Prevenzione e gestione della scabbia Che cos’è la scabbia?....................................................................................................................................................2 Come si trasmette la scabbia? ................................................................................................................................6 Come tratta la scabbia?...............................................................................................................................................7 Quali sono le principali misure di prevenzione e controllo? .........................................................................9 Quali controlli vanno fatti nelle strutture lunga degenza? ........................................................................11 Per richiedere chiarimenti sui contenuti di questo corso si può scrivere a [email protected] Quesiti Clinico-Assistenziali – anno 4, n.6, marzo 2013 ©Editore Zadig via Ampére 59, 20131 Milano www.zadig.it - e-mail: [email protected] tel.: 02 7526131 fax: 02 76113040 Direttore: Pietro Dri Redazione:: Nicoletta Scarpa Autore dossier: Alexandra Do Nascimento Prevenzione e gestione della scabbia 1. Che cos’è la scabbia? Punti chiave ● Diffusione ● Manifestazioni cliniche ● Trasmissione In sintesi La scabbia è un’infestazione il cui agente eziologico è Sarcoptes scabiei var. homini, un acaro parassita. Il suo ciclo evolutivo si compie interamente nell’uomo: la femmina gravida dell’acaro penetra nella cute, scava i cunicoli e depone 2-3 uova al giorno per tutta la durata della sua vita che è di circa 6 settimane. Il processo maturativo si completa in 2 settimane. Il sintomo caratteristico della scabbia è il prurito, mentre il segno clinico esclusivo della scabbia è il cunicolo, che appare come una sottile rilevatezza lineare della cute, di 2-5 mm di lunghezza. La scabbia è un problema di sanità pubblica nei paesi in via di sviluppo, ma presente anche nei paesi sviluppati.1 La prevalenza a livello mondiale è stimata in circa 300 milioni di casi ogni anno. 2 Tra i fattori che favoriscono la sua diffusione vanno segnalati: lo scarso livello igienico, la promiscuità, la permanenza presso strutture socio-assistenziali. La scabbia può causare epidemie negli ospedali e nelle strutture a lunga degenza, perché si trasmette attraverso i contatti interpersonali e il numero elevato di individui immunodepressi e di soggetti in età avanzata facilita la sua diffusione. Inoltre il contagio viene favorito dal lungo periodo di incubazione, durante il quale le persone possono essere contagiose e dal fatto che spesso si hanno ritardi nella diagnosi perché può essere facilmente scambiata per altre patologie cutanee. 2-4 La scabbia è un’infestazione il cui agente eziologico è il Sarcoptes scabiei var. homini, un acaro parassita. Il suo ciclo evolutivo si compie interamente nell’uomo: la femmina gravida dell’acaro penetra nella cute, scava i cunicoli e depone 2-3 uova al giorno per tutta la durata della sua vita che è di circa 6 settimane. Il processo maturativo si completa in 2 settimane e solamente il 10% delle uova va incontro a maturazione. 1 Il periodo di incubazione prima della comparsa dei sintomi è di circa 3-4 settimane, nella prima infestazione, tempo necessario perché l’ospite si sensibilizzi agli antigeni dell’acaro, 1,2 ma può essere relativamente breve da 1 a 3 giorni, nei casi di reinfestazione. 2 Manifestazioni cliniche Il sintomo caratteristico della scabbia è il prurito, indice di una reazione di ipersensibilità ad antigeni dell’a caro. Il prurito ha una tipica acutizzazione notturna. Il segno clinico esclusivo della scabbia è il cunicolo, che appare come una sottile rilevatezza lineare della cute, di 2-5 mm di lunghezza, osservabile in alcune aree quali gli spazi interdigitali delle mani (figura 1), la superficie flessoria del polso, i gomiti, il pilastro anteriore del le ascelle, l’ombelico, i fianchi e gluteo, la regione mammaria (figura 2). Figura 1. Scabbia in zona interdigitale2 Piccole vescicole con contenuto sieroso possono essere presenti all’estremità dei cunicoli o, separatamente, nelle stesse sedi. Sono caratteristiche le vescicole e le papule a livello addominale (area della cintura). 