PAGINA 17 LA GAZZETTA DEL VARA Calice al Cornoviglio Uffici Comunali Calice Capoluogo tel 0187/936309 fax 0187/936451 Piano di Madrignano tel 0187/935644 fax 0187/935580 e-mail: [email protected] Ufficio Anagrafe Responsabile Paita Lucia Piano di Madrignano: dal Lunedì al Venerdì -11 Calice: Sabato 9-12 Ufficio Tecnico Responsabile Geom. Ceravolo Nicola Piano di Madrignano: Lun, Merc, Ven, 9-11 Calice: Martedì 9.30-11.30 Ufficio Tributi Responsabile Dr.ssa Mancuso Raffaella Piano di Madrignano: Martedì e Giovedì 9-11 Calice: Lunedì 9-11 Polizia Municipale Responsabile Scattina Ezio Calice: Giovedì 9.30-11.30 Assistente Sociale Responsabile Patrizia Tempesti Piano di Madrignano: Lunedì 9-11 Medico Dr. Bocchia Alessandro Calice: Martedì e Venerdì ore 9-11 Giovedì ore 16.30-17.30 CGIL sede Calice Venerdì 9-11 CISL sede di Calice al Cornoviglio, mercoledì 9-12 CIA sede Calice Sabato 9-12 EPACACalice: Giovedì 10-12 Madrignano: 1° e 3° martedì del mese 15-16Sindaco Geom. Alberto Battilani VicesindacoTomà Rinaldo, Assessor i: Tomà Rinaldo, Aldo Remedi, Mario Scampelli, Alessandra Rossi, Consiglieri: Roberto Verelli, Marco Angeletti, Stefano Franceschini, Elisa Corio Tutti uniti per far vivere e diffondere la memoria dei nostri borghi Premiati Luigia (Gina) Rapallini che da sola accudisce il piccolo nucleo di Filettino. Igino Andreoni presidente dell’ Avis. Luigino Montinaro assieme al fratello gestisce uno dei pochi negozi rimasti e fondato l’ associazione sportiva. Francesco Ratti fortissimo calciatore con la passione per la storia calicese laureatosi a Pisa con una tesi sul mulino di Novegina. Le lane di Villagrossa Sono abbastanza anziano da ricordarmi le nostre nonne di un tempo sferruzzare calze, maglie, sciarpe e berretti. Lo facevano a tempo perso, nei momenti di riposo, chiacchierando fra di loro, recitando il rosario, sonnecchiando durante le lunghe veglie, battendo le palpebre nelle notturne attese di un familiare, vegliando un infermo, un neonato, al pascolo sorvegliando……la materia prima. Di quegl’indumenti rammento la leggera, temporanea irritazione cutanea che provocavano nel calzarli, nell’infilarli sulla pelle nuda, nel calcarli sulle orecchie. Ho ancora presente il loro semplice intreccio, la ruvidezza della lana, una lana greggia, grossolana, autentica, di roba …“fatta in casa”. Un prodotto finito, anche se non rifinito, che partiva dal manto della pecora e che arrivava ¬– dopo una lunga, paziente, manuale lavorazione – al sostanziale oggetto necessario e indispensabile al vivere di allora. Una sequenza lavorativa antica – tanto ancestrale da sembrare naturale – che fluiva dal lavaggio dell’animale alla tosatura, dall’essiccamento alla cardatura a mano, dal filare con rocca e fuso alla ritorcitura di due fili per giungere al tessere con i ferri da calza. Un ciclo produttivo completo. La filiera iniziava e terminava sul posto. Pura autarchia! Per lunghi secoli la lana fu la più importante fibra per l’abbigliamento e solo dalla metà dell’800, dapprima con il cotone e poi con le fibre sintetiche, il suo impiego venne gradualmente ridotto. La sua qualità e la sua quantità dipendevano dalle pecore in base alla razza, al sesso, all’età e alle condizioni ambientali. In Val di Vara oramai le greggi sono allevate solo in funzione della carne e del latte, quest’ultimo in misura molto minore, quasi trascurabile. Un’epoca è tramontata! In occasione della festa della castagna, organizzata a Castello di Calice al Cornoviglio domenica 11 ottobre scorso, sono stato amabilmente trascinato da una gentile signora mia amica presso un banco colmo di indumenti e drappi dal biancore abbagliante. Vengo quindi invitato a toccare la merce , a soppesarla, a lisciarla e arrivo perfino, senza sollecitazione, a palparla con sensuale compiacimento. Una merce di una morbidezza, di una lievità e di una lucentezza eccezionali. I capi esposti comprendono maglie, maglioni, poncho, pullover, cappellini: tutti pezzi elaborati con i più svariati punti creati dall’inventiva artistica di chi lavora a maglia. Confesso all’istante la mia totale ignoranza e la giovane titolare dell’esercizio, la signora Georgia Judith Maghelli, gentilmente mi rende edotto. Gli articoli in mostra sono tutti eseguiti con lane speciali. Lane, il mohair e l’alpaca, che si ricavano dal pelo di capre d’angora e altre provenienti dal manto di mammiferi domestici quali appunto l’alpaca. Sempre più incuriosito chiedo chi sia il fornitore