Comunicato stampa
AZ- ARTURO ZAVATTINI FOTOGRAFO
Viaggi e cinema 1950-1960
A cura di Francesco Faeta e Giacomo Daniele Fragapane
Formato: 30x24
Confezione: Cartonato
Fotografie: 178 in b/n
Prezzo: 32
Pagine: 217
Il libro accompagna la mostra omonima che sarà esposta presso il Museo
Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma
dal 5 dicembre 2015 al 28 marzo 2016
Dopo la fotografia, la sua scoperta, la mia vita è stata diversa
Arturo Zavattini
Contrasto pubblica AZ - Arturo Zavattini fotografo. Viaggi e cinema, 1950-1960,
il volume che raccoglie gran parte delle fotografie di Arturo Zavattini, quasi del tutto
inedite, scattate in un decennio particolarmente importante per la storia del
Novecento.
Il libro è introdotto da due testi critici dei curatori Francesco Faeta e Giacomo Daniele
Fragapane, in cui si racconta l’approccio di Arturo Zavattini alla fotografia, scoperta
nel 1949 quando il padre gli regala la prima macchina fotografica e coltivata a stretto
contatto con l’impegno nel cinema. Le fotografie sono organizzate in cinque sezioni
che ripercorrono i viaggi di Zavattini fotografo: dal Viaggio in Lucania che documenta
la spedizione etnografica in compagnia di Ernesto De Martino, si passa attraverso le
fotografie scattate tra le strade di Roma, Napoli e altre città italiane (Viaggi in Italia),
fino ad arrivare al reportage realizzato nel 1956 a Bangkok e nel nord della Thailandia
(Viaggio in Thailandia), e alle immagini realizzate invece a Cuba che includono un
casuale incontro con Ernesto “Che” Guevara. Chiude il volume una suggestiva sezione
che raccoglie immagini scattate sui set cinematografici e in altre situazioni di
backstage, e che ritraggono personaggi come Sofia Loren o Vittorio De Sica.
I cinque capitoli, dunque, si pongono come invito a rileggere aspetti importanti e
peculiari della vicenda culturale e sociale degli anni Sessanta, a scoprire un autore
importante della fotografia italiana dell’epoca, a riflettere sulle ragioni profonde del
suo realismo e sulla cornice teorica offerta al realismo dalla pratica etnografica, a
ripensare gli angusti limiti teorici e storiografici dentro cui è sovente serrata la
fotografia italiana.
Francesco Faeta
Il libro e la mostra ricostruiscono per la prima volta nel suo complesso la produzione
fotografica di Arturo Zavattini. Ciò è stato possibile grazie ad un approfondito lavoro di
scavo nella memoria, di impegno filologico, di confronti e rinvii che nel volume sono
impreziositi dai testi di Pietro Clemente, Emilia De Simoni, Claudio Piersanti e Maura
Picciau. Oltre che valorizzare un autore importante della fotografia italiana dell’epoca,
questa pubblicazione permette di rileggere aspetti importanti e peculiari della vicenda
culturale e sociale del decennio 1950-1960.
Schivo al punto da apparire talvolta enigmatico, Arturo Zavattini può essere definito un nonautore: non ha mai operato per promuovere le proprie immagini, si è anzi perlopiù nascosto,
considerando cosa avrebbe potuto fare provenendo da quel mondo culturale e artistico. La
fotografia, confessa in uno dei rari momenti in cui riesco a farlo parlare di sé, “è stata un modo
per osservare e appassionarsi alle cose”, e la camera oscura “era come un’alcova” in cui
consumare tale passione. Più che una forma di espressione individuale, di manifestazione del
sé, la fotografia è per Zavattini un modo di partecipare, di posizionarsi rispetto alla realtà, nelle
sue implicazioni sociali, culturali, politiche.
Giacomo Daniele Fragapane
Produzione giovanile di un fotografo naturale, come egli si definisce, le fotografie di Zavattini
emergono da un silenzio lungo oltre mezzo secolo, per stupire e commuovere.
Maura Picciau
Arturo Zavattini, figlio di Cesare, è nato a Luzzara nel 1930. Scopre la fotografia nel 1949, quando il
padre gli regala la prima macchina fotografica: risalgono all’epoca le prime esperienze in camera oscura.
Nel 1951, grazie a Vittorio De Sica che lo presenta ad Aldo Graziati, direttore della fotografia di Umberto
D, inizia il suo lavoro nel cinema. Operatore e direttore della fotografia di molti film italiani e stranieri ha
esordito come fotografo accompagnando Ernesto de Martino nella sua prima spedizione etnografica in
Lucania, nel giugno 1952. Nel 1982 firma la fotografia di La veritàaaa, unico film scritto, interpretato e
diretto da suo padre. Si dedicherà poi interamente alla cura dell’Archivio Cesare Zavattini, che guida
tuttora.
Francesco Faeta, insegna Antropologia Visuale presso l’Università degli Studi di Messina e ha curato
numerose mostre di fotografia, tra le quali Imago mortis (Roma, GNAM, 1980); Saverio Marra fotografo
(Roma, Museo di Palazzo Braschi, 1984), Sguardo e memoria (Roma, Istituto Nazionale per la Grafica,
1989), Nelle Indie di quaggiù (Roma, MNATP, 1996), I giardini del ricordo (Roma, Festival Internazionale
della Fotografia, Palazzo Poli, 2004).
Giacomo Daniele Fragapane, insegna storia e teoria della fotografia e dei media presso lo IED e l’ISIA
di Roma. Tra le sue pubblicazioni recenti, Paolo Gioli - Naturæ, Bologna, Quinlan, 2011; Realtà della
fotografia. Il visibile fotografico e i suoi processi storici, Milano, Franco Angeli, 2012; Brecht, la fotografia,
la guerra, Milano, Postmedia, 2015.
Valentina Notarberardino
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