Gestione del Rischio Finanziario Gestione del Rischio Finanziario Laurea Magistrale in Scienze Statistiche ed Attuariali Pietro Millossovich DEAMS ‘B. de Finetti’ Università di Trieste Gestione del Rischio Finanziario Indice 1 Strumenti a Reddito Fisso 2 Struttura per Scadenza dei Tassi 3 Derivati su Tassi d’Interesse 4 Stima della Struttura per Scadenza dei Tassi 5 Valutazione di Strumenti a Reddito Fisso 6 Rischio di Credito Gestione del Rischio Finanziario Bibliografia J. C. Hull. Risk Management e Istituzioni Finanziarie. Pearson, 2008. L. Martellini, P. Martellini e S. Priaulet. Fixed Income Securities. Valuation, Risk Management and Portfolio Strategies. John Wiley & Sons, 2003. S. Benninga. modelli Finanziari. McGraw-Hill, 2010. G. Castellani, M. de Felice, F. Moriconi. Manuale di Finanza. (vol. I), Il Mulino, 2006. Gestione del Rischio Finanziario . . . Bibliografia F. J. Fabozzi (Editore). The Handbook of Fixed Income Securities. McGraw-Hill, 2000. F. J. Fabozzi, S. V. Mann, M. Choudhry. The Global Money Markets John Wiley & Sons, 2002. R. Flavell. Swaps and Other Derivatives John Wiley & Sons, 2002. Gestione del Rischio Finanziario Strumenti a Reddito Fisso ⊲ Le obbligazioni (bonds) sono strumenti finanziari che permettono ⋆ agli emittenti di finanziare le loro attività, indebitandosi nei confronti dei ⋆ possessori (investitori), per i quali si tratta di una opportunità di investimento. ⊲ Si tratta di strumenti che contro il pagamento di un prezzo per il loro acquisto garantiscono il diritto a ricevere una sequenza di flussi, formati da ⋆ interesse (cedole) ⋆ e/o capitale. ⊲ Tali flussi possono essere noti ⋆ inizialmente con certezza ⋆ oppure aleatori ma comunque determinabili al passare del tempo in base alle clausole contrattuali. Gestione del Rischio Finanziario . . . Strumenti a Reddito Fisso ⊲ Le obbligazioni si configurano come contratti che, tipicamente, coinvolgono ⋆ un emittente (issuer) e ⋆ una moltitudine di investitori, detti obbligazionisti (bondholders). ⊲ Frazionare un debito in molte parti presenta diversi vantaggi: ⋆ risulta più semplice trovare dei finanziatori; ⋆ le obbligazioni possono essere trasferite; dopo il loro acquisto all’emissione (collocamento sul mercato primario), possono essere rivendute sul mercato secondario. ⊲ Eccezioni: ⋆ private placement (vendita diretta ad un numero limitato di investitori) ⋆ obbligazioni non trasferibili (e.g. negli U.S.A. i saving bonds) ⋆ ... Gestione del Rischio Finanziario . . . Emittenti di obbligazioni ⊲ Stati (Sovereign o treasuries) e entità sovranazionali (World Bank, B.E.I., . . . ). ⊲ Imprese (Corporate) ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ Istituzioni finanziarie (Financial) Imprese d’assicurazioni; Industrie (Industrial); Servizi (Utilities); ... ⊲ Altri ⋆ Enti ‘statali’: e.g. in I la Cassa Depositi e Prestiti, . . . negli U.S.A. le Federal Securities Agencies (FNMA, FHLMC, SLMA, . . . ). ⋆ Enti locali: in I, regioni, province, comuni; negli U.S.A. le municipalities; ⋆ ... Gestione del Rischio Finanziario . . . Chi investe in obbligazioni? ⊲ Fondi di investimento: ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ obbligazionari; monetari; misti; hedge funds ... ⊲ Fondi pensione; ⊲ Assicurazioni; ⊲ Stati; ⊲ Istituzioni finanziarie, imprese; ⊲ Piccoli risparmiatori; ⊲ ... Gestione del Rischio Finanziario Azioni ⊲ Le azioni sono titoli che rappresentano quote di proprietà di una società. Garantiscono ai possessori diritti ⋆ patrimoniali (pagamento di dividendi); ⋆ amministrativi (voto nell’assemblea degli azionisti). ⋆ ... ⊲ Esistono varie tipologie di azioni che differiscono per le modalità di ripartizione dei dividendi o della restituzione del capitale nel caso di scioglimento della società, e d’attribuzione del diritto di voto: ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ Azioni ordinarie; Azioni privilegiate; Azioni di risparmio; ... ⊲ Negli U.S.A.: common stock, preferred stock, . . . ⊲ Anche le azioni possono essere trasferite; in tal modo si modifica la proprietà di una società. Gestione del Rischio Finanziario Reddito Fisso e Variabile ⊲ Differenze principali tra obbligazioni (‘strumenti a reddito fisso’) e azioni (‘strumenti a reddito variabile’): Strumenti Pagano Rischio Rischio/Rendimento Durata Obbligazioni di debito capitale e cedole di credito basso fissata Azioni di proprietà dividendi di impresa alto senza durata ⊲ Entrambe le tipologie di strumenti sono comunque soggette al rischio di mercato. ⊲ La classificazione vista sopra è indicativa: vi sono varie tipologie di azioni e obbligazioni, con caratteristiche che le avvicinano: ad esempio le azioni privilegiate, le obbligazioni convertibili, . . . Gestione del Rischio Finanziario Tipologie di obbligazioni: Zero-coupon ⊲ Zero-coupon bond: il prestito iniziale viene restituito in un’unica soluzione (Titolo a cedola nulla, a sconto, pure discount bond) Ce t s −P e ⊲ ⋆ C = valore facciale o di rimborso (face value o par value o principal; ad esempio C = 1 o C = 100); ⋆ P = prezzo (di emissione/acquisto); ⋆ s = maturità (o scadenza) e s − t è la vita a scadenza; ⋆ C − P = interesse o sconto. Gestione del Rischio Finanziario Tipologie di obbligazioni: Coupon ⊲ Coupon bond: il debito viene restituito mediante una sequenza di pagamenti di interesse (cedole) e del capitale alla fine. C ′ + Ie Ie Ie t1 t2 ... ... ... ... Ie t t0 tn−1 tn −P e ⊲ ⋆ t0 è la data di emissione o l’ultima data di pagamento cedola (t0 ≤ t < t1 ); ⋆ Tipicamente ti − ti−1 = ∆ (e.g. ∆ = 1, 1/2, 1/4); ⋆ tn è la maturità (o scadenza), e tn − t è la vita a scadenza; Gestione del Rischio Finanziario Tipologie di obbligazioni: Coupon ⊲ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ C = valore nominale (facciale, face o par value o principal); C ′ = valore di rimborso; tipicamente il rimborso è alla pari (C = C ′ ); I = cedola (coupon); I/C = tasso cedolare; I/(∆C) = tasso nominale; P = prezzo di emissione/acquisto. ⊲ Se P > C (<) il titolo è emesso/quota sopra (sotto) la pari; si parla di premium (discount) bond, e P − C (C − P ) è il premio (sconto). ⊲ Spesso il prezzo quotato Q, noto come prezzo secco (clean o flat price), si distingue dal prezzo effettivamente pagato P (prezzo tel-quel o dirty price o full price). La relazione è P =Q+R 0 dove R è il rateo di interesse (dietimo, accrued interest): R = I tt−t . 1 −t0 Gestione del Rischio Finanziario Obbligazioni a cedola variabile ⊲ Le cedole variano nel tempo, sono indicizzate ad una variabile economica (+ o − uno spread); ad esempio ⋆ Tassi di interesse (LIBOR, EURIBOR, tassi di titoli di stato, . . . ); in questo caso si parla di Floating rate securities, Floaters se la relazione tra cedola e tasso è positiva, reverse floater se è negativa; ⋆ Indici azionari o obbligazionari; ⋆ Prezzo di una azione; ⋆ Prezzo di una commodity (e.g. petrolio); ⋆ Tasso di inflazione; ⋆ ... ⊲ Le due parti si espongono al rischio di variazioni della variabile economica in questione; ⊲ Spesso il coupon è predeterminato: il calcolo (resettlement) della cedola precede l’epoca in cui la cedola stessa viene pagata; ⊲ A volte il valore della cedola non può essere superiore ad un dato ammontare (‘cap’) o scendere sotto un certo valore (‘floor’), o entrambi (‘collar’). Gestione del Rischio Finanziario Titoli di Stato (I) ⊲ vedi www.dt.tesoro.it ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ Buoni ordinari del Tesoro (BOT); Certificati del Tesoro Zero-Coupon (CTZ); Certificati di Credito del Tesoro (CCT) (rimpiazzati nel futuro da CCTeu); Buoni Poliennali del Tesoro (BTP). Tipo Scadenza Taglio BOT zero 1 1 , ,1 4 2 e1000 CTZ zero 3 ,2 2 e1000 CCT floater 7 e1000 BTP coupon 3, 5, 10, 30 e1000 ⊲ Le cedole dei CCT dipendono dal rendimento all’emissione dei BOT 6 mesi prima. ⊲ A seconda del titolo e della scadenza, vi sono aste per l’emissione di titoli di stato ogni 15 o 30 giorni. Gestione del Rischio Finanziario . . . Titoli di Stato (estero) ⊲ (U.S.A.) vedi www.publicdebt.treas.gov ⋆ Treasury Bills (T-bills): zero-coupon bonds con scadenza 1, 3, 6 mesi (nel passato anche 1 anno); ⋆ Treasury Notes (T-notes): coupon bonds con scadenza 2, 3, 5 o 10 anni; ⋆ Treasury Bond (T-bond): coupon bond con scadenza 30 anni Ci sono aste per l’emissione di Treasury Bills ogni settimana; notes e bonds invece vengono offerte meno frequentemente. ⊲ (U.K) vedi http://www.dmo.gov.uk . Le obbligazioni prendono il nome di Gilts. ⊲ (D) vedi http://www.deutsche-finanzagentur.de . ⊲ (F) vedi http://www.francetresor.gouv.fr . Sono chiamate OAT (Obbligations Assimilables du Trésor). Gestione del Rischio Finanziario Coupon Stripping ⊲ Per un coupon bond, tipicamente emesso dallo stato, è l’operazione di separazione delle varie cedole e del valore di rimborso. ⊲ Vengono così creati tanti titoli zero-coupon, uno per ogni cedola (‘strips’, acronimo che negli U.S.A. sta per Separate Trading of Registered Interest and Principal of Securities) ed uno per il valore di rimborso (‘mantello’). ⊲ Si possono poi ricostituire nuovi titoli a partire da strips e mantelli con origini differenti. ⊲ Scopo dello stripping è infondere liquidità al mercato degli zero-coupon e creare strumenti a cedola nulla per scadenze per le quali normalmente non sarebbero disponibili. Gestione del Rischio Finanziario Obbligazioni agganciate all’inflazione ⊲ Emessi dai governi in molti paesi. In I prendono il nome di BTPei. Erano lo 0.88% delle emissioni di titoli di stato al 31/3/03, al 31/7/10 sono il 7.56%. Negli U.S.A i TIPS (Treasury Inflation Protected Securities), in F gli OATi, . . . ⊲ La cedola semestrale pagata da un BTPei in una epoca t di pagamento cedola è data da c IRt , It = N 2 IRt0 dove ⋆ N = nominale; c = tasso nominale; t0 data di emissione ⋆ IRt = Inflazione di Riferimento al giorno t, data da IRt = IEm(t)−3 + g(t) · IEm(t)−2 − IEm(t)−3 con m(t) mese del giorno t, IEm indice Eurostat al mese m e g(t) frazione del mese in corso trascorsa fino al giorno t. Il valore di rimborso a scadenza viene aggiornato in maniera simile. Gestione del Rischio Finanziario Mortgage-backed Securities (MBS) ⊲ Spesso i mutui concessi da banche e altre istituzioni finanziarie vengono Cartolorizzati (securitised): vengono creati dei fondi (pool) in cui vengono versati tutti i pagamenti di capitale ed interesse provenienti dagli ammortamenti (mortgages); tali pagamenti vengono poi passati agli investitori che hanno acquistato gli MBS ⋆ Le obbligazioni hanno la proprietà oggetto del mutuo a garanzia. ⋆ I flussi di cassa contengono sia capitale che interesse. ⋆ Dal momento che i mutui si possono estinguere anticipatamente, i flussi di cassa e/o le durate sono incerti (prepayment risk). ⊲ Le due tipologie più comuni sono ⋆ Pass-through MBS: tutte le unità del pool sono trattate allo stesso modo; ⋆ Collateralized Mortgage Obligations, (CMOs): il pool viene diviso in classi o tranches, utilizzando un certo criterio, che hanno poi trattamenti diversi. Gestione del Rischio Finanziario Callable/Putable Bond ⊲ Callable Bonds: passato il ‘deferment period’, l’emittente ha il diritto di ritirare (‘redeem’) l’obbligazione pagando un prezzo (call price‘>’ face value). ⋆ L’emittente possiede una call americana sull’obbligazione ⇒ l’obbligazione ha un prezzo minore rispetto ad una noncallable; ⋆ L’opzione protegge l’emittente da un ribasso dei tassi. ⊲ Putable Bonds: il possessore ha il diritto di rivendere il titolo all’emittente, ad un certo prezzo, in determinate date. ⋆ L’obbligazionista possiede una put americana sull’obbligazione ⇒ l’obbligazione ha un prezzo superiore rispetto ad una nonputable; ⋆ L’opzione protegge il possessore da un rialzo dei tassi. Gestione del Rischio Finanziario Obbligazioni convertibili/Consols ⊲ Obbligazioni Convertibili: il possessore ha il diritto di convertire il valore di rimborso in azioni dell’emittente, secondo un certo rapporto (‘conversion ratio’). ⋆ Il diritto di conversione può essere concesso alla scadenza oppure per una parte più ampia della vita dell’obbligazione; ⋆ L’obbligazionista possiede una call (europea o americana) sulle azioni dell’emittente ⇒ prezzo maggiore rispetto ad una non convertibile; ⋆ A volte l’obbligazione contiene una call provision, così l’emittente può forzare la conversione. ⋆ In altre obbligazioni (exchangeable bonds) la conversione avviene contro azioni di un’altra società. ⊲ Consol Bonds: sono obbligazioni che pagano cedole per sempre e non hanno scadenza (Perpetuities). ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ Il valore nominale non viene mai ripagato. Tipicamente contengono una call provision. Si estinguono solo se chi li ha emessi li riacquista o ritira dal mercato; Emessi, ad esempio, dal tesoro inglese durante la I guerra mondiale. Gestione del Rischio Finanziario CAT bonds e longevity/mortality bonds ⊲ I Catastrophe bonds sono una tipologia di obbligazioni i cui flussi di cassa sono legati al verificarsi di eventi catastrofali (uragani, terremeoti, . . . ), o ad indici collegati a tali fenomeni. ⋆ Nella forma più comune, pagano cedole elevate ed il capitale non viene pagato in caso di verificarsi dell’evento catastrofe. ⋆ Emettendo tali strumenti le assicurazioni hanno uno strumento alternativo alla riassicurazione; per gli investitori rappresenta un’opportunità di diversificazione del rischio (rischio catastrofale e di mercato sono incorrelati). ⊲ Nei mortality e longevity bonds (e derivatives) gli ammontari di cedole e capitale dipendono dalla mortalità osservata di una popolazione di riferimento o di un indice collegato alla mortalità. In particolare, i longevity bonds garantiscono all’assicuratore copertura contro il longevity risk, cioè il rischio collegato all’incremento della durata di vita umana. Gestione del Rischio Finanziario Money Market ⊲ Nel mercato monetario vengono trattati strumenti a reddito fisso con maturità inferiore a 1 anno. È generalmente caratterizzato da ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ Durata da 1 giorno a 1 anno; Tipicamente i partecipanti al mercato sono grossi investitori; Gli emittenti hanno elevata qualità creditizia; Si tratta di un mercato non organizzato (OTC, Over The Counter); Mercato molto liquido (gli strumenti sono anche noti come cash equivalent). ⊲ Money market Instruments: ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ Titoli di stato con durata inferiore a 1 anno; Repurchase agreements; Commercial papers; LIBOR/EURIBOR; CDs; ... Gestione del Rischio Finanziario Money Market ⊲ Repurchase agreements (repos): sono accordi con cui una parte vende un titolo (tipicamente un titolo dello stato) ad una controparte, con l’intesa di riacquistarlo in seguito ad un prezzo fissato; per la controparte l’operazione prende il nome di reverse repo. ⋆ Il tasso implicato dall’operazione è il repo rate. Si tratta quindi di un prestito con un ‘collateral’. ⋆ La durata va da 1 giorno (‘night repo’) a un mese o più (‘term repo’). ⋆ In I sono diffusi anche presso i piccoli risparmiatori e sono noti come pronti contro termine ⊲ Certificates of Deposit: sono strumenti emessi da banche ed altre istituzioni finanziarie a fronte di depositi di una controparte. ⋆ Possono essere trasferibili o no. La durata è da una settimana a 1 anno o più; in quest’ultimo caso possono pagare un interesse fisso o variabile. ⋆ Eurodollar CDs sono CD’s denominati in $ ma emessi non negli U.S.A. (ad esempio sul mercato londinese). ⋆ Yankee CD’s sono CD’s emessi negli U.S.A. da filiali di banche straniere. Possono essere più vantaggiosi in quanto soggetti ad un diverso trattamento fiscale. Gestione del Rischio Finanziario Money Market ⊲ Commercial Papers: strumenti di puro sconto emessi da imprese per finanziarsi a breve termine. Si tratta di titoli ‘unsecured’, cioè sprovvisti di ‘collateral’. La durata va da pochi giorni a 1 anno. ⊲ EURIBOR. Le banche dell’area EURO devono mantenere dei livelli minimi di riserve al fine di soddisfare i requisiti legislativi. A tal fine banche con eccessi di riserva prestano fondi a banche in carenza di riserva. La media dei tassi relativi alle banche principali è l’Euro InterBank Offered Rate. (Vedi www.euribor.org). ⋆ Si tratta di un tasso semplice, con durata 1, 2, 3 settimane e da 1 mese a 12 mesi. ⋆ Per transazioni di un giorno il tasso prende il nome di EONIA, Euro OverNight Index Average. ⋆ Date le caratteristiche (elevata liquidità e qualità creditizia), si tratta di tassi di riferimento per molti altri strumenti e derivati. ⋆ Analogamente, per il mercato inglese si parla di LIBOR (si veda www.bba.org.uk) e negli U.S.A. di Fed Fund Rate. Gestione del Rischio Finanziario Tipologie di Rischi ⊲ Rischio di Tasso o di Mercato ⋆ È il rischio dovuto a oscillazioni del prezzo di un titolo obbligazionario, in seguito a variazioni di domanda e offerta. Spesso la variazione dei prezzi viene fatta dipendere dalla variazione dei tassi d’interesse; la relazione è inversa: al crescere/diminuire dei tassi il prezzo del titolo scende/sale. ⋆ È soggetto a tale rischio chi investe in obbligazioni al fine di rivenderle prima della loro scadenza (ne sono invece esenti i ‘cassettisti’). ⋆ Tale rischio può essere misurato, almeno approssimativamente, tramite Duration e Convexity. ⋆ Per la copertura di tale rischio esistono vari tipi di derivati. ⊲ Rischio di reinvestimento: È il rischio derivante dall’incertezza con il livello dei tassi di interesse alle epoche in cui si ricevono cedole e capitale, cioè cash-flows che si suppone debbano essere reinvestiti. Tale rischio agisce in direzione opposta al rischio di tasso. Gestione del Rischio Finanziario . . . Tipologie di Rischi ⊲ Rischio di credito: È dovuto alla possibilità che chi emette un’obbligazione non faccia fronte ai suoi impegni. Più in generale si estende alla possibilità che la capacità creditizia dell’emittente (capacità di far fronte ai suoi impegni) peggiori, con conseguente diminuzione del valore di mercato del titolo. Può essere misurato da ⋆ Rating: opinione sulla solidità di un emittente, espressa da un ente indipendente (S&P, Moody’s, Fitch, . . . ) ⋆ Credit spread: differenziale di rendimento tra un’obbligazione ed una simile priva di rischio di credito. ⊲ Rischio di liquidità: causato dall’assenza di un mercato attivo per la compravendita del titolo, che deve quindi essere acquistato/venduto ad un prezzo più alto/più basso di quanto atteso. Può essere misurato dai volumi (ammontari scambiati) e dal differenziale denaro/lettera (bid/ask spread): ⋆ Bid price: massimo prezzo al quale si può vendere il titolo. ⋆ Ask price: minimo prezzo al quale si può comprare il titolo. Meno liquido è il mercato, più ampio è il bid-ask spread. Gestione del Rischio Finanziario . . . Tipologie di Rischi ⊲ Rischio di inflazione: è dovuto a variazioni (negative) del potere d’acquisto, variazioni che erodono il valore reale dei cash flows ricevuti. Tale rischio può essere gestito, come visto, mediante obbligazioni indicizzate all’inflazione/derivati. ⊲ Rischio di Cambio: chi investe in/emette obbligazioni denominate in valuta estera è esposto al rischio di apprezzamento/deprezzamento della valuta domestica (vedi derivati sui tassi di cambio) ⊲ Call risk: incertezza nei cash-flows dovuta alla presenza di una call provision. ⊲ Rischio legale o politico: rischio dovuto a modifiche nelle politiche fiscali o ad altre decisioni legislative. ⊲ Rischio operativo: rischio dovuto a disfunzioni legate ai processi interni di un’azienda (e.g. frodi,. . . ) Gestione del Rischio Finanziario Struttura per Scadenza dei Tassi ⊲ Obbiettivo è la costruzione della struttura per scadenza dei tassi (o curva dei tassi). ⊲ A tal fine si considera un modello idealizzato di mercato obbligazionario, caratterizzato da numerose ipotesi semplificatrici, più o meno forti. ⊲ Nella realtà la curva dei tassi è relativa ad un emittente (e.g. uno stato) o ad un certo tipo di mercato (LIBOR, EURIBOR, imprese con un dato rating), ad una certa valuta, ad un certo intervallo temporale,. . . Gestione del Rischio Finanziario Ipotesi: Scadenzario ⊲ Sia T lo scadenzario (tenor), cioè l’insieme delle epoche in cui avvengono le transazioni. In particolare, concentriamo l’attenzione su due casi. ⋆ Scadenzario discreto (finito o infinito): T = {0 = t0 < t1 < . . . < tn < . . .