Wellerismi Napoletani
Zompa chi po’,
dicette ‘o ranavuòttolo
di
Luciano Galassi
G. DF. – S. A. per www.vesuvioweb.com
Si racconta che un ranocchio e un topo decisero di disputare una gara
di corsa. Il roditore, agile e veloce, accumulò ben presto un consistente
vantaggio sul batrace, ma, quando arrivò ad un ruscello, il suo slancio fu
frenato perché non v’era altra maniera di superare l’ostacolo che
attraversare il corso d’acqua a nuoto. Si sottopose quindi a tale cimento ma,
avendo scarsa pratica natatoria, si agitava molto ed avanzava poco; in più,
mentre annaspava goffo ed impacciato nell’elemento a lui ostile, vide il
rivale raggiungere agevolmente l’altra sponda con un solo balzo spiccato
sulle zampe posteriori:
“Però così son buoni tutti a vincere”, protestò.
- E il ranocchio: “ Salta chi può!”.
Qual è il senso? Non convincono spiegazioni come “ciascuno si
regoli secondo le proprie possibilità” oppure “ognuno si arrangi come
può”; va meglio “riescono a realizzare i loro obiettivi coloro che hanno
maggiori disponibilità e si trovano in condizioni economico-sociali
vantaggiose”; è anche ben detto (con un pizzico d’ironia) “c’è chi può
permettersi le cose che fa; e chi non se le può permettere… sta a guardare”
nonché “lo dice il napoletano a mo’ di commento se vede un amico, un
compare, che ha fatto fortuna, che ha vinto un terno al lotto, e che sfoggia
carrozza a cavalli o magari solo un vestito nuovo”.
Eccessivamente pessimistiche ed apocalittiche le note di Giovanni
Tucci: “è il commento - tra scherzoso e amareggiato - di chi assiste a facili
ascensioni nelle carriere e in genere al favorevole andamento della fortuna
(degli altri), mentre per lui la vita si presenta in un quadro tutt’altro che
roseo. È il grido… accorato… del popolo napoletano… di fronte allo
strapotere delle classi dirigenti, del nepotismo…”.
Luciano Galassi: Zompa chi po’.
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Per Antonio Rotondo esprime quel “po’ di invidia” che si genera
“quando ad una persona ogni cosa, oppure un determinato affare, va per il
giusto verso”; così anche Mario Guaraldi: “chi ha i mezzi per attuare
alcunché, li usi. Il proverbio è pronunciato (con una sfumatura d’invidia)
anche da coloro ai quali tali mezzi mancano, ed assistono, impotenti, ai
trionfi dei rivali” o, più in generale, degli altri.
Sulla stessa linea Renato de Falco, che annota: “non a tutti sono
consentiti allettanti traguardi o velleitarie evasioni: beato chi, come il
ranocchio, è in grado di saltare ogni ostacolo o, per l’età e per favorevoli
condizioni, può concedersi quanto lo alletta…”.
Giuseppe Marotta ha utilizzato l’espressione nel libro “Gli alunni del
tempo”: a proposito di un nababbo statunitense, “un pezzo grosso di Nuova
York, inzuppato… di miliardi”, fa dire al personaggio della guardia
notturna don Vito Cacace: “A sessantaquattro anni ha divorziato dalla
moglie numero dieci, perché ha in progetto l’undicesima. È la regola sua.
Lascia una ballerina e piglia una sciantosa, non gli durano più di quattro
mesi l’una. Embé… salta chi può, disse il ranocchio. Figuratevi che dieci
femmine di prima qualità gli sono costate, pellicce e gioielli a parte, di soli
indennizzi per il disturbo coniugale, un miliardo!”.
In lingua abbiamo il detto corrispondente “Salta chi può, disse il
ranocchio”, ed al riguardo uno studioso autorevole come Carlo Lapucci ha
osservato che la forma dialettale napoletana, peraltro diffusissima anche
fuori dell’area meridionale, “è preferita anche per la sua espressiva parola
iniziale ‘zompa’, assai più sonante e viva di “salta”.
Luciano Galassi: Zompa chi po’.
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Altro detto in lingua, non in forma locutiva, è “Salta chi può (e chi
vuo’)”.
In napoletano c’è anche la seguente versione al femminile (oltre che
diretta) del wellerimo:
“Dicette ‘a ranavòttola: Zompa chi po’!”, e qui presumibilmente
cambia solo il sesso del batrace perché il contesto dovrebbe essere sempre
quello della gara di corsa con un topo.
Peraltro in lingua abbiamo “Salta chi può”, disse la ranocchia al
rospo”, che non è incongruo, come potrebbe sembrare a prima vista, perché
il rospo, a differenza della rana, ha scarse attitudini a spiccare salti e ciò a
causa della conformazione delle sue zampe posteriori, che hanno uno
sviluppo modesto.
Luciano Galassi
Luciano Galassi: Zompa chi po’.
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