Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Documento Organizzativo Data 1 PROTOCOLLO AZIENDALE PER LA PROFILASSI ANTIBIOTICA IN CHIRURGIA Rev data Causale della modifica Redatta da Condivisa / Valutata da Dr.ssa Francesca Parrinello 00.00 01/12/2012. Stesura Dr.ssa Anna Silvestro Direttore Medico di Presidio Dr. Gaetano Ferlazzo firmato Resp. U.O. Qualità Valutata da Dr. Gaetano Ferlazzo firmato Direttore Sanitario Approvata da Data 28/12/2012 Dr. Francesca Parrinello Atto Formale Prot. N° 3952/CS firmato Approvazione Aziendale Il Cmmissario Straordinario Dr. Armando Caruso firmato Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo 2 INDICE 1. Generalità 2. Obiettivo del protocollo 3. Ambito di applicazione 4. Fattori di rischio nelle infezioni del sito chirurgico e indicazioni all’antibiotico-profilassi Malattie concomitanti 5.Principali misure di prevenzione delle infezioni della ferita chirurgica 6. Scelta dell'antibiotico Farmaci da utilizzare nei pz allergici alle cefalosporine 7. Via di somministrazione, tempi e durata 8. Applicazione del Protocollo Figure professionali coinvolte nella implementazione del protocollo Prescrizione e somministrazione dell’antibiotico 9. Valutazione dell’applicazione del Protocollo 10. Successive revisioni del protocollo PROTOCOLLO OPERATIVO Chirurgia Generale Chirurgia Urologica Valutazione e trattamento di una eventuale batteriuria al momento dell’intervento ORL Ortopedia e Traumatologia Oculistica Ostetricia e Ginecologia Chirurgia Cardiaca Neurochirurgia PROFILASSI DELL’ENDOCARDITE INFETTIVA (EI) BIBLIOGRAFIA Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo 3 2. Generalità Con il termine profilassi antibiotica si intende la somministrazione di chemioterapici secondo modalità ben definite, in assenza di infezione in atto, allo scopo di prevenirne l’insorgenza e la successiva diffusione. L’uso dell’antibiotico in questo caso non ha finalità terapeutiche ma solo preventive. In ambito ospedaliero una larga percentuale (circa il 30%) degli antibiotici è utilizzata a scopo profilattico. Il loro uso comporta pur sempre un rischio legato alla tossicità, all’insorgenza di resistenze batteriche e sovrainfezioni micotiche. In chirurgia, per profilassi si intende la somministrazione di un farmaco prima che si verifichi la contaminazione batterica del campo operatorio ed il successivo sviluppo di un’infezione del sito chirurgico. La profilassi non ha lo scopo di “sterilizzare” i tessuti, ma quello di ridurre la carica microbica nel sito di intervento ad un livello che possa venire controllato dalle difese dell’ospite. Una corretta profilassi può ridurre l’incidenza di infezioni del sito chirurgico, cioè infezioni superficiali o profonde in sede di intervento e infezioni sistemiche (sepsi). È importante però che la scelta venga effettuata alla luce di una corretta definizione di tre punti fondamentali: 1. quale antibiotico usare 2. quando e come somministrarlo 3. in quali interventi chirurgici è efficace È necessario quindi che ogni ospedale elabori un protocollo riguardante l’uso degli antibiotici nella profilassi chirurgica, al fine di razionalizzarne ed ottimizzarne l’uso, per prevenire le infezioni riducendo nel contempo i rischi di effetti collaterali, di insorgenza di resistenze ed i costi. Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo 4 3. Obiettivo del protocollo Il protocollo è stato elaborato allo scopo di raggiungere i seguenti obiettivi: 1. razionalizzare l’uso degli antibiotici in profilassi chirurgica, sulla base delle evidenze scientifiche 2. ridurre l’incidenza delle infezioni della ferita chirurgica 3. ridurre il tasso di insorgenza di antibiotico-resistenze batteriche 4. minimizzare i costi dell’intervento migliorando il rapporto costo/beneficio nella profilassi antibiotica. Le raccomandazioni che verranno riportate nelle pagine seguenti, sono classificate, sulla base dei dati scientifici esistenti, il razionale teorico e l’applicabilità, nelle seguenti categorie: IA: fortemente raccomandate per l’implementazione e supportate da studi sperimentali, clinici o epidemiologici ben condotti IB: fortemente raccomandate per l’implementazione e supportate da alcuni studi sperimentali, clinici o epidemiologici e forte razionale teorico II: suggerite per l’implementazione e supportate da alcuni studi clinici o epidemiologici suggestivi o razionale teorico III: nessuna raccomandazione;quesito irrisolto. Pratiche sulla cui efficacia non esiste sufficiente evidenza o consenso 4. Ambito di applicazione Il presente protocollo deve essere applicato a tutti i pazienti candidati ad intervento chirurgico presso i due ospedali dell’Azienda. 5. Fattori di rischio nelle infezioni del sito chirurgico e indicazioni all’antibiotico-profilassi I fattori che influenzano l’incidenza di infezione del sito chirurgico sono numerosi, quelli che correlano in modo indipendente sono rappresentati da: • classe di intervento; • impianto di materiale protesico; • durata della degenza prima dell’intervento; • durata dell’intervento; • malattie concomitanti. Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo 5 Classe di intervento Gli interventi possono essere suddivisi in 4 classi (riportate nella tabella sottostante) a seconda del grado di contaminazione batterica e della conseguente incidenza di infezioni postoperatorie. Classificazione degli interventi in base al grado di contaminazione batterica Classe Puliti Puliti contaminati Contaminati Sporchi Definizione Interventi nel corso dei quali non si riscontra alcun processo flogistico, in cui la continuità della mucosa respiratoria, intestinale o genito-urinaria non viene violata e in cui non si verifica alcuna violazione delle regole di asepsi in sala operatoria Interventi nei quali la continuità della mucosa respiratoria, intestinale o genito-urinaria viene violata, ma senza perdite di materiale verso l’esterno Interventi in cui sono presenti segni di flogosi acuta (senza pus), o dove vi sia una visibile contaminazione della ferita, come per esempio perdite copiose di materiale da un viscere cavo durante l’intervento o ferite composte/aperte (verificatesi meno di 4 ore prima dell’intervento) Interventi effettuati in presenza di pus o su un viscere cavo precedentemente perforato o su ferite composte/aperte (verificatesi oltre 4 ore dall’intervento) Per gli interventi di elezione la profilassi antibiotica è raccomandata nella chirurgia pulita (per le sole condizioni in cui l’eventuale complicanza postoperatoria mette a rischio la vita del paziente) e nella chirurgia pulita-contaminata. Nel caso della chirurgia contaminata la scelta di eseguire una profilassi piuttosto che una terapia andrà valutata separatamente per ogni tipologia di intervento o situazione sulla base delle prove disponibili. Per quanto riguarda la chirurgia sporca viene raccomandato di iniziare da subito una terapia. Per gli interventi eseguiti in urgenza le raccomandazioni contenute in questa linea guida sono limitate alla chirurgia pulita (per esempio: intervento per un aneurisma dell’aorta addominale o riduzione a cielo aperto di frattura chiusa) e al taglio cesareo, intervento che, qualora avvenga a travaglio in atto e/o dopo rottura delle membrane, dovrebbe essere considerato di tipo pulito-contaminato. Gli interventi eseguiti in urgenza e classificati come contaminati o sporchi richiedono una terapia antibiotica piuttosto che una profilassi e quindi esulano dallo scopo di questo documento. Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Documento Organizzativo Data Impianto di materiale protesico L’impianto di qualsiasi materiale protesico aumenta il rischio di infezione della ferita e del sito chirurgico, in quanto riduce le difese dell’ospite. In presenza di materiale protesico è infatti sufficiente una carica batterica bassa per causare l’infezione. Solitamente è raccomandata una profilassi antibiotica quando l’intervento comporta l’impianto di materiale protesico. Durata della degenza prima dell’intervento Nelle 48 ore successive all’ingresso in ospedale, in particolare se durante la degenza viene somministrata una terapia antibiotica, la cute del paziente viene progressivamente colonizzata da stipiti batterici di origine nosocomiale. Questi stipiti sono spesso resistenti agli antibiotici e possono essere causa di contaminazione nel corso dell’intervento. Ciò favorisce l’insorgenza di infezioni del sito chirurgico dovute a germi multiresistenti e può quindi essere causa di allungamento della degenza postoperatoria. Per tale ragione è importante limitare i tempi di degenza preoperatoria e nel caso di interventi eseguiti nel corso della stessa degenza si dovrà tener conto di ciò nella scelta dell’antibiotico da utilizzare in profilassi. Durata dell’intervento La durata del singolo intervento è direttamente correlata con il rischio di infezione della ferita e questo rischio si somma a quello della classe di intervento. Malattie concomitanti L’American Society of Anesthesiologists (ASA) ha ideato un punteggio di rischio preoperatorio basato sulla presenza di malattie concomitanti al momento dell’intervento chirurgico (vedi tabella sottostante). La presenza di un punteggio ASA>2 si associa ad un aumentato rischio di infezione della ferita e tale rischio si somma a quello della classe di intervento e della sua durata. Classificazione dell’American Society of Anesthesiologists (ASA) Punteggio ASA 1 Condizione fisica paziente sano 2 paziente con lieve malattia sistemica 3 paziente con grave malattia sistemica che ne limita le attività, ma non è invalidante 4 paziente con malattia sistemica invalidante che causa continua minaccia di morte 5 paziente moribondo con attesa di vita inferiore alle 24 ore con o senza l’intervento 6 Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo 6. Principali misure di prevenzione delle infezioni della ferita chirurgica È importante sottolineare il fatto che la profilassi antibiotica aiuta ma non sostituisce una buona tecnica chirurgica, e che la prevenzione rappresenta una delle componenti essenziali di una politica efficace per il controllo delle infezioni acquisite in ospedale (nosocomiali). MISURE PREOPERATORIE PREPARAZIONE DEL PAZIENTE PREPARAZIONE DELL’ÉQUIPE CHIRURGICA GESTIONE DEL PERSONALE SANITARIO COLONIZZATO O INFETTO identificare e trattare tutte le infezioni prima degli interventi elettivi e posticipare l’intervento fino alla risoluzione dell’infezione evitare la tricotomia a meno che i peli nell’area di incisione non interferiscano con l’intervento se la tricotomia è necessaria eseguirla immediatamente prima dell’intervento e preferibilmente utilizzando rasoi elettrici controllare la glicemia in tutti i pazienti diabetici ed evitare iperglicemia nel periodo perioperatorio incoraggiare la cessazione del fumo o almeno l’astinenza nei 30 giorni precedenti l’intervento somministrare ai pazienti chirurgici gli emoderivati ove indicato; il loro uso non aumenta il rischio di ISC far eseguire al paziente una doccia o un bagno con antisettico o sapone detergente almeno la notte prima dell’intervento lavare e pulire accuratamente l’area dell’incisione per rimuovere le macrocontaminazioni prima della disinfezione del campo operatorio utilizzare un’appropriata preparazione antisettica per la cute tenere le unghie corte ed evitare l’uso di unghie artificiali effettuare il lavaggio chirurgico con antisettico per 2- 5 minuti e lavare mani e avambracci fino ai gomiti dopo essersi lavati tenere braccia e mani in alto e lontane dal corpo in modo da far scolare l’acqua dalle dita verso i gomiti, asciugare con un telo sterile e indossare guanti e camice sterili istruire e incoraggiare il personale della sala operatoria che presenti segni di malattie trasmissibili a segnalarlo prontamente mettere a punto protocolli specifici per l’allontanamento o la riammissione dal lavoro in caso di infezioni trasmissibili del personale di sala operatoria a scopo precauzionale, allontanare dal lavoro il personale con lesioni cutanee essudative e ottenere colture appropriate della lesione non escludere dal lavoro personale colonizzato con Staphylococcus aureus o Streptococco di gruppo A, a meno che non sia stata dimostrata una relazione epidemiologica con casi di infezione nei pazienti 7 Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 SISTEMI DI VENTILAZIONE PULIZIA E DISINFEZIONE DELL’AMBIENTE CAMPIONAMENTO MICROBIOLOGICO AMBIENTALE STERILIZZAZIONE DEGLI STRUMENTI CHIRURGICI INDUMENTI E TELI CHIRURGICI ASEPSI E TECNICHE CHIRURGICHE MEDICAZIONE DELLA FERITA Data Documento Organizzativo MISURE INTRAOPERATORIE nella sala operatoria mantenere aria a pressione positiva rispetto ai locali adiacenti garantire almeno 15 ricambi l’ora di cui 3 di aria fresca filtrare tutta l’aria, ricircolante e fresca, con filtri appropriati far entrare l’aria dal soffitto e farla uscire dal pavimento non usare raggi ultravioletti in sala operatoria per prevenire ISC tenere le porte della sala operatoria chiuse in caso di contaminazione visibile del pavimento, di superfici o attrezzature con sangue o altri liquidi biologici pulire prima del successivo intervento utilizzando un disinfettante approvato dall’apposita commissione locale non effettuare interventi speciali di pulizia o chiusura della sala dopo interventi contaminati o sporchi non usare tappetini adesivi all’ingresso dell’area operatoria non effettuare campionamento di routine, ma ottenere campioni ambientali