LA TELECARDIOLOGIA NEL PROGETTO “MANTOVA EMERGENZA-CUORE” Azienda Ospedaliera “Carlo Poma” Mantova Dr. Giorgio Schiavone Direttore S.S.U.Em. 118 Provincia di Mantova, Le cardiopatie ed in particolare la cardiopatia ischemica nelle sue varie manifestazioni cliniche rappresentano la principale causa di mortalità nel mondo occidentale. Le proiezioni dell’OMS danno nel 2020 le cardiopatie ischemiche al 1° posto rispetto al 5° occupato nel 1990. Annualmente in Italia circa 235.000 persone muoiono per malattie cardiovascolari, che rappresentano la prima causa di morte nella popolazione. Il 20% di questi decessi è dovuto all'infarto miocardico con un tasso di 187 morti ogni 100.000 abitanti. Ogni anno circa 160.000 persone nella fascia di età compresa tra i 35 e 64 anni hanno un attacco cardiaco; gli uomini sono più colpiti delle donne con un rapporto di 6 a 1. In Italia una persona ogni 3-4 minuti ha un attacco di cuore: di queste, soltanto la metà giunge in ospedale in tempo ( un quarto di queste arriva dopo 12 ore, quando la finestra temporale utile per le terapie che ricanalizzano la coronaria trombizzata si è ormai esaurita), mentre l'altra metà muore entro un'ora dai primi 1 sintomi . L'infarto miocardico acuto e la morte improvvisa, spesso tra loro collegate, sono le evenienze più gravi e necessitano quindi di tempestivo ed adeguato trattamento. La morte improvvisa è un problema molto importante che interessa più di 250.000 persone negli Stati Uniti e, si stima, circa 40.000/anno in Italia. La variabilità dei dati di incidenza dell'arresto risente delle diverse casistiche e della modalità di raccolta dei dati, essendo riportati valori compresi tra 0.36 e 1.28 per 1000 abitanti/anno. L'età media dei pazienti è di 65 anni, il sesso più colpito è quello maschile. Un dato interessante è rappresentato dal fatto che in pazienti cardiopatici il 50% delle morti avviene 2-4 improvvisamente . Ciò rappresenta una sfida per il medico che, oltre a curare le patologie sottostanti, deve adoperarsi con ogni mezzo al fine di stabilire il rischio e possibilmente prevenire un simile evento. Per quanto riguarda l'infarto miocardico acuto l'istituzione delle UTIC negli anni '70 ed i progressi in campo 5 farmacologico ed interventistico hanno ridotto a 1/3 la mortalità all'interno dell'Ospedale anche se problemi di ordine organizzativo e logistico rendono ancora non ottimali le potenzialità delle diverse strategie terapeutiche; ad esempio i vantaggi del trattamento dell'infarto miocardico acuto mediante rivascolarizzazione meccanica (PTCA) dell'arteria responsabile, che rappresenta la strategia terapeutica più efficace, sono talvolta sfavorevolmente controbilanciati da ritardi nell'esecuzione della procedura. Tali ritardi sono soprattutto intraospedalieri e sono legati ai tempi intercorrenti tra la diagnosi e l'inizio del trattamento. La mortalità pre-ospedaliera, molto spesso improvvisa, è la componente principale della mortalità cardiaca complessiva ed è rimasta invariata negli anni nonostante il potenziamento dei sistemi territoriali di soccorso ed è evidente che la sua riduzione non potrà avvenire grazie ad un ulteriore sviluppo della "tecnologia farmacologica" disponibile per il trattamento degli eventi cardiovascolari, ma solo attraverso 6-8 l'implementazione a livello di popolazione di strategie di prevenzione realmente efficaci . La causa