Scolmatore Ruviego tratto 3
SCOLMATORE RUVIEGO - TRATTO 3 - Maerne - Tangenziale di Mestre
Lunghezza del Corso d’acqua: km. 7,85
Lunghezza dell’itinerario Tratto 3: km. 8.6 (o 8.2)
Lunghezza dell’itinerario Tratto 3 con avvicinamenti: km. 9,54
Esplorazione effettuata nel settembre 2013
§§§
Il terzo tratto del nostro itinerario inizia a Maerne tra via Stazione e via Canaletto, e finisce sul
punto di interramento vicino a via Brendole (tra Zelarino e la Gazzera). In tutto sono 8,60 km.,
comprese le deviazioni necessarie. (Con gli avvicinamenti il percorso si allunga fino a quasi 9,54
km.)
Il segmento finale sotterraneo del canale fino alla Tangenziale di Mestre (che non seguiremo) è
lungo altri 1,1 km.
La passeggiata è disturbata da una serie di fastidi, che costituiscono talvolta veri e propri ostacoli:
i vari cancelli, molti dei quali a dire il vero non sono ermetici, interrompono spesso la nostra
andatura (poco male, a dire il vero); ma gli argini sono spesso occupati da proprietà private che
invece dovrebbero lasciare libera la fascia di rispetto; e soprattutto certi proprietari si oppongono
con fermezza al passaggio (innocuo) di escursionisti, e lasciano i cani liberi e incustoditi.
Ho qui descritto i risultati delle mie esplorazioni, ma mi rendo conto che il gitante generico possa
preferire evitare del tutto i possibili - benché improbabili - inconvenienti.
Ho indicato perciò una serie di possibili deviazioni che permettono di arrivare comunque alla
meta, ma allontanandosi non poco dagli argini: le deviazioni infatti assommano a 3,8 km. su una
lunghezza del corso d’acqua di 7,85. La metà!
§§§
L’itinerario del terzo tratto del Ruviego ha inizio dal centro di Maerne, da via Stazione dove era
terminato il secondo.
Quindi, se si arriva col treno da Mestre, si percorrono 770 metri sulla via Stazione; all’incrocio con
via Canaletto siamo proprio sul 1° ponte del percorso: infatti si vede da un lato l’arrivo del Ruviego
e dall’altro il Ruviego ahimè tombinato: tuttavia, essendo stata realizzata una via ciclo pedonale
sopra il vecchio alveo, val la pena di percorrerla.
A sin.: Maerne, via Stazione: Il Ruviego scorre
tombinato sotto questa pista ciclopedonale. E’ l’inizio
del terzo tratto del nostro itinerario.
Le ultime due vie che attraversano il Ruviego sono Via Manzoni e via A. Berti con la sua
continuazione via Tasso.
Poco dopo quest’ultima il Ruviego riemerge dal tratto interrato. (km. 0,630)
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A sin.: Maerne est: il Ruviego riemerge.
L’acqua si muove molto placidamente, senza salti rumorosi come talvolta in precedenza. Le
rive non sono alberate , e l’alveo è ricco di vegetazione a contatto con l’acqua, cosicché
l’effetto di fitodepurazione è abbastanza accentuato.
Il percorso più favorevole sembra essere l’argine destro,
perché sull’altra riva già quasi all’inizio si vedono case
chiuse (sia detto in senso spregiativo :-) .
A sin.: L’argine sinistro è chiuso per un lungo tratto.
Ancora un po’ di strada e un altro ponticello (il 2°) segna la fine di una laterale omonima di via
Olmo (km. 1,3).
Via di fuga: (45.5179,12.166967)
Una fitta siepe di alberi, arbusti, cespugli segna il confine di un grandissimo campo di
granoturco, che abbiamo costeggiato per 800 metri. Dalla cartina si vede che la profondità è
in media di 200 m., quindi sono all’incirca 16 ettari.
Sulla varietà di mais coltivato da queste parti si può
leggere la Scheda nella Sezione Centimetri zero link.
A sin.: Alla fine del campo di mais, gli alberi
possono finalmente mostrare la loro presenza
esuberante ed indisciplinata
Più avanti incontriamo un cancello che in genere è aperto, e comunque si può scavalcare senza
eccessiva difficoltà.
