvano, Lega Pantani Rodolfo, Lega Lurati Ivano, Lega Cereghetti Bruno, Ps Corti Gianrico, Ps Cavalli Francesco “Cick”, Ps Beretta-Piccoli “Gerri”, Verdi Polli Maristella, Plrt Galusero Giorgio, Plrt 7 Ingegneri /architetti Paparelli Angelo, Lega Storni Bruno, Ps Canevascini Fabio,Ps Canepa Luigi,Ppd Gianora Walter, Plrt Orsi Lorenzo, Plrt Pagnamenta Paolo, Plrt 6 medici Salvadè Giorgio, Lega Malacrida Roberto, Ps Denti Franco “Chino”, Ppd Peduzzi Paolo,Ppd Del Bufalo Alessandro, Plrt Del Don Orlando, Udc 3 fiduciari Rusconi Pierre, Udc Pinoja Gabriele, Udc Solcà Corrado, Plrt lobby dei medici con Alessandro del Bufalo (Plrt), Giorgio Salvadè (Lega) Franco Denti (Ppd), Paolo peduzzi (Ppd), Roberto Malacrida (Ps), Orlando Del Don (Udc) e quella dei sindacalisti che con Matteo Pronzini (Unia) riporta la sinistra extraparlamen- La curiosità Dove sono andati a finire i candidati condannati Sul foglio ufficiale di un mese fa erano stati segnalati agli elettori come candidati non proprio “immacolati”, ovvero condannati per una serie di reati, la maggior parte per infrazioni alla legge sulla circolazione. Erano 15: ne sono stati eletti due, Corrado Solcà per il Plrt e Raffaele De Rosa del Ppd, entrambi con alle spalle infrazioni gravi alle 4 studenti norme della circolazione. Di Giuliano Bignasca Guerra Michele, Lega invece si ricordava la condanna “per pubblica Rückert Amanda, Lega istigazione al crimine e alla violenza, minacce”: Gysin Greta, Verdi come è andata a finire? Ha ricevuto 52 mila preSavoia Michelle, Verdi ferenze, il suo partito ha vinto le elezioni, la Lega ha raddoppiato i seggi in governo. Aveva ragione il fratello Attilio: “Tanto ci votano lo stesso”. Bignasca però non è stato eletto in governo: quarto, su cinque. Non sono stati eletti i cinque candidati della Lega segnalati sul foglio ufficiale, ma Bruno Buzzini (violazione leggi sull’ edilizia) ha preso 26.400 voti, Ludwig Grosa (circolazione) 27.100, Omar Wicht (violenza, minaccia contro le autorità) 26.500, Maurizio Gilardi (circolazione) 27.600, Gianni Bergomi, condannato per 3 operai furto, violenza vie di fatto, 27.500. Non eletti anche Alessandra Noseda dell’Udc: 7.500 voti. Al palo nel Poggi Donatello, Lega Plrt Emanuele Verda 31.200 voti, Danilo Ceroni Badasci Fabio, Lega Cozzaglio Ivan, Ps 29.200, Michele Kauz 30.400, Giovanni Cadei 28.300. Idem per i ppd Matteo Mazzola (23.000) e Ivano Rizzi 23.900. Tutti “segnalati” per infrazioni al codice della strada. Le priorità della nuova legislatura per il presidente del Ppd in uno scenario politico totalmente nuovo L’intervista Jelmini: “Per far crescere il Ticino disponibili con tutti, ma non col Ps” “Dobbiamo essere consapevoli che qualcosa è cambiato irrimediabilmente e per sempre in questo cantone”. Il presidente ppd Giovanni Jelmini, affronta con realismo la nuova situazione: “C’è stato un ulteriore allontanamento della gente dalla politica e dal mio partito, che pure fra quelli storici ha tenuto meglio”. Quale sarà per lei il tema dominante della prossima legislatura? “Spero sia quello della crescita economica e dell’occupazione”. E gli sgravi fiscali della Lega, e l’amnistia di Sadis? “Sono temi che si dovranno affrontare al più presto. Le revisioni in materia tributaria vanno decise all’inizio della legislatura”. Dal 10 aprile il Ticino è cambiato per sempre, cosa è capitato? “È successo che il partito di maggioranza relativa, che per 60 anni ha avuto la leadership, ha perso il primato. Non solo, ora ha un problema al suo interno visto che non si sa se parlerà con una sola voce o con due”. E adesso chi guida il Ticino? “Il Plrt non più, la Lega neppure. Ha rifiutato il dipartimento delle finanze e dell’economia. Non c’è un partito leader, ma quattro che dovranno trovare delle soluzioni”. Condannati a convivere? “È un dato di fatto, ma non è per forza un fattore negativo. Il Plrt dovrà abituarsi a discutere con gli altri sullo stesso piano”. La Lega però pone degli