IL CAFFÈ 9 febbraio 2014 35 IL PUNTO Quel silenzio non ha giovato al ministro tra virgolette TAUXE A PAGINA 11 Lo scandalo Politica e affari LEOPINIONI “Per il Plr ormai è un’anatra azzoppata” INDICE DELLA PERCEZIONE DELLA CORRUZIONE più virtuose L’indice misura la percezione della corruzione nel mondo Ranking Paese Punti 1. Danimarca 91 2. Nuova Zelanda 91 3. Finlandia 89 7. Svizzera 85 175. Afghanistan 8 175. Corea del Nord 8 176. Somalia 8 meno virtuose “C max 0-9 min 40-49 90-100 Fonte: Transparency International La “bella politica” si mischia e affoga nell’affarismo Keystone Il caso Schneider-Ammann incrina ancora una volta la credibilità del Consiglio federale e delle istituzioni omunque vada Johann Schneider-Ammann è da considerarsi un’anatra zoppa”. Secondo Pierre Rusconi, deputato al Nazionale per l’Udc, le recenti vicende del ministro dell’Economia - che in passato a capo del gruppo Amman avrebbe “parcheggiato” denaro in paradisi fiscali per pagare meno imposte evidenziano un problema etico. “Troppo facile predicare bene dopo aver razzolato male - dice Rusconi -. Un politico non può comportarsi come un qualsiasi uomo d’affari. Non può fare il “furbetto” e l’uomo di Stato. È il prezzo che da noi si chiede alla politica. Se poi dovesse aver commesso delle infrazioni, allora le dimissioni sarebbero doverose e immediate”. Sarcastico il deputato Lorenzo Quadri, Lega: “È un classico esempio di buon governo Plr a livello federale: il susseguirsi di indiscrezioni sulle sue vicende imprenditoriali lo pongono in una situazione estremamente delicata. Credo che dovrebbe cominciare a pensare ad un ritiro”. Marina Carobbio, consigliere nazionale ps, sottolinea l’aspetto della credibilità politica: “Si pone certamente, oltre al problema eticomorale, un problema di credibilità. È assolutamente inammissibile che la sua impresa tramite società bucalettere, per quanto Ti-Press Hanno detto PIERRE RUSCONI LORENZO QUADRI MARINA CAROBBIO FABIO ABATE MARCO ROMANO Troppo facile predicare bene dopo aver razzolato male. Un politico non può comportarsi come un qualsiasi uomo d’affari Siamo di fronte ad un classico esempio di buon governo a livello federale del Plr. Dovrebbe iniziare a pensare al suo ritiro C’è un problema di credibilità per il consigliere federale. Etico e morale. Dovrebbe rispondere di quanto successo e fugare ogni dubbio Se le autorità fiscali non hanno sollevato obiezioni e aperto procedure, non vedo dove stiano queste irregolarità. Quanto all’opportunità... Mi pare stia predominando una cultura del sospetto a prescindere. Se risultasse colpevole allora le dimissioni sarebbero inevitabili FRANCO ZANTONELLI L e acrobazie finanziarie offshore del ministro dell’Economia rischiano di mettere fine, anzitempo, alla sua carriera politica. Forse Johann Schneider-Ammann non sarà costretto a dimettersi come fu il caso, una trentina d’anni fa, per Elisabeth Kopp, però l’ipotesi che il Partito liberale radicale non lo ripresenti, per un nuovo mandato, nel 2015, non appare infondata. Intanto, mentre i suoi lo difendono, una consigliera nazionale socialista bernese, Margret Kiener Nellen, ha chiesto che lasci la carica anzitempo. “La sua credibilità - ha tuonato la parlamentare - è a pezzi e, di conseguenza, non può rimanere in Consiglio federale”. “E dire - ha rincaratoMargret Kiener Nellenche quando venne eletto in Consiglio federale votai per lui”. Per il momento, pur se autorevole, è una voce fuori dal coro la sua. “Meglio attendere che l’inchiesta faccia il suo corso”, l’opinione di un altro socialista del canton Berna, il combattivo