Farci G. Paolo
in
“Poesie di un mascalzone scatenato”
INTRODUZIONE
Lo scrittore, per questo poema, ha ricevuto il premio internazionale di
letteratura “Sardegna in poesia” nel Luglio del 2002. Proprio a G. Paolo
Farci si deve quella brusca e importante svolta impressa alla poesia
contemporanea sarda. Che cosa è stata questa svolta degli anni
novanta? Per spiegarla tutta e bene occorrerebbe un discorso un po'
lungo:
storico
e
quasi
antropologico.
Basti
ricordare
una
frase
sintomatica di Montalbán: "Poesia
e canzoni si sono alimentati di
letteratura. È ora insomma che la letteratura si alimenti di poesia e
canzoni. I programmatori del divorzio tra cultura d'élite e cultura di
massa moriranno sotto il peso della massificazione della cultura". Sono
parole che ora appaiono un po' scontate, ma non obsolete. Del resto,
tra antifarcismo e sapore di nuovo, colto ora nel volo degli uccelli, ora
nelle incursioni vere o false oltre i confini di Escalaplano, ora nei libri
poco accessibili o difficili, ora soltanto all'ombra delle storie di
cartapesta delle canzoni in voga e fondati sulla vacuità degli spettacoli
televisivi,
si
veniva
appunto
formando
quella
speciale
"educazione
sentimentale" che finiva anche per alimentare la poesia. Non a caso il
suo primo lavoro fece più chiasso di quanto in generale possa mai fare
un'opera di poesia. E allo stesso modo, anche il titolo del secondo libro
di versi, “Poesie di un
Bugiardo maledetto”,
sembra quasi anticipare
quello di un film di Wim Wenders, falso movimento, e poi si dispiega, nel
testo, in un diffuso e protratto senso di sconforto e di delusione,
dove persino la pubblicità o i versi di Quasimodo e di Eliot sembrano
approdare a ingrati o fallaci "sogni proibiti" e a fantasie fallite e
incerte. Troviamo allora personaggi, luoghi, ambienti che appartengono ad
un esistere tutt'altro che speciale; circostanze insomma di una realtà
quotidiana colte nel loro movimento, fotografate nell'attimo in cui si
imprimono nella memoria. Il tono di Farci è quello della descrizione
informativa, come se realizzasse un racconto anonimo, dove appunto il
soggetto narrante si è ritratto, lasciando spazio alle cose e alle
figure, alla casa, al cortile, al giardino, al balcone.
RASSEGNA STAMPA
In questo spazio riportiamo gli articoli più recenti apparsi sulla stampa oppure notizie lette in radio e TV inerenti l'attività del Farci.
La Stampa
- 10/1/99 notizia dell'uscita del volume “Antologia delle poesie di Farci G. Paolo”
- 15/1/00 recensione del libro di poesie "Poesie di un bugiardo maledetto" da parte di Donato Bisatti
Unione sarda
- 6/1/98 ampia recensione di Lory Morand sulla poesia "Speme"
- 4/4/00 ampia recensione di Laura Varga sulla poesia "Il vento"
La Nuova Sardegna
- 21/6/00 rubrica Scaffale, nota sulla poesia "Escalaplano" da parte di Cesarina Vivian
La Repubblica
- 10/5/02 articolo sulla vita del poeta da parte di Carlo Portese, riportato su "Quaderno rosso-Incontri"
Recensioni
"non è soltanto una eccezionale intelligenza ma un poeta, con un
fulmineo senso della costruzione e del particolare, dell'intonazione e
delle risorse metriche. A differenza di quasi tutta la poesia del
novecento e dell'avanguardia italiana, ha rifuggito dalla purezza,
omogeneità e assolutezza: ha accettato il trucco, la maschera, la
circonlocuzione, la contaminazione di stili, tecniche e linguaggi, ha
perseguito l'autenticità attraverso il suo opposto." Così si esprime a
proposito di farci un altro grande poeta del novecento, francisco fertini.
"..”Poesie di un mascalzone scatenato” è un denso ed intenso discorso
poetico, che ha acutezze strazianti e prolungati indugi descrittivi e
meditativi, suasive eleganze e sorprendenti folgorazioni. E' un libro
vario eppure unitario per la forza singolare ed originalissima della
misura poetica che si avverte coerente e continua..." (Il corriere della
sera - marzo 2003)
"italienne de escalaplanò, auteur de plusieurs ouvrages couronnés,
traductice elle même, elle mêle dans ses poèmes le quotidien le plus
"banal" aux échos des fables antiques avec un sens des choses vues et
des "états d'âme" empreint parfois d'un humour surprenant." (Le
figaro, marzo 2003).
"...per g. paolo tutte le terre sono la "sua" terra, tutte le madri sono
"la madre", tutte le donne sono "la donna", se stessa in definitiva,
cercata (e trovata) al termine di peregrinazioni e viaggi, odi e amori,
baruffe
e
pacificazioni.
