✔ Informazione ✔ Cultura e educazione ✔ Intrattenimento ✔ Musica ✔ Servizio e pubblica utilità 1. I generi dell’“informazione” Notiziario (lungo, flash, tematico) Documentario, reportage, inchiesta Dibattito/talk-show Diretta/Radiocronaca (anche sportiva) Filo diretto (dibattiti parlamentari e simili) Rassegna stampa (con commenti su notizie) Rubriche di servizio (meteo, viabilità, bollettino del mare e della neve, segnale orario, ecc.) Rubriche tematiche (salute, tempo libero, ecc.) Contenitore informativo (con dibattito, interviste, interventi di esperti, opinionisti, pubblico; anche notiziari, rubriche, musica) 1. I generi dell’“informazione” Documentario, reportage, inchiesta (a) Genere basato su raccolta di informazioni sul campo attraverso interviste e osservazione diretta (utilizza le potenzialità di riproduzione del reale proprie dei mezzi audiovisivi). Nasce come reportage di guerra, si afferma come documentario nel dopoguerra (grazie a registrazione magnetica e tecnica del montaggio), si sviluppa (soprattutto in tv e stampa) come inchiesta con obiettivi di svelamento e denuncia. Reportage come resoconto giornalistico in prima persona; più legato ad attualità; attribuito a un solo autore. Documentario più variato per temi (attualità e non) e approcci (carattere informativo, educativo, storico); toni e ritmi più narrativi. Inchiesta come investigazione giornalistica, su fatti del passato o del presente, realizzata in équipe. In radio, differenze relative soprattutto ai modi di narrazione. 1. I generi dell’“informazione” Documentario, reportage, inchiesta (b) Genere classico della radio (particolarmente diffuso negli anni ’50-’60); poi a lungo trascurato per esigenze di velocizzazione dell’informazione; oggi in ripresa nelle emittenti all news. Esempi di documentario radiofonico classico: - Inchiesta in Occidente, 1951, realizzata da team di radiocronisti (su vita politica, economica e culturale in Europa) - Luna nel pozzo, 1951, di Aldo Salvo (su ospedale psichiatrico) - La ricostruzione del Polesine, 1952, di Franco Schepis - Il viaggio in Italia, 1954, di Guido Piovene (sulle trasformazioni del Paese) - Clausura, 1957, di Sergio Zavoli (su vita in monastero) 1. I generi dell’“informazione” Dibattito/talk show Nasce come dibattito a più voci (toni pacati e presenza di un moderatore); si afferma (soprattutto in tv) come talk show (più spettacolare e aperto agli ascoltatori/spettatori). Varie formule legate al ruolo del conduttore (protagonista o moderatore), alla tipologia degli ospiti (personaggi o esperti, fissi e non, in studio o al telefono), alla partecipazione o meno del pubblico (via telefono). Antesignani radiofonici: Il convegno dei cinque (1946-1990), su temi d’attualità culturale proposti dal pubblico; L’approdo (1945-1977; dal 1952 anche rivista; dal 1963 anche in versione televisiva), su temi più specificamente letterari; le Tribune elettorali, politiche, sindacali (dal 1960, in radio e tv). 1. I generi dell’“informazione” Diretta/radiocronaca È il racconto di un fatto o evento nel suo accadere (anche se non necessariamente in diretta). Mira a tradurre in parole e suoni lo svolgersi di un evento e a restituirne il “clima”. Può riguardare una cerimonia religiosa, una manifestazione politica, un concerto musicale, una partita di calcio o altro evento sportivo… Nasce e si sviluppa come radiocronaca politica (discorsi del duce, manifestazioni di piazza, altre iniziative o cerimonie del regime) e informativa (i reportage dai fronti di guerra). Ma si afferma soprattutto come radiocronaca sportiva: dal Gran Premio Milano del galoppo (1927, A. Gianoli) alla partita della nazionale di calcio (Italia-Ungheria, 1928, G. Sabelli Fioretti) e al ciclismo (1932, N. Corradi); poi ancora, con N. Carosio, le partite di calcio nazionali (1933, Italia-Germania) e il secondo tempo di una partita di campionato (1936); e così via. Uno sviluppo importante: Tutto il calcio minuto per minuto (1960) 2. I generi della “cultura e educazione” Ieri Conversazioni, conferenze, letture di poesie Lezioni di lingue straniere Programmi per bambini Trasmissioni per le scuole, gli agricoltori, le forze armate, ecc. Ieri e oggi Dibattiti su attualità culturale, umanistica, scientifica Rubriche scientifico-culturali Teatro/prosa (riprese da teatro, adattamenti da testi teatrali e da letteratura, radiodramma, letture di romanzi) Musica “seria” (concerti e brani di musica lirica, sinfonica, da camera, ecc.) Oggi Contenitore culturale (con dibattito, interviste, musica, ecc.) 3. I generi dell’“intrattenimento” Rivista e Varietà (con forme diverse di spettacolo) Quiz e giochi (inteso anche come subgenere o elemento del Varietà) Fiction (adattamento da letteratura, originale o radiodramma, serial) Musica Leggera (concerti, brani musicali, canzoni) Contenitore di intrattenimento (conversazione leggera, sketch comici, canzoni, ecc.) 3. I generi dell’“intrattenimento” Varietà (a) Genere di spettacolo d’arte varia Nasce negli anni ‘30 come “radiorivista”: derivazione teatrale (operetta, café chantant, vaudeville, ecc.); riunisce numeri di prosa, sketch comici, musica, ecc.; presenza di una trama, con situazioni e personaggi fissi (es. I quattro moschettieri, 1934-38, di Nizza e Morbelli). Nel dopoguerra si rinnova: più legato all’avanspettacolo (nato con l’avvento del cinema); propone in successione sketch, canzoni, imitazioni, parodie musicali, ecc.; aumenta la parte musicale; senza o con lo sviluppo di una trama (es. Il Bilione, 1947, di Age, Marchesi e Steno; Caccia al tesoro, 1952-54, di Garinei e Giovannini). 3. I generi dell’“intrattenimento” Varietà (b) Negli anni ‘50, si sviluppa come “varietà”: molti sketch comici, molta musica, ospiti di richiamo; non più una trama ma la figura del conduttore (es. Rosso e nero, 1951-1957) Negli anni ‘60-70, lascia il prime time per la fascia mattutina del sabato o domenica (es. Gran Varietà, 1966-1979, di Amurri e Jurgens). Negli anni ‘70, anche nuova forma di varietà basata su improvvisazione, parola, parodia surreale (Alto gradimento, 1970-76, di Arbore e Boncompagni, fascia meridiana e scadenza quotidiana). Dagli anni ’80: forme tradizionali di varietà (Rai) e show - spesso affidati a personaggi dello spettacolo o comici di talento - basati su improvvisazione, canzoni e dialogo con ascoltatori; in diverse fasce orarie (Rai e private). Es.: Varietà varietà, 1983-1989, di Sanguigni, Amurri e Verde (sul modello di Gran Varietà); Viva Radio Deejay, 199092 (Fiorello e Baldini); Viva Radiodue, 2001-03 (Fiorello e Baldini); Buon Varietà, 2011 (Radio 1, con Fiorello in diretta dal teatro Sistina).