principale della morte improvvisa è la fibrillazione ventricolare ed i tempi utili per intervenire con la defibrillazione elettrica non sono compatibili con quelli necessari a garantire l'arrivo di un'ambulanza medicalizzata. Per ogni minuto che trascorre dopo l'arresto la possibilità di sopravvivenza del paziente scende del 10%. I primi 10 minuti vengono pertanto considerati "d'oro" al fine di un soccorso efficace 9-13 . Sono ora disponibili defibrillatori semiautomatici utilizzabili da volontari - soccorritori o da persone estranee alle organizzazioni di soccorso che abbiano ricevuto un breve addestramento ("laici"); la distribuzione sul territorio di tali defibrillatori è la base di sistemi organizzati d'intervento in caso d'arresto cardiaco già in atto in alcuni Paesi quali Francia, Norvegia e negli Stati Uniti. In Italia la prima esperienza di questo genere è iniziata nel giugno del '99 a Piacenza ed ha visto l'attivazione di una rete capillare di 27 Defibrillatori Semiautomatici (AED), distribuiti in 12 postazioni "fisse" in città - nella stazione, nella piazza centrale, in piazza del mercato, in alcuni centri commerciali, allo stadio e negli impianti sportivi - e in 15 postazioni "mobili": forze dell'ordine, personale laico volontario addestrato in grado di 14 spostarsi nella città . I risultati disponibili, che supportano l'utilità di un tempestivo intervento, sono incoraggianti nel senso che la defibrillazione precoce cioè erogata entro 5' dall'arresto cardiaco è efficace nel 50% dei casi a fronte della morte certa se l'intervento avviene oltre i 10' in assenza di complesse manovre rianimatorie. Nell'infarto miocardico acuto è noto come il tempo sia un fattore aggiuntivo correlato alla prognosi, con un gradiente di mortalità proporzionale al ritardo nel trattamento, sia esso farmacologico (trombolisi) o meccanico (angioplastica coronarica). Nelle sindromi coronariche acute gli interventi mirati a ridurre il ritardo evitabile (tempestiva trombolisi) e quelli volti a fronteggiare la morte improvvisa (catena della sopravvivenza) 15 rappresentano due facce della stessa medaglia . La defibrillazione precoce, realizzabile con una distribuzione estesa di defibrillatori semiautomatici, è il primo di una serie di interventi definito "catena della sopravvivenza" atto a garantire un soccorso tempestivo e completo al paziente in preda ad attacco cardiaco che comprende: - telefonata al 118 - "sospetto arresto cardiaco", "sospetto infarto miocardico"; - defibrillatore precoce (in caso di arresto cardiaco); - intervento di ambulanza medicalizzata e monitorizzazione dell'ecg; - invio con sistema GSM di ecg a 12 derivazioni all'UTIC di riferimento e consulto telefonico tra Medico dell’Emergenza Territoriale e Cardiologo. La trasmissione dell'ecg a 12 derivazioni e la somministrazione di terapia a basso rischio di complicanze (ASA - nitrato) potrà estendersi anche ad ambulanze BLS in contatto telefonico con il Cardiologo dell'UTIC di destinazione; - somministrazione in ambulanza di terapie farmacologiche di base (ASA, betabloccante, antiaritmico, ecc.); - partenza per l'UTIC più idonea alle necessità del paziente previa verifica della disponibilità del posto letto; - trattamento fibrinolitico durante il trasporto in UTIC o pretrattamento per PTCA primaria; - allertamento del Laboratorio di Emodinamica in caso di indicazione a PTCA; - accesso