GERMOGLI
Espressioni poetiche e creative
spuntate dalla storia di Rut
Evangelina Frate 3B
LICEO CLASSICO ‘G.PRATI’ - TRENTO
2014-15
La Bibbia può essere solo spigolata.
Ci siamo chinati a raccogliere spunti dalla storia di Rut. Sono
diventati poesia e commento. Riflessione e vita.
Ci siamo lasciati trasportare dallo stupore di fronte al chicco
d’orzo, che ci ha condotto ad immaginare la generosità, la
condivisione, il banchetto, il valore di ogni cibo…
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La piccolezza del granello di senape è l’immagine simbolica della semplicità di
una spigolatrice. Ella si china all’umile lavoro della terra ma, nello stesso tempo
si eleva alla grandezza della fede, consapevole delle sue potenzialità e pronta ad
abbandonarsi all’altro.
Maria Elena Floriani, Eva Dorna, Valentina Nardon, Irene Pasqualini, Federica Dalfovo 3A
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CANTO DI RUT
Maclon o Maclon, non tu, io
in my Youth I entered the portals of dust
e lo duca mio: I will show you fear in a handful of corn
e il signore nostro dio: come in under the shadow of my home
Sono una giovane moabita,
quella tornata con Noemi dai campi di Moab
(Dove hai spigolato oggi? mi ha chiesto, Dove hai lavorato?
Benedetto the third who walks beside you!)
my arms full my hair wet, I will be neither
living nor dead, ho detto, voglio spigolare nel campo vuoto
dietro ai mietitori tutto il giorno
Solo ora, at the yellow hour,
by the walls of his house I sit down and drink
At the violet hour, when the eyes and back
turn upward from the wheat field
I Rut, benché moabita, throbbing between two lives,
vedo davanti a me le seve di Booz
far cadere le spighe dai mannelli per me:
meglio è vivere come que' cani senza padrone,
a' quali non toccano né tozzi né percosse
Ye living ones, ye are fools indeed
who do not know the ways of rùah
and the unseen forces
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that govern the process of life:
wind brought us dead husband from the war and fever
and fathers whom life has crushed
and their children homeless, crying trovano dimora nei tuoi piedi scoperti,
Booz o Booz,
hai addolcito la mia vita
hai riempito di generosità i sorsi che ho succhiato dalle tue otri
oh Booz: Mara is Noemi again!
Leonardo Minati 3B
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IL CIBO ASSAPORATO CON I CINQUE SENSI
Disse alle nozze “Non hanno più vino”
al pozzo li manda il figlio di Maria
col miracolo bevvero fino al mattino
e il profumo inebriava tutti d’allegria.
“Prese il pane e lo spezzò”, segno d’amore,
i discepoli attorno a lui in piedi stante
per l’ultima volta mangiarono con dolore
le azzime dal rumore croccante.
“Se riuscirò solo a toccare il suo mantello sarò guarita”
Il Signore percepì la sua fiducia, un tocco lieve,
e colei che aveva speranza ritrovò la vera vita,
dopo durevoli sofferenze gioia infinita, premio di fede.
“Tutti mangiarono e si sfamarono”
pane e pesce misero in comunione
dopo la benedizione li presero in dono
assaporando il moltiplicato amore della divisione.
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“Vi condurrò in un paese dove scorre latte e miele”
erano ormai vicini alla Terra Promessa
di dolce candore da un Dio fedele
da lontano la videro a loro concessa.
Caterina Visentin, Camilla Nardelli, Marco Calliari e Marika Volpe 2E
7
PANE DI VITA
‫ובד‬
Oved
Acqua di sorgente
Fonte di speranza.
Il grano riposa.