}. Caso particolare: ti − ti−1 = ∆ per ogni i ≥ 1. ⋆ Scadenzario continuo: T = [0, T ] oppure T = [0, +∞[ ⋆ 0 = oggi; il tempo viene misurato in anni. Gestione del Rischio Finanziario Ipotesi: Mercati Perfetti ⊲ Mercato Competitivo: gli agenti sono price-takers (non price-makers) cioè con le loro azioni non modificano i prezzi. ⊲ Mercato privo di Frizionalità: non ci sono tassazioni sui guadagni, né costi di transazione, non ci sono vincoli di vendita allo scoperto (short-selling) e i titoli sono perfettamente divisibili. ⊲ Mercato privo di Opportunità di Arbitraggio (AOA). Un’arbitraggio (free-lunch) è una strategia che produce una sequenza di cash-flows nonnegativi in ogni epoca ed in ogni stato del mondo, e, con probabilità positiva, un cash-flow positivo in qualche epoca. ⋆ AOA è condizione necessaria per l’equilibrio; ⋆ AOA ⇒ Legge del prezzo unico: due strategie che offrono gli stessi cash-flows devono avere lo stesso valore iniziale. Gestione del Rischio Finanziario Struttura per Scadenza dei Prezzi ⊲ Per ogni s ∈ T, s > 0 supponiamo che vi sia un titolo a cedola nulla (TCN) con scadenza in s, di valore nominale 1e, e che tale titolo possa essere scambiato ad ogni epoca t ∈ T, t < s. Il suo prezzo sarà indicato con B(t, s). ⊲ B(t, s) può essere visto come fattore di sconto tra s e t: il valore in t di Ce in s è CB(t, s). ⊲ Proprietà di B(t, s): ⋆ Ci mettiamo nel caso in cui i TCN siano default-free, cioè pagano con certezza 1e a scadenza. A tal fine possiamo pensare a titoli emessi da uno stato o altro emittente con rating elevato. Di conseguenza deve essere B(s, s) = 1. ⋆ Per AOA, deve essere inoltre B(t, s) > 0 per t < s e B(t, s) = 0 per t > s. ⊲ Si chiama struttura per scadenza dei prezzi all’epoca t ∈ T la funzione s → B(t, s); s ≥ t, s ∈ T. Gestione del Rischio Finanziario Struttura per Scadenza dei Tassi a Pronti ⊲ Convenzione: tutti i tassi che consideriamo sono annualizzati. ⊲ Definiamo il tasso a pronti in t per l’epoca s, r(t, s), con t, s ∈ T, t < s tramite la B(t, s) = e−(s−t)r(t,s) . ⋆ Quindi r(t, s) è il tasso di rendimento (intensità d’interesse), in regime di interesse composto, corrispondente all’operazione in cui si compra in t il TCN e lo si detiene fino alla scadenza s. ⋆ Si tratta di tassi a pronti (spot), cioè tassi concordati in t per un investimento che inizia in t stesso. ⊲ Riesce dunque r(t, s) = − 1 log B(t, s) s−t ⊲ La struttura per scadenza dei tassi a pronti all’epoca t ∈ T è la funzione s → r(t, s); s ≥ t, s ∈ T. Il grafico di tale funzione è la curva dei tassi. Gestione del Rischio Finanziario Day Count Conventions ⊲ Al fine di calcolare tassi e rendimenti, occorre calcolare la frazione d’anno che intercorre fra due date. Prevalgono regole di calcolo diverso a seconda dei mercati e degli strumenti. La maggior parte delle regole rientrano fra le seguenti (o fra loro varianti). 1 2 3 Actual/Actual: numero effettivo di giorni fra le due date rapportato al numero effettivo di giorni nell’anno (365 o 366), con correzioni se fra due anni diversi. Actual/360 (Variante: Actual/365): numero effettivo di giorni fra le due date diviso 360 (o 365). 30/360: ogni mese ha 30 giorni, ogni anno ha 360 giorni. g1/m1/a1 − g2/m2/a2 = 360(a1 − a2) + 30(m1 − m2) + (g1 − g2), con alcune correzioni per l’ultimo addendo. ⊲ Esempio: frazione d’anno tra 27/2/07 e 5/1/07: 1) 53/365 = 0.1452, 2) 53/360 = 0.1472, 3) 52/360 = 0.1444. ⊲ Importanti sono anche le ‘business date conventions’, in base alle quali date di pagamento che coincidono con festività vengono convertite in date lavorative. Gestione del Rischio Finanziario Tassi a Termine ⊲ A differenza dei tassi a pronti, i tassi a termine o forward sono relativi a investimenti concordati in un dato istante, che iniziano in un istante successivo. ⊲ Fissati t, s, u ∈ T con t ≤ s < u, consideriamo la seguente operazione costruita all’epoca t. ⋆ Acquisto un TCN con scadenza u: flusso in t pari a −B(t, u) ed in u pari a +1; ⋆ vendo x TCN con scadenza s: flusso in t pari a +xB(t, s) ed in s pari a −x. 1 t s xB(t, s) − B(t, u) −x u Gestione del Rischio Finanziario . . . Tassi a Termine ⊲ ⋆ Scegliamo x in maniera tale che il flusso in t sia nullo: xB(t, s) − B(t, u) = 0 ⇔ x = B(t, u)/B(t, s). ⋆ La situazione è allora 1 t s u −B(t, u)/B(t, s) ⊲ Tale operazione genera flussi di cassa in s ed u, ma non in t (istante in cui l’operazione è concordata). Gestione del Rischio Finanziario . . . Tassi a Termine ⊲ Si definisce tasso a termine in t per il periodo [s, u], f (t, s, u), il tasso di rendimento (in regime di interesse composto) corrispondente a questa operazione: B(t, u) = e−(u−s)f (t,s,u) , B(t, s) da cui si ricava che f (t, s, u) = − 1 B(t, u) log . u−s B(t, s) ⊲ La struttura per scadenza dei tassi forward all’epoca t è la funzione (s, u) → f (t, s, u), u > s ≥ t, s, u ∈ T. Gestione del Rischio Finanziario Prezzi, Tassi a pronti e a Termine ⊲ È equivalente conoscere, ad una certa epoca t, i prezzi B(t, s), i tassi a pronti r(t, s) o i tassi a termine f (t, s, u). ⋆ Infatti, noti i prezzi, si determinano (per costruzione) i tassi a termine. ⋆ Viceversa, noti i tassi a termine, si hanno come caso particolare i tassi a pronti: ponendo s = t in f (t, s, u) si trova 1 B(t, u) log u−t B(t, t) 1 log B(t, u) =− u−t =r(t, u). f (t, t, u) = − ⋆ Infine, come già osservato, noti i tassi a pronti, sono noti anche i prezzi. Gestione del Rischio Finanziario Prezzi, Tassi a pronti e a Termine ⊲ Per t, s ∈ T e t < s, r(t, s) > 0 ⇔ B(t, s) < 1 cioè i tassi a pronti sono positivi se e solo se il corrispondente TCN vende a sconto. ⊲ L’ultima proprietà ha le seguenti implicazioni: le seguenti proposizioni sono equivalenti 1 2 3 4 B(t, s) > B(t, u) per t, s, u ∈ T e t ≤ s < u f (t, s, u) > 0 per t, s, u ∈ T e t ≤ s < u B(t, s) < 1 per t, s ∈ T e t < s r(t, s) > 0 per t, s ∈ T e t < s (1) ⇔ (2) segue dalla definizione di f (t, s, u), B(t, u) = B(t, s)e−f (t,s,u)(u−s) . (3) ⇔ (4) è stata vista sopra. (1) ⇒ (3) basta prendere t = s in (1). Per provare che (3) ⇒ (1), consideriamo la seguente strategia: in t acquisto di un TCN con scadenza s, vendita di un TCN con scadenza u; in s acquisto di un TCN con scadenza u Gestione del Rischio Finanziario Prezzi, Tassi a pronti e a Termine ⊲ I flussi di cassa sono: ⋆ in t, −B(t, s) + B(t, u) ⋆ in s, 1 − B(s, u) ⋆ in u, 1 − 1 = 0 essendo il flusso in s dato da 1 − B(s, u) > 0 (da (3)), il flusso in t deve essere −B(t, s) + B(t, u) < 0, cioè B(t, s) < B(t, u) altrimenti ci sarebbe un arbitraggio. ⊲ quindi se i tassi sono positivi la ‘discount function’ è decrescente. Gestione del Rischio Finanziario Prezzi, Tassi a pronti e a Termine ⊲ Fissiamo t < s < u; ⋆ partendo dalla B(t, u) = B(t, s)e−(u−s)f (t,s,u) , sostituendo i tassi a pronti si trova e−(u−t)r(t,u) = e−(s−t)r(t,s) e−(u−s)f (t,s,u) , ⋆ passando ai logaritmi e esplicitando r(t, u), r(t, u) = s−t u−s r(t, s) + f (t, s, u) u−t u−t cioè il tasso ‘a lungo termine’ r(t, u) è media ponderata del tasso ‘a breve termine’ r(t, s) = f (t, t, s) e del tasso forward f (t, s, u); Gestione del Rischio Finanziario Tassi a pronti e a Termine ⊲ Dalla relazione che esprime r(t, u) come media ponderata di r(t, s) e f (t, s, u) si trova che, per t, s, u ∈ T r(t, s) > r(t, u) ⇔ r(t, s) > r(t, u) > f (t, s, u) r(t, s) < r(t, u) ⇔ r(t, s) < r(t, u) < f (t, s, u). ⊲ Ne segue che ⋆ Se la struttura dei tassi a pronti è crescente (descrescente) allora è dominata dai (domina i) tassi a termine. ⋆ Quando la curva dei tassi a pronti ‘cambia andamento’, cioè passa da crescenza a decrescenza o viceversa, allora la curva dei tassi a termine ‘attraversa’ quella dei tassi a pronti. Gestione del Rischio Finanziario Tassi e Intensità ⊲ In luogo delle intensità di interesse, r(t, s) (spot) e f (t, s, u) (forward), si possono utilizzare i corrispondenti tassi di interesse. ⊲ Il legame tra queste quantità è dato da (1 + tasso)periodo = eperiodo·intensità . ⊲ Avremo quindi i tassi i(t, s) (spot) e if (t, s, u) (forward), definiti da 1 + i(t, s) = er(t,s) 1 + if (t, s, u) = ef (t,s,u) , e legati da (1 + i(t, u))u−t = (1 + i(t, s))s−t (1 + if (t, s, u))u−s , quindi il fattore di capitalizzazione ‘a lungo’ 1 + i(t, u) è media geometrica dei corrispondenti fattori ‘a breve’ e a termine. Gestione del Rischio Finanziario Tassi LIBOR ⊲ A volte si calcola il rendimento di un’operazione basandosi su tassi semplici (cioè in regime di interesse semplice), soprattutto per investimenti di durata inferiore a 1 anno. ⊲ Definiamo allora il tasso LIBOR a pronti in t per l’epoca s, L(t, s), con t, s ∈ T e t ≤ s, come il tasso in regime di interesse semplice corrispondente ad un investimento tra t e s: B(t, s) = da cui si ricava L(t, s) = 1 , 1 + L(t, s)(s − t) 1 s−t 1 −1 . B(t, s) ⊲ La struttura per scadenza dei tassi LIBOR all’epoca t ∈ T è la funzione s → L(t, s), s ≥ t, s ∈ T. Il grafico di tale funzione è la curva dei tassi LIBOR. Gestione del Rischio Finanziario Tassi LIBOR a termine ⊲ Il tasso semplice a termine in t per il periodo [s, u], Lf (t, s, u), con t ≤ s < u e t, s, u ∈ T è definito implicitamente da (1 + L(t, s)(s − t))(1 + Lf (t, s, u)(u − s)) = (1 + L(t, u)(u − t)), ⊲ Il legame con le altre quantità introdotte in precedenza è dato da: 1 + L(t, u)(u − t) 1 −1 Lf (t, s, u) = u − s 1 + L(t, s)(s − t) 1 B(t, s) = −1 u − s B(t, u) = e(u−s)f (t,s,u) − 1 . u−s Gestione del Rischio Finanziario Scadenzario Discreto ⊲ Consideriamo il caso T = {0 = t0 < t1 < . . . < tn < . . .}; ⋆ poniamo ∆i = ti+1 − ti per i ≥ 0. ⋆ Per ti , tj ∈ T con ti ≤ tj < sup T, definiamo il tasso a termine uniperiodale in ti per tj , f (ti , tj ), come il tasso a termine dell’investimento stabilito in ti , che comincia in tj e termina nell’epoca successiva tj+1 : f (ti , tj ) = f (ti , tj , tj+1 ) =− 1 B(ti , tj+1 ) log . ∆j B(ti , tj ) ⊲ La struttura dei tassi a termine uniperiodali all’epoca t ∈ T è la funzione s → f (t, s), t < s < sup T, t, s ∈ T. Il grafico di tale funzione è la curva dei tassi a termine uniperiodali. Gestione del Rischio Finanziario Scadenzario Discreto ⊲ Dai tassi uniperiodali si possono ricostruire le altre quantità: ⋆ I prezzi dei TCN e i tassi a pronti: per ti < tj con ti , tj ∈ T, B(ti , tj ) = e− Pj−1 l=i ∆l f (ti ,tl ) , r(ti , tj ) = j−1 1 X ∆l f (ti , tl ), tj − ti l=i ⋆ I tassi a termine: per ti ≤ tj < tk , con ti , tj , tk ∈ T, f (ti , tj , tk ) = k−1 X 1 ∆l f (ti , tl ). tk − tj l=j ⋆ I tassi a pronti e a termine sono medie ponderate dei tassi uniperiodali sui corrispondenti periodi di investimento. ⊲ Definiamo ancora il tasso a pronti uniperiodale in ti ∈ T con ti < sup T, r(ti ), come r(ti ) = f (ti , ti ) = r(ti , ti+1 ) = − cioè B(ti , ti+1 ) = e−∆i r(ti ) . 1 log B(ti , ti+1 ) ∆i Gestione del Rischio Finanziario Tassi Semplici Uniperiodali ⊲ In regime di interesse semplice (tassi LIBOR), si definiscono i corrispondenti tassi semplici uniperiodali a termine: Lf (ti , tj ) = Lf (ti , tj , tj+1 ) B(ti , tj ) 1 −1 = ∆j B(ti , tj+1 ) = e∆j f (ti ,tj ) − 1 , ∆j ⊲ e quello a pronti: L(ti ) = Lf (ti , ti ) = L(ti , ti ) 1 1 −1 = ∆i B(ti , ti+1 ) = e∆i r(ti ) − 1 . ∆i Gestione del Rischio Finanziario Money Market Instrument ⊲ Chiamiamo money market instrument il titolo, il cui prezzo all’epoca t è indicato con B(t), costruito a partire dai TCN di tutte le scadenze mediante la seguente strategia (detta roll-over): ⋆ in t0 = 0, 1e viene investito in TCN con scadenza t1 , epoca in cui si riceve l’ammontare B(t1 ) = e∆0 r(0) ; ⋆ ad ogni epoca successiva ti , l’ammontare B(ti ) viene investito in TCN con scadenza ti+1 , epoca in cui si riceve B(ti )e∆i r(ti ) ; 1e B(t1 ) B(t2 ) t0 t1 t2 ... ... ⊲ Riassumendo, tale strumento finanziario è tale che il suo prezzo verifica la B(0) = B(t0 ) = 1 e, per ti ∈ T, B(ti ) = e Pi−1 l=0 ∆l r(tl ) = i−1 Y l=0 i−1 Y 1 (1 + ∆l L(tl , tl+1 )). = B(tl , tl+1 ) l=0 Gestione del Rischio Finanziario Tassi EURIBOR - ti =1/12/06 tj − ti 1s 2s 3s 1m 2m 3m 4m 5m 6m 7m 8m 9m 10m 11m 12m L(ti , tj ) 3.33 3.45 3.52 3.59 3.62 3.64 3.68 3.72 3.74 3.77 3.79 3.81 3.83 3.84 3.85 Gestione del Rischio Finanziario Tassi EURIBOR composti - ti =1/12/06 tj − ti 1s 2s 3s 1m 2m 3m 4m 5m 6m 7m 8m 9m 10m 11m 12m r(ti , tj ) 3.33 3.45 3.51 3.58 3.61 3.62 3.65 3.69 3.71 3.73 3.75 3.76 3.77 3.77 3.78 f (ti , tj−1 ) 3.33 3.56 3.64 3.74 3.63 3.65 3.75 3.82 3.81 3.85 3.88 3.84 3.83 3.86 3.83 3.9 Gestione del Rischio Finanziario 3.4 3.5 3.6 3.7 3.8 spot forward 12/06 03/07 07/07 10/07 Tassi EURIBOR a pronti e a termine - 1/12/06 Gestione del Rischio Finanziario Scadenzario Continuo ⊲ Nel caso T = [0, T ] oppure T = [0, +∞[, per t, s ∈ T con t ≤ s < sup T definiamo il tasso forward istantaneo in t per s come (assumendo che il limite esista) f (t, s) = lim f (t, s, u). u↓s ⊲ Riesce 1 B(t, u) log u↓s u−s B(t, s) log B(t, u) − log B(t, s) = − lim u↓s u−s ∂ =− log B(t, s) ∂s ∂ B(t, s) = − ∂s . B(t, s) f (t, s) = lim − Gestione del Rischio Finanziario Scadenzario Continuo ⊲ Interpretazione: ⋆ ‘f (t, s) = f (t, s, s+ )’, cioè f (t, s) è il tasso a termine istantaneo concordato in t, per un investimento che inizia in s e finisce un istante dopo (in s+ ). ⋆ Infatti consideriamo l’operazione concordata in t, in cui acquisto un TCN che scade in s+ = s + ∆s (con ∆s > 0) e vendo B(t, s+ )/B(t, s) TCN con scadenza s. Il costo in t di tale operazione è 0 B(t, s+ ) B(t, s) − B(t, s+ ) = 0, B(t, s) per cui la situazione è 1 s s+ t −B(t, s+)/B(t, s) Gestione del Rischio Finanziario Tassi forward istantanei ⊲ ⋆ L’interesse generato da tale operazione è B(t, s+ ) B(t, s) B(t, s) − f (t, s)B(t, s)∆s ∼ =1− B(t, s) ∼ = f (t, s)∆s. Montante − Capitale iniziale = 1 − ⊲ La struttura dei tassi a termine istantanei all’epoca t ∈ T è la funzione s → f (t, s), t, s ∈ T, t ≤ s < sup T. Il grafico di tale funzione è la curva dei tassi a termine istantanei. Gestione del Rischio Finanziario Tassi forward istantanei ⊲ Dai tassi istantanei si ricavano tutte le altre quantità. ⋆ infatti riesce, per t, s ∈ T con t < s, Z s Z f (t, v)dv = − t s ∂ log B(t, v)dv ∂v = −[log B(t, s) − log B(t, t)] t = − log B(t, s), da cui B(t, s) = e− Rs t f (t,v)dv . ⋆ Noti i prezzi si posso trovare anche gli altri tassi in funzione di quelli istantanei. Gestione del Rischio Finanziario Tassi forward istantanei ⊲ ⋆ Si trova infatti che per t, s ∈ T con t < s 1 log B(t, s) s−t Z s 1 f (t, v)dv, = s−t t r(t, s) = − ⋆ più in generale, per t, s, u ∈ T con t ≤ s < u, s−t u−t r(t, u) − r(t, s) u−s u−s Z u Z s 1 = f (t, v)dv − f (t, v)dv u−s t Z ut 1 = f (t, v)dv. u−s s f (t, s, u) = ⋆ Quindi i tassi r(t, s) e f (t, s, u) sono le medie dei tassi istantanei sui corrispondenti periodi di investimento. Gestione del Rischio Finanziario Tasso a pronti istantaneo ⊲ Possiamo ancora definire, per t ∈ T con t < sup T, il tasso a pronti istantaneo come r(t) = f (t, t) = lim r(t, s) s↓t ∂ =− log B(t, s) ∂s s=t ∂ B(t, s) =− ∂s s=t quindi è il tasso che remunera un investimento che inizia in t e finisce immediatamente dopo (in ‘t+ = t + ∆t’). Gestione del Rischio Finanziario Tasso semplici istantanei ⊲ Se partiamo dai tassi semplici (LIBOR) e definiamo in maniera analoga a prima i tassi istantanei Lf (t, s) = lim Lf (t, s, u), L(t) = Lf (t, t), u↓s si trova Lf (t, s) = lim Lf (t, s, u) u↓s = lim u↓s B(t, s) − B(t, u) (u − s)B(t, u) ∂ B(t, s) = − ∂s B(t, s) = f (t, s) e quindi anche L(t) = r(t). I tassi istantanei sono gli stessi in regime di interesse composto e semplice. Gestione del Rischio Finanziario Money Market Instrument ⊲ Possiamo infine definire il money market