5 -2- Prevenzione e gestione della scabbia Figura 2. Scabbia nella regione mammaria2 I noduli sono un altro segno clinico della scabbia: sono rilevatezze cutanee, spesso ricoperte da squamo-croste, visibili soprattutto a livello genitale (asta, glande e scroto) nel maschio e a livello dei glutei e dei pilastri ascellari. Sono notevolmente pruriginosi, istologicamente sono costituiti da un infiltrato linfoistiocitario e rappresentano una prolungata reazione di ipersensibilità ritardata. 2,5 Figura 3. Noduli a livello del pilastro anteriore dell’ascella 5 Nei bambini e nei neonati si possono osservare lesioni aspecifiche. Nei bambini i cunicoli possono essere tipicamente evidenti anche a livello palmare e plantare (figura 4). Lesioni come vescicole, pustole e noduli pos sono essere distribuiti in forme atipiche (sulle mani e sui piedi). 2,6 Nei neonati spesso sono coinvolti il volto, il collo e il cuoio capelluto.2,6 Figura 4. Scabbia nei bambini, presenza di cunicoli a livello della superficie plantare e mediale dei piedi2,5 L’uso di farmaci topici o sistemici può contribuire a mascherare la diagnosi di scabbia, confondendola con altre malattie, per esempio dermatiti atopiche. 6,7 Negli anziani allettati le manifestazioni cliniche della scabbia sono atipiche, in quanto sono colpite aree cuta nee non coinvolte nella scabbia normale. E’ tipico della scabbia dell’anziano un interessamento del tronco, in particolare della regione interscapolare (zone a contatto col letto) e degli arti inferiori. Spesso sono presenti papulo-pustole.5 Inoltre, la scabbia nelle persone anziane spesso non viene riconosciuta perché il prurito è attribuito a “prurito senile” o ad ansia. 7 Per questi aspetti anomali spesso non è semplice effettuare la diagnosi. -3- Prevenzione e gestione della scabbia Figura 5. Forma atipica di scabbia negli anziani 2,7 Altre manifestazioni cutanee atipiche della scabbia sono escoriazioni lineari, secondarie al grattamento, ec zemi e lesioni impetiginizzate (segno di sovrinfezione da Streptococcus pyogenes o Staphylococcus aureus).8 La scabbia con presentazioni atipiche è difficile da diagnosticare rispetto alle forme classiche, di conseguenza si rischia la comparsa di focolai epidemici. L’uso estensivo o prolungato di corticosteroidi nei pazienti con scabbia può causare manifestazioni cutanee come vescicole, pustole e noduli (scabbia incognito, figura 6). Dopo l’uso di corticosteroidi topici, la pelle diventa sottile, la risposta infiammatoria è ridotta, e la risposta cellulare immunitaria è soppressa, riducendo i sintomi e favorendo infezioni secondarie.6 Figura 6. Scabbia incognito, diffusione asintomatica eritematosa con lesioni papulari secondaria all’utilizzo di terapia topica con steroidi 6 L’altra variante clinica è la scabbia crostosa (norvegese), una forma grave che colpisce soprattutto i soggetti con scarse difese immunitarie (perché con malattie terminali, AIDS e neuropatie e in soggetti defedati, trapiantati o sotto terapia con steroidi sistemici e topici). 2,5,6 Clinicamente, i soggetti con scabbia norvegese hanno un marcato ispessimento cutaneo a livello palmo- plantare, sul dorso delle mani, sulle ginocchia (figura 7 e figura 8). Le unghie sono ispessite per una marcata ipercheratosi subungueale. Si evidenzia la presenza di eritema, dermatite seborroica o desquamativa (dermatomiosite) e croste che sono più evidenti in corrispondenze delle prominenze, come il dorso delle dita, dei polsi e le orecchie.2,6 La caratteristica più importante della scabbia norvegese è la sua estrema contagiosità. E’ una forma molto difficile da curare perché la scarsità delle difese del paziente permette agli acari di riprodursi in grandissima quantità; per questo motivo c’è una grossa diffusione di acari nell’ambiente. Un altro fattore che rende la -4- Prevenzione e gestione della scabbia scabbia norvegese così contagiosa è l’assenza di prurito: per deficit immunitario o per mancata percezione del prurito. La diagnosi di scabbia è quindi ritardata, e aumenta così il rischio di contagiare altre persone. 