La sociologia dei consumi
• Simmel: beni di prestigio e élite innovative
• Veblen:
- agiatezza vistosa
- consumo vistoso
McCracken: processo di inseguimento e
fuga
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Altre teorie
• Duesenberry:
trickle effect (effetto gocciolamento)
Enzensberger e Riesman:
sottoconsumo ostentativo
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Bourdieu
• Bourdieu:
capitale economico
capitale culturale
capitale sociale
La distinzione sociale del gusto
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Baudrillard
• Il consumo è un obbligo culturale e una
funzione sociale di prestigio
• Non importa il valore d’uso ma il valore di
scambio simbolico
• I beni di consumo sono oggetto di
desiderio e di investimento emotivo
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Altre teorie
• La scuola di Francoforte: critica alla
società dei consumi
• Ritzer: le cattedrali del consumo
• Maffesoli: le tribù legate da un prodotto
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I consumi del Duemila
• Il pensiero di Zigmunt Bauman
• Il turista metafora dell’individuo
‘globalizzato’
• Dal pellegrino al turista
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Il processo di
individualizzazione
• La crisi delle istituzioni sociali
• Separazione tra l’individuo e il suo
contesto sociale
• Spazio sociale e spazio estetico
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La società degli individui
L’individuo globale:
molte scelte possibili,pochi criteri di scelta;
tante opportunità a disposizione, scarse
capacità di coglierle;
ridondanza dei mezzi di comunicazione,
difficoltà di relazione
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Modernità liquida
• Vi sono molti aspetti problematici che in pratica
costringono l’individuo a vivere la sola dimensione del
presente, senza particolari prospettive se non
“l’esperienza congiunta di insicurezza (della propria
posizione, diritti, qualità della vita), di incertezza (rispetto
alla loro instabilità presente e futura) e di vulnerabilità
(del proprio corpo, della propria persona e relative
appendici: i possedimenti, il quartiere, la comunità).
Z. BAUMAN, Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari
2002, p. 186.
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Modernità liquida
• L’individuo sembra alle prese con un meccanismo
che non riesce a controllare ed il soggettivismo
esasperato gli impedisce di cogliere le eventuali vie
d’uscita: “…ignorare l’interesse privato per
accrescere il potere del gruppo e sacrificare il
presente in nome di una felicità futura non sembra
una prospettiva attraente e neanche sensata. Ogni
occasione mancata è un’occasione persa, e il
mancarla diventa qualcosa di imperdonabile e non
facilmente scusabile, e tanto meno difendibile”
• Ibi, p. 189.
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Senza senso del limite
• “una società che estende costantemente, alla
cieca, il campo del possibile affonda
inevitabilmente in un mondo in cui più niente
è reale, un mondo del virtuale assoluto,
ovvero dell’impotenza totale. (Ricordiamo
per inciso che, a livello dell’individuo, il
posso tutto è uno dei nomi della psicosi)”.
• M. BENASAYAG – G. SCHMIT, L’epoca delle
passioni tristi, Feltrinelli, Milano 2004, p.94.
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La società “affluente”
• Lo psicologo inglese James la ritiene addirittura una
sorta di virus, che colpisce soprattutto i ceti medi dei
ricchi Paesi occidentali, e che chiama ‘affluenza’,
termine che nasce dall’unione di affluence (abbondanza,
opulenza) e influenza (con lo stesso significato italiano).
A suo dire la società ‘affluente’ è caratterizzata
dall’ossessione di possedere sempre di più, denaro,
case, beni materiali, e dalla conseguente profonda
infelicità, che paghiamo con ansia, depressione, violenza
e dipendenze dalla droga o dall’alcol.
• O. JAMES, Affluenza How to Be Successful and Stay
Sane, Vermilion, London 2007.
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I fattori che rendono felici
• Secondo l’autorevole economista Layard, della London
School of Economics, i sette grandi fattori che incidono
sulla felicità umana sono le relazioni familiari, la
situazione economica, il lavoro, la comunità e gli amici,
la salute, la libertà personale, i valori personali. La
famiglia e la vita privata sono dunque più importanti di
ogni altro fattore che influisce sulla felicità e le ricerche
compiute in diverse parti del mondo confermano che la
separazione dal partner è la maggior causa di infelicità,
più della disoccupazione o di un peggioramento del
proprio stato di salute.
R. LAYARD, Felicità: la nuova scienza del benessere
comune, Rizzoli, Milano 2005, p.84.
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Le scelte individualizzate
• Il turismo enogastronomico come evento
individuale
• La progettualità turistica: dalla
prenotazione on line ai blog sulle
destinazioni turistiche
• Trasformazione dell’industria turistica
enogastronomica
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I nuovi turisti enogastronomici
• Ritrovare spazio per le relazioni, di coppia,
familiari, amicali
• Recuperare o ritrovare la propria identità
• Ritrovare armonia con l’ambiente naturale
• Accrescere la propria conoscenza di
persone, popoli e culture
• Realizzare, anche solo per una settimana
o un weekend il proprio desiderio di felicità
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I nuovi turisti enogastronomici
• Forti aspettative verso le vacanze: più
esigenti
• Richiesta di strutture e servizi adeguati nel
territorio
• Diversificazione per fasce di età: es. Terza
età, più tempo libero e risorse
• Nuove figure professionali: formazione
• Qualità: servizi integrati nel territorio
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