Memorie d’inciampo a Roma Teofrasto Turchetti nato a Roma il 5 giugno 1921 militare di leva presenza attestata a Buchenwald il 28 marzo 1945 Caserma XXX maggio Reclusorio militare di Peschiera del Garda 22 agosto 1943 : Ultime notizie alla moglie da Teofrasto Turchetti Fonte: documento Vaticano Peschiera - Dachau Fonti: Trasporti Tibaldi L’8 settembre 1943, alla notizia dell’armistizio, i detenuti sfondano i cancelli e tentano di fuggire dal carcere. Fuori ci sono i tedeschi, che prendono possesso della caserma. Il 20 settembre, 1789 detenuti vengono deportati a Dachau (Trasporto Tibaldi 2). I detenuti entrano a Dachau il 22 settembre, con numeri di matricola dal 53669 al 55458. Turchetti, con il numero di matricola 55273, è fra loro. Il campo di concentramento di Dachau Dachau Turchetti, entrato a Dachau, dichiara come professione “schreiber” (stenodattilografo) Il 28 novembre subisce un “fermo precauzionale” Viene classificato come lavoratore coatto del Reich (AzR Arbeit Zwang Reich) Subisce vari spostamenti nei sottocampi di Dachau Il trasferimento nel campo mobile XIII.SS Baubrigade La 13° Brigata ferrovia SS Il 18 Gennaio 1945 Turchetti viene assegnato al campo mobile di Dachau 13° Brigata SS Ferrovia. La Brigata è collegata con il campo di concentramento di Sachsenhausen. Sachsenhausen Il trasferimento a Buchenwald Buchenwald Il 6 marzo 1945 Teofrasto viene trasferito nel campo di Buchenwald. Gli viene assegnato il numero di matricola 133539. Viene classificato come deportato per motivi politici (PoL: politisch) Risulta presente a Buchenwald fino al 28 marzo. Gli ultimi giorni Fonti: Lettera del Ministero 28 marzo 1945 : Ultima presenza accertata dalla Croce Rossa Internazionale nel campo di Buchenwald. Da questa data, il Ministero della Difesa considera Teofrasto “disperso in prigionia” . 30 marzo 1945: Arrivo a Sachsenausen, secondo “Il Libro dei Deportati” a cura di B.Mantelli e N.Tranfaglia e l’Archivio ANED di Milano. Internati Militari Italiani IMI I deportati di Peschiera erano militari che, secondo le testimonianze orali, si rifiutarono di collaborare con i nazisti. Possono essere quindi considerati “IMI”, anche se a Dachau non furono classificati come militari. Teofrasto era uno di loro. La pietra d’inciampo la pietra d’inciampo dedicata a Teofrasto Turchetti è stata posata Il 10 gennaio 2012. Si trova a Roma, in via dell’Argilla 15. Medaglia Fonti: Lettera Ministero Il 31 gennaio 2013 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha assegnato a Teofrasto la "Medaglia d'onore ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti 1943-1945“ Tale riconoscimento viene dato principalmente ai cittadini civili o militari internati ed avviati al lavoro coatto nei lager nazisti. L’assegnazione ha avuto luogo presso la sede della Provincia in Via IV Novembre e le medaglie sono state consegnate dal vice Prefetto, nel corso di in una breve cerimonia. Fonte: lettera del Ministero (medaglia) (torna a Medaglia) Fonte: lettera del Ministero Lettera del Ministero della Difesa In cui Turchetti risulta disperso dopo le sue ultime notizie da Buchenwald il 25 marzo 1945 (torna a Gli ultimi giorni) Fonte: documento Vaticano Richiesta di informazioni da parte di Maria Turchetti, moglie di Teofrasto, alla Segreteria di Stato – Ufficio informazioni – Città del Vaticano (torna a Caserma XXX maggio) Dachau Aperto il 22 marzo 1933 il campo di Dachau, a 13 km da Monaco, fu il primo campo di concentramento tedesco e divenne modello di tutti i campi. Inizialmente destinato alla reclusione degli oppositori politici, nel 1939 vi sono deportati migliaia di Rom e Sinti, che saranno utilizzati come cavie umane; nel 1940 gli arrivi sono soprattutto dalla Polonia. Anche molti religiosi furono deportati a Dachau. Dal 1942 iniziarono i trasporti di prigionieri verso il castello di Hartheim (il "sanatorio di Dachau"), centro del programma nazista di sterminio dei disabili denominato Aktion 14F13. In totale, alla fine del 1944 circa 60.00 persone sono detenute nel campo e nei suoi 150 satelliti esterni. Si calcola che circa 200.000 persone Passarono per Dachau. Circa 11.000 ebrei vi trovarono la morte per sfinimento durante il lavoro forzato. Una terribile epidemia di tifo decimò la popolazione. Dachau fu liberato dalle truppe statunitensi il 5 maggio 1945. Dei 32.335 prigionieri rimasti, in condizioni fisiche drammatiche, molti non sopravvissero. (torna a Il campo di concentramento di Dachau) Gli IMI L’8 settembre 1943 l’Italia firmò l’armistizio di Cassibile con gli angloamericani. II Comando Supremo e lo Stato Maggiore del Regio Esercito non impartirono direttive chiare e l’Esercito, con oltre un milione di soldati, cadde nelle mani dei nazisti. La Wehrmacht disarmò, catturò e trasferì nei Lager, in Polonia e in Germania, circa seicentocinquantamila militari italiani; se avessero accettato di arruolarsi nelle file della Repubblica di Salò avrebbero potuto lasciare