viene commercializzato in un
suggestivo mercato che alle prime
ore dell'alba, per tre giorni la settimana,
nel mese di ottobre, si svolge ai Confini,
a metà strada tra Casola Valsenio
e Palazzuolo sul Senio.
La "Strada dei Castagneti" vuole
proporsi come l'occasione per entrare
in contatto - in ottobre come negli
altri periodi dell'anno - con il mondo
dei castagneti e dei marroni, con
le aziende agricole che dedicano
impegno, passione e fatica per
mantenere vivo l'interesse per questo
tipico e straordinario prodotto
dell'Appennino. Un interesse legato
non solo a aspetti economici,
ma alla salvaguardia del vasto
patrimonio di tradizione e cultura
legato ai marroni, alla loro coltivazione, trasformazione e consumo.
L'Appennino tosco-romagnolo nelle vallate del
Senio, del Sintria e del Lamone, è un ambiente
naturale straordinario e di grande fascino.
Ovunque, intercalati da prati dove crescono i
ginepri e la rosa canina, si incontrano fitti boschi
di carpino, frassino e roverella. Ma l'elemento
che più segna e caratterizza il paesaggio di questa parte
dell'Appennino è la presenza del castagno. Ampi castagneti, vecchi
di secoli, ricoprono i ripidi versanti dei monti. Da metà agosto a
settembre i produttori lavorano intensamente alla preparazione
del terreno e alla cura del sottobosco, per rendere possibile la
raccolta dei marroni che li impegnerà per tutto il mese di ottobre.
Sono oltre 450 gli ettari coltivati a castagneto da frutto nelle valli
del Senio, del Lamone e del Sintria, con oltre
80 aziende. In questa zona si produce il marrone
di Casola Valsenio: un marrone particolarmente
apprezzato per il sapore e la dimensione ed al
quale viene dedicata una festa che si svolge a
Casola Valsenio il secondo fine settimana di
ottobre. È un frutto che - insieme alla produzione
del vicino territorio di Palazzuolo sul Senio -
Castagneti
Strada
Strada
Castagneti
la
dei
la
dei
rr one
ma
casola
lse nio
Comune di Casola Valsenio
Pro Loco di Casola Valsenio
Comunità Montana
dell’Appennino Faentino
Provincia di Ravenna
Regione Emilia Romagna
Consorzio Tre Valli
va
.
Il castagneto è il più antico ecosistema agrario che si è conservato quasi
intatto fino ai nostri giorni. L’introduzione della meccanizzazione, la
sostituzione della raccolta a bacchiatura con quella a raccattatura, la
scomparsa delle ricciaie hanno inciso poco sulle componenti della flora e
della fauna del suo ecosistema. I castagneti di questo territorio si trovano
su terreni sciolti o di medio impasto della formazione marnoso arenacea e
sono orientati prevalentemente verso i quadranti settentrionali con pendenze
spesso accentuate. Il castagno è un albero longevo d’elevato e maestoso portamento,
alto in media dai 10 ai 20 metri. Il fusto, perlopiù tozzo, si ramifica a costituire una
cima vigorosa, ampia ed espansa, la cui impalcatura consta di pochi rami potenti, sinuosi,
talvolta quasi orizzontali. I maestosi castagni che torreggiano sui versanti scoscesi e i larghi
prati in pendio che crescono ai loro piedi ospitano una flora e una fauna caratteristiche.
Sotto la volta compatta del castagneto è possibile osservare il giglio rosso, l’anemone epatica
e il polipolio comune, una piccola felce il cui rizoma ricorda nel sapore la liquirizia, o fare
incontri curiosi con animali come il picchio verde, il picchio rosso, il picchio muratore o, al
crepuscolo, con l’allocco o i timidi roditori arboricoli come il moscardino, il quercino e il ghiro.