diretto dell'ambulanza all'UTIC o al Laboratorio di Emodinamica senza passaggio dal Pronto Soccorso. I percorsi sono schematizzati nell'allegato. Gli obiettivi del Progetto Mantova Emergenza - Cuore si articolano in due sottoprogetti di cui il primo riguarda la defibrillazione precoce attuata con defibrillatori semiautomatici situati in postazioni mobili e fisse mentre il secondo si rivolge ad assicurare al paziente, nel più breve tempo possibile, gli interventi farmacologici e meccanici più idonei al trattamento dell'infarto miocardico (trombolisi pre-ospedaliera - PTCA primaria). I due sottoprogetti sono interdipendenti e complementari ed il fattore critico che li accomuna è la lotta contro il tempo. L'acquisto e la gestione dei defibrillatori è un impegno della collettività di tutta la provincia di Mantova ed il grado di partecipazione dei cittadini e delle istituzioni anche alla raccolta dei fondi dipenderà dall'impatto emotivo e dalla credibilità ottenuti in varie sedi con la presentazione del Progetto la cui riuscita dipende quindi dalla sua popolarità. E' necessario, per poter raccogliere offerte o finanziamenti, fondare un'associazione di volontariato ONLUS allo scopo di promuovere la prevenzione della morte improvvisa. Un ruolo importante nella riuscita delle iniziative può essere svolto dalle varie associazioni di volontariato che lavorando insieme potrebbero perseguire l'obiettivo di reperire i fondi per l'acquisto dei defibrillatori e per i corsi di formazione. La rete per le emergenze cardiologiche comprende 1. DAE: • POSTAZIONI MOBILI( AMBULANZE BLS 118 - AUTO POLIZIA - CARABINIERI - VIGILI URBANI - AUTO GUARDIA MEDICA - DISTRETTI ASL ) • POSTAZIONI FISSE (STAZIONE FERROVIARIA - STADIO - IPERMERCATI - OSPEDALI - RICOVERI - ECC.). 2. AMBULANZE ALS MEDICALIZZATE DOTATE DI CARDIODEFIBRILLATORI CON MONITOR MULTIPRARAMETRICI 3. CENTRALE OPERATIVA 118 RETE TELEMATICA COMPRENDENTE AMBULANZE ALS - UTIC (3) - CENTRALE 118 + COLLEGAMENTO TELEFONICO CON LE POSTAZIONI MOBILI E FISSE ATTREZZATE. 4. UTIC – CARDIOLOGIE dotate di stazioni riceventi La rete per le emergenze cardiologiche rende di fatto attuabili due interventi ad elevato contenuto tecnologico che sono la defibrillazione precoce e ciò che ne consegue e la trasmissione dell'ECG a 12 derivazioni e ciò che ne consegue. Le esperienze internazionali ed italiane di defibrillazione precoce sono favorevoli nel senso che tutte hanno portato ad un netto incremento della sopravvivenza dopo arresto cardiaco. 16 Le prime esperienze sugli aerei di linea riportano percentuali di successo del 100% simili a quelle dell'aeroporto di Boston (80%). Il fattore determinante e quindi il campo della sfida organizzativa è sempre il tempo di intervento. La trasmissione dell'ECG a 12 derivazioni pre-ospedaliero nell'ambito di una rete cardiologica permette: 1) formulare una corretta diagnosi di sindrome coronarica acuta in paz. con dolore toracico già a domicilio; 2) registrare ecg in fase critica con modificazioni transitorie fondamentali per una corretta diagnosi e quindi per una corretta destinazione e iter del paziente; 3) documentare aritmie parossistiche con eventuali implicazioni terapeutiche; 4) individuare l'UTIC della rete adatta alle condizioni del paziente; 5) ridurre sensibilmente il ritardo intraospedaliero evitando il passaggio al PS; 6) iniziare un primo trattamento