i campi; solo un sesto firmò. Questi militari vennero chiamati Internati Militari Italiani e non dichiarati prigionieri di guerra, in modo da sottrarli alla Convenzione di Ginevra; fino all’agosto del 1944 gli ufficiali vennero rinchiusi in campi speciali, detti Oflager, ed in soldati nei Staglager. Questi campi erano diretti, amministrati e gestiti dalla Wehrmacht, non dalle SS. Nell’agosto del 1944 gli IMI vennero dichiarati lavoratori civili coatti e trasferiti nei campi di lavoro. Un certo numero di IMI però venne trasferito per punizione, per ragioni politiche o altro nei campi di concentramento e in quelli di sterminio. (torna a Internati Militari Italiani) 13° Brigata Ferrovia SS Il sub-campo 13.SS Baubrigade fu costituito nel campo di Dachau il 18 gennaio 1945 ed era collegato con il campo di concentramento di Sachsenhausen. Era comandatao dal tenente Bernhard Kuiper. I 504 prigionieri, tedeschi, francesi, polacchi, belgi,cechi, jugoslavi, sovietici ed italiani, tra cui Turchetti, furono assegnati al comando ferroviario di Erfurt e vennero nel tempo dispersi in vari cantieri lungo le linee per Francoforte e Coblenza (a sud-ovest). Ogni giorno i detenuti venivano trasportati al lavoro. Molti morirono per i bombardamenti o per lo sfinimento, molti vennero uccisi in modo indiscriminato. Uno dei comandanti, Hans Penkowski, veniva chiamato per questo "La mitragliatrice“. Il 30 gennaio 1945 scoppiò un'epidemia di tifo che provocò molte vittime. A metà marzo iniziò l'evacuazione con una marcia forzata verso Wetzlar. A fine maggio le truppe statunitensi liberarono i sopravvissuti. Nessuno dei comandanti della Brigata è mai stato giudicato colpevole. (torna a il trasferimento nelle 13° Brigata Ferroviaria SS) Sachsenhausen Il campo di Sachsenhausen, a nord di Berlino, aperto nel 1936, inizialmente destinato ai politici, è tra i più grandi della Germania settentrionale. All'inizio del 1945 contiene 56.624 detenuti. Il totale delle presenze negli anni di attività supera le duecentomila. la metà circa degli uomini vi trovò la morte per sfinimento, malnutrizione, maltrattamenti oltre che, dal 1943 in poi, per le camere a gas. Il campo veniva anche usato per l’addestramento delle SS. Fornì lavoro e schiavi alle industrie della regione e vi vennero effettuati pseudo-esperimenti su cavie umane. Fu liberato il 22 aprile 1945 da reparti dell'Armata Rossa, che vi trovarono circa 3000 persone, di cui 1400 donne. Poco prima i nazisti evacuarono circa 33.00 detenuti, imponendo loro una marcia forzata nella quale morirono a migliaia. Trovandosi nella zona assegnata ai sovietici, il campo venne poi da loro utilizzato fino al 1948 come campo di internamento in totale isolamento. (torna a Il trasferimento nel campo mobile delle SS Baubrigade) Buchenwald Il lager di Buchenwald è nella Germania orientale, a otto chilometri da Weimar. Aperto nel 1937 per i detenuti politici, pregiudicati recidivi , cosiddetti "antisociali", ebrei, testimoni di Geova e omosessuali tedeschi, divenne poi uno dei campi di sterminio principali della macchina nazista, anche se non vi erano camere a gas. Si ritiene che circa 260.000 persone vi siano state rinchiuse. Di queste vi trovarono la morte almeno 56.000, tra cui 11.000 ebrei. Il campo era affidato a delinquenti comuni e vi venne sperimentato l'annientamento da lavoro forzato nelle industrie circostanti o nei suoi 137 sottocampi. Altre uccisioni avvennero per gli esperimenti medici e le violenze delle SS. Il campo era anche un campo di selezione, ultimo passaggio per Auschwitz. Intravedendo la fine, le SS mandarono a morire circa 28.000 persone in una marcia senza meta. L'11 aprile 1945 arrivò al campo la terza armata statunitense, ma da tempo era in atto un movimento di resistenza. Le SS fuggirono e i prigionieri stessi liberarono il campo. C'erano ancora 21.000 persone, tra cui molti ragazzi e anche bambini. Fu poi usato, fino al 1950, come campo per oppositori politici dalla Germania orientale. (torna a Il trasferimento a Buchenwald) Fonte: Trasporti Tibaldi Italo Tibaldi, ufficiale di cavalleria piemontese, aderente alla Resistenza, deportato a Mauthausen ed Ebensee, liberato il 6 maggio 1945, fu, nello stesso anno, tra i fondatori dell'ANED. Per sessant'anni si dedicò alla ricerca e alla Memoria ricostruendo i dati di circa 30.000 deportati italiani. Il suo libro, Compagni Di Viaggio: Dall'Italia Ai Lager Nazisti.I Trasporti Dei Deportati (1943-1945) (Consiglio regionale del Piemonte, ANED, Franco Angeli,1995) è considerato un testo ineludibile per queste tematiche. Tibaldi ha identificato tutti i 288 convogli partiti dall'Italia per i lager nel periodo 1943-45, riuscendo a ricostruire in larga parte numeri di matricole e nomi dei deportati. È morto nel 2010. Nell'utilizzo storiografico si usano per i convogli i numeri progressivi da lui assegnati. I riferimenti al trasporto Tibaldi 2 sono alle pagine 31-35. torna a Peschiera - Dachau