sindacalista, Corrado Pardini. Secondo il fisco bernese ilministro non ha violato le leggi, ma da sinistra si chiede un’inchiesta indipendente. Il caso Amman ripropone ancora una volta il pericolo della vischiosa commistione tra affari e politica. O, peggio, della corruzione come è successo proprio nel Dipartimento del ministro plr con lo scandalo della Segreteria di Stato dell’economia per i mandati di favore, e a prezzi gonfiati, ad una azienda di sistemi informatici. Un rischio quello della corruzione che i politici federali e l’amminiKIENER NELLEN E PARDINI Qui sopra, il consigliere nazionale socialista bernese, Margret Kiener Nellen e il sindacalista Corrado Pardini strazione centrale sembrano aver sottovalutato in questi anni, sebbene la percezione del fenomeno (vedi infografia) in Svizzera sia molto elevata. Intanto, i liberali-radicali fanno quadrato attorno al loro ministro . “Il gruppo Ammann ha dichiarato il vice-presidente del partito, Christian Lüscher - si è sempre comportato in modo trasparente, con le autorità fiscali. I soldi riportati in Svizzera, nel 2007 e nel 2009, sono stati reinvestiti nell’azienda, a vantaggio del suo sviluppo e delle 1300 persone che vi lavorano”. Comunque sia, va detto che, in questa particolare fase politica, mentre i partiti trattengono il respiro, in attesa dell’esito del voto sull’iniziativa popola- IPRECEDENTI Da Paul Chaudet a Marina Masoni i ministri inciampati su soldi e fisco l caso Schneider Ammann non è uniconella politica federale. Nella storia più o meno recente può contare su due illustri precedenti. Pur trattandosi di tre storie differenti, tutte hanno un minimo comune denominatore: affari poco chari, legalità e opportunità politica. Il primo caso, che risale al 1966, riguarda l’allora consigliere federale radicale Paul Chaudet ed è passato alla storia nazionale come “L’affare dei Mirages”, gli aerei da guerra che si rivelarono essere più cari di quanto previsto. I sospetti di possibili tangenti? Chissa? Fatto sta che, basandosi sulle conclusioni della commissione parlamentare d’inchiesta presieduta da Kurt Furgler (poi nel Governo federale dal 1972 al 1986), i radicali rinunciarono a presentare il ministro come vicepresidente del Consiglio federale. Perciò Chaudet decide di andarsene alla fine di quell’anno. Nel 1989 è il turno di Elisabeth Kopp. La prima a donna a sedere nella stanza dei bottoni a Berna, commette un’imprudenza che le costerà cara. Venuta a conoscenza dell’apertura di un’inchiesta sulla Shakarchi Trading per riciclaggio di denaro sporco, avverte telefonicamente il marito, che era I alla testa di questa società. Malgrado venga eletta alla vicepresidenza, all’ inizio del 1989 sotto la pressione mediatica decide di lasciare il suo posto, sospettata di violazione del segreto d’ufficio. Accusa che cadrà l’anno successivo, dopo la decisione del Tribunale federale. Anche in Ticino qualche ministro è inciampato in guai legati al denaro o al fisco. Nel 1960 il consigliere di Stato Tito Tettamantilascia il governo dopo le contestazioni per aver ridotto da 100’000 a 90’000 franchi una multa per evasione fiscale comminata ad un suo conoscente. Stessa sorte tocca nel 1977ad un altro ministro, Fabio Vassalli. Il Credito Svizzero perde 250 milioni di franchi per operazioni non autorizzate effettuate nella filiale di Chiasso, ma riconducibili ad una finanziaria del Liechtenstein, la Texo, con la quale Vassalli negava ogni contatto. Dei documenti provarono invece il contrario, e malgrado i contatti fossero marginali, Vassalli fu costretto a dimettersi. È, invece, di