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LO STILE OLTRE LA MODA.
The Little Black Jacket
di Lucrezia Doria
Ci sono vessilli di stile che vanno oltre il gusto del momento. La camicia bianca, il tubino nero, la giacca Chanel,
meglio se del colore preferito di Mademoiselle Chanel, il nero. “La moda è fatta per diventare fuori moda”
soleva ripetere Gabrielle Chanel. Proprio per questo il suo genio si è spinto oltre e così è stato
per tutte le sue folgoranti intuizioni che hanno segnato un’intera epoca.
MAKING OF THE CHANEL JACKET
STYLE SURPASSES FASHION.
The Little Black Jacket
by Lucrezia Doria
There are certain things that never go out of style: the white button-down shirt, the little black dress and
the Chanel jacket (even better if it’s in Mademoiselle Chanel’s favorite color, black). “Fashion is made to
become unfashionable,” Gabrielle Chanel used to say. It is precisely for this reason that her genius has always
gone a step further, which is how it’s been for all of her brilliant intuitions that have marked an entire era.
Mademoiselle-Chanel-portrait--©-Douglas-Kirkland-Dalmas-Corbis
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ella sua battaglia per rivoluzionare il concetto di
lusso, contrapposto alla volgarità piuttosto che alla
povertà, e allontanarlo dall’ostentazione della
ricchezza, l’ingegno impertinente di Chanel ha saputo interpretare le necessità di una donna nuova, ormai protagonista
della società al pari dell’uomo. Una donna dinamica
che ha bisogno di praticità e funzionalità, ma che, al tempo
stesso, non vuole rinunciare alla sua femminilità e alla sua
naturale capacità di seduzione.
Da qui l’idea di creare un tailleur elegante, portabile sia di
giorno che di sera, femminile ma dalle linee androgine, e che
si distacca nettamente da quelle proposte negli anni ’50 che
Chanel trovava terribilmente inadatte per quei tempi.
Fu proprio la sua ammirazione per la donna a rendere le
creazioni della sua Maison innanzitutto comode, quasi un inno
a una libertà faticosamente conquistata. Via dunque l’imbottitura dalle spalle, sì agli inserti laterali che aumentano la
flessibilità di movimento – a tal fine Mademoiselle Chanel
chiedeva ai suoi clienti di incrociare le braccia all’altezza
delle spalle nel prendere loro le misure – e alla leggera
curvatura delle maniche per conferire il massimo confort.
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Il tweed diventa il tessuto emblematico di questa giacca iconica
e forma un unicum con la fodera interna. E ancora: le asole che
consentono la facile apertura e le tasche per infilarvi le mani,
un gesto decisamente maschile per l’epoca.
Le rifiniture sono invece tutte al femminile: la catena in ottone,
fissata sul fondo della giacca, ne garantisce una linea perfetta;
i contorni della giacca sul bordo, sulle tasche e sui polsini sono
evidenziati dall’utilizzo della treccia e rafforzati dall’uso del
gros-grain intenzionalmente sfrangiato; i bottoni gioiello
portano decorazioni con varie raffigurazioni, quali il leone
(segno zodiacale di Mademoiselle Chanel), le camelie, la spiga
di grano e, dal 1959, il motivo “C” a doppio incastro.
Gli standard degli Atelier di Rue Cambon sono ancora
oggi immutati. Karl Lagerfeld, mente creativa della Maison,
celebra la giacca Chanel in ogni sua collezione, reinventandola,
modernizzandola, facendone un capo sempre al passo con i
tempi con un taglio più aderente, maniche più sottili e spalle
più strette. Talvolta in modo irriverente, ma sempre nel rispetto
della tradizione. Abbinata a jeans e top alla marinara, realizzata
in spugna, in pelliccia sintetica e neoprene lucido, accostata ad
abiti, pantaloni di ogni sorta, addirittura agli shorts e ai costumi
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The finishing touches are all feminine, like the brass chain
attached to the bottom of the jacket, which ensures a
perfect form. The trim on the jacket’s edges, pockets and
cuffs are highlighted by the use of a braid and reinforced
with intentionally frayed grosgrain. Its jeweled buttons add
decoration with various symbols, including a lion
(Mademoiselle Chanel’s zodiac sign), camellias, an ear of
wheat, and since 1959, the interlocking “C” letters.
The atelier on Rue Cambon’s standards have remained
unchanged. Karl Lagerfeld, the creative mind behind the
fashion house, honors the Chanel jacket in every one of his
collections by reinventing it, modernizing it and making it a
piece that is in line with the times, with a closer fit, softer
sleeves and tight in the shoulders. Sometimes it’s done in an
irreverent way, but it always respects tradition.
Paired with jeans and a mariner’s shirt, made in terry cloth,
faux fur and glossy neoprene, mixed with dresses, pants of
every kind, even with shorts and bathing suits - the Chanel
jacket never ceases to be the belle of the ball, even when the
woven trim is made with chains, pearls or braided plastic.