instrument o conto bancario come il titolo (supposto esistente), il cui prezzo all’epoca t si indica con B(t), costruito a partire dai TCN relativi a tutte le scadenze: ⋆ si parte con 1e all’epoca 0; ⋆ in ogni istante t il valore di questo titolo viene investito in TCN che scadono immediatamente dopo, e così via. Formalmente, il prezzo del titolo verifica ( B(0) = 1 dB(t) = B(t)r(t)dt, ⋆ quindi si trova Rt B(t) = e 0 r(v)dv . Gestione del Rischio Finanziario Un Modello Parametrico: Nelson-Siegel (1987) ⊲ T = [0, ∞[. ⋆ Fissiamo t ≥ 0; il modello specifica la forma dei tassi forward istantanei all’epoca t per ogni scadenza successiva: f (t, s) = β0 + β1 e−(s−t)/a + β2 s − t −(s−t)/a e , a con β0 , β1 , β2 ∈ R e a > 0. Il modello dipende da 4 parametri. ⋆ f (t, s) dipende solo dall’ampiezza del periodo s − t. Nel seguito possiamo allora considerare t = 0: t f (0, t) = β0 + β1 e−t/a + β2 e−t/a . a ⊲ Questo modello e sue varianti vengono usato frequentemente per descrivere e/o stimare la curva dei tassi. Gestione del Rischio Finanziario . . . Nelson-Siegel ⊲ Deriviamo le altre quantità: ⋆ i tassi a pronti sono dati da Z 1 t r(0, t) = f (0, u)du t 0 1 − e−t/a = β0 + (β1 + β2 ) − β2 e−t/a . t/a ⋆ Più in generale, i tassi forward per l’intervallo [s, u] sono Z u 1 f (0, v)dv f (0, s, u) = u−s s β1 + β2 =β0 + e−s/a − e−u/a (u − s)/a β2 + se−s/a − ue−u/a . u−s Gestione del Rischio Finanziario . . . Nelson-Siegel ⊲ ⋆ Infine, i prezzi dei TCN (la ‘discount function’) sono B(0, t) = e−t r(0,t) = e−tβ0 −(β1 +β2 )a(1−e −t/a )−β2 te−t/a ⊲ Osserviamo che, fissato a, i tassi (a pronti o a termine) dipendono da β0 , β1 , β2 in maniera lineare ⇒ regressione lineare può essere usata per stimare i parametri (con a fissato). ⊲ Interpretazione dei parametri: ⋆ f (0, t) è somma di tre componenti: f (0, t) = c1 (t) + c2 (t) + c3 (t), con t c1 (t) = β0 , c2 (t) = β1 e−t/a , c3 (t) = β2 e−t/a . a Gestione del Rischio Finanziario . . . Nelson-Siegel ⊲ Riesce ⋆ c1 è costante: limt→0 c1 (t) = limt→∞ c1 (t) = β0 ; ⋆ c2 è monotona decrescente se β1 > 0, crescente se β1 < 0, (costante se β1 = 0). Inoltre limt→0 c2 (t) = c2 (0) = β1 e limt→∞ c2 (t) = 0. ⋆ Se β2 = 0, c3 (t) è costante. Se β2 > 0, c3 cresce fino a t∗ = a e poi decresce (t∗ è punto di massimo assoluto). Se invece β2 < 0, c3 decresce fino a t∗ e poi è crescente (t∗ punto di minimo assoluto). Inoltre riesce limt→0 c3 (t) = limt→∞ c3 (t) = 0. ⊲ Di conseguenza, si può interpretare ⋆ c1 come componente di lungo termine (è l’unica che ha limite non nullo in ∞), ⋆ c2 come componente di breve termine (il limite in 0 è non nullo) ⋆ e c3 come componente di medio periodo (ha limite 0 sia in 0 che in ∞). Gestione del Rischio Finanziario . . . Nelson-Siegel ⊲ Osserviamo ancora che ⋆ Il tasso istantaneo per una scadenza ‘infinita’ è f (0, ∞) = lim f (0, t) = β0 . t→∞ ⋆ Il tasso istantaneo a pronti (‘spot rate’) è r(0) = f (0, 0) = r(0, 0) = lim f (0, t) = β0 + β1 . t→0 ⋆ Il parametro a è un parametro di posizione: non cambia il ‘tipo di andamento’ della curva dei tassi, ma la ‘comprime’ (se a piccolo) o ‘allunga’ (se a grande) infatti, è f (0, t; α) = f (0, kt; kα). Gestione del Rischio Finanziario . . . Nelson-Siegel ⊲ Per i tassi a pronti si osserva la stessa decomposizione che sussiste per i tassi a termine istantanei ⋆ riesce infatti r(0, t) = β0 + β1 1 − e−t/a + β2 t/a 1 − e−t/a − e−t/a t/a e h2 (t) = 1−et − e−t si vede che ⋆ studiando le due funzioni h1 (t) = 1−et h1 (0+) = 1, h1 (∞) = 0, h1 decrescente, e h2 (0+) = 0, h2 (∞) = 0, h2 prima decrescente poi crescente ⋆ Per r(0, t) si possono fare le stesse osservazioni che per f (0, t). −t −t 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 Gestione del Rischio Finanziario 0 2 4 6 8 r(0, t): a = 1, β0 = 0.2, β1 = −0.1 β2 = −0.5, −0.25, 0, 0.25, 0.5, 0.75, 1 10 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 Gestione del Rischio Finanziario 0 2 4 6 8 r(0, t): a = 2, β0 = 0.2, β1 = −0.1 β2 = −0.5, −0.25, 0, 0.25, 0.5, 0.75, 1 10 0.00 0.04 0.08 0.12 Gestione del Rischio Finanziario 0 2 4 6 8 10 r(0, t): a = 1, 2, β0 = 0.2, β1 = −0.1, β2 = −0.5 −0.1 0.0 0.1 0.2 Gestione del Rischio Finanziario 0 2 4 6 8 grafico di f (0, t) e di c1 , c2 , c3 a = 1, β0 = 0.2, β1 = −0.1, β2 = −0.5 10 Gestione del Rischio Finanziario Proprietà Empiriche della Curva dei Tassi ⊲ Le curve dei tassi che si osservano in pratica rientrano fra le seguenti forme: ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ piatta (flat); crescente (normale); decrescente (invertita); campanulare (humped); a S o a cucchiaio. ⊲ La famiglia di curve dei tassi del tipo Nelson-Siegel cattura le prime 4 forme. ⊲ Al fine di riprodurre anche l’ultima forma, sono state proposte alcune estensioni di Nelson-Siegel, in particolare il modello di Svensson. Gestione del Rischio Finanziario Valore di un Flusso di Cassa ⊲ Data la struttura per scadenza dei tassi ad un’epoca t ∈ T, deriviamo il prezzo di un titolo che paga flussi pari a Ii ≥ 0 in ti , i = 1, . . . , n, con t < t1 < t2 < . . . < tn . Indicato con P tale prezzo, deve essere P = n X i=1 Ii B(t, ti ) = n X Ii e−r(t,ti )(ti −t) . i=1 ⊲ Infatti la strategia in cui acquisto in t la quantità Ii di TCN con scadenza ti (i = 1, . . . , n) produce gli stessi flussi di cassa del titolo in questione, quindi per la legge del prezzo unico il prezzo del titolo deve essere uguale al valore della strategia. ⊲ Il valore del flusso dipende quindi inversamente da un certo numero di punti sulla curva dei tassi (‘fattori di rischio’). Gestione del Rischio Finanziario Yield to Maturity ⊲ L’Yield to Maturity (YTM, Redemption Yield, Rendimento a Scadenza) è il tasso interno di rendimento (supposto esistente) r dell’operazione in cui si paga P in t e si riceve la sequenza di flussi Ii in ti , i = 1, . . . , n: P = n X Ii e−r(t,ti )(ti −t) = n X Ii e−r(ti −t) . i=1 i=1 ⊲ Si tratta quindi di un valore che sintetizza (una ‘media’) i tassi r(t, ti ), i = 1, . . . , n e quindi verifica min r(t, ti ) ≤ r ≤ max r(t, ti ). i i ⊲ Per un TCN che scade in tn = s, riesce r = r(t, s). Gestione del Rischio Finanziario . . . Yield to Maturity ⊲ Ipotesi sottostante l’YTM è che ⋆ si detenga il titolo fino a scadenza. ⋆ si possa reinvestire al tasso r fino all’ultima epoca ogni cash-flow ricevuto. Infatti, dalla definizione di YTM si deduce che P er(tn −t) = n X Ii er(tn −ti ) . i=1 ⊲ Difetto del YTM è quindi l’assumere una struttura per scadenza piatta dei tassi e trascurare di conseguenza il rischio di reinvestimento. ⊲ Tuttavia l’YTM è comunemente usato come misura del rendimento di un’obbligazione. ⊲ Se si ragiona in termini di tassi invece che di intensità, indicato con i il tasso interno di rendimento, la relazione è i = er − 1. Gestione del Rischio Finanziario . . . Coupon Bond ⊲ Nel caso di un coupon bond, sia Ih = I per h = 1, . . . , n − 1 e In = I + C, dove I è la cedola e C il nominale; inoltre sia th = t + h∆ per h = 1, . . . , n. ⊲ Il coupon bond quota alla pari (sotto, sopra) se e solo se l’YTM (tasso su base periodale) i∆ = (1 + i)∆ − 1 coincide (è maggiore, minore) con il tasso cedolare I/C. ⋆ Riesce infatti, ponendo v = (1 + i)−∆ = (1 + i∆ )−1 , P =I n X (1 + i)−h∆ + C(1 + i)−n∆ h=1 1 − vn + Cv n 1−v v − C + C. = (1 − v n ) I 1−v = Iv ⋆ Quindi P = C se e solo se I/C = (1 − v)/v e quindi se e solo se i∆ = I/C. ⊲ Ad esempio, un bond con cedole annuali pari a 3%, nominale 100 e scadenza 10 anni quota alla pari (sotto, sopra) se e solo se l’YTM è i = 3% (>, <) (r = 2.96%). Gestione del Rischio Finanziario Par Rate ⊲ Si chiama par rate (par yield, tasso di parità) relativo ad una certa scadenza tn e frequenza ∆ il tasso nominale c tale che la corrispondente obbligazione con nominale C = 100, che paga cedole I = c∆100 in ti = t + i∆, quota alla pari. ⊲ In altri termini il tasso cedolare c ∆ è il YTM su base periodale dell’obbligazione. ⊲ Data la struttura per scadenza dei tassi, deve essere 100 = I n X B(t, ti ) + 100B(t, tn ), i=1 da cui si ricava c ≡ c(t, n) = 1 − B(t, tn ) Pn . ∆ i=1 B(t, ti ) ⊲ Per t ∈ T fissato, la struttura per scadenza dei par rate è la funzione n → c(t, n); n ≥ 1. Il suo grafico è la curva dei par rates. Gestione del Rischio Finanziario Par Rate ⊲ Riesce (ponendo t0 = t) ⋆ 1 − B(t, tn ) P ∆ n i=1 B(t, ti ) n X B(t, ti−1 ) − B(t, ti ) B(t, ti ) Pn = ∆B(t, ti ) B(t, t ) j j=1 i=1 c(t, n) = = n X i=1 B(t, ti ) Pn Lf (t, ti−1 , ti ). j=1 B(t, tj ) ⋆ Quindi il par rate è una media dei tassi a termine semplici; è allora min Lf (t, ti−1 , ti ) ≤ c(t, n) ≤ max Lf (t, ti−1 , ti ). i i ⋆ Inoltre, si ha Pn i=1 B(t, ti ) c(t, n + 1) = αc(t, n) + (1 − α)Lf (t, tn , tn−1 ), α = Pn+1 , i=1 B(t, ti ) quindi se la struttura per scadenza dei par rates è crescente (decrescente) allora sono dominati dai (dominano i) tassi a termine corrispondenti. Gestione del Rischio Finanziario . . . Yield to Maturity ⊲ È comune ragionare in termini di prezzo di un titolo come funzione (decrescente) dell’YTM: P ≡ P (r) = n X Ii e−r(ti −t) . i=1 ⊲ Come si comporta P al variare di r? ⋆ P ′ (r) = − P ′′ (r) = n X i=1 n X i=1 Ii (ti − t)e−r(ti −t) < 0 Ii (ti − t)2 e−r(ti −t) > 0 ⋆ Quindi P è funzione decrescente convessa dell’YTM. Al crescere del YTM il prezzo decresce con tassi marginali decrescenti P ⋆ Essendo P continua e limr→∞ PP (r) = 0 e P (0) = i Ii si deduce che l’YTM esiste unico se 0 < P < i Ii . Gestione del Rischio Finanziario . . . Yield to Maturity ⊲ ⋆ La convessità implica che una variazione positiva dell’YTM comporta una variazione (negativa) del prezzo maggiore alla variazione (positiva) corrispondente ad un uguale variazione di segno negativo dell’YTM: P (r) − P (r + ∆r) < P (r − ∆r) − P (r). ⋆ Dividendo per P (r), lo stesso risultati si applica alle variazioni percentuali (variazioni/prezzo): P (r) − P (r + ∆r) P (r − ∆r) − P (r) < . P (r) P (r) Gestione del Rischio Finanziario Duration (Macaulay, 1938) ⊲ Per calcolare approssimativamente l’entità delle variazioni assolute e percentuali del prezzo si introducono le seguenti quantità: la dollar duration, $D e la duration D, definite da $D = P ′ (r), D = − P ′ (r) = −(log P (r))′ P (r) ⊲ La prima approssima la variazione di P , la seconda la sua variazione percentuale, quando il YTM varia di una quantità ‘piccola’ ∆r: ∆P (r) = P (r + ∆r) − P (r) ∼ = P ′ (r)∆r = $D ∆r, P (r + ∆r) − P (r) ∼ P ′ (r)∆r ∆P (r) = = −D ∆r = P (r) P (r) P (r) Gestione del Rischio Finanziario . . . Duration ⊲ La Duration può essere interpretata come media temporale: P ′ (r) P (r) Pn −r(ti −t) i=1 Ii (ti − t)e = P (r) n X wi (ti − t), = D=− i=1 con wi = Ii e−r(ti −t) /P (r). ⊲ Si tratta quindi della media delle vite a scadenza dei flussi pesate con i flussi scontati usando l’YTM. ⊲ Riesce quindi t1 − t ≤ D ≤ tn − t, e l’uguaglianza vale se e solo se c’è una sola scadenza. Quindi per un TCN la duration coincide con la vita a scadenza. Gestione del Rischio Finanziario Convexity ⊲ L’approssimazione ‘del primo ordine’ che si ottiene con la duration può essere migliorata considerando un termine di ‘secondo ordine’; ⋆ questo corrisponde ad approssimare con un polinomio di secondo grado (parabola) piuttosto che di primo grado (retta). ⋆ Si ha allora 1 ∆P (r) ∼ = $D ∆r + $Conv (∆r)2 , 2 ∆P (r) ∼ 1 = −D ∆r + Conv (∆r)2 . P (r) 2 ⋆ Conv = P ′′ (r)/P (r) è la Convexity e $Conv = P ′′ (r) è la Dollar Convexity. ⊲ La convexity è il momento secondo (ponderato) delle vite a scadenza: Conv = n X i=1 wi (ti − t)2 . Gestione del Rischio Finanziario . . . Duration ⊲ Se ragioniamo in termini di tasso i piuttosto che di intensità r, essendo il legame r = log(1 + i), possiamo introdurre la funzione P (i) = P (log(1 + i)) = n X Ii (1 + i)−(ti −t) . i=1 ⊲ Riesce allora ⋆ ′ ′ P (i) = P ′ (log(1 + i)) P (i) D $D =− = , = − MD, 1+i 1 + i P (i) 1+i D ⋆ dove MD = 1+i è la Duration modificata. ⋆ Al fine di approssimare una variazione percentuale piccola ∆i nel tasso, si utilizza ∆P (i) ∼ = MD ∆i P (i) ′′ ⊲ Al secondo ordine: P (i)/P (i) = (Conv + D)/(1 + i)2 . Gestione del Rischio Finanziario . . . Duration ⊲ Esempio: coupon bond, cedole semestrali, scadenza 5 anni, cedole 2.5%, P = 87.23, YTM r=8% (i=8.33%, i2 =4.08%), duration e convexity D = 4.44, Conv = 21.23. ∆r (b.p.) -400 -300 -200 -100 -80 -60 -40 -20 20 40 60 80 100 200 300 400 ∆P 17.08 12.50 8.13 3.97 3.16 2.36 1.56 0.78 -0.77 -1.53 -2.29 -3.04 -3.78 -7.39 -10.83 -14.11 $D 15.49 11.62 7.75 3.87 3.10 2.32 1.55 0.77 -0.77 -1.55 -2.32 -3.10 -3.87 -7.75 -11.62 -15.49 $D & $Conv 16.98 12.45 8.12 3.97 3.16 2.36 1.56 0.78 -0.77 -1.53 -2.29 -3.04 -3.78 -7.38 -10.79 -14.01 ∆P/P (%) 19.58 14.33 9.32 4.55 3.62 2.70 1.79 0.89 -0.88 -1.76 -2.63 -3.49 -4.34 -8.47 -12.41 -16.17 D 17.76 13.32 8.88 4.44 3.55 2.66 1.78 0.89 -0.89 -1.78 -2.66 -3.55 -4.44 -8.88 -13.32 -17.76 D & Conv 19.46 14.28 9.31 4.55 3.62 2.70 1.79 0.89 -0.88 -1.76 -2.63 -3.48 -4.33 -8.46 -12.37 -16.07 Gestione del Rischio Finanziario . . . Duration 40 60 80 100 120 P D D+C 0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 Gestione del Rischio Finanziario Duration di un Coupon Bond ⊲ Nel caso specifico di un coupon bond, sia Ii = I per i = 1, . . . , n − 1 e In = I + C, dove I è la cedola e C il nominale; inoltre sia ti = t + i per i = 1, . . . , n (senza perdita di generalità abbiamo preso ∆ = 1, cioè cedole annuali). ⊲ Riesce, posto v = e−r = (1 + i)−1 , I Pn h n h=1 hv + nv C D = I Pn . h n h=1 v + v C ⊲ La duration è funzione decrescente del tasso cedolare I/C: al crescere della cedola diminuisce il peso del rimborso a scadenza n X ∂D 1 = vn (h − n)v h < 0. 2 ∂(I/C) (. . .) h=1 Gestione del Rischio Finanziario . . . Duration di un Coupon Bond ⊲ All’aumentare del numero di cedole, il comportamento della duration non è sempre monotono: è crescente se i ≤ CI (bond quota alla pari o sopra la pari), mentre è prima crescente poi decrescente se i > CI (bond quota sotto la pari). Infatti, indicata con Dn la duration per il titolo con n cedole e Pn il prezzo corrispondente, è Pn+1 = Pn + Iv n+1 − Cv n (1 − v), Dn+1 = Dn Pn + I(n + 1)v n+1 − Cnv n (1 − v) + Cv n+1 Pn+1 Gestione del Rischio Finanziario . . . Duration di un Coupon Bond ⊲ Quindi riesce Dn+1 − Dn = Cv n [(n − Dn )(α − 1) + α] Pn+1 con α = CI + 1 v > 0. Quindi se α ≥ 1 (caso i ≤ CI ) è Dn crescente α con n, se α < 1 è Dn+1 > Dn se e solo se n < Dn + 1−α . Gestione del Rischio Finanziario . . . Duration di un Coupon Bond ⊲ In ogni caso Dn converge verso un valore limite; sfruttando le n X h=1 vh = v n v 1 − vn 1 − vn X h hv = , − nv n , 1 − v h=1 1−v 1−v si ottiene Dn = nv n 1 − I v C 1−v I v (1 C 1−v + I v 1−v n C 1−v 1−v − vn ) + vn da cui 1+i , n→+∞ i che è la duration di una rendita perpetua. lim Dn = Gestione del Rischio Finanziario 5 10 15 20 25 30 . . . Duration di un Coupon Bond 0 i>I C i=I/C i<I C 0 50 100 150 Gestione del Rischio Finanziario . . . Duration di un Coupon Bond ⊲ La duration di un coupon bond è funzione decrescente del tasso di rendimento r (o i). ⊲ Riesce infatti ∂D =− ∂r − I C I C 2 h,j=1...n X h>j vn n X h=1 v h+j (j − h)2 v h (n − h)2 < 0 ⊲ Le variazioni percentuali del prezzo decrescono con il tasso interno di rendimento. Gestione del Rischio Finanziario Derivati ⊲ Strumenti primari o primitivi: ⋆ reddito variabile: azioni; ⋆ reddito fisso: obbligazioni. ⊲ Strumenti derivati: ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ contratti forward; contratti futures; opzioni; swaps; ... ⊲ strumenti ‘ibridi’ (prodotti strutturati) e altri strumenti: mix di strumenti primari e derivati. Gestione del Rischio Finanziario Derivati ⊲ Contratti derivati: strumenti finanziari i cui flussi di cassa dependono (derivano) dal valore di una o più variabili sottostanti, tipicamente economiche; ⊲ Il sottostante può essere un: ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ azione obbligazione tasso d’interesse indice bene di consumo valuta (tasso di cambio) derivato rischio di credito fenomeni meterologici eventi catastrofali ... Gestione del Rischio Finanziario Contratti Forward e Futures ⊲ Accordi tra due parti per scambiarsi un’attività reale o uno strumento finanziario (sottostante) ad una data futura (epoca di consegna) e ad un prezzo fissato (prezzo di consegna); ⋆ la parte in posizione lunga (long position) riceve il sottostante; ⋆ la parte in posizione corta (short position) consegna il sottostante; ⊲ entrambe le parti hanno un obbligo; ⊲ la parte in posizione lunga/corta guadagna se il prezzo sale/scende; ⊲ il prezzo di consegna viene fissato in maniera tale che non vi siano flussi alla stipula del contratto: il valore iniziale del Forward/Future è 0; ⊲ consegna: fisica o in contanti; ⊲ uso di forward/futures (e dei derivati in generale): ⋆ copertura (hedging) ⋆ speculazione ⋆ arbitraggio Gestione del Rischio Finanziario Forward vs. Futures ⊲ Forward sono strumenti OTC/Futures sono scambiati su mercati organizzati (Chicago Board of Trade, CBOT, Chicago Mercantile Exchange, CME, London Financial Futures, LIFFE, . . . ) futures sono contratti standardizzati mentre i Forward non lo sono; ⊲ i futures sono marked-to-market: ogni guadagno/perdita viene regolato alla fine di ogni giorno di contrattazione attraverso il sistema dei margini; il valore di un contratto futures è rimesso a 0 alla fine di ogni giorno di contrattazione; in un forward guadagni e perdite vengono realizzate all’epoca di consegna; i futures, a differenza dei forward, sono praticamente esenti dal rischio di credito; ⊲ la controparte in un contratto future è in realtà la clearing house (cassa di compensazione); i forward sono contrattazioni private; ⊲ i forward tipicamente vengono portati a scadenza, i futures vengono spesso chiusi prima della scadenza prendendo la posizione opposta. Gestione del Rischio Finanziario Contratti Forward: payoff ⊲ Epoca di contrattazione: 0; epoca di consegna: T . ⊲ St : prezzo del sottostante in t; K: prezzo di consegna; ⊲ Payoff all’epoca di consegna è ST − K posizione lunga; K − ST posizione