ISTITUTO COMPRENSIVO DIVISIONE JULIA, TRIESTE SCUOLA PRIMARIA DARDI PROGETTO LSCPI Progetto di ricerca-azione Lingue di scolarizzazione e curricolo plurilinguistico ed interculturale, MIUR 2012-13 GENERAZIONI A CONFRONTO BIOGRAFIE LINGUISTICHE E PLURICULTURALI II FASE A.S. 2012-13 VICINI E LONTANI LONTANI E VICINI SOMMARIO 1. INTRODUZIONE pag. 2 2. SEZIONE 1:, CONTE, RIME e FILASTROCCHE pag. 9 3. SEZIONE 2: NINNE NANNE E CANZONI pag. 58 4. SEZIONE 3: GIOCHI pag. 110 Le sezioni 1, 2 e 3 presentano i materiali secondo il seguente criterio: fonti in italiano, di seguito fonti nei dialetti italiani ed infine fonti nelle eventuali lingue straniere. Le sezioni ovviamente non sono esaustive ma presentano specificatamente quei materiali emersi durante la R-A e patrimonio dichiarato dei bambini e degli adulti coinvolti nella ricerca. 1 1 INTRODUZIONE L.S.C.P.I. Lingue di Scolarizzazione e curricolo Plurilinguistico e Interculturale DELL'I.C. DIVISIONE JULIA DI TRIESTE PROGETTO M.I.U.R. TITOLO GENERAZIONI A CONFRONTO BIOGRAFIE LINGUISTICHE E PLURICULTURALI II FASE A.S. 2012-13 “VICINI E LONTANI LONTANI E VICINI” ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “DIVISIONE JULIA” SCUOLA GRUPPO DI LAVORO XVI Distretto Scolastico – V.le XX Settembre, 26 34125 TRIESTE - - tel. 040370560 – fax 040367656 [email protected] [email protected] Commissione d’Istituto del Progetto LSCPI, composta dai docenti: Eugenia Di Barbora Giovanna Berizzi, Maria Grazia Guglielmo, Lizia Sereno. La commissione è stata coordinata dall'ins. Di Barbora, con la supervisione del D.S. dell’I.C. Divisione Julia, Cinzia Scheriani. LSCPI, l’acronimo di Lingue di scolarizzazione e curricolo plurilingue e interculturale, è un progetto promosso dalla Direzione Generale del Personale Scolastico del MIUR coordinato dal Dirigente Tecnico Angiolina Ponziano, nato con lo scopo di armonizzare le politiche educative dell'Italia con quelle del Consiglio d'Europa. PREMESSA Nel contesto multiculturale in cui viviamo, la scuola presenta un panorama globalizzato di lingue e culture, rispetto a cui gli insegnanti sono chiamati a costruire dei percorsi e a ideare delle proposte sempre più idonee per valorizzare i plurimi e ricchi patrimoni linguistici e culturali presenti nelle classi, anche attraverso un coinvolgimento attivo degli alunni ed un coinvolgimento propositivo 2 delle figure genitoriali o parentali. Il Progetto LSCPI dell’Istituto Comprensivo Divisione Julia, nasce con la finalità di rispondere a questo spirito e si sviluppa in una I FASE attuata nell’a.s. 2011-12, i cui esiti sono stati raccolti in un volume di documentazione che ha presentato la progettualità nelle sue differenti fasi e nei suoi molteplici risultati. Nell’anno scolastico 2012-13, il progetto LSCPI promosso dal MIUR ha trovato continuità e proseguio in una II FASE, armonizzandosi con il neonato Progetto Speciale - Curricolo Plurilingue e Lingue di scolarizzazione avviato dall’USR Friuli Venezia Giulia, coordinato dal Dirigente scolastico Alida Misso e sostenuto economicamente sia dell’USR, sia dalla Regione FVG. Se nella I fase lo scopo prioritario è stato quello di attivare una conoscenza puntuale dell’utenza (alunni, genitori, nonni) per raccogliere elementi riferiti ad una prima costruzione di biografie linguistiche e pluriculturali, nella II fase la prospettiva di azione si è concretizzata in un’attenta e dettagliata progettazione per repertoriare –in modo ragionato- i nuovi materiali raccolti nelle classi prime e i materiali raccolti nella prima fase nelle classi II, al fine di reimpiegarli produttivamente ed attivamente all’interno delle classi. Il repertorio nasce con lo scopo di documentare, comporre una memoria collettiva e permettere la costruzione di spazi di dialogo e di interazione all’interno delle classi, coinvolgendo in modo attivo tutti i protagonisti: bambini, genitori, nonni. L’inserimento nello stesso progetto delle classi prime ha dato risposta al principio di continuità, che è uno dei paradigmi forti e costitutivi che sostiene l’impianto pedagogico-educativo dell’ I.C. Divisione Julia. TARGET/CLASSI CAMPO D’INDAGINE La ricerca-azione si è rivolta a 3 gruppi mirati: gli alunni della I A (tot. 20), gli alunni della IB (tot 22), unitamente agli alunni già coinvolti II B (totale 22 ) e gli alunni della II C (totale19); i genitori degli alunni delle quattro classi; i nonni degli alunni delle due classi II. Il progetto intrapreso dall’I.C. Divisione Julia di Trieste nella sua II fase, ha proseguito il percorso di R-A inaugurato l’a.s. precedente, individuando nell’annualità 2012-13 il campo d’indagine in tutto quell’esteso, variegato e ricco patrimonio rappresentato da conte, filastrocche, canti, canzoni e giochi, indicati nei questionari redatti da bambini ed adulti. Questo capitale culturale, linguistico, storico, nella prima fase era stato solo elencato ed era pertanto emerso esclusivamente in forma parziale. Ci è sembrato così opportuno 3 offrire nella seconda fase progettuale una finestra di approfondimento che si è concretizzata in una dimensione documentativa (volume di documentazione) ed in una operativa. Quest’ultima è stata tradotta in attività curricolari ed in laboratori a carattere transdisciplinare condotti sotto la regia degli insegnanti e con la partecipazioni di genitori. Le attività laboratoriali incentrate sul patrimonio orale (conte, filastrocche, canti) e ludico (giochi, giocattoli) ha lasciato aperte delle finestre dedicate alla narrazione o ricostruzione dei vissuti e delle biografie degli alunni e degli adulti. Gli alunni sono stati fruitori ma anche protagonisti –in un’ottica partecipata- delle attività proposte. La finalità generale in cui rientra il progetto LSCPI nella sua globalità è quella di favorire l’arricchimento pluriliguistico ed interculturale nell’ottica di un’educazione alla cittadinanza cosmopolita. DEFINZIONE DELLO SCOPO TEMPI Entro questa cornice sono stati definiti gli obiettivi della II fase volti a: • favorire dinamiche e processi di ascolto, apertura e conoscenza intergenerazionale; • favorire la valorizzazione di tutte le lingue e culture offerte dal contesto; • rafforzare le competenze riferite alla lingua italiana; • valorizzare il vissuto di ognuno in quanto latore di valori condivisibili nel più ampio contesto della storia di tutti noi; • pervenire a valori universali condivisibili e condivisi. NOVEMBRE 2012 Incontro rete regionale Progetto speciale FVG DICEMBRE 2012 Avvio della seconda annualità del Progetto LSCPI MIUR Seminario regionale Progetto speciale Curricolo Plurilingue e interculturale , Udine 18.12, intervento IC. DIVISIONE JULIA GENNAIO 2013 Incontri gruppo di lavoro FEBBRAIO 2013 Restituzione esiti Progetto LSCPI I FASE alle classi II e avvio II fase Presentazione e avvio Progetto LSCPI II FASE alle classi I Restituzione esiti Progetto LSCPI I FASE al Collegio docenti I.C. Julia e avvio II fase MARZO 2013 Incontri gruppo di lavoro Attività curricolari APRILE 2012 Incontri gruppo di lavoro Seminario regionale Progetto speciale Curricolo Plurilingue e interculturale, Udine 29.04 4 MAGGIO-GIUGNO 2012 Incontri gruppo di lavoro Attività curricolari GIUGNO-LUGLIO 2012 Redazione della documentazione METODOLOGIA La cornice metodologica in cui si inscrivono le ipotesi e le azioni che sostengono il progetto dell’I.C. Julia è quella della Ricerca-Azione intesa come lo studio di una situazione –nel nostro caso educativodidattica- finalizzata a migliorare la qualità dell’azione. A tal fine sono state attivate modalità e strategie atte a favorire la co-costruzione, all’interno delle ore curricolari, di uno spazio della narrazione e dello scambio a partire dal patrimonio riferito a conte e filastrocche, ninne nanne e canti, giochi (di differenti tipologie). Da qui hanno preso le mosse la costruzione e l’avvio di veri e propri laboratori (che troveranno seguito nell’a.s. p.v.) con la partecipazione a scuola di adulti delle famiglie di riferimento e anche di mediatori. Tale modalità ha permesso e permetterà il confronto su 3 piani: intergenerazionale, linguistico e culturale. Nella I fase del progetto ci siamo avvalsi di una sola tipologia strumentale: il questionario. Nella II fase è stato stilato e condiviso uno strumento agile per repertoriare in modo coerente i materiali. MODELLI PER LA RACCOLTA E REDAZIONE DEL PATRIMONIO ORALE E LUDICO STRUMENTO Nome della conta/filastrocca/ ninna nanna/canzone Scegliere una delle possibili opzioni Origine e lingua Note (occasione, festività…) Testo Interpretazione dei bambini Dal web Nome del gioco In altre lingue Luogo N° giocatori Modalità di gioco Dai bambini Dal web 5 I materiali sono stati repertoriati dagli insegnanti e i modelli succitati sono stati riempiti –sotto la regia dei docenti- con un lavoro cooperativo condotto coi bambini che hanno contribuito con apporti orali, scritti ed iconografici, nonché con alcuni adulti che si sono resi disponibili. CRITICITA’ Nella II fase progettuale meritano particolare attenzione alcuni aspetti che si sono presenti in termini di criticità e che dovranno necessariamente trovare delle azioni di miglioramento: a livello macro e meso un avvio del cronoprogramma più rapido e decisamente più rispettoso dei tempi e degli impegni definiti a livello regionale e nazionale. a livello micro di Istituto Comprensivo ESITI E RIFLESSIONI II FASE una migliore valutazione dei tempi e degli oneri. In questa II fase c’è stato un investimento decisamente molto ampio in relazione alla costruzione della documentazione, che ha necessitato di un periodo molto più lungo di quello preventivato, riducendo e sacrificando le azioni di costruzione dei momenti laboratoriali, che logicamente dovranno trovare continuità e implementazione nell’a.s. a venire. una migliore è più forte ed incisiva traduzione degli aspetti multiculturali e multilinguistici in termini interculturali. Ciò significa che andranno studiate ancora di più le condizioni migliori per realizzare prassi, relazioni ed azioni educativodidattiche che siano autenticamente e significativamente interculturali. In riferimento alla II fase del progetto è possibile giungere ad alcune considerazioni complessive. Anche in questa II fase l’indagine condotta con i bambini e gli adulti ha offerto uno spaccato decisamente significativo che rispecchia in modo sostanziale il contesto attuale connotato dal paradigma della complessità, in cui la diversità si pone come questione che ci interroga attraverso la sua ricchezza e le sue potenzialità. la ricerca ha permesso attraverso questa seconda fase di accedere grazie al contributo offerto dai bambini, dai genitori e dai nonni ad un ricchissimo patrimonio orale e non, riferito 6 a conte, filastrocche, canti, ninne nanne, giochi e fiabe. Il variegato ed interessante patrimonio ha costituito il “materiale autentico”, su cui è stata costruita la documentazione di seguito proposta nel presente volume. La raccolta dei materiali riferiti al patrimonio orale ha messo in luce un quadro eterogeneo in relazione allo sfondo linguistico-culturale di appartenenza. Prevalgono i materiali veicolati in lingua italiana. Di seguito son presenti testimonianze che attestano presenze dialettali italiane, nonché riferimenti rispetto a ambiti culturali e linguistici non italiani. Rispetto a questi ultimi per ora è stato possibile approfondire –grazie alla collaborazione di alcuni genitorisolo alcune delle tracce proposte. Il quadro mette pertanto in luce riferimenti a contesti linguistici culturali italiani (comuni a tutta la penisola o con caratterizzazioni e specificità regionali o locali) e stranieri. La promozione della pluralità linguistica è necessariamente transitata attraverso la rivalutazione e l’implementazione della lingua italiana come lingua non solo veicolare degli scambi. Dal confronto tra i materiali forniti dalle differenti generazioni, ossia tra bambini, genitori e nonni, sono emersi dati significativi. Si evince dapprima che esiste un patrimonio –soprattutto riferito a conte, filastrocche e fiabe - che attraversa le generazioni costituendo uno zoccolo di condivisione e trasmissione. Viceversa i materiali riferiti a giochi e giocattoli presentano elementi transgenerazionali ed altri che - invece e prevedibilmente- testimoniano una divergenza tra le fasce d’età. Purtuttavia il dato d’interesse è che, ad esempio, i giochi di una volta costituiscono un terreno interessante per aprire degli spazi di condivisione tra generazioni. Gli adulti divengono parte attiva di una memoria che viene raccolta con interesse da bambini che spesso, con stupore, scoprono aspetti dimenticati di vite d’infanzia e biografie differenti per condizioni storiche, sociali ed economiche, nonché fiabe che rappresentano momenti della memoria individuale e sociale. Questa II fase si conclude con la necessità di proseguire e implementare i laboratori neonati, dando più significatività e regolarità agli stessi. Contemporaneamente lascia aperte molte ipotesi e indica nuove piste e direzioni di ricerca ed azione che 7 meriteranno attenzione e realizzazione nell’a.s. a venire. Come in passato e pensando alle prospettive progettuali future non possiamo che auspicare che la nostra scuola, con il contributo degli attori diretti ed indiretti che sono stati e saranno coinvolti, continui ad essere laboratorio e rete di relazioni volte a realizzare forme partecipate per lo sviluppo di competenze di cittadinanza attiva. FONTI E RIFERIMENTI Raccomandazioni del Parlamento europeo 18.12.2006, Consiglio dell'Unione Europea (G.U. 12.05.09) Forum intergovernativo di Ginevra 2011 Education and Trading 2020, Indicazioni per il curricolo, MIUR 2012 http://www.coe.int/t/dg4/linguistic/Source/Source2010_Fo rumGeneva/GuideEPI2010_IT.pdf http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/lscpi http://interculturausrfvg.jimdo.com/ http://interculturausrfvg.jimdo.com/curricoloplurilingue/lscpi-lavori-scuole-2011-12/ 8 2 SEZIONE 1:, CONTE, RIME E FILASTROCCHE Conta PASSA PAPERINO Origine Italia Note La maggior parte dei bambini conosce questa conta. Testo Passa Paperino con la pipa in bocca guai a chi la tocca. L’hai toccata tu esci fuori proprio tu! Interpretazione dei bambini Dal web http://www.filastrocche.it/nostalgici/cont/paperino.htm http://www.filastrocche.it/contenuti/passa-paperino/ 9 Conta ANGHINGÒ Origine Italia Note Conta per scegliere o eliminare un giocatore. Testo Anghingò Tre galline e tre capò Per andare alla cappella C’era una ragazza bella Che suonava il ventitré Uno due tre. Dal web http://www.filastrocche.it/nostalgici/cont/anghin2.htm Conta IL RE DI FRANCIA Origine Italia Note Conta per eliminare un giocatore. Di questa conta molti alunni conoscono la versione triestina Testo Pum-pum d’oro La-liro-lancia Questo è il gioco Del re di Francia Lara-lero-lì Lara-lero-là Questa conta Finisce qua. Interpretazione dei bambini Dal web http://www.filastrocche.org/conte.php http://www.venessia.com/filastrocche.htm 10 Conta LA BALENA SENZA DENTI Origine Italia Note La filastrocca si conclude quando, chi conta, arriva al venti. Testo La balena senza denti Sa contare fino a venti. Uno, due, tre… Interpretazione dei bambini Dal web