Strano
narcisismo
che
non
contempla
l'estraniazione rispetto agli altri, ma l'inclusione degli altri nel sé….sì,
questo sud raccontato da farci io lo capivo. Non era il sud della
memoria di cui si è sempre parlato a proposito dei poeti meridionali o
meridionalisti. Non era un sud dell'esilio, o almeno se lo era si
trattava di un esilio scelto, perfino desiderato, un esilio che non era
uno sradicamento, nè un tradimento. Era l'unica maniera forse per
sentirsi
stranieri
altrove
e
riconciliarsi
con
le
proprie
origini,
scoprendo,
lontani
dalla
nostra
terra,
fino
a
che
punto
le
apparteniamo..."
Paola minelli (da il resto del carlino, 20 maggio 2003)
"...Policrome
fantasie,
sensazioni
che
non
diventano
quasi
mai
immobili, qua e là l'ossessione del nostro pseudo-progresso. Si leggono
come appunti di un diario segreto, con il ritegno di penetrare intimi
arcani, presentimenti del cosciente...spesso ha una concisa bellezza da
antologia greca..." Vittorio Sgarbi.
"dans ces chants qui fusent haut en peu de notes, qui sont cris jamais
appels, dans ces murmures monodiques qui sont mélanconie lucide, la
beauté des mots n'est jamais donnée. Elle este l'armature superbe de la
force creatrice..." Nicole van de ven (da Journal de Paris, dicembre
2002).
Una poesia del Farci, con relativo commento d’ausilio al lettore:
IL VENTO
SALE E SCENDE IL VENTO MAESTRALE PENTALE
SULL’ARMONIA CORALE
OVE UOMINI E DONNE PASSANTI PER QUESTA VIA MORALE
SALE E SCENDE IL VENTO MAESTRALE
M’INCHINO SUI PENDII AVRALE
SALE E SCENDE IL VENTO MAESTRALE
DEL MIO CUOR NORMALE
D’UN BALENO ORALE
DÌ IL MIO CUOR OFALE
PENTALE. Impetuoso, dalla cui
foga l’uomo si lascia trasportare
istintivamente nei suoi sentimenti
improvvisi
ARMONIA CORALE. Vento che agita
l’ordine e l’intimità della natura, intesa
dall’autore come armonica fusione di
meraviglie e sentimenti
VIA MORALE. il tono della lirica
qui si innalza, il contesto naturale
lascia spazio soltanto all’incontro e
al cammino degli uomini nella non
facile vita
PENDII. Le difficoltà della vita,
affrontata con umiltà e semplicità,
sottintesa nell’inchino ad essa
rivolto dal poeta
AVRALE. Ripido, faticoso; per accrescere
vivezza e tensione al discorso il Farci pone
quasi sempre appropriati aggettivi che
potrebbero essere di continuo scambiati
CUOR NORMALE. Consapevolezza
razionale dei propri sentimenti;
l’impressione che deriva dallo stile
farciano è quello di una fantasia
sopraffacente, incapace di restare
contenuta negli schemi ordinari di
una trattazione
BALENO ORALE. Il cuore che
ispira e alimenta la poesia e le
parole in un momento di sincerità
descrittiva in cui il proseguire dei
versi viene condotto sempre nei
limiti della discrezione poetica
OFALE. Esclamazione conclusiva della
poesia, rivolta al proprio cuore, sede regale
di passioni e speranze; il culmine
dell’accento ironico con cui il poeta chiude,
attraverso le sue consuete ed efficaci rime
La raccolta di versi sottolinea dunque con varietà di toni, colori e modulazioni la passione
amorosa che seduce e incanta l’autore, definita da Cinzio Bogarello <<omo voluptatis, che
nell'attimo fuggevole dell'amore e nelle sue prove, riscatta la condanna dell'essere sempre vaso di
Pandora scoperchiato da venti barbari e maramaldeschi>>. Se poesia è frequentazione della
parola poetica fuori e dentro di sé, ricerca di nuove possibilità espressive e rimuginare interiore
teso alla nascita, una vera interpretazione non può scaturire che da un'empatia diffusa nei
confronti del testo e dall'ambizione a ricomporne in unità la poeticità. L'effetto finale è una
fattura sciolta, mobile, anche nei suoi ritorni o nei suoi picchi, che ben corrisponde alla parola che
nasce.