dell’aria e delle superfici della sala operatoria solo nel contesto di specifiche indagini epidemiologiche sterilizzare tutti gli strumenti chirurgici secondo protocolli approvati ricorrere alla sterilizzazione «flash» solo per gli strumenti da riutilizzare immediatamente all’ingresso della sala operatoria indossare una mascherina che copra adeguatamente bocca e naso, una cuffia o copricapo per coprire capelli e barba l’uso di soprascarpe non modifica l’incidenza di ISC indossare i guanti sterili e farlo dopo aver indossato un camice sterile usare camici e teli che mantengano efficacia di barriera anche quando bagnati cambiare l’abbigliamento chirurgico se visibilmente sporco o contaminato con sangue o altro materiale Rispettare le norme di asepsi quando si posizionano un catetere vascolare/epidurale/vescicale, anestesia subaracnoidea o quando si somministrano farmaci per via endovenosa manipolare i tessuti con cura, eseguire una buona emostasi, rimuovere i tessuti devitalizzati e i corpi estranei dal sito chirurgico posticipare la chiusura della ferita o lasciare l’incisione aperta, per portarla a guarigione «per seconda intenzione» quando il sito chirurgico è pesantemente contaminato laddove sia necessario un drenaggio, utilizzare un drenaggio chiuso, posizionarlo attraverso una incisione separata e distante dalla incisione chirurgica e rimuovere il drenaggio appena possibile proteggere le ferite chirurgiche per 24-48 ore con medicazioni sterili lavarsi le mani prima e dopo aver effettuato la medicazione o aver toccato il sito chirurgico 8 Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo 7. Scelta dell'antibiotico Poiché lo scopo della profilassi chirurgica è quello di prevenire un’infezione da germi contaminanti la ferita, la scelta deve cadere su un antibiotico che sia attivo contro i più probabili microrganismi infettanti presenti nella sede dell’intervento (e non diretto ad eradicare tutti i potenziali patogeni) (evidenza scientifica: categoria IA). E’ importante scegliere un antibiotico che: _non rientri tra i farmaci utilizzati in terapia, per ridurre il rischio di insorgenza di antibiotico-resistenze; _raggiunga concentrazioni sieriche e tessutali elevate in breve tempo; _abbia un’azione battericida piuttosto che batteriostatica; _abbia uno spettro d’azione rivolto verso i microrganismi potenziali causa d’infezione, ma non appartenga necessariamente alla categoria dei farmaci “ad ampio spettro”; _a parità di efficacia, abbia minori effetti collaterali e costo inferiore. La scelta del farmaco deve essere effettuata quindi in base a spettro d’azione, farmacocinetica, possibili effetti collaterali e costo. Annualmente verrà anche valutata l’epidemiologia locale dei germi responsabili delle complicanze infettive post-operatorie e lo spettro di sensibilità agli antibiotici. Alla luce di tali considerazioni ed in base ai dati della letteratura, per la maggior parte degli interventi è indicato l’uso della cefazolina,, cefalosporina di 1^ generazione. Ha uno spettro d’azione contro molti Gram-positivi (Stafilococco aureo e Stafilococco epidermidis, eccetto i meticillino-resistenti; Streptococchi beta emolitici di gruppo A e B, Pneumococchi) e alcuni Gram-negativi (E. Coli, Klebsiella, Proteus mirabilis, Shigella). E’ un farmaco con emivita abbastanza lunga (2 ore circa) e basso legame proteico, quindi la quota di farmaco libero è elevata; inoltre presenta bassa incidenza di effetti collaterali e basso costo. Per interventi in sedi in cui sia presente una quota importante di microrganismi anaerobi (ad esempio nella chirurgia colorettale e ginecologica) sono maggiormente indicati la cefoxitina, cefalosporina di 2^ generazione con spettro d’azione che comprende gli stessi microrganismi di quelle di 1^ generazione ma con una maggiore attività sui Gram-negativi (Acinetobacter, Citrobacter, Enterobacter, Proteus, Providencia, Serratia, Haemophilus influenzae, non su Pseudomonas aeruginosa) e su alcuni anaerobi (Bacteroides in particolare). La dose per profilassi non deve essere inferiore a quella terapeutica, anzi è preferibile che corrisponda alla più alta dose terapeutica, per assicurare tassi ematici e tissutali superiori alle MIC dei batteri presenti. A causa della scarsità degli studi, le raccomandazioni pediatriche spesso sono state estrapolate dai dati sugli adulti e dall’equivalenza farmacocinetica. Il dosaggio consigliato è di 20-30 mg/kg per la cefazolina e di 1 g. (pediatrico) per la cefoxitina. In generale comunque i dosaggi pediatrici non devono eccedere la dose massima raccomandata per gli adulti; per bambini di peso superiore ai 50 Kg vanno usati dosaggi per adulti. Per ulteriori informazioni sui farmaci da utilizzare in profilassi si rimanda al par. 8. 9 Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo Cefalosporine di 3^ generazione non sono indicate nella profilassi chirurgica perché: o hanno un ruolo fondamentale in terapia e quindi il rapporto rischio/beneficio in profilassi è sfavorevole per l’induzione di resistenze e l’impossibilità del successivo uso in terapia; o hanno scarsa attività contro gli stafilococchi; o lo spettro d’azione più ampio sui gram-negativi non determina necessariamente una maggiore attività in profilassi; o sono costose; o c’è un ampio consenso in letteratura contro il loro uso in profilassi. Teicoplanina e Vancomicina in chirurgia ortopedica non devono essere usate di routine. (evidenza scientifica: categoria IA) I glicopeptidi sono farmaci attivi solo sui gram-positivi; il loro uso estensivo può causare un incremento di enterococchi vancomicino-resistenti (VRE). Essi quindi vanno utilizzati in profilassi solo se la prevalenza di stafilococchi meticillino resistenti è elevata (tuttavia non esistono a tutt’oggi studi che abbiano dimostrato quale debba essere il tasso limite). Altri farmaci (ampicillina, amoxicillina) attivi sugli enterococchi presenti nella flora intestinale non hanno dimostrato una maggior riduzione di infezione del sito chirurgico rispetto ai farmaci sopra citati; sono raccomandati tuttavia nella profilassi delle endocarditi in pazienti a rischio che si sottopongono ad interventi sul tratto gastrointestinale o genitourinario (allegato 1). Farmaci da utilizzare nei pz allergici alle cefalosporine In caso di intolleranza alle betalattamine andranno utilizzate le molecole alternative indicate nella terza colonna delle tabelle relative ai singoli interventi chirurgici. 