1,5 Figura 7. Scabbia crostosa in regione plantare e interdigitale 2 Figura 8. Scabbia crostosa in paziente anziano6 Diagnosi La diagnosi clinica è il principale metodo di accertamento della malattia. Si basa sulla presenza dei cunicoli sulla pelle, correlata alle caratteristiche cliniche come la presenza di prurito in altri membri della famiglia, prurito che peggiora di notte, e la distribuzione anatomica delle lesioni. La maggiore difficoltà diagnostica è dovuta alle manifestazioni atipiche (per esempio nei bambini e anziani) e l’assenza di prurito nella scabbia norvegese. La diagnosi clinica è confermata dall’esame microscopico diretto del materiale ottenuto dal raschiato cutaneo, nel quale si individua la presenza dell’acaro, di feci o uova. 1,2,5 Nuovi metodi come la dermoscopia o il test del nastro adesivo possono aumentare la sensibilità del test sul raschiato cutaneo e limitano i falsi negativi.8 Come si trasmette la scabbia? La fonte più comune di trasmissione della scabbia è il contatto prolungato con un individuo infestato. Occorrono da 15-20 minuti di contatto perché si verifichi la trasmissione diretta. La trasmissione intrafa miliare è frequente.1 Tuttavia, è in crescita la trasmissione tra gli individui che vivono o frequentano comunità, dove il contatto tra le persone è ravvicinato (istituti di lunga degenza, asili nido, eccetera). 1,4 Il contagio può avvenire nei bambini delle scuole materne attraverso la compresenza nei lettini durante il riposino, oppure scambiando abiti o cappelli; il contagio in una classe elementare è estremamente improbabile. I bambini sono altamente suscettibili a causa del loro contatto ravvicinato con genitori e fratelli e della pelle che ha lo strato corneo più sottile. Il contagio indiretto è raro, 1 può avvenire attraverso il passaggio dell’acaro alla biancheria e lenzuola se sono stati contaminati da poco dal malato; in genere la sopravvi venza lontano dalla cute dell’uomo è al massimo di una giornata per l’acaro, e di circa 10 giorni per le uova.2 Nella scabbia classica l’ambiente ha un ruolo minore nella trasmissione, il numero di acari per paziente è di 10-15 rispetto ai due milioni presenti nei pazienti con scabbia norvegese. I numerosi acari trovati nei pazienti con scabbia norvegese favoriscono la trasmissione attraverso l’ambiente. 4 Bibliografia 1. Hay RJ, Steer AC, Engelman D Walton S. Scabies in the developing world-its prevalence, complications, and man agement. Clinical Microbiology and Infection 2012;18:313-23. 2. Chosidow O. Clinical practice. Scabies. New England Journal of Medicine 2006;354:1718-27. -5- Prevenzione e gestione della scabbia 3. Buhlman M, Iltin P, Zanetti G, et al. Raccomandazioni per il trattamento della scabbia negli ospedali acuti e negli istituti a lunga degenza. Swiss Noso 2010;16:4-6. 4. Vorou R, Remoudadaki HD, Maltezou H.C. Nosocomial scabies. Journal of Hospital Infection 2007;65:9-14. 5. Piraccini BM, Antonucci A, Catanzaro C. Scabbia nosocomiale: una patologia emergente. OdV- Gli ospedali della vita 2002;19:1-12. 6. Cestari FT, Martignago BF. Scabies, pediculosis, bedbugs, and stinkbugs: uncommon presentations. Clinics in Der matology 2005;23:545-54. 7. Chosidow O. Scabies and pediculosis. Lancet 2000;4:355:819-26. 