E verrà raccolto dalle mani
Di un’amorevole madre
La fatica sarà spiga
La spiga sarà pane
Il pane sarà banchetto
E nell'intimo momento della cena
Sazierà le nostre anime stanche
Il sorriso del prossimo
Leonardo Gonzo
Edoardo Bortolotti
Elisa Pasolli
Elena Scala 3D
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RACCOGLIERE E ACCOGLIERE
In un campo d’orzo appena mietuto
la ragazza chinata porta al petto
la spiga abbandonata sulla terra
da raccoglitori poco accurati.
La donna piange sconsolatamente
nella casa triste come la notte,
è naturale come spigolare
accogliere le persone nel cuore.
E cosi le persone tralasciate
diventano come i chicchi scartati
che i più non hanno con sé voluto.
È necessario abbassarsi a prendere
il valore intrinseco di ogni cosa
per comprendere la sua vera essenza.
Vittorio Ferrari, Chiara Puecher, Virginia Strocchi 2D
9
Sulla tavola imbandita
Risplende l’allegria
Per una comunità riunita.
Usanza di oggi e di ieri,
Impronta sulla via,
Trasporta antichi piaceri.
Guidando i fratelli alla comunione
Ha accompagnato l’anima mia
Ancora sarà per noi mezzo d’unione.
Giulia Nicoletti
Benedetta Girardi
Francesca Pedrolli 2D
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LE SPIGHE
Che anima,
Umile e indefessa
nella polvere ti chini.
Già nelle tue braccia trovano riposo
e tu, splendente,
risollevi la fronte
Ora
Faro.
Camilla Berlanda,
Margherita Cestari,
Maddalena Paoli,
Elias Vassallo 3D
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Spicas legit Rut, quae in Betlehem
Pervenerat, et mane diu
In agro expectaverat, in tellurem inclinata,
Capite contexto corbe. Totam spem
In paucis spicis reponens, iam longe
Legerat, cum dives Booz, amore captus, ad
Eam se appropinquavit: is clarae
Gentis iuvenis erat, et multa frugifera
Iugera agri obtinebat; messoribus
Uberis agri imperavit, ne
Molesti essent formosae collegenti.
Tommaso Graiff 3B
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SIMPOSIO DI UNA VITA
A Rut, Noemi e Orpah
Tre donne,
affamate
unite dal destino.
Lacerate
dalla sete
d'amore divino,
si saziano
dell'offerta
di pane di vita,
intriso
del sangue condiviso.
Tradite
dal vizio del peccato.
Sapore di vita.
Simone Dematté, Esther e Valentino 1D
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Maddalena Acler, Paola Banal, Sara Previdi 2D
14
Il cibo è vita di tutti i giorni, pane quotidiano; ci accompagna, ci
sostiene, ci da forza.
Il cibo è un viaggio, ci fa conoscere nuove culture, usi e costumi
Il cibo è religione,
dono di Dio, atto sacro e di ringraziamento.
Il cibo è tutto,
la nostra fortuna, la nostra fede e la nostra felicità.
Ci collega tutti quanti, ci unisce.
È ciò che fa girare il mondo.
Sofia Nadalini, Caterina Girardi 1E
Amici, fratelli
tutti
mangiatori di pane
siate generosi e sarete felici
perché l’uomo è la creatura che condivide e la creatura che mangia
pane.
Angelica Paoli, Giulia Fabiani 3A
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La Bibbia ci invita a provvedere ai bisogni di chiunque: stranieri, poveri,
anziani, vedove, come erano Rut e Noemi.
Bene fondamentale è il cibo e cosa c'è di più bello se non offrirlo a chi non ne
ha o ne scarseggia?
Da vera comunità dovremmo andare incontro a chi si china e chiede aiuto,
attivandoci concretamente, allora vedremmo la gioia anche nei loro volti!
Stefania Caruso, Fiamma Rodi e Nicolò Carazzai 2D
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Ditemi ragazzi: 'Cos'è il nutrimento?'
Se è insieme agli amici è divertimento,
e con la famiglia è un intimo momento.
E se poi il mondo giriamo,
tanti cibi deliziosi troviamo,
tra la carne, il pesce e le verdure
diventa quindi un incontro di culture.