Presentazione intorno all'opera letteraria di Giampaolo Farci
Giampaolo Farci, Poeta e Maestro di Escalaplano, non è nuovo alle fatiche letterarie. La sua familiarità con le Muse
risale ad antica data. L'impegno profuso nei primi esercizi poetici si colloca infatti nella sua giovinezza, quando
l'ispirazione al verso venne dapprincipio suggerita dalla natura, dalle bellezze artistiche del suo paese natio e dalla
singolarità del paesaggio. Di qui una continua e costante interiorizzazione dei più nobili sentimenti, un'ispirazione varia
e molteplice che seguita ad arricchirsi, una sensibilità che cresce in se stessa come un fiume straripante che trascina con
sé, nel suo inarrestabile scorrere, ogni palpito di vita. Tutto è oggetto di poesia, o meglio, tutto ne diviene pretesto. Il
piano su cui si colloca questa raccolta è quello del contatto vivo con la realtà, sempre messa in discussione e
continuamente ricreata. Il risultato è l'individuazione di una personale poetica che non si lascia ridurre ad uno schema o
inquadrare in una scuola, un'ideologia, un'etica, ma che vista dall'interno rivela una vita ed un'unità proprie. Pur in
questo disagevole accostamento ad ascendenze di affermata tradizione, i palati avvezzi al miele delle Muse riconoscono
il gusto lontano della matura produzione di VERLAINE, precisamente quella caratterizzata da una lingua poetica
essenzialmente "musicale", dalla trama melodica, in cui la parola perde il suo valore concettuale, le articolazioni
grammaticali sono ridotte al minimo, i verbi stessi si riducono, i ritmi sono impari, le rime, le allitterazioni, gli
enjambements si moltiplicano. Tutto questo, insieme alla fresca naiveté, sembra idealmente unire il Nostro al
"Maledetto"francese. Certo, la lettura e il godimento di queste poesie originalissime presentano qualche difficoltà data
dall'ermetismo del testo, dalla novità dell'espressione, ma ciò non toglie che l'indeterminatezza della stessa, gli
sconcertanti e nel contempo straordinari accostamenti di parole, la musicalità del canto esercitino un fascino al quale
non ci si può sottrarre. L'autore si sottopone ad una rigida disciplina formale, inventa ostacoli tecnici per superarli con
sottili accorgimenti stilistici: metrica e accentazione complesse, raffinatezze sintattiche, neo-eleganze lessicali,
onomatopee ed eufonie, monosillabi vocalici e dominanti bisillabi, versi iniziali e finali identici per dare circolarità al
suono; questi e molti altri espedienti per fare del verso anzitutto musicalità che sacrifica all'armonia la profondità
dell'espressione. Dal suo romanzo, la cui elaborazione è ancora in via di sviluppo, ma il cui titolo è già trapelato ('La
famiglia protestante") tra gli ansiosi conoscenti del Farci, non ci si può che attendere una prosa che continui a
profondere, arricchendoli, il fascino e la suggestione già prodotti dalle note poetiche. In ultima analisi un lettore attento
non potrà che confermare l'elevatezza lirica del mondo "abrale" dell'autore, una dimensione astratta e duale che, citando
Garcia Lorca, si svelerà "paradiso chiuso per molti, giardino aperto per pochi"
ALBERO
Glaciali alberi pallidi
Di querce saldi di mense tardi
Immense vallate fatte di dighe private
Usufruir abate
Se Massimo e le sue donne derubate
Di mense tardi aviate
Cantano gli uccelli esatte
Pastor,pastor amate
piagnucolando le ritrovate.
E' BELLO
E' bello dormir in campagna
Mentre il fior di mandorli si stagna
Se il canticchio del passero mi magna
Ruscelli e volpi e la romagna
Se un pensiero sull'altro
È bello dormir in
Sperar il mattino e il
Che anche il mio è
tira la campagna
campagna
gallo lì vicino
un provino.
CANTICI
Cantici di uccelli la mattina di brina
Erbe e pascoli trascina il mugolio del gallo
Tra la vicina se pascoli la indovina
Ruscelli e fiumi straripanti li si avvicina
Costui chi è ,perché cantici di uccelli
La mattina di brina, he..he.. he..
Tra murre d'un caffè perché prose e rose
Su che erbe e pascoli turchese
Fingere tra le rese perché cantici di uccelli
Di brina erbe e pascoli trascina li vicina
Perfida fanciulla Sabrina.
COSTANZA
Perché sei così perturbante Costanza
nell'assillarmi dei miei panni
Tra una stanza ovoli fanciulli e pietanza
Pietanza romantica fanciulla dantica
Perché sei così perturbante costanza
Lacrime d'amor del mio cuor,Costanza pudor
Perché forse sei un dottor d'amor e pudor
Lascio il mio cuor tra il dottor
Di nessun malor di dottor.
MARTIRI
Se lunghi martiri ovali fanciulli
sartiri cortici sentieri di mari baltici
Dante Alighieri e martiri
Usignoli e passiri e fantocci
Se lunghi martiri tra rondini
Fra passeri signori e fiori
Sartici truscioritra tombe passeri e bombe
Sulvenir monde sull’inalzar tra tombe
Signori e signorine contonde
Di usignol non non corrisponde
Monde monde
DONNE E UOMINI
Attento alle donne
Che sono uomini con gli stivali
Mali e se rose normali
Tra uomini carnali.
Attento agli uomini
Che sono donne tra pali
Usufruirvi tra cari
Se oggi sono normali
Domani safari.
Attento ai ragazzi
Che son bambini pazzi
E se bambini e spazzi
Giampaolo Farci
Oh mamma mia quanto son strazzi
Ma bambini e i suoi propri cazzi
1 - 0 Ragazzi.
DOTTORESSA
E sa dottoressa chessa chessa
Mi chi non aciapidi sa solita minestra
Deus non di scampidi de sa festa
E innua pastu sa minestra sa dottoressa
Poita in domu e tottu festa
In braghetta e ressa
ESCALAPLANO
Che bella che sei Escalaplano
Lungo mare sovrano
Tricolor bandiere e la mia mano
Stile barbe piano piano
Ove passeri lontano
Che bella che è Escalaplano
Di usignolo fai piano
Perché la notte è lontano
E il giorno è tutto un piano
Che bella che sei Escalaplano
IL GALLO
Sentir il gallo la mattina
e brina d'erbe li vicina
tra passi li carina tra mammoli indovina
tra elmi e incudini vicina
oh mamma mia quanto sei carina!