8. Via di somministrazione, tempi e durata Dai dati riportati in letteratura emerge che nella maggior parte degli interventi è sufficiente una sola somministrazione di antibiotico (profilassi “extra-short term”). E’ importante che l’antibiotico utilizzato sia presente in concentrazioni adeguate a livello della sede di intervento al momento dell’incisione; i livelli terapeutici devono essere mantenuti per tutta la durata dell’intervento. Per essere efficace quindi l’antibiotico deve venire somministrato per via endovenosa immediatamente prima delle manovre anestesiologiche e comunque nei 30-60 minuti che precedono l’incisione della cute (evidenza scientifica: categoria IIA). In caso di interventi di lunga durata, la maggior parte delle linee guida suggerisce di somministrare una seconda dose intraoperatoria se l’operazione è ancora in corso dopo un tempo dall’inizio dell’intervento pari al doppio dell’emivita del farmaco impiegato. La somministrazione di una dose aggiuntiva intraoperatoria di antibiotico (da eseguire successivamente alla reintegrazione di liquidi) è indicata nell’adulto se nel corso 10 Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo dell’intervento si verifica una perdita di sangue superiore ai 1.500 millilitri o se è stata eseguita un’emodiluizione oltre i 15 millilitri per chilogrammo. La somministrazione deve essere fatta per via endovenosa per permettere al farmaco di raggiungere concentrazioni efficaci in breve tempo. Per tagli cesarei la somministrazione dell’antibiotico è ritardata fino al momento del clampaggio del cordone ombelicale (evidenza scientifica: categoria IA). L’uso di antibiotici per via locale (lavaggi) non è giustificato dai dati della letteratura, con l’unica eccezione della profilassi in chirurgia oculistica. CEFAZOLINA: modalità di somministrazione e posologia La cefazolina sale sodico va somministrata per via e.v. lenta:10 ml in 3-5-minuti, oppure anche flebo 100 ml in 30 minuti. La dose usuale per adulti è di 2 gr; in soggetti con meno di 50 kg di peso il dosaggio deve essere dimezzato (1 gr). Il farmaco presenta una emivita plasmatica di circa 1,8-2 ore, un legame con le proteine plasmatiche dell’ 85% circa, un’escrezione urinaria in forma immodificata; mantiene concentrazioni tissutali utili per 8-12 ore. In caso di insufficienza renale la posologia va ridotta in funzione del grado di compromissione. CEFOXITINA: modalità di somministrazione e posologia La cefoxitina sale sodico va somministrata per via ev lenta, di norma in 100 ml di soluzione fisiologica in 10-15 minuti. La dose usuale per adulti oltre i 50 Kg è di 2 g eventualmente ripetuti dopo circa 2 ore, al di sotto dei 50 Kg la dose viene dimezzata. Il farmaco ha una emivita plasmatica di circa 45-60 minuti con un legame proteico del 6070%, l’eliminazione prevalentemente renale, fa sì che in caso di insufficienza renale la posologia vada ridotta in funzione del grado di compromissione. Si possono verificare tromboflebiti durante la somministrazione ev. La somministrazione concomitante con FANS incrementa i livelli plasmatici. E’ controindicato in caso di gravidanza e di allattamento. 11 Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo CLINDAMICINA: modalità di somministrazione e posologia La clindamicina va somministrata per via ev lenta; la dose usuale per adulti è di 900 mg in 50 – 100 ml di soluzione fisiologica infusi in 30 minuti. Per soggetti con peso < 50 kg è di 600 mg in 50 ml in 20 minuti. Il farmaco ha un’emivita plasmatica di circa 3 ore con un legame alle proteine plasmatiche del 90%. L’eliminazione è in parte renale e in parte, dopo metabolismo epatico, biliare. METRONIDAZOLO: modalità di somministrazione e posologia Il metronidazolo va somministrato per via ev lenta: 500mg in 100ml di soluzione in 20 minuti. La dose per adulti e bambini al di sopra dei 12 anni è di 500mg, mentre per i bambini al di sotto dei 12 anni è di 7,5mg/kg. L’emivita plasmatica è di circa 8 ore, mentre il legame con le proteine plasmatiche è intorno al 20%. L’escrezione avviene prevalentemente per via urinaria in circa 12 ore. GENTAMICINA: modalità di somministrazione e posologia La gentamicina deve essere somministrata per via ev lenta alla dose, per gli adulti, di 1,5mg/kg in 100 – 200ml di soluzione fisiologica in 60 minuti. Per quanto riguarda i bambini la dose è di 2 - 2,5mg/kg. L’emivita è di circa 2 ore e il legame con le proteine plasmatiche è di circa il 5%. L’escrezione è per via renale per il 70 – 100% in forma immodificata. 12 Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo 9. Applicazione del Protocollo Figure professionali coinvolte nella implementazione del protocollo Anestesista: prescrizione e somministrazione dell’antibiotico Responsabile Dipartimento Chirurgico Caposala addetta al Controllo delle Infezioni Ospedaliere Caposala Blocco Operatorio Chirurgo: implementazione del protocollo condiviso Farmacista: fornitura degli antibiotici alle Sale Operatorie, sulla base del numero di interventi e dei dosaggi previsti; monitoraggio dei consumi Medico Direzione Sanitaria: coordinamento, valutazione dell’applicazione del protocollo, corsi di formazione Microbiologo: monitoraggio delle infezioni in ospedale, dei microrganismi isolati e delle antibiotico-resistenze (in particolare, prevalenza degli Stafilococchi meticillinoresistenti) Prescrizione e somministrazione dell’antibiotico PRESCRIZIONE Il medico anestesista, attenendosi al protocollo, prescrive l'antibiotico per la profilassi al momento della visita pre-operatoria, sulla cartella anestesiologica. Per gli interventi in anestesia locale, la prescrizione va effettuata dal Chirurgo al momento della visita ambulatoriale. SOMMINISTRAZIONE L’antibiotico utilizzato in profilassi viene somministrato dall’anestesista nei modi e tempi indicati nel paragrafo “Via di somministrazione, tempi e durata”. Si raccomanda di documentare adeguatamente, sulla cartella anestesiologica, la tipologia di molecola somministrata (specificando il dosaggio), l’ora dell’avvenuta somministrazione (anche della eventuale seconda dose). A tal fine si suggerisce di inserire l’antibiotico usato in profilassi nella grafica sulla quale vengono riportati i farmaci utilizzati per l’anestesia. FORNITURA DEI FARMACI I farmaci indicati dal protocollo per la profilassi antibiotica vengono forniti solo al Blocco operatorio e non ai reparti di degenza o agli ambulatori. Richieste di farmaci diversi da quelli previsti dal Protocollo da utilizzare in profilassi, devono essere motivate per iscritto su apposito modulo. I Medici Ospedalieri, gli Specialisti Ambulatoriali non devono utilizzare in terapia i farmaci usati per la profilassi chirurgica. 