Il cibo non è solo una condivisione materiale
ma anche un un'espressione affettiva e sentimentale
che ci permette di affrontare la vita con felicità,
pur rimanendo un'azione di semplicità.
Elisa Depaoli, Benedetta Ghezzi 1 E
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MAN HU? CHE COS’È?
Stupore. Il cibo è meraviglia, curiosità. Come per il popolo di Mosè, arrancando nel
deserto alla ricerca di un futuro; quando la manna scese dal cielo rappresentò per loro
l'ancora di salvezza, la domanda “Man hu?”, “che cos'è?”, la rese ancora più unica. Il
cibo è ricerca, vita, incontro. Passione. La passione di chi lo prepara, lo mangia, lo
dona, lo scopre.
Toc, toc, toc.
Tre colpi risuonarono nel monolocale. Tommaso poggiò il suo ultimo modellino sul
tavolo e si alzò a malavoglia. L'unica cosa che detestava di casa sua era dover aprire
la porta, concedere a quel mondo esterno, che tanto temeva, di contaminare il suo
amato luogo protetto.
«Chi diamine è?» gridò da dietro la porta, pavido di guardare attraverso lo spioncino.
Si aspettava che fosse un venditore ambulante o, peggio, qualche vicino
rompiscatole; quindi sussultò quando sentì la voce squillante di Gabriele. L'essere più
odioso e socievole dell'intero pianeta.
«Ehi Tommi! Apri, sono io!»
«Cosa vuoi? Lasciami in pace».
«Non posso più passare a trovare un amico?!»
«Sì, ma non me! Sai che detesto le visite!»
«Dai, giuro che ti tratterrò solo per cinque minuti!»
Tommaso sbuffò e, rassegnato, sbloccò infine la serratura: chiudendo gli occhi,
strinse il pomello mentre sentiva il sudore freddo che gli inzuppava la schiena e aprì.
«Oh, ti sei deciso ad aprire finalmente!» esclamò Gabriele, entrando e sbattendo la
porta alle sue spalle. Tommaso emise un sospiro esasperato ed aprì gli occhi,
tentando di sorridere; ma quello che vide trasformò il suo sorriso in una smorfia di
disgusto. Gabriele era letteralmente sepolto da sacchetti del supermercato, rigonfi e
colorati.
«Porta subito quel nido di batteri fuori da casa mia!» urlò, terrorizzato.
«Anche io sono felice di vederti! - esclamò Gabriele di rimando- Dov'è la cucina?»
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L'ospite indesiderato sollevò i sacchetti e cominciò ad aggirarsi curiosamente per
l'appartamento, finché non individuò lo sterile e asettico angolo-cottura. Con un
sorrisone sulle labbra, poggiò le buste sul piano di lavoro.
«Che razza di prodotti ci sono in quelle buste?!» sbraitò Tommaso, al limite della
pazienza.
«Sono provviste! -rispose, calmo, Gabriele- Perché ho deciso che io e te adesso
facciamo un viaggio!»
A Tommaso cascarono le braccia. «Un viaggio?! Ma stai scherzando spero! Io non
intendo muovermi da qui!»
«E infatti non ci muoveremo da questa cucina».
«Viaggiare senza uscire di casa? Che cos'è, una nuova diavoleria tecnologica?»
«Nient'affatto, non c'è niente di più tradizionale e pratico! Abbi fede e vedrai...»
Gabriele lasciò la frase come sospesa nell'aria, e iniziò a tirare fuori i cibi dalle borse,
riponendoli ordinatamente sul tavolo, accanto al modellino lasciato a metà. L'altro,
ancora più nervoso di prima, si avvicinò stizzito al tavolo, infilò un guanto in lattice e
afferrò la prima confezione che gli capitò a tiro.
«Cosa accidenti sarebbe questa cosa verde?» domandò sventolandogli la busta sotto
al naso.