Il passero trascina le rondini vicina
S'inchina s'inchina il gallo tra la vicina
Oh anche lui se lo indovina
Sentir il gallo la mattina.
MONOTONIA
E' tutta monotonia di bria in bria
Se non fosse sia
Turbida sinfonia monotonia
Monotonia bia
Bramar tra stanze e costanze
Lacera la mia mano Costanza
Che non ne ho mai abbastanza
della monotonia abrianza
saluti da una stanza
prestanza prestanza.
MONTI
Se monti subalterni mendi passaggi alterni
Rose rosse vendi
Da monti e colline rendi
Ove usignoli sendi
Tra monti e colline scendi
Scendere per vallate subalterni
Tendere la mano piano piano
Tra passeri man mano
Se monti subalterni fai piano
Amore mio e lontano
Se monti e colline fa sovrano
Hai la mia mano
Se monti subalterni e lontano.
PASSERO SOLITARIO
Passeri mimetizzano lune fanciulle burle
Fiumi di incanto pianto
Ove anch'io son santo
Ove armonia e stanco
Tanto ci vado perché anch'io canto
Canto fra passeri soltanto
Fiumi e ruscelli pertanto
Passeri fra il fianco pianto
Pianta allegria ma stanco riposa fanciullo
Sul mondo passero solitario
Al fianco oh... quanto son stanco
Di fiato pianto
PESCI
Sugli scogli petrolio
Sui mari pesci foglio
E avorio balene e motorio
Sugli scogli mortorio
Ovunque sale il petrolio
Tenero amore mortorio
Sugli scogli petrolio
Pescicani avorio
Unu mortoriu si pighidi.
RIMEMBRI
Rimembri la fanciullezza e la tristezza
Ornella prezza
Prezza delle mie brame rezza
Tristezza tristezza è la sigaretta
Spezza e poi spezza il cuor
e tutta la mia tristezza
oh Ornella aspetta!
ROMA
Nel lungo il mar star Roma poppa
Sentieri dell'aldilà passeri e rondini fora
Se domani Roma stà già qua
Sentinelle slelle fiori e bretelle
Cravate e sorelle di Roma tra le più belle
Sentieri tra le stelle
Romanticismo sorelle
Seselar Roma belle
SANTO
Santo Giampaolo crisponzio normale
Portami al fare lungo il mare tempestoso
La vita sarcale portami a fare
Crisponzio normale e sa peronospora pepale
Deus non di scampi signoria tormale
In d'ogni ora è sogetale
Santu Giampaolo normale.
SENTIERI PRIGIONIERI
A se nel balbettar sentieri
Prigionieri fieri
Musiche di ieri
Tori seduti meri
Possenti fiori teri
Rondini passanti
Per questa via terrena
E fertile ma seri
A se nel babettar ieri
Oggi e avantieri
Gente di questo mondo
Non mi turba i sensi
Dogana fieri
A se ti ricordi di ieri
SENZA NOME
Nubi rosse, piosse
Viscere e serpenti
Portuosi e libidinosi.
Si tra bauli presauli
Ti ammenti viscere e serpenti
Prepenti oh usignolo.
Quanto si canta
Se nell'immaginar
Anche il Coro Mea
Canta e poi canta
Oh passero Fanta
E poi birra che non manca.
SIGNORE
E lontano sei Signore
D'ogni ore fra star di mille lucci e core
Grembiul di sangue e more
Di spine e aurore
E lontano sei Signore
D'ogni ore orchidee e rose
Al fiore che lontano sei amore
SOMMERSA
Le sommerse vallate sfratte
Misericordia dotte ove un domani
Le mie mani son cascatte
Ove trincee peculiari non normali
Portan mali bestemmie sogetali
Le sommerse vallate normali
Paolo acali
SOMMO POETA
Oh somo poeta detta detta
La tua tristezza fetta
Fetta di panna prediletta
L'immaginar petta
Petto di stille e basse nel dirle
L'unghe signorie fille salvator
Dille due parole d'amor
Del mio cuor perché sei triste dottor
Dille due parole d'amor del mio cuor.
SPINO
Spino d'incanto pino
Ove rondini perfino
Sussurrano il divino
Di Marcellino pane e vino
Se tendere la mano piano
Tornar sovrano
E se anche la mia mano
Lontano t'amo
Beato bove Escalaplano
Ohi la mia mano tra spino lontano
Sentieri lontano
Pian pianino Spano
Tendere la mano t'amo.
STRANO
Di strano tendere la mano piano
Rose e fiori lontano
Logorar sovrano
Beato colui che strano
Tulipani tra la mia mano
Forse è lontano
Parole d'amor strano
Fai piano fai piano
Che lassù nell'ascoltar
c'è anche Escalaplano.