13 Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo 14 10. Valutazione dell’applicazione del Protocollo Scheda 1: MONITORAGGIO PERIODICITA’ FLUSSO INFORMATIVO: TRIMESTRALE LE SCHEDE DI MONITORAGGIO, DEBITAMENTE COMPILATE, DOVRANNO ESSERE CONSEGNATE CON FREQUENZA TRIMESTRALE (LA STESSA FREQUENZA DELLA RILEVAZIONE) AL PERSONALE SANITARIO REFERENTE PRESSO LA DIREZIONE SANITARIA I REFERENTI ANALIZZERANNO LE SCHEDE E PROVVEDERANNO A TRASMETTERLE AL CIO. IL CIO NEL CORSO DELLE RIUNIONI PERIODICHE ANALIZZA LE SCHEDE E PROVVEDE A PIANIFICARE EVENTUALI INTERVENTI PRESCRITTIVI. STRUMENTO: SCHEDA DI MONITORAGGIO ADESIONE AL PROTOCOLLO MEDICO CHE INDICA LA TERAPIA ANTIBIOTICA DA SOMMINISTRARE AL PAZIENTE RESPONSABILITÀ: LA COMPILAZIONE DELLA SCHEDA DI MONITORAGGIO È A CURA DEL PERSONALE INDICATORI DI PROCESSO: NUMERO DI SCHEDE DI MONITORAGGIO PERVENUTE AL PERSONALE SANITARIO REFERENTE PER P.O. PRESSO LA DIREZIONE SANITARIA. QUALITÀ DELLA COMPILAZIONE DELLE SCHEDE DI MONITORAGGIO INDICATORI DI ESITO: CONFORMITÀ AL PROTOCOLLO Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo 15 Scheda 1a Scheda di rilevazione dell'adesione ai protocolli di antibiotico profilassi specifica adottati per singola procedura chirurgica Oggetto Adesione ai protocolli di antibiotico profilassi Perché Prevenire l’insorgenza di infezioni Chi Quando Medici e chirurghi addetti all’assistenza del paziente chirurgico Nel giorno indice con frequenza trimestrale DATA Procedura chirurgica Adesione SI NOTE SE NO ADESIONE FIRMA DEL PERSONALE MEDICO NO Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo 16 L’adesione al protocollo va valutata a distanza di alcuni mesi dall’introduzione; sono possibili diverse modalità di valutazione di seguito elencate: 1. studio retrospettivo su scheda monitoraggio, cartelle cliniche e schede anestesiologiche (verifica della prescrizione e della effettiva somministrazione degli antibiotici relativamente a molecola utilizzata, dosaggio, tempo di somministrazione); consultazione del registro operatorio per individuare gli interventi di interesse specifico; campionamento fatto sulla base delle cartelle PRUO, di tutti gli interventi di un determinato periodo (ad es. 1 mese), campionamento random o sugli interventi sottoposti a sorveglianza regionale delle infezioni della ferita chirurgica 2. consumi di farmacia consumi semestrali (dato grezzo); confronto tra numero di dosi di farmaci prescritti e interventi effettivamente eseguiti (da eseguire preferibilmente nel periodo di tempo corrispondente allo studio retrospettivo, per valutare anche la congruità della durata di somministrazione degli antibiotici) 11. Successive revisioni del protocollo Le revisioni del protocollo sono previste almeno ogni tre anni, o a seguito di cambiamenti dell’assetto delle resistenze antibiotiche locali, in particolare per quanto riguarda la prevalenza di MRSA (sorveglianza continua delle infezioni ospedaliere da dati di laboratorio) o di ulteriori aggiornamenti delle linee guida di riferimento. Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo 17 PROTOCOLLO OPERATIVO Prima di consultare questa sezione è fondamentale aver compreso quanto riportato nei paragrafi precedenti relativi alle indicazioni, scelta dell’antibiotico, vie di somministrazione, tempi e durata. Nelle tabelle che seguono sono riportati gli interventi chirurgici che sono effettuati nei due ospedali dell’Azienda. In relazione ad ulteriori tipologie di intervento chirurgico o ad interventi relativi a branche specialistiche non presenti in Azienda, si rimanda alle Linee guida riportate in bibliografia. Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo 18 Chirurgia Generale TIPO DI INTERVENTO ESOFAGO Chirurgia esofagea con ricostruzione gastrica\\\ Chirurgia esofagea con ricostruzione colica ANTIBIOTICO E POSOLOGIA NEI PAZIENTI ALLERGICI AI BETALATTAMICI Cefazolina 2 g Clindamicina (600 mg) Cefoxitina 2 g aminoglicoside [gentamicina 3 mg/Kg (NB: la dose non va ripetuta) in associazione con clindamicina 600 mg o metronidazolo 500 mg] Chirurgia dello stomaco di Elezione Chirurgia del duodeno, del tenue, di elezione FEGATO/VIE BILIARI Cefazolina 2 g Clindamicina (600 mg) Colecistectomia laparoscopica non complicata Di norma: nessuna profilassi antibiotica Se il punteggio ASA è ≥ 3 o si utilizza materiale protesico somministrare: Cefazolina 2 g Cefazolina 2 g Di norma: nessuna profilassi antibiotica clindamicina (600 mg) Chirurgia colorettale Appendicectomia Ricanalizzazione intestinale MAMMELLA Nodulectomia Chirurgia oncologica Mammoplastica riduttiva Cefoxitina 2 g aminoglicoside [gentamicina 3 mg/Kg (NB: la dose non va ripetuta) in associazione con clindamicina 600 mg o metronidazolo 500 mg] Di norma: nessuna profilassi antibiotica Se: si prevede che l’intervento sia di lunga durata Oppure il punteggio ASA è ≥ 3, somministrare: Cefazolina 2 g Di norma: nessuna profilassi antibiotica clindamicina (600 mg) Mammoplastica additiva Impianto di espansore/protesi Cefazolina 2 g Clindamicina (600 mg) STOMACO/INTESTINO TENUE Colecistectomia per via laparotomica Calcolosi della via biliare Principale Colecistectomia laparoscopica complicata (da colecistite, ittero, pancreatite, immunodeficienza, presenza di protesi biliari ecc.) Chirurgia biliare aperta Chirurgia epatica resettiva Chirurgia pancreatica COLON Clindamicina (600 mg) Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo PARETE ADDOMINALE ERNIE Riparazione di ernia inguinale con o senza utilizzo di materiale protesico Chirurgia laparoscopica dell’ernia con o senza utilizzo di materiale protesico LAPAROCELE: riduzione Di norma: nessuna profilassi antibiotica Se: si prevede che l’intervento sia di lunga durata Oppure il punteggio ASA è ≥ 3, somministrare: Cefazolina 2 g Di norma: nessuna profilassi antibiotica Clindamicina (600 mg) Cefazolina 2 g Clindamicina (600 mg) ALTRI INTERVENTI Laparoscopia diagnostica e/o lisi di aderenze Biopsia escissionale di struttura linfatica superficiale Chirurgia laparoscopica per reflusso gastroesofageo Di norma: nessuna profilassi antibiotica Se: si prevede che l’intervento sia di lunga durata Oppure il punteggio ASA è ≥ 3, somministrare: Cefazolina 2 g Di norma: nessuna profilassi antibiotica Clindamicina (600 mg) Di norma: nessuna profilassi antibiotica Se: si prevede che l’intervento sia di lunga durata Oppure il punteggio ASA è ≥ 3, somministrare: Cefazolina 2 g Di norma: nessuna profilassi antibiotica Clindamicina (600 mg) Resezione polmonare Interventi sul mediastino Interventi sulla pleura CHIRURGIA VASCOLARE Cefazolina 2 g Clindamicina (600 mg) Varici Interventi su carotide senza materiale protesico Disostruzione arteriosa (Fogarty) Di norma: nessuna profilassi antibiotica Se: si prevede che l’intervento sia di lunga durata Oppure il punteggio ASA è ≥ 3, somministrare: Cefazolina 2 g Di norma: nessuna profilassi antibiotica Clindamicina (600 mg) Amputazione di arto inferiore (in assenza di infezione in atto) La scelta della strategia di profilassi (tipo di antibiotico, durata) dovrà