PROBLEMATICHE DI
DISADATTAMENTO DEI SORDI
INSERITI NELLE CLASSI COMUNI
Renato Pigliacampo, Psicologo, Facoltà di Scienze della
Formazione dell’Università di Macerata
Che cosa vuol dire “adattarsi”
Noi ci adattiamo:
● Attraverso l’intelligenza che si adegua all’ambiente
● Attraverso l’esperienza acquisita nell’azione sugli oggetti
● Attraverso le interazioni linguistiche e socioculturali.
Riflessione su:
→ per assimilazione s’intende accogliere
un nuovo dato all’interno dell’argomento
conosciuto, sempre per raggiungere un
obiettivo e/o stimolare lo sviluppo
dell’intelligenza;
→ per accomodamento s’intende la
tendenza a modificare lo schema
«mentale» precedente per cogliere il nuovo
dato esperenziale; si tratta sempre di
estensioni di concetti e azioni nuove.
Il bambino si adatta quando
raggiunge un equilibrio tra
assimilazione e accomodamento.
(Jean Piaget)
Sintesi dei processi di sviluppo biologico e psichico
(A) Viviamo e agiamo nell’ambiente.
(B) Il vivere (che è azione fisiologica) regola gli
apparati e le energie per concludere un’azione.
A+B → Io sono una struttura fisiologica in azione
e…
(C)
Le sensazioni entrano sempre in “gioco” proprio perchè
sono un
essere vivente. Le sensazioni
conducono a riflettere e a giudicare/criticare cosa,
come, quando e qualità/quantità del «percepito».
(D)
Non sono «tabula rasa»: le sensazioni mi inducono ad
agire.
C+D
→ Mi permettono di conoscere il mondo circostante a
livello primario (protoconoscenza).
(E)
Le basi della conoscenza
mi stimolano a confrontarmi col simile
(anche sulla peculiarità della stessa disabilità).
(F)
L’immaginazione, la ricerca (mi)
allargano gli orizzonti del mondo reale
(esplorativo) e mentale (intelligenza, volontà…)
E+F → Raggiungimento dell’equilibrio
psicoaffettivo e bio-fisiologico.
Classificazione dei disturbi nevrotici
1. Nevrosi evolutive a denominazione
ansiosa
2. Nevrosi evolutive a denominazione
fobica
3. Nevrosi evolutive a denominazione
ossessivo-compulsiva
4. Nevrosi evolutive di conversione e
dissociativa
Ciclo di inadattamento
1. Difficoltà neurologiche-sensorialisomatiche
2. Problematiche affettive-relazionali
3. Difficoltà di relazione con l’ambiente
1+2+3 → Il bambino trova difficoltà
nell’organizzare l’io → Le reazioni
dell’insuccesso sfociano nella
nevrosi non accettando la
condizione.
La difficoltà della strutturazione dell’io
conduce all’instabilità → agitazione →
ripiegamento su di sé.
La difficoltà della conoscenza conduce a →
difficoltà scolastiche → ritardo di
apprendimento di linguaggio sia verbale
che segnico.
La difficoltà di relazione con l’altro conduce
al → rifiuto → aggressività.
INDICAZIONI PER UN CORRETTO SVILUPPO DEL
BAMBINO SORDO
1. Sviluppo linguistico → Lingua
verbale (LV) e Lingua dei Segni
(LdS) → verso un’educazione
bilingue (filosofia proposta dal
Dipartimento dell’ENS, FALiCSEU)
2. Sviluppo cognitivo e psicolinguistico
improntato sull’esperienza di
interazioni bilingue.
FOCALIZZARE I PROCESSI DI APPRENDIMENTO
L’insegnante deve essere molto bravo
quando insegna al bambino sordo
perché deve considerare che:
→ L’apprendimento è un processo di
selezione e di adeguamento di stimoli
che ci permettono la soluzione di un
problema.
ALCUNE TEORIE SULL’APPRENDIMENTO
→ L’apprendimento è acquisizione di abilità doversificate
seguendo una scala gerarchica che va dal più semplice al
più complesso (R.M.Gagné).
→ L’apprendimento è una elaborazione di informazioni che
utilizza strategie per andare «oltre» (J.S. Bruner).
→ L’apprendimento nella prospettiva cognitivistica
→ apprendimento come processo costruttivo: la conoscenza
nuova dipende sempre dalla precedente. → Apprendimento
e strategie: un apprendimento deve sempre essere
appoggiato da un metodo per raggiungere un obiettivo.
→ Apprendimento
come processo interattivo: vengono
esaminate le caratteristiche dell’alunno (abilità, conoscenze
di base, atteggiamenti, interessi, ecc.);→ le attività di
apprendimento (attenzione, elaborazione del contenuto,
ripetizione, ecc.);→ la natura dei materiali adottati nelle
diverse modalità (visiva, linguistica cinestetica, ecc.)
valutando la struttura fisica e psicologica, le difficoltà
concettuali, ecc.); I compiti criteriali (riconoscimento, trasfert,
ricezione, soluzione dei problemi, ecc.).
CONCLUSIONE
Ho studiato molto, ma forse non abbastanza per
dare risposte scientifiche sullo sviluppo del
bambino sordo. Colui che ha il coraggio di
approfondire le tematiche sull’educazione e
sull’istruzione di questo «speciale bambino» è
chiamato a creare un nuovo linguaggio, nuovi
procedimenti didattici e un nuovo modo di
relazionare con la società, in definitiva una nuova
cultura. Riconosco che, per raggiungere questo
traguardo, sulle spalle del docente specializzato si
accumula molta fatica, che potrà superare se
imparerà ad amare questo bambino: e allora
andrà lontano, molto lontano!
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