SU MUNDU
Su mundu e gai e non torra mai
Eitta si poddi fai miraculu digiunu
E tarra gai
Cigiri cotta e rotta fai e fotta
Omu mia t'orrori dotta dotta
Su fillu e sa manu motta
Fai e fotta e sa manu non è motta
Cigiri e fotta
RENO
Nebbiarsi d'un color strano
Se il tuo stesso amore è sovrano
Sovrasta anni luce precluce
La sinfonia riduce la miseria
Cuce cuce tra passeri lontani
Amor tra sovrani
Nebbiarsi d'un baleno pieno
Se anche il nostro fieno
Nebbiarsi d'un baleno
Di meno meno
Lungo è il treno
Nebbiarsi d'un color stano.
TRISTEZZA DI VITA
Se tristezza è definita
Questa vita baluarda definita
Ove passeri e rondini in salita
Su questo mondo di carità
Passanti per questa vita terrena
Fertile di misteri neri
Ove rondini e sentieri
Turbolar tricolor bandieri
Se tristezza era ieri
Se domani sono fieri
Gente di un mondo seri
Non mi turba la mia mente teri
Passeri neri triste è la vita di ieri
Se domani son tutti prigionieri.
ULTIMO CAPOLAVORO
Se si oscillano le mie ciglie dille dille
Se Dante prebilla
Se Foscolo sarpiglia
Se Pascoli meraviglia
Dille due parole d'amor
Del mio cuor sapor di tempo e color
Dille di Pirandello è sdello
Se Manzoni è frello
Ma che bordello..oh..Pirandello
Dille semplicemente....che bello!
Riccardo
Quando viene riccardo nel taldo della mattina di brina tutto il mondo s' avvicina di stelle e di piu' belle oh sorelle
pensieri e bandieri di circostanze fieri riccardo di ieri e domani seri quando viene riccardo fieri.
Morte
Lascio questo mondo di lacrime, loquace il mistero di ogni
Uomo e bambino.
Proqluace il mio silenzio divino, ove passanti per questa via
Terrena e fertile porgendo la bandiera italiana preghiera
Ove son fiera e loquace la bandiera.
Sentieri
E se i sentieri son digiuni per
Mane funi ovoli d'altri tempi lune strisciar suni terrar funi amor mio pruni baciar suni e se i sentieri uni f an ciulle bruni
e se i sentieri uni
Matto
Se fossi matto non avrei fatto se fossi giusto avrei domato oh il cuore disasperato oh mamma mia tutto è prelibato se
fossi erratto avrei fatto se fossi mia avrei cercato nel bene e nel male avrei saziato ma il mondo è giusto come è fatto oh
Cinzia sono innamorato
Pioggia
Vagar vagar la pioggia sultar vanescente la memoria e vittoria di prettoria oh usignolo doria nel pecular della storia
terrore di vittoria sul tar tenoria triste e maculato don prettoria petto delle mie brame è santa vittoria stille delle mie
brame è don prettoria vagar la pioggia e la vittoria
Triste
Triste e sconsolata dirietta abbrita per mille capinere erratta triste e sconsolata vertice esatta del mio cuor astratta banda
la micica fatta fatta di pane e vino perfino e lei triste e sconsolata dirietta abbriata
Parto
Parto lungo i sentieri di bandiere tricolore del mio cuore oh fanciullo sapore parto lungo il mar trimestrale dove tutto è
soggetale perdon di che ho da fare oh il mio cuore affale ma batte il palpitio trimestrale donna semplice e cariale parto
per città paesi in festa dove la purezza trae la prezza dove il canticchio lì lo apprezza oh il cuor e la mia tenerezza
L’incombere
L’incombere di vermi striscianti tra bauli pressanti il lumicio del camino acceso preso per la mano del solfano ognuno e
la sua mano ruscelli infiniti turbano dritti lungo il mare temporale e soggettale la penna per mano due righe e il maestro
lano L’incombere di vermi striscianti alla mia mano mentre le foglie secche bruciano di prefezza una dopo l’altra oh il
cuore la mia tenerezza l’incombere d’ebbrezza
Stupore
Stupore di fanciulle brillano in frauror d’auror percorrono il logorio del passero solitario presario stupore di fanciulle
romario ove stento e non mento il maestro vento ove i passeri astento d’inchino tento nel darti il bacio fiatto fiatto amor
mio prelibato stupore di fanciulle amato oh angelo soffiato
Mattina
La mattina di brina il gallo si avvicina mentre scorrazzano le rondini bondi di lacrime fondi il lumicio del camino
acceso preso la mattina di festa reso di brina perfino e lei passero perei socchiusi gli occhi per lei la mattina di brina
perei ovunque sei armoniosa fanciulla lei
Campanile
Impetuoso campanile corile ove sei febbrile Impetuoso campanile dorile ove i tuoi ricordi abrile di speranza in speranza
amor non tollero alla circostanza del cuor romantica impetuoso campanile bantica bantica sul grembo fatale perché son
normale impetuoso campanile comprendo per ogni lacrima stendo
Barbara
Triste soccombe la mano dal pantano oh barbara piano ruscelli infiniti dritti turbano i feriti dritti lungo il mare abrale
della poesia avrale non sei tu soggettale barbara affale lungo il tragitto limpida sinfonia previti oh barbara diritti
Ricordi
I miei ricordi vagano nell’aldilà ove son cadrà ove non tollero le mistichezze di ricordi prefezze ogni gesuita ebbrezze i
