La follia 1.
Orlando e Don Chisciotte
Lezioni d'Autore
Miguel de Cervantes
Saavedra,
El ingenioso hidalgo
Don Quixote de la
Mancha, I parte,
1605, I ed.,
http://bibliotecadigital
hispanica.bne.es
Le date
Nel 1505 Ariosto inizia a progettare
l’Orlando furioso, che concluderà nel 1532.
Miguel de Cervantes pubblica nel 1605 la
prima parte del suo romanzo El ingenioso
hidalgo don Quixote de la Mancha.
Ne pubblicherà la seconda parte nel 1615.
Il dissolversi degli ideali del Rinascimento
Orlando e Don Chisciotte
aprono e chiudono un secolo che ha visto il
crollo della fiducia rinascimentale nelle
potenzialità dell’uomo di progettare e
trasformare il mondo.
Il Don Chisciotte
di Pablo Picasso
La Spagna del Don Chisciotte
Il contesto in cui viene scritta l’opera e in cui
si muovono i suoi protagonisti è la Spagna
del Siglo de oro, ma è anche la Spagna
reduce dalla sconfitta dell’Invencible
Armada.
Il pensiero scientifico porta avanti le istanze
rinascimentali relative alla possibilità di
progettazione e intervento dell’uomo
sulla realtà.
La letteratura si fa portavoce della crisi e
dello smarrimento dell’uomo di fronte a
una realtà incontrollabile e inconoscibile.
La condanna dei romanzi cavallereschi
Cervantes dichiara nel Prologo le sue
intenzioni: condannare i romanzi
cavallereschi e “distruggere l’autorità e il
favore che hanno nel mondo e fra il volgo”.
Contro la produzione che, dall’inizio del XVI
secolo, aveva avuto grande fortuna in Spagna:
- per la suggestione dei poemi epicocavallereschi italiani,
- per il contesto storico (la reconquista, le
guerre di Carlo V, i conquistadores del
Nuovo Mondo).
La materia letteraria come causa di follia
Alonso Quijada si trasforma in Don Chisciotte
della Mancia per seguire gli ideali
cavallereschi del tempo.
Cap. XXVI della I parte del romanzo
Don Chisciotte individua la causa della follia
di Orlando nell’aver letto i nomi di Angelica e
Medoro e nell’aver ascoltato il racconto del
pastore: si tratta, quindi, di una motivazione
della stessa natura della sua.
→ L’aver fruito di una narrazione ha generato
il comportamento folle dei due protagonisti.
Lo specchio deformante della follia
La realtà in cui si muove Don Chisciotte è ben
diversa da quella che lui percepisce nel suo
delirio.
Da questo contrasto nasce, inizialmente,
la comicità: tutti intorno a Don Chisciotte,
compreso il lettore, ‘vedono’ ciò che lui non
riesce a vedere.
Poi l’elemento parodistico lascia il posto a
una più profonda riflessione esistenziale
→ Il disinganno che nasce dallo scontro tra
la realtà e lo slancio ideale.
La guarigione e la morte
Per il mondo Don Chisciotte ha perduto la
ragione perché, a causa delle sue letture,
insegue il sogno cavalleresco, ma proprio la
guarigione dalla follia lo porterà alla
morte.
Don Chisciotte e Orlando Furioso (1/2)
La follia di Orlando inizia
a metà dell’opera e il
paladino segue un
percorso che va dalla
saggezza alla follia e
torna all’equilibrio e
all’assennatezza.
Il personaggio di Don
Chisciotte s’identifica
totalmente con la
condizione di pazzia.
Orlando viene travolto
dalla follia suo malgrado;
il suo comportamento
successivo è segnato
dall’assenza di controllo e
termina grazie a un
intervento esterno.
Alonso Quijada
sceglie di essere Don
Chisciotte e guarisce
per un’autonoma presa
di coscienza.
Don Chisciotte e Orlando Furioso (2/2)
Cervantes definisce
ironicamente il suo
personaggio
ingenioso ovvero
scaltro, astuto.
Orlando è definito
furioso già nel titolo. La
sua follia sarà la
materia del narrare, ma
del paladino
conosciamo anche
l’aspetto assennato.
Alonso Quijada è
insignificante
Don Chisciotte
eccelle proprio nel
momento in cui le
sue azioni sono
smisurate.
Orlando è il migliore
fintantoché è
assennato, diventa
moralmente riprovevole
da folle.
Don Chisciotte, la ‘scelta’ della follia
- Nella prima parte → effetti comicoparodistici;
- Nella seconda parte → l’amarezza del
disinganno.
L’Orlando Furioso di
Gustave Doré,
FINE
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