ESTETICA la cavitazione Dimagrire con gli ultrasuoni? C'è chi dice no... La cavitazione ultrasonica è l'ultimo grido in quanto a metodiche in grado di combattere la cellulite in modo non invasivo, con un trattamento ambulatoriale, senza anestesia e senza tempi di convalescenza. Ma è davvero efficace, come sostengono le aziende produttrici delle apparecchiature? Il dibattito è aperto. C avitazione sì, cavitazione no. Da quando, alcuni anni fa, si è fatta strada questa nuova metodologia che permette di ridurre le cellule adipose in eccesso selezionandole ed intervenendo su di esse senza l'intervento del bisturi, nel mondo dell'estetica si è aperto un dibattito che, a quanto pare, è ancora lungi dal trovare tutti d'accordo. Ma vediamo innanzitutto che cos'è la cavitazione e come funziona. Il procedimento che permette la disgregazione delle cellule adipose e quindi la riduzione di inestetismi e adiposità (in una parola: combattere la cellulite) si basa sull'utilizzo degli ultrasuoni, che sono delle onde acustiche impercettibili alle orecchio umano - dunque con una frequenza superiore ai 16-20 khz. Gli ultrasuoni possono essere prodotti per mezzo di una apposita apparecchiatura, che non è altro che un generatore di corrente alternata che, agendo su materiali come il quarzo o la ceramica, provoca un effetto cosiddetto "piezoelettrico" per il quale l'energia elettrica viene convertita in una vibrazione meccanica che viene assorbita dai tessuti. La cavitazione, in particolare, è un processo per cui una spinta di ultrasuoni a bassa frequenza sviluppa delle micro bolle: alcune cellule adipose, una volta colpite da tali bolle, si sgonfiano liberando i lipidi che saranno prima metabolizzati dal fegato e poi espulsi tramite il rene. Fuori dalla terminologia scientifica e per amor di chiarezza, la cavitazione - o meglio la cavitazione ultrasonica o estetica - è una tecnologia avanzata che permette, con poche sedute e senza procurare alcun danno fisico al paziente né fargli avvertire dolore, con un trattamento ambulatoriale, senza anestesia e senza tempi di convalescenza, di rimodellare un profilo corporeo, ridurre la consistenza del grasso e, in alcuni casi, addirittura migliorare l'aspetto della cute e ridonare tono ed elasticità alla pelle. Insomma: una liposuzione senza liposuzione. Dapprima sviluppate in ambito chirurgico, le tecniche di cavitazione hanno trovato solo negli ultimi 4 o 5 anni applicazione in campo estetico e da allora molti ricercatori nel campo della medicina, della biologia e dell'ingegneria sono impegnati a poter portare la cavitazione estetica a un livello tale da proporsi come una valida alternativa alla più invasiva chirurgia. È opinione abbastanza comune tra gli esperti che la metodica sia di buona efficacia solo se praticata in modo corretto da operatori specializzati e soprattutto con una adeguata apparecchiatura. Per quanto riguarda gli operatori, c’è da dire che l'apparecchio per la cavitazione ultrasonica non può essere utilizzato da chiunque: la metodica, infatti, sottintende particolari tecniche di manipolazione e di orientamento in corrispondenza delle cellule adipose. La mancanza di un con- trollo della forza dell'ultrasuono può essere, ad esempio, deleteria, provocando una degenerazione del tessuto adiposo o addirittura eritemi cutanei e ulcere in caso di sedute troppo ravvicinate o numerose. Chi sottopone una persona alla cavitazione, inoltre, deve ben conoscere la sua condizione poiché la somministrazione di ultrasuoni è controindicata in diversi casi, tra cui le donne in gravidanza o persone che presentano problemi metabolici e vascolari, oltre ad altre numerose patologie. Ma è sulle apparecchiature e sulla loro effettiva funzionalità che poggiano maggiormente le critiche dei detrattori della cavitazione, i quali sostengono che in commercio ci siano troppi prodotti realizzati in economia, mal progettati e senza che vengano sottoposti alle necessarie - e spesso costose - sperimentazioni. Da qui a liquidare senza mezze misure quella che potrebbe essere una piccola rivoluzione in campo estetico, in grado di restituire il sorriso a tante persone, ce ne passa. Come per altre novità, in estetica o in altri campi, si tratta solo di muoversi con prudenza, consultare il proprio medico prima di sottoporsi a pratiche non adeguatamente sperimentate e non credere ad occhi chiusi a miracoli impossibili. E ricordare che, prima di arrivare a soluzioni estreme, c'è sempre la vecchia, cara prevenzione... Rosaria Caramiello