https://www.filastrocche.it/contenuti/la-balena-senza-denti/ 11 Conta SIGISMONDO Origine Italia Note Questa variante del classico girotondo viene usata come conta per escludere o scegliere un giocatore. Testo Giro giro tondo viva Sigismondo grande pappagallo scendi dal cavallo vieni qui da me uno due tre. Interpretazione dei bambini Dal web http://www.filastrocche.it/nostalgici/filastro/giro.htm http://www.filastrocche.it/contenuti/giro-giro/ 12 Conta L’ UCCELLIN CHE VIEN DAL MARE Origine Italia Note Questa, tra le varie conte, è una tra le più utilizzate dagli alunni che l’hanno proposta. Testo L’ uccellin che vien dal mare Quante penne può portare? Può portarne solo tre, una, due, tre! Interpretazione dei bambini Dal web http://www.filastrocche.it/nostalgici/cont/uccellin.htm http://www.luistella.com/Andrea/Filastrocche_2.htm 13 Conta CONTE IN TRIESTINO Origine Italia, Trieste Note Versioni in dialetto triestino Testo Pum-pum d’oro Larì-le-rancia Questo giogo Se gioga in Francia Lero-lero mi Lero-lero ti Andar fora Te toca ti. Sempre in triestino sono molto note altre conte: Andele, bandele, peteperè, quante feste ghe ne xe? Ghe ne xe ventitré per andar in pescaria, tichete, tachete, scampa via. An, dan, des, tile, male, pes,, tile, male, pupa nes, an, dan, des. La neve xe bianca val xentozinquanta, val un, val do, val tre, val quatro, val zinque, … val oto, pan biscoto, salta fora chi xe soto. Da segnalare –riprendendo L. Bamboschek , (Zoghi de fioi, Il Murice, 2010, p.32-33), che “Durante la dominazione austriaca a Trieste le bambinaie insegnavano ai bambini delle famiglie in cui lavoravano anche qualche filastrocca-conta in tedesco di cui è rimasta memoria: Ein, zwei, drei, vier, funf, sechs, sieben, eine alte Frau kocht Ruben, eine alte Frau kocht Speck: ich oder du muss weg! Un, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, una vecchia signora cuoce rape, 14 una vecchia signora cuoce lardo: io o tu dobbiam andar via!” Interpretazione dei bambini Dal web http://www.tuttotrieste.net/varie/filastr/pampum.htm http://www.filastrocche.it/contenuti/pum-pum-doro/ 15 Conte CONTE IN SPAGNOLO Origine e lingua Testo Cuba Spagnolo La mela passeggia tra la tavola e la sala da pranzo, non tagliarmi col coltello, tagliami con la forchetta. Tagliando una mela un ditino mi sono tagliato, la mia nonnina mi ha curato con un bacio e un dolcetto. 2) Tin marín de dos pingué Cúcara mácara títere fue Pasó la mula Pasó Miguel Mira a ver quién fue ¿Cuántas patas tiene el gato? Una dos tres y cuatro. A caso di due ne ho appeso uno Cucara macara era un burattino È passata la mula È passato Michele Vediamo chi è stato Quante zampe ha il gatto? Una due tre e quattro. 3) Los zapaticos me aprietan Las medias me dan calor Y el besito que me diste Lo tengo en mi corazón. Le scarpette mi stanno strette Le calze mi scaldano troppo E il bacetto che mi hai dato Lo tengo nel mio cuore. 4) Pitipitipeo Pan con peo Dice la reina que salgas tú. Pitipitipeo Pane con “puzzetta” Dice la Regina che tocca a te. 5) Mickey Mouse y Pato Donald 16 Están haciendo una casita ¿Cuántos palos necesitan? Topolino e Paperino Stanno facendo una casetta Di quanti pali hanno bisogno? Note Di queste conte non sappiamo molto: i bimbi a Cuba le usano normalmente per giocare. Comunque, mentre la quarta e la quinta sicuramente sono state inventate di recente, le prime tre sono sicuramente più “tradizionali” e diffuse anche in altri paesi latinoamericani, seppure in versioni leggermente diverse. La prima, inoltre, viene usata come conta, ma in realtà è una canzone infantile tradizionale. 17 Filastrocca IL CAVALLO DEL BAMBINO Origine Italia Note Filastrocca per bambini piccoli. L’ adulto tiene il bambino seduto sulle proprie ginocchia e lo fa saltellare aumentando il ritmo della “cavalcata” con il procedere della filastrocca. Esistono più versioni. Testo Il cavallo del bambino va pianin, pianin, pianino; il caval del giovanotto va di trotto, va di trotto; ma se ("nome del bimbo") monta in groppa..... galoppa! galoppa! galoppa!!! Interpretazione dei bambini Dal web http://www.filastrocche.it/nostalgici/filastro/cavallo.htm 18 Filastrocca SON PICCINO Origine Italia Testo Son piccino ,nulla so fare vado in cucina e mi metto a mangiare. Interpretazione dei bambini 19 Filastrocca OCCHIETTO BELLO Origine Italia Note Questa filastrocca è la variante di una nota canzoncina per bambini; nel pronunciarla, l’adulto indica le parti del viso citate e conclude prendendo tra le dita, delicatamente, la punta del naso del bambino. Occhietto bello, suo fratello Testo Orecchietta bella, sua sorella Boccuccia per cantar Campanello da suonar Dal web http://www.filastrocche.it/contenuti/occhio-bello-3/ http://www.filastrocche.it/contenuti/occhio-bello-3/ 20 Filastrocca LE CINQUE DITA Origine Italia Note Di questa filastrocca esistono infinite versioni. Un giorno disse il pollice all’orto me ne vo’ E l’indice rispose le pesche indicherò E il medio poi soggiunse io le coglierò Testo E l’anulare disse e io le mangerò E il mignolo rispose al babbo lo dirò Interpretazione dei bambini Dal web http://www.aurorascuola.it/res/site57564/res543903_WALDORFTECAOPEN-OFFICE-13-06-2010.pdf http://www.infanziaweb.it/filastrocche/fila_5dita.htm http://www.filastrocche.it/nostalgici/filastro/5dita.htm 21 Filastrocca LE DITA DELLA MANO Origine Italia Note Di questa filastrocca esistono molte versioni, anche regionali Testo Dice il pollice “ho fame” E l’indice “pane” Il medio “non ce n’è” L’anulare “haimè” E il mignolo … “tutti e cinque a lavorare!” Interpretazione dei bambini Dal web http://www.filastrocche.it/nostalgici/filastro/5dita.htm http://www.infanziaweb.it/filastrocche/fila_5dita.htm 22 Filastrocca STELLA STELLINA Origine Italia Testo Stella stellina la notte si avvicina: la fiamma traballa, la mucca è nella stalla. La mucca e il vitello, la pecora e l’agnello, la chioccia coi pulcini, la mamma coi bambini. Ognuno ha la sua mamma e tutti fan la nanna. Interpretazione dei bambini Dal web https://www.filastrocche.it/contenuti/stella-stellina/ 23 Filastrocca LE OCHETTE Origine Italia Note Si insegna ai bambini con l’intento di far superare la paura dell’acqua. Testo Al mattino presto, presto, non appena il sole è desto, van le ochette a fare il bagno dentro l'acqua dello stagno. Prima lavan le zampette la faccina e poi le alette; fanno tutte: "Qua, qua, qua! Oh! Che gran felicità!". Una un tuffo vuole fare, l'altra finge di annegare, l'altra ancor, più birichina, fa "ciao, ciao" con la zampina. Ed insegnano ai bimbetti, capricciosi e sudicetti, che dell'acqua fresca e pura non si deve aver paura! Dal web http://www.filastrocche.it/nostalgici/canzoni/ochette.htm 24 Filastrocca TRE CIVETTE SUL COMÒ Origine Italia Ambarabà ciccì cocò Tre civette sul comò Testo Che facevano l’amore con la figlia del dottore il dottore si ammalò ambarabà ciccì cocò. Interpretazione dei bambini Dal web http://it.wikipedia.org/wiki/Ambarab%C3%A0_cicc%C3%AC_cocc%C3%B2 25 Filastrocca I DODICI MESI DELL’ANNO Origine Italia Testo Gennaio mette ai monti la parrucca. Febbraio grandi e piccoli imbacucca. Marzo libera il sol di prigionia. Aprile di bei colori orna la via. Maggio vive tra musiche di uccelli. Giugno vede i frutti appesi ai ramoscelli. Luglio falcia la messe al solleone. Agosto avaro al sicuro le ripone. Settembre i dolci grappoli rubina. Ottobre di vendemmia riempie la tina. Novembre ammucchia aride foglie in terra. Dicembre ammazza l’anno e lo sotterra. Interpretazione dei bambini Dal web http://www.poesie.reportonline.it/poesie-dei-mesi-dell-anno/filastrocca-deidodici-mesi-di-a-silvio-novaro.html 26 Filastrocca LA BEFANA VIEN DI NOTTE Origine Italia Di questa filastrocca la maggior parte dei bambini conosce solo la seconda strofa. Alcuni ritengono che invece di più strofe si tratti di diverse versioni della stessa breve filastrocca. Note La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte con le toppe alla sottana: Viva, viva la Befana! Testo La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte col vestito alla romana: Viva viva la Befana! La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte col cappello alla romana: Viva viva la Befana! La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte porta un sacco pien di doni da regalare ai bimbi buoni La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, con la scopa di saggina: viva viva la nonnina! La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, se ne compra un altro paio con la penna e il calamaio. La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte viene e bussa alla tua porta sai tu dirmi che ti porta? La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte; viene, bussa e scappa via, la befana è mamma mia. La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte 27 il suo sacco è pien di toppe e le ossa ha tutte rotte. La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, il vestito trulla là, la Befana: "Eccomi qua!!!" La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, con la gerla sulle spalle e le calze rosse e gialle. La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, s'è scucita la sottana: viva, viva la Befana! Interpretazione dei bambini Dal web http://www.filastrocche.it/nostalgici/natale/befana.htm 28 Filastrocca ALLA SCUOLA SONIA VA Origine Italia Di questa filastrocca conosciuta dai bambini si trovano diverse versioni sul web Note Testo L’orologio la mattina Dice ai bimbi fate presto La maestra già vi aspetta E le nove sono già Ticcheticche ticcheta Alla scuola Sonia va Ticcheticche ticcheta Alla scuola Sonia va Dal web http://www.filastrocche.it/contenuti/lorologio-del-mattino/ Filastrocca FILASTROCCA DELLE VOCALI Origine Italia Questa è stata la prima filastrocca che gli alunni hanno studiato in prima elementare. Note Testo Gamba qua gamba là, mi presento son la A. Io di braccia ce ne ho tre, mi presento son la E. Sempre dritta, notte e dì, mi presento son la I. Oh che sonno, niente fo’, mi presento son la O. Io m’arrendo, mani in su, non sparate son la U 29 Interpretazione dei bambini Dal web http://www.scuolalonghena.org/blog/filastrocca-delle-vocali-in-prima-c/ 30 Filastrocca IL CAN CHE SCAPPA Origine Italia Note Di questa filastrocca esistono differenti versioni e qui ne presentata quella ridotta. viene Guarda guarda il can che scappa Testo Si è portato via la pappa E la pappa del bambino l’ha mangiata il cagnolino Cagnolino fa bu bu e la pappa non c’è più Interpretazione dei bambini Dal web http://www.filastrocche.it/nostalgici/ninne/bolli.htm 31 Filastrocca LA BELLA CINESINA Origine Italia Note Di questa filastrocca esistono altre versioni Testo Dentro un vaso di porcellana c'era rinchiusa una bella cinesina che danzava la danza americana col capitano della marina. Le scarpette le stanno strette il bustino le sta strettino la sottana le sta a campana e l'orologio fa ticchetà ticchetà ticchetà Interpretazione dei bambini Dal web http://www.filastrocche.it/nostalgici/cont/vaso.htm 32 Filastrocca PESCIOLINO ROSSO Origine Italia Testo Un dì la brutta strega del deserto fece un incanto al principe Roberto e usando la sua scopa per cavallo lo trasformò in un pesce di corallo! E quindi bofonchiando a piu non posso in una vasca mise il pesce rosso. Pesciolino rosso, pesciolino rosso nella vasca di cristallo porta la corona, porta la corona fatta tutta di oro giallo! Gli altri pesciolini, gli altri pesciolini saltellando allegramente battono la coda, battono la coda salutando il loro re! Ma un dì la Principessa Fiordacanto baciò sul muso il pesciolino rosso e della strega perfida l’incanto dopo quel bacio subito cessò! Pesciolino rosso, pesciolino rosso nella vasca di cristallo porta la corona, porta la corona fatta tutta d’oro giallo!!! Interpretazione dei bambini Dal web http://www.filastrocche.it/contenuti/pesciolino-rosso-2/ 33 Filastrocca PINOCCHIETTO Origine Italia Note Di questa filastrocca esiste un’altra versione. Testo Pinocchietto va a palazzo con i libri sotto il braccio, la lezione non la sa, ma che voto prenderà? Con il cinque non si passa, con il sei appena appena, con il sette ben benino, con l'otto ben benone, con il nove da professore, con il dieci da direttore! Interpretazione dei bambini Dal web http://www.filastrocche.it/nostalgici/filastro/pinocch2.htm 34 Filastrocca SIGNORINA PATATINA Origine Italia Testo Signorina patatina, con le gambe da gallina, col vestito di velluto: Signorina ti saluto. Interpretazione dei bambini Dal web http://www.filastrocche.it/contenuti/signorina-patatina/ 35 Filastrocca LA FORMICUZZA E IL GRILLO Origine e lingue Italia Italiano Testo C'era un grillo in un campo di lino la formicuzza ne chiese un pochino. Lariciunferarillalero lariciunferarillallà. Disse lo grillo : "Che cosa ne vuoi fare?" "Calze e camicie, mi voglio maritare!" Lariciunferarillalero lariciunferarillallà. Disse lo grillo : "Lo sposo sarò io!" La formicuzza : "Sono contenta anch'io!" Lariciunferarillalero lariciunferarillallà. Viene fissato il giorno delle nozze: un fico secco e due castagne cotte. Lariciunferarillalero lariciunferarillallà. Erano in chiesa e si mettean l'anello, il grillo cadde, gli si spaccò il cervello. Lariciunferarillalero lariciunferarillallà. La formicuzza dal gran dolore impazza: sposa di fresco, si ritrovò ragazza! Lariciunferarillalero lariciunferarillallà. La formicuzza, per il gran dolore, prese uno spillo, se lo ficcò nel cuore. Lariciunferarillalero lariciunferarillallà. 