qualche anno fa il caso dell’ex ministro plrt Marina Masoni, travolta dalle polemiche fiscali sulla fondazione di famiglia con sede a Svitto. Nel 2007 perde le elezioni e al suo posto arriva Laura Sadis. o.r. re anti-stranieri, almeno quelli che auspicano la vittoria del no evitano di affondare i colpi contro uno dei ministri che l’hanno maggiormente osteggiata. “Certo è - ha detto non a caso Kiener Nellen - che se avessimo già votato ci sarebbe stato meno ritegno”. Quello che ci si può chiedere, tuttavia, è se lo stesso Consiglio federale che ha intrapreso la difficile via della trasparenza fiscale, nei confronti dei partner internazionali della Svizzera, possa permettere che un suo ministero, oltretutto alla testa di un dipartimento chiave come quello dell’economia, sia appesantito dai sospetti che gravano, attualmente, su Johann Schneider-Ammann. “Se l’inchiesta confermerà che il ministro dell’Economia ha compiuto delle operazioni fiscali moralmente riprovevoli, la credibilità dell’intero governo sarà sicuramente indebolita nei numerosi negoziati internazionali sulla fiscalità”- afferma l’economista Sergio Rossi, docente all’Università di Friburgo-. Questo nonostante che le diverse trattative siano condotte dal ministro delle Finanze, Eveline Widmer-Schlumpf”. Rossi che ha avuto occasione di incontrare Schneider-Ammann ha una opinione su questa vicenda: “Non mi ha affatto sorpreso, perché ho l’impressione che egli abbia più la forma mentis dell’imprenditore che quella dello statista, come erano invece i suoi colleghi di partito Delamuraz e Couchepin”. Al di là di quanto successo in quelle società di Jersey e Lussemburgo, a mettere in seria difficoltà il ministro dell’economia contribuisce pure il sospetto, tutto da verificare, di violazione dell’embargo statunitense verso l’Iran, da parte del gruppo Schneider-Ammann. Con Washington, infatti, e le banche elvetiche lo hanno scoperto a proprie spese, c’è poco da scherzare. SERGIO ROSSI Qui sopra l’economista Sergio Rossi docente all’Università di Friburgo sia una pratica diffusa e tollerata, abbia sottratto ingenti mezzi finanziari all’ente pubblico. Ciò mostra ancora una volta come la prassi diffusa di creare società offshore per non pagare imposte sia inaccettabile”. Marco Romano, deputato ppd, consiglia invece prudenza. “Mi pare stia predominando una cultura del sospetto a prescindere - dice al Caffè -, se risultasse colpevole allora certo sono inevitabili le dimissioni. Ma al momento aspettiamo l’esito delle indagini e non seguiamo le indiscrezioni giornalistiche che denotano anche un certo atteggiamento autolesionistico”. Il Plr, intanto, condanna la strumentalizzazione politica del caso. Per il senatore Fabio Abate allo stato attuale dei fatti conosciuti, non si può parlare di elusione fiscale: “Ricordo che in Svizzera ognuno è libero di aprire un conto bancario dove meglio crede, a condizione che si dichiari fino all’ultimo centesimo quanto depositato - dice -. È il fisco che deve accertare eventuali irregolarità. Se le autorità fiscali non hanno sollevato obiezioni e aperto procedure, non vedo dove stiano queste irregolarità”. Posizione in linea con quella del Plr, secondo cui non si pone una questione politica, perché quando era un imprenditore l’attuale ministro ha agito correttamente e in conformità della legge. “Dal profilo dell’opportunità si può disquisire per anni - conclude Abate -, ma ricordo che ogni svizzero nella sua dichiarazione fiscale usa tutti gli strumenti a disposizione, ovvero le deduzioni, per ottenere un imponibile più basso possibile”. c.m.