corta K K −K ST K ST Gestione del Rischio Finanziario Futures: Marking-to-Market ⊲ prezzo: prezzo futures. ⊲ Chi investe in futures deve effettuare un deposito iniziale nel margin account con un broker. ⊲ Alla fine di ogni giorno di contrattazione, il guadagno/perdita dell’investitore (differenza tra il prezzo di chiusura e il prezzo di apertura) aumentano/diminuiscono il margin account; il valore del contratto futures è rimesso a 0 alla fine di ogni giorno di contrattazione; ogni ammontare sopra il margine iniziale può essere prelevato dall’investitore. ⊲ Se il margin account scende sotto un livello detto margine di mantenimento margin call: l’investitore deve effettuare un ulteriore deposito, detto variation margin, e reintegrare il margine iniziale. ⊲ Il broker deve mantenere un conto similer con la clearing house. Gestione del Rischio Finanziario Futures: Marking-to-Market ⊲ Esempio: futures sull’oro; ⊲ specifiche contrattuali: ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ 1 contratto futures: consegna di 100 once d’oro; prezzo futures quotato (in $) per 1 ounce; margine iniziale 2000$ per contratto; margine di mantenimento 1500$ per contratto; ⊲ consideriamo una posizione lunga in 10 contratti futures margine iniziale/di mantenimento è 20000$/15000$; giorno 1 2 3 4 5 6 prezzo futures 400 401 399 397.5 394 393.5 guadagno/perdita giornaliera — +100 −200 −150 −350 −50 margin account 20000 21000 19000 17500 14000 19500 Gestione del Rischio Finanziario Opzioni ⊲ Un’opzione è un accordo tra due parti: una parte (posizione lunga, o holder dell’opzione) ha il diritto di comprare/vendere il sottostante ad un dato prezzo (strike o prezzo di esercizio), dalla/alla controparte (posizione corta, writer dell’opzione), ad una data futura (scadenza dell’opzione); ⋆ un’opzione call dà all’holder il diritto di comprare, un’opzione put quello di vendere; ⋆ la decisione di comprare/vendere è nota come esercizio dell’opzione; ⋆ un’opzione è Europea se l’esercizio può avvenire solo alla scadenza; ⋆ un’opzione è Americana se l’esercizio può avvenire ad ogni epoca precedente la scadenza. ⊲ a differenza di forward (futures, swaps), le opzioni conferiscono all’holder l’holder deve pagare un prezzo un diritto, e al writer un obbligo; (premio dell’opzione) per acquistare l’opzione; ⊲ A differenza di forward (futures, swaps), le opzioni permettono di ottenere guadagni senza incorrere in perdite; Gestione del Rischio Finanziario Opzioni ⊲ Una posizione lunga su una call/put guadagna da un incremento/decremento di prezzo; l’opposto per una posizione corta; ⊲ opzioni vengono scambiate sia su mercati organizzati che OTC; ⊲ a volte un sistema di margini simile a quello dei futures (senza marking-to-market) viene applicato alla posizione corta; la posizione lunga si limita a pagare il premio; ⊲ la maggior parte delle opzioni scambiate su mercati sono di tipo Americano; ⊲ usualmente, per opzioni scambiate su mercati, diversi strikes e scadenze vengono quotati in ogni momento; ⊲ le opzioni di tipo ‘standard’ sono chiamate plain-vanilla; quelle contenenti clausole particolare esotiche. Gestione del Rischio Finanziario Payoff di un’Opzione ⊲ Sia ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ 0 stipula; T scadenza; St prezzo del sottostante in t; K prezzo di esercizio; Ct , Pt prezzi delle put/call Americane al tempo t; ct , pt prezzi delle put/call Europee al tempo t; dal momento che le opzioni conferiscono diritti, hanno sempre un valore nonnegativo: Ct , ct , Pt , pt ≥ 0; ⊲ ad ogni epoca 0 < t < T , l’holder può (i) vendere l’opzione (ii) esercitarla (se Americana, esercizio anticipato) (iii) non fare niente; alla scadenza T , l’holder può (j) esercitarla (jj) non esercitarla. ⊲ Essendo l’holder razionale, a scadenza T eserciterà la call se ST > K, la put se ST < K; il payoff della call a scadenza (= valore della Call) è CT = cT = max{ST − K, 0}; ⋆ payoff della put(= valore della Put) è PT = pT = max{K − ST , 0}; ⋆ il payoff per il writer della call/put è l’opposto: min{0, K − ST } e min{0, ST − K}. ⋆ Gestione del Rischio Finanziario Payoff di un’opzione long call short call K K ST long put ST short put K K ST ST Gestione del Rischio Finanziario Forward Rate Agreements ⊲ Un Forward Rate Agreements (FRA) è un contratto forward in cui due parti si accordano per applicare un tasso stabilito nel contratto (FRA rate), per un certo periodo, a partire da un certo istante futuro (settlement date), ad un certo ammontare nominale o nozionale. Si tratta quindi di un prestito con inizio differito. Alla stipula del contratto non vi sono scambi di flussi monetari. ⊲ La parte in posizione lunga (‘FRA buyer’) del FRA è colui che prende a prestito (paga il FRA rate), mentre chi è in posizione corta (‘FRA seller’) è chi finanzia. Il buyer si protegge da un aumento dei tassi di interesse. ⊲ Dal momento che il buyer può impiegare il capitale del prestito al tasso di riferimento prevalente alla settlement date, è comune regolare il FRA sulla differenza tra il FRA rate e il tasso prevalente. Di conseguenza il capitale nozionale non viene scambiato tra le parti. Gestione del Rischio Finanziario . . . FRA ⊲ Come succede nella pratica, il FRA rate è un tasso semplice ed il tasso di riferimento corrispondente è il LIBOR (o EURIBOR). Siano allora t < s < u con t, s, u ∈ T, dove ⋆ t = epoca in cui l’FRA viene stipulato (trade date), ⋆ s = settlement date, ⋆ u = maturity date, ⊲ e inoltre siano LFRA = FRA rate e L(s, u) = tasso LIBOR prevalente in s per u; N = capitale nozionale a cui vengono applicati i tassi. N t u s −N (1 + (u − s)LFRA ) Gestione del Rischio Finanziario . . . FRA ⊲ Impiegando l’importo N al tasso L(s, u) prevalente in s, N (1 + (u − s)L(s, u)) t s u −N ⊲ quindi, compensando i flussi, la situazione è (nel caso L(s, u) > LFRA ) t N (u − s)(L(s, u) − LFRA ) s u Gestione del Rischio Finanziario . . . FRA ⊲ Quindi un FRA può essere visto come un contratto in cui due parti si scambiano un tasso fisso (il FRA rate) contro un tasso variabile (il LIBOR). Il payoff alla maturity date è la differenza tra il tasso variabile ed il fisso, applicato per il periodo di riferimento (settlement e maturity) ad il nominale N : N (u − s) (L(s, u) − LFRA ). ⊲ Osserviamo che l’ammontare sopra è pagabile in u, ma è noto in s. Nella pratica, la differenza viene liquidata alla settlement date, scontandola da u a s con il tasso di riferimento L(s, u) (noto in s). ⊲ Quindi in un FRA il buyer riceve in s l’importo N (u − s) (L(s, u) − LFRA ) . (1 + (u − s)L(s, u)) Gestione del Rischio Finanziario . . . FRA ⊲ Convenzione che riguarda i FRA: un FRA n × m (con n e m numeri di mesi, n < m) è un forward rate agreement con settlement date n mesi da oggi e maturity m mesi da oggi (quindi i tassi si applicano su un periodo di m − n mesi). ⊲ Ad esempio, il 1/12/06 si osservano i seguenti FRA relativi all’EURIBOR: Scadenza 3×6 6×9 9 × 12 6 × 12 12 × 18 FRA rate 3.78 3.84 3.84 3.86 3.77 Gestione del Rischio Finanziario . . . FRA ⊲ Ad esempio, nel caso del FRA 9 × 12, se alla settlement date (fra 9 mesi) il tasso EURIBOR a 3 mesi è L( 43 , 1) = 4.32 (1/12/06 = 0), e il nominale è 1.000.000e allora il buyer riceve (tra 9 mesi) l’ammontare 1.000.000 · 1 4 (1 + · (0.0432 − 0.0384) 1 4 · 0.0432) = 1187.18e Gestione del Rischio Finanziario Valutazione di un FRA ⊲ Indichiamo con FRA(v) il valore in v, con t ≤ v ≤ s, del FRA per il buyer del contatto (paga il fisso e riceve il variabile). Il valore del contratto dipende da vari elementi: FRA(v) = FRA(v; (t, s, u), LFRA , N ). ⊲ Il FRA rate, LFRA , viene stabilito in maniera tale che alla stipula del contratto il valore sia nullo (non c’è scambio di denaro), quindi LFRA : FRA(t) = 0. ⊲ Dopo l’epoca t il valore potrà essere sia positivo che negativo, quindi è interessante calcolare il suo valore in ogni epoca tra t ed s, tenendo conto che in s il valore deve essere pari a FRA(s) = N (u − s) (L(s, u) − LFRA ) , (1 + (u − s)L(s, u)) Gestione del Rischio Finanziario . . . Valutazione di un FRA ⊲ che è anche uguale, sommando e sottraendo il nozionale, a 1 + (u − s) LFRA . FRA(s) = N 1 − 1 + (u − s)L(s, u) ⊲ Riesce, per t ≤ v ≤ s, FRA(v) = N [B(v, s) − (1 + (u − s)LFRA )B(v, u)] ⊲ Infatti, all’epoca v, consideriamo la seguente strategia: ⋆ Si acquistano N TCN con scadenza s; ⋆ Si vendono N (1 + (u − s)LFRA ) TCN con scadenza u. ⊲ Il payoff in v è allora dato da N [(1 + (u − s)LFRA )B(v, u) − B(v, s)]. Gestione del Rischio Finanziario . . . Valutazione di un FRA ⊲ All’epoca s, ⋆ Si ricevono N e per i TCN in scadenza; ⋆ Si riacquistano i TCN con scadenza u, al prezzo di N (1 + (u − s)LFRA )B(s, u). ⊲ Il payoff in s è dato da N [1 − (1 + (u − s)LFRA )B(s, u)] = 1 + (u − s)LFRA =N 1 − , 1 + (u − s)L(s, u) dove si è usato il fatto che B(s, u) = dalla legge del prezzo unico. 1 . 1+(u−s)L(s,u) La tesi segue allora Gestione del Rischio Finanziario . . . Valutazione di un FRA ⊲ Osserviamo che FRA(v) = N [B(v, s) − (1 + (u − s)LFRA )B(v, u)] B(v, s) =N − (1 + (u − s)LFRA ) B(v, u) B(v, u) = N [(1 + (u − s)Lf (v, s, u)) − (1 + (u − s)LFRA )] B(v, u) = N (u − s) [Lf (v, s, u) − LFRA ] B(v, u). ⊲ Quindi un FRA può essere valutato assumendo che il tasso forward si realizzi, cioè sostituendo al tasso spot in s per u il tasso forward in v per [s, u] e scontando poi il risultato da u a v. ⊲ Segue anche che FRA(v) > (<, =)0 se e solo se Lf (v, s, u) > (<, =)LFRA . ⊲ In particolare, il FRA rate FRA(t) è scelto in maniera tale che il valore iniziale del contratto sia nullo: FRA(t) = Lf (t, s, u). Gestione del Rischio Finanziario . . . Valutazione di un FRA ⊲ Il risultato appena visto è valido in generale: un payoff che dipende (linearmente) da un tasso futuro si può valutare assumendo che il tasso forward si realizzi. ⊲ Infatti, per t < s < u, consideriamo il valore in t per ricevere L(s, u) in u: ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ B(t, s) in t equivale a 1e in s; 1e in s può essere investito per avere 1 + (u − s)L(s, u) in u; quindi B(t, s) in t equivale a 1 + (u − s)L(s, u) in u; segue che il valore di in t di L(s, u) in u è dato da ⊲ La tesi segue dal fatto che 1 [B(t, s) − B(t, u)] . s−u 1 [B(t, s) − B(t, u)] = B(t, u)Lf (t, s, u). s−u ⊲ Il valore in t di α + βL(s, u) in u è allora (α + βLf (t, s, u))B(t, u). Gestione del Rischio Finanziario Interest Rate Swaps (IRS) ⊲ Un interest rate swap è un accordo OTC in base al quale due parti si scambiano periodicamente flussi determinati da tassi di interesse diversi. ⊲ Nati negli anni ‘80, si sono poi sviluppati tanto che si tratta dei derivati OTC su tassi d’interesse più diffusi. ⊲ Una delle due parti paga un tasso variabile (LIBOR, EURIBOR, treasury rate, tasso swap, . . . ) mentre l’altra paga un tasso fisso o variabile a sua volta. Ai tassi si possono sommare eventualmente degli spread. Entrambe i tassi sono applicati ad uno stesso capitale nominale (o nozionale). ⊲ I tassi variabili vengono calcolati in date chiamate reset dates e applicati in date chiamate settlement dates. I due tassi possono differire in quanto a frequenza di applicazione (e.g. uno semestrale ed uno trimestrale) e per regola di calcolo dei giorni. La durata di uno swap in genere va da 1 a 30 o più anni. Gestione del Rischio Finanziario . . . Interest Rate Swaps ⊲ Nel seguito consideriamo solamente il caso di un plain-vanilla interest rate swap, in cui una parte (fixed rate payer-floating rate receiver, o buyer dello swap, o parte in posizione lunga) paga un tasso fisso e riceve il tasso variabile, mentre l’altra parte (fixed rate receiver-floating rate payer, seller dello swap o parte in posizione corta) paga un tasso variabile e riceve il tasso fisso. Si parla allora di fixed-for-floating swap. ⊲ Il termine payer swap si riferisce ad uno swap in cui si è fixed rate payer, mentre per l’altra parte è un receiver swap (i termini sono riferiti ai pagamenti di tasso fisso). ⊲ A volte l’insieme dei pagamenti di tasso fisso prende il nome di fixed-leg o fixed-branch, mentre l’insieme di pagamenti variabili è noto come floating-leg o floating-branch. Gestione del Rischio Finanziario . . . Interest Rate Swaps ⊲ Nel seguito prenderemo come tasso variabile il LIBOR (cioè il tasso semplice privo di rischio). ⊲ In un plain-vanilla swap le settlement dates coincidono per i due tassi, ed inoltre le reset dates dei tassi variabili precedono le settlment dates esattamente per i periodi di applicazione dei tassi variabili. ⊲ Ad esempio nel caso di frequenza di pagamenti semestrali, ad ogni reset date si osserva il tasso LIBOR a 6 mesi che poi viene regolato alla settlement date successiva, cioè 6 mesi dopo. In questo caso il tasso viene variabile viene pagato alla settlement date ma è predeterminato, cioè è noto alla reset date precedente. ⊲ Il tasso fisso viene scelto in maniera tale che il valore iniziale dello swap è nullo, cioè inizialmente non vi sono scambi di flussi. Il tasso così determinato è noto come tasso swap. Gestione del Rischio Finanziario . . . Interest Rate Swaps ⊲ Una prima giustificazione economica degli swap è quella nota come asset/liability transformation: chi si indebita a tasso fisso può entrare in un receiver swap, trasformando così la natura della sua passività da indebitamento a tasso fisso in indebitamento a tasso variabile. ⊲ Situazione opposta nel caso di indebitamento a tasso variabile, si può tasformare in tasso fisso entrando in un payer swap. ⊲ Analoghe considerazione valgono nel caso di trasformazione di un asset: chi investe a tasso variabile/fisso può convertire l’investimento in tasso fisso/variabile entrando in un receiver/payer swap. Gestione del Rischio Finanziario Interest Rate Swaps: il Vantaggio Comparato ⊲ Consideriamo il seguente esempio. Due entità, A e B, A con rating AA e B con rating BBB (B presenta un rischio di credito superiore) vogliono finanziarsi, A a tasso variabile e B a tasso fisso. ⊲ Le condizioni che si presentano sono le seguenti: A B fisso 10% 11.2% variabile L1/2 + 0.3% L1/2 + 1% dove L1/2 è il tasso LIBOR a 6 mesi (cioè si pagano interessi semestralmente). ⊲ In entrambe i mercati A trova condizioni migliori rispetto a B causa il rischio di credito più elevato di quest’ultimo. ⊲ Tuttavia, lo spread a tasso fisso tra A e B è ∆f = 11.2% − 10% = 1.2%, mentre lo spread a tasso variabile è inferiore, essendo pari a ∆v = (L1/2 + 1%) − (L1/2 + 0.3%) = 0.7%. Gestione del Rischio Finanziario . . . Vantaggio Comparato ⊲ In questo caso, ∆f > ∆v , B ha un vantaggio comparato nel mercato a tasso variabile rispetto ad A, infatti, rispetto alle condizioni offerte ad A (‘comparativamente ad A’), è più vantaggioso per B finanziarsi a tasso variabile dal momento che rispetto ad A paga uno spread ∆v = 0.7% mentre a tasso fisso lo spread sarebbe ∆f = 1.2%. ⊲ Al contrario, A ha, rispetto a B, un vantaggio comparato nel mercato a tasso fisso in quanto può prendere a prestito in tale mercato ad un tasso inferiore rispetto a quello offerto a B del ∆f = 1.2 mentre a tasso variabile la differenza sarebbe solo del ∆v = 0.7%. ⊲ Di conseguenza, A può finanziarsi a tasso fisso, B a tasso variabile e poi potrebbero entrare in uno swap in cui A paga a B ogni 6 mesi il LIBOR e B paga ad a A un tasso fisso del 9.95%. Gestione del Rischio Finanziario . . . Vantaggio Comparato ⊲ La situazione allora è la seguente ⋆ A paga ogni 6 mesi il tasso fisso 10% e nello swap paga il LIBOR a 6 mesi e riceve il 9.95%. Complessivamente per A si ha −10% − L1/2 + 9.95% = −(L1/2 + 0.05%); ⋆ B paga ogni 6 mesi il LIBOR a 6 mesi più 1% e nello swap paga il 9.95% e riceve il LIBOR a 6 mesi. Quindi per B la situazione è la −(L1/2 + 1%) − 9.95% + L1/2 = −10.95%. ⊲ Di conseguenza, A finisce per finanziarsi a tasso variabile al LIBOR a 6 mesi più 0.05% (invece che l’originario L1/2 + 0.3), con un guadagno del 0.25%. B invece si finanzia a tasso fisso pari a 10.95% (invece che 11.2%), con un guadagno del 0.25%. Gestione del Rischio Finanziario . . . Vantaggio Comparato ⊲ Quindi entrambe le parti beneficiano dall’uso dello swap, per un guadagno totale di 0.25% + 0.25% = 0.5% = ∆f − ∆v . ⊲ Dunque l’uso dello swap permette di raggiungere condizioni economiche migliori per tutti i partecipanti al mercato, sfruttando questi vantaggi comparati. ⊲ Critica all’argomento del vantaggio comparato: apparentemente ci sono opportunità di arbitraggio dal momento che sia A che B riescono ad ottenere una riduzione (senza alcun rischio) sul prestito nel mercato a cui volevano originariamente rivolgersi (A a tasso variabile e B a tasso fisso). ⊲ In realtà non abbiamo tenuto conto del rischio di credito a cui sono soggetti sia A ma soprattutto B. Entrando in uno swap tra di loro, le due parti si scambiano anche parte del loro rischio di credito per cui il vantaggio che realizzano è subordinato al fatto che nessuno dei due sia insolvente. Se si verificasse un insolvenza di uno dei due, il rendimento sarebbe chiaramente inferiore. ⊲ Nel seguito, analizzeremo gli swap nell’ipotesi che non vi sia rischio di credito. Gestione del Rischio Finanziario . . . Vantaggio Comparato ⊲ Formalizzando, A e B, A con qualità creditizia superiore a B (B presenta un rischio di credito superiore) vogliono finanziarsi, A a tasso variabile e B a tasso fisso. ⊲ Le condizioni che si presentano sono le seguenti: A B fisso fA % fB % variabile L1/2 + δA % L1/2 + δB % dove L1/2 = LIBOR a 6 mesi. ⊲ In entrambe i mercati A trova condizioni migliori rispetto a B: fA < fB e δA < δB . ⊲ Supponiamo che lo spread a tasso fisso tra A e B, ∆f = fB − fA sia superiore al corrispondente spread a tasso variabile, ∆v = (L1/2 + δB ) − (L1/2 + δA ) = δB − δA , cioè ∆f > ∆v . Gestione del Rischio Finanziario . . . Vantaggio Comparato ⊲ quindi B ha un vantaggio comparato nel mercato a tasso variabile rispetto ad A; al contrario, A ha, rispetto a B, un vantaggio comparato ¯ = ∆f − ∆v nel mercato a tasso fisso; la