essere decisa caso per caso in rapporto alla storia clinica CHIRURGIA TORACICA Toracotomia esplorativa 19 Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo Chirurgia Urologica 20 Valutazione e trattamento di una eventuale batteriuria al momento dell’intervento Per gli interventi di chirurgia endoscopica delle alte e basse vie urinarie, prostatectomia radicale e adenomectomia transvescicale o retropubica effettuare un’urinocoltura nei giorni precedenti l’intervento: se questa risulta positiva (conta batterica maggiore di 100.000 batteri/ml), va impostata una terapia antibiotica; se negativa, vanno seguite le indicazioni alla profilassi chirurgica. Nel caso un paziente arrivi all’intervento senza i risultati dell’urinocoltura (interventi in urgenza, paziente proveniente da altre strutture, ecc.), effettuare un campionamento per urinocoltura prima di iniziare una profilassi antibiotica, a 24 ore verificare il risultato della coltura e sospendere l’antibiotico se questa risulta negativa (profilassi) o proseguirlo se positiva (terapia). TIPO DI INTERVENTO ANTIBIOTICO E POSOLOGIA NEI PAZIENTI ALLERGICI AI BETALATTAMICI Di norma: nessuna profilassi antibiotica Se: si prevede che l’intervento sia di lunga durata Oppure il punteggio ASA è ≥ 3, somministrare: Cefazolina 2 g Di norma: nessuna profilassi antibiotica Clindamicina (600 mg) Di norma: nessuna profilassi antibiotica Se: si prevede che l’intervento sia di lunga durata Oppure il punteggio ASA è ≥ 3, somministrare: Cefazolina 2 g Di norma: nessuna profilassi antibiotica Clindamicina (600 mg) INTERVENTI SUL TESTICOLO Idrocele Varicocele Orchidopessi Orchiectomia ALTRI INTERVENTI Cisti dell’epididimo Fimosi INTERVENTI SUL RENE Cefazolina 2 g Nefrotomia Nefrostomia Nefrectomia INTERVENTI PER CALCOLOSI Cefazolina 2 g Litotrissia con onde d’urto INTERVENTI SULLA PROSTATA Cefoxitina 2 g Agobiopsia prostatica transrettale Resezione trans uretrale di prostata (TUR-P) Adenomectomia trans vescicale (ATV) Prostatectomia radicale (cefoxitina 2 g) se l’urinocoltura è negativa NB: Escludere sempre, prima dell’intervento, l’eventuale presenza di colonizzazione/infezione e in caso positivo eradicare l’infezione prima di eseguire l’intervento Clindamicina (600 mg) Clindamicina (600 mg) • clindamicina (600 mg) ± gentamicina 3 mg/Kg NB: la dose di gentamicina non va Ripetuta • clindamicina (600 mg) ± gentamicina 3 mg/Kg NB: la dose di gentamicina non va ripetuta Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo INTERVENTI SULL’URETERE, URETRA 21 (cefoxitina 2 g,) se l’urinocoltura è negativa NB: Escludere sempre, prima dell’intervento, l’eventuale presenza di colonizzazione/infezione e in caso positivo eradicare l’infezione prima di eseguire l’intervento • clindamicina (600 mg) ± gentamicina 3 mg/Kg NB: la dose di gentamicina non va ripetuta Resezione transuretrale di tumori vescicali Altri interventi sulla vescica (cefoxitina 2 g) se l’urinocoltura è negativa NB: Escludere sempre, prima dell’intervento, l’eventuale presenza di colonizzazione/infezione e in caso positivo eradicare l’infezione prima di eseguire l’intervento • clindamicina (600 mg) ± gentamicina 3 mg/Kg NB: la dose di gentamicina non va ripetuta Cistectomia con apertura dell’intestino 1) Preparazione intestinale 2) Somministrare: • un aminoglicoside [gentamicina 3 mg/Kg (NB: la dose non va ripetuta)] in associazione con clindamicina 600 mg o metronidazolo 500 mg Interventi sulla via escretrice superiore Pieloplastiche Uretrotomia endoscopica INTERVENTI SULLA VESCICA Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo ORL TIPO DI INTERVENTO CHIRURGIA DELL’ORECCHIO Chirurgia dell’orecchio pulita: Miringoplastica Timpanoplastica Chirurgia dell’orecchio, pulita contaminata o contaminata Otoneurochirurgia Timpanoplastiche Chirurgia dell’otosclerosi 22 ANTIBIOTICO E POSOLOGIA NEI PAZIENTI ALLERGICI AI BETALATTAMICI Di norma: nessuna profilassi antibiotica Se, il punteggio ASA è ≥ 3, somministrare: Cefazolina 2 g Di norma: nessuna profilassi antibiotica Se, il punteggio ASA è ≥ 3, somministrare: clindamicina (600 mg) Somministrare: • una cefalosporina di 2° gen. (cefuroxima 2 g) in associazione con clindamicina 600 mg o metronidazolo 500 mg come 2° scelta • una aminopenicillina associata ad un inibitore delle beta lattamasi [amoxicillina/ac. clavulanico 2,2 g (1,2 g se peso < 50 Kg) da infondere in 30 minuti]° un aminoglicoside (gentamicina 3 mg/Kg) + clindamicina 600 mg o metronidazolo 500 mg CHIRURGIA DI NASO, SENI NASALI, PARANASALI Di norma: nessuna profilassi Settoplastiche/rinosettoplastiche antibiotica Se, il punteggio ASA è ≥ 3, somministrare: Cefazolina 2 g Intervento contaminato in endoscopia attraverso naso, seni paranasali, orofaringe Di norma: nessuna profilassi antibiotica Se, il punteggio ASA è ≥ 3, somministrare: Clindamicina (600 mg) Somministrare: • una cefalosporina di 2° gen. (cefuroxima 2 g) in associazione con clindamicina 600 mg o metronidazolo 500 mg come 2° scelta • una aminopenicillina associata ad un inibitore delle beta lattamasi [amoxicillina/ac. clavulanico 2,2 g (1,2 g se peso < 50 Kg) da infondere in 30 minuti] un aminoglicoside (gentamicina 3 mg/Kg) + clindamicina 600 mg o metronidazolo 500 mg Di norma: nessuna profilassi antibiotica Se, il punteggio ASA è ≥ 3, somministrare: Cefazolina 2 g Di norma: nessuna profilassi antibiotica Se, il punteggio ASA è ≥3, somministrare: Clindamicina (600 mg) Di norma: nessuna profilassi antibiotica Di norma: nessuna profilassi antibiotica CHIRURGIA DELLE TONSILLE Adenotonsillectomia CHIRURGIA DI TESTA E COLLO Chirurgia di testa e collo pulita Tiroidectomia totale/parziale Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Paratiroidectomia Linfoadenectomie Svuotamenti laterocervicali sottomascellari elettivi Chirurgia della testa e del collo, pulita contaminata e contaminata Chirurgia oncologica del massiccio facciale Lembi Fistole rinoliquorali Data Documento Organizzativo Se, il punteggio ASA è ≥ 3, somministrare: Cefazolina 2 g Se, il punteggio ASA è ≥ 3, somministrare: Clindamicina (600 mg) Somministrare: • una cefalosporina di 2° gen. (cefuroxima 2 g) in associazione con clindamicina 600 mg o metronidazolo 500 mg come 2° scelta • una aminopenicillina associata ad un inibitore delle beta lattamasi [amoxicillina/ac. clavulanico 2,2 g (1,2 g se peso < 50 Kg) da infondere in 30 minuti]° un aminoglicoside (gentamicina 3 mg/Kg) + clindamicina 600 mg o metronidazolo 500 mg 23 Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo Ortopedia e Traumatologia TIPO DI INTERVENTO ANTIBIOTICO E MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE 24 NEI PAZIENTI ALLERGICI AI BETALATTAMICI CHIRURGIA ORTOPEDICA SENZA PROTESI (ELETTIVA) Asportazione/sutura/incisione