farmacologico "di base" in ambulanze BLS o avanzato in ambulanze ALS; 7) evitare il passaggio dall'UTIC periferica in pazienti che necessitano di PTCA primaria; 8) evitare il ritardo intraospedaliero "door to balloon" della PTCA primaria avvisando con tempestività il personale reperibile dell'Emodinamica. TROMBOLISI E PTCA PRIMARIA Il secondo sottoprogetto consiste nella ricanalizzazione precoce del vaso responsabile dell'infarto. Da quando è stata dimostrata la relazione tra riperfusione precoce, normale flusso ed aumentata sopravvivenza, il principale obiettivo terapeutico nell'infarto miocardico è quello di ripristinare, nel più breve tempo possibile, un normale flusso nel territorio ischemico 17-19 . I migliori risultati si sono ottenuti con la PTCA primaria in particolare negli infarti miocardici ad elevato 20-27 rischio . Non è peraltro semplice stabilire in modo definitivo quali siano gli infarti "ad alto rischio". E' ormai consolidato che l'estensione dell'area di necrosi, l'età avanzata, la presenza di compromissione emodinamica, un pregresso infarto miocardico, le controindicazioni alla fibrinolisi, siano tutti elementi sfavorevoli dal punto di vista prognostico tali da indirizzare ad un trattamento invasivo. Le recenti linee - guida americane (ACC / AHA) sulla terapia dell'infarto miocardico acuto collocano la PTCA I° in classe uno con ampi margini di tempo dall'esordio dei sintomi (entro 12 ore; oltre 12 ore in caso di persistenza di sintomi ischemici; entro 18 ore in caso di shock cardiogeno). Viene peraltro raccomandato come accettabile un "reasonable time delay" di 90 + 30 minuti e questo tempo è più difficile da rispettare qualora il paziente si presenti ad un centro periferico con trasferimento all'ospedale di riferimento per la PTCA I°. Per un ospedale periferico anche la PTCA di salvataggio può rivestire un ruolo importante. Alcuni centri adottano una strategia combinata fibrinolisi è PTCA rescue pianificata trasferendo immediatamente gli infarti estesi all'ospedale di riferimento dopo la trombolisi per eseguire coronarografia ed eventuale PTCA di salvataggio in caso di insufficiente ricanalizzazione del vaso infarto-correlato. Il recente studio PACT ha inoltre evidenziato che 50 mg. di rT-PA in bolo endovenoso non interferiscono con i risultati della PTCA, permettendo ad un terzo dei pazienti di ottenere un'efficace riperfusione più precocemente 28 rispetto alla PTCA primaria . PTCA RESCUE: requisiti Efficacia dell'intervento Precocità dell'intervento Provvedimenti farmacologici protettivi. Precocità del ricovero e della trombolisi. Disponibilità di tecnologia avanzata. Tempestività della diagnosi di non riperfusione. Équipe di elevata esperienza. Rapidità del trasferimento in emodinamica. Disponibilità di cardiochirurgia. Rapidità dell'intervento di rescue PTCA. Anche l'impiego degli inibitori del recettore piastrinico IIB / IIIA risulta di particolare interesse. Nello studio SPEED il pretrattamento con Abciximab + Reteplase a posologia ridotta, confrontato con il solo Abciximab, ha dimostrato maggior capacità di ricanalizzazione efficace (flusso TIMI 3) pre - PTCA ed evoluzione clinica 29 particolarmente favorevole, con riduzione degli eventi ischemici senza incremento del rischio emorragico . Anche nello studio TIMI 14 nei pazienti sottoposti a PTCA dopo trombolisi la riduzione del sopraslivellamento del