8. Monsel G, Chosidow O. Management of Scabies. Skin Therapy Letter 2012;7:1-4. -6- Prevenzione e gestione della scabbia 2. Come si tratta la scabbia? Punti chiave ● Terapia ● Applicazione della terapia topica ● Gestione del prurito In sintesi L’approccio terapeutico prevede la somministrazione al soggetto malato, ai familiari e a tutti coloro che ne sono venuti in contatto farmaci acaricidi. La terapia si somministra per via topica o per bocca (ivermectina). L’applicazione per via topica deve essere effettuata con cura ricoprendo tutto il corpo dal collo sino alla punta delle dita dei piedi, comprese le regioni palmari, plantari e la regione inguinale, con l’eccezione del viso e del cuoio capelluto. Per trattare il prurito si può ricorrere a emollienti in maniera intensiva oppure può essere necessario cambiare la terapia acaricida. Trattamento L’approccio terapeutico per un soggetto con scabbia comprende il trattamento della persona, dei partner e dei contatti nei 30 giorni precedenti l’infestazione. 1-3 In caso di infestazione in comunità, tutta la popolazione a rischio andrebbe trattata, per il rischio di epidemie. Il trattamento raccomandato prevede: permetrina 5% crema, da applicare su tutto il corpo due volte, con una settimana di intervallo 4 e rimuovere con acqua dopo 8-14 ore. E’ il trattamento di prima scelta perché ha una bassa tossicità ed è l’unico indicato in gravidanza e allattamento 2,3 nei lattanti (di più di 2 mesi).5 L’uso di permetrina è efficace nel controllo della scabbia endemica in comunità. 2 Le reazioni avverse sono bruciore, dolore pungente, aumento del prurito, rash cutaneo e diarrea. 3,6 A oggi, ci sono solo pochi casi documentati di resistenza alla permetrina; Ivermectina 200 microg/kg unica dose per via orale, ripetuta dopo due settimane. E’ controindicata in gravidanza e in allattamento e non è stata valutata nei bambini di peso inferiore a 15 kg. 2 L’ivermectina dovrebbe essere la terapia di routine per i soggetti che non hanno risposto, o non tollerano il trattamento topico; può essere la prima scelta per il trattamento negli anziani con eczema generalizzato. 7 E’ anche indicata per i soggetti defedati e per il trattamento dei focolai epidemici nelle istituzioni. 5 La tolleranza è buona e gli effetti collaterali sono trascurabili e poco frequenti. Si possono presentare reazioni avverse minori come cefalea, ipotensione, dolori addominale e vomito.6 In alternativa si possono usare: cromatitone 10% in crema, meno efficace della permetrina, da applicare su tutto il corpo per 2 notti e rimuovere dopo 24 ore dall’ultima applicazione. 3 Il crotamitone non è efficace per l’infestazione ma può essere utile per alleviare il prurito,9 può però indurre irritazione cutanea e reazioni allergiche; 5 benzoato di benzile al 25%, preparato topico. L’applicazione deve restare sul corpo per 12 o 24 ore. Non va impiegato nei bambini perché irritante. E’ efficace ma è frequentemente causa di irritazione cutanea, diarrea ed eczema da contatto;1,3,8 zolfo composto da un precipitato di zolfo (5-10%) in etere di petrolio: viene applicato per 3 notti consecutive e lavato abbondantemente 24 ore dopo l’ultima applicazione. E’ esteticamente poco accettabile perché ha un cattivo odore e macchia l’abbigliamento. Può anche causare irritazioni cutanee e dermatiti. Per la sua sicurezza può essere utilizzato anche in bambini, lattanti (età <2 mesi), 5 donne in gravidanza e in allattamento.6 Applicazione della terapia topica Il prodotto topico va applicato dal collo sino alla punta delle dita dei piedi, comprese le regioni palmari, plan tari e la regione inguinale, con l’eccezione del viso. E’ necessario tagliare le unghie, applicare il prodotto topi co sotto le unghie, non dimenticando la regione periungueale (si può usare uno spazzolino) e gli spazi interdigitali. Nei bambini sotto i due anni, negli anziani degenti in case di riposo e nei soggetti con ridotte difese im munitarie occorre trattare anche il cuoio capelluto. Nelle tabelle 1 e 2 sono riportati i principali trattamenti e le indicazioni. Tradizionalmente