Giovedì Santo Un esempio Tre regali in un solo giorno Prendete e mangiate. Prendete e bevete. Da allora Gesù non rimase confinato nel passato, ma si è reso presente come colui che ci alimenta e ci sostiene. Da allora, quando si alza la patena su cui è posto il pane e il calice nel quale è stato versato il vino, Cristo si rende presente in mezzo a noi attraverso due semplici segni. I sensi non lo vedranno, ma la fede ci assicura: Cristo Gesù è qui tra noi. Da allora ogni giovedì ha il profumo del pane impastato dalle mani amorose di Maria e il sapore profondo del Corpo di Cristo che è stato offerto in sacrificio per la nostra salvezza. Il calice è il sangue di quell’ora di passione che fu assaporata e sofferta liberamente da Cristo più di quanto non fece mai ogni altro uomo. Da allora gli apostoli furono deputati a gustare e a far rivivere a tutte le generazioni la pasqua del Signore, il suo trionfo sulla morte attraverso l’ignominia della croce. Negli apostoli il Signore ci lascia il sacerdozio come dono perenne per la sua Chiesa perché non dimentichi mai il memoriale della sua passione, morte e risurrezione. Sono passati molti secoli, sono morti molti sacerdoti, ma il memoriale si perpetua come alimento perenne per la santificazione di tutti. Quei primi sacerdoti del Nuovo Testamento appresero subito che il servizio sacerdotale aveva bisogno dell’eucaristia e l’eucaristia li muoveva all’incontro con l’umanità. Il Giovedì Santo, il sacerdote eleva l’ostia e il vino con la stessa trepidazione con cui fu elevata durante quella prima messa. Oggi come ieri è il medesimo pane che affratella in Cristo e redime. Fu la novità di quella prima Pasqua, temuta dagli uni e voluta da altri. L’amore di Cristo andava liberamente incontro alla Passione al fine di liberare l’umanità dalle catene che l’avevano così a lungo tenuta imprigionata. L’amore si faceva sangue e umiliazione. L’amore divino si abbassava a lavare e a baciare, uno ad uno, i piedi di coloro che erano più servi del Servo sofferente. Gli apostoli appresero la lezione, magistralmente vissuta e data da Cristo, ossia che l’amore deve essere umile, umano e divino, profetico e salvifico. Amore, sacerdozio e Gesù. Nessun altro giorno, come il Giovedì Santo, ha potuto contenere doni tanto grandi e preziosi. E’ Dio stesso che al fine di salvare l’umanità ci ha offerto - tramite il suo amore, il sacramento del pane e del vino e quello del sacerdozio la possibilità di rivivere personalmente il mistero della passione, morte e risurrezione di Gesù facendo nostro il comandamento dell’amore. Benedetto il Giovedì Santo. Beati noi! Beati noi se, ci facciamo ascolto di Colui che è Parola ed ha il potere di scaldare il cuore e aprire gli occhi, per riconoscerlo risorto e correre per portare al mondo l'annuncio di una festa nuova.