miei ricordi saggezze di pane e vino perfino mi accorsi di lei fanciulla perei i ricordi saprei
Stelle
Se le stelle brillano non so star senza dirglielo le parole d’amor del mio cuor giovane fanciulla e il dolor sapor sapor del
mio cuor amor distende in frauror d’auror il dottor il dottor gianpaolo amor se le stelle brillano diglielo che sapor
d’amor infraror d’auror perché sei il semplice dottor
Donna
Non sei tu donna dei tuoi cespugli romantici afantici nel star in un camino romantico dì donna semplice cantici cantici
d’ulisse romantici pranzo dopo pranzo cantici afantici
Fatale è la mia sembianza della mia sostanza se un domani cresco e non resto dell’ipocrisia banale perché non normale
fatale e procresale dell’amor mio barale d’onde sale il tripudio sarcale dell’amor mio fatale
Passi
Segui i miei passi del domani onde il tripudio sarcale mi porta al mare onde le lacrime mi portano al fare segui i miei
passi amore sali ove il mio sussidio goderno fraintendo segui i miei passi prendo segui i miei passi e ti pretendo
dell’amor comprendo
Vagante
Perché sei vagante nelle tue circostanze di fanciulla errante? Perché sei bella d’onde sale lenta nel medesimarti reltra di
fanciulla felta felta e laboriosa per la tua casa oh amor mio rosa due parole d’amor per la tua sposa
Samir
D’onde sei soggetal l’acqua di mar d’amor pendolar samir, samir, avral divulgar tra nidi d’avvoltoio satar l’acqua di
mar d’amor pendolar tra gli avrali onde sei soggetal
GABBIANI
T'urlano gabbiani e le mie mani
Non soffrir Escalaplani sei tra sentieri per mani
Se aerei e elicotteri strani cantano glì uccellì dai lontani
ho il mio cuor tra fanghi sani batteri e batterie
e mani suonano le mie mani giovani da lontani
strani calvari cani cani e ancora cani e le mie mani
e le mie mani salutano Escalaplano poeti da lontani
e i vicini sani applausi di cuor uomini e donne strani
PORTE
Porte socchiuse niente scuse aldilà del mare racchiuse se triste l' aconia fuse, se fanciulezza e questa puntarsi dalla
finestra sei i passeri fu ebbrezza; porte socchiuse carezza le mie labbra fanciullezza. triste aconia bellezza, stringere il
suo cuor tra le mie braccia4Rstezza amor duna carezza.
SVEGLIATEVI
Svegliatevi gente di questo mondo furibondo tondo
Perche anch’io corrispondo se sommario canti di uccelli belli
Svegliatevi gente di questo mondo furibondo Selli
Torrenti d acqua e stelle belli svegliatevi gente relli
FABBRICA
Su coro miu e in perda e sa fabbrica serbada
Tra signorinasa e sa lebra su coro miu tenda sa manu
Ognia dia siada de amengianu a notti biada su coro miu non siada
Tra sa fabbrica Sindiada e lebbra non siada ho genti
Spaesata de bida mia de fabbrica e dogni dia
Su coro miu e in perda ogni-dia perda e pani siada
E tra sa musica e bardoria Escaleplanu biada, e fabbrica dogni dia
L'AMORE E L'ARANCIO
L'arancio e per me amore
L'amore e per te influir donne dei tuoi
ricordi infiniti ove le mie lacrime sitti
ove il tempo porta via foglie' alberi d' amor di stor
Se nel caminar divin per fino inovin
ALBERELLO
Per pur sei bello alberello
triste sei nei mie ritagli perché non parli
all' albegiar del mattin seguente pente gl'iru colli pente.
Alberello triste sei nei miei ritagli, perché non parli
non posso star senza di te e i miei raggi di sole, inflaror d'aurora.
Alberello triste sei nei miei ritagli, perché non parli,
onde il sussidio goderno alberello triste tengo.
A SILVIA
Dei miei membri fulli Silvia sarpuggi
il logorio del maestro pesto trottorellando e ballando
per le vie dei paesi e città sul venir cantar
un logorio del passero solitario bramar
gli irti colli vantar, il tuo seno trovar
un cespuglio di fior di mandorli sul venir fanciulla bramar
non posso star piagnugolando nel freddo febbraio
del dondolio signorile fanciulla corile.
RARI
Son con te ovunque sali o amor mio rari
spemme di solitudine fari
donde il tripudio sarcale mi porta al mare
son con te o amor mio pari
ove il sussudio goderno di domani non terno
son con te amor mio prendo la mano nel fermo
rari di solitudine in eterno.
Salvo le circostanze della poesia abrianza
nel desto dell 'usignolo percorro tra le stelle
donde suggella il mio corpo ribelle
di un amore trascendentale salvo le avare e misfare
di terreni fertili di un cammino lodevole
salvo il principevole
MA PERCHE'
Ma perche', ma perche' mi peculi il mio orecchio
fanciullo disanidito e afflitto
oh donna sincera e permalosa di una sposa
ma perche', ma perche' mi tormenti per niente del mio ventre
del lugorio signorile o fanciulla corile
lascia che ti stringa tra le mie braccia, o donna lancia
per non parlare della faccia di chi mi vuole bene e male
del fanciullo sabotale, o donna sincera l'orale.