della materia prima e con mia grande sorpresa la signora risponde: « Io stessa! Risiedo aVillagrossa di Calice con la mia famiglia e allevo vicino a casa settantuno capre d’angora, ventuno alpaca e due lama. Sono le mie …pecore, il mio gregge! Sempre a Villagrossa li toso, mentre il lavaggio dei velli, la cardatura e la filatura avvengono altrove. La lavorazione dei capi è fatta a mano e chiunque può facilmente sferruzzare la lana dei gomitoli che confeziono. Sono fibre nello stesso tempo fini e resistenti, leggere e calde. Le lavoro io stessa manualmente con i ferri e la merce qui esposta è il risultato del mio assiduo impegno da artigiana e da tessitrice … all’antica maniera ». Con tono scherzoso le domando se, come per le mie nonne , anche per lei questo “fare la maglia” rappresenti un “riposo produttivo”. Ecco la seria risposta: « E’ tale la passione che ci metto ed il piacere che ne ricevo che il contrastante binomio lavoro¬ – fatica, nel mio caso, non ha più senso. Natura e maestria abbinate, ecco la formula vincente». Con queste sagge parole la signora Maghelli mi porge compiacente il suo biglietto da visita che volentieri trascrivo:” Calda Carezza di Georgia Judith Maghelli, loc. Valligrossa 61, Calice al Cornoviglio. Tel. 0187 936426, cell. 3403725431. E-mail [email protected] ; www. Alpacamohair.com. Riflessioni e deduzioni finali: un incontro occasionale ma rivelatore; il “che fare” quale tema trascurato ma fondamentale per i nostri posti; una presenza, quella che descrivo, sporadica ma incoraggiante. Nella nostra valle esistono realtà artigianali degne di essere conosciute; tutto il nostro territorio è in grado di ospitare tradizionali ancorché rimodernate attività; s’incontra, qui da noi, gente capace e determinata. Villagrossa e la signora Georgia Maghelli, ne sono la chiara e incontestabile dimostrazione. Alberto Righetti Il 22 novembre scorso Calice al Cornoviglio ha ospitato la prima edizione della festa provinciale delle Pro Loco, inserita nel più ampio panorama della XV giornata nazionale delle Pro Loco indetta dall’unione nazionale delle Pro Loco d’Italia, l’organismo a cui aderiscono circa 6.000 associazioni. L’evento realizzato con la collaborazione del comitato Unpli spezzino e dell’amministrazione comunale di Calice al Cornoviglio e con il contributo ed il patrocinio dell’amministrazione provinciale della Spezia, della Comunità Montana Val di Vara, della Regione Liguria e del centro commerciale Leclerc-Conad, ha coinvolto venti delle ventinove Pro Loco che aderiscono all’Unpli. La Pro Loco Due Castelli, nella circostanza, ha ritenuto doveroso assegnare alcuni riconoscimenti a calicesi che si sono particolarmente distinti nella valorizzazione del territorio. Luigia Rapallini è un’arzilla signora che accudisce il piccolo nucleo di Filettino, uno dei più antichi centri abitati del nostro comune, che nell’immediato dopoguerra contava ancora una ventina di residenti. Oggi è rimasta solo lei, la Re…Gina, come amiamo affettuosamente chiamarla. Gina incarna molto bene il senso di appartenenza che caratterizza i nostri anziani. Igino Andreoni, presidente dell’Avis comunale è il decano tra i presidenti delle associazioni calicesi. Luigi Montinaro invece è un calicese d’adozione. Insieme al fratello Andrea gestisce uno dei pochi esercizi commerciali sopravvissuti, ma soprattutto ha il merito, condiviso con il fratello, di avere saputo aggregare i giovani con la rinata società sportiva Calicese, fortemente voluta dal predecessore, il compianto Claudio Barabini, e retta in passato da personaggi come Rinaldo Tomà e il “Maresciallo” Andreoni che hanno tessuto la storia dell’associazione sportiva e non solo. Che dire di Carlo Dallari, direttore di ben tre musei, attualmente ospitati nel castello Doria Malaspina. Anche lui è un Calicese di adozione e cittadino onorario di Calice. La passione per il territorio lo ha portato a ricercare reperti della civiltà contadina, che oggi sono esposti nel piccolo museo etnografico insieme alle opere di Pietro Rosa e alla statua stele di Borseda che Carlo custodisce gelosamente. Che dire infine del giovane Francesco Ratti, che per cause di forza maggiore non ha potuto presenziare alla cerimonia. Francesco è un giovane atletico che ha militato con successo nella Calicese, distinguendosi come perno della difesa. Oltre alla passione per il calcio giocato, Francesco ha quella per la storia. Si è recentemente laureato presso l’università