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Scolmatore Ruviego tratto 3
Ma un altro cancello, questa volta massiccio, impedisce il passaggio. E’ una seccatura perché ci
tocca deviare attraverso i campi. Si cammina lungo il perimetro dei campi per non calpestare la
parte coltivata,in direzione prima Sud e poi Est fino a raggiungere la via Frassinelli, asfaltata; si va
a sinistra (Nord) e si raggiunge di nuovo l’argine destro del Rio (ponte n. 3).
In tutto questa breve deviazione è lunga 500 m.
A sin.: Chiusure ermetiche: secondo me non sono
regolari.
Via di fuga: 45.511193,12.176631
La riva destra è agibile, mentre quella sinistra è del tutto sequestrata dai privati.
[Qui abbiamo incontrato un signore con cui abbiamo fatto una lunga chiacchierata: si può
leggerne il testo nella sezione Documentazione (link)]
A sin.: Un proprietario cura il suo argine-giardino; ma
almeno a destra si passa agevolmente
Più avanti il Rio Ruviego segna il confine meridionale di
un quartiere fittamente edificato e della zona industriale di
Olmo di Martellago.
Sulla destra del rio invece si stendono distese di
coltivazioni a perdita d’occhio. Campi così imponenti
hanno una loro fascino: mi inducono un misto di ammirazione e di timidezza, quasi come il
cielo stellato o le montagne.
La zona industriale è chiusa ad Est dalla via Dosa (ponte n. 4) che corre parallela alla ferrovia dei
Bivi.
Via di fuga: 45.510437,12.188601
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A sin.: Il ponte stradale e quello ferroviario (linea dei
Bivi)
Passare i binari pone sempre qualche difficoltà. Ma facendo attenzione, sulla scarpata della ferrovia
si può scorgere un pertugio nella siepe (evidentemente frutto di altri passaggi) che permette di
arrivare sulla massicciata. Qui bisogna fare molta attenzione, nell’attraversarla, anche se la visibilità
è ottima. Un analogo passaggio sulla siepe del lato opposto ci permette di arrivare sull’argine
sinistro del Ruviego. (km. 4,20)
A sin.: Il Ruviego dopo la ferrovia
Più avanti, un ennesimo doppio cancello interrompe (ma
non ferma) la passeggiata.
Sono chiusi non con un lucchetto, ma con tre fili di ferro, il che mi sembra un inutile
accanimento: una persona perde un po’ di tempo, ma se apre un fil di ferro, non ha difficoltà
a aprirne tre. Per un animale invece, una chiusura basta e avanza.
Qui il Ruviego si è un po’ allargato. Le canne fresche e nuove hanno ripreso a crescere.
Si arriva al limite dei campi di un vivaio (km. 4,60).
Questo è custodito da cani abbastanza ligi al loro dovere; il proprietario ribadisce la sua
proprietà privata e il diritto ad impedire il passaggio di estranei. Descrive la situazione del
fiume come una serie di chiusure impraticabili, su ambedue le rive, e definisce il suo
atteggiamento come comune a tutti i rivieraschi della zona. Sembra molto deciso nelle sue
affermazioni e nel mostrare poco gradimento per i viandanti: pur rimanendo sul piano della
formale cortesia, vorrebbero insomma dissuadermi dal considerare praticabili quei tratti di
argine. Mi indica la possibilità di uscire dalla loro proprietà attraversando le loro
piantumazioni verso Nord, fino a raggiungere una laterale omonima di via Delfica.
Sarebbe bene poter evitare il vivaio, compiendo una deviazione.
Dopo la ferrovia, il Ruviego compie un’ampia curva a destra seguita da una a sinistra: subito dopo
incontriamo un fossato che proviene da Nord e delimita il terreno del vivaio: giriamo per i campi
(Nord) lungo il fossato tenendoci sulla nostra sinistra, dalla parte esterna al vivaio; in fondo,
scavalcando (facilmente) il fossato, girare a destra (Est) su una carrareccia che poco dopo diventa
asfaltata ed è una laterale omonima di via Delfica.