gli acaricidi sono applicati dopo un bagno caldo, ma questo non è necessa-7- Prevenzione e gestione della scabbia rio; esistono anzi prove che un bagno caldo ne possa aumentare l’assorbimento plasmatico rimuovendoli dal loro sito d’azione cutaneo. E’ importante avvisare i pazienti di non lavarsi le mani dopo il trattamento altri menti è necessaria una nuova applicazione. Tabella 1 - Trattamento della scabbia in base alle condizioni cliniche o a situazioni particolari 1 Condizione clinica Terapia raccomandata Scabbia classica 2 applicazioni di permetrina 5% o benzoato di benzile Scabbia norvegese diverse applicazioni di permetrina o benzoato di benzile con ripetute dosi di ivermectina per bocca permetrina o benzoato di benzile (utilizzo limitato a 12 ore ) permetrina, benzoato di benzile (utilizzo limitato a 12 ore) e zolfo da preferire ivermectina per bocca bambini <2 anni d’età gravidanza Scabbia con sovrainfezione Epidemia in istituzione Terapia alternativa Misure alternative 2 dosi di ivermectina 200 microg/kg per via orale (nei giorni 1 e 14) utilizzo di agenti cheratolitici ivermectina controindicata in bambini <15 kg trattare il viso, eccetto bocca e occhi Commenti le persone in stretto contatto fisico, anche in assenza di sintomi, dovrebbero ricevere lo stesso trattamento contemporaneamente controllare la diffusione dell’infestazione trattare i noduli della scabbia con crotamitone ivermectina controindicata eseguire terapia antibiotica prima del trattamento topico trattare casi clinici come raccomandato per la scabbia classica e norvegese trattamento simultaneo dei casi e delle persone esposte rischio di glomerulonefrite post streptococcica e sepsi sistemica formazione team per la gestione delle epidemie Gestione del prurito Al termine della cura può persistere il prurito (che non si presenta più di notte) perché il trattamento uccide l’acaro ma il suo corpo rimane nella cute e continua a creare uno stimolo allergico. Il prurito persisterà, se non trattato in maniera appropriata, finché il sistema naturale di difesa esaurirà la sua azione nei confronti dei residui dell’acaro (di solito in media circa due settimane). Per il prurito, una volta che la scabbia sia stata trattata possono essere utili i corticosteroidi topici e a volte gli antistaminici per bocca. 9 Tabella 2 - Cause e gestione del prurito persistente dopo la terapia 1-8 Condizione Irritazione cutanea Fallimento della terapia Delirio da parassitosi -8- Causa Gestione eccesso di trattamento uso intensivo di emollienti eczematizzazione uso intensivo di emollienti dermatite atopica uso di steroidi topici errata esecuzione del trattamento eseguire un altro ciclo di cura spiegare nuovamente come eseguire il trattamento resistenza cambiare prodotto reinfestazione o recidiva altro ciclo di cura (includere anche il cuoio capelluto e i familiari) prurito da parassitosi consulenza psichiatrica dermatosi non da parassitosi trattare la causa sottostante Prevenzione e gestione della scabbia Chi dovrebbe essere sottoposto al trattamento? Ogni persona alla quale stata diagnosticata la scabbia Tutte le persone a stretto contatto con la persona affetta da scabbia, il/la partner sessuale e tutti i familiari Chi abita nello stesso locale o appartamento, anche se apparentemente non manifesta sintomi della malattia Persone a stretto contatto con un nucleo familiare infestato, quali amici molto stretti, collaboratrici domestiche o compagni di classe dei figli, se frequentano la casa Bibliografia 1. Monsel G, Chosidow O. Management of Scabies. Skin Therapy Letter 2012;7:1-4. 2. Public Health Agency of Canada. Canadian guide lines on sexually transmitted infections. Ottawa: Public Heal Agency 2010. 3. Buffet M, Dupin N. Current treatments for scabies. Blackwell Publishing Fundamental & Clinical Pharmacology 2003;17:217-25. 4. Goldust M, Rezaee E, Hemayat S. Treatment of scabies: comparison of permethrin 5% versus ivermectin. Journal of Dermatology 2012;39:545-7. 