36 Rima BATI BATI LE MANINE Origine Italia Note Antica filastrocca triestina che si insegna ai bambini in ambito familiare sin dalla più tenera infanzia. Testo Bati bati le manine che vegnerà papà el porterà i bomboni e el bambin li magnerà. Interpretazione dei bambini Dal web http://www.adriaticounisce.it/temi_premiati1.htm 37 Rima GHIRINGAIA Origine Italia Note Antica filastrocca triestina. Si cantilena disegnando con l’indice dei cerchi sul palmo della mano del bambino e si conclude dando uno schiaffetto sul palmo. Ghirin ghirin gaia Martin xe sula paja Testo Paja pajuza Tachete una sciafuza Interpretazione dei bambini Dal web http://www.tuttotrieste.net/varie/filastr/ghiringaia.htm 38 Filastrocca EIN, ZWEI, DREI Origine Italia Note Antica filastrocca triestina Ein, zwei, drei la vecia va in tramvai Testo la paga zinque soldi la cori come mai. La vecia co la tecia co l'ombrelinde sol la va ingrumar cagoie la meti in tovaiol. Interpretazione dei bambini Dal web http://www.tuttotrieste.net/varie/filastr/einzweidrei.htmhttp://www.tuttotrieste.ne t/varie/filastr/einzweidrei.htm 39 Filastrocca LA STORIA DE SIOR INTENTO Origine Italia Note Versione Triestina Testo Dal web Questa xe la storia de Sior Intento che dura tanto tempo e mai no se distriga. Te vol che te la conto o te vol che te a digo? Questa xe la storia ... http://vec.wikisource.org/wiki/La_storia_de_sior_Intento http://www.venessia.com/filastrocche.htm Filastrocca ZIA MARIA Origine Italia Note Antica filastrocca triestina, veniva recitata dalle nonne ai bebè tenuti sulle ginocchia, che venivano fatti dondolare ad alla fine “gettati” come le “naranze” arance della filastrocca. Testo Dal web Zia Maria La barca no xe mia La xe de quel barcante Che vendi le naranze,naranze bone Per darghe a le tutele Tutele no le vol E pum in scovazon. http://www.tuttotrieste.net/varie/filastr/ziamaria.htm 40 Filastrocca LA MADONNA CANDELORA Origine Italia Note Versione triestina. Testo 'Se la vien con sol e bora de l'inverno semo fora. Se la vien con piova e vento, de l'inverno semo dentro.'' Interpretazione dei bambini Dal web http://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/il-tempo-della-candelora-ci-puo--direcome-proseguira-l--inverno--60961 41 Filastrocca SAN NICOLÒ Origine Italia Note Filastrocca che i bambini triestini imparano già all’asilo e recitano il 6 dicembre. Di questa filastrocca esiste anche una versione cantata. Testo San Nicolò ha un sacco grosso, grosso Ed è vestito tutto di rosso. Cappello a punta, lungo il bastone Ha gli occhi buoni e un gran barbone, porta giocattoli e caramelle a bimbi buoni e bimbe belle. Apri il tuo sacco Uno due tre, uno due tre San Nicolò ha qualcosa per me. Interpretazione dei bambini Dal web http://www.tuttotrieste.net/varie/santi/nicolo.htm 42 Filastrocca TONI BALONI Origine Italia, Trieste Note Antica filastrocca triestina Testo Toni Baloni Che vendi limoni In Piazza Goldoni Numero tre Verzi la porta E spandi cafè. Interpretazione dei bambini Dal web http://www.tuttotrieste.net/varie/filastr/tonibaloni.htm 43 Filastrocca SAN NICOLÒ DE BARI Origine Italia, Trieste Antica filastrocca in dialetto triestino. Veniva recitata il 6 dicembre per celebrare il famoso santo che secondo la tradizione, durante la notte porta doni ai bambini. Note Testo San Nicolò de Bari La festa dei scolari, se i scolari no fa festa ghe taieremo la testa. . Interpretazione dei bambini Dal web http://bora.la/2010/12/06/san-nicolo-de-bari-xe-la-festa-dei-scolari/ http://www.tuttotrieste.net/varie/santi/nicolo.htm 44 45 Filastrocca ALLA FIERA DI MASTRO ANDRÉ Origine Italia, dialetto Note I bambini si dispongono in cerchio e cantando mimano gli strumenti musicali che sono di volta in volta nominati nella canzone. Testo Alla fiera di mastro André aggiu cumpratu nu tamburiello turututu lu tamburiello alla miré, alla miré, alla fiera di mastro André alla miré, alla miré, alla fiera di mastro André. Alla fiera di mastro André aggiu cumpratu nu piffariello piripipi lu piffariello turututu lu tamburiello alla miré, … alla miré, … …aggiu cumpratu: ‘na viola, za za la viola; nu viulino, zi zi lu violino; ‘na pistola, pem pem la pistola; nu cannone, bum bum lu cannone; ‘na trombetta, pe pe la trombetta; nu ciucciariello, ia ia lu ciucciariello. Interpretazione dei bambini Dal web http://www.filastrocche.it/contenuti/alla-fiera-di-mastro-andre/ 46 Filastrocca SETTI, QUATTORDICI... Origine Italia Note Questa filastrocca è in dialetto siciliano Testo Dal web Setti, quattordici, vintunu e vintottu rapimi a porta ca sugnu 'npicciottu sugnu 'npicciottudi ventiquattr'anni rapimi a porta ca sugnu Giuvanni sugnu Giuvanni vistutu pulitu rapimi a porta ca sugnu u to zitu. http://kidslink.bo.cnr.it/cocomaro/rhymes/s.htm 47 Filastrocca GGHIVITI GGHIUVITI Origine Italia Note Questa filastrocca è in dialetto siciliano. Signuruzzu 'gghiuviti 'gghiuviti Testo ca l'arbireddi su' motti di siti e mannattini una bona senza lampi e senza trona. Dal web http://spazioinwind.libero.it/mycrossofworld/MusicaDelSud/sicilia/Signuruzzu%20ch iuviti%20chiuviti.htm 48 Filastrocca UN DÍA DE PASEO Origine Spagna Note Di questa filastrocca esiste anche una versione cantata Un día de paseo, una señora, rompió con su sombrero una farola. Testo Al ruido del farol salió el director: -"Pero dígame, señora, ¿quién ha roto ese farol?". -"Perdone, caballero, que yo no he sido. Ha sido mi sombrero el atrevido". -"Si ha sido su sombrero la multa pagará para que otro día sepa su sombrero, a dónde va". -"No quiero más sombrero ni más farola. Yo quiero una mantilla de cuatro bolas". Interpretazione dei bambini Dal web http://www.madspaniard.com/popular.php?cancion=el_sombrero 49 Filastrocca MEÑIQUE Origine Spagna Note Anche in Spagna come in Italia esistono numerose versioni di questa filastrocca. Testo Meñique se fue a paseo Sin permiso de anular, quando el del medio lo sepa un regaño le va a dar. Índice lo está buscando, lo está buscando hasta el pulgar. Hoy regañan a Meñique ¡Hoy lo van a regañar! Interpretazione dei bambini Dal web http://www.elgrupo3.com/lospeques.htm 50 Filastrocca LA PRIMAVERA Origine Iran Note La traduzione di questa filastrocca e la scrittura in persiano sono state prodotte dal padre di un alunno. LA PRIMAVERA = BAHAR ( VERSIONE IN PERSIANO ) BAHAR BAHAR GHASHANGE ASEMOON ABI RANGE 1. Testo GHASHANGE , GHASHANGE, RANGINKAMAN GOOSHEYE IN ASEMOON SHEKOOFEHAYE SHADI TOYEH DELAMOONEH 2. BOLBOL RESIDEH NAGHMEH KHAN , SOMBOL BE BAAGHE KHOONAMUN BAHAR AVARDEH , SARMAROO BORDEH 3. KHORSHID TU DASHTO E ASEMAN ATRE GOLHAYE’ YASEMUN BAHAR AVARDEH , SARMARO BORDEH 4. INJA O UNJAH HARJA TU GHALBE BACHEHA RANGINKAMUNEH 5. LA PRIMAVERA=BAHAR ( TRADUZIONE IN ITALIANO ) LA PRIMAVERA , LA PRIMAVERA E’ BELLA , IL CIELO E’ AZZURRO 1. BELLA , BELLA , ESISTE L’ARCOBALENO IN UN ANGOLO DEL CIELO E L’ALLEGRIA DEI FIORI NASCE NEI NOSTRI CUORI 2. E’ ARRIVATO L’UCCELLO CON I SUOI CANTI PRIMAVERILI E SON ARRIVATI I GIACINTI NEI NOSTRI GIRDINI , E’ ARRIVATA LA PRIMAVERA PER PORTARE VIA L’INVERNO 3. IL SOLE RAGGIANTE NEL CIELO E NEI NOSTRI PRATI , IL PROFUMO DEI FIORI , PORTANO LA PRIMAVERA E MANDANO VIA L’INVERNO 4. QUI E LA’ IN OGNI POSTO NEI CUORI DEI NOSTRI RAGAZZI C’E’ L’ARCOBALENO 5. 51 52 Filastrocca KÝTABIM Turchia Origine Note Testo La traduzione di questa filastrocca turca è stata prodotta dalla madre dell’alunno che l’ha proposta ma, poiché non risultava di facile comprensione, si è fatto riferimento al web. Kitap en iyi arkadaþ Bana neyi sorsam söyler. Ne anlatsa en sonunda Çalýþ, iyi, doðru ol der. Geceleri uyumaz o, Beni kaldýrýr erkenden. Okulum kadar güzeldir, Kitabý çok severim ben. Prenotate i vostri migliori amici Dimmi quello che chiedo. Dillo a tutti su ciò che è alla fine Plays, bene, mi hanno detto di essere corretto. Traduzione Di notte, dorme, Mi Rimuove presto. La mia scuola è così bella, Mi piace il libro, molto. Dal web http://www.siir.gen.tr/siir/f/fazil_husnu_daglarca/kitabim.htm 53 Rima GIROTONDO Luogo Interno\esterno N° giocatori A partire da un piccolo gruppo di partecipanti Modalità di gioco Tutti i partecipanti al gioco si danno la mano e si dispongono circolarmente. Insieme si recita la filastrocca: Giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra; tutti giù per terra. Arrivati all’ultima strofa tutti ci si accovaccia per terra. Una versione meno conosciuta è la seguente: Giro giro tondo Il pane cotto al forno Cento cinquanta la gallina canta Lasciatela cantare si vuole maritare Guarda qua ,guarda là Tutto il mondo cascherà. Dai bambini interpretazione di un alunno di classe II 54 interpretazione di un alunno di classe I Dal web Girotondo di bambini all’aperto Fra’ Angelico Giudizio universale1432-1435 Per le varianti del girotondo, vari siti tra cui: http://www.infanziaweb.it/filastrocche/girotondo.htm http://www.filastrocche.org/girotondo.php Il girotondo ha ispirato anche il mondo musicale e a tal proposito segnaliamo due brani significativi che possono essere utilizzati a completamento ed implementazione dell’attività ludica. GIROTONDO INTORNO AL MONDO Testo e musica di Sergio Endrigo dall'album "Endrigo 1966" Ispirata ad una poesia di Paul Fort Se tutte le ragazze, le ragazze del mondo si dessero la mano, si dessero la mano allora ci sarebbe un girotondo intorno al mondo, intorno al mondo. 55 E se tutti i ragazzi, i ragazzi del mondo volessero una volta diventare marinai, allora si farebbe un grande ponte con tante barche, intorno al mare. E se tutta la gente si desse la mano se il mondo, veramente, si desse una mano allora si farebbe un girotondo intorno al mondo, intorno al mondo. Se tutte le ragazze, le ragazze del mondo si dessero la mano, si dessero la mano allora si farebbe un girotondo intorno al mondo, intorno al mondo. E se tutta la gente si desse la mano se il mondo, veramente, si desse una mano allora si farebbe un girotondo intorno al mondo, intorno al mondo Link di riferimento: http://www.youtube.com/watch?v=5-wkjTI8RUM GIROTONDO di Fabrizio De Andrè dall’album “Tutti morimmo a stento” 1968 Se verrà la guerra, Marcondiro'ndero se verrà la guerra, Marcondiro'ndà sul mare e sulla terra, Marcondiro'ndera sul mare e sulla terra chi ci salverà? Ci salverà il soldato che non la vorrà ci salverà il soldato che la guerra rifiuterà. La guerra è già scoppiata, Marcondiro'ndero la guerra è già scoppiata, chi ci aiuterà. Ci aiuterà il buon Dio, Marcondiro'ndera ci aiuterà il buon Dio, lui ci salverà. Buon Dio è già scappato, dove non si sa buon Dio se n'è andato, chissà quando ritornerà. L'aeroplano vola, Marcondiro'ndera l'aeroplano vola, Marcondiro'ndà. Se getterà la bomba, Marcondiro'ndero se getterà la bomba chi ci salverà? Ci salva l'aviatore che non lo farà ci salva l'aviatore che la bomba non getterà. 56 La bomba è già caduta, Marcondiro'ndero la bomba è già caduta, chi la prenderà? La prenderanno tutti, Marcondiro'ndera siam belli o siam brutti, Marcondiro'ndà Siam grandi o siam piccini li distruggerà siam furbi o siam cretini li fulminerà. Ci sono troppe buche, Marcondiro'ndera ci sono troppe buche, chi le riempirà? Non potremo più giocare al Marcondiro'ndera non potremo più giocare al Marcondiro'ndà. E voi a divertirvi andate un po' più in là andate a divertirvi dove la guerra non ci sarà. La guerra è dappertutto, Marcondiro'ndera la terra è tutta un lutto, chi la consolerà? Ci penseranno gli uomini, le bestie i fiori i boschi e le stagioni con i mille colori. Di gente, bestie e fiori no, non ce n'è più viventi siam rimasti noi e nulla più. La terra è tutta nostra, Marcondiro'ndera ne faremo una gran giostra, Marcondiro'ndà. Abbiam tutta la terra Marcondiro'ndera giocheremo a far la guerra, Marcondiro'ndà … Link di riferimento per Girotondo di De Andrè: http://www.youtube.com/watch?v=eTx4SuyD0Sc 57 Nome OH CHE BEL CASTELLO Origine e lingua Italia. Italiano Testo "Oh che bel castello marcondiro ndiro ndello, oh che bel castello marcondiro ndiro ndà" "Il mio è ancora più bello marcondiro ndiro ndello, il mio è ancora più bello marcondiro ndiro ndà" "E noi lo ruberemo marcondiro ndiro ndello, e noi lo ruberemo marcondiro ndiro ndà" "E noi lo rifaremo marcondiro ndiro ndello, e noi lo rifaremo marcondiro ndiro ndà" "E noi lo bruceremo marcondiro ndiro ndello, e noi lo bruceremo marcondiro ndiro ndà" "E noi lo spegneremo marcondiro ndiro ndello, e noi lo spegneremo marcondiro ndiro ndà" "Sparerem cannoni marcondiro ndiro ndello, Sparerem cannoni marcondiro ndiro ndà" "Spareremo i razzi marcondiro ndiro ndello, Spareremo i razzi marcondiro ndiro ndà" 58 3. SEZIONE 2: NINNE NANNE E CANZONI Nome della ninna-nanna Origine e lingua Testo NINNA NANNA, NINNA O Italia Italiano Prima versione Ninna nanna, ninna oh, questo bimbo a chi lo do? Lo darò alla Befana Che lo tiene una settimana Lo darò all'Uomo Nero Che lo tiene un anno intero Lo darò all'Uomo Bianco Che le tiene finché è stanco Lo darò al Saggio Folletto Che lo renda Uomo perfetto! Seconda versione Nanna-òh, nanna-òh, questo cittino a chi lo do? Lo darò al Bobo nero che lo tenga un anno intero? Lo darò alla Befana che lo tenga una settimana? Lo darò a San Giovanni che lo metta sotto i panni? Lo darò a San Michele che lo metta nel paniere? Nanna-òh, nanna-òh, questo cittino a chi lo do? Lo darò alla sua mamma che lo metta a far la nanna. Terza versione Ninna nanna, ninna oh, questo bimbo a chi lo do? Se lo do alla Befana, se lo tiene una settimana. Se lo do all'uomo nero, se lo tiene un anno intero. Se lo do al Bambin Gesù, se lo tiene e non ce lo da più. Quarta versione Ninna nanna, ninna oh, questo bimbo a chi lo do? 59 Se lo do alla Befana, se lo tiene una settimana. Se lo do all'uomo nero, se lo tiene un anno intero. Se lo do al gatto mammone me lo mangia in un boccone. Ninna nanna, ninna oh, questo bimbo a chi lo do? Ninna nanna, ninna oh, questo bimbo lo terrò. Quinta versione Ninna nanna, ninna oh, questo bimbo a chi lo do? Se lo do alla Befana, se lo tiene una settimana. Se lo do all'orso nero, se lo tiene un mese intero. Se lo do a quello bianco, se lo tiene tanto tanto. Se lo do ad un bambino, se lo tiene un momentino. Se lo do alla sua mamma, gli fa fare tanta nanna. Sesta versione Ninna nanna, ninna oh, questo bimbo a chi lo do? Lo do all' uomo nero che lo tiene un anno intero. Lo do al diavoletto che lo tiene un mesetto. Lo do al nonno che gli fa fare un bel sonno. Lo do al principino che gli fa fare un sonnellino. Lo do a paperino che gli regala un cappellino. Settima versione Ninna nanna ninna o questo bel bimbo a chi lo do lo darò all'uomo nero che lo tiene un mese intero ninna nanna ninna o questo bel bimbo a chi lo do lo darò alla befana che lo tiene una settimana 60 ninna nanna ninna o questo bel bimbo a chi lo do lo darò alla regina che lo tiene una mattina ninna nanna ninna o questo bel bimbo a chi lo do lo darò alla sua mamma che gli vuole tanto bene Note Nome della ninna-nanna Origine e lingua Testo Una ninna nanna è una melodia rasserenante che viene cantata ai bambini per farli addormentare. L'idea alla base della ninna nanna è che un canto eseguito da una voce familiare induce i bambini ad addormentarsi. Ninna nanne si trovano nella cultura popolare di tutti i popoli ed alcuni esempi, di paesi europei, sono proposti di seguito. Ninna nanne scritte da famosi compositori di musica classica prendono il nome di berceuse, che è il termine francese per ninna nanna. La più famosa ninna nanna è sicuramente il lied Wiegenlied di Johannes Brahms, scritto dal compositore tedesco per una certa Berta Faber in occasione della nascita del suo secondo figlio. DORMI BAMBINO NEL TUO LETTINO Italia Italiano Dormi bambino nel tuo lettino, vegliano gli angeli il tuo dormir. Dormi bambino nel tuo lettino , vegliano gli angeli il tuo dormir. Fa sogni d'oro mentre la mamma la ninna nanna canta per te. Fa sogni d'oro mentre la mamma la ninna nanna canta per te. Note Nome della ninna-nanna Origine e lingua Testo NINNE NANNE ITALIANE Italia Italiano NINNA NANNE Fa la nanna bel piccino che il papà era al mulino e la mamma era al mercato e il bambino s'è addormentato. Ninna nanna che bella luce guarda mamma come cuce 61 guarda babbo come tesse e il bambino come cresce. Ninna nanna, ninna o questa bimba a chi la do? La daremo alla befana che la tiene una settimana. La daremo all'uomo nero che la tiene un anno intero. La daremo al buon Gesù che la tiene un po' di più. Ninna nanna, ninna nanna il bambino è della mamma, della mamma e di Gesù: il bambino non piange più. Fa la nanna bel bambino, fa la nanna, piccolino che ti guarda la tua mamma, che ti guarda il tuo papà e dei dolci ti porterà. Dormi, dormi tesorino chiudi gli occhi bel bambino, qui sul cuore della mamma dormi, sogna, fai la nanna che sei stato tanto buono. Crescerai piccolino, fai la nanna trottolino. Ninna nanna, ninna oh questa bimba a chi la do? La darò alla sua mamma che le canta "ninna nanna" La darò al suo papà che tanti baci le darà, la darò alla nonnina che le canta una canzoncina. Ninna nanna ninna oh, questa bimba a chi la do? Fate la nanna coscine di pollo, la vostra mamma vi ha fatto un gonnello, e ve l'ha fatto con lo smerlo in tondo, fate la nanna coscine di pollo. 