di lesione di muscoli, tendini e fasce della mano, altra asportazione o demolizione locale di lesione o tessuto cutaneo/ sottocutaneo Altri interventi di riparazione, sezione o plastica su muscoli, tendini e fasce Meniscectomia artroscopica Sinoviectomia artroscopica Di norma: nessuna profilassi antibiotica Se, il punteggio ASA è ≥ 3, somministrare: Cefazolina 2 g Di norma: nessuna profilassi antibiotica Se, il punteggio ASA è ≥ 3, somministrare: Clindamicina (600 mg) CHIRURGIA ORTOPEDICA CHE COINVOLGA UNA O PIÙ ARTICOLAZIONI CHIRURGIA DEL RACHIDE Chirurgia osteoarticolare non protesica (osteotomie, esostosi, cisti ossee) Ricostruzione di LCA ginocchio Sinoviectomia con artrotomia Artrodesi del piede o della caviglia ARTROPROTESI Cefazolina 2 g NB: Se l’intervento prevede l’applicazione di un laccio, l’antibiotico dovrà essere somministrato prima della sua applicazione. Clindamicina (600 mg) Cefazolina 2 g Anca Ginocchio Altre protesi FISSAZIONE DI FRATTURA CHIUSA Vancomicina (1 g da infondere in 1 ora) Cefazolina 2 g Gesso e sintesi percutanea Applicazione di mezzi di sintesi Applicazione di fissatore esterno Fratture esposte di grado 1, 2 gestite entro 6 ore dal trauma Artrodesi del piede o della caviglia Rimozione di mezzi di sintesi CHIRURGIA SU POLITRAUMATIZZATI già trattati con antibiotici Clindamicina (600 mg) Qualsiasi tipo di sintesi o di frattura su politraumatizzati provenienti dalla rianimazione già trattati con antibiotici, ma senza infezione in atto Vancomicina 1 g da infondere in 1 ora Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo Oculistica TIPO DI INTERVENTO Cataratta Glaucoma , trapianto di cornea Chirurgia delle vie lacrimali Traumi penetranti dell’occhio 25 ANTIBIOTICO E MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE Chinolonico topico dal giorno prima l’intervento e per i 7 giorni successivi Chinolonico topico dal giorno prima l’intervento e per i 7 giorni successivi Chinolonico per os: dal giorno prima l’intervento e per i 4 giorni successivi Immediatamente Chinolonico topico e Chinolonico per os per 5 giorni finché non è disponibile l’antibiogramma* per una terapia mirata NEI PAZIENTI ALLERGICI AI BETALATTAMICI * Il prelievo per l’esame colturale va fatto prima della somministrazione della 1° dose di antibiotico Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo Ostetricia e Ginecologia TIPO DI INTERVENTO 26 ANTIBIOTICO E MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE NEI PAZIENTI ALLERGICI AI BETALATTAMICI Di norma: nessuna profilassi Antibiotica Se il punteggio ASA è ≥ 3, somministrare: Cefazolina 2 g Di norma: nessuna profilassi antibiotica Se il punteggio ASA è ≥ 3, somministrare: Clindamicina (600 mg) Cefoxitina 2 g Clindamicina (600 mg) ± Gentamicina 3 mg/Kg Cefazolina 2 g dopo il clampaggio del cordone ombelicale: Clindamicina (600 mg) • Parto cesareo non elettivo (con travaglio in atto e/o rottura di membrane più di 6 ore prima dell’intervento) Cefoxitina 2 g dopo il clampaggio del cordone ombelicale: Clindamicina (600 mg) ± Gentamicina 3 mg/Kg NB: la dose di gentamicina non va ripetuta • Aborto indotto entro 90 gg • Aborto indotto dopo 90 gg Somministrare per os 2 ore prima dell’intervento: • una tetraciclina (Doxiciclina 200 mg) oppure • un macrolide (Eritromicina 900 mg) CHIRURGIA GINECOLOGICA • Laparoscopia diagnostica • Interventi ginecologici minori • Conizzazione della cervice • Isteroscopia diagnostica/operativa • Interventi sugli annessi • Miomectomie • Isterectomia laparoscopica • Isterectomia vaginale • Isterectomia addominale • Isterectomia addominale radicale • Interventi laparotomici uroginecologici • Vulvectomia semplice • Vulvectomia radicale CHIRURGIA OSTETRICA • Parto cesareo elettivo Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo 27 CHIRURGIA CARDIACA TIPO DI INTERVENTO ANTIBIOTICO E MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE NEI PAZIENTI ALLERGICI AI BETALATTAMICI tutti quelli che includono la sternotomia, Cefazolina 2g Oppure Vancomicina * 1g Vancomicina * 1g By pass aorto coronarico Cefazolina 2g Oppure Vancomicina * 1g + Gentamicina 3mg/7kg in dose unica giornaliera ( se si usa vena da arto inferiore ) Vancomicina * 1g + Gentamicina 3mg/7kg in dose unica giornaliera Impianto di pacemaker, defibrillatori, cateteri venosi impiantabili Cefazolina 2g Oppure Vancomicina * 1g Vancomicina * 1g Protesi valvolare * solo se percentuale di MRSA/MRSE > 50%, calcolata sugli isolati da ferite infette; in infusione e.v. lenta ≥ 1 ora N.B.: In alternativa alla vancomicina si può utilizzare la teicoplanina alla dose di 400 mg e.v.. Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo 28 NEUROCHIRURGIA TIPO DI INTERVENTO ANTIBIOTICO E MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE Di norma: nessuna profilassi antibiotica Se - punteggio ASA è ≥ 3 - durata dell’intervento >3 ore - innesto nervoso autologo somministrare: Cefazolina 2g ev NEI PAZIENTI ALLERGICI AI BETALATTAMICI Vancomicina^ 15mg/Kg (dose massima 1g) Chirurgia Del Cranio e Chirurgia Spinale Senza Protesi Cefazolina 2g ev In presenza di drenaggio: Ampicillina ± Sulbactam 3g ev Vancomicina^ 15mg/Kg (dose massima 1g) Chirurgia del Cranio e Chirurgia Spinale con Protesi Vancomicina^ 15mg/Kg (dose massima 1g) In presenza di drenaggio Vancomicina^ 15mg/Kg (dose massima 1g) Chirurgia Dei Nervi Periferici DERIVAZIONE DEL LIQUIDO CEREBROSPINALE – Shunt ventricolo-peritoneale e shunt ventricolo-atriale DERIVAZIONE DEL LIQUIDO CEREBROSPINALE - Shunt esterno Ampicillina ± Sulbactam 3g ev + Vancomicina^1g ev Clindamicina^ 600mg ev + Gentamicina^3mg/kg/ ev CHIRURGIA DEL CRANIO: intervento contaminato attraverso, naso, seni paranasali, orofaringe Ampicillina ± Sulbactam 3g ev + Metronidazolo 500 mg ev Clindamicina^ 600mg ev + Gentamicina^3mg/kg/ ev ^ = Farmaco che non presenta in scheda tecnica l‘indicazione profilassi antibiotica in chirurgia Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo 29 PROFILASSI DELL’ENDOCARDITE INFETTIVA (EI) I pazienti che presentano determinate patologie cardiache rischiano di sviluppare un’endocardite in seguito all’esecuzione di alcune procedure in grado di determinare una transitoria batteriemia. Tra queste procedure si possono annoverare alcuni interventi chirurgici che coinvolgono le vie aeree superiori, il tratto gastrointestinale e genitourinario Nei pazienti a rischio sottoposti a queste procedure veniva pertanto consigliato l’uso di antibiotici per la profilassi dell’endocardite. Nel corso degli ultimi anni sono tuttavia maturate e una serie di ulteriori considerazioni, che hanno portato ad una radicale proposta di rinnovamento delle raccomandazioni nell’aggiornamento pubblicato dall’AHA nell’agosto del 2007 e in quello