ultimatum: cosa ne pensa? “Che è un ulteriore problema. Non L’offensiva antinucleare di Pronzini, sindacalista duro e puro eletto a sinistra del Partito socialista L’ultimo “trotzkista” in Gran consiglio raio contadino ticinese (Poct) poi Partito del lavoro (ora Pct), dopo essere espulso dal Ps nel 1933. Monetti di Mendrisio era chiamato il ‘Lenin Momò’. “Ora non siamo più nel ‘17 - aggiunge Pronzini -, però io mi considero ancora un marxista rivoluzionario che vuole il superamento del capitalismo, una società socialista e democratica, la socializzazione dei mezzi di produzione”. Concetti che dovrà tradurre nella “prosa” parlamentare per la quale si configura come “compagno” esterno del Ps. “Mi hanno chiesto se desidero partecipare a qualche commissione. Bene. Ma MATTEO PRONZINI La sinistra rivoluzionaria di nuovo in parlamento Ti-Press Matteo Pronzini, 41 anni, come l’ultimo dei mohicani. Ovvero di nuovo un sindacalista marxistatrotzkista in gran Consiglio. “Mi siederò in fondo, all’estrema sinistra, nel posto che è stato di Werner Carobbio, di Pino Sergi e prima ancora di Pietro Monetti, segretario del partito del lavoro ticinese”. È stato eletto con oltre 4 mila preferenze per la lista Mps-Pct e ha già presentato due interpellanze su temi antinucleari ed un’ iniziativa per introdurre nella costituzione il rifiuto esplicito dell’energia nucleare. Curiosità: quel Monetti che Pronzini ricorda fondò il Partito ope- tare dell’Mps fra gli scranni del legislativo, e poi il ps Saverio Lurati (Unia), e un nutrito gruppo dell’Oscst. Scarsamente rappresentato invece il mondo bancario e della finanza, se si esclude Sergio Morisoli. [email protected] sia chiaro, manterrò la mia autonomia, consapevole di operare all’interno di un parlamento dove i giochi sono già fatti, dove prevalgono le lobbies, gli interessi consolidati”. E quando gli si fa presente che anche lui fa parte di una lobby, quella dei sindacalisti, ribatte: “Degli operai piuttosto. Mi sono politicizzato da apprendista, sono entrato a 21 anni nel sindacato, ho partecipato alle lotte delle Officine di Bellinzona: sono questi gli interessi che difenderò. Per il lavoro, contro il dumping salariale, per l’occupazione: temi fondamentali per questo Ticino”. c.m. si tratta di sapere se ci sarà unità d’intenti fra Bignasca e i suoi ministri - lui continuerà a fare il Bignasca -, ma se ci sarà unità d’intenti fra i due consiglieri di Stato e il gruppo parlamentare”. E voi del Ppd? “Disposti a collaborare con qualsiasi forza politica che dimostri nei fatti di volere far crescere il Ticino”. Nessuna preclusione? “L’asse preferenziale sarà con le forze che vorranno far crescere questo cantone. Ma le differenze ideologiche non si possono negare: con il Ps sarà difficile trovare convergenze , come s’è visto in passato”. Nel 2009, aveva rivolto una serie di domande a Gendotti sulla scuola, le ripropone a Bertoli? “Certamente, quei temi devono essere affrontati per superare l’immobilismo di Gendotti. Confido in un’apertura mentale maggiore di Bertoli e in una capacità d’ascolto che Gendotti non ha avuto”. Oltre a quello della formazione, si ritorna a parlare dell’Aet. “L’Aet ha bisogno di poter lavorare in tranquillità. Mi ripeto: chi voleva cambiare avrebbe dovuto assumere il Dfe, non tirarsi indietro”. Fra i temi importanti la Cassa pensione dello Stato e il bilancio che andrà in “sofferenza”. “Sulla cassa pensione dovremo cercare delle soluzioni per evitare di pregiudicare le future generazione. Sul bilancio massimo controllo per evitare un indebitamente pubblico eccessivo, pur portando avanti i progetti per il Ticino, dalle aggregazioni, in particolare per il Mendrisiotto, alla promozione economica”. Il suo ruolo? “La sera del 10 aprile ho ripreso in mano le redini del partito. Condurrò il Ppd certamente fino a fine anno, e già a maggio penseremo alle federali, puntando a confermare i due seggi al Nazionale e Filippo Lombardi agli Stati”. c.m.