62 Fa la nanna piccino fa la nanna nel tuo lettino con i pomi d'argento, con i pomi d'oro, fa la nanna mio tesoro. L'angioletto è qua e per te canterà. Fa la ninna fa la nanna piccinino della mamma nel camino c'è la fiamma il mio cuore è una capanna ninna oh ninna oh questo bimbo a chi lo do? Fa la ninna, fa un sonnetto che hai bisogno di dormire mentre dormi vo' a cucire un vestito e un cappelletto ninna oh ninna oh il mio bimbo s'addormentò. Dormi dormi, piccolina, e i tuoi sogni di bambina ricchi sian di cose belle mentre ti cullano le stelle. Sogna di maghi e di fate, di avventure incantate che nel regno fantasia potrai viver con magia. Le tue ore della nanna siano dolci come panna. Dormi dormi, piccolina, sogna fino domattina. Fa la nanna bel bambino che verrà un uccellino e ti porterà un dolcetto fa la nanna bel bimbetto. Fa la nanna, falla cantando finché la pupa si sta addormentando. La pupa si addormenta a poco a poco come la legna verde dentro il fuoco. Buonanotte, notte tu dormi bene bambino la tua mamma sta di là a sognare col papà. Buonanotte perché il tuo orsetto è con te e domani vedrai 63 più sereno tu sarai. Ninnà ninnà ninnà bel figliolino se dormi cucirò un camiciolino lo cucirò col filo bianco e rosa e lo daremo in dono alla tua sposa. Ma la tua sposa è appena nata e in braccio a mamma sua s'è addormentata. Verrà un dì che questa ninna nanna la canterà ai suoi figli un'altra mamma e allora a mamma tua tu penserai e di nascosto forse piangerai. Ninna nanna mamma tienimi con con te nel tuo letto grande solo per un po' Ninna nanna mamma ti racconterò con la ninna nanna mi addormenterò. Ninna nanna mamma ce n'è una anche per te, sette le scodelle sulla tavola del re. Ninna nanna mamma ce n'è una anche per te, dentro cosa c'è solo un chicco ci caffè. Dormono i palazzi dorme la città solo l'orologio suona fa tic tac, anche la formica si riposa ormai, ma tu sei la mamma e non dorme mai. Ninna nanna mamma ce n'é una anche per te sette le scodelle sulla tavola del re. Ninna nanna mamma ce n'è una anche per te ci mettiamo su tutto quello che vuoi tu! C'è un omino piccino piccino, che cammina nel bosco la sera, e cammina pianino pianino, con in mano una lampada nera. E' l'omino inventor del dormire, che cammina pianino pianino, e senza farsi veder e nè sentire porta il sonno ad ogni bambino. Fai la nanna mio piccino ninna nanna ninna nanna dormi dormi piccolino ninna nanna ninna oh... Fai la nanna bimba bella che dal ciel viene una stella viene giù, viene vicino 64 e ti dà un bel bacino Fai la ninna, fai la nanna dolce amore della mamma fai la nanna grande amore fai la nanna sul mio cuore. Dormi bambino dormi tesoro,nella tua culla felice sarai canta la luna, cantan le stelle tu sogna tutte le cose belle, se cose belle tu sognerai sempre più allegro ti sveglierai. Bolli bolli pentolina fai la nanna mia bambina fai la ninna fai la nanna bimba d'oro della mamma hai le gote tonde tonde e la mamma ti nasconde ti nasconde dentro un letto finché il gatto sta sul tetto. Fai la nanna, fai la ninna sei la gioia della mamma d'ogni pupo sei il più bello il tuo nome è ciccio bello. Fai la nanna, fai la ninna fra le braccia della mamma se tu piangi piango anch'io perché tu sei il bimbo mio. Ninna nanna, piccolo fiore ninna nanna, mio grande amore fai la ninna piccolina ci vediamo domattina, e domani ci sarà il sole ma adesso dormi piccolo fiore, adesso c'è la luna in ciel, piccola rosa del piensier, e domani le farfalle ti verranno a risvegliare, ma per ora le cicale, non ti fanno addormentare, Ninna nanna, piccolo fiore ..... 65 Dormi, mia bella dormi dormi e fai la nanna che quando sarai mamma non dormirai così. Dormi, mia bella dormi dormi e buon riposo che quando avrai lo sposo non dormirai così. Dormi, mia bella dormi nel tuo letto di gigli che quando avrai dei figli non dormirai così. Tutti gli amanti passan ma tu non passi mai ti voglio bene assai voglio sognar con te. Dormi, mia bella dormi dormi e fai la nanna che quando sarai mamma non dormirai così. A è un anatroccolo che non sa volare B è una banana ancora da sbucciare C è una chitarra suonata con amore D è un desiderio che nasce in fondo al cuore. E è un'emozione per un bel regalo F è una farfalla che vola sopra un fiore G è un gelato sapore di vaniglia H non lo so, non so a chi assomiglia. I è un isolotto sperduto in mezzo al mare L è un libro ancora da sfogliare M è il momento in cui mi sei vicino N mi ricorda il naso di un bambino. O è l'orsachiotto per giocare insieme P è la pianta che cresce dopo il seme Q è il quadrifoglio trovato per la via R è la rosa più bella che ci sia S è il sogno che ti piace fare T è il tesoro che ogniuno vuol trovare U è l'ulivo colore dell'argento V che cos'è, cos'è se non il vento Ultima fra tante ne rimane una e di tutte quante è la più importante Z come zucchero per il bimbo mio zucchero è l'amore che ci voglio io. 66 Dormi amore piccolino,così piccolo sembri un fiorellino; dormi amore profumato, nei tuoi occhi vedo tutto il creato. Dormi stella risplendente, dormi amore e non temere niente, nei tuoi occhi c'è Gesù, c'è Maria, dormi e non pianger più. Ninna nanna ninna oh ninna nanna ninna nanna ninna ooo Dorme il santo fiorellino, fa la ninna fa la nanna il mio pulcino (2 volte) Dormi bambino nel tuo lettino, vegliano gli angeli il tuo dormir, fa sogni d'oro, mentre la mamma, la ninna nanna canta per te. Ninna nanna ninna oh questo bimbo a chi lo do lo darò alla befana che lo tiene una settimana lo darò all'uomo nero che lo tiene un mese intero lo darò alla sua mamma che gli canta la ninna nanna. Ninna nanna per la bambina che la sera è già vicina ninna nanna del mandolino ninna nanna spazzacamino ninna nanna di mezzanotte ninna nanna le scarpe rotte canta la luna la ninna nanna dorme la bimba con la sua mamma. C'è un omino piccino piccino che va in giro soltanto alla sera e cammina pianino pianino con in mano una lampada nera E l'omino inventor del dormire che nel lungo ed oscuro cammino senza farsi veder ne sentire porta il sonno ad ogni bambino Fai la nanna mio bambino . . . 67 Fai la nanna, ninna nanna . . . Fai la nanna mio bambino . . . Fai la nanna, ninna nanna Ninna nanna mamma tienimi con te nel tuo letto grande solo per un po' una ninna nanna io ti cantero' e se ti addormenti mi addormentero' Ninna nanna mamma insalata non ce n'e' sette le scodelle sulla tavola del re ninna nanna mamma ce n'e' una anche per te dentro cosa c'e' solo un chicco di caffe' Dormono le case dorme la citta' solo l'orologio suona e fa tic tac anche la formica si riposa ma ma tu sei la mamma e non dormi mai Ninna nanna mamma insalata non ce n'e' sette le scodelle sulla tavola del re ninna nanna mamma ce n'e' una anche per te dentro cosa c'e' solo un chicco di caffe' Quando saro' grande comprero' per te tante cose belle come fai per me chiudi gli occhi e sogna quello che non hai i tuoi sogni poi mi racconterai Ninna nanna mamma insalata non ce n'e' sette piatti d'oro sulla tavola del re ninna nanna mamma ce n'e' uno anche per te ci mettiamo su tutto quello che vuoi tu ci mettiamo su tutto quello che vuoi tu... Ninna nanna sette e venti, il bambino s'addormenti, s'addormenta e fa un bel sonno e si sveglia domani a giorno. Ninna ieri nanna ieri, e le sporte son panieri, i panieri son le sporte, e la vita non è la morte e la morte non è vita la canzone è già finita. Ninna nanna sette e venti il bambino si addormenti. ninna nanna tesor, sogna angeli e fiori, vegli il cielo su di te, tutto tutto sei per me. Quando desto sarai, ti terrò qui sul cuor, or comprender non puoi, quanto grande è il mio amor... 68 Ninna su, ninna giù, mamma tribola, 'un ne po' più. Babbo mangia salsiccioli mamma tribola co' figlioli. Babbo mangia la salsiccia, mamma tribola co' la citta. Babbo beve il vin d'ittino, mamma tribola co' iccittino. Babbo mangia all'osteria, mamma tribola tuttavia. (ninna nanna toscana) Dormi Dormi, tesor sogna angeli e fiori, vegli il cielo su di te tutto tutto sei per me, quando desto sarai, qui vicino al mio cuor.. or comprender non puoi quanto grande è il mio amor! Ninna nanna mio ben, riposa sereno, un Angiol del Ciel ti vegli fedel. Una santa vision faccia il cuor estasiar, una dolce canzon possa i sogni cullar! Gia' la notte il suo vel sulla terra creò, e la luna dal ciel ti sorrise e baciò. Chiudi gli occhi piccin, fai la nanna tesor. Hai la mamma vicin, che ti veglia col cuor. Fai la ninna fai la nanna, dolce amore della mamma vuoi un bacio eccolo qua passerotto di papà. Un pò di luna sul cuscino, buonanotte fiorellino, nella culla una stellina buonanotte farfallina. Se la notte è fredda e scura la mammina scaccia via la paura, se è tempesta e tira vento il papino porta via lo spavento. Fai la ninna tesorino, la tua mamma ti è vicino fai la nanna amoretto, dormi sereno nel tuo letto. Che ti senti, caro figlio? 69 Poverino non puoi dirlo! Ninnananna, ninnananna. L'uccellino quando imbruna mette il capo sotto l'ala fa un batuffolo di piuma dorme e dorme sopra un ramo. Lui ha il vento che lo picchia tu la mamma che ti ninna, lui ha il vento che lo urta tu la mamma che ti culla, lui ha il vento che lo schianta tu la mamma che ti canta, lui ha la pioggia che lo infrange tu la mamma tua che piange! Dormi, amore, dormi, o fiore. Dormi dormi bel bambino Dormi dormi piccolino Dormi dormi non aspettare Che il sonno sta per arrivare. Fai la ninna, fai la nanna, bel bambino della mamma, fai la ninna, tesor mio, che ti protegga sempre dio! ninna-o, ninna-o, fai la nanna bambino, fai la nanna che la mamma è qui sempre accanto a te. dormi bene tesoro e fai bei sogni d'oro. fai la nanna che la mamma resta sempre accanto a te. Angelino mio carino, vieni a dormir sul mio cuscino, fa che io dorma in compagnia, di Gesù, Giuseppe e Maria. Dormi dormi bel bambino che la mamma è qui vicino Dormi dormi dormi sul mio cuore 70 Dormi dormi mio grande amore. Chiudi gli occhi, sogna , sogna Sogna di prati verdi Sogna di cieli azzurri Sogna balocchi e giochi Chiudi gli occhi, sogna sogna. Senti senti gli angioletti in coro cantano ninna nanna, ninna nanna al mio tesoro. Dormi dormi fino a domattina Quando il sole caldo ti risveglierà. Dormi dormi sul mio cuore Dormi dormi mio grande amore. MAMMA MAMMINA Mamma mammina sei dolce sei carina quando abbracci il tuo piccino e lo culli pian pianino quando ascolti con pazienza e di sorrisi non resti mai senza. Mamma mammina con la pace e l'allegria sei la gioia più grande che ci sia! Giro giro tondo, auguri a tutte le mamme del mondo! Web http://giornifelici.altervista.org/ninna_nanne.htm 71 Nome della ninna-nanna FAI LA NANNA BIMBA BELLA DELLA MAMMA Origine e lingua Italia, lingua italiana Testo Fai la nanna bimba bella della mamma se la nanna tu farai dolci e chicchi tu avrai dormi fino a domattina finché il sol non s'avvicina. Nome della canzone A CASA C’È SEMPRE UNA MAMMA Origine e lingua Italia, lingua italiana Testo A casa c’è sempre una mamma, che sorride al suo grande tesoro, e cantando la sua ninna nanna, se lo stringe forte al cuor. Amor, mio tesor, dormi e sogna nel tuo candido lettin, papà veglierà sulla vetta col pensiero a te vicin. Dal ciel, col suo vel, scende l’angelo divino e ti dirà che il babbo vittorioso tornerà e allor mio tesor, nei tuoi sogni tanta pace regnerà. 72 Nome della canzone NINNA NANNA NINNA NONNA E' PARTURITA LA MADONNA Origine e lingua Italia dialetto pugliese Testo Oh ... Oh... Ninna nanna, ninna nonna, e` parturita la Madonna, (e partorita la Madonna,) e` gghie` fattu nu beddu piccinnu (ed ha fatto un bel bambino) biancu e russu e ricciulinu (bianco rosso e ricciolino) San Giuseppe li ccatta la fassa, (San Giuseppe gli compra la fascia,) la Madonna lu pigghia e lu`nfassa (la Madonna lo piglia e lo avvolge) e lu`nfassa finu fin (e lo avvolge bene bene) quant`e` beddu Gesu` Mamminu (quant`e` bello Gesu` Bambino) Oh... Oh... Mamminieddu cammina pi casa (Bambinello cammina per casa) La Madonna lu zzicca e lu vasa, (la Madonna lo prende e lo bacia) San Giuseppe co l`uecchi d`amori (San Giuseppe con l`occhi d`amore) Lu va zzicca, li dona lu cori. (lo va a prendere, gli dona il cuore) Mamminieddu, Mamminieddu, (Bambinello, Bambinello) ieni a corchiti a casa mia (vieni a coricarti a casa mia) ca ti conzu lu litticieddu(che ti preparo il lettino) la cammeredda ti l`anima mia; (la cameretta dell`anima mia;) ca ti conzu lu litticieddu, (che ti preparo il lettino,) la cammeredda ti l`anima mia. (la cameretta dell`anima mia.) Oh... Oh... Note Canto popolare pugliese diffuso nel periodo natalizio, ma conosciuto anche in Calabria. 73 Nome della canzone FRA' MARTINO Origine e lingua Italia Italiano Versione tradizionale Testo Fra’ Martino, campanaro, dormi tu? dormi tu? Suona le campane, suona le campane, din, don, dan, din, don, dan, suona le campane, din, don, dan! Altra versione Fra’ Martino, campanaro, cosa fai? Non dormir! Suona il mattutino, suona il mattutino, din, don, dan, din, don, dan, suona il mattutino, din, don, dan! Fra’ Martino, campanaro, è di già mezzodì! Suona allegramente, suona allegramente, din, don, dan, din, don, dan, suona allegramente, din, don, dan! Fra’ Martino, quand’è sera, dove sei? dove sei? Suona piano piano, è l’Ave Maria, din, don, dan, din, don, dan, è l’Ave Maria, din, don, dan! Fra’ Martino, stai sognando, di suonar, di suonar! Tutte le campane, tutte le campane, din, don, dan, din, don, dan, tutte le campane, din, don, dan! 74 Note Fra Martino, meglio conosciuta come Fra Martino campanaro, è una famosissima canzoncina per bambini, celebre in tutto il mondo in differenti versioni. Il suo motivo può anche essere cantato a canone. La canzoncina proviene presumibilmente dalla Francia, dove è conosciuta con il titolo di Frère Jacques. La melodia di Fra Martino è stata inoltre ripresa in tonalità minore dal compositore Gustav Mahler, nel 3° movimento della sua 1^ Sinfonia detta "Titano". Link per ascoltare e vedere la canzone animata nella versione tradizionale: http://www.youtube.com/watch?v=qdo8KpJyHSg Link per ascoltare la versione dello Zecchino d’oro (la parte grafica – qualitativamente modesta- non è però coerente rispetto al testo cantato): http://www.youtube.com/watch?v=qdo8KpJyHSg 75 Nome della canzone Origine e lingua Testo GALLO, GALLETTO Italia Italiano Gallo, galletto, Chicchiricchì Non ve l’ho detto Che spunta il dì? Gallo, galletto, Alto è già il dì, Giù da quel letto, Chicchiricchì. Note Filastrocca popolare per i più piccini, facilmente intonabile in sol-mi, come quasi tutte le filastrocche infantili. Nome della canzone LA PECORA NEL BOSCO Origine e lingua Italia Italiano Testo La pecora è nel bosco, BUM; la pecora è nel bosco, BUM; la pecora è nel bosco, larillarillalero; la pecora è nel bosco, larillarillala. Vogliam vedere il bosco, BUM; vogliam vedere il bosco, BUM; vogliam vedere il bosco, larillarillalero; vogliam vedere il bosco, larillarillala. Il fuoco l'ha bruciato, BUM; il fuoco l'ha bruciato, BUM; il fuoco l'ha bruciato, larillarillalero; il fuoco l'ha bruciato, larillarillala. Vogliam vedere il fuoco, BUM; vogliam vedere il fuoco, BUM; vogliam vedere il fuoco, larillarillalero; vogliam vedere il fuoco, larillarillala. L'acqua l'ha spento, BUM; l'acqua l'ha spento, BUM; l'acqua l'ha spento, larillarillalero; l'acqua l'ha spento, larillarillala. 