5. Vorou R, Remoudadaki HD, Maltezou H.C. Nosocomial scabies. Journal of Hospital Infection 2007;65:9-14. 6. Walker GJA, Johnstone PW. Interventions for treating scabies. Cochrane Database Syst Rev 2000. 7. Chosidow O. Clinical practice. Scabies. New England Journal of Medicine 2006;354:1718-27. 8. Piraccini BM, Antonucci A, Catanzaro C. Scabbia nosocomiale: una patologia emergente. OdV- Gli ospedali della vita 2002;19:1-12. 9. AIFA. Guida all’uso dei farmaci 5. Masson 2008;5. -9- Prevenzione e gestione della scabbia 3. Quali sono le principali misure di prevenzione e controllo della scabbia? Punti chiave ● Prevenzione in comunità ● Protezione degli operatori sanitari In sintesi Per prevenire l’epidemia di scabbia si raccomanda di evitare il contatto diretto con le persone infestate. Inoltre occorre lavare tutti i vestiti, la biancheria e gli oggetti del soggetto infestato. I materassi e gli ambienti domestici vanno disinfettati con strumenti a getto di vapore e vanno allontanati tutti gli oggetti che non possono essere lavati per almeno 72 ore. I soggetti ospedalizzati devono rimanere in isolamento per almeno 24 ore. Prevenzione1-5 Sarcoptes scabiei è un parassita obbligato e altamente sensibile alla disidratazione fuori dall’ospite. A temperature inferiori a 20°C gli acari sono quasi immobili e muoiono in 12/24 ore. 6,7 La loro morte si verifica rapidamente a temperature superiore a 50°C.3,6 Pertanto si raccomanda di: evitare il contatto diretto con le persone infestate o con i loro oggetti (vestiti, biancheria); trattare l’ambiente (con le normali procedure), la biancheria (lenzuola, asciugamani) e i vestiti utilizzati dal soggetto con scabbia nei 3 giorni prima della terapia. La fumigazione di zone abitate non è necessaria; disinfestare la casa (materassi, divani, poltrone e pavimenti) con strumenti a getto di vapore ad alta temperatura; mettere i materassi sottovuoto o allontanarli dalle persone per almeno 72 ore; lavare i giocattoli e gli oggetti personali; lavare a secco o in lavatrice a temperature >50°C le lenzuola e la biancheria utilizzata nei 3 giorni precedenti la terapia, o asciugarle a cicli caldi; allontanare dal contatto corporeo per almeno 72 ore gli oggetti che non possono essere lavati. Può essere utile metterli in un sacco di plastica con chiusura ermetica per almeno 3 giorni; trattare la persona infestata, coloro che hanno avuto un prolungato contatto e tutti i membri della famiglia allo stesso tempo per evitare reinfestazioni. Le misure di profilassi per esigenze di sanità pubblica, Circolare n° 4 del 13 marzo 1998 Protocollo 400.3/26/1189, prescrivono l’allontanamento da scuola o dal lavoro fino al giorno successivo a quello di inizio del trattamento. Per i soggetti ospedalizzati o istituzionalizzati, isolamento da contatto per 24 ore dall’ini zio del trattamento. E’ obbligatoria la notifica come malattia infettiva. Misure di prevenzione a scuola8,9 Lo studente va allontanato dalla frequenza scolastica fino al giorno successivo a quello di inizio del trattamento specifico. Occorre contattare telefonicamente il Servizio Igiene e Sanità Pubblica per l’eventuale segnalazione del caso e informare i genitori/tutori dei compagni di classe del caso confermato e che i segni e sintomi di scabbia possono comparire anche dopo 1-2 mesi dall’esposizione. Vanno quindi allertati i genitori/tutori dell’eventuale esposizione del loro figlio. Per la diagnosi e il trattamento dei casi sospetti occorre fare riferimento alla Azienda Sanitaria Locale. Per i compagni di scuola della stessa classe del caso confermato è necessaria una sorveglianza sanitaria, per verificare se nel lasso di tempo di 6-8 settimane compaiono sintomi come il prurito. Se più del 10% degli studenti sono colpiti chiedere aiuto all’Azienda Sanitaria Locale per il controllo del focolaio. Informare i genitore/tutori