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In realtà anche il breve tratto non asfaltato fa parte del vivaio. Normalmente passare lungo i
fossati è tacitamente accettato. In questo caso però non ne sono così sicuro. In ogni caso
siate prudenti.
Seguire la stradina fino alla via Delfica principale che dopo pochi metri scavalca il Ruviego (ponte
n. 5) (km. 5,15).
Questa stradina si aggira attraverso bei frutteti, fitti e invitanti. Non mancano delle belle e
grandi oche. Un piccolo salto d’acqua fa assomigliare il rio ad un vero fiume, ma subito le
acque si tranquillizzano, e le papere pedalano tranquille.
A sin.: Il ponte di via Delfica. L’argine destro è
invaso, ma anche quello sinistro diventerà
impraticabile: dobbiamo deviare qui.
L’argine destro si mostra subito intransitabile, ma anche il sinistro (che all’inizio sembra invece
libero) è chiuso dopo poche centinaia di metri, .
Siamo comunque arrivati fino alla chiusura, che qui assume un aspetto molto - come dire? sociologicamente rivelatore. Di primo acchito sembra che un fortino, una specie di torre di
guardia verde stia a presidiare la riva del Ruviego.
Chi ne fosse incuriosito potrebbe fare questa breve escursione “a fondo perduto”: circa 1,0
km. andata e ritorno.
A sin.: Sull’argine sinistro sembra di vedere un
fortino, una torre di guardia! Niente paura: è
solo una siepe foggiata come le mura guelfe.
Ma avvicinandoci per altra via, si rivela una fitta ed
alta siepe, potata al modo delle mura di un castello,
con tanto di merlatura guelfa. Cosa avrà
immaginato l’ideatore di questa messinscena?
Assedi di eserciti con arieti e catapulte? Che si sia munito di olio bollente? Mah!
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A sin.: Il Ruviego passa sotto via Visinoni. La siepe a
sinistra è tagliata come mura merlate. L’argine
conquistato va difeso!
Tornati al ponte di via Delfica, iniziamo la deviazione che ci viene imposta, che però può assumere
diverse proporzioni:
la prima (deviazione A) ci permette di aggirare la chiusura dell’argine (il “castello”);
la seconda (deviazione B) inizia qui ma ci permette di superare, oltre al “castello”, la “casa col cane
sciolto” di cui parleremo più sotto.
Deviazione A.
Proseguiamo su via Delfica che sbocca subito in via dei Centauri sulla quale ci avviamo girando a
sinistra (Sud-Est). Continuiamo diritti su via Giuseppe Sardi che a sua volta finisce su via Visinoni
all’incrocio con via Brendole (km. 5,90);
[N.B.: da questo incrocio si diparte la deviazione B che permette di aggirare la “casa col
cane sciolto” - vedi sotto];
giriamo a sinistra (Nord) e dopo 100 metri ritroviamo il 6° ponte sul Ruviego (km. 6,0).
In tutto la deviazione - da prima del vivaio a qui - è lunga 1.3 km.
Punto di fuga per Zelarino - 45.50655,12.205573
La via dei Centauri, stretta e col fossato poco curato, è tuttavia dotata di ville di un certo
tono, alcune delle quali in costruzione o in via di restauro. Uno dei tanti esempi della
benestante provincia veneta, e della tendenza - di chi se lo può permettere - ad abitare fuori
dai centri urbani.
Queste vie sono gradevoli, e non ci sono troppi cani che latrano (e questo mi meraviglia).
Si può ora riprendere l’argine destro. Infatti l’argine sinistro è sbarrato subito da un gruppo di case,
e poco dopo da quello che sembra un galoppatoio (si tratta infatti dell’agriturismo Agrisalus).
All’altezza dell’agriturismo il Ruviego fa una curva a destra di 90°. L’ansa è occupata da due
abitazioni: la prima (un prato sul fiume con la casa più arretrata) non è chiusa da reti o cancelli. La
gentile proprietaria però ci avverte - declinando ogni responsabilità futura - che tiene un cane
sciolto e che quindi bisogna essere prudenti nel passare vicino alla sua proprietà, anche
mantenendosi rigorosamente sull’argine.