76 Vogliam vedere l'acqua, BUM; vogliam vedere l'acqua, BUM; vogliam vedere l'acqua, larillarillalero; vogliam vedere l'acqua, larillarillala. Il bue l'ha bevuta, BUM; il bue l'ha bevuta, BUM; il bue l'ha bevuta, larillarillalero; il bue l'ha bevuta, larillarillala. Vogliam vedere il bue, BUM; vogliam vedere il bue, BUM; vogliam vedere il bue, larillarillalero; vogliam vedere il bue, larillarillala. Michele l'ha ucciso, BUM; Michele l'ha ucciso, BUM; Michele l'ha ucciso, larillarillalero; Michele l'ha ucciso, larillarillala. Vogliam veder Michele, BUM; vogliam veder Michele, BUM; vogliam veder Michele, larillarillalero; vogliam veder Michele, larillarillala. La morte l'ha rapito, BUM; la morte l'ha rapito, BUM; la morte l'ha rapito, larillarillalero; la morte l'ha rapito, larillarillala. Vogliam veder la morte, BUM; vogliam veder la morte, BUM; vogliam veder la morte, larillarillalero; vogliam veder la morte, larillarillala. La morte non si vede, BUM; la morte non si vede, BUM; la morte non si vede, larillarillalero; la morte non si vede, larillarillala. La storia è finita, BUM; la storia è finita, BUM; la storia è finita, larillarillalero; la storia è finita, larillarillala. Note Si tratta di una canzone che si avvale di una storia circolare della vita, nella più antica tradizione delle filastrocche per bambini. Da centinaia di anni si scrivono queste canzoni per far capire ai bambini come funziona la vita. 77 Nome della canzone Origine e lingua Testo LETTERA A PINOCCHIO Italia Italiano Ho tanto desiderio questa sera.di scrivere una lettera a qualcuno e fra gli amici della primavera al mio più caro amico scriverò Carissimo Pinocchio amico dei giorni più lieti di tutti i miei segreti che confidavo a te Carissimo Pinocchio ricordi quand'ero bambino nel bianco mio lettino Ti sfogliai Ti parlai Ti sognai Dove sei ti vorrei veder del tuo mondo vorrei saper forse babbo Geppetto è con te Dov'è il gatto che t'ingannò il buon grillo che ti parlò e la fata turchina dov'è? Carissimo Pinocchio amico dei giorni più lieti con tutti i miei segreti resti ancor nel mio cuor come allor (segue coro) carissimo pinocchio ricordi quand'ero bambino nel bianco mio lettino ti sfogliai ti parlai ti sognai Dove sei ti vorrei veder del tuo mondo vorrei saper forse babbo Geppetto è con te Dov'è il gatto che t'ingannò il buon grillo che ti parlò e la fata turchina dov'è? Carissimo Pinocchio amico dei giorni più lieti con tutti i miei segreti resti ancor 78 nel mio cuor come allor Carissimo Pinocchio amico dei giorni più lieti con tutti i miei segreti resti ancor nel mio cuor come allor come allor Web http://www.airdave.it/j/johnny_dorelli/canzoni/testo_lettera_a_pinocchio .htm#ixzz2R6PlAn6G 79 Nome della canzone LA PAPPA COL POMODORO Origine e lingua Italia Italiano Testo Viva la pa-pa-pap-pa col po-po-po-po-po-po- pomodoro Viva la pa-ppa-pa-ppa che è un ca-po-po-po-po-lavoro Viva la pa pa-pa-pa-pa col po-po-po-modor La storia del passato ormai ce l'ha insegnato che un popolo affamato fa la rivoluzion. ragion per cui affamati abbiamo combattuto perciò buon appetito facciamo colazion. Viva la pa-pa-pa-ppa col po-po-po-po-po-po-pomodoro Viva la pa-pa-pa-ppa che è un ca-po-po-po-po-lavoro Viva la pa-pa-pa-ppa col po-po-po-modor La pancia che borbotta è causa del complotto è causa della lotta abbasso il direttor. La zuppa ormai l'è cotta e noi cantiamo tutti vogliamo detto fatto la pappa al pomodor Viva la pa-pa-pa-ppa col po-po-po-po-po-po-po-modoro. Viva la pa-pa-pa-ppa ch è un ca-po-po-po-po-lavoro Viva la pa-pa-pa-ppa-ppa col po-po-po-modooooor Note http://www.airdave.it/r/rita_pavone/canzoni/testo_w_la_pappa_col_po modoro.htm#ixzz2QwKuxpTj È simpatico ricordare che la pappa col pomodoro fu conosciuta fuori dalla Toscana per la prima volta per il fatto di essere al centro di una 80 delle più celebri pagine de "Il giornalino di Gian Burrasca" dello scrittore fiorentino Vamba. Inoltre negli anni '60 del XX secolo, in occasione della trasposizione televisiva di questo libro, la pappa col pomodoro fu cantata in una celebre canzonetta di Rita Pavone ("Viva la pappa col pomodoro") facente parte della colonna sonora dello sceneggiato, scritta da Lina Wertmuller e musicata da Nino Rota. 81 Nome della canzone Origine e lingua Testo LA CASA (Era una casa molto carina) Italia, lingua italiana Era una casa molto carina Senza soffitto senza cucina Non si poteva entrarcdi dentro Perchè non c'era il pavimento Non si poteva andare a letto Perchè in quella casa non c'era il tetto Non si poteva fare la piplì Perchè non c'era vasino lì Ma era bella, bella davvero In via dei matti numero zero Ma era bella, bella davvero In via dei matti numero zero Era una casa molto carina Senza soffitto senza cucina Non si poteva entrarci dentro Perchè non c'era il pavimento Non si poteva andare a letto Perchè in quella casa non c'era il tetto Non si poteva fare la pipì Perchè non c'era vasino lì Ma era bella, bella davvero In via dei matti numero zero Ma era bella, bella davvero In via dei matti numero zero Era una casa molto carina Senza soffitto senza cucina Non si poteva entrarci dentro Perchè non c'era il pavimento Non si poteva andare a letto Perchè in quella casa non c'era il tetto Non si poteva fare la pipì Perchè non c'era vasino lì Ma era bella, bella davvero In via dei matti numero zero Ma era bella, bella davvero In via dei matti numero zero Note Testo: Musica: Edizione: Bardotti / de Moraes de Moraes Fonit Cetra Music Publishing S.r.l. Una canzone resa famosa da Sergio Endrigo che era contenuta nell’album “La vita, amico, è l’arte dell’incontro” del 1969. Testo e musica originali sono di Vinicius de Moraes. 82 Nome della canzone Origine e lingue Testo ALLA FIERA DELL'EST Italia Italiano Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò E venne il gatto, che si mangiò il topo, che al mercato mio padre comprò E venne il gatto, che si mangiò il topo, che al mercato mio padre comprò Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò E venne il cane, che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò E venne il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò E venne il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò E venne l'acqua che spense il fuoco che bruciò il bastone che picchiò il cane che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò E venne il toro, che bevve l'acqua, che spense il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò E venne il macellaio, che uccise il toro, che bevve l'acqua, che spense il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò E l'angelo della morte, sul macellaio, che uccise il toro, che bevve l'acqua, che spense il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò E infine il Signore, sull'angelo della morte, sul macellaio, 83 che uccise il toro, che bevve l'acqua, che spense il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò Note link a http://www.allworldlyrics.com Alla Fiera Dell’Est è la prima traccia dell’omonimo album composto nel 1976 da Angelo Branduardi sui testi scritti dalla moglie Luisa Zappa. Il brano, praticamente una filastrocca, è oggi celeberrimo e l’anno della sua pubblicazione fu insignito del premio della critica discografica italiana. La canzone, ispirata ad un canto pasquale ebraico dal titolo Had Gadyà, è stata incisa anche in francese (“A La Foire De L’Est”) ed in inglese (“Highdown Fair”). 84 Nome della canzone Origine e lingua Testo 44 GATTI Italia, lingua italiana Nella cantina di un palazzone tutti i gattini senza padrone organizzarono una riunione per precisare la situazione. Quarantaquattro gatti, in fila per sei col resto di due, si unirono compatti, in fila per sei col resto di due, coi baffi allineati, in fila per sei col resto di due, le code attorcigliate, in fila per sei col resto di due. Sei per sette quarantadue, più due quarantaquattro! Loro chiedevano a tutti i bambini, che sono amici di tutti i gattini, un pasto al giorno e all'occasione, poter dormire sulle poltrone! Quarantaquattro gatti, in fila per sei col resto di due, si unirono compatti, in fila per sei col resto di due, coi baffi allineati, in fila per sei col resto di due, le code attorcigliate, in fila per sei col resto di due. Sei per sette quarantadue, più due quarantaquattro! Naturalmente tutti i bambini, tutte le code potevan tirare, ogni momento e a loro piacere con tutti i gatti giocherellare. Quarantaquattro gatti, in fila per sei col resto di due si unirono compatti, in fila per sei col resto di due, coi baffi allineati, in fila per sei col resto di due, le code attorcigliate, 85 in fila per sei col resto di due. Sei per sette quarantadue, più due quarantaquattro! Quando alla fine della riunione fu definita la situazione andò in giardino tutto il plotone di quei gattini senza padrone. Quarantaquattro gatti, in fila per sei col resto di due, marciarono compatti in fila per sei col resto di due coi baffi allineati, in fila per sei col resto di due, le code dritte dritte, in fila per sei col resto di due. Quarantaquattro gatti, in fila per sei col resto di due, marciarono compatti, in fila per sei col resto di due, coi baffi allineati, in fila per sei col resto di due, le code dritte dritte, in fila per sei col resto di due, col resto di due. http://www.airdave.it/z/zecchino_doro/canzoni/testo_quarantaquattro_ gatti.htm#ixzz2QwGZgB1V Note Quarantaquattro gatti è un brano musicale del 1968, vincitore dello 10ª edizione dello Zecchino d'Oro nell'interpretazione di Barbara Ferigo (Gorizia, 1964). Testo e musica del brano sono di Giuseppe Casarini. 86 Nome della canzone Origine e lingua Testo IL VALZER DEL MOSCERINO Italia, lingua italiana Beppone russava Nel grande giardino E sul suo nasone Volò un moscerino Il vento suonava Un bel valzerino Così il moscerino Si mise a ballar. Rit. Un lalla un lalla un lallalà Questo è il valzer Del Moscerino un lalla un lalla un lallalà questo è il valzer Che fa lallalà Nel sonno Beppone Che più non russava Il naso arricciava Rideva sognava Sognava una piuma Un fiocco di neve Un petalo di rosa Caduto dal ciel. Rit. Ma un gatto birbone E pazzerellone Colpì il moscerino Graffiò il suo nasone E il valzer finiva E il gatto fuggiva Così per Beppone L'incanto svanì Note Cantato per la prima volta da Cristina d'Avena nello Zecchino d'oro del 1968. 87 Nome della canzone Origine e lingua Testo IL CAFFÈ DELLA PEPPINA Italia Italiano Il caffè della Peppina non si beve alla mattina né col latte, né col tè ma perché, perché, perché… La Peppina fa il caffè fa il caffè con la cioccolata poi ci mette la marmellata mezzo chilo di cipolle quattro o cinque caramelle sette ali di farfalle e poi dice: «Che caffè!»… Il caffè della Peppina non si beve alla mattina né col latte, né col thè ma perché, perché, perché… La Peppina fa il caffè fa il caffè col rosmarino mette qualche formaggino una zampa di tacchino una penna di pulcino cinque sacchi di farina e poi dice: «Che caffè!»… Orchestra IL caffè della Peppina non si beve alla mattina né col latte, né col thè ma perché, perché, perché… La Peppina fa il caffè fa il caffè con pepe e sale l’aglio no, perché fa male l’acqua sì, ma col petrolio insalata, aceto e olio quando prova col tritolo salta in aria col caffè… Il caffè della Peppina non si beve alla mattina né col latte, né col thè ma perché, perché, perché… Il caffè della Peppina non si beve alla mattina né col latte, né col thè ma perché, perché, perché…!!! 88 Note Il caffè della Peppina è un brano del 1971, presentato durante la 13a edizione dello Zecchino d'Oro, scritta da Tony Martucci e Alberto Anelli ed interpretata da Simonetta Gruppioni (5 anni) e Marina D'Amici (4 anni). 89 Nome della e canzone Origine e lingua Testo HEIDI Italia Italiano Holaila, Holaila, Heidi, Heidi , il tuo nido è sui monti Heidi, Heidi , eri triste laggiu’ in città acci-picchia, qui c’è un mondo fantastico Heidi, Heidi , candido come te Holalaidi, Holalaidi, Holalaidi, Holalaidi Holalaidi, Holalaidi, Holalaidi, Holalaidi Ho-la-lai-di, Lai-di, Lai-di, Lai-di, Ha-ho Heidi, Heidi , tenera piccola con un cuore così Gli amici di montagna, Mu Mu, Cip Cip, Be Be ti dicon non partire ti spiegano il perché Saresti un pesciolino che dall’acqua se ne va un uccellino in gabbia che di noia morirà Heidi, Heidi , ti sorridono i monti Heidi, Heidi , le caprette ti fanno ciao Neve, bianca sembra latte di nuvola Heidi, Heidi , tutto appartiene a te Holalaidi, Holalaidi, Holalaidi, Holalaidi Holalaidi, Holalaidi, Holalaidi, Holalaidi Ho-la-lai-di, Lai-di, Lai-di, Lai-di, Ha-ho Web Heidi, Heidi , tenera piccola con un cuore così http://www.airdave.it/c/cartoni_animati/canzoni/testo_heidi.htm#ixzz2Q wLrWMDh Heidi è un famoso romanzo scritto da Johanna Spyri, pubblicato nel 1880 e ambientato fra la Svizzera e la Germania intorno alla fine dell'Ottocento. È stato utilizzato come spunto per numerosi film e cartoni animati ed ha avuto molto successo, specialmente tra i bambini. La storia racconta di come Heidi, una bambina di cinque anni, orfana e priva di qualsiasi istruzione, venga allevata con profondo amore dal nonno sulle montagne svizzere, vicino a Maienfeld, dove la principale occupazione è portare al pascolo le capre. Ha otto anni, invece, quando la sua unica zia la porta a Francoforte, dove inizierà a imparare non solo a leggere e scrivere, ma anche a confrontarsi con altre persone, in particolare con Klara, una bambina costretta sulla sedia a rotelle. 90 Nome della canzone Origine e lingua Testo LA CAPINERA Italia Italiano La chiamavan “Capinera” pe' suoi ricci neri e belli: stava sempre fra i monelli, per la strada tutto il dì. Scalza, lacera, una sera, m'apprestavo a rincasar, col visino suo di cera me la vidi avvicinar: - Dammi un soldo... ho tanta fame... - Ci hai la mamma? - Non ce l'ho. - Ed il tuo babbo... la tua casa? E lei triste... non lo so. Provai una stretta al cuore, e, quella sera la mia casetta accolse “Capinera”. E lei cantava... cantava giuliva di trilli e gridi la casa m'empiva... ed un bel sogno nel cuor carezzavo. la contemplavo... forse... l'amavo. Tredici anni lei compiva: s'era fatta pensierosa. - Pensi forse a qualche cosa? che ti manca? Non lo so. Primavera: (sole e fiori) “Capinera” è sempre là, sta affacciata e guarda fuori: - Cosa vuoi? La libertà. - Non hai casa... non hai mamma... dove andrai? - Rispose andrò... Con la mano piccolina l'orizzonte m'insegnò. Provai una stretta al cuore ed una sera più non trovai a casa “Capinera”. E lei cantava... cantava giuliva, di trilli e gridi la casa m'empiva... ed un bel sogno nel cuor carezzavo. la contemplavo... forse... l'amavo. Fu in un'alba di Gennaio, 91 dopo l'orgia rincasavo, nevicava e m'affrettavo già ad aprire il mio porton; ma a distanza molto breve, vidi un certo non so ché affiorare tra la neve. Dissi allor: - Vediam cos'è. Eran cenci... io li rimossi... diedi un grido: due piedin due piedini scalzi e rossi... poi le mani... poi un visin. Un urlo mi sfuggì. vedendo che era, la morticina, la mia “Capinera”. Forse pentita al suo nido tornava forse, quaggiù che le aprissi invocava mentre la neve saliva... saliva... E lei moriva... e lei moriva... Web Altri testi su: http://www.angolotesti.it/G/testi_canzoni_gufi_i_15389/testo_canzone_ capinera_487685.html http://www.musictory.it/musica/Gufi+I 92 Nome della canzone Origine e lingua Testo VA, PENSIERO I talia Italiano Va', pensiero, sull'ali dorate. Va', ti posa sui clivi, sui coll, ove olezzano tepide e molli l'aure dolci del suolo natal! Del Giordano le rive saluta, di Sionne le torri atterrate. O mia Patria, sì bella e perduta! O membranza sì cara e fatal! Arpa d'or dei fatidici vati, perché muta dal salice pendi? Le memorie del petto riaccendi, ci favella del tempo che fu! O simile di Solima ai fati, traggi un suono di crudo lamento; o t'ispiri il Signore un concento che ne infonda al patire virtù che ne infonda al patire virtù che ne infonda al patire virtù! Web http://www.airdave.it/g/giuseppe_verdi/canzoni/testo_va_pensiero.htm #ixzz2R69NPkvs Va, pensiero (Va, pensiero, sull'ali dorate) è uno dei cori più noti della storia dell'opera, collocato nella parte terza del Nabucco di Giuseppe Verdi (1842), dove viene cantato dagli Ebrei prigionieri in Babilonia. Il poeta Temistocle Solera scrisse i versi ispirandosi al salmo 137, Super flumina Babylonis. 