Iniziativa
Comunitaria
UNIONE
EUROPEA
Giardino delle Erbe “Augusto Rinaldi Ceroni”
Via del Corso 2/1, 48010 Casola Valsenio (Ra)
[email protected]
www.ilgiardinodelleerbe.it
*Uscita Autostrada A14
Per informazioni:
IAT-Pro Loco Tel. 0546.73033
[email protected]
www.comune.casolavalsenio.ra.it
www.terredifaenza.it
Ravenna
Imola*
Castelbolognese
Faenza*
Casola Valsenio
A14
BOLOGNA
e
6
ilia
Fir
30
Em
ss
nz
e
Via
La presenza di castagneti da frutto nei
territori dei comuni di Casola Valsenio e
Brisighella, che si estendono dalla vallata
del Senio a quella del Lamone, risale a circa
mille anni fa. Lo sviluppo della coltivazione
del castagno si ebbe soprattutto tra il XIII e XIV
secolo, in corrispondenza dell'incremento
demografico per cui il castagno diventò per tante
comunità montane la risorsa primaria, una vera pianta
di civiltà attorno a cui ruotavano la vita e la cultura
locale. Protagonisti di questa grande trasformazione furono
principalmente gli insediamenti religiosi come la pieve di Monte
Mauro, l'abbazia di Valsenio e la Pieve del Tho.
La coltivazione del castagno diventò così importante da essere regolamentata
dagli Statuti Comunali di Brisighella del 1410, che stabilivano norme di vendita per
castagne e marroni. A tale epoca si rileva già una corrispondenza tra qualità del cibo e
qualità della persona, per cui le piccole castagne vengono identificate come alimento dei
contadini e dei poveri mentre i marroni, più
grossi e pregiati, sono destinati a nobili e ricchi.
Per i primi le castagne costituivano una
componente fondamentale dell'alimentazione
da ottobre a marzo, tanto che il castagno era
detto "l'albero del pane" dei montanari, mentre
per ricchi e nobili i marroni costituivano un
alimento di piacere da consumare a fine pranzo.
Tra il secolo XV e XVI i marroni della valle
del Senio confluivano nel mercato di Riolo e
da qui raggiungevano città come Milano,
Bologna e Verona o la tavola del Duca di Urbino.
I marroni di Brisighella invece finivano anche
in Oriente, grazie a rapporti politici e mercantili
instaurati con i Veneziani.
Dall'800 in poi il consumo dei marroni si è
allargato a strati più ampi della popolazione
in corrispondenza di una maggiore diffusione
della ricchezza. Fino all'ultimo dopoguerra,
quando, con l'abbandono della montagna e
dell'alta collina, la produzione ed il consumo
di castagne e marroni subirono un forte calo
per motivi economici, sociali e culturali. Negli anni Ottanta è stato avviato il recupero
di molti aspetti del mondo contadino, della sua cultura, dei suoi modi di vita e delle sue
abitudini alimentari con la ripresa del consumo dei frutti di un tempo. Tra cui il marrone,
diventato finalmente, grazie al diffuso benessere, un prodotto di largo consumo dall'aspetto
e dal sapore fortemente evocativi della vita e delle atmosfere autunnali di un tempo.
L’Ambiente
Foto: Circolo Fotografico Casolano . Progetto grafico: Elisa Sangiorgi . Stampa: EDIT Faenza
Come raggiungere Casola Valsenio
La Storia
Strada
la
dei
Castagneti
Strada
Servizi
di Sandro Bandini
Via G. Cenni 66
Casola Valsenio
0546 73305
S
A
S
2
Ca’ di Zabatto
di Antonella Minardi
Via Cestina 18
Casola Valsenio
347 5216893
S
S
S
3
Ca’ Nova
Società Agricola S.S.