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Scolmatore Ruviego tratto 3
A sin.: Il Rio è arrivato quasi alla fine del suo corso
“naturale”. Fra poco sarà cementificato. Vicino alla
casa rossa l’argine è libero, ma anche il cane...
La seconda è proprio sull’ansa. Le due rive sono qui unite
da un ponte (il 7°) che congiunge la via Comboni a Nord e
la via Favignana a Sud. Il ponticello però non costituisce
una via di fuga perché porta all’agriturismo Agrisalus che può essere chiuso, specie fuori
stagione.
Dopo le abitazioni, un canale si immette da sinistra nel Rio.
Ricevuto il permesso della proprietaria del cane, passiamo direttamente al Ruviego, arrivando alla
riva destra tagliando per il suo cortile.
Percorsi 250 metri, per superare un canale che si immette da destra nel Ruviego bisogna seguire il
canale stesso per pochi metri girando verso destra (Sud-Ovest), attraversare un ponticello il cui
cancello è fortunatamente apribile e tornare sull’argine del Ruviego. (km. 6,50)
A sin.: Il ponticello che consente di passare sulla riva
destra del canale e quindi del Ruviego. Il cancello non
è chiuso.
Deviazione B.
Se si volesse (o si dovesse) evitare la casa col cane, bisogna mettere in conto una lunga deviazione
B: alla fine di via Sardi, quando si incontra con via Visinoni [vedi sopra], invece di proseguire per
questa, prendere a destra (Sud-Est) per via Brendole; proseguire per 800 m. e - all’altezza dei un
campo da Rugby - girare a sinistra (Nord-Est) sulla laterale omonima di via Brendole, che affianca
una canale che si immette nel Ruviego: seguirne la riva sinistra fino ad un ponticello, che ci porta
sulla riva destra (il cancello è fortunatamente apribile). Pochi metri dopo siamo sulla riva destra
del Ruviego.
Le deviazioni per evitare prima il vivaio coi cani e i padroni poco simpatizzanti (vedi sopra),
poi il “castello fortificato”, e infine la casa con la padrona cortese ma con il cane sciolto
risulterebbe così lunga circa 2,4 km.
Sono tanti, forse troppi.
Il sito dei Corpi Idrici indica in questo punto l’inizio del tratto “cementificato” del Ruviego,
che qui dunque lascia il suo titolo di Rio per prendere quello inerente alla sua funzione di
Canale Scolmatore.
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A sin.: Ed ecco le rive impettite del Canale. Sullo
sfondo la ciminiera del depuratore.
Più avanti si incontra un manufatto di lucido acciaio: si
tratta del passaggio dell’Acquedotto di Mestre (km. 7,0). In
questo punto siamo a pochi metri dal fiume Marzenego che
scorre sulla sinistra.
Il canale Ruviego qui si accosta al venerando Flumen de
Mestre in un rispettoso “inchino”.
A sin.: Il lucido acciaio dell’Acquedotto di Mestre non
sembra più così fuori posto, dopo tutto questo
cemento.
(sett. 2013) e l’area dei depuratori.
Dopo questa tubatura il Ruviego si interra per un lungo
tratto, fino ad oltre la ferrovia e la tangenziale, passando
sotto la nuova stazione della metropolitana in costruzione
La parte finale del percorso è quindi problematica.
Seguire il corso sotterraneo del Ruviego è difficile e probabilmente ha poco senso. Forse solo per
vedere - benché solo da fuori del cantiere - gli imponenti lavori in corso,.
E’ quindi il caso di considerare concluso questo 3° tormentato tratto del nostro itinerario sullo
Scolmatore e raggiungere la via Brendole attraverso i campi, dirigendosi per 180 metri verso destra
(Sud). (km. 8,60 o 8,17 se si passa per la “casa col cane”)
Da qui - se si ha ancora un po’ di tempo e voglia - si può approfittare della vicinanza del
Forte Gazzera per una interessante escursione: seguite via Brendole verso destra (Ovest) per
450 m. e prendere poi a sinistra via Capodistria per altri 200 m.
§§§
Per tornare al centro Mestre si può prendere un autobus (Linea ACTV 7L http://www.actv.it/pdf/urbano/mappe/7L-UM.pdf LINK)
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SCOLMATORE RUVIEGO - TRATTO 3 --- BOZZA