93 Nome della canzone Origine e lingua Testo QUEL MAZZOLIN DI FIORI Nome della canzone Origine e lingua Testo LA CANZONE DEGLI ALPINI (SUL CAPPELLO...) Note Italia Italiano Quel mazzolin di fiori ........ (che vien dalla montagna) ...quel mazzolin di fiori ...... (che vien dalla montagna) e bada ben che non si bagna, che lo voglio regalar ....e bada ben che non si bagna, che lo voglio regalar lo voglio regalare ............. (perche' l'e' un bel mazzetto) ...lo voglio regalare .......... (perche' l'e' un bel mazzetto) lo voglio dare al mio moretto, questa sera quando vien ...lo voglio dare al mio moretto, questa sera quando vien stasera quando viene ..... (sara' una brutta sera) ....stasera quando viene ....... (sara' una brutta sera) e perche' sabato di sera, lu nun e' venu' da me ...e perche' sabato di sera, lu nun e' venu' da me non e' venu' da me ............. (l'e' anda' dalla rosina) ....non e' venu' da me ......... (l'e' anda' dalla rosina) e perche' mi son poverina, mi fa pianger sospirar ...e perche' mi son poverina, mi fa pianger sospirar Italia Italiano Sul cappello che noi portiamo c’è una lunga penna nera che a noi serve da bandiera su pei monti a guerreggiar. Evviva evviva il reggimento Evviva evviva il Corpo degli Alpin. Su pei monti che noi andremo pianteremo l’accampamento, brinderemo al reggimento: Viva il Corpo degli Alpin. Su pei monti che noi saliremo coglieremo stelle alpine per portarle alle bambine farle piangere e sospirar. Farle piangere e sospirare nel pensare ai bellì alpini che tra i ghiacci e le slavine van sui monti a guerreggiar. Canto di antica origine, presente nel repertorio di tutte le corali alpine. Molto diffuso nel corso della prima guerra mondiale 94 Nome della canzone Origine e lingua Testo MAMMA Italia Italiano Mamma son tanto felice perché ritorno da te la mia canzone ti dice che è il più bel giorno per me mamma son tanto felice viver lontano perché mamma solo per te la mia canzone vola mamma sarai con me tu non sarai più sola quanto ti voglio bene queste parole d'amore che ti sospirano il mio cuore forse non s'usano più mamma ma la canzone mia più bella sei tu, sei tu la vita e per la vita non ti lascio mai più sento la mano tua stanca cerca i miei riccioli d'or sento e la voce ti manca la ninna nanna d'allor oggi la testa tua bianca io voglio stringer al cuor quanto ti volgio bene queste parole d'amore che ti sospirano il mio cuore forse non s'usano più mamma ma la canzone mia più bella sei tu, sei tu la vita e per la vita non ti lascio mai più MAMMA..MAMMAAA!! Note Cesare Andrea Bixio (Napoli, 11 ottobre 1896 – Roma, 5 marzo 1978) è stato un compositore italiano, di musica napoletana e leggera, autore di colonne sonore per il teatro, il cinema, la radio e la televisione. Ha composto, a partire dal 1909, più di 500 canzoni e 150 colonne sonore. Tra i suoi più importanti successi vanno annoverati: Solo per te Lucia, Parlami d'amore Mariù, Portami tante rose, Violino tzigano, Il tango delle capinere, Mamma, ecc. 95 Nome della canzone Origine e lingua Testo VOLA COLOMBA Italia Italiano Dio del Ciel se fossi una colomba Vorrei volar laggiù dov'è il mio amor, Che inginocchiato a San Giusto Prega con l'animo mesto: Fa che il mio amore torni Ma torni presto Vola, colomba bianca, vola Diglielo tu Che tornerò Dille che non sarà più sola E che mai più La lascerò Fummo felici uniti e ci han divisi Ci sorrideva il sole, il cielo, il mar Noi lasciavamo il cantiere Lieti del nostro lavoro E il campanon din don Ci faceva il coro Vola, colomba bianca, vola Diglielo tu Che tornerò Tutte le sere m'addormento triste E nei miei sogni piango e invoco te Anche il mi vecio te sogna Pensa alle pene sofferte Piange e nasconde il viso tra le coperte Vola, colomba bianca, vola Diglielo tu Che tornerò Note Diglielo tu Che tornerò. TRIESTE 1954 - 2004 . La Cultura «Vola colomba» e in tutta Italia furono lacrime Febbraio 1952. Trieste si commuove e canta la canzone a lei dedicata da Nilla Pizzi, «Vola colomba», che vince il Festival di Sanremo. Una musica dolce, triste e orecchiabile e un testo (Cherubini-Concina) che alludono chiaramente alla condizione della città giuliana ancora sotto occupazione alleata, minacciata delle brame espansionistiche di Tito. L' allegoria è chiara: «Dio del Ciel se fossi una colomba / Vorrei volar laggiù dov' è il mio amor / Che inginocchiato a San Giusto / Prega con l' animo mesto: / 96 Fa che il mio amore torni. Ma torni presto. / Vola, colomba bianca, vola / Diglielo tu, Che tornerò / Dille che non sarà più sola, / E che mai più la lascerò». L' amore che deve tornare è l' Italia. E le allusioni a Trieste (mai nominata espressamente) continuano nelle strofe successive con «E il campanon din don ci faceva coro» (el «campanon» per i triestini è la campana maggiore della cattedrale romanica di San Giusto che, fatto raro, emette un sol perfetto) e addirittura una battuta in dialetto triestino («anche il mio vecio te sogna»). «Vola colomba» fu in realtà la bandiera del ritorno di Trieste all' Italia modello export. Funzionò cioè a livello nazionale, mentre i triestini preferivano affidare il loro patriottismo, nelle manifestazioni, ad altre canzoni, tutte assai più vecchie, legate spesso alla tradizione irredentista antiaustriaca. La preferita si intitola «Lassè pur», ed è una esaltazione della bellezza della lingua italiana. La scrissero nel 1953 Giulio Piazza detto «Maceta» (macchietta) e Silvio Negri. Il ritornello servì contro l' Austria prima, contro Tito e il bilinguismo a Trieste poi: «Lassè pur che i canti e i subi - E i ne fazzi pur dispeti - Ne la patria de Rosseti - No se parla che italian!». (Il Rossetti cui allude la canzone fu antico storico e patriota triestino). Oltre a «Vola colomba», la canzone che più rappresentò Trieste e la sua italianità nell' immaginario collettivo fu «Le campane di San Giusto» (meglio nota come «Le ragazze di Trieste»). Nasce nel 1915, nell' imminenza della prima guerra mondiale, nel sogno della sconfitta austriaca e del ritorno all' Italia (e a questo si arrivò a un prezzo però altissimo in termini di vite umane). Toccanti i primi versi: «Per le spiagge, per le rive di Trieste, suona e chiama di San Giusto la Campana, l' ora suona, l' ora suona non lontana che è più schiava non sarà. Le ragazze di Trieste cantan tutte con ardore: O Italia, o Italia del mio cuore, tu ci vieni a liberar!». Gli autori sono Giovanni Drivetti e Colombino Arona che più avanti compose anche «L' inno a Tripoli» («Tripoli bel suol d' amore»). Nel repertorio della canzoni simbolo della città merita un posto speciale «Trieste mia» di Raimondo Cornet e Publio Carniel. Anche se la forma dialettale ne ha limitato la circolazione, per testo e melodia non è inferiore al classico napoletano «Santa Lucia lontana» («Partono i bastimenti»), con cui condivide il tema dell' emigrazione. (24 ottobre 2004) - Corriere della Sera 97 Nome della canzone Origine e lingua Testo Note CASETTA IN CANADÀ Italia Italiano Quando Martin vedete solo per la città, forse voi penserete dove girando và. Solo, senza una meta... Solo... ma c'è un perché: Aveva una casetta piccolina in Canadà, con vasche, pesciolini e tanti fiori di lillà, e tutte le ragazze che passavano di là dicevano: "Che bella la casetta in Canadà!" . Ma un giorno, per dispetto, Pinco Panco l'incendiò, e a piedi, poveretto, senza casa lui restò. "Allora cosa fece?" Voi tutti chiederete. Ma questa è la sorpresa che in segreto vi dirò. Lui fece un'altra casa piccolina in Canadà, con vasche, pesciolini e tanti fiori di lillà, e tutte le ragazze che passavano di là dicevano: "Che bella la casetta in Canadà!". Mario Panzeri (Milano, 11 ottobre 1911 – Milano, 19 maggio 1991) è stato un paroliere e compositore italiano. È entrato nella storia della musica leggera come uno degli autori della prima canzone vincitrice di un Festival di Sanremo, la celebre Grazie dei fiori cantata da Nilla Pizzi; inoltre ha scritto alcune tra le più note canzoni italiane, come Maramao perché sei morto, Pippo non lo sa, Papaveri e papere, Casetta in Canadà, Lettera a Pinocchio, Nessuno mi può giudicare, Fin che la barca va e molte altre. 98 Nome della canzone Origine e lingua Testo ZIA EVELINA Italia Italiano Quand'ero piccolina la vecchia zia Evelina in cambio di un inchino mi dava mezza lira, e io me ne andavo di corsa sui bastion salivo sulla giostra a suon di un organino e sul cavallo a dondolo cantavo una canzon. Cin cin, che bel oeoeoe cin cin, che bel oeoeoe avanti 'ndre avanti 'ndre che bel divertimento, avanti 'ndre avanti 'ndre la vita e' tutta qua!! Divenni più grandino, dovetti far l'alpino, scrivevo letterine "Amore sto benone" che pacchia nel cortile del grande casermon, chilometri e chilometri col novantuno in spalla, e insieme al capitano improvvisavo una canzon. Cin cin, che bel oeoeoe cin cin, che bel oeoeoe avanti 'ndre avanti 'ndre che bel divertimento, avanti 'ndre avanti 'ndre la vita e' tutta qua!! E quando un bel mattino mi è nato un pupo biondo, io sono la mammina più tenera del mondo, lui tutta notte canta l'AI del Trovator, e io per non svegliare tutto quanto il casamento, Mi piglio il pargoletto ed improvviso una canzon. Cin cin, che bel oeoeoe cin cin, che bel oeoeoe avanti 'ndre avanti 'ndre che bel divertimento, avanti 'ndre avanti 'ndre la vita e' tutta qua!! 99 Nome della canzone Origine e lingua Testo Note dal web LA CANZONE DEL PIAVE Italia, Italiano Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il ventiquattro maggio; l'esercito marciava per raggiunger la frontiera per far contro il nemico una barriera! Muti passaron quella notte i fanti, tacere bisognava e andare avanti. S'udiva intanto dalle amate sponde sommesso e lieve il tripudiar de l'onde. Era un presagio dolce e lusinghiero. il Piave mormorò: "Non passa lo straniero!" Ma in una notte triste si parlò di tradimento e il Piave udiva l'ira e lo sgomento. Ahi, quanta gente ha visto venir giù, lasciare il tetto, per l'onta consumata a Caporetto. Profughi ovunque dai lontani monti, venivano a gremir tutti i ponti. S'udiva allor dalle violate sponde sommesso e triste il mormorio de l'onde. Come un singhiozzo in quell'autunno nero il Piave mormorò: "Ritorna lo straniero!" E ritornò il nemico per l'orgoglio e per la fame voleva sfogar tutte le sue brame, vedeva il piano aprico di lassù: voleva ancora sfamarsi e tripudiare come allora! No, disse il Piave, no, dissero i fanti, mai più il nemico faccia un passo avanti! Si vide il Piave rigonfiar le sponde e come i fanti combattevan l'onde. Rosso del sangue del nemico altero, il Piave comandò: "Indietro va', straniero!" Indietreggiò il nemico fino a Trieste fino a Trento e la Vittoria sciolse l'ali al vento! Fu sacro il patto antico, tra le schiere furon visti risorgere Oberdan, Sauro e Battisti! Infranse alfin l'italico valore le forche e l'armi dell'Impiccatore! Sicure l'Alpi, libere le sponde, e tacque il Piave, si placaron l'onde. Sul patrio suol vinti i torvi Imperi, la Pace non trovò né oppressi, né stranieri! La leggenda del Piave, conosciuta anche come la canzone del Piave, (inno nazionale italiano dal 1943 al 1946) è una delle più celebri canzoni patriottiche italiane. Il brano fu scritto nel 1918 dal maestro Ermete Giovanni Gaeta (noto con lo pseudonimo di E.A. Mario), il quale rinunciò ai diritti d'autore sulla canzone. Nel novembre del 1941 100 donò anche le prime cento medaglie d'oro ricevute, come riconoscimento per la canzone, dai comuni del Piave, da associazioni di combattenti, e da privati cittadini, come oro alla Patria insieme con le fedi sua e della moglie[ I fatti storici che ispirarono l'autore risalgono al giugno del 1918 quando l'Austria-Ungheria decise di sferrare un grande attacco sul fronte del Piave per piegare definitivamente l'esercito italiano, già reduce dalla sconfitta di Caporetto. La Landwehr (l'esercito imperiale austriaco) si avvicinò pertanto alle località venete delle Grave di Papadopoli e del Monte Montello, ma fu costretta ad arrestarsi a causa della piena del fiume. Ebbe così inizio la resistenza delle Forze armate del Regno d'Italia che costrinsero gli Austro-ungarici a ripiegare. Tra il 2 e il 6 luglio del 1918, la 3a Armata del Regio Esercito Italiano occupò le zone tra il Piave vecchio ed il Piave nuovo. Durante lo svolgersi della battaglia, denominata battaglia del Solstizio, perirono 84.600 militari italiani e 149.000 militari austro-ungarici. In occasione dell'offensiva finale italiana (Battaglia di Vittorio Veneto), avvenuta nell'ottobre del 1918, il fronte del Piave fu nuovamente teatro di scontri tra l'Austria-Ungheria e l'Italia. Dopo una tenace resistenza iniziale, in concomitanza con lo sfaldamento politico in corso dell'Impero, l'imperial-regio esercito si disgregò rapidamente e gli Italiani poterono tranquillamente sfondare le linee nemiche. La leggenda del Piave fu composta nel giugno 1918[2] subito dopo la battaglia del Solstizio, e ben presto venne fatta conoscere ai soldati dal cantante Enrico Demma (Raffaele Gattordo)[3]. L'inno contribuì a ridare morale alle truppe italiane, al punto che il generale Armando Diaz inviò un telegramma all'autore nel quale sosteneva che aveva giovato alla riscossa nazionale più di quanto avesse potuto fare lui stesso: «La vostra leggenda del Piave al fronte è più di un generale!»[4]. Venne poi pubblicata da Giovanni Gaeta con lo pseudonimo di E. A. Mario solo alla fine del 1918, a guerra ormai ultimata. Il testo e la musica, che fanno pensare ad una canzone patriottica con la funzione di incitare alla battaglia, hanno l'andamento colto e ricercato di altre canzoni che già avevano fatto conoscere Giovanni Gaeta nell'ambiente del cabaret; sue sono anche Vipera, Le rose rosse, Santa Lucia luntana, Profumi e balocchi. La funzione che ebbe La leggenda del Piave nel primo dopoguerra fu quello di idealizzare la Grande Guerra; farne dimenticare le atrocità, le sofferenze e i lutti che l'avevano caratterizzata. 