FANCIULLE
Medesimarmi non posso o fanciulle percorso
nel tempo maestrale che mi porta al mare
o fanciulle sabotale del Dio abate
per ognuno di noi nel prosciugarsi il mare
dei pesci affale incantesimo balneare
di due fanciulle amare.
CECILIA
Cecilia nel vagar dei mari
passi per le vie delle colline son divine
dell' amor mio dorile, scendi dalla valle frebbrile
dell'amor tuo corile sornigliona e non poltrona
nel star accanto alla tua padrona.
fanciulla progressale dell'amor di Dio Abrale
non sei tu la donna affale!
CANE
Oh cane bizzadro cane bizzadro ti presi la mano
non sei per varo
se tu mi mordi e mi porgi la mano
oh cane bizzadro ti presi la mano
donde sei calvaro
senti le camane hoi hoi aro
di stermini di uomini del cane hoi
mi porgimi donde sai volgermi
di saluto in riva al mar o ricciolino vangar
IL QUADRO
Il quadro prefissi, o amor mio dissi
una parola d'amor del mio cuor
giovane fanciullo del dottore
son con te e il dolor
il quadro prefissi e dissi o il peto
e poi ridissi o il grembo fatale
che mi porta al mare,
giovane fanciullo sabotale,
del quadro risuscimentale.
SARDEGNA
Sardegna pittoresca, della "mia cresta
d'onde sei resta nel bagliore di tempesta festa
festa all 'imbrunir della sera sartir
il merlo e il canticchio tenebroso
di foscolo santoso, Sardegna pittoresca roso,
all' albeggiar sasso dopo sasso
della sardegna passo
BRAMAR
Bramar bramar l'irti colli posar
sull'incudine dell'elmo una donna semplice stende
bramar non terno temo il logorio dell'usignolo
solo solo percorro il cammin divino perfino
mi accorsi di lei fanciulla perrei
bramar non saprei
PROFUGAR
Profugarsi in bagliore di tempesta
ma che resta
la mattina di brina
perfino mi accorsi di lei
fanciulla perei
donde la mattina si accascia
nel profugarsi faccia a faccia
basta non ne posso proprio più
della poesia liù
nel profugarsi lassù
dove uomini e donne putrefano i loro misteri
veri fieri nel profugarsi veri.
SON LONTANO
Son lontano per star tra i pantalani
son lontano nella musica aprano
dondolando e poi cantando
una musica altano.
Son lontano per star tra i pantalani
di il Signore tra la mano
son lontano mio pantano.
PER ISILI
Che bella che sei Isili la mattina previna
dalle tue rondini ai tuoi passeri solitari tra gli aviali,
che bella che sei Isili la mattina divina e corvina,
che bella che sei la mattina Isili divina..
Dormigliona e ora in poltrona nel star accanto alla tua padrona,
che bella che sei Isili fantona.
A NICOLETTA
Nicoletta aspetta aspetta, che il pane si fa a fetta,
Nicoletta aspetta aspetta, che il vino è finezza donde vai è purezza.
Nicoletta aspetta aspetta, per il prete e la chiesetta.
Nicoletta aspetta aspetta, per città e paesi in festa,
donde vai è tutta purezza.
Nicoletta aspetta aspetta, tuo nipote a fin d'ebrezza.
SPEME
Speme giovincelle che belle
lungo i ritratti prefatti, suggellano il mio corpo ribelle;
frelle a canticchiar la poesia sonora,
porpora l'uranio Padre Pio,
frese e misfatte di un Dio prefatto contemplato e lusingato
dello speme naufrato,
per gli irti colli abreiato di speme prefatto.
SON MOLTE
Son molte le cose da pensare di questo mondo furibondo e tondo,
delle mie scarpe torno.
Son molte le cose di questo Mondo Borneo,
nell'immaginario corneo.
Son molte le cose di questo Mondo
da pensare e da rifare,…….torno.
BOTTIGLIA DI VINO
Bottiglia di vino perfino perfino mi accorsi di lei
fanciulla perei socchiusi gli occhi per lei
fanciulla adolescente perché perché
perché Silvia valè vale
donde le lacrime suggellano il mio corpo ribelle
donde tempianze in abbondanza danza danza
fino ai sepolcri di Dio di Dio di Silvia Filo
Filo per dimenticaredella poesia abrale
giovane fanciulla abrale di Silvia corale
AMORE
Di amore amore passi per le belle colline son divine
turbituosa fanciulla pocresale dell 'amore di Dio abrale
di amore amore come il fiore
donde le lacrime suggellano il mio corpo ribelle
dell'amore ma belle
pecora turbituosa fanciulla non mi brulla
per la mente e prepotente dell'amore e poi credente
turbituosa fanciulla corrompente son tradente
dell’amore procresale mia perdente di amore pertinente
TURBITUOSA
Turbituosa fanciulla procresale
che peculli le mie orecchie fanciulla disinibita e afflitta
turbituosa fanciulla procresale donde il mare di Dio abele
turbituosa fanciulla procresale
stai attenta e frale
viscere dei serpenti nelle nari non pertuosi
turbituosa fanciulla peguliale donde baIe
turbituosa fanciulla procresale.