tratto ST passò dall'8% dei pazienti trattati con solo trombolitico al 49% dei pazienti trattati con Abciximab 30 + trombolitico . Un esempio di "rete ospedaliera" collaudata è quella olandese di Zwolle che comprende 15 ospedali distanti fino a 70 Km. La PTCA primaria viene considerata terapia di prima scelta e le abituali indicazioni al trasferimento dagli ospedali periferici sono: infarti anteriori, classe Killip 3 o 4 (Edema polmonare, shock cardiogeno), 31 controindicazioni alla fibrinolisi . Dopo queste sommarie considerazioni sulla PTCA I° e di salvataggio viene pertanto proposto il seguente schema operativo che coinvolge il 118, tutti i presidi ospedalieri dell'azienda, le due UTIC, il laboratorio di emodinamica e la cardiochirurgia. SCHEMA OPERATIVO 0SPEDALE DI MANTOVA: A INFARTO A RISCHIO ALTO-INTERMEDIO PTCA I INFARTO A BASSO RISCHIO TROMBOLISI MANCATA RIPERFUSIONE PTCA RESCUE OSPEDALE DI PIEVE DI CORIANO, CASTIGLIONE STIVIERE, ASOLA E SUZZARA: INFARTO A RISCHIO ALTO-INTERMEDIO TROMBOLISI + TRASFERIMENTO UTIC DI MANTOVA * INFARTO A BASSO RISCHIO TROMBOLISI MANCATA RIPERFUSIONE* PTCA RESCUE AMBULANZA MEDICALIZZATA DEL 118 INFARTO A RISCHIO ALTO-INTERMEDIO PTCA FACILITATA INFARTO A BASSO RISCHIO TROMBOLISI + UTIC STEMI: QUALE POLICY? TERAPIA NON RIPERFUSIVA ADEGUATA PER FARMACI E POSOLOGIE + ASA 160 mg PAZIENTI IN SHOCK – PRE-SHOCK ,< 75 a. <36h ED ENTRO 18h DA START SHOCK: PRONTO AVVIO A PTCA, CONTROLLO EGA, ELETTROLITI, SEDAZIONE-INTUBAZIONE-ASSISTENZA RESPIRATORIA SE PO2<60 mm Hg o SO2<85%, IABP, AMINE, LIQUIDI (?) . TIME TO BALLOON > 60’➙ RTPA 50MG 60/’ (se entro 12h e < 75a) + ABCIXIMAB/12h + ep./48h TIME TO BALLOON < 60’➙ ABICIXIMAB/12h + eparina/24h PAZIENTI A RISCHIO ELEVATO <12H: TIME TO BALLOON > 60’➙ RTPA 50MG/60’ + ABCIXIMAB/12h (se < 75a ) + eparina/48h TIME TO BALLOON < 60’ o > 60’ con età > 75a ➙ ABICIXIMAB/12h + eparina/24h PAZIENTI A RISCHIO INTERMEDIO <12H: TROMBOLISI O PTCA CON MODALITA’ DI TRATTAMENTO COME SOPRA. VALUTAZIONE A 90’ SE TERAPIA MEDICA (PTCA di salvataggio?) . EV. TROMBOLISI CLASSICA SE > 75a, RISCHIO EMORRAGICO O DI E. CEREBRALE. PAZIENTI A RISCHIO BASSO <12H: TROMBOLISI CLASSICA (rTPA - SK) PRONTO AVVIO A PTCA - PAZIENTI CON CONTROINDICAZIONE (assoluta o relativa) ALLA TROMBOLISI: controindicata) PTCA + Abciximab + eparina PAZIENTI ANZIANI (>75a) TROMBOLISI E PTCA APPLICABILI SOLO DOPO ATTENTA VALUTAZIONE DEL RAPPORTO RISCHIO / BENEFICIO (Rischio di e. cerebrale: ipertensione, sesso femminile, peso basso. Rischio generale: comorbilità, stato mentale, stato di nutrizione, tempi di intervento, estensione del IMA). Evitare trombolitico + abciximab. TIMI risk score – STEMI – mortalità a 30 gg . INTIME II: Punti 1 x STE anteriore/BBS Punti 1 x tempo > 4h Anamnesi Punti 3 x età > 75a 2 x età 65 - 74 1 x diabete, HTN o angina Obiettività Punti 3 x PAS < 100 mm Hg N.B. b = rischio basso 2 x FC > 100 /min i = “ intermedio 2 x Killip > 1 a = “ alto 1 x peso < 67 Kg Risk score Mortalità 30gg STEMI INTIME II (%) Media = 6.7% 0 0.8 RR = 0.1 b 1 1.6 = 0.3 b BASSO 2 2.2 = 0.4 b 3 4.4 = 0.7 i 4 7.3 = 1.2 a INTERMEDIO 5 12 = 2.2 a 6 16 = 3.0 a 7 23 = 4.8 a ALTO 8 27 = 5.8 a >8 36 = 8.8 a (terapia antiaggregante non Il contesto utilizzato per elaborare il punteggio di rischio è quello del trial INTIME II con 15000 pazienti con IMA ad esordio entro 6 ore ed idonei alla trombolisi in assenza di shock