differenza tra i due spread è ∆ ⊲ A si finanzia a tasso fisso pagando fA , B a tasso variabile pagando L1/2 + δB e poi entrano in degli swap con un intermediario I (e.g. una banca) f ⋆ A entra in un receiver swap con I in cui paga L1/2 + δf A e riceve fA f f ⋆ B entra in un payer swap con I in cui paga fB e riceve L1/2 + δB f ⋆ chiaramente I richiede come compenso per l’intermediazione che ff B ≥ fA e f δf A ≥ δB (almeno una delle due disuguaglianze strette) ⊲ La situazione allora è la seguente ⋆ A paga ⋆ B paga f fA + (L1/2 + δf A ) − fA f f f L1/2 + δB + ff B − (L + δB ) = δB + fB − δB . Gestione del Rischio Finanziario . . . Vantaggio Comparato ⊲ Supponiamo per semplicità che I non applichi uno spread al tasso variabile, δeA = δf B = 0 ⊲ Lo swap riesce vantaggioso per A, B e I se ⋆ A: fA + L1/2 − ff A ≤ L1/2 + δA ⋆ B: ff B + δB < fB f ⋆ I: ff B > fA f cioè se ff A , fB sono tali che f fB − δB > ff B > fA > fA − δA e questo è possibile se e solo se fA , fB , δA , δB soddisfano le fB − δB > fA − δA equivalente alla ∆f − ∆v > 0 ⊲ La somma dei guadagni è f f f ¯ (ff B − fA ) + (fA − fA + δA ) + (fB − δB − fB ) = ∆f − ∆v = ∆ Gestione del Rischio Finanziario Valutazione di uno Swap ⊲ Siano ⋆ t1 , t2 , . . . , tn ∈ T le settlement dates, cioè le epoche in cui avvengono gli scambi di denaro; supponiamo che siano equidistanziate: ti − ti−1 = ∆ per i = 2, . . . , n; ⋆ t0 , t1 , . . . , tn−1 sono le reset dates: in ti−1 si osserva il tasso LIBOR L(ti−1 , ti ) che viene applicato sul periodo [ti−1 , ti ] e pagato in ti (è predeterminato); t0 è l’epoca di stipula dello swap (t0 = t1 − ∆); ⋆ t0 , t1 , . . . , tn è il tenor dello swap; ⋆ LSWAP è il tasso fisso pagato dal fixed rate payer alle epoche t1 , . . . , tn ; ⋆ N è il nozionale a cui vengono applicati i tassi. ⊲ Dal punto di vista del fixed rate payer, il flusso monetario alla generica settlement date ti (i = 1, . . . , n) è N ∆L(ti−1 , ti ) − N ∆LSWAP = N ∆(L(ti−1 , ti ) − LSWAP ). | {z } | {z } floating leg fixed leg Gestione del Rischio Finanziario . . . Valutazione di uno Swap ⊲ La fixed leg è t0 t1 t2 −N ∆LSWAP −N ∆LSWAP ... ... tn −N ∆LSWAP ⊲ e la floating leg è N ∆L(tn−1 , tn ) N ∆L(t0 , t1 ) N ∆L(t1 , t2 ) t0 t1 t2 ... ... tn Gestione del Rischio Finanziario . . . Valutazione di uno Swap ⊲ Sia t0 ≤ v ≤ tn , con v ∈ T, l’istante in cui vogliamo calcolare il valore del payer swap, che indichiamo con SWAP(v) = SWAP(v; (ti )i=0,...,n , LSWAP , N ). ⊲ Il tasso swap viene fissato in maniera tale che all’inizio il valore del contratto swap è nullo, cioè non ci sono flussi: LSWAP : SWAP(t0 ) = 0. ⊲ Successivamente, il valore dello swap potrà cambiare e essere positivo o negativo. ⊲ La decomposizione in fixed e floating leg suggerisce che deve essere SWAP(v) = Vfloating (v) − Vfixed (v), dove Vfloating (v) e Vfixed (v) sono i valori in v delle due leg. Gestione del Rischio Finanziario . . . Valutazione di uno Swap ⊲ Quest’ultima tuttavia, dal punto di vista interpretativo, non è la decomposizione appropriata. ⊲ È invece preferibile ricorrere ad altre decomposizioni che permettono poi di determinare il valore dello swap. ⊲ La prima di queste vede lo swap come portafoglio di Forward Rate Agreements; ⋆ infatti il pagamento in ti dello swap, N ∆(L(ti−1 , ti ) − LSWAP ), è esattamente quello di un FRA con settlement date ti−1 e maturity date ti , nominale N e tasso FRA rate pari a LSWAP . ⋆ Di conseguenza, per la legge del prezzo unico, deve essere X SWAP(v) = FRA(v; (t0 , ti−1 , ti ), LSWAP , N ). i:ti >v Gestione del Rischio Finanziario . . . Valutazione di uno Swap ⊲ ⋆ Dunque, se v = ti , con i = 0, . . . , n − 1, è SWAP(ti ) = N n X j=i+1 [B(ti , tj−1 ) − (1 + ∆LSWAP )B(ti , tj )] . ⋆ Se invece ti−1 < v < ti per i = 1, . . . , n, essendo il pagamento successivo in ti , pari a N ∆(L(ti−1 , ti ) − LSWAP ), già noto in v (è determinato in ti−1 ), riesce SWAP(v) =N ∆(L(ti−1 , ti ) − LSWAP )B(v, ti ) +N n X j=i+1 [B(v, tj−1 ) − (1 + ∆LSWAP )B(v, tj )] . Gestione del Rischio Finanziario . . . Valutazione di uno Swap ⊲ Il tasso swap in t0 è quello che annulla il valore del contratto. Imponendo che SWAP(t0 ) = 0, si trova che Pn N j=1 [B(t0 , tj−1 ) − B(t0 , tj )] Pn LSWAP = N ∆ j=1 B(t0 , tj ) = 1 − B(t0 , tn ) Pn . ∆ j=1 B(t0 , tj ) ⊲ Si riconosce l’espressione di un par rate, come sarà confermato dalla seconda decomposizione di uno swap; quindi LSWAP ≡ LSWAP (t0 , tn ) = c(t0 , n). ⊲ La relazione che lega il tasso swap ai fattori di sconto può essere usata in maniera ‘iterativa’, cioè conoscendo LSWAP e B(t0 , tj ) per j = 1, . . . , n − 1 si può ricavare B(t0 , tn ). I tassi swap possono essere quindi utilizzati per ricostruire la struttura a termine dei tassi. Gestione del Rischio Finanziario . . . Valutazione di uno Swap ⊲ Alternativamente, utilizzando il fatto che i FRA si possono valutare supponendo che i tassi forward si realizzano, si trova SWAP(t0 ) = N ∆ n X i=1 [Lf (t0 , ti−1 , ti ) − LSWAP ] B(t0 , ti ), ⊲ si deduce allora che LSWAP = n X i=1 B(t0 , ti ) Pn Lf (t0 , ti−1 , ti ) h=1 B(t0 , th ) cioè il tasso swap è la media ponderata dei tassi forward. ⊲ Il tasso swap è la media dei tassi che rendono nulli i vari FRA che compongono lo swap. Questi FRA potranno non avere valore nullo in t0 ma la somma dei loro valori sarà nulla. ⊲ Se i tassi forward crescono (decrescono) allora i FRA che compongono lo SWAP avranno valore prima negativo e poi positivo (prima positivo e poi negativo). Gestione del Rischio Finanziario . . . Valutazione di uno Swap ⊲ Il metodo alternativo per valutare un (payer) swap è di considerarlo come scambio di un titolo a cedola fissa contro un titolo a cedola variabile. ⊲ Supponiamo che le due parti si scambino, alla maturity tn , il nominale N . Dal momento che gli importi monetari si compensano, i flussi netti rimangono gli stessi. La fixed leg diventa t0 t1 t2 −N ∆LSWAP −N ∆LSWAP ... tn ... −N − N ∆LSWAP Gestione del Rischio Finanziario . . . Valutazione di uno Swap ⊲ mentre e la floating leg è N + N ∆L(tn−1 , tn ) N ∆L(t0 , t1 ) N ∆L(t1 , t2 ) t0 t1 t2 ... ... tn ⊲ I flussi della fixed leg modificata sono quelli di un titolo con cedola fissa in cui il tasso nominale è il tasso swap LSWAP (e il tasso cedolare è ∆LSWAP ). Indichiamo con CB(v) il suo valore all’epoca v ≤ tn . ⊲ I flussi della floating leg sono invece quelli di una obbligazione a tasso variabile o floater in cui ad ogni epoca ti si riceve il LIBOR predeterminato alla reset date precedente L(ti−1 , ti ) e il nominale alla scadenza. Indichiamo il suo valore all’epoca v con FL(v). Gestione del Rischio Finanziario . . . Valutazione di uno Swap ⊲ Resta quindi da calcolare CB(v) e FL(v), poi il valore del payer swap sarà SWAP(v) = FL(v) − CB(v). ⊲ Il valore dell’obbligazione a tasso fisso è data da X CB(v) = N ∆LSWAP B(v, ti ) + N B(v, tn ). i:ti >v ⊲ Per l’obbligazione a tasso variabile mostriamo che quota alla pari ad ogni reset date, cioè FL(ti ) = N per i = 1, . . . , n. ⋆ Ad una generica reset date ti , consideriamo la seguente strategia (roll-over): impieghiamo l’importo N e fino a ti+1 al tasso prevalente L(ti , ti+1 ). In ti+1 riceviamo l’importo N (1 + ∆L(ti , ti+1 )); di questo, il nominale N viene reinvestito fino a ti+2 , e così via. All’ultima epoca tn si riceve esattamente N (1 + ∆L(tn−1 , tn )), quindi i flussi sono esattamente gli stessi del floater. Gestione del Rischio Finanziario . . . Valutazione di uno Swap ⊲ ⋆ Segue che il valore in ti di quest’ultimo deve essere pari al valore della strategia dato dal valore nominale, o FL(ti ) = N . ⋆ In una qualunque epoca compresa tra due reset dates, ti−1 < v < ti (i = 1, . . . , n), il prezzo sarà il valore del prossimo pagamento (noto) alla reset date seguente, pari a N ∆L(ti−1 , ti ) più il valore del floater una volta pagata la cedola dato dal nominale, scontati da ti a v: FL(v) = N (1 + ∆L(ti−1 , ti ))B(v, ti ). ⋆ Allo stesso risultato si arriva utilizzando il fatto che il valore in v di L(ti−1 , ti ) in ti è Lf (v, ti−1 , ti )B(v, ti ). ⋆ Nel caso in cui il Floater paghi il LIBOR più spread, cioè se la cedola in ti è pari a N ∆(L(ti−1 , ti ) + δ), dove δ è lo spread, allora il suo prezzo FLδ , sarà X B(v, ti ). FLδ (v) = FL(v) + N δ∆ i:ti >v Gestione del Rischio Finanziario . . . Valutazione di uno Swap ⊲ Tornando allo swap, dovrà essere SWAP(ti ) = FL(ti ) − CB(ti ) =N − N ∆LSWAP n X j=i+1 B(ti , tj ) − N B(ti , tn ), ⊲ e per ti−1 < v < ti , SWAP(v) = FL(v) − CB(v) =N (1 + ∆L(ti−1 , ti ))B(v, ti ) − N ∆LSWAP n X j=i B(v, tj ) − N B(v, tn ), formule che si può facilmente vedere essere uguali a quelle già trovate. Gestione del Rischio Finanziario . . . Valutazione di uno Swap ⊲ Osserviamo che per lo swap contrattato in ti e con scadenza tn , quindi con n − i + 1 pagamenti, è LSWAP (ti , tn ) = 1 − B(ti , tn ) Pn , ∆ j=i+1 B(ti , tj ) di conseguenza il valore in ti dello swap contrattato in t0 è SWAP(ti ) =N − N ∆LSWAP (t0 ) n X j=i+1 B(ti , tj ) − N B(ti , tn ) =N ∆ [LSWAP (ti ) − LSWAP (t0 )] n X B(ti , tj ) j=i+1 ⊲ Infatti in ti si può entrare in un receiver swap (stesso tenor e nominale), le floating legs si semplificano e resta la differenza tra le fixed legs (certa) Gestione del Rischio Finanziario . . . Valutazione di uno Swap ⊲ In tj > ti il payoff è ⋆ per il payer swap contrattato in t0 , N ∆(L(tj−1 , tj ) − LSWAP (t0 )) ⋆ per il receiver swap contrattato in ti , N ∆(LSWAP (ti ) − L(tj−1 , tj )) ⊲ il flusso netto in tj è quindi certo e dato da N ∆(LSWAP (ti ) − LSWAP (t0 )). Gestione del Rischio Finanziario Struttura a termine dei tassi Swap ⊲ Riassumendo, il tasso swap è il tasso nominale di un’obbligazione (con caratteristiche di durata e frequenza dei pagamenti uguali a quelle dello swap) che quota alla pari. Quindi il tasso swap corrisponde al par rate: LSWAP ≡ LSWAP (t0 , tn ) = c(t0 , n/∆) = 1 − B(t0 , tn ) Pn . ∆ i=1 B(t0 , ti ) ⊲ Un payer swap può quindi essere visto (in assenza di rischio di credito), come un contratto che prevede la vendita di un’obbligazione che paga il par rate contro il pagamento del nominale. ⊲ La struttura a termine dei tassi swap all’epoca t ∈ T è la funzione s → LSWAP (t, s), s > t. Gestione del Rischio Finanziario Tassi SWAP - t0 =1/12/06 tn − t0 1Y 2Y 3Y 4Y 5Y 6Y 7Y 8Y 9Y 10Y 11Y 12Y 15Y 20Y 25Y 30Y LSWAP (t0 , tn ) 3.87 3.83 3.82 3.82 3.81 3.82 3.83 3.85 3.87 3.89 3.91 3.93 3.98 4.02 4.02 4.01 Gestione del Rischio Finanziario Swaps Esotici ⊲ Forward Start Swaps: si tratta di swap in cui concordato in t0 ma i cui effetti (la prima reset date) cominciano da un istante futuro. ⊲ In-Arrear Swap: reset dates e settlement dates coincidono, quindi il tasso variabile viene determinato e liquidato alla stessa epoca. ⊲ Amortizing/Step-up Swap: uno swap in cui il nominale viene ridotto/aumentato nel tempo in base ad un piano prestabilito. ⊲ Constant Maturity Swap: è uno swap in cui il tasso variabile è il tasso swap relativo ad uno swap con maturità costante (e.g 10 anni). Ad esempio, in una certa epoca ti , il payoff potrebbe essere N ∆(LCMSWAP − LSWAP (ti , ti + 10)). ⊲ Extendable Swap: una delle due parti ha il diritto (opzione) di estendere la durata dello swap. Gestione del Rischio Finanziario Forward Start Swaps ⊲ Lo swap viene contrattato in t0 ma i suoi effetti iniziano alla prima reset date t0 > t0 . ⊲ Il tasso fisso che rende null il valore di questo swap è il tasso swap forward LfSWAP (t0 , t0 , tn ). ⊲ il valore della fixed leg (aggiungendo il nozionale in tn ) è N B(t0 , tn ) + n X N ∆LfSWAP (t0 , t0 , tn )B(t0 , ti ) i=1 ⊲ Il valore in t0 della floating leg (aggiungendo il nozionale in tn ) è pari a N , il corrispondente valore in t0 è quindi N B(t0 , t0 ) ⊲ Uguagliando i valori di gamba fissa e gamba variabile, si trova LfSWAP (t0 , t0 , tn ) = B(t0 , t0 ) − B(t0 , tn ) . Pn ∆ i=1 B(t0 , ti ) Gestione del Rischio Finanziario Swaptions (Swap Options) ⊲ Una Swaption Europea è un contratto OTC che conferisce al suo possessore il diritto di entrare in uno swap, alla scadenza della swaption, ad un tasso swap specificato inizialmente. ⊲ Una payer swaption/receiver swaption dà il diritto di entrare in un payer/receiver swap in cui si paga/riceve il tasso swap fisso prespecificato. ⊲ Di conseguenza una payer swaption protegge contro un aumento degli swap rates; indicato con K il tasso swap prespecificato, è intuitivo che si eserciterà l’opzione se alla scadenza t0 riesce LSWAP (t0 , tn ) > K, dove tn è la scadenza dello swap sottostante l’opzione. ⊲ Viceversa si eserciterà una receiver swaption se in t0 riesce LSWAP (t0 , tn ) < K proteggendosi così da una diminuzione dei tassi swap. Gestione del Rischio Finanziario Swaptions ⊲ Formalmente, alla scadenza t0 della swaption, il payoff per l’holder della payer swaption è ! n X B(t0 , ti ) − N B(t0 , tn ), 0 , ⋆ = max N − N K∆ i=1 | {z } • dove • è il valore in t0 dello swap in cui si paga il tasso fisso K e si riceve il tasso variabile. 1−B(t0 ,tn ) , riesce ⊲ Dal momento che LSWAP (t0 ) = ∆ P n B(t0 ,ti ) i=1 ⋆ = max N ∆LSWAP n X i=1 = max N∆ n X i=1 B(t0 , ti ) − N K∆ B(t0 , ti )(LSWAP − K), 0 n X i=1 ! B(t0 , ti ), 0 ! Gestione del Rischio Finanziario Swaptions ⊲ ⋆ = N∆ n X i=1 B(t0 , ti ) max (LSWAP − K, 0) . ⊲ Quindi si esercita l’opzione se e solo se il payoff è positivo, cioè se LSWAP > K. P La payer swaption si può quindi anche vedere, trascurando n il fattore N ∆ i=1 B(t0 , ti ), come una opzione call sul tasso swap. ⊲ Viceversa una receiver swaption è equivalente ad una opzione put sul tasso swap. ⊲ Se sommiamo il nominale all’ultimo pagamento dello swap, questo si può vedere come uno scambio tra una obbligazione a tasso fisso ed una a tasso variabile. Dal momento che la seconda quota alla pari in t0 , una payer swaption può essere vista come un’opzione put europea su un coupon bond, con cedole pari a N ∆K, e con strike pari al nominale, cioè un’opzione di vendita alla pari. Gestione del Rischio Finanziario Swaptions ⊲ Infatti è • = max N − N K∆ n X = N max 1 − K∆ | B(t0 , ti ) − N B(t0 , tn ), 0 i=1 n X i=1 ! B(t0 , ti ) + B(t0 , tn ) , 0 {z CB(t0 )=CB(t0 ,K,(ti )) = N max 1 − CB(t0 ), 0 . } ! ⊲ Viceversa il payoff in t0 di una receiver swaption è N max(CB(t0 ) − 1, 0), cioè il payoff di un’opzione call europea su un coupon bond con cedole pari a N ∆K, e con strike pari al nominale, quindi un’opzione di acquisto alla pari. Gestione del Rischio Finanziario Swaptions ⊲ Quindi, valutare una swaption è equivalente a valutare un’opzione su un coupon bond, e per fare questo è necessario adottare un modello probabilistico per l’evoluzione dei tassi di interesse. ⊲ Sotto opportune ipotesi sul modello, un’opzione su un coupon bond (≡ opzione su un portafoglio di TCN) si potrà calcolare come portafoglio di opzioni su TCN, il che è notevolmente più semplice. ⊲ Inoltre, è sufficiente valutare il prezzo di una payer swaption per trovare anche il valore di una receiver swaption. Infatti una posizione lunga su una payer swaption ed una corta su una receiver swaption (aventi lo stesso strike K) corrisponde ad un forward start swap in cui il tasso swap è K. ⊲ Vale la pena menzionare una tipologia di swaptions esotiche, le Bermudan swaptions. Si tratta di una swaption che può essere esercitata in un certo numero di date t0 , t1 , . . . , tn−1 , tipicamente equidistanziate. Una volta esercitata, si entra in uno swap con settlement dates le date rimanenti. Ad esempio, se si esercita in ti , lo swap avrà come date ti+1 , . . . , tn . Gestione del Rischio Finanziario Caps, Floors e Collars ⊲ Sono contratti OTC che permettono al possessore di proteggersi da variazioni dei tassi di interesse, in una o in entrambe le direzioni. ⊲ Siano, come per uno swap, t1 , . . . , tn le settlement dates e t0 , . . . tn−1 le reset dates, con t0 , t1 , . . . , tn equidistanziate da ∆, e sia N il nominale. Il contratto viene stipulato in t0 e prevede pagamenti in t1 , . . . , tn . ⊲ Un interest rate cap prevede che ad ogni epoca ti , i = 1, . . . , n, il possessore riceva l’importo N ∆ max(L(ti−1 , ti ) − LCAP , 0), dove LCAP è il cap rate. Il possessore si protegge quindi da oscillazioni dei tassi di interesse al di sopra del cap rate. Gestione del Rischio Finanziario Caps, Floors e Collars ⊲ Se una parte si finanzia pagando il tasso variabile, acquistando un cap pone un limite superiore all’interesse da lui pagato. Riesce infatti − N ∆L(ti−1 , ti ) + N ∆ max(L(ti−1 , ti ) − LCAP , 0) = − N ∆ min(LCAP , L(ti−1 , ti )), quindi si finisce per pagare il più piccolo tra il tasso LIBOR e il cap rate. ⊲ Viceversa, un interest rate floor prevede che il possessore riceva in ti , per i = 1, . . . , n, l’ammontare N ∆ max(LFLOOR − L(ti−1 , ti ), 0), quindi il possessore si protegge da oscillazioni dei tassi sotto il floor rate. Per chi investe a tasso variabile, acquistando un floor finisce per ricevere un tasso pari al massimo tra il tasso variabile ed il floor rate. Gestione del Rischio Finanziario Caps, Floors e Collars ⊲ Il singolo flusso di cassa del cap, N ∆ max(L(ti−1 , ti ) − LCAP , 0), viene chiamato caplet, mentre il generico pagamento del floor, N ∆ max(L(ti−1 , ti ) − LFLOOR , 0), viene chiamato floorlet. ⊲ Un caplet/floorlet è quindi un’opzione call/put europea sul tasso LIBOR prevalente con strike il cap/floor rate. ⊲ Di conseguenza un cap/floor è un portafoglio di caplets/floorlets, cioè un portafoglio di call/put europee sui tassi LIBOR. Gestione del Rischio Finanziario Caps, Floors e Collars ⊲ Valutare un cap/floor equivale a valutare i singoli caplets/floorlets. Riesce cioè, indicando con CAP(v) e con FLOOR(v) i prezzi in v del cap, rispettivamente del floor, e con CAPLETi (v), rispettivamente con FLOORLETi (v), quello del singolo caplet/floorlet pagabile in ti (> v), relativo ad un nominale unitario (N = 1), X CAP(v) = N CAPLETi (v) i:ti >v FLOOR(v) = N X FLOORLETi (v). i:ti >v ⊲ Osserviamo che sussiste anche una put-call parity tra cap e floor. Per ogni epoca ti , max(L(ti−1 , ti ) − LK , 0) − max(LK − L(ti−1 , ti ), 0) = L(ti−1 , ti ) − LK , Gestione del Rischio Finanziario Caps, Floors e Collars ⊲ cioè una posizione lunga su un cap e una corta su un floor (con cap rate e floor rate uguali a LK ) equivale al payoff di un payer swap con swap rate pari a LK : CAP(v) − FLOOR(v) = SWAP(v) ad ogni epoca v. ⊲ È possibile trasformare un caplet (opzione call sul libor) per scriverlo come opzione put su un TCN. Per fissare le idee, siano t l’epoca di valutazione, s l’epoca in cui si osserva il tasso L(s, u) per l’epoca u, istante in cui viene pagato l’importo (u − s) max(L(s, u) − K, 0). Il tasso K è il cap rate e il nominale è unitario (N = 1). Gestione del Rischio Finanziario Caps, Floors e Collars ⊲ Il valore del caplet in t ≤ u si indica con CAPLET(t) = CAPLET(t; s, u, K). Chiaramente, per s ≤ t ≤ u, essendo allora già noto l’importo pagato in u, si ha CAPLET(t) = B(t, u)(u − s) max(L(s, u) − K, 0) ⊲ Osserviamo che per t = s si ha, usando il fatto che 1 1 ( B(s,u) − 1), L(s, u) = u−s CAPLET(s) = B(s, u)(u − s) max(L(s, u) − K, 0) = max(B(s, u)(u − s)L(s, u) − B(s, u)(u − s)K, 0) = max(1 − B(s, u) − B(s, u)(u − s)K, 0) Gestione del Rischio Finanziario Caps, Floors e Collars ⊲ = max(1 − B(s, u)(1 + (u − s)K), 0) 1 = (1 + (u − s)K) max − B(s, u), 0 1 + (u − s)K {z } | • dove • è il payoff di una put europea con scadenza s scritta su un TCN 1 con maturità u, con strike 1+(u−s)K (è il prezzo di un TCN se il tasso semplice è K). ⊲ Quindi, indicando con PUTTCN (t) = PUTTCN (t; s, u, H) il prezzo in t di una put Europea scritta su un TCN, con scadenza dell’opzione s, scadenza del TCN u e strike H, dovrà essere, per t < s, 1 . CAPLET(t; s, u, K) = (1 + K(u − s)) PUTTCN t; s, u, 1 + K(u − s) Gestione del Rischio Finanziario Caps, Floors e Collars ⊲ e il prezzo di un cap sarà allora, ⋆ per t = ti CAP(ti ) = N (1 + ∆LCAP ) n X j=i+1 PUTTCN ti ; tj−1 , tj , 1 , 1 + ∆LCAP ⋆ mentre per ti−1 < t < ti bisogna aggiungere il valore del prossimo pagamento: CAP(t) =N (1 + ∆LCAP ) n X j=i+1 PUTTCN t; tj−1 , tj , + N B(t, ti )∆ max(L(ti−1 , ti ) − LCAP , 0). 