In 2012, Kaiser decided to feature her in his new book,
“The Little Black Jacket: CHANEL's classic revisited by
n her battle to revolutionize the concept of “luxury” - in
contrast of vulgarity rather than poverty, and distancingit
from the ostentation of wealth - Chanel strived to be able
to interpret the needs of a new woman, one that society sees
as equal to men – a dynamic woman that needs something
practical and functional, but also doesn’t want to give up her
femininity and natural ability of seduction. Hence came the
idea to create a stylish suit that can be worn both as day wear
and evening wear, something that is feminine yet has
androgynous lines which stands apart from the suits in the
50’s that Chanel found terribly unfit for the times. It was her
admiration for women that led her to make the fashion
house’s creations comfortable, almost as an anthem of a
hard-won freedom. Out went the shoulder pads and in came
lateral inserts that increased flexibility in movement
(Mademoiselle Chanel asked her clients to cross their arms
at shoulder height when taking their measurements)
along with a slight curvature of the sleeves in order to deliver
maximum comfort. Tweed became the emblematic fabric for
this iconic jacket, integrated with an inner lining. There were
also slits that allowed for the pockets to be easily opened to slip
one’s hands inside, which was decidedly masculine at the time.
Anna Mouglalis by KL 2002©CHANEL - Karl Lagerfeld
PAP AH 1989 n°1 Copyright CHANEL
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Karl Lagerfeld and Carine Roitfeld” where more than a
hundred photographs portray the modernity of this iconic
piece. As Kaiser himself says, “The Chanel jacket was inspired
by the Austrian men’s jacket. Coco Chanel invented a new
type of jacket that up until then didn’t exist, from particular
shapes, and no one can take credit for that other than her.
It’s all about an icon that is Chanel’s style incarnate…”
The photographs were taken over the course of one year in
Cannes, New York and Paris, in Karl Lagerfeld’s studio.
He captured more than a hundred models, actors, singers
and artists – a group that depicts every facet of contemporary
culture through different generations and nationalities.
Charlotte Casiraghi, Roberto Bolle, Sarah Jessica Parker,
Vanessa Paradis and Uma Thurman are among the celebrities
who have worn the famous Chanel jacket, each in their own
unique way, whether they be male or female.
In some photos the jacket retains its “classic” state, while in
others the sleeves have been cut, turned inside out or
transformed into a headpiece.
Melle Chanel par M de Dulmen appartement
Stella Tennant portant une veste en tweed en 1996© Karl Lagerfeld
da bagno, la giacca Chanel non smette mai di essere protagonista della scena, anche quando l’intreccio dei contorni è fatto
utilizzando catene, perle o plastica intrecciata.
E nel 2012, il Kaiser decide di celebrarla nel suo nuovo libro,
“The Little Black Jacket: CHANEL's classic revisited by Karl
Lagerfeld and Carine Roitfeld” dove oltre un centinaio di
fotografie illustrano la modernità di questo pezzo iconico.
Come lui stesso dice: “La giacca Chanel si è ispirata alla giacca
Austriaca maschile. Coco Chanel ha inventato un nuovo tipo
di giacca che non esisteva ancora, dalle forme particolari, e
nessuno può prendersene il merito oltre a lei… Si tratta di
un’icona che incarna l’essenza dello stile Chanel…”.
Le immagini sono state scattate nell’arco di un anno a Cannes,
New York e Parigi, nello studio di Karl Lagerfeld che ha
immortalato oltre cento fra modelli, attori, cantanti e artisti,
un cast che ritrae tutte le sfaccettature della cultura contemporanea, attraverso generazioni e nazionalità diverse. Charlotte
Casiraghi, Roberto Bolle, Sarah Jessica Parker, Vanessa Paradis,
Uma Thurman sono fra le celebrity che hanno indossato la
giacca culto Chanel, ciascuno con il suo stile unico, sia femminile che maschile. In alcune immagini, la giacca appare nella
sua classicità, in altre invece le maniche sono state tagliate, la
giacca è stata girata al rovescio o trasformata in un copricapo.
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“È stato meraviglioso; sono venuti da tutto il mondo, dal Giappone, da Los Angeles e da Londra per essere fotografati da Karl.
Tutti si sono prestati al gioco durante tutte le trasformazioni. Questa è la caratteristica favolosa di questo capo: è versatile come
una giacca in denim ed estremamente elegante”, ha raccontato Carine Roitfeld.
PAP AH 1994 n°14 Copyright CHANEL
PAP PE 1992 n°108 Copyright CHANEL
PAP PE 1995 n°18 Copyright CHANEL
La moda passa, lo stile resta. Merci, Coco.
“It was amazing. They came from all over the world – Japan, Los Angeles, London – to be photographed by Karl.
Everyone participated in the game during the transformations. This is the amazing part of this piece – it’s as versatile as
a denim jacket and extremely elegant,” said Carine Roitfeld.
Fashion comes and goes, but style lasts forever. Merci, Coco.
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