Bankitalia: “Recessionenel 2012 , Pil meno 1,5%. Le banche evitino
l’asfissia creditizia”. Davanti al disastro basta solo un auspicio?
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Domenica 19 febbraio 2012 – Anno 4 – n° 42
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LA CRICCA DEGLI OSPEDALI
ROLEX E GIOIELLI ALLE FIDANZATE V
Dimission impossible
di Marco Travaglio
Scandalo nella Asl della “rossa” Massa Carrara: bilancio col buco
da 300 milioni. Non c’è fine al saccheggio del denaro pubblico
Sansa pag. 4 z
Lesti contro i pensionati
Lenti contro i corrotti
di Paolo Flores d’Arcais
dc
on ci piacciono le manette, proprio per nulla,
e “giustizialisti” è solo l’etichetta che i tifosi
della criminalità impunita affibbiano a noi garantisti coerenti, solo perché prendiamo sul
serio la “legge eguale per tutti”, e quindi esigiamo che
il politico ladro venga punito come lo scippatore di
strada (in genere il primo ruba mille o diecimila volte
di più), anziché ossequiato con una cuccia dorata in
Parlamento. Che però ci sia un’alternativa alle manette, dipende solo da voi, signori delle tessere e degli
inciuci, soloni delle nomenklature, sepolcri imbiancati di una politica che avete infangato a cricca e menzogna.
In Germania un presidente della Repubblica si dimette per un prestito a tasso agevolato (di cui si dichiara
innocente), il più potente dei ministri lo aveva preceduto per qualche pagina di tesi di laurea plagiata,
negli Usa era accaduto per i contributi non versati a
una colf, in Inghilterra per un rimborso spese non
giustificato, e si potrebbe continuare con una litania
di “peccati veniali” che nelle democrazie non berlusconizzate sono considerati invece vulnus capitale,
da dimissioni immediate. Lo aveva fatto anche Helmut Kohl, che pure la storia ricorderà per aver riunificato le Germanie.
L’alternativa alle manette c’è, esimi Alfano, Casini,
Bersani e altri Bossi o Maroni, si chiama “sanzione dei
propri pari”, se scatta pronta e automatica come un
riflesso pavloviano rende il “giustizialismo” superfluo, batte in breccia ogni “sconfinamento” della magistratura (altra leggenda), sana la questione morale
prima che nasca. L’avete mai praticata, questa virtù
altrove considerata un ovvio abc dell’attività politica?
Si è mai udito dal colle più alto un “alto monito”che la
imponesse? Ecco perché restano solo le manette. A
causa del vostro ottuso “perseverare diabolico” nella
melma della reticenza omertosa, che vivete come
melassa di privilegio: “Cane non morde cane”.
Vent’anni fa “Mani Pulite” scoperchiava la cloaca di
Tangentopoli. Avete combattuto i magistrati anziché i
vostri colleghi collusi e gli imprenditori della corruzione sistemica. Il risultato è che la Corte dei Conti
(non esattamente un soviet insurrezionale) l’altro
giorno ha solennizzato che ogni anno gli italiani vengono derubati di 60 miliardi per corruzione e 120 per
evasione fiscale. Una ricchezza gigantesca, rapinata ai
cittadini onesti per vostra opera od omissione.
Un governo appena decente, soprattutto se è stato
più lesto di Speedy Gonzales nel togliere il companatico ai pensionati, considererebbe questa l’unica
vera emergenza. Invece traccheggia. Usque tandem?
N
Udi Marco Lillo
Udi Salvatore Cannavò
SANTA ICI:
IL NIPOTE DEL
CARDINALE
SIGMA TAU
IN PARADISO
(FISCALE)
a persona giusta al posto giusto. Enrico Martino è l’uomo
chiave che dovrebbe curare gli
interessi dello Stato italiano nella
partita dell’Ici sugli immobili
della Chiesa: Martino però è anche il nipote di un cardinale, Renato Raffaele Martino. pag. 6 z
icordate i dipendenti della Sigma Tau che hanno
fermato il pullman della Roma calcio facendo scendere
Francesco Totti? L’azienda ha
aperto la procedura di cassa
integrazione per 569 dipendenti.
pag. 9 z
L
Enrico Rossi (FOTO EMBLEMA)
R
CATTIVERIE
Trenitalia annuncia
la riapertura della linea
Foggia-Benevento.