101 Nome della canzone Origine e lingua Testo EL TRAM DE OPCINA Italia dialetto tirestino E anche il tram de Opcina xe nato disgrazià: vignindo [vignudo] zo per Scorcola 'na casa [el] ga ribaltà. Bona de Dio che iera giorno de lavor e drento no ghe iera che 'l povero frenador! Ritornello: E come la bora che vien e che va, i disi che 'l mondo se ga ribaltà! E come la bora che vien e che va, i disi che 'l mondo se ga ribaltà! E anche il tram de Servola xe nato disgrazià. Corendo in Galeria in piazza el xe sbrissà. Drento ghe iera diverso personal che se ga ribaltado e se ga fato mal! (Ritornello) E anche 'ste mulete tute mate pe' l' capèl, le zerca de compagnarse da qualche bel putel; ma co le 'riva a casa se senti un gran bordel, e pare, mare e fia copa i zimisi col martel! (Ritornello) L'Italia ga pan bianco, la Francia ga bon vin, Trieste ga putele, tute carighe de morbin, carbon ga l'Inghiltera, la Rusia ga cavial e l'Austria ga capuzi che no se pol magnar! (Ritornello) 102 E anca el tran de Servola xe nato disgrazià: rivà fora del tunel no 'l se ga più fermà. Bona de Dio vhe ghe iera el parador, se no l'andava in piazza e 'l finiva in pissador. Note La tranvia di Opicina (più conosciuta nella dicitura tram de Opcina in dialetto triestino, Openski tramvaj in sloveno), una delle attrazioni turistiche della città di Trieste, è una linea tranviaria interurbana panoramica gestita dalla Trieste Trasporti. A partire da settembre 2012 viene esercitata da autobus per consentire lo svolgimento di importanti lavori di manutenzione straordinaria. Caratteristica unica in Europa è un tratto con forte pendenza lungo il quale le vetture vengono spinte (in salita) o trattenute (in discesa) da un particolare impianto a funicolare. 103 Nome INSEGNANTE ÖĞRETMENİM Origine e lingua Testo Turchia Turco, traduzione in italiano Öğretmenim canım benim, canım benim Seni ben pek çok pek çok severim Sen bir ana Sen bir baba Herşey oldun artık bana Okut öğret ve nihayet Yurda yararlı insan et. Insegnate mia cara, mia cara Ti amo molto molto Sei una madre Sei un papà Tu hai tutto per me oggi E infine per insegnare a leggere Gente di campagna fanno un utile. Note Originario della Turchia. La traduzione in italiano è stata fatta da un genitore. 104 Nome della canzone MANO NELLA MANO EL ELE TUTUŞALIM Origine e lingua Testo Turchia Turco, traduzione in italiano Gel bize katıl bize Hem oyuna hem söze Türkü söyleyip oy oy. Oynayalım loy loy El ele tutuşalım Halkaya karışalım Haydi kardeş sende gel. Oynayalım loy loy Üç adımla sağa koş Bir adımla sola koş Bak ne güzel ne de hoş. Oynayalım loy loy. Vieni e unisciti a noi contattaci E il gioco di parole Cantando canzoni popolari oy oy. Giocare loy loy Mano nella mano Creare l’anello Vieni vieni sorella. Giocare loy loy Eseguire tre passi a destra Eseguire a sinistra dei passi Che bello, guardate quanto é bello. Giocare loy loy. Note Originario della Turchia. La traduzione in italiano è stata fatta da un genitore. 105 Nome della canzone Origine e lingua Testo Note LO SCRIVERÒ NEL VENTO Turchia lingua turca, traduzione italiana Lo scriverò nel mondo col rosa del tramonto di questa mia città. Che voglio bene al mondo e a tutto il mondo il vento so che lo porterà. Lo soffierà sul mare per farlo navigare fin dove arriverà. Lo leggerà la gente di un altro continente e mi risponderà. Saremo tutti amici, saremo mille voci un coro che cantando cancellerà... Le lingue le distanze non conteranno niente... E questo mondo che mondo sarà! Così sarà! Così sarà! Vento soffia più piano così l'amore si fermerà Boyle olacak forte soffia sul pianto ed un sorriso rinascerà! Lo leggerò nel vento nel rosa del tramonto di questa mia città. L'amore che dal mondo mi sta portando il vento soffiando fino a qua. Vola sopra il mare fino a toccarmi il cuore ma non si fermerà. Negli occhi della gente di un altro continente come risplenderà. Saremo tutti amici saremo mille voci un coro che cantando cancellerà... Le lingue, le distanze non conteranno niente... E questo mondo che mondo sarà! Così sarà! Così sarà! Vento soffia più piano così l'amore si fermerà Boyle olacak forte soffia sul pianto ed un sorriso rinascerà! Forte soffia sul pianto ed un sorriso rinascerà, rinascerà! Versione in italiano, tradotta da un genitore. 106 Nome della canzone LA STRADA = KHIABAN ( VERSIONE IN PERSIANO ) Origine e lingua Testo Iran lingua persiana, traduzione italiana AY BACHEHAYE KHOOCHAK TU IN HAME’ TRAFFIC KHIABAN POOR AZ MASCINE BAYAD MOVAZEB BASHID BAYAD MOVAZEB BASHID 1. VAGHTI MIKHAY RAD BESHI BROO AZ RU KHATKESHI AVAL SARETO BALA KON BE RASTO CIAP NEGAH KON 2. VAGHTI DIDI MASCIN NIST YA KE HAME’ KARDAN IST VAGHTI KE BUGH NASHNIDI MITOONI RAH BIYOOFI 3. BIB BIB BIB BIB 4. CHERAGH GHERMEZ , MESLE SIBB 5. SHABAH KE BIRUN MIRI’ TUYEH KHIABOON MIRI’ BAYAAD BASHEH HAVASET ROSSHAN BASHE LEBASET TA AGAYEH RARANDEHE YEHOII NASHEH SHARMANDEH 6. LA STRADA = KHIABAN (TRADUZIONE IN ITALIANO ) RAGAZZI ATTENTI ALLE MACCHINE , LE STRADE SONO PIENE DI MACCHINE E PERCIO’ BISOGNA STARE ATTENTI 1. QUANDO VOLETE PASSARE LA STRADA , ANDATE SULLE STRISCE PEDONALI , PRIMA LA TESTA IN SU E POI GUARDATE A DESTRA E POI A SINISTRA 2. QUANDO VEDETE CHE NON CI SONO DELLE MACCHINE OPPURE LE MACCHINE SONO FERME O NON SENTITE I CLACSON , POTETE PASSARE LA STARDA 3. BIB BIB BIB BIB 4. IL SEMAFORO E’ ROSSO COME LA MELA 5. QUANDO DURANTE LA NOTTE ESCI DA CASA DEVI STARE MOLTO ATTENTO ALLE STRDE E DEVI VESTIRTI DI CHIARO PERCHE’ COSI IL GUIDATORE TI VEDE MEGLIO E EVITA I PERICOLI 6. 107 Note Versione in italiano, tradotta da un genitore. 108 Nome della canzone Origine e lingua Testo ARROZ CON LECHE RISO AL LATTE Cuba Spagnolo Arroz con leche se quiere casar con una viudita de la capital. Que sepa coser, que sepa bordar, que guarde su aguja en su canevá. Aurora de Mayo que al campo salía en busca de flores de mayo y de abril. Yo soy la viudita que manda en la ley, me quiero casar y no encuentro con quien. Tan linda y tan bella, no encuentra con quien, elige a tu gusto que aquí tendrás quien. Riso al latte si vuole sposare con una vedovella della capitale Che sappia cucire, che sappia ricamare, che riponga il suo ago nel canovaccio. Aurora di Maggio che andava in campagna in cerca di fiori di maggio e d’aprile. Io sono la vedovella che comanda, mi voglio sposare e non trovo con chi farlo. Note Così carina e così bella, non trova con chi sposarsi, scegli a tuo piacere che qui troverai qualcuno. “Arroz con leche” era in origine una canzone che i bambini cantavano facendo il girotondo, probabilmente spagnola ma diffusa praticamente in tutta l’America Latina, dove viene citata nelle raccolte di canzoni infantili già a fine ‘800. È considerata canzone infantile tradizionale in Spagna, Argentina, Cuba, Chile, Guatemala, Paraguay, Perú, Puerto Rico, Santo Domingo, San Salvador, Uruguay e Venezuela e in ogni paese ne è stata creata una versione leggermente diversa. “Arroz con leche”, che nella canzone è il nome di un ragazzo che vorrebbe una fidanzata, in realtà è un dolce cremoso fatto con il riso cucinato nel latte. 109 Nome della canzone Origine e lingua Testo LA CALABACITA (Travesía mágica) LA ZUCCHETTA (Traversata magica) Cuba Spagnolo La señora alta del penacho verde despidió la tarde con un colibrí. Un corcel anuncia que la luna vuelve su música dulce viene a mí. Ya todo está listo para hacer el viaje, la noche es la nave para compartir esta travesía mágica que viene meciendo los ojos, volando feliz. Esta travesía mágica que viene trepando los sueños, volando feliz. La signora alta dal pennacchio verde (la palma) ha salutato la sera con un colibrì. Un destriero annuncia che la luna ritorna, la sua musica dolce giunge fino a me. Tutto è già pronto per intraprendere il viaggio, la notte è la nave per condividere questa traversata magica che giunge cullando fino a far chiudere gli occhi, volando felice. Note Questa traversata magica che giunge arrampicandosi sui sogni, volando felice. In realtà “la Calabacita” a Cuba è, da tempo immemorabile, il personaggio a forma di piccola zucca protagonista del breve cartone animato, trasmesso tutti i giorni alle 20 dalla televisione cubana, che ricorda ai bambini che i programmi a loro dedicati sono finiti e che è ora di andare a nanna. Dalla sua creazione il breve video musicale è stato cambiato varie volte, ma da anni ormai la canzone che accompagna i bambini cubani al momento di andare a letto è “Travesía mágica”, scritta dalla poetessa cubana Ada Elba Pérez e cantata dalla cantautrice cubana Liuba María Hevia, entrambe conosciute per le opere dedicate all’infanzia. 110 4. SEZIONE 3: GIOCHI e giocattoli Nome del gioco CAMPANA, CAMPANON In triestino PORTON In altre lingue Amarelinha in Brasile e Portogallo avión in Bolivia e a Panamá avión, avioncito, pata coja, pisé, pisado o rayuela in Venezuela avión, bebeleche, chácara, coja-raya, pelanche, rayuela o saltacojitos in Messico avión, golosa, peregrina, rayuela o tángara in Colombia avión o mundo in Perù cò cò in Vietnam dama in Bulgaria eixarranca, nonet, palet, rayuela, sambori, setmana, xinga o xarranca in Spagna Hickelkasten, Himmel und Hölle, Hüpfspiel, Paradiesspiel o Tempelhüpfen in Germania hinkelbaan nei Paesi Bassi hinkerude o Paradis in Danimarca hoppa hage in Svezia hopscotch negli Stati Uniti ketengteng o ting-ting in Malesia klasy in Polonia luche in Cile marelle o palet in Francia nebe, peklo, ráj o skákání panáka nella Repubblica Ceca peregrina in El Salvador sharita in Marocco pon a Cuba rayuela in Argentina, Nicaragua e Uruguay seksek in Turchia sotron in Romania trúcamelo nella Repubblica Dominicana estratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Campana_(gioco) Luogo Spazio esterno N° giocatori Piccolo gruppo Modalità di gioco Il giocatore che inizia lancia nella prima casella il proprio contrassegno (di solito si sceglie una pietra non troppo grande né troppo liscia, oppure un vecchio tappo metallico di bottiglia). La pietra deve atterrare all'interno dello scomparto senza toccare nessuna linea o rimbalzarne fuori. Il giocatore quindi saltella su un solo piede di casella in casella lungo tutto il percorso, ma senza mai entrare nel 111 riquadro in cui è presente il suo contrassegno, cosa che in determinati casi lo costringe ad effettuare un salto più lungo del solito. Le caselle possono essere toccate solo con un piede, ma i blocchi di due caselle affiancate consentono di appoggiare contemporaneamente entrambi i piedi (uno in ciascuna casella, sempre che una delle due non sia occupata dal contrassegno), permettendo eventualmente di recuperare l'equilibrio. Raggiunto lo scomparto finale (la base, o il cielo), il giocatore può fermarsi per poi voltarsi, effettuando mezzo giro, e rifare il percorso a ritroso, sempre rispettando la regola del singolo appoggio o del doppio appoggio dei piedi a seconda che si tratti di una casella singola o di due caselle affiancate. Giunto in corrispondenza del riquadro che contiene il proprio contrassegno, il giocatore lo deve raccogliere senza perdere l'equilibrio e completare il percorso tornando al punto di partenza. Se nel percorrere il tracciato il giocatore pesta una linea, non visita la casella dovuta o perde l'equilibrio, il turno passa al giocatore successivo. Quando sarà nuovamente il suo turno, il primo partecipante riprenderà il gioco dal punto in cui si era interrotto. Dopo aver completato con successo il percorso di andata e ritorno, il giocatore lancia la sua pietra nella casella numero due e così via. Vince chi per primo visita con il proprio contrassegno tutte le caselle, completando ogni volta il percorso. Dai bambini Libera interpretazione di un’alunna di classe I 112 Dal web la classica campana disegnata a terra con i gessi varianti Théophile-Emmanuel Duverger, collezione privata Link: http://filastroccando.forumcommunity.net/?t=9644013 http://www.comune.firenze.it/streghetta/li/mondo.htm http://www.giocodimenticato.it/leschededeigiochi.htm 113 Nome del gioco NASCONDINO In altre lingue Bopeep in inglese Cache cache in francese Preferibilmente all’aperto ma non è da escludere lo spazio interno Almeno 4 o più giocatori Con una conta si sorteggia il giocatore che per primo sta "sotto" e deve cercare gli avversari. E’ importante scegliere il luogo in cui il gioco ha inizio e fine. Il sorteggiato, con il viso coperto e messo contro le braccia appoggiate sulla superficie di conta, inizia a numerare a voce alta e cadenzata fino al numero convenuto dal gruppo , ad es. 40. Prima che la conta finisca tutti i giocatori devono trovare un nascondiglio. Finita la conta, il giocatore che sta sotto inizia a cercare i compagni. Ogni volta che scopre uno degli avversari nascosti, deve correre velocemente nel luogo iniziale, toccare la superficie e gridare il nome del giocatore scoperto. Se però l’avversario giunge per primo a toccare il luogo definito, si libera dicendo “Libera me” oppure “battisasso”. L’ultimo giocatore può anche con un “Libera tutti”, smarcare tutti i compagni catturati in precedenza e sottoporre ad un altro turno chi aveva effettuato la conta. Luogo N° giocatori Modalità di gioco Dai bambini Interpretazione di un alunno di classe I Dal web http://it.wikipedia.org/wiki/Nascondino http://www.retescuole14-15.it/prodotti/02_03/classeG/nascondino.htm 114 Nome del gioco Luogo N° giocatori Modalità di gioco QUATTRO CANTONI Preferibilmente all’aperto ma anche in spazi chiusi, in un ambiente che permetta di avere almeno 4 angoli di riferimento. 