cardiogeno. Il TIMI risk score non è utilizzabile per pazienti non conformi alla popolazione testata ed è valido solo per una prima valutazione in assenza dei dati ecocardiografici o di dosaggio dei marker di necrosi. Trattamento dell'infarto miocardico acuto ASPETTI ORGANIZZATIVI (Mantova) 1 118 UTIC 2 3 4 EMODINAMICA legenda: 1 trasmissione di ECG 12 derivazioni da ambulanza a UTIC e contatto telefonico tra medico del 118 e cardiologo dell'UTIC 2 invio del paziente in UTIC 3 attivazione del cardiologo emodinamista reperibile 4 invio del paziente direttamente in Emodinamica percorsi: 1–2 1-3-4 Trattamento dell'infarto miocardico acuto ASPETTI ORGANIZZATIVI (Mantova e provincia) 1 UTIC perif. 2 118 4 3 UTIC Mn 6 5 EMODINAMICA legenda: 1 trasmissione di ECG 12 derivazioni da ambulanza a UTIC e contatto telefonico tra medico del 118 e cardiologo dell'UTIC periferica 2 invio del paziente in UTIC periferica 3 contatto telefonico tra cardiologo dell'UTIC perif. e cardiologo UTIC Mn 4 invio del paziente in UTIC Mn 5 attivazione del cardiologo emodinamista reperibile 6 invio del paziente direttamente in Emodinamica percorsi 1-2 1-2-3-4 1-3-5-6 CONCLUSIONI La telecardiologia inserita nel Progetto Mantova Emergenza Cuore è la vera punta di diamante dal momento che la cardiopatia ischemica rappresenta la principale causa di mortalità nel mondo occidentale e, mentre la mortalità intraospedaliera è drasticamente scesa a circa 1/3 dagli anni '60 ad oggi, la mortalità preospedaliera è rimasta pressoché invariata. Così, negli ultimi anni, è cresciuta l'esigenza di ripensare il modo di affrontare l'emergenza cardiologica investendo maggiori risorse ed energie sul territorio e nei primissimi soccorsi tentando necessariamente di coinvolgere tutti i cittadini. Il nostro progetto si caratterizza per un duplice obiettivo: 1° quello di migliorare il primo soccorso a livello territoriale; 2° quello di ottimizzare la gestione del paziente all'interno dell'ospedale migliorando i percorsi, saltando i tempi inutili e praticando le terapie più avanzate e più appropriate. Affronta la terapia della morte elettrica improvvisa che a volte si verifica come esordio dell'infarto e la ricanalizzazione precoce del vaso infartuato (terapia soprattutto ospedaliera) che migliora la sopravvivenza. La fase intraospedaliera del progetto è già operativa dal Maggio 2001, la fase preospedaliera è iniziata nel giugno del 2002. Naturalmente la completa realizzazione del progetto e soprattutto la delicata fase della gestione dipenderà anche dal grado di interesse che sapremo suscitare nella società mantovana e dal suo reale coinvolgimento. Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. La mortalità ed i costi in occidente. Giornale del 61° Congresso SIC Roma Dicembre 2000. Myerburg RJ, Interian A, Mitrani RM, et al. Frequency of sudden cardiac death and profiles of risk. Am J Cardiol 1997; 80 (5B): 10F-19F Becker LB, Smith DW, Rhodes KV. Incidence of cardiac arrest: a neglected factor in evaluating survival rates. Ann Emerg Med 1993; 22: 86-91. Thel MC, O'Connor CM. Cardiopulmonary resuscitation: historical perspective to recent investigations. Am Heart J 1999; 137: 3948. Sans S, Kesteloot H, Kromhout D. on the task force of the European Society of Cardiology on Cardiovascular Mortality and morbidity statistics in Europe. 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