Bankitalia: “Recessionenel 2012 , Pil meno 1,5%. Le banche evitino l’asfissia creditizia”. Davanti al disastro basta solo un auspicio? y(7HC0D7*KSTKKQ( www.ilfattoquotidiano.it Domenica 19 febbraio 2012 – Anno 4 – n° 42 +$!z!$!#!} € 1,20 – Arretrati: € 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 LA CRICCA DEGLI OSPEDALI ROLEX E GIOIELLI ALLE FIDANZATE V Dimission impossible di Marco Travaglio Scandalo nella Asl della “rossa” Massa Carrara: bilancio col buco da 300 milioni. Non c’è fine al saccheggio del denaro pubblico Sansa pag. 4 z Lesti contro i pensionati Lenti contro i corrotti di Paolo Flores d’Arcais dc on ci piacciono le manette, proprio per nulla, e “giustizialisti” è solo l’etichetta che i tifosi della criminalità impunita affibbiano a noi garantisti coerenti, solo perché prendiamo sul serio la “legge eguale per tutti”, e quindi esigiamo che il politico ladro venga punito come lo scippatore di strada (in genere il primo ruba mille o diecimila volte di più), anziché ossequiato con una cuccia dorata in Parlamento. Che però ci sia un’alternativa alle manette, dipende solo da voi, signori delle tessere e degli inciuci, soloni delle nomenklature, sepolcri imbiancati di una politica che avete infangato a cricca e menzogna. In Germania un presidente della Repubblica si dimette per un prestito a tasso agevolato (di cui si dichiara innocente), il più potente dei ministri lo aveva preceduto per qualche pagina di tesi di laurea plagiata, negli Usa era accaduto per i contributi non versati a una colf, in Inghilterra per un rimborso spese non giustificato, e si potrebbe continuare con una litania di “peccati veniali” che nelle democrazie non berlusconizzate sono considerati invece vulnus capitale, da dimissioni immediate. Lo aveva fatto anche Helmut Kohl, che pure la storia ricorderà per aver riunificato le Germanie. L’alternativa alle manette c’è, esimi Alfano, Casini, Bersani e altri Bossi o Maroni, si chiama “sanzione dei propri pari”, se scatta pronta e automatica come un riflesso pavloviano rende il “giustizialismo” superfluo, batte in breccia ogni “sconfinamento” della magistratura (altra leggenda), sana la questione morale prima che nasca. L’avete mai praticata, questa virtù altrove considerata un ovvio abc dell’attività politica? Si è mai udito dal colle più alto un “alto monito”che la imponesse? Ecco perché restano solo le manette. A causa del vostro ottuso “perseverare diabolico” nella melma della reticenza omertosa, che vivete come melassa di privilegio: “Cane non morde cane”. Vent’anni fa “Mani Pulite” scoperchiava la cloaca di Tangentopoli. Avete combattuto i magistrati anziché i vostri colleghi collusi e gli imprenditori della corruzione sistemica. Il risultato è che la Corte dei Conti (non esattamente un soviet insurrezionale) l’altro giorno ha solennizzato che ogni anno gli italiani vengono derubati di 60 miliardi per corruzione e 120 per evasione fiscale. Una ricchezza gigantesca, rapinata ai cittadini onesti per vostra opera od omissione. Un governo appena decente, soprattutto se è stato più lesto di Speedy Gonzales nel togliere il companatico ai pensionati, considererebbe questa l’unica vera emergenza. Invece traccheggia. Usque tandem? N Udi Marco Lillo Udi Salvatore Cannavò SANTA ICI: IL NIPOTE DEL CARDINALE SIGMA TAU IN PARADISO (FISCALE) a persona giusta al posto giusto. Enrico Martino è l’uomo chiave che dovrebbe curare gli interessi dello Stato italiano nella partita dell’Ici sugli immobili della Chiesa: Martino però è anche il nipote di un cardinale, Renato Raffaele Martino. pag. 6 z icordate i dipendenti della Sigma Tau che hanno fermato il pullman della Roma calcio facendo scendere Francesco Totti? L’azienda ha aperto la procedura di cassa integrazione per 569 dipendenti. pag. 9 z L Enrico Rossi (FOTO EMBLEMA) R CATTIVERIE Trenitalia annuncia la riapertura della linea Foggia-Benevento. Svelandone l’esistenza (www.spinoza.it) FESTIVAL DI SANREMO Celentano parla di Dio e attacca i giornali: fischi e applausi di Silvia Truzzi inviato a Sanremo on ventiquattromila, ma Nfrancese quasi. Sono baci – veri, alla – che aprono la serata Celentano sul palco del teatro Ariston durante la serata finale (FOTO ANSA) sanremese, in sottofondo All you need is love dei Beatles e le bandiere della pace. pag. 2 - 3 z Udi Furio Colombo Udi Anna Maria Pasetti IL VALORE PROFONDO DEL LAVORO A BERLINO ORSO D’ORO AI