«Sono alghe!» rispose l'amico, senza smettere di estrarre prodotti culinari dalle borse.
«Alghe? -Tommaso fece una smorfia schifata- Mi hai preso per un pesce? Cosa devi
farci con le alghe?»
«Presto lo scoprirai...dove tieni le pentole?» ribatté sorridendo Gabriele, mentre
spalancava i pensili dell'angolo cottura.
«Ora basta!! Non hai alcun diritto di irrompere in casa mia a questo modo e mettere a
soqquadro tutto quanto! Vattene! Esci di qui!» gridò il giovane, al limite della
pazienza.
«Lo farò. -ribatté l'amico- Non appena avrò finito di cucinare!»
Tommaso emise un grugnito a metà tra l'irato e il frustrato e si chiuse in bagno,
sbattendo la porta, a tentare di placare una crisi di panico.
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Quando, mezz'ora dopo, Tommaso si fu calmato, mise il naso fuori dalla porta e
un'ondata di profumo lo investì. Timoroso, uscì dal bagno e si diresse in cucina, ora
invasa di pietanze fumanti.
«Cosa..cosa hai fatto?» chiese.
«Ho semplicemente portato il mondo a casa tua!». Gabriele spense il fuoco sotto a
una pentola e iniziò ad impiattare un risotto giallo, arricchito da profumati frutti di
mare, curiosi pesciolini e spezie. Quindi porse al padrone di casa il piatto,
esclamando «Gusta, caballero!!».
L'altro allora prese il manicaretto e lo squadrò dubbioso, soppesandolo; una parte di
lui lo avrebbe volentieri lasciato cadere, ma la curiosità e un -involontariolanguorino lo vinsero.
«Che cos'è?» domandò, sedendosi a tavola.
«E' la nostra prima tappa, la Spagna» rispose l'amico, porgendogli la forchetta.
Tommaso assaggiò...e un sapore nuovo, meraviglioso e sorprendente gli esplose in
bocca.
«Seee...non male...può andare…» commentò, sollevando un sopracciglio.
«Visto che non volevo avvelenarti? Questa qui e la “Paella”, una pietanza
tradizionale spagnola. Cambiamo continente?»
Il giovane annuì, con la bocca ancora piena e si trovò sotto il naso una tazza di zuppa
di spaghetti e verdure, dal profumo travolgente. La mangiò senza farsi pregare,
assaporandone ogni singola goccia.
«Sì buona...da dove viene?»
La sua voce aveva un che di dubbioso, non voleva ancora ammettere che l'idea
dell'amico era qualcosa di semplicemente geniale.
«Dalla “Terra del Sol Levante”, il Giappone, lì è chiamata “Ramen”».
«Beh...ne capiscono i giapponesi di cibo! Qual è la prossima meta?»
«La Nigeria!»
Gabriele allora gli porse un'altra zuppa di verdure, in cui però spiccava una familiare
montagnola gialla.
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«Ma che in Nigeria mangiano la polenta?» scherzò Tommaso, già pronto ad
assaggiare.
«Mmmh no, il “Fufu” non è proprio una “polenta”, come la chiami tu, perché non è
fatta di farina di mais come quella italiana, ma bensì di farina di manioca...ci ho
messo una vita a trovarla!»
«Vediamo un po' se è più buona della nostra allora!»
Il giovane fece per prendere una forchettata, ma l'altro lo fermò.
«Alt, alt! Questo piatto va mangiato con le posate tradizionali africane». Lo informò.
«Che sarebbero?»
«Le tue mani!»
Tommaso rimase leggermente interdetto, in circostanze normali, di fronte a una
richiesta simile sarebbe andato su tutte le furie, ma questa volta non fu così. Dopo
essersi alzato per lavarsi le mani in fretta e furia, infatti, tornò a tavola e iniziò a
mangiare.