Svelandone l’esistenza
(www.spinoza.it)
FESTIVAL DI SANREMO
Celentano
parla di Dio
e attacca
i giornali: fischi
e applausi
di Silvia
Truzzi
inviato a Sanremo
on ventiquattromila, ma
Nfrancese
quasi. Sono baci – veri, alla
– che aprono la serata
Celentano sul palco del teatro Ariston durante la serata finale (FOTO ANSA)
sanremese, in sottofondo All you
need is love dei Beatles e le bandiere della pace. pag. 2 - 3 z
Udi Furio Colombo
Udi Anna Maria Pasetti
IL VALORE
PROFONDO
DEL LAVORO
A BERLINO
ORSO D’ORO
AI TAVIANI
l lavoro è un pezzo smonuando recito mi sembra di
Isenso
tabile dell’impresa, o è il Q potermi perdonare”. Il detedell’impresa, dunque il nuto-attore di Rebibbia lo con-
all’interno pag. I - VIII z
senso e la visione di un periodo della Storia? Nel fitto conversare sul lavoro ci sono alcuni equivoci che vale la pena
di chiarire.
pag. 14 z
fessa alla moglie in visita. Ed è a
lui, e ai suoi compagni, che Paolo e Vittorio Taviani dedicano
l’Orso d’oro per il loro Cesare
deve morire.
pag. 12 z
orrei citare ancora una volta le parole di Angela
Merkel, cancelliere dello Stato più importante
d’Europa, sulle dimissioni del suo amico Christian Wulff, presidente della Repubblica più
importante d’Europa, per un mutuo a tasso agevolato: “Rispetto la sua convinzione di essersi sempre
comportato bene, ma non poteva più servire il popolo. È una forza del nostro Stato di diritto trattare tutti
allo stesso modo, indipendentemente dalla posizione”. Ora, i casi sono due: o tutta Europa s’è messa
d’accordo per sputtanare l’Italia facendo dimettere
ministri e papaveri per quisquilie (il tedesco Guttenberg per una tesi di dottorato parzialmente copiata da
Internet, l’inglese Huhne per una multa all’autovelox
caricata sulla patente della moglie, il banchiere centrale svizzero Hildebrand per un investimento della
moglie in odor di insider); o dobbiamo prendere
umilmente lezioni dall’Europa. Ma, siccome non c’è
peggior sordo di chi non vuol sentire, c’è chi, fra i
commentatori che ammorbano l’Italia, si inventa una
terza ipotesi: tutto il mondo è paese, malcostume
mezzo gaudio. Il Pompiere della Sera, con la schizofrenia che lo contraddistingue, pubblica due commenti sul caso Wulff. Uno, splendido, di Ferrarella
che confronta quel che accade quando un potente è
coinvolto in uno scandalo in tutto il mondo libero (dimissioni) e nel nostro mondo a parte (impunità parlamentare). E uno, pessimo, dell’ambasciatore Romano, che fa addirittura la morale ai tedeschi, invitandoli
ad abbassare la cresta e a farsi “un bagno di umiltà”,
anziché “dare lezioni di moralità” agli altri. È la stessa
tesi di Belpietro, secondo cui i tedeschi hanno fatto
“una figura di Merkel” e “ci somigliano sempre di
più”. Par di sognare: un capo di Stato si dimette (ed è
il secondo in due anni: l’altro se n’era andato per una
gaffe, avendo spiegato la guerra in Afghanistan con
“gli interessi economici della Germania”) per una vicenda che in Italia non sarebbe neppure penalmente
rilevante. E, invece di invidiare i tedeschi per i loro
standard etici, li paragoniamo a noi che ci teniamo un
presidente del Senato indagato per mafia (Schifani) e
siamo stati governati sette volte da un amico dei mafiosi (Andreotti), una volta da un corrotto (Craxi), tre
volte da un corruttore-falsificatore di bilanci-evasore
fiscale-puttaniere (B.) e ospitiamo in Parlamento un
centinaio fra indagati, imputati e pregiudicati. Persino
nel governo Monti c’è un condannato di Tangentopoli: Milone; un docente raccomandato, Martone; un alto funzionario sotto processo alla Corte dei conti per
aver comprato per 3 milioni (nostri) una patacca attribuita a Michelangelo e garantita da Bondi: Cecchi;
quattro ex dirigenti di banche che hanno appena dovuto pagare all’Agenzia delle Entrate un miliardo di
tasse evase: Passera, Ciaccia, Fornero e Gnudi; e un
ministro che ha comprato una casa al Colosseo pagandola quanto un box auto: Patroni Griffi. E non si
dimette nessuno (a parte quello delle ferie a sbafo a
sua insaputa: Malinconico). Anzi, i furbacchioni non
sono riusciti neppure a pubblicare i loro redditi on line nei 90 giorni promessi. Patroni Griffi dice che non
ha fatto in tempo a causa della neve: forse i suoi redditi viaggiano senza catene. La legge contro l’evasione
e la corruzione (che ci costano 150-200 miliardi l’anno) continua a slittare: l’emergenza nazionale è l’articolo 18. Madama Fornero, sdegnata per gli odiosi privilegi dei pensionati da 900 euro al mese e dei lavoratori col posto fisso, ma soprattutto per le cosce di Belén Rodriguez a Sanremo, non dice una parola contro
le discriminazioni alla Fiat di Pomigliano, dove per essere riassunti in fabbrica non bisogna essere iscritti alla Fiom; anzi va in pellegrinaggio nello stabilimento
per elogiare Marchionne. E Bersani, noto progressista, dice: “Il modello per mia figlia non è Belén, ma la
Fornero”. Povera ragazza: sarà in lacrime.
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la cricca degli ospedali rolex e gioielli alle fidanzate