della presenza di un focolaio. Incoraggiare genitori/tutori a notificare alla scuola tutti i contatti stretti con soggetti con scabbia Oltre alle misure raccomandate per la scabbia classica, in caso di scabbia crostosa (norvegese) si dovrebbe: ospedalizzare i soggetti infestati; mettere le persone in isolamento da contatto, per l’alto rischio di trasmissione, sino a 24 ore dopo la fine del trattamento (con esito efficace); - 10 - Prevenzione e gestione della scabbia trattare rapidamente e in maniera aggressiva le persone colpite e i loro contatti stretti, tra cui i familiari, per evitare epidemie. Si consiglia un trattamento combinato con terapia topica (benzoato di benzile 5% o permetrina 5%) e trattamento ripetuto con ivermectina per via orale 200 mg/kg nei giorni 1, 2, 8, 9, e 15. Un trattamento aggiuntivo con ivermectina nei giorni 22 e 29 potrebbe essere richiesto per i casi più gravi. Il trattamento topico su tutto il corpo può essere ripetuto ogni giorno per 7 giorni, poi 2 volte alla settimana fino alla fine della cura (CDC 2010); trattare l’ipercheratosi con un agente cheratolitico; tagliare le unghie corte e spazzolarle con un prodotto anti scabbia. Protezione degli operatori sanitari e igiene Gli operatori, i parenti e gli assistenti devono utilizzare dispositivi di protezione individuale (guanti, camici e copriscarpe) durante l’assistenza e pulizia della stanza. Se si utilizzano presidi non monouso, prima dell’uso su altri pazienti vanno lavati con acqua e sapone e disinfettati con una soluzione di cloroderivati a 1.000 ppm (antisapril 5 %). I locali, i tappeti e i mobili imbottiti utilizzati da un soggetto affetto da scabbia crostosa devono essere puliti e aspirati dopo l’uso e il sacchetto dell’aspirapolvere va immediatamente scartato. La pulizia degli ambienti (camera di degenza) va fatta con disinfettanti tipo clorossidante elettrolitico (antisapril 2%) da impiegare su superfici asciutte. Il materiale utilizzato dovrebbe essere monouso; se riutilizzabile va lavato a temperatura superiore a 50°. Bibliografia 1. Piraccini BM, Antonucci A, Catanzaro C. Scabbia nosocomiale: una patologia emergente. OdV- Gli ospedali della vita 2002;19:1-12. 2. Monsel G, Chosidow O. Management of Scabies. Skin Therapy Letter 2012;7:1-4. 3. Centers for Disease and Control and Prevention. Sexually transmitted diseases treatment guidelines 2010.MMWR 2010;59:1-110. 4. Public Health Agency of Canada. Canadian guide lines on sexually transmitted infections. Ottawa: Public Heal Agency 2010. 5. Centers for Disease Control and Prevention. Scabies. http://www.cdc.gov/ncidod/dpd/parasites/scabies/factsht_ scabies.htm. 6. Buffet M, Dupin N. Current treatments for scabies. Blackwell Publishing Fundamental & Clinical Pharmacology 2003;17:217-25. 7. Hay RJ, Steer AC, Engelman D Walton S. Scabies in the developing world-its prevalence, complications, and man agement. Clinical Microbiology and Infection 2012;18:313-23. 8. Bergeson T, Daybell MS, Riggers ML, et al. Infectious Disease Control Guide for School Staff 2004. Washington State Department of Health:Community and Family Health Division. 9. Chiamenti G, Chiesa E, D’Ettore G, et al . Manuale per la prevenzione delle malattie infettive nelle comunità infantili e scolastiche. www.istruzioneveneto.it - 11 - Prevenzione e gestione della scabbia 4. Quali controlli vanno fatti nelle strutture di lunga degenza? Punti chiave ● Numero di casi ● Tipo di scabbia In sintesi In caso di focolaio epidemico occorre valutare: il numero di casi, il tempo trascorso da quando c’è stata l’infestazione a quando è avvenuta la diagnosi e il tipo di scabbia. In caso di episodi multipli, oltre a un piano di profilassi per tutto il personale, i pazienti che sono stati in contatto e i familiari, occorre attuare un programma d’informazione per istruire medici, infermieri e personale di supporto sulla gestione della scabbia. In caso di