«Wow! Questo cibo è così gustoso, saporito, divino! -esclamò, mentre ancora stava
masticando- Chi lo sapeva che in giro per il mondo esistessero così tante
ghiottonerie? »
«Pensa che questo è solo l'inizio del nostro viaggio!-rispose l'amico, con il cuore che
traboccava di gioia- Abbiamo tante altre nazioni da esplorare insieme!»
E fu così che Tommaso, il diffidente, irascibile e solitario agorafobico iniziò a
viaggiare per il mondo. Attraversò la steppa russa, solcò le onde dell'Oceano pacifico,
corse nelle praterie americane, scalò la catena montuosa delle Ande e navigò lungo il
Nilo, senza mai stancarsi o avere attacchi di panico. Con l'aiuto di Gabriele, conobbe,
piatto dopo piatto, le usanze, tradizioni e ricette più disparate, ma tutte accomunate
dal gusto per la vita, per la compagnia e per il buon cibo. E il suo stupore, proprio
come quello del popolo di Mosè, non diminuì mano a mano che gustava tutte quelle
pietanze, che per lui erano come manna scesa dal cielo, anzi cresceva di boccone in
boccone e ogni volta che chiedeva, “che cos'è?”, arricchiva il suo itinerario di una
nuova scoperta. In questo modo scoprì che il cibo è dono, comunione, stupore,
amicizia, felicità. Insomma...che il cibo è Vita.
Sveva Macchiarella, Kristal Tisi, Tommaso Nista, Miriana Lazzeri 1D
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L'ulivo, albero essenziale,delicato come un piccolo fiore,
ma ossuto, nodoso e carico di ferite come la vita.
E' un oggetto di venerazione, se indossato come una corona,
è simbolo di pace, che la colomba porterà alla fine di ogni diluvio.
E' uno tra i sette prodotti principali della Terra Promessa,
indica benessere, abbondanza e fertilità.
Olio verdeggiante, simbolo di vitalità e nascita.
Oliva beatissima, dalla quale era stato spremuto l'olio che aveva
sciolto l'umanità dai suoi peccati.
Pane, alimento principale di ogni cultura, paese e luogo.
Pane di "lacrime", pane di "gioia",
pane che fa amare Dio, fa condividere, fa riunire,
pane che sazia, accomuna e rende compagni.
E' il cuore della preghiera, il pasto della cena con il Signore,
l'alimento che profumerà la vita di ognuno, renderà pieno il nostro
percorso,
riempirà tutti i cuori.
Eleonora Salizzoni
Rosa Mormile
Elena Dalla Torre 1D
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Dimenticando consapevolmente chicchi di futuro;
ritrovarsi dall'altra parte di una triste storia,
consolati dal cerchio infinito di omaggi reciproci
e chi segue intanto raccoglie e vive...
la ragione affidabile: sappiamo dove cercare rimembri
di una sapienza più umana
una vita di continua ricerca e speranza di trovare sempre
più porte aperte
la vita superflua cui ciascuno di noi è pronto a rinunciare.
Marco Fele, Gabriele Freo, Marco Porcelluzzi, Luca Angheben 1D
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Lascia una parte in campo, o contadino,
lascia per altri la decima parte,
per quella vedova ed il suo bambino,
per il viandante che all’alba riparte.
Lascia che il cuore si apra fino in fondo,
lascia che se ne apra la miglior parte,
per le culture che ti stanno intorno,
perché quel temporale che da bimbo
temevi è cibo e fa crescere il mondo…
Così il diverso, che è come un nimbo,
come il lampo che il piccolo odiava,
ma se accetti di uscire dal tuo limbo,
vedrai che annuncia la pioggia che lava
e cresce il mondo e questa umanità.
Gesù nell’ultima cena spezzava
il pane: “dono, ecco la verità
Di questo cibo che vi dona vita;
condivisione, è questa realtà,
la realtà che più di ogni altra è insita
in questo vino e in questo pane”.