di Pisa con una tesi sul mulino di Novegina, per il quale è in corso un progetto di recupero. Per quanto riguarda le borgate di Borseda, Debeduse, Molunghi, Nasso e Novegina sono state scelte anche in questo caso figure rappresentative come Paolo Savelli, nipote di Dario, lo scopritore della statua stele di Borseda; Sergio Saccomani, che gestisce la più importante azienda zootecnica del territorio; Antonio Masini, rampollo di una famiglia che ha segnato la storia dell’ufficio postale di Calice; Margherita Hoffmann, una simpatica ed atletica signora di origine elvetica che, abbandonata la grande metropoli del Nord, ha scelto di stabilirsi a Nasso, borgo al limite dello spopolamento; Franca Pini, discendente di una delle più importanti famiglie di Calice e Paola Bernardini Pini, apicoltrice a Novegina. Due giovanissime rappresentanti dell’amministrazione comunale, Alessandra Rossi, assessore al turismo, e Elisa Coiro, consigliere, hanno fatto da “madrine” alla cerimonia di premiazione leggendo le motivazioni. La Pro Loco ringrazia: il direttivo provinciale Unpli che ha lavorato all’organizzazione della manifestazione; l’assessore Mario Scampelli che ha coordinato l’iniziativa per conto dell’amministrazione comunale; i titolari della locanda dei Doria, che hanno preparato il buffet, in collaborazione con altri ristoratori del territorio e della vice presidente Unpli Spezia, Carmen Breschi; l’azienda Ribaditi di Santa Maria che ha realizzato, a tempo di record una quarantina di sculture in cera raffiguranti il castello DoriaMalaspina; l’associazione “Il Castagneto”; Elena De Ferrari, Elena Bersanetti, Rita Stacchezzini, Daniela Scattina, Mario Bronzina, i Carabinieri di Calice al Cornoviglio, Alberto Magnani e Mainardi Simona che hanno realizzato il servizio fotografico e la giovanissima Chiara Masala, che ha saputo interpretare magistralmente la filastrocca delle Pro Loco. Un particolare ringraziamento va al presidente nazionale Unpli Claudio Nardocci, a quello regionale, Bruna Terrile, alla dottoressa Eleonora Norbiato, agli amici dell’Unpli Massa-Carrara, Nicola Lo Gatto e Giovanni Poleschi e, naturalmente, alle Pro Loco e alle amministrazioni comunali che hanno aderito all’iniziativa. Vittorio Paita La scomparsa di Dario Savelli Un triste lutto ha colpito la comunità di Calice: la scomparsa di Dario Savelli. Dario era, assieme a Erminia, che lo scorso anno ha festeggiato l’ambito traguardo dei cento anni, una delle memorie storiche di Borseda, quel prezioso patrimonio culturale rappresentato dai nostri anziani, che dovrebbe essere valorizzato dalle Istituzioni e dalle famiglie. Come buona parte delle persone della sua età, Dario aveva vissuto i periodi più difficili della nostra Storia moderna, superato ostacoli ecc… Dopo la guerra aveva lavorato alla costruzione della strada provinciale Borseda-Veppo, ai tempi in cui era presidente della Provincia Romolo Formentini, figlio dello storico Ubaldo Formentini. Una vita semplice quella di Dario, una persona socievole, che amava raccontarsi e raccontare della sua terra, della sua gente… Dario ha vissuto buona parte della sua esistenza in uno degli angoli più suggestivi del nostro immenso territorio e se non fosse stata per la curiosità manifestata per una locandina che ritraeva una statua stele probabilmente si sarebbe portato dietro un segreto che ha aperto nuove porte all’indagine storica del nostro territorio. Quel “sasso” curioso che aveva attirato la sua attenzione, tra un colpo di piccone e uno di pala, sarebbe forse rimasto sepolto in una cantina di Borseda. Fortunatamente la sana curiosità, unita forse alla sua sete di conoscenza, ha fatto sì che il prezioso reperto possa essere oggi esposto al pubblico, possa essere studiato… Grazie all’interessamento di Massimo Formentini, all’epoca direttore della Filiale Carispe di Calice, e di Luigi Montinaro, a cui Dario aveva confidato il suo segreto, la statua stele o meglio ciò che rimane di un reperto probabilmente andato in pezzi sotto ignari colpi di piccone, oggi fa lustro di sé fra le tele di Pietro Rosa ed i cimeli della civiltà contadina che Carlo Dallari, con l’aiuto di numerosi calicesi e abitanti della Val di Vara, continua a raccogliere e a conservare gelosamente. E’ proprio grazie a persone umili come Dario, Carlo, Luigi e tanti altri che è possibile ricostruire la nostra storia. Vittorio Paita antica macelleria della nera Via Romana n°52 Ceparana (SP) tel. 0187 934333