1 1 + ∆LCAP Gestione del Rischio Finanziario Caps, Floors e Collars ⊲ In maniera simile, per un floorlet con le stesse caratteristiche del caplet analizzato prima, si avrà, ⋆ per ogni s ≤ t ≤ u FLOORLET(t) = B(t, u)(u − s) max(K − L(s, u)), ⋆ per t = s si ha FLOORLET(s) = (1 + K(u − s)) max B(s, u) − 1 ,0 , 1 + K(u − s) ⋆ quindi per t < s è FLOORLET(t) = (1 + K(u − s)) CALLTCN t; s, u, 1 . 1 + K(u − s) Gestione del Rischio Finanziario Caps, Floors e Collars ⊲ Il prezzo di un floor sarà allora, ⋆ per t = ti FLOOR(ti ) = = N (1 + ∆LFLOOR ) n X j=i+1 CALLTCN ti ; tj−1 , tj , 1 , 1 + ∆LFLOOR ⋆ mentre per ti−1 < t < ti , FLOOR(t) =N (1 + ∆LCAP ) n X j=i+1 CALLTCN t; tj−1 , tj , + N B(t, ti )∆ max(L(ti−1 , ti ) − LCAP , 0). 1 1 + ∆LCAP Gestione del Rischio Finanziario Caps, Floors e Collars ⊲ Un collar è un contratto che garantisce ad una parte che paga o riceve interessi variabili, che tali pagamenti resteranno confinati ad un intervallo specificato. Il possessore del collar riceve all’epoca ti l’importo N ∆[max(L(ti−1 , ti ) − LCAP , 0) − max(LFLOOR − L(ti−1 , ti ), 0)] = se L(ti−1 , ti ) > LCAP L(ti−1 , ti ) − LCAP = N∆ 0 se LCAP ≥ L(ti−1 , ti ) ≥ LFLOOR LFLOOR − L(ti−1 , ti ) se L(ti−1 , ti ) < LFLOOR . ⊲ È chiaro che un collar equivale ad una posizione lunga su un cap con cap rate LCAP e una posizione corta su un floor con floor rate LFLOOR . Riesce dunque COLLAR(v) = CAP(v; LCAP ) − FLOOR(v; LFLOOR ). ⊲ A volte i due tassi LCAP e LFLOOR sono scelti in maniera tale che i valori del cap e del floor siano uguali, cioè tali che il collar non abbia valore. Gestione del Rischio Finanziario Stima della Struttura per Scadenza ⊲ L’obbiettivo è quello di costruire, ad una certa epoca t0 , la struttura per scadenza dei tassi in una delle sue forme equivalenti: ⋆ prezzi dei TCN (discount function); ⋆ tassi a pronti; ⋆ tassi a termine. ⊲ Se in t0 avessimo a disposizione dei TCN (default-free) per ogni scadenza futura allora il problema sarebbe risolto. Tuttavia spesso esistono TCN (ad esempio emessi dallo stato) solo per alcune scadenze, che tipicamente non superano i 2 anni, e solo a volte esistono gli strips creati da coupon bond esistenti. ⊲ Si devono allora ricavare i TCN a partire da informazioni contenute in altri strumenti che si osservano sul mercato. Tale procedimento prende a volte il nome di stripping o bootstrapping della curva dei tassi. Gestione del Rischio Finanziario Stima della Struttura per Scadenza ⊲ Non è restrittivo supporre che t0 = 0. Input del procedimento di ricostruzione della struttura per scadenza dei tassi sono una sequenza di K strumenti, di cui è noto il prezzo in 0, e i corrispondenti flussi futuri certi, che supponiamo siano pagati alle epoche (0 <)t1 < t2 < . . . < tn (ovviamente è sufficiente suppore che alcuni flussi siano nulli per includere la possibilità che gli strumenti prevedono pagamenti in epoche diverse). ⊲ Anche nel caso in cui osserviamo la quotazione di mercato di un tasso (LIBOR, FRA o futures, SWAP, . . . ), questo si può tradurre in una relazione tra prezzi e flussi futuri. ⊲ Sia P̂k il prezzo osservato in 0 del k-esimo strumento e siano Ĉk,j , con j = 1, . . . , n i cash-flows corrispondenti, con Ĉk,j corrisposto in tj . Gestione del Rischio Finanziario Stima della Struttura per Scadenza ⊲ La relazione teorica che lega gli importi e i cash-flows sarà del tipo P̂k = pk ((Ĉk,j )j , (tj )j , (B(0, tj ))j ), k = 1, . . . K per qualche funzione pk . ⊲ Essendo i cash-flows futuri Ĉk,j certi (noti in 0), la funzione pk è lineare nei prezzi dei TCN B(0, tj ): P̂k = n X Ĉk,j B(0, tj ), k = 1, . . . , K. j=1 ⊲ Ad esempio, abbiamo ⋆ TCN con scadenza ti e nominale N : è Ĉk,j = 0 per j 6= i, Ĉk,i = N , e P̂k = N B(0, ti ). Gestione del Rischio Finanziario Stima della Struttura per Scadenza ⊲ ⋆ Tasso LIBOR L(0, ti ): si può pensare all’investimento di 1e in 0 che frutta 1 + ti L(0, ti )e in ti , quindi P̂k = 1 e Ĉk,j = 0 per j 6= i e Ĉk,i = 1 + ti L(0, ti ). Quindi 1 = (1 + ti L(0, ti ))B(0, ti ). ⋆ Tasso FRA LFRA (≡ tasso forward) con settlement date ti e maturity th , con ti < th : si può pensare all’investimento, concordato in 0, di 1e in ti che viene remunerato da 1 + (th − ti )LFRA e in th . Quindi è P̂k = 0, Ĉk,j = 0 se j 6= i, h e Ĉk,i = −1, Ĉk,h = 1 + (th − ti )LFRA . Di conseguenza la relazione che lega cash-flows e prezzo diventa B(0, ti ) = (1 + (th − ti )LFRA )B(0, th ) Spesso al posto dei FRA si considerano, essendo molto più liquidi, futures sul LIBOR e si trattano come tassi forward. Gestione del Rischio Finanziario Stima della Struttura per Scadenza ⊲ ⋆ Coupon Bond con cedole pari a C alle epoche ti1 , . . . , tim e nominale N : è Ĉk,j = 0 se j 6= ti e Ĉk,j = C per j = i1 , . . . , im−1 e infine Ĉk,im = N + C. Inoltre m X B(0, tij ) + N B(0, tim ). P̂k = C j=1 ⋆ Tasso Swap LSWAP relativo alle settlement dates ti1 , . . . , tim (equidistanziate da ∆); è il par rate di una obbligazione, per cui si traduce nei flussi seguenti: P̂k = 1 e Ĉk,j = 0 se j 6= ti e Ĉk,j = ∆LSWAP se j = i1 , . . . , im−1 e infine Ĉk,im = 1 + ∆LSWAP . Inoltre 1 = ∆LSWAP m X j=1 B(0, tij ) + B(0, tim ). Gestione del Rischio Finanziario Stima della Struttura per Scadenza ⊲ Potremmo includere nel nostro insieme di strumenti anche opzioni su tassi di interesse (swaptions, caps, . . . ) o altro che corrispondono al caso di flussi aleatori; per dedurre il prezzo teorico è necessario allora ipotizzare un modello per la struttura per scadenza, e i risultanti prezzi teorici tipicamente sarebbero funzioni non lineari dei prezzi dei TCN (e di altri parametri). ⊲ Normalmente si cercherà di utilizzare, per quanto possibile, strumenti provenienti da ‘segmenti’ di curva dei tassi assimilabili (≈ strumenti aventi caratteristiche simili in quanto a rischio di credito dell’emittente, liquidità, . . . ). Ad esempio ⋆ TCN e coupon bond emessi dallo stato oppure da entità con lo stesso rating (treasury/corporate yield curve). ⋆ Money market instruments e strumenti assimilabili: LIBOR, FRA e SWAPS (interbank yield curve). Gestione del Rischio Finanziario Stima della Struttura per Scadenza ⊲ In termini vettoriali, la relazione tra cash-flows e prezzi si scrive P̂ = p(Ĉ, t, B), dove P̂, p, t, B sono i vettori definiti da B(0, t1 ) t1 p1 P̂1 .. P̂ = ... , p = ... , t = ... , B = . P̂K pK tn B(0, tn ) Gestione del Rischio Finanziario Stima della Struttura per Scadenza ⊲ e dove Ĉ è la matrice dei cash-flows, cioè l’i esima colonna contiene i cash-flows all’epoca ti e la k-esima riga contiene i payoff dell k-esimo titolo: Ĉ1,1 . . . Ĉ1,n .. . Ĉ = ... . ĈK,1 ĈK,n ⊲ Il bootstrap consiste essenzialmente a ‘invertire’ la relazione esistente tra P̂ e B, dati Ĉ e t; la procedura produrrà dei B tali che i prezzi teorici riproducono esattamente i prezzi osservati, oppure li approssimano in un senso ottimo secondo un certo criterio. Gestione del Rischio Finanziario Metodo Diretto ⊲ Dati Ĉ, t, si cerca l’inversa (se esiste) della funzione p rispetto alla terza variabile (B), calcolata nel punto P̂, ottenendo così B = p−1 (P̂; Ĉ, t); ⊲ poi, si interpolano i punti del vettore B = [B(0, t1 ), . . . , B(0, tn )]T così trovati mediante un metodo di interpolazione. Il procedimento restituisce quindi l’intera discount function t → B(0, t) per t ≥ 0. La procedura dovrà essere vincolata dalle condizioni B(0, 0) = 1 e B(0, t) > 0 per ogni t. ⊲ Caso importante: se i cash-flows Ĉ sono noti in 0, allora la funzione p è lineare, e riesce (prodotto riga per colonna) P̂ = ĈB, cioè un sistema lineare di K equazioni in n incognite (B). Gestione del Rischio Finanziario Metodo Diretto ⊲ Supponiamo che K = n (ci sono tanti strumenti quante sono le scadenze) e che la matrice Ĉ sia di rango pieno, cioè ⋆ non esiste θ = (θ1 , . . . , θK ) 6= (0, . . . , 0) tale che θ1 Ĉ1,i + . . . + θK ĈK,i = 0 per ogni i = 1, . . . , n. ⋆ equivalentemente, non esiste 1 ≤ k ≤ K e θ = (θ1 , . . . , θk−1 , θk+1 , . . . , θK ) tale che Ĉk,i = θ1 Ĉ1,i + . . . + θK ĈK,i . ⋆ quindi nessuno degli strumenti è replicato dagli altri strumenti, o ogni strumento è linearmente indipendente dagli altri strumenti. ⊲ In queste ipotesi, la matrice Ĉ è invertibile, e si trova quindi B = Ĉ−1 P̂. Gestione del Rischio Finanziario Metodo Diretto ⊲ esempio: supponiamo di avere 4 obbligazioni con le seguenti caratteristiche: ⋆ TCN con scadenza fra 6 mesi, nominale 100, prezzo 98; ⋆ Coupon bond con cedole semestrali, tasso nominale del 4%, scadenza fra 1 anno, nominale 100, prezzo 99.88; ⋆ Coupon bond con cedole semestrali, tasso nominale del 6%, scadenza fra 18 mesi, nominale 100, prezzo 103.155; ⋆ Coupon bond con cedole annuali, tasso nominale del 4.5%, scadenza fra 2 anni e 6 mesi, prossima cedola fra 6 mesi, nominale 100, prezzo 105.325. ⊲ Quindi è K = 4, n = 4 con t = [1/2, 1, 3/2, 5/2]T , e inoltre P̂ = [98, 99.88, 103.155, 105.325]T . Gestione del Rischio Finanziario Metodo Diretto ⊲ La matrice dei cash-flows è allora data 100 0 2 102 Ĉ = 3 3 4.5 0 che è di rango pieno. da 0 0 103 4.5 0 0 , 0 104.5 ⊲ Il sistema B = Ĉ−1 P̂ può essere risolto direttamente, dal momento che la matrice Ĉ del sistema è diagonale. Ponendo B(0, 1/2) = x, B(0, 1) = y, B(0, 3/2) = z, B(0, 5/2) = w, il sistema si può scrivere come: Gestione del Rischio Finanziario Metodo Diretto ⊲ 100x 2x + 102y 3x + 3y 4.5x =98 =99.88 +103z +4.5z + 104.5w =103.155 =105.325 ⊲ risolvendo il sistema si trova x = 0.98, y = 0.96, z = 0.945 e w = 0.925. Si ha allora B = [0.98, 0.96, 0.945, 0.925]T . Gestione del Rischio Finanziario Metodo Diretto ⊲ Avendo individuato B = [B(0, t1 ), . . . , B(0, tn )]T , si procede a interpolare questi punti, cioè a determinare una funzione b : [0, +∞) → R tale che b(tj ) = B(0, tj ) e (possibilmente) tale che verifichi le condizioni di non arbitraggio: ⋆ b(0) = B(0, 0) = 1; ⋆ b(t) = B(0, t) > 0 per ogni t ≥ 0. (per la prima delle due basta includere il punto iniziale t0 = 0 e B(0, 0) = 1) ⊲ Alternativamente, si possono ricavare i tassi a pronti corrispondenti a B, cioè r = [r(0, t1 ), . . . , r(0, tn )]T , con r(0, ti ) = − t1i log B(0, ti ). Osserviamo che se si interpolano i tassi a pronti le condizioni di arbitraggio viste sopra sono automaticamente soddisfatte. Gestione del Rischio Finanziario Metodo Diretto ⊲ Chiaramente, interpolare i tassi e poi ricavare i prezzi dei TCN può dare risultati differenti dall’interpolare direttamente i prezzi dei TCN (tranne che per le scadenze ti ). ⊲ Nell’uno o nell’altro caso, la funzione interpolante dovrà soddisfare alcune caratteristiche: ⋆ regolarità: ad esempio, dovrebbe essere almeno due volte derivabile; ⋆ la funzione interpolante non deve avere variazioni troppo ‘pronunciate’ (la derivata seconda non dovrebbe prendere valori elevati); ⋆ robustezza: piccole variazioni nei prezzi B (o nei tassi r) non dovrebbero causare grandi variazioni nell’interpolazione; Gestione del Rischio Finanziario Metodo Diretto ⊲ Il primo tentativo è quello di utilizzare un polinomio come funzione interpolante. Dati n + 1 coppie di punti (xi , yi )i=1,...,n+1 con gli xi tutti distinti, esiste un unico polinomio di grado ≤ n, l(x) = a0 + a1 x + a2 x2 + . . . + an xn tale che l(xi ) = yi per ogni i. ⊲ Tale polinomio si può scrivere nella forma seguente (polinomio di Lagrange): n+1 X yh gh (x), l(x) = h=1 dove gh (x) = j6 =h Y x − xj x − xj j=1...n+1 h Gestione del Rischio Finanziario ⊲ Prezzi dei BOT al 21/2/06 Scadenza 28/02/06 *15/03/06 31/03/06 *13/04/06 28/04/06 *15/05/06 31/05/06 *15/06/06 30/06/06 *14/07/06 31/07/06 *15/08/06 15/09/06 *15/10/06 15/11/06 *15/12/06 15/1/07 *15/2/07 Prezzo 99.950 99.860 99.750 99.660 99.550 99.440 99.330 99.210 99.100 99.020 98.880 98.770 98.540 98.300 98.080 97.850 97.590 97.330 0.88 0.90 0.92 0.94 0.96 0.98 1.00 1.02 Gestione del Rischio Finanziario 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 Interpolazione con il polinomio di Lagrange 0.88 0.90 0.92 0.94 0.96 0.98 1.00 1.02 Gestione del Rischio Finanziario 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 Interpolazione con il polinomio di Lagrange B(0, 13/4/06) diminuito del 1‰ 0.01 0.02 0.03 0.04 0.05 Gestione del Rischio Finanziario 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 Corrispondente curva dei tassi a pronti 1.0 0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 Gestione del Rischio Finanziario 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 Corrispondente curva dei tassi forward istantanei Gestione del Rischio Finanziario Metodo Diretto ⊲ Il polinomio non sembra adattarsi bene, specialmente per le maturità vicino a 1 anno. Il prezzo del BOT con scadenza 15/1/07 implicato dalla curva interpolata (out-of-sample) è 95.913, mentre il prezzo osservato è 97.590 (errore del 1.7%). ⊲ La conseguente interpolazione dei tassi spot e forward è notevolmente peggiore. Il tasso spot implicato per la scadenza 15/1/07 è 4.64% mentre quello osservato è 2.71% (errore del 71%). ⊲ L’interpolazione polinomiale non è molto robusta: una variazione del 1‰ del prezzo del secondo BOT (con scadenza 13/4/06) provoca uno scostamento notevole della curva per le scadenze vicine ad 1 anno. L’errore che si commette sul bond con scadenza 15/1/07 è ora del 4.53%. ⊲ Inoltre utilizzare un polinomio rende poco affidabile l’uso dell’interpolazione al di fuori dell’intervallo [x1 , xn+1 ], dal momento che lim|x|→∞ l(x) = ∞. Gestione del Rischio Finanziario Metodo Diretto ⊲ Un metodo alternativo spesso utilizzato per interpolare tra punti che evita alcuni dei problemi incontrati prima, è quello delle spline polinomiali. ⊲ Dati n + 1 punti (xi )i=1,...,n+1 , detti nodi, una spline polinomiale di grado k è una funzione S : [x1 , xn+1 ] → R tale che per ogni i la restrizione S|[xi ,xi+1 ] sia un polinomio di grado k, o in altre parole S1 (x) S(x) = . . . Sn (x) se x ∈ [x1 , x2 ] ... se x ∈ [xn , xn+1 ]. dove, per ogni i, Si è un polinomio di grado k, e inoltre tale che la funzione S sia k − 1 volte derivabile. Gestione del Rischio Finanziario Metodo Diretto ⊲ Una spline è quindi individuata da n(k + 1) parametri (n polinomi di grado k, ognuno con k + 1 parametri). La condizione di regolarità è equivalente a richiedere che la funzione S sia k − 1 volte derivabile nei nodi x2 , . . . , xn , cioè che per i = 1, . . . , n − 1 riesca Si (xi+1 ) = Si+1 (xi+1 ) continuità ′ Si′ (xi+1 ) = Si+1 (xi+1 ) ... = ... derivabilità ... (k−1) Si (k−1) (xi+1 ) = Si+1 (xi+1 ) (k − 1) − derivabilità. ⊲ Si tratta quindi di k(n − 1) condizioni (lineari) sui parametri. Restano quindi n + k parametri liberi. Gestione del Rischio Finanziario Metodo Diretto ⊲ Dati n + 1 coppie di punti (xi , yi )i=1,...,n+1 , con gli xi tutti distinti, una spline interpolante di ordine k è una spline S di ordine k che verifica la condizione di interpolazione S(xi ) = yi per i = 1, . . . , n + 1. ⊲ Si tratta quindi di ulteriori n + 1 condizioni (lineari) sui parametri. Restano allora k − 1 parametri liberi. ⊲ Ad esempio, per k = 1 si trova l’interpolazione con spline lineari (brevemente interpolazione lineare) che è determinata unicamente dalla continuità. Si trova Si (x) = yi + (x − xi ) yi+1 − yi per i = 1, . . . , n. xi+1 − xi Gestione del Rischio Finanziario Metodo Diretto ⊲ Per la loro flessibilità le spline più frequentemente usate sono le spline cubiche (k = 3), in quanto permettono un massimo e un minimo in ogni intervallo compreso fra due nodi (inoltre i tassi forward istantanei sono una volta derivabili). ⊲ Tenendo conto di tutti i vincoli, restano k − 1 = 2 parametri liberi. Si aggiungono allora altre due condizioni, tipicamente agli estremi, per determinare univocamente tutti i parametri; ad esempio le spline cubiche naturali richiedono che S ′′ (x1 ) = S ′′ (xn+1 ) = 0, cioè una condizione sulla curvatura della spline agli estremi. ⊲ Le condizioni di regolarità permettono di rappresentare la spline al modo seguente: per i = 1, . . . , n − 1 deve essere Si+1 = Si + Ki+1 , dove Ki+1 è un polinomio di grado 3 tale che ′′ ′ (xi+1 ) = 0. (xi+1 ) = Ki+1 Ki+1 (xi+1 ) = Ki+1 Gestione del Rischio Finanziario Metodo Diretto ⊲ Di conseguenza deve essere Ki+1 (x) = bi+1 (x − xi+1 )3 . Ponendo S1 (x) = a0 + a1 x + a2 x2 + a3 x3 , riesce quindi Si (x) = 3 X h ah x + i X k=2 h=0 bk (x − xk )3 Pv per i = 1, . . . , n (per convenzione è u . . . = 0 se u > v). ⊲ Una rappresentazione equivalente è data da S(x) = 3 X h=0 a h xh + n X k=2 bk max(x − xk , 0)3 . Questo permette di decomporre la spline come somma di un polinomio di grado 3 e di termini che sono solo due volte derivabili nei nodi (max(x − xk , 0)3 è derivabile infinite volte tranne nel nodo xk dove è solo due volte derivabile). Gestione del Rischio Finanziario Metodo Diretto ⊲ Si determinano poi gli n + 3 parametri a0 , . . . , a3 , b2 , . . . , bn imponendo le condizioni di interpolazione e le due condizioni agli estremi. ⊲ Ad esempio, interpolando con spline cubiche naturali il precedente insieme di prezzi BOT, il risultato sembra decisamente migliore. Il prezzo teorico del BOT con scadenza 15/1/07 è 97.596 (osservato 97.590) con un errore del 0.006%. ⊲ In termini di tassi a pronti, il valore teorico è 2.70% contro il 2.71%, con un errore del 0.3%. ⊲ Perturbando la curva come in precedenza non risulta in variazioni globali di rilievo (ovvio, per come sono definite le spline). 