Per un’umanità sempre più unita,
sia il vino fonte delle gioie sane
come allegria e voglia di stare assieme
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sia il pane forza sulla via tra piane
e cime, per diffondere il seme
d’amore sia coraggio e sia speme;
sia il vino conforto per chi teme,
sia il pane il nostro aiuto a chi ha fame
sia il nostro grido: “Si può, tutti insieme!”
Tobia Modanese,
con Francesco Della Giacoma e Alberto Bettucchi 1E
25
Pane,
Il respiro dopo ore.
Arcane,
Le parole del Salvatore.
Vino,
Dolce trasgressione.
Caino,
Per gelosia la peggiore azione.
Latte,
La prima dolce carezza.
Astratte,
Le parole a cui dobbiamo riverenza.
Miele,
Con il latte nella terra promessa.
Fedele,
Chi è alla ricerca di essa.
Come dopo la pioggia dell'arcobaleno la bellezza,
Solo con la Bibbia del cibo il significato si apprezza.
Alessia Faustini
Beatrice Gabrielli 1D
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Questa storia si svolge in un mondo ormai tristemente corrotto
dove per strada un pover’uomo senza cibo, scalzo e malridotto
chiedeva solo: “Signore, la prego… qualcosa da mangiare!”
Ma nessuno sotto la pioggia voleva voltarsi ed ascoltare
le disperate suppliche del pover’uomo scalzo e malridotto
che non chiedeva nient’altro se non cibo in questo mondo corrotto.
Persa la speranza si avvicinò sotto questo vento di maggio
un uomo con un gran cuore d’oro, ma un po’ rude nel suo linguaggio
e subito disse: “Non meriti di soffrire come un cane!”
E inginocchiandosi gli diede svelto una pagnotta di pane”
“il cibo è bene di tutti in ogni paese, in ogni città,
senza sciocche distinzioni di razza, condizione o località!”
Colto di sprovvista dopo aver molti giorni invano pregato,
dato che nessuna generosità aveva ancora trovato,
il pover’uomo si commosse vedendo la bontà di quel signore
a cui era attribuito nessun titolo, ricchezza, onore
e rincuorato ringraziò e se ne andò sul finire del giorno
promettendo per sdebitarsi con lui in futuro il suo ritorno.
Dopo mesi tornò vestito con tanta eleganza e decoro
e portava con sé, mantenendo la promessa, dei gioielli d’oro
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sì che tutti si pentirono di non aver speso alcun secondo,
cosa che difatti accade molto raramente nel nostro mondo,
solo per donare a tale pover’uomo scalzo e malridotto
il quale altro non chiedeva che cibo in questo mondo corrotto.
Disse: “Non ti preoccupavi della mia misera condizione
e non volendo nulla in cambio hai avuto motivazione
alleviando con tanta bontà la mia sofferenza e le mie pene
tu hai mostrato a tutti che cosa significa fare del bene.
Ed è triste vedere per fame ancora oggi gente crepare!
Questa vita è un dono e tutti hanno diritto di mangiare!”
Nicola Menin 1D
28
Cibo è
Cibo è vita, storia e tradizione.
Cibo è uomini, donne e bambini.
Cibo è simbolo:
è vino rosso sangue, che
è passione e sentimento
è allegria stando insieme;
è latte e miele, che
è abbondanza e dolcezza
è nascita, crescita, promessa;
è olio d’olive verdi, che
è aromatico e caldo
è condimento per l’anima e il corpo;
è la fragranza del pane, che
è dono e famiglia
è amore e condivisione
Cibo è una serata con gli amici
È una tavolata di spensieratezza
Cibo è un grazie e un prego
È un incontro di popoli
Cibo è il gusto di spezzare il proprio pane per l’affamato
29
È il sorriso di un bambino
Cibo è l’abbondanza della terra promessa
È benedizione di Dio
Cibo è Bibbia
Cibo è vita
Cibo è
Malfatti
Marcolla Maddalena
Battan Maria Sole
Zardi Chiara 2E
30
Dacci oggi il nostro pane quotidiano;
grano che sfama e Salvatore di una donna.