5 o più I quattro angoli o cantoni di riferimento devono essere ben individuati nello spazio di gioco, anche eventualmente con un oggetto o con un simbolo grafico tracciato sulla superficie. Con una conta si decide chi starà al centro del quadrato, mentre gli altri partecipanti prenderanno posizione ciascuno in un angolo. Al segnale che dà il via al gioco, i quattro giocatori -che sono collocati nei cantoni- devono spostarsi rapidamente cercando di guadagnare un nuovo angolo. Il giocatore al centro cercherà di conquistare uno dei cantoni che resteranno liberi. Colui che non avrà trovato un angolo per sé, “starà sotto” nel giro successivo. Dai bambini Interpretazione di un alunno di classe I Dal web http://it.wikipedia.org/wiki/Quattro_cantoni http://www.infanziaweb.it/giochi/gioco_4cantoni.htm 115 Nome del gioco 1, 2, 3, STELLA variante L'OROLOGIO DI MILANO FA TIC TAC In altre lingue In francese: un, deux, trois, soleil Luogo Preferibilmente all’aperto avendo a disposizione uno spazio di gioco. N° giocatori minimo di 3 giocatori Modalità di gioco I giocatori si dispongono su una ipotetica fila di partenza, distanziati da uno spazio di qualche metro rispetto al bambino o alla bambina che guiderà il gioco. Questo, con le spalle rivolte ai compagni, con il capo riposto tra le braccia incrociate su un muro o una superficie verticale, cantilenerà il ritornello “Un , due , tre, stella!” variando intensità e rapidità della voce. Conclusa la parola stella si girerà rapidamente e con la stessa rapidità i compagni dovranno arrestarsi nella posizione raggiunta. Chi verrà sorpreso in movimento sarà costretto a riguadagnare la posizione precedente. Colui o colei che raggiungerà e toccherà per primo o prima il muro ed il compagno, avrà vinto e prenderà la guida del gioco. Dai bambini Interpretazione di un’alunna di classe I Dal web http://www.galileo.it/ludonord/1_2_3_stella.html 116 Nome del gioco MOSCA CIECA In altre lingue In inglese blindman’s bluff Luogo Preferibilmente all’aperto N° giocatori Da poche unità ad un numero illimitato Modalità di gioco I giocatori decidono con una conta colui che sarà la mosca cieca e che a tal fine verrà bendato con un fazzoletto o un foulard. Il giocatore bendato viene collocato al centro e fatto girare su se stesso per un po' di volte. A quel punto inizia il gioco in cui la mosca cieca dovrà cercare di prendere un compagno, mentre tutti bambini intorno cercano di fuggire. Chi viene preso –al turno successivo- sarà la mosca cieca- Dal web Noè Bordignon La mosca cieca (1879), cm. 71 x 95, Castelfranco Veneto, Municipio Jean-Honoré Fragonard (1732–1806), Mosca cieca, 1773-1776 Olio su tela, National Gallery of Art , Washington (D.C.) 117 Nome del gioco BANDIERA, BANDIERINA, RUBA BANDIERA, FAZZOLETTO Luogo Preferibilmente all’aperto. N° giocatori Un gruppo consistente di bambini (almeno 11 giocatori) Modalità di gioco Vengono costituite 2 squadre con lo stesso numero di giocatori e ad ogni giocatore di ciascun gruppo viene assegnato un numero in ordine decrescente. Viene contemporaneamente individuato un banditore che tiene la bandiera (un foulard, un fazzoletto, un pezzo di tessuto) e che chiama i giocatori utilizzando i numeri. Lo scopo del gioco è quello di rubare la bandiera del banditore. Il banditore si dispone al centro e ai lati si mettono le due squadre in modo tale che il giocatore 1 della prima squadra sia collocato di fronte al giocatore 1 della seconda squadra e via dicendo. Si creano realmente o si stabiliscono virtualmente delle linee di separazione, una per il banditore ed una di separazione tra le due squadre. Quando il banditore chiama un numero i giocatori selezionati devono correre per recuperare la bandierina –senza superare le linee di separazione- e poi ritornare nella propria squadra senza perdere la bandiera o essere toccati dal giocatore avversario (che può superare la linee di separazione delle squadre per rincorrere il compagno di gioco). In questo modo viene conquistato un punto per la propria squadra. Dai bambini interpretazione di un’alunna cl. I e di un alunno di classe I 118 Dal web http://www.giochiperbambini.org/ariaaperta/ruba_bandiera.htm http://www.coopfinisterrae.it/public/news/images/rubabandiera.pdf http://it.wikipedia.org/wiki/Rubabandiera 119 Nome del gioco In altre lingue DARSELA, ACCHIAPPINO, ACCHIAPPERELLA, CE L’HAI? In triestino SESA L'acchiappino (e molti dei suoi derivati) sono diffusi in tutto il mondo. La versione base del gioco ha (fra l'altro) i nomi elencati sotto. Si noti che in diverse tradizioni il nome del gioco, o la sua terminologia, fa riferimento a una "cosa" che il giocatore che sta "sotto" ha e deve passare agli altri (come nell'italiano "ce l'hai!" o nella versione brasiliana "pega, pega"); in altre tradizioni il giocatore che sta sotto è la "cosa" (it in inglese). Albania: e ka kush e ka Argentina: la mancha Australia: tiggy, chasey o tips Baviera: fangermandl (ovvero "acchiappa l'uomo") Brasile: pega pega ("acchiappa, acchiappa"); si dice che il giocatore che sta sotto "ce l'ha" Colombia: la lleva ("trasporto"); si dice che il giocatore che sta sotto "lo trasporta" Inghilterra: it, tic, tig o dobby Finlandia: hippa Francia: chat ("gatto"); chi sta sotto è il gatto Ungheria: fogócska ("acchiappare"). Irlanda: chasing ("dare la caccia") Israele: [ תופסתtofeset]; chi sta sotto si chiama [ התופסha-tofes], "il cacciatore". Giappone: 鬼ごっこ [Onigokko in Rōmaji]; chi sta sotto è l'"Oni". Stati Uniti: catchers ("acchiappatori"), it, had, he, tag Polonia: berek Russia: салочки Svezia: tafatt (kull a Stoccolma) Olanda: tikkertje Bolivia: mancha Romania: prinselea Estratto dal sito: http://it.wikipedia.org/wiki/Ce_l'hai Luogo All’aperto N° giocatori Da un piccolo ad un gruppo numeroso Modalità di gioco Un giocatore viene scelto per “stare sotto”. Questo, rincorrendo i compagni che scappano, deve riuscire a toccare uno degli altri giocatori. Chi verrà toccato prenderà il suo posto. Note Nella versione triestina, chiamata SESA, il bambino designato rincorreva i compagni e quando ne raggiungeva uno lo toccava dicendo “Te la ga ti”; questi –a sua volta- andava all’inseguimento degli amici. Quando un giocatore doveva riprendere fiato ricorreva alla formula “Fortic taco!” pronunciata mentre contemporaneamente toccava il tacco di una scarpa. C’erano poi differenti varianti del gioco 120 che come indica L: Bamboschek (Zoghi de fioi, Il Murice 2010, p. 148) si differenziavano in la sesa cuceti (chi si accucciava non poteva essere toccato) , la sesa toca fero, la sesa toca legno, ecc. http://pubblibaby.quimamme.leiweb.it/applicazioni/disegni-e-giochi/giochiallaria-aperta http://www.dizionariogallic.altervista.org/memorie/Memorie_giochi.htm Dal web 121 Nome del gioco STREGA COMANDA COLOR Luogo Interno\esterno N° giocatori A partire da almeno 4 giocatori Modalità di gioco Un bambino viene scelto per essere la strega. Questo dice “Strega comanda color…. verde” scegliendo di volta in volta un colore diverso. I compagni devono raggiungere qualcosa dello stesso colore indicato e cercare contemporaneamente di non essere acchiappati dalla strega. Nel qual caso diventano la strega ed il gioco ricomincia. Dai bambini Interpretazione di un alunno di classe I Dal web http://www.pianetabimbi.it/sp/anteprima.php?ID=198&RET=elenco_tempoli bero.php&PageID=1 http://www.giochiperbambini.org/ariaaperta/strega-comandacolor.htm http://www.infanziaweb.it/giochi/gioco_stregacolore.htm 122 Nome del gioco LE BELLE STATUINE Luogo Esterno e interno N° giocatori Da un minimo di 4 Modalità di gioco Un bambino rivolto al muro recita: "Le belle statuine, d'oro e d'argento, del 1500, eccole qua". Al termine si volta repentinamente e tutti i compagni devono assumere il ruolo di una statua. Chi si muove viene eliminato. La statua migliore è scelta per andare al muro. Dai bambini Da: https://www.google.it/search?q=BELLE+STATUINE Dal web http://www.filastrocche.it/contenuti/le-belle-statuine/ http://www.giochiperbambini.org/compagnia/statuine.htm http://nuke.giocovunque.it/PiazzadeiGiochi/GiochiallapertoParteII/tabid/483/ Default.aspx#statue 123 Nome del gioco REGINA REGINELLA Luogo Preferibilmente all’aperto N° giocatori Da un minimo di 4 giocatori Modalità di gioco Un giocatore viene scelto per essere la Regina e si colloca di spalle a una decina di metri dagli altri bambini. Questi a turno recitano: "Regina reginella, quanti passi devo fare per arrivare al tuo castello così grande e così bello? La Regina (senza girarsi) risponde dicendo il numero e il tipo dei passi, come ad es: 4 passi da formichina, 2 salti da ganguro, ecc. Chi raggiunge per primo la regina ne prende il posto. Dai bambini Interpretazione di un alunno di classe I Dal web http://nuke.giocovunque.it/PiazzadeiGiochi/GiochiallapertoParteII/tabid/483/ Default.aspx#statue 124 Nome del gioco PALLA PRIGIONIERA, PALLA AVVELENATA Luogo Esterno o interno ampio N° giocatori Almeno una decina Modalità di gioco I giocatori si dividono in due squadre i cui componenti sono scelti un alla volta alternativamente dai 2 capitani. Ogni squadra ha in assegnazione un campo, diviso da quello avversario da una riga. Al termine del campo si trova una zona –anch’essa delimitata – chiamata prigione. Ogni palla lanciata che colpisce un avversario rende lo stesso prigioniero obbligandolo ad andare nella zona prigione. Vince la squadra che fa tutti gli avversari prigionieri. Dai bambini Interpretazioni di alunni di classe I Dal web http://it.wikipedia.org/wiki/Palla_prigioniera http://www.regoledelgioco.com/giochi-per-bambini/palla-prigioniera/ http://it.wikipedia.org/wiki/Palla_avvelenata http://www.filastrocche.it/contenuti/palla-prigioniera-o-pallaavvelenata/ 125 Nome del gioco ELASTICO Luogo Preferibilmente in esterno N° giocatori Almeno tre Modalità di gioco Due giocatori tengono l’elastico collocandolo all’altezza delle caviglie a gambe divaricate. Il terzo giocatore deve saltare, calpestare l’elastico sulla base di schemi predefiniti (cfr. link sottostante). Terminata la sequenza l’elastico viene posizionato ad un’altezza successiva e rispettivamente: polpaccio, ginocchio, coscia, vita, ecc. Dai bambini Interpretazione di un’alunna di classe I Dal web Video per vedere ed imparare i vari passaggi http://www.youtube.com/watch?v=X_OlvEBzEaE 126 Nome del gioco SALTO ALLA CORDA Luogo esterno N° giocatori 1 se il gioco è individuale, almeno 3 se il gioco è collettivo Modalità di gioco Il salto alla corda è un gioco antico e consiste nel saltare una corda che viene fatta oscillare al di sotto dei piedi ed al di sopra della testa. Il gioco può essere svolto individualmente oppure in grupp, nel qal caso due bambini tengono la corda e gli altri saltano. Una variante è quella di utilizzare due corde che vengono girate in direzioni opposte. Molte sono le canzoncine inventate per accompagnare il salto alla corda, attraverso un ritmo cantilenato (es. arancia, pera, fragola limone, arancia...) Dai bambini Interpretazione di un alunno di classe I Dal web http://www.giocodimenticato.it/giochidibase.htm http://www.saporidipachino.it/it/giochi-di-un-tempo/153-a-corda-ilsalto-della-corda.html 127 128 Nome del gioco BATTIMANI Luogo Interno o esterno N° giocatori Almeno due Modalità di gioco Questa è un gioco di battito di mani da fare in due Testo Ero in bottega tic e tac che lavoravo tic e tac e non pensavo tic e tac alla prigione tic e tac. Ma un brutto giorno tic e tac la polizia tic e tac mi porto via tic e tac da casa mia tic e tac. Ma io furbone tic e tac presi un bastone tic e tac e glielo diedi tic e tac sul suo testone tic e tac. Ma il suo testone tic e tac era un melone tic e tac e lo mangiai tic e tac per colazione tic e tac. La colazione tic e tac era squisita tic e tac e la storiella tic e tac è già finita tic e tac. Dai bambini Dal web http://www.filastrocche.it/nostalgici/canzoni/ticetac.htm http://www.filastrocche.it/contenuti/ero-in-bottega-tic-e-tac/ 129 Gioco CORDON DE SAN FRANCESCO Origine Italia, Trieste Note Si recita in cerchio in dialetto triestino, tenendosi per mano e mimando le azioni descritte nella filastrocca. Testo Cordon de San Francesco La bela stela in mezo La fa un salto La fa un altro La fa la riverenza La fa la penitenza La varda in su La varda in zo La sera i oci E la basa chi che la vol. Interpretazione dei bambini Dal web http://www.atrieste.eu/Forum3/viewtopic.php?t=956&p=88279 130 Nome del gioco PANDOLO a Trieste LIPPA, S’CIANCO … Luogo In esterno N° giocatori Gioco individuale o di gruppo o di squadra Modalità di gioco Il gioco è costituito da un bastone e da un elemento, il pandolo, appuntito all’estremità, entrambi di legno. Lo scopo è quello di utilizzare il bastone per lanciare appunto il pandolo. Curiosità da http://www.istriadalmazia.it/archivio-id.asp?fx=view&id=12 Pandolo è anche il nome d’un Giuoco nostro puerile, a cui una volta dicevasi Lippa (...) Pandolo chiamasi da noi una Mazzetta di legno corta poco men d’una spanna, appuntata ai due capi, fusiforme, che anticamente dicevasi Lippa, ed era anche il nome del Giuoco stesso che ora è poi mutato presso i Veneziani in Pandolo". Con queste parole Giuseppe Boerio descrive questo gioco nel suo "Dizionario del dialetto veneto", stampato a Venezia nel 1856. Dal web http://it.wikipedia.org/wiki/Lippa_(gioco) per regole, campo e dinamica del gioco, cfr. http://www.dolga-storija.si/pravila/indexITA.html http://www.agaverona.it/s-cianco/lippa.php 131 Nome del gioco ZURLO a Trieste Luogo In esterno N° giocatori Gioco individuale o di gruppo Modalità di gioco E’ il vecchio gioco della trottola, zurlo a Trieste. L’oggetto era costituito da un cono di legno con una punta metallica e veniva fatto girare con una corda attorcigliata o con un frustino fatto di corniolo. Note Cfr. L: Bamboschek, Zoghi de fioi, Il Murici, 2010 e Pro loco di Sarmede (a c. di), I giochi di un tempo, Kellermann editore, 2008, in cui il gioco viene presentato col nome di pìrol pàrol. Dal web 132 Nome del gioco NOON BIAR KABAB BEBAR PORTA PANE PER AVERE KEBAB Luogo Iran N° giocatori Almeno due Significato del gioco storico Da secoli in Persia (attuale Iran) per avere kebab ( cosa diversa da quello che si vede in Italia in quanto pietanza costituita da carne macinato e cucinata allo spiedo sul fuoco), era necessario portare il pane fresco persiano. Questo è come un grande piadina e veniva utilizzato per conservare il kebab appena sfornato e trasportarlo a casa: da questo è nato il gioco dove le palme della mano dei due giocatori funzionano da pane e kebab. Ci sono due giocatori che possono giocare insieme oppure ci possono essere dei gruppi costituiti da due giocatori. Modalità di gioco Il primo giocatore posiziona i palmi della sua mano in posizione perpendicolare rispetto al suo corpo ( 1° ) ed il secondo giocatore mette i palmi della sua mano sopra il primo giocatore ( 2° ) Il primo giocatore cerca con un movimento brusco di beccare la parte superiore di palme di mano del secondo giocatore. Se viene beccato guadagna un punto. Chi arriva per primo a 10 punti vince. 1° POSIZIONE 2° POSIZIONE 133 Nome del gioco GIOCATTOLI:trottola, pattini, lego, biglie, bambole, soldatini, macchinine Luogo Interno ed esterno N° giocatori Unità, coppia, gruppo Dai bambini Palloni e biglie Interpretazione del gioco delle bambole di due alunne di classe I Trottola: http://www.regoledelgioco.com/giochi-di-abilita/trottola/ Dal web http://www.associazionegiochiantichi.it/Giochi-tradizionali/Famigliadelle-trottole.aspx biglie: http://www.regoledelgioco.com/giochi-di-abilita/biglie/ http://biglie.worldmarblesfederation.com/ http://www.focusjunior.it/Cose_curiose/Special/2012/luglio/giochiestivi-giochi-con-le-biglie.aspx 134 Nome del gioco GIOCHI DI SOCIETA’ GIOCHI DA TAVOLO: carte, rubamazzetto, domino, dama, scacchi, Mercante in fiera, Tombola, Monopoli… Luogo Preferibilmente interno N° giocatori Dalla coppia al gruppo Interpretazioni grafiche di alunni di classe I Dai bambini Dama e scacchi Tombola Domino Dal web Carte: http://www.associazionegiochiantichi.it/Giochi-tradizionali/Carte.aspx http://it.wikipedia.org/wiki/Gioco_di_carte 135 http://giochi-di-carte.lotoflaughs.com/giochi-di-carte-per-bambini.php domino: http://it.wikipedia.org/wiki/Domino_(gioco) http://www.correrenelverde.com/giochi/carte/domino.htm dama: regolamento internazionale http://www.fid.it/regolamenti/2006/RegTec_CAPO_II.pdf regolamento dama italiana http://www.fid.it/regolamenti/capo1.htm scacchi http://www.federscacchi.it/doc/reg/d20090723100958_fide.pdf http://www.triestediventigioco.org/wpcontent/uploads/game/infopack/RegoleGiocoScacchi.pdf tombola: http://it.wikipedia.org/wiki/Tombola http://www.filastrocche.it/feste/la-tombola/ Tombola napoletana 136