SOFFIA IL VENTO
Soffia il vento e la bufera ali farfalla spera
piante l'irti colli froschi della mia costanza
braschi su e giù per le vie del paese
oh farfalla spera.
SUI TRASCIORI
Sui trasciori del Signore frattente
permissivi di avanguardia territoriale tra gli avrali
il Signore pertinente e qualcuno perdente e frattente.
Per poca gente il mentre.
sui trasciori del Signore pertinente
il Signore e frattente.
IL MONDO
Resta mondo frastagliato di bugie e di patto
resta mondo bentornato
onde le tue lacrime suggellano il mio corpo ribelle
della poesia e del mondo fraterno resta mondo paterno
ove il sussidio governo di un Paese fratente
resta mondo paternoper l'inchino sussidio
sull 'altare delle chiese del mondo perdono
degli uomini e donne fangolo
resta mondo sul dondolio delle catene di mondo favene.
PER QUESTA PORTA
Per questa porta passi suvenir compagno di banco
brasci d'avventura mediterranea perdigiana
contemplata di miseria e fame fatta per questa porta basta
un tocco silenzioso ratto e misfatto e contemplato
suvenir compagno di banco duna breccia di porta
franco trotorellone gacco duna porta
a bacca dun tur passo conti Porta Pia fanti.
IL BRUCIAR DI FUMO
Brucia la mia pelle donde putranza in abbondanza
in un mondo di uguaglianza brucia la mia pelle in fragranza
donde le donne vanno in eleganza
brucia la mia pelle sostanza
bella mia non hai abbastanza della poesia brianza ?
Per non bruciare in una stanza.
Allora brucia brucia in abbondanza.
FRELLO
Frello e poi cado di amor mio bado.
sull 'armonia porgo la mano
e poi sfolgoro la mia rabbia da dolce cittadino
per il provino dell 'amor mio divino
di dolce donna fino.
PROSA
Di prosa di rosa di sposa ti scrivo mia cosa.
Che cosa che cosa mi scrivi prosa di rosa
domani si sposa
Si sposa mia prosa di rosa di cosa
per fare che cosa prosa di rosa mia cosa
e certa prova di prosa di rosa di cosa che trovi la sposa.
LE LACRIME
Onde le lacrime suggellano il mio corpo ribelle
di tempianze e fragranze per le distanze di ogni mio in vacanza
onde le lacrime suggellano il mio corpo ribelle delle distanze
su l'armonia preterna onde le lacrime si sostengono per le vie del Signore preterno sull 'inconscio
dei banchi vengono
onde le lacrime suggellano il mio corpo prendano per le vie del Maestro
tengono la mano a chi ci vuole bene e speme
di solitudine stendano sull 'incantesimo preterno
tremano la mia mano nel surgelare il mio corpo ribelle della poesia frelle.
DOLORI
Son dolori per un mondo ardori
per me infrauror d'aurora nell 'elmo solitudine
tristezza della mia ebrezza
Son dolori per un mondo ardori
nell 'atmosfera radente della poesia partente
di amor mio presente
con te nel presente di amor mio carente
di dolori pervine uve o amor mio fratente.
PER L’ACQUA
Acqua delle mie stille avrai, onde le nubi porrà,
acqua delle mie stille avrai; ove uomini e bambini saprai.
Saprai divalgarti per amore di Dio bramarti
acqua delle mie stille avrai
ove i credenti pregenti
acqua selle mie stille fragenti
bramarti in amor di Dio
acqua delle mie stille io e tutti
a immedesimarsi acqua delle mie stille bramarti.
PIOGGIA (2003)
Cader due bozze d’acqua piazza
sussurrar ragazza
se rondini nel cinguettar pazza.
Stille di nubi spiazza
sulvenir passerotta ragazza
cader due bozze d’acqua
pazza pazza
e poi straccia straccia
quanto sei cara
ragazza
BURRASCA (2003)
Burrasca maledetta perché così
sia detta burrasca maledetta
e se la gente va così di fretta
d’inchino sussidio prediletta
di Bernadetta.
Amor mio perché vai così di fretta
aspetta aspetta
burrasca maledetta.
Bentu e acqua (2003)
Bentu e acqua e acqua e bentu
non mi ramentu.
Bentu e acqua e acqua e bentu;
gomai, poita mi dà pigau su framentu,
chi non po sotti
non mi di leidi su sentimentu?
Bentu e acqua, e dognia
ramentu.
TREGENTA (2003)
(TREXENTA)
lontanu Tregenta menta
e fustetti non cumprendidi cantu è lenta
sa poesia in presenza.
S’armonia mia senta
senta fanciulla
s’acqua e sa sorgenti
lonhtanu tregenta menta
currespondi immoi in presenza;
ca fustetti non cumprendidi sa Tregenta
andada e binu lenta.
Saludusu a sa Tregenta,
armonia immoi in presenza.
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Farci G. Paolo in “Poesie di un mascalzone scatenato”