scabbia norvegese, molto contagiosa, è importante oltre alle misure indicate coinvolgere tutto il personale medico e infermieristico per segnalare tempestivamente il sospetto di nuovi casi e procedere con diagnosi e trattamento in tempi rapidi. I focolai epidemici nelle istituzioni possono essere difficili da controllare e richiedono una risposta rapida, aggressiva e sostenuta.1-3 Un focolaio di scabbia suggerisce che la trasmissione si sia verificata all’interno dell’istituzione per diverse settimane o mesi, aumentando così la probabilità che una parte del personale o di soggetti infestati possano aver avuto il tempo di diffondere la scabbia in altre parti della comunità o ad altre strutture. Le misure per il controllo della scabbia in un’istituzione dipendono da alcuni fattori: il numero di casi sospetti o diagnosticati; da quanto tempo le persone infestate sono state presso l’istituzione senza essere diagnosticate e/o trattate; il tipo di scabbia (classica o norvegese). Numero di casi In caso di un singolo episodio di scabbia classica, le misure per prevenire l’epidemia sono: sorveglianza per diagnosticare precocemente nuovi casi; utilizzo delle misure di controllo dell’infestazione, durante la movimentazione del paziente (per esempio evitare il contatto, uso di guanti e camici, igiene delle mani) sino a 24 ore dopo l’inizio del trattamento; trattare precocemente e fare un follow-up dei casi; trattamento profilattico di personale, altri pazienti e familiari che hanno avuto un contatto prolungato con casi sospetti o confermati. Il contatto pelle a pelle con i pazienti con scabbia va evitato per almeno 8 ore dopo il trattamento. In caso di episodi multipli di scabbia classica, oltre alle misure sopra citate si dovrebbe attuare un programma d’informazione per istruire medici, infermieri e personale di supporto sulla gestione della scabbia. I dati clinici ed epidemiologici dovrebbero essere analizzati per determinare l’entità dei fattori responsabili di epi demia e/o di rischio di diffusione. Tipo di scabbia La scabbia norvegese è altamente trasmissibile, pertanto le misure di controllo per un focolaio epidemico che coinvolge uno o più casi prevedono, oltre alle raccomandazioni sopra citate: rilevamento rapido e diagnosi precoce; controllo delle infestazioni e misure di trattamento per prevenire e controllare la diffusione; coinvolgimento del personale addetto al controllo delle infezioni e dermatologi appena si sospetta un caso di scabbia nell’istituzione; informare medici, infermieri e personale di supporto sulla gestione della scabbia. Finché il trattamento non è efficace i soggetti con scabbia norvegese devono essere messi in isolamento e as sistiti da personale dedicato per ridurre il rischio di trasmissione. Tutto il personale, i volontari e i visitatori che possono essere stati esposti a un soggetto affetto da scabbia norvegese devono essere identificati e trattati allo stesso tempo per evitare una reinfestazione. I soggetti devono essere informati che l’eruzione cutanea e il - 12 - Prevenzione e gestione della scabbia prurito della scabbia possono persistere fino a 2 settimane dopo il trattamento. I sintomi o segni che persistono più di 2 settimane possono essere attribuiti a diversi fattori: il fallimento del trattamento dovuto alla resistenza ai farmaci o alla scorretta applicazione dei prodotti topici, oppure la scarsa penetrazione dei pro dotti negli strati cutanei dei pazienti con scabbia crostosa a causa dell’ipercheratosi. Bibliografia 1. Buhlman M, Iltin P, Zanetti G, et al. Raccomandazioni per il trattamento della scabbia negli ospedali acuti e negli istituti a lunga degenza. Swiss Noso 2010;16:4-6. 2. Vorou R, Remoudadaki HD, Maltezou H.C. Nosocomial scabies. Journal of Hospital Infection 2007;65:9-14. 3. Centers for Disease Control and Prevention. Scabies. http://www.cdc.gov/ncidod/dpd/parasites/scabies/factsht_ scabies.htm. - 13 -