0.90 0.92 0.94 0.96 0.98 1.00 1.02 Gestione del Rischio Finanziario 0.88 Polinomio di Lagrange spline cubica naturale 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 Interpolazione con spline cubica. 1.0 0.90 0.92 0.94 0.96 0.98 1.00 1.02 Gestione del Rischio Finanziario 0.88 Polinomio di Lagrange spline cubica naturale 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 Interpolazione con spline cubica B(0, 13/4/06) diminuito del 1‰. 1.0 Gestione del Rischio Finanziario Metodo Indiretto ⊲ Il problema principale del metodo diretto è la difficoltà di reperire un numero di strumenti aventi cash-flows in scadenze comuni, così da costruire una matrice dei cash-flows che sia invertibile. ⊲ Il metodo indiretto rinuncia a cercare una funzione che passi esattamente fra i punti; piuttosto, si assume per la struttura per scadenza (in una delle sue forme equivalenti) una data forma funzionale che dipenda da alcuni parametri e si cercano i valori dei parametri tali che i valori teorici si adattino (‘fittano’) ai valori osservati, secondo un certo criterio. ⊲ Chiaramente, se si fittano i prezzi, non è poi detto che i tassi teorici implicati fittino altrettanto bene quelli osservati (e viceversa). A volte (quando possibile) si preferisce fittare direttamente i tassi. Gestione del Rischio Finanziario Metodo Indiretto ⊲ Sia B(0, t) = b(t; θ), t ≥ 0 il modello che descrive la struttura per scadenza dei prezzi (con b(0, θ) = 1 e b > 0). Per il vettore dei parametri riesce θ ∈ Θ dove Θ ⊂ RL . ⊲ Alternativamente, possiamo modellare r(0, t) = R(t; θ) e poi definire B(0, t) = e−tr(0,t) . ⊲ Consideriamo i due punti di RK ⋆ prezzi osservati: P̂ = [P̂1 , . . . , P̂K ]T ; ⋆ prezzi teorici: p(θ) = [p1 (θ), . . . , pK (θ)]T , dove pk è il prezzo teorico implicato dal modello b(t; θ). ⊲ Ad esempio nel caso di cash-flows noti in 0 si trova pk (θ) = n X j=1 Ĉk,j b(tj ; θ). Gestione del Rischio Finanziario Metodo Indiretto ⊲ Si cerca θ ∈ Θ tale che i due punti P̂ (fisso) e p(θ) (dipendente da θ) si trovano a distanza minima, cioè il problema è min d(P̂ , p(θ)), θ∈Θ dove d è una distanza in RK . ⊲ La scelta più comune è quella della distanza euclidea, cioè, per x = (x1 , . . . , xK ) e y = (y1 , . . . , yK ), v u K uX d(x, y) = t (xk − yk )2 , k=1 che si traduce nel metodo dei minimi quadrati (non lineari): min θ∈Θ K X (P̂k − pk (θ))2 . k=1 Gestione del Rischio Finanziario Metodo Indiretto ⊲ Spesso si pesano in maniera diversa i vari strumenti: se wk > 0 è il peso attribuito al k-esimo strumento, il problema è min θ∈Θ K X k=1 wk (P̂k − pk (θ))2 . ⊲ Tipicamente il peso viene scelto inversamente collegato alla durata del titolo, cioè si dà peso inferiore ai titoli che dipendono da un numero maggiore di funzioni di sconto. Una scelta classica, nel caso in cui i titoli siano obbligazioni, è l’inverso della duration del titolo. Questa scelta si può interpretare come: i titoli più sensibili alle variazioni della curva ricevono meno peso. Gestione del Rischio Finanziario Metodo Indiretto ⊲ Il metodo dei minimi quadrati può essere giustificato statisticamente al modo seguente. ⋆ Supponiamo che per k = 1, . . . , K riesca P̂k = pk (θ) + εk ⋆ dove gli errori εk , scarti tra i valori osservati P̂k e quelli teorici pk (θ), sono indipendenti e distribuiti come variabili aleatorie Gaussiane con media nulla, cioè εk ∼ N (0, σk2 ) per k = 1, . . . , K, ⋆ e inoltre ε1 , . . . , εK sono indipendenti. ⋆ Questo implica in particolare che P̂k ∼ N (pk (θ), σk2 ). ⋆ Allora il metodo dei minimi quadrati corrisponde alla stima di massima verosimiglianza del parametro θ. Gestione del Rischio Finanziario Metodo Indiretto ⊲ ⋆ Infatti, la funzione di verosimiglianza è L(θ|P̂ ) = K Y p 1 − 12 (P̂k −pk (θ))2 2σ e k 2πσk2 k=1 PK − k=1 12 (P̂k −pk (θ))2 ∝e 2σ k ⋆ così massimizzare L(θ|P̂ ) equivale a minimizzare K X k=1 con wk = 1 2. 2σk wk (P̂k − pk (θ))2 , , Gestione del Rischio Finanziario Metodo Indiretto ⊲ Fra i modelli parametrici più utilizzati vi sono i seguenti, espressi mediante i tassi forward istantanei f (t; θ) = f (0, t) ⋆ Nelson-Siegel (1987): t fNS (t; θ) = β0 + β1 e−t/a + β2 e−t/a , a dove θ = (a, β0 , β1 , β2 ) e Θ = R+ × R3 . ⋆ Svensson (1994): fSV (t; θ) = β0 + β1 e−t/a1 + β2 t −t/a1 t + β3 e−t/a2 , e a1 a2 dove θ = (a1 , a2 , β0 , β1 , β2 , β3 ) e Θ = R2+ × R4 . A differenza di Nelson-Siegel, si aggiunge un ulteriore termine esponenziale. Si possono così ottenere anche forme della struttura per scadenza con un punto di massimo e uno di minimo. Gestione del Rischio Finanziario Metodo Indiretto ⊲ Un altro modello comunemente utilizzato è quello delle spline cubiche, per i prezzi o per i tassi: fissati il numero di nodi m + 1 e i nodi x1 , . . . , xm , si pone, ragionando in termini di prezzi, b(t; θ) = 3 X h=0 ah t h + m X h=2 bh max(t − xk , 0)3 , con θ = (a0 , . . . , a3 , b2 , . . . , bm ) e Θ = Rm+3 . ⊲ Ulteriore vantaggio è la linearità nei parametri, così si possono utilizzare minimi quadrati ordinari. ⊲ Punto critico è quello della scelta del numero di nodi e della loro posizione. Una regola empirica a volte utilizzata√è quella di prendere il numero di splines m pari all’intero più vicino a K, e i nodi equidistanziati oppure tali che ogni intervallo tra due nodi contiene lo stesso numero di (maturità degli) strumenti utilizzati. Gestione del Rischio Finanziario Metodo Indiretto ⊲ Con la stessa filosofia delle splines, diversi metodi parametrici possono essere costruiti partendo da semplici procedure di interpolazione ⋆ dei fattori di sconto ⋆ dei tassi a pronti ⋆ dei tassi forward fra un certo numero di nodi assegnati. ⊲ Il tipo di interpolazione può essere ⋆ lineare ⋆ costante a tratti ⋆ ... ⊲ Si procede poi a fittare il modello ai dati. ⊲ Prendendo un numero di nodi sufficientemente elevato (≈ pari a quello degli strumenti) è possibile riprodurre esattamente i tassi/prezzi osservati. Gestione del Rischio Finanziario Metodo Indiretto ⊲ Tassi forward istantanei costanti a tratti ⋆ siano t0 = 0 < t1 < . . . < tn < . . . i nodi ⋆ si pone f (t; θ) = θi per ti−1 ≤ t < ti , i ≥ 1 ⋆ i tassi a pronti sono dati da: i−1 1 X r(0, t) = R(t; θ) = θj (tj − tj−1 ) + θi (t − ti−1 ) t j=1 se ti−1 ≤ t < ti . ⊲ Ad esempio, avendo dei tassi LSWAP (ti ), i = 1, . . . , n si può costruire una curva che riproduce esattamente questi tassi prendendo proprio t1 , . . . , tn come nodi e imponendo che LSWAP (ti ) = 1 − b(ti ; θ) . Pti /∆ ∆ j=1 b(ti /j; θ) Gestione del Rischio Finanziario ⊲ Fitting dei prezzi dei BOT al 21/2/06 — Nelson-Siegel Scadenza 28/02/06 *15/03/06 31/03/06 *13/04/06 28/04/06 *15/05/06 31/05/06 *15/06/06 30/06/06 *14/07/06 31/07/06 *15/08/06 15/09/06 *15/10/06 15/11/06 *15/12/06 15/1/07 *15/2/07 Prezzo 99.950 99.860 99.750 99.660 99.550 99.440 99.330 99.210 99.100 99.020 98.880 98.770 98.540 98.300 98.080 97.850 97.590 97.330 0.975 0.980 0.985 0.990 0.995 1.000 Gestione del Rischio Finanziario 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 Fitting dei prezzi dei BOT con Nelson-Siegel. 0.030 Gestione del Rischio Finanziario 0.023 0.024 0.025 0.026 0.027 0.028 0.029 spot forward 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 Tassi spot e forward - Nelson-Siegel. 1.0 Gestione del Rischio Finanziario ⊲ Fitting dei prezzi dei BOT al 21/2/06 — Nelson-Siegel P̂ p 0.9995 0.9986 0.9975 0.9966 0.9955 0.9944 0.9933 0.9921 0.9910 0.9902 0.9888 0.9877 0.9854 0.9830 0.9808 0.9785 0.9759 0.9733 0.9995 0.9985 0.9975 0.9966 0.9956 0.9944 0.9933 0.9922 0.9911 0.9901 0.9888 0.9877 0.9854 0.9831 0.9807 0.9783 0.9759 0.9734 p − P̂ +4.01E-05 -5.44E-05 -2.87E-05 -1.16E-05 +5.86E-05 -2.26E-05 -4.77E-05 +8.59E-05 +1.09E-04 -1.07E-04 +4.80E-05 +3.82E-05 +1.24E-05 +1.22E-04 -8.49E-05 -1.51E-04 -3.19E-05 +5.14E-05 (p − P̂ )/P̂ +4.02E-05 -5.45E-05 -2.88E-05 -1.17E-05 +5.88E-05 -2.28E-05 -4.81E-05 +8.66E-05 +1.10E-04 -1.08E-04 +4.86E-05 +3.87E-05 +1.26E-05 +1.24E-04 -8.65E-05 -1.54E-04 -3.26E-05 +5.28E-05 Gestione del Rischio Finanziario ⊲ Fitting dei prezzi dei BOT al 21/2/06 — Nelson-Siegel R̂% r% 2.6078 2.3244 2.4043 2.4375 2.4943 2.4696 2.4785 2.5394 2.5580 2.5137 2.5694 2.5813 2.6060 2.6518 2.6502 2.6711 2.7147 2.7515 2.3984 2.4147 2.4319 2.4458 2.4617 2.4796 2.4962 2.5117 2.5270 2.5412 2.5583 2.5733 2.6037 2.6327 2.6621 2.6900 2.7183 2.7462 r − R̂% -2.09E-01 +9.04E-02 +2.76E-02 +8.35E-03 -3.25E-02 +1.00E-02 +1.77E-02 -2.77E-02 -3.10E-02 +2.75E-02 -1.11E-02 -8.07E-03 -2.23E-03 -1.92E-02 +1.18E-02 +1.89E-02 +3.63E-03 -5.37E-03 (r − R̂)/R̂ -8.03E-02 +3.89E-02 +1.15E-02 +3.42E-03 -1.30E-02 +4.05E-03 +7.15E-03 -1.09E-02 -1.21E-02 +1.09E-02 -4.31E-03 -3.13E-03 -8.57E-04 -7.22E-03 +4.46E-03 +7.09E-03 +1.34E-03 -1.95E-03 Gestione del Rischio Finanziario Metodo Indiretto ⊲ È comune utilizzare strumenti del mercato monetario per costruire la curva dei tassi interbancari. ⊲ Tale curva è spesso preferita come curva ‘risk-free’ a quella dei tassi governativi, ad esempio per la liquidità degli strumenti con cui è costruita, anche se contiene un rischio di insolvenza maggiore (e quindi differisce dall’altra curva per un certo spread). ⊲ Si divide allora la curva in tre parti: la parte breve (fino a ∼ 3/6 mesi), la parte a medio termine (da 3/6 mesi fino a ∼ 2 anni) e la parte lunga (da 2 a 30 anni o più). Ognuno di questi tre segmenti contribuisce alla formazione della curva dei tassi al modo seguente: parte breve: Si usano i tassi interbancari (LIBOR o EURIBOR), assimilabili a TCN. parte medio termine: Si usano Forward Rate Agreements (o futures su tassi d’interesse), assimilabili a prestiti differiti. parte lunga: Si usano Swaps, assimilabili a obbligazioni alla pari. Gestione del Rischio Finanziario ⊲ Strumenti del Mercato Monetario al 21/2/06 Tassi Euribor scad. tasso % *1/52 3.38 *2/52 3.50 *3/52 3.57 *1/12 3.64 *2/12 3.67 *3/12 3.69 *4/12 3.73 *5/12 3.77 *6/12 3.79 7/12 3.82 8/12 3.85 9/12 3.87 10/12 3.88 11/12 3.89 1 3.90 settl. 1/4 *1/2 *3/4 1/2 *1 Tassi FRA scad. tasso % 1/2 3.780 3/4 3.840 1 3.840 1 3.865 3/2 3.775 Tassi SWAP scad. tasso % 1 3.87 *2 3.83 3 3.83 *4 3.83 5 3.81 *6 3.82 7 3.83 *8 3.85 9 3.87 *10 3.89 11 3.91 12 3.93 *15 3.98 *20 4.02 *25 4.02 *30 4.01 Gestione del Rischio Finanziario Metodo Indiretto Fitting con Nelson-Siegel e con Svensson. Nelson-Siegel: a = 2.1148, β0 = 0.0409, β1 = −0.0017, β2 = −0.0088. Riesce rNS (0) = β0 + β1 = 0.0392, rNS (∞) = β0 = 0.0409. Svensson: a1 = 1.2618, a2 = 1.2507, β0 = 0.0409, β1 = −0.0052, β2 = −1.1716, β3 = 1.17. Si ha rSV (0) = β0 + β1 = 0.0356, rSV (∞) = β0 = 0.0409. Gestione del Rischio Finanziario 0.3 0.6 0.9 Nelson−Siegel 0 5 10 15 20 25 30 20 25 30 0.3 0.6 0.9 Svensson 0 5 10 15 Discount function implicata dai due modelli. 0.038 0.039 0.040 0.041 Gestione del Rischio Finanziario 0.037 spot fwd 0 5 10 15 20 25 30 Tassi a pronti e a termine implicati dal modello di Nelson-Siegel. 0.036 0.037 0.038 0.039 0.040 0.041 Gestione del Rischio Finanziario spot fwd 0 5 10 15 20 25 30 Tassi a pronti e a termine implicati dal modello di Svensson. 0.037 0.038 0.039 0.040 Gestione del Rischio Finanziario NS SV 0 5 10 15 20 25 30 Confronto fra i tassi a pronti implicati dai due modelli. 0.036 0.037 0.038 0.039 0.040 0.041 Gestione del Rischio Finanziario NS SV 0 5 10 15 20 25 30 Confronto fra i tassi a termine implicati dai due modelli. Gestione del Rischio Finanziario ⊲ Tassi EURIBOR L̂% *3.38 *3.50 *3.57 *3.64 *3.67 *3.69 *3.73 *3.77 *3.79 3.82 3.85 3.87 3.88 3.89 3.90 LNS % 3.92 3.92 3.92 3.92 3.91 3.90 3.90 3.89 3.89 3.89 3.88 3.88 3.88 3.88 3.88 LSV % 3.58 3.59 3.60 3.62 3.66 3.70 3.73 3.76 3.79 3.81 3.83 3.85 3.86 3.88 3.89 errNS −0.54 −0.42 −0.35 −0.28 −0.24 −0.22 −0.17 −0.13 −0.10 −0.07 −0.04 −0.02 −0.00 0.01 0.03 err.pcNS −0.16 −0.12 −0.10 −0.08 −0.07 −0.06 −0.05 −0.03 −0.03 −0.02 −0.01 −0.00 −0.00 0.00 0.01 errSV −0.20 −0.09 −0.03 0.02 0.01 −0.01 −0.00 0.01 0.01 0.01 0.02 0.02 0.01 0.02 0.01 err.pcSV −0.06 −0.03 −0.01 0.01 0.00 −0.00 −0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 Gestione del Rischio Finanziario Tassi FRA L̂FRA 3.78 *3.84 *3.84 3.87 *3.77 LFRA,NS 3.84 3.79 3.76 3.79 3.75 LFRA,SV 3.84 3.90 3.90 3.92 3.88 errNS −0.06 0.05 0.08 0.07 0.03 err.pcNS −0.02 0.01 0.02 0.02 0.01 errSV −0.06 −0.06 −0.06 −0.05 −0.10 err.pcSV −0.02 −0.01 −0.02 −0.01 −0.03 Gestione del Rischio Finanziario Tassi SWAP L̂SWAP 3.87 *3.83 3.83 *3.83 3.81 *3.82 3.83 *3.85 3.87 *3.89 3.91 3.93 *3.98 *4.02 *4.02 *4.01 LSWAP,NS 3.84 3.79 3.78 3.79 3.81 3.83 3.85 3.87 3.89 3.91 3.92 3.94 3.97 4.00 4.02 4.03 LSWAP,SV 3.85 3.85 3.81 3.80 3.81 3.82 3.85 3.87 3.89 3.91 3.92 3.94 3.97 4.00 4.02 4.03 errNS 0.03 0.04 0.04 0.03 0.00 −0.01 −0.02 −0.02 −0.02 −0.02 −0.01 −0.01 0.01 0.02 0.00 −0.02 err.pcNS 0.01 0.01 0.01 0.01 0.00 −0.00 −0.01 −0.01 −0.01 −0.00 −0.00 −0.00 0.00 0.01 0.00 −0.00 errSV 0.02 −0.02 0.01 0.03 0.00 −0.00 −0.02 −0.02 −0.02 −0.02 −0.01 −0.01 0.01 0.02 0.00 −0.02 err.pcSV 0.00 −0.00 0.00 0.01 0.00 −0.00 −0.00 −0.00 −0.00 −0.00 −0.00 −0.00 0.00 0.01 0.00 −0.00 Gestione del Rischio Finanziario ⊲ Strumenti del Mercato Monetario al 31/12/08 Tassi Euribor scad. tasso 1w 2.387 2w 2.452 3w 2.508 1m 2.603 2m 2.785 3m 2.892 4m 2.923 5m 2.943 6m 2.971 7m 2.990 8m 3.003 9m 3.018 10m 3.029 11m 3.038 12m 3.049 Tassi SWAP scad. tasso 2y 2.720 3y 2.932 4y 3.104 5y 3.232 6y 3.351 7y 3.459 8y 3.561 9y 3.650 10y 3.730 12y 3.837 15y 3.896 20y 3.854 25y 3.670 30y 3.537 Gestione del Rischio Finanziario 0.032 0.024 f(t) instantaneous forward 31/12/08 0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 t 0.040 0.025 f(t) instantaneous forward 31/12/08 5 10 15 20 25 30 t Bootstrap con tassi forward istantanei costanti a tratti. Gestione del Rischio Finanziario 0.035 0.025 R(t) spot rates 31/12/08 0 5 10 15 20 25 30 25 30 t 0.7 0.4 B(t) 1.0 discount function 31/12/08 0 5 10 15 20 t Bootstrap con tassi forward istantanei costanti a tratti. Gestione del Rischio Finanziario Evoluzione della Struttura a Termine ⊲ Al fine di valutare derivati sulla struttura a termine dei tassi (ad esempio Caps, Floors, Swaptions, . . . ) la sola ipotesi di assenza di opportunità di arbitraggio non è sufficiente. ⊲ È necessario allora fare un’ipotesi l’evoluzione temporale in condizioni di incertezza della struttura a termine dei tassi (in una delle sue forme). ⊲ Fra i numerosi modelli che sono stati studiati, si possono individuare due tipologie: ⋆ Modelli in cui la struttura a termine dipende da un numero finito di fattori, che possono essere variabili economiche e/o punti sulla curva dei tassi; ⋆ Modelli che prendono in input tutta la curva dei tassi e studiano poi le deformazioni della curva. Gestione del Rischio Finanziario Un Modello di Evoluzione della Struttura a Termine ⊲ Consideriamo un modello che descrive l’evoluzione in condizioni di incertezza della struttura a termine dei tassi. Il modello è discreto (finito) in termini di epoche in cui avvengono le transazioni e di stati del mondo (possibili evoluzioni dell’incertezza). ⊲ Lo scadenzario in cui avvengono le transazioni è T = {0, 1, . . . , T }; ci si può sempre ricondurre a questa situazione reindicizzando le epoche e considerando tassi periodali (non annualizzati). ⊲ Il modello è binomiale, nel senso che ad ogni epoca, data la situazione corrente, l’incertezza all’epoca successiva può avere due possibili evoluzioni (il caso multinomiale in cui due o più evoluzioni si possono realizzare è un’estensione immediata del modello considerato). Gestione del Rischio Finanziario Un Modello di Evoluzione della Struttura a Termine ⊲ All’epoca 0 il sistema si trova nello stato ω0 . All’epoca 1 il mercato può essere in uno dei due stati u (‘up’) o d (‘down’). Lo stato del sistema in 1 si indica con ω1 , quindi ω1 ∈ {u, d}. La probabilità che si verifichi lo stato ω1 = u è indicata con p0 (0 < p0 < 1), mentre 1 − p0 è la probabilità che si verifichi lo stato ω1 = d. ⊲ Dato lo stato del sistema in 1, il mercato all’epoca 2 può di nuovo salire o scendere, quindi vi sono 4 possibili stati, uu, ud, du, dd (osserviamo che è importante l’ordine in cui si osservano i movimenti: ud 6= du). Il generico stato in 2 si indica con ω2 , quindi ω2 ∈ {uu, ud, du, dd}. La probabilità di un movimento verso l’alto da 1 a 2, dato lo stato del sistema in 1, si indica con p1 (ω1 ) (0 < p1 (ω1 ) < 1). Quest’ultima è una probabilità condizionata, quindi ad esempio riesce P (uu) = p0 · p1 (u), P (ud) = p0 · (1 − p1 (u)), . . .. ⊲ Si procede in questo modo fino all’epoca finale T . Gestione del Rischio Finanziario