TAVIANI l lavoro è un pezzo smonuando recito mi sembra di Isenso tabile dell’impresa, o è il Q potermi perdonare”. Il detedell’impresa, dunque il nuto-attore di Rebibbia lo con- all’interno pag. I - VIII z senso e la visione di un periodo della Storia? Nel fitto conversare sul lavoro ci sono alcuni equivoci che vale la pena di chiarire. pag. 14 z fessa alla moglie in visita. Ed è a lui, e ai suoi compagni, che Paolo e Vittorio Taviani dedicano l’Orso d’oro per il loro Cesare deve morire. pag. 12 z orrei citare ancora una volta le parole di Angela Merkel, cancelliere dello Stato più importante d’Europa, sulle dimissioni del suo amico Christian Wulff, presidente della Repubblica più importante d’Europa, per un mutuo a tasso agevolato: “Rispetto la sua convinzione di essersi sempre comportato bene, ma non poteva più servire il popolo. È una forza del nostro Stato di diritto trattare tutti allo stesso modo, indipendentemente dalla posizione”. Ora, i casi sono due: o tutta Europa s’è messa d’accordo per sputtanare l’Italia facendo dimettere ministri e papaveri per quisquilie (il tedesco Guttenberg per una tesi di dottorato parzialmente copiata da Internet, l’inglese Huhne per una multa all’autovelox caricata sulla patente della moglie, il banchiere centrale svizzero Hildebrand per un investimento della moglie in odor di insider); o dobbiamo prendere umilmente lezioni dall’Europa. Ma, siccome non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, c’è chi, fra i commentatori che ammorbano l’Italia, si inventa una terza ipotesi: tutto il mondo è paese, malcostume mezzo gaudio. Il Pompiere della Sera, con la schizofrenia che lo contraddistingue, pubblica due commenti sul caso Wulff. Uno, splendido, di Ferrarella che confronta quel che accade quando un potente è coinvolto in uno scandalo in tutto il mondo libero (dimissioni) e nel nostro mondo a parte (impunità parlamentare). E uno, pessimo, dell’ambasciatore Romano, che fa addirittura la morale ai tedeschi, invitandoli ad abbassare la cresta e a farsi “un bagno di umiltà”, anziché “dare lezioni di moralità” agli altri. È la stessa tesi di Belpietro, secondo cui i tedeschi hanno fatto “una figura di Merkel” e “ci somigliano sempre di più”. Par di sognare: un capo di Stato si dimette (ed è il secondo in due anni: l’altro se n’era andato per una gaffe, avendo spiegato la guerra in Afghanistan con “gli interessi economici della Germania”) per una vicenda che in Italia non sarebbe neppure penalmente rilevante. E, invece di invidiare i tedeschi per i loro standard etici, li paragoniamo a noi che ci teniamo un presidente del Senato indagato per mafia (Schifani) e siamo stati governati sette volte da un amico dei mafiosi (Andreotti), una volta da un corrotto (Craxi), tre volte da un corruttore-falsificatore di bilanci-evasore fiscale-puttaniere (B.) e ospitiamo in Parlamento un centinaio fra indagati, imputati e pregiudicati. Persino nel governo Monti c’è un condannato di Tangentopoli: Milone; un docente raccomandato, Martone; un alto funzionario sotto processo alla Corte dei conti per aver comprato per 3 milioni (nostri) una patacca attribuita a Michelangelo e garantita da Bondi: Cecchi; quattro ex dirigenti di banche che hanno appena dovuto pagare all’Agenzia delle Entrate un miliardo di tasse evase: Passera, Ciaccia, Fornero e Gnudi; e un ministro che ha comprato una casa al Colosseo pagandola quanto un box auto: Patroni Griffi. E non si dimette nessuno (a parte quello delle ferie a sbafo a sua insaputa: Malinconico). Anzi, i furbacchioni non sono riusciti neppure a pubblicare i loro redditi on line nei 90 giorni promessi. Patroni Griffi dice che non ha fatto in tempo a causa della neve: forse i suoi redditi viaggiano senza catene. La legge contro l’evasione e la corruzione (che ci costano 150-200 miliardi l’anno) continua a slittare: l’emergenza nazionale è l’articolo 18. Madama Fornero, sdegnata per gli odiosi privilegi dei pensionati da 900 euro al mese e dei lavoratori col posto fisso, ma soprattutto per le cosce di Belén Rodriguez a Sanremo, non dice una parola contro le discriminazioni alla Fiat di Pomigliano, dove per essere riassunti in fabbrica non bisogna essere iscritti alla Fiom; anzi va in pellegrinaggio nello stabilimento per elogiare Marchionne. E Bersani, noto progressista, dice: “Il modello per mia figlia non è Belén, ma la Fornero”. Povera ragazza: sarà in lacrime.