Dacci oggi la nostra fame quotidiana;
Teshuvah1 di una dolce nonna.
Wille2 di vita, sangue del Signore
non erano parenti ma condividevano la sorte.
Wille di vita, nuovo amore
Brindano alla vita, sfuggono alla morte
Così, il rosso di vino, il sangue
divino ricorda.
Silvia Pasetto
Maria Pontara
Fiorenza Pesce
Teresa Sicher 3B
1
Conversione, ritorno a se stessi, alla propria autenticità
2
Volontà di vivere in Shopenhauer
31
Non è una bella situazione
Discorrer in tal guisa d’alimenti
Durante l’hore di religione
Peraltro, non si può far altrimenti
Trovandoci nel caldo mezzodì
Quando della fam’ la porta apre i battenti
Dal momento che ci ritroviamo qui
Tanto val narrar dell’ambito desco
E andremo, indi, a cominciar così:
orsù, dunque, parliam di questo
argomento intenso e ben trattato
cioè del cibo nel Sacro Testo.
Perché non citare il prelibato,
VINO symbol de smisurata passione
Soave nettare per il palato
Venne usato con apprensione
PESCE symbol de primi Cristiani
Nascondenti lor, ne la persecuzione
32
Condiviso et spezzato da le mani
PANE, humil cibo de tutte le genti,
co’ la sua forza rovesciò i sovrani
Esso, presente ne li sacramenti,
OLIO, corposo e profumato,
guida popoli e lor comportamenti
vita è per l’innocente neonato
LATTE, ovver candida promessa,
futur ristoro al popol liberato
dolcezza l’attesa che mai non cessa
MIELE, sublime de l’api lavor,
speme da Dio a l’humanità concessa
avendo fatto de tal nozioni tesor
celeri, animo, a gustare
tutto ciò di cui trattammo fin’ ad or.
Giulio Delaiti
Elisabetta Rosatti
Sebastiano Rossi
Maria Sofia Salvetta 2E
33
SHAVUOT
Respiro un fruscio dolce fra gli steli,
frementi tormente di petali di meli
e ciliegi, rapide nubi di petali
e baci; si dissolveranno nell'amaro dell'erba
di questa terra di ulivi, di olio e di miele
Ascolto il canto del vento che scioglie
le dure zolle addormentate e apre le soglie
agli estivi orzo e frumento
di quando nel sogno di cose lontane
staremo chinati su queste briciole di pane
Al labbro vieni mia ultima, sfinita
goccia di possibilità di invocarti, diversità:
uomo-donna, ebreo-moabita;
a noi gherim concedi il dono della Vita
Ospiti e forestieri come tutti i nostri padri
mangeremo insieme all'altro i frutti d'Israele.
Nel giorno di Shavuot celebreremo il nostro Dio
che è presente nelle cose più banali.
Iacopo Ropele 3B
34
Fece il fuoco per cuocere il pane
E moltiplicò i pesci per tutti.
L'invidia seppellì con l'armonia.
Inizió con una spiga di grano.
Condividere: Questa é la legge.
Insieme il cibo diventa dono.
Tante realtá differenti comprende:
Amore, fortuna, voglia di vita.
Teresa Moser e Cecilia Lonardoni 1E
35
un Nuovo
Amore
naSce tra
i Campi
spIgolando
atTimi
di vitA
Angela Zanetti, Irene Ferrari, Matilde Degasperi, Dalila Gasperi 3B
36
Benacchio Anna, Segatta Veronica, Stenico Barbara 3A
37
Camilla Franch, Cecilia Fruet, Viviana Boscheri, Valentina Zonta, Matilde Gosetti,
Monica Maurina 1D
Infine un filmato delicato e toccante:
https://drive.google.com/file/d/0B60X1GHu3ROMaVdkQnRDYy1qZkk/view?usp=sharing
38
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GERMOGLI - Liceo Classico "G. Prati"