pubblicato dall’ESC nel 2009: l’insorgenza dell’endocardite batterica è molto più probabilmente il risultato dell’esposizione ad episodi di batteriemia legati alla vita quotidiana piuttosto che alla batteriemia causata da manovre diagnostiche o chirurgiche sul cavo orale, sul tratto gastroenterico o l’apparato genitourinario; la profilassi antibiotica è in grado di prevenire un numero molto limitato di casi di endocardite batterica in individui sottoposti a manovre diagnostiche o chirurgiche sul cavo orale, sul tratto gastroenterico o l’apparato genitourinario; il rischio di eventi avversi associato alla somministrazione della profilassi antibiotica è superiore ai benefici della profilassi stessa; Di seguito vengono presentate le nuove raccomandazioni per la profilassi antibiotica dell’endocardite batterica. CARDIOPATIE A RISCHIO ELEVATO PER LE QUALI VA ESEGUITA LA PROFILASSI o tutte le protesi valvolari cardiache (incluse bioprotesi, homograft e allograf) o pregressa endocardite infettiva o cardiopatie congenite limitatamente a o cardiopatie cianogene non operate o con difetto residuo, shunt e condotti palliativi (es. ventricolo unico, trasposizione dei grossi vasi, tetralogia di Fallot) o con riparazione chirurgica o transcutanea completa con materiale protesico > solo nei sei mesi successivi alla procedura; o con riparazione chirurgica o transcutanea incompleta (persistenza di difetto residuo) con materiale protesico o valvulopatie acquisite in cuore trapiantato PER TUTTE LE ALTRE CARDIOPATIE NON E’ RACCOMANDATA LA PROFILASSI Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Documento Organizzativo Data PROCEDURE A RISCHIO ELEVATO PER LE QUALI VA ESEGUITA LA PROFILASSI PROCEDURE DEL TRATTO RESPIRATORIO Procedure che richiedono l’incisione della mucosa (tonsillectomia, adenoidectomia) o Biopsia PER TUTTE LE ALTRE PROCEDURE ( DEL TRATTO RESPIRATORIO GASTROINTESTINALE, UROGENITALE, DELLA CUTE E DEI TESSUTI MOLLI) NON E’ RACCOMADATA LA PROFILASSI ANTIBIOTICA PER ENDOCARDITE INFETTIVA ANDRA’ INVECE SOMMINISTRATA LA PROFILASSI ANTIBIOTICA RACCOMANDATA PER IL TIPO DI INTERVENTO DA EFFETTUARE ZONA DI GRIGIO Nei pazienti con importanti co-patologie (es. diabetici, immunodepressi, anziani, dializzati) considerare la profilassi anche in caso di: Cardiopatie a rischio moderato: o la maggior parte delle cardiopatie congenite non citate nel rischio elevato (escluso DIA ostium secundum o dopo 12 mesi da intervento di correzione di DIA, DIV o Botallo senza reliquati) o valvulopatie acquisite (es. malattia reumatica) o miocardiopatia ipertrofica o prolasso valvolare mitralico con insufficienza e/o lembi ispessiti Profilassi non raccomandata In assenza di infezione nota non è raccomandata la profilassi in caso di Intubazione endotracheale o transnasale Broncoscopia o laringoscopia gastroscopia Ecocardiografia transesofagea Colonscopia Cistoscopia IN CASO DI INFEZIONE NOTA IL PAZIENTE DOVRÀ ESSERE SOTTOPOSTO A TERAPIA ANTIBIOTICA PRIMA DELL’INTERVENTO. 30 Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Documento Organizzativo Data COME ESEGUIRE LA PROFILASSI o I pazienti che per qualche motivo stiano assumendo antibiotici nel periodo preprocedurale devono eseguire la profilassi con uno degli antibiotici consigliati ma di classe differente da quello assunto. I pazienti in trattamento mensile con Diaminopenicillina im devono assumere: clindamicina, azitromicina o claritromicina o La dose totale per un bambino non deve MAI superare quella degli adulti o Unica somministrazione 30-60 minuti prima della procedura o all’induzione dell’anestesia La sintesi delle raccomandazioni sul tema della profilassi dell’endocardite infettiva è riportata nella flow chart sottostante. CARDIOPATIA A RISCHIO ELEVATO* EDUCARE IL PAZIENTE (riconoscimento precoce dei sintomi, igiene orale) L’ INTERVENTO È A RISCHIO ** ? SI PROFILASSI PER ENDOCARDITE INFETTIVA NO SOLO PROFILASSI ANTIBIOTICA SPECIFICA PER L’INTERVENTO (se indicata) CARDIOPATIA A RISCHIO MODERATO*** EDUCARE IL PAZIENTE (riconoscimento precoce dei sintomi, igiene orale) IL PAZIENTE PRESENTA IMPORTANTI CO-PATOLOGIE (es. diabetici, immunodepressi, anziani, dializzati)? SI CONSIDERARE PROFILASSI PER ENDOCARDITE INFETTIVA (solo in caso di interventi a rischio**) NO SOLO PROFILASSI ANTIBIOTICA SPECIFICA PER L’INTERVENTO (se indicata) 31 Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo 32 * SONO CARDIOPATIE A RISCHIO ELEVATO: tutte le protesi valvolari cardiache (incluse bioprotesi, homograft e allograf), pregressa endocardite infettiva, cardiopatie congenite limitatamente a cardiopatie cianogene non operate o con difetto residuo, shunt e condotti palliativi (es. ventricolo unico, trasposizione dei grossi vasi, tetralogia di Fallot), con riparazione chirurgica o transcutanea completa con materiale protesico solo nei sei mesi successivi alla procedura, con riparazione chirurgica o transcutanea incompleta (persistenza di difetto residuo) con materiale protesico, valvulopatie acquisite in cuore trapiantato ** SONO INTERVENTI A RISCHIO: Procedure del tratto respiratorio che richiedono l’incisione della mucosa (tonsillectomia, adenoidectomia) o biopsia *** SONO CARDIOPATIE A RISCHIO MODERATO: la maggior parte delle cardiopatie congenite non citate nel rischio elevato (escluso DIA ostium secundum o dopo 12 mesi da intervento di correzione di DIA, DIV o Botallo senza reliquati), le valvulopatie acquisite (es. malattia reumatica), la miocardiopatia ipertrofica, il prolasso valvolare mitralico con insufficienza e/o lembi ispessiti Regione Siciliana Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte Presidi Ospedalieri Papardo - Piemonte Sigla Documento :PAC. Rev nr. 0 Data Documento Organizzativo BIBLIOGRAFIA A.L. MANGRAM, T.C. HORAN, M. L. PEARSON, L. C. SILVER, W. R. JARVIS “Guideline for Prevention of Surgical Site Infection, 1999 American Journal of Incetion Control (AJIC) 1999; 27-2 American Society of Health-System Pharmacists (ASHP) Therapeutic Guidelines on Antimicrobioal Prophylaxis in Surgery M J Health-Syst-Pharm 1999; 56: 1839-88 Micromedex: ed 1999: Martindale The extra pharmacopeia Schede Tecniche Ministeriali REFI ed. 1999 M.L. MORO “Infezioni Ospedaliere - Prevenzione e controllo” Centro Scientifico Editore, Torino 1993 S. ESPOSITO “Le infezioni in chirurgia” Edizioni Medico -Scientifiche, Pavia 1996 “Profilassi antimicrobica in chirurgia” The Medical Letter 1998; 1:1-6 M.R. WEITEKAMP, G.M. CAPUTO “Antibiotic Prophylaxis: Update on Common Clinical Uses” Am Fam Physician 1993; 48: 597-604 K.S. SCHER “Studies on the Duration of Antibiotic Administration for Surgical Prophylaxis” Am Surg 1997; 63: 59-62 P.R. MATUSCHKA, W. 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