Un Modello di Evoluzione della Struttura a Termine ⊲ Riassumendo, alla generica epoca t ∈ T, il generico stato si indicherà con ωt . L’insieme dei possibili stati (nodi) all’epoca t si indicherà con Pt = {ωt = e1 e2 . . . et : ei ∈ {u, d}}, quindi vi sono 2t possibili stati (e P0 = {ω0 }). ⊲ Passando all’epoca successiva t + 1, il generico stato sarà ωt+1 = ωt u con probabilità pt (ωt ) (0 < pt (ωt ) < 1) oppure ωt+1 = ωt d con probabilità 1 − pt (ωt ). In altre parole, P (ωt+1 = ωt u|ωt ) = pt (ωt ) e P (ωt+1 = ωt d|ωt ) = 1 − pt (ωt ). ⊲ La sequenza P0 , . . . , PT prende il nome di struttura informativa, nel senso che traduce l’evoluzione dell’informazione al passare del tempo. L’informazione cresce nel tempo, cioè Ps è meno fine di Pt se s < t (ogni nodo di Ps è unione di nodi in Pt ). Gestione del Rischio Finanziario Un Modello di Evoluzione della Struttura a Termine ⊲ Esempio: T = 3 p 2( ) (u p1 uu) uuu uu 1− p2 ( uu) uud u 1− p0 p 1 (u ) p 2( ω0 1 − ) (d p1 p 0 ud) udu ud 1− p2 ( ud) du) p 2( udd duu 1− p2 ( du) dud du d 1− p 1 (d ) p 2( dd) ddu dd 1− p2 (d d) ddd Gestione del Rischio Finanziario Un Modello di Evoluzione della Struttura a Termine ⊲ Complessivamente, fino all’epoca T vi sono T movimenti ognuno dei quali può essere u o d. L’incertezza è allora formata da 2T casi possibili, il generico essendo ωT = e1 e2 . . . eT dove et ∈ {u, d}. ⊲ La probabilità di osservare tale stato è P (ωT ) =P (e1 e2 . . . eT ) =P (e1 )P (e1 e2 |e1 ) · · · P (e1 e2 . . . eT |e1 e2 . . . eT −1 ) = T −1 Y p′t (e1 . . . et ) t=0 dove p′t (e1 . . . et ) = ( pt (e1 . . . et ) 1 − pt (e1 . . . et ) se et+1 = u . se et+1 = d Gestione del Rischio Finanziario Variabili Aleatorie e Processi Stocastici ⊲ Consideriamo ora una variabile X il cui valore non è noto inizialmente ma che diventerà noto una volta che si conosce qual’è il vero stato ωT ∈ PT . Formalmente, si parla di variabile aleatoria, ed è definita come una applicazione X : PT → R. Il suo generico valore si indica con X(ωT ) con ωT ∈ PT . ⊲ Più in generale, per 0 ≤ t ≤ T , una variabile aleatoria Pt -misurabile X è una variabile il cui valore è noto una volta che è noto il vero stato in Pt . Formalmente, si tratta di una variabile aleatoria costante sui nodi di Pt ; il generico valore si indica con X(ωt ) per ωt ∈ Pt . ⊲ Se t < s, ogni variabile aleatoria Pt -misurabile è anche Ps -misurabile (l’informazione cresce al passare del tempo). Gestione del Rischio Finanziario Variabili Aleatorie e Processi Stocastici ⊲ Consideriamo ora un processo che evolve nel tempo in maniera aleatoria, ma conformandosi all’evoluzione dell’informazione. In altre parole, per conoscere il valore del processo in una certa epoca è sufficiente conoscere qual’è lo stato dell’economia in quell’epoca. ⊲ Un processo di questo tipo si chiama processo stocastico adattato (alla struttura informativa). Formalmente, si tratta di una sequenza (X(t))t=0,...,T = (X(0), X(1), . . . , X(T )) di variabili aleatorie tali che per ogni t la variabile X(t) è Pt misurabile. Se si vuole evidenziare la dipendenza dallo stato ωt ∈ Pt , il suo valore si indicherà con X(t; ωt ). Gestione del Rischio Finanziario Variabili Aleatorie e Processi Stocastici ⊲ Se X è una variabile aleatoria, la sua speranza matematica (sotto la probabilità P ) è definita come X X(ωT )P (ωT ). E P [X] = ωT ∈PT ⊲ Se X è Pt -misurabile, allora si può calcolare la speranza matematica di X semplicemente come X E P [X] = X(ωt )P (ωt ). ωt ∈Pt Gestione del Rischio Finanziario Speranza Matematica Condizionata ⊲ Data una variabile aleatoria X e 0 ≤ t ≤ T definiamo la speranza matematica di X condizionata a Pt (sotto la probabilità P ) come la variabile aleatoria Pt -misurabile E P [X|Pt ] il cui generico valore si indica semplicemente con E P [X|ωt ] ed è dato da X E P [X|ωt ] = X(ωT )P (ωT |ωt ). ωT =ωt et+1 et+2 ...eT ∈PT ⊲ Fra le proprietà della speranza condizionata si hanno le seguenti: ⋆ E P [X|P0 ] = E P [X]; ⋆ la proprietà iterativa della speranza condizionata: se 0 ≤ t < s ≤ T , E P [E P [X|Ps ]|Pt ] = E P [X|Pt ]. Gestione del Rischio Finanziario Speranza Matematica Condizionata ⊲ ⋆ In particolare, per t = 0, si trova E P [E P [X|Ps ]] = E P [X]. ⋆ Altra proprietà importante è la seguente: se Y è Pt -misurabile, riesce E P [Y X|Pt ] = Y E P [X|Pt ], ed in particolare E P [Y |Pt ] = Y . ⋆ Fra le altre proprietà vi sono la linearità: E P [aX + bY |Pt ] = aE P [X|Pt ] + bE P [Y |Pt ], ⋆ e la monotonia: se X ≥ Y (cioè se X(ωT ) ≥ Y (ωT ) per ogni ωT ) allora E[X|Pt ] ≥ E[Y |Pt ]. Gestione del Rischio Finanziario Un Modello di Evoluzione della Struttura a Termine ⊲ Nel mercato sono trattati TCN per ogni scadenza futura. Ricordiamo che le supponiamo sempre di lavorare in un mercato perfetto, ed in particolare privo di opportunità di arbitraggio (quest’ultima sarà precisata ulteriormente fra poco). ⊲ Dato s ∈ T, s > 0, il prezzo in t del TCN che scade in s si indica al solito con B(t, s). Ricordiamo che B(t, s) > 0 se t < s e B(s, s) = 1. Il tasso a breve (uniperiodale) in t < T (per t + 1), r(t), è definito da B(t, t + 1) = e−r(t) . ⊲ Si considera anche il money market account, il cui valore in t è indicato con B(t), costruito partendo con 1e e investendo di volta in volta in TCN cheP maturano alla scadenza successiva. È B(0) = 1 e t−1 B(t) = e u=0 r(u) per t > 0. Gestione del Rischio Finanziario Un Modello di Evoluzione della Struttura a Termine ⊲ Per ogni s ∈ T, s > 0, si assume che il processo (B(t, s))t=0,...,s è adattato alla struttura informativa; il suo valore in t se ωt è lo stato prevalente si indicherà con B(t, s; ωt ). ⊲ Segue che anche il tasso unperiodale è adattato, mentre per il money market account si può essere più precisi: il valore di B(t) è noto in t − 1, quindi sarà funzione dello stato ωt−1 prevalente in t − 1 (cioè B(t) è Pt−1 -misurabile). ⊲ Senza perdita di generalità, per t < s ≤ T e ωt ∈ Pt poniamo B(t + 1, s; ωt u) = B(t, s; ωt )u(t, s; ωt ) B(t + 1, s; ωt d) = B(t, s; ωt )d(t, s; ωt ), con u(t, s; ωt ) > d(t, s; ωt ) per t + 1 < s, mentre quando t + 1 = s, essendo B(t + 1, t + 1) = 1 in ogni stato, deve essere u(t, t + 1; ωt ) = d(t, t + 1; ωt ). Gestione del Rischio Finanziario Un Modello di Evoluzione della Struttura a Termine ⊲ Esempio: T = 3, B(0, 3) = 0.95, u = 1.01% (+1%), d = 0.992% (−0.8%), in rosso i valori di B(t, 3), t = 0, 1, 2, 3 ) (u p1 p 0 0.9595 u 1 − 0.95 ω0 1 u) uuu (u 0.9691p 2 uu 1− 1 p 2 (u u) uud 1 ) udu (ud p 1 (u 0.9518p 2 ) ud 1− 1 p 2 (ud udd ) 1 − p0 1 ) duu (du 0.9518p 2 du 1− 1 p 2 (du dud ) ) (d p1 0.9424 d 1 1 ) − ddu (dd p 1 (d 0.9349p 2 ) dd 1− 1 p 2 (dd ddd ) Gestione del Rischio Finanziario Un Modello di Evoluzione della Struttura a Termine ⊲ Esempio precedente: pt (wt ) = 2/3 per ogni t = 0, 1, 2 e ωt ∈ Pt ⋆ Riesce E P [B(2, 3)] = 0.9691 2 2 12 21 1 2 +0.9518 +0.9349 +0.9518 = 0.9576 3 33 33 3 ⋆ La variabile aleatoria E[B(2, 3)|P1 ] è costante sui nodi di P1 = {u, d}: 1 2 + 0.9518 = 0.9633 3 3 2 1 P E [B(2, 3)|d] = 0.9518 + 0.9349 = 0.9462 3 3 E P [B(2, 3)|u] = 0.9691 ⋆ La proprietà iterativa della speranza condizionata ci dice che E P [B(2, 3)] = E P [E P [B(2, 3)|P1 ]] e infatti 0.9633 2 1 + 0.9462 = 0.9576. 3 3 Gestione del Rischio Finanziario Un Modello di Evoluzione della Struttura a Termine ⊲ La differenza u(t, s; ωt ) − d(t, s; ωt ) è legata alla volatilità del TCN con scadenza s. Posto R ≡ R(t, t + 1, s) = (B(t + 1, s) − B(t, s))/B(t, s) il rendimento percentuale tra t e t + 1, riesce R(ωt u) = u(t, s; ωt ) − 1, R(ωt d) = d(t, s; ωt ) − 1. ⊲ Posto allora p = pt (ωt ), u(t, s; ωt ) = u e d(t, s; ωt ) = d, si trova allora E P [R|ωt ] = pu + (1 − p)d − 1 e V ARP [R|ωt ] = p(1 − p)(u − d)2 , quindi la volatilità (scostamento quadratico medio dei rendimenti periodali) è data da q p(1 − p)(u − d). Gestione del Rischio Finanziario Strategia Dinamica ⊲ Una strategia dinamica (o portafoglio) è un vettore φ = (φ1 , . . . , φT ) di processi adattati dove φs (t) è la quantità di TCN con scadenza s acquistata in t e detenuta fino all’epoca t + 1, per t = 0, . . . , s − 1. ⊲ Il fatto che le strategie siano adattate traduce il fatto che in una data epoca si scelgono i pesi del portafoglio una volta che è noto lo stato prevalente in quell’epoca (cioè una volta noti i prezzi dei titoli in quell’epoca). ⊲ Il valore della strategia φ all’epoca t < T è dato da Vφ (t) = φt+1 (t)B(t, t + 1) + . . . + φT (t)B(t, T ). Il valore Vφ (t) è quindi il costo in t per implementare la strategia φ. Si tratta di un processo adattato. Gestione del Rischio Finanziario Strategia Dinamica ⊲ Osserviamo che investire nel money market account richiede una strategia che coinvolge (di volta in volta) i TCN di tutte le scadenze. ⊲ Il cash-flow generato dalla strategia φ è il processo adattato −Vφ (0) P CFφ (t) = φt (t − 1) + Ts=t+1 φs (t − 1)B(t, s) − Vφ (t) φT (T − 1) definito da t=0 1≤t<T . t=T ⊲ In 0 costituisco il portafoglio (costo Vφ (0)). Alla generica epoca 1 ≤ t < T , ricevo φt (t − 1) TCN con quella scadenza, liquido il portafoglio posseduto sui TCN restanti (guadagno PT s=t+1 φs (t − 1)B(t, s)) e costituisco il portafoglio con i nuovi pesi (costo Vφ (t)). In T , ricevo φT (T − 1) TCN con scadenza T . Gestione del Rischio Finanziario Opportunità di Arbitraggio ⊲ Un’opportunità di arbitraggio è definita come una strategia φ per cui riesce ⋆ CFφ (t; ωt ) ≥ 0 per ogni 0 ≤ t ≤ T e per ogni ωt ∈ Pt ; ⋆ esiste 0 ≤ s ≤ T e ωs ∈ Ps tale che CFφ (s; ωs ) > 0. ⊲ Si tratta quindi di una strategia che comporta flussi di cassa mai negativi (non si perde mai), ed esiste la possibilità di ricevere un flusso di cassa positivo (in qualche epoca ed in qualche stato). ⊲ In particolare deve essere Vφ (0) ≤ 0. Si distingue allora tra opportunità di arbitraggio ⋆ del primo tipo: costo iniziale nullo, flussi di cassa futuri sempre nonnegativi ed almeno in un’epoca e stato del mondo positivi; ⋆ del secondo tipo: costo iniziale negativo, flussi di cassa futuri sempre nonnegativi. ⊲ Manteniamo sempre l’ipotesi che nel nostro mercato non vi siano opportunità di arbitraggio (AOA). Gestione del Rischio Finanziario Opportunità di Arbitraggio ⊲ Mostriamo che l’assenza di opportunità di arbitraggio pone dei vincoli all’evoluzione dei prezzi dei titoli. Poniamo per comodità per ogni 0 ≤ t ≤ T − 2, s > t + 1 e ωt ∈ Pt , qts (ωt ) = er(t;ωt ) − d(t, s; ωt ) . u(t, s; ωt ) − d(t, s; ωt ) ⊲ L’ipotesi AOA implica che per ogni 0 ≤ t ≤ T − 2, s > t + 1 e ωt ∈ Pt deve essere 0 < qst (ωt ) = qT t (ωt ) < 1. ⊲ Il numero qts (ωt ) non dipende da s (qts (ωt ) ≡ qt (ωt )) ed inoltre è compreso tra 0 e 1 (può quindi essere interpretato come probabilità (condizionata) di un movimento verso l’alto se lo stato attuale è ωt ). Gestione del Rischio Finanziario Opportunità di Arbitraggio ⊲ Per la dimostrazione, partiamo fissando 0 ≤ t ≤ T − 2, s > t + 1 e ωt ∈ Pt . ⋆ Per semplicità, eliminiamo dove possibile la dipendenza da t e da ωt : scriviamo allora q s ≡ qts (ωt ), u(T ) ≡ u(t, T ; ωt ), d(T ) ≡ d(t, T ; ωt ), u(s) ≡ u(t, s; ωt ), d(s) ≡ d(t, s; ωt ), B(t) ≡ B(t; ωt ), B(t, T ) ≡ B(t, T ; ωt ), B(t, s) ≡ B(t, s; ωt ), r ≡ r(t; ωt ). ⋆ Mostriamo prima che deve essere 0 < q s < 1. Consideriamo la strategia (costruita in t se lo stato è ωt e liquidata in t + 1) in cui si investe nel TCN con scadenza s e nel money market account, con pesi rispettivamente η ≡ ηs (t; ωt ) e ϕ ≡ ϕ(t; ωt ), con valore nullo in t: ηB(t, s) + ϕB(t) = 0. da cui si ricava ϕB(t) = −ηB(t, s). Gestione del Rischio Finanziario Opportunità di Arbitraggio ⊲ ⋆ Il valore in t + 1 se ωt+1 = ωt u è ηB(t + 1, s; ωt u) + ϕB(t + 1; ωt u) = η B(t, s)(u(s) − d(s))(1 − q s ), | {z } >0 mentre se ωt+1 = ωt d è ηB(t + 1, s; ωt d) + ϕB(t + 1; ωt d) = −η B(t, s)(u(s) − d(s)) q s . {z } | >0 ⋆ Se q s ≥ 1, allora prendendo η < 0 (vendo TCN con scadenza s e investo nel money market account) si ottiene un cash-flow in t + 1 nonnegativo se ωt+1 = ωt u e positivo se ωt+1 = ωt d, quindi un’opportunità di arbitraggio. Se invece q s ≤ 0 allora si prende η > 0 ottenendo nuovamente un’opportunità di arbitraggio. Gestione del Rischio Finanziario Opportunità di Arbitraggio ⊲ ⋆ Mostriamo ora che q s = q T . Consideriamo la strategia (costruita in t se lo stato è ωt e liquidata in t + 1) in cui si investe fino a t + 1 nei TCN con scadenze T e s e nel money market account, con pesi rispettivamente φ ≡ φT (t; ωt ), η ≡ ηs (t; ωt ) e ϕ ≡ ϕ(t; ωt ), con valore nullo in t, e nullo in t + 1 se lo stato è ωt+1 = ωt d: φB(T, t) + ηB(t, s) + ϕB(t) = 0 ed inoltre φB(t + 1, T ; ωt d) + ηB(t + 1, s; ωt d) + ϕB(t + 1; ωt d) = = φB(t, T )d(T ) + ηB(t, s)d(s) + ϕB(t)er = 0. Gestione del Rischio Finanziario Opportunità di Arbitraggio ⊲ ⋆ Ricavando η e ϕ in funzione di φ si trova ηB(t, s) = −φB(t, T ) ϕB(t) = −φB(t, T ) u(T ) − d(T ) q T , u(s) − d(s) q s 1− u(T ) − d(T ) q T u(s) − d(s) q s . ⋆ Sostituendo queste espressioni in quella del valore della strategia se lo stato è ωt+1 = ωt u, si trova φB(t + 1, T ; ωt u) + ηB(t + 1, s; ωt u) + ϕB(t + 1; ωt u) =φB(t, T )u(T ) + ηB(t, s)u(s) + ϕB(t)er qT =φ B(t, T )(u(T ) − d(T )) 1 − q T − (1 − q s ) s . {z } | q {z } | >0 (∗) Gestione del Rischio Finanziario Opportunità di Arbitraggio ⊲ ⋆ Si vede allora che se il termine (∗) non è nullo, si può costruire un arbitraggio prendendo φ dello stesso segno di (∗), rendendo così positivo il valore nello stato ωt u. Riesce allora (∗) = 0 se e solo se q s = q T . ⊲ Per ogni nodo ωt ∈ Pt , con t < T − 1 possiamo quindi costruire un numero 0 < qt (ωt ) < 1 definito da qt (ωt ) = = er(t;ωt ) − d(t, T ; ωt ) u(t, T ; ωt ) − d(t, T ; ωt ) er(t;ωt ) − d(t, s; ωt ) . u(t, s; ωt ) − d(t, s; ωt ) ⊲ Dati questi numeri, aggiungendo per ogni ωT −1 ∈ PT −1 un numero 0 < qT −1 (ωT −1 ) < 1 arbitrario, possiamo costruire un’altra probabilità Q sulla nostra struttura informativa, al solito modo: Gestione del Rischio Finanziario Probabilità Neutra al Rischio ⊲ Q(ωT ) =Q(e1 e2 . . . eT ) =Q(e1 )Q(e1 e2 |e1 ) · · · Q(e1 e2 . . . eT |e1 e2 . . . eT −1 ) = T −1 Y qt′ (e1 . . . et ) t=0 dove qt′ (e1 . . . et ) = ( qt (e1 . . . et ) 1 − qt (e1 . . . et ) se et+1 = u . se et+1 = d Gestione del Rischio Finanziario Probabilità Neutra al Rischio ⊲ Sotto la probabilità Q riesce, per ogni 0 ≤ t < s ≤ T , i h B(t, s) = E Q B(t + 1, s)e−r(t) Pt . ⋆ Infatti, si ha i h E Q B(t + 1, s)e−r(t) ωt =B(t + 1, s; ωt u)e−r(t) qt (ωt ) + B(t + 1, s; ωt d)e−r(t) (1 − qt (ωt )) =B(t, s; ωt )e−r(t) (u(t, s; ωt )qt (ωt ) + d(t, s; ωt )(1 − qt (ωt ))) =B(t, s; ωt ). Gestione del Rischio Finanziario Probabilità Neutra al Rischio ⊲ ⋆ Tenendo conto che B(t)/B(t + 1) = e−r(t) e che B(t) è Pt -misurabile, la precedente proprietà può essere scritta come B(t, s) B(t + 1, s) = EQ Pt . B(t) B(t + 1) ⋆ A partire da quest’ultima, utilizzando la proprietà iterativa della speranza condizionata, si trova, per ogni t < v ≤ s, B(t, s) Q B(v, s) =E Pt . B(t) B(v) ⊲ Un processo adattato (X(t))t=0,...,T che verifica una di queste due proprietà (equivalenti), cioè E[X(v)|Pt ] = X(t) per ogni t < v ≤ T oppure E[X(t + 1)|Pt ] = X(t) per ogni t < T , prende il nome di martingala. Gestione del Rischio Finanziario Probabilità Neutra al Rischio ⊲ Quindi una martingala è un processo ‘costante in media’: il valore atteso futuro data l’informazione oggi è il valore oggi. ⊲ Abbiamo dimostrato che l’assenza di opportunità di arbitraggio implica l’esistenza di una probabilità Q tale che i prezzi dei TCN scontati (normalizzati per confrontare prezzi in epoche diverse) sono delle martingale sotto Q. ⊲ Quindi, sotto la probabilità Q, si valuta il prezzo di un titolo semplicemente prendendo la speranza del valore futuro scontato fino all’istante di valutazione, infatti si può riscrivere la proprietà come B(t) B(t, s) = E Q B(v, s) Pt , B(v) dove B(t)/B(v) è il fattore di sconto tra v e t. Per tale motivo la probabilità Q prende il nome di probabilità neutra al rischio (un agente economico è neutro al rischio se è disposto a scambiare un importo aleatorio con la sua speranza matematica). Gestione del Rischio Finanziario Probabilità Neutra al Rischio ⊲ Data una strategia φ, definiamo il guadagno cumulato scontato all’epoca t come t X CFφ (u) Vφ (t) Gφ (t) = + , B(u) B(t) u=0 dove, per convenzione, Vφ (T ) = 0. ⊲ Osserviamo che riesce Gφ (t + 1) = t X CFφ (u) u=0 = t X u=0 B(u) + CFφ (u) + B(u) CFφ (t + 1) + Vφ (t + 1) B(t + 1) PT φt+1 (t) + s=t+2 φs (t)B(t + 1, s) B(t + 1) giustificando così il nome dato al processo (Gφ (t)). , Gestione del Rischio Finanziario Probabilità Neutra al Rischio ⊲ Mostriamo che il processo (Gφ (t))t=0,...,T è una martingala sotto la probabilità Q. ⋆ Riesce, per t < T , E Q [Gφ (t + 1)|Pt ] = +E Q " φt+1 (t) + t X CFφ (u) + B(u) u=0 # φs (t)B(t + 1, s) Pt . B(t + 1) PT s=t+2 ⋆ Essendo che φt+1 (t)/B(t + 1) e φs (t) sono Pt -misurabili, si trova " # P φt+1 (t) + Ts=t+2 φs (t)B(t + 1, s) Q E Pt = B(t + 1) = T X B(t + 1, s) φt+1 (t) + φs (t)E Q Pt = B(t + 1) s=t+2 B(t + 1) Gestione del Rischio Finanziario Probabilità Neutra al Rischio ⊲ ⋆ = T X B(t, s) φt+1 (t)B(t, t + 1) + = φs (t) B(t) B(t) s=t+2 = T X φs (t) s=t+1 B(t, s) Vφ (t) = . B(t) B(t) ⋆ Quindi riesce E Q [Gφ (t + 1)|Pt ] = t X CFφ (u) Vφ (t) + = Gφ (t). B(u) B(t) u=0 Gestione del Rischio Finanziario Probabilità Neutra al Rischio ⊲ Riassumendo, l’assenza di opportunità di arbitraggio implica l’esistenza di una probabilità Q tale che per ogni strategia, il corrispondente guadagno cumulato scontato è una martingala sotto Q. ⊲ Prendendo la strategia buy-and-hold in cui si investe in uno solo dei TCN e lo si detiene fino alla scadenza si ritrova che i prezzi dei TCN scontati sono delle martingale. ⊲ Mostriamo ora che è vero il viceversa: se esiste una probabilità Q neutra al rischio, cioè tale che i guadagni cumulati scontati sono delle martingale, allora non vi sono opportunità di arbitraggio. ⋆ Supponiamo che φ sia un’opportunità di arbitraggio, cioè tale che il cash-