Via Breta 29
Casola Valsenio
0546 75177
0546 75160
A
S
4
Ca’ Rovinate
di Pier Angelo Sagrini
Via San Lorenzo 13
Casola Valsenio
0546 75075
S
5
Il Casolare di Manuela
di Cavina Manuela
Via Cortine 4
Casola Valsenio
0546 75068
347 0510377
S
A
A
6
Il Poggiolo
Soc. Agricola Cooperativa
Via Sintria 9
Casola Valsenio
0546 73049
0546 76170
A
A
S
7
Mariano
Via Senio 13
Casola Valsenio
339 7990462
A
8
Molino Campoloro
Via Campoloro 6
Casola Valsenio
0546 73989
S
Via San Rufillo 10
Casola Valsenio
339 5669424
A
Via Settefonti 3
Casola Valsenio
0546 76055
A
Via Sommorio 13
Casola Valsenio
0546 75005
339 8554529
S
S
Via Cavina 27
Brisighella
0546 88106
S
S
di Carlo Ceroni
9
Rose Rosse Az. Agr.
di Carlo Fabbri
10
Scanìa
di Stefania Malavolti
11
Sommorio
di Alberto Caroli
12
Tre
di Massimo Conti
Eventi
Banzuole
Pernottamento
Raccolta organizzata
1
Vendita diretta
marroni e derivati
Azienda
castanicola
Servizio
di ristorazione
Telefono
Castagneti
A Annuale
Degustazioni
di marroni e derivati
Indirizzo
Percorso guidato
nel castagneto
la
dei
Legenda
A
A
A
A
S Periodo autunnale
A
S
A
A
S
A
A
A
A
S
A
A
A
A
nio
7
Se
lse nio
Prugno
va
To
rr
en
te
Giardino delle Erbe
casola
M.te
Fortino
m.508
Il frutto ha un colore avana scuro con forma ellittica
e striature evidenti. L’apice è sub conico, pronunciato
e tormentoso. Il tegumento, di medio spessore, penetra
solo talvolta nelle solcature del seme. Occorrono dai
60 agli 80 frutti per chilogrammo. La raccolta inizia
ai primi di ottobre. L’albero, di medio vigore con rami
penduli, inizia la produzione tra il quinto e il decimo
anno dall’innesto e fiorisce nel mese di giugno. Il
prodotto, avviato al consumo fresco e alla preparazione
di marron-glacés, è di notevole valore commerciale.
CASOLA VALSENIO
M.te
Battaglia
m. 715
M.te
Albano
m.477
Zattaglia
M.te
Scanìa Faggeto
10
Rose Rosse
S. Rufillo
9
M.te
Cornazzano
m.620
m.536
Settefonti
Pozzo
Molino Campoloro
8
Tre
Rio Valle
Il Casolare
di Manuela
Castagne e marroni in tavola
La miseria, l'isolamento ed una cronica scarsità di
altri generi alimentari hanno sollecitato l'estro e la
fantasia dei montanari di un tempo nel variare
preparazione e cottura di castagne e marroni, che
costituivano la base della loro alimentazione da
ottobre a marzo. I marroni freschi venivano mangiati
cotti nell'acqua con l'alloro (balòc) oppure arrostiti
sulla fiamma (brusé) o cotti nel forno della stufa a
legna (spasmé) dopo averli "castrati", cioè praticato
un piccolo taglio. Con le castagne secche si preparava
una minestra mentre la farina di castagne era la
base per la polenta da
mangiare con formaggio
fresco e per il dolce
castagnaccio. Tra i dolci si
devono ricordare anche i
ravioli, detti topini, preparati
con la polpa di marroni
arrostiti.
Riolo Terme
Mariano
rr o ne
.
Caratteri del Marrone
di Casola Valsenio
A
S
Fontanelice
ma
Strada dei Castagneti
Budrio
M.te
Mandriola
m. 568
5
M.te
Scappa
m. 492
2
Baffadi
Sommorio
M.te
d. Vecchia
m.657
Ca’ Nova
12
Cavina
S.Pietro
M.te
Giornetto
m.534
M.te
della Valle
m. 526
Rivacciola
Mercatale
11
3
S.Andrea
Ca’di Zabatto
Trerio
M.te
del Puntale
m. 781
M.te
Alberino
m. 523
1 Banzuole
Ca’ Rovinate
Valdifusa
4
M.te
Cece
m.759
11
6
Il Poggiolo
S.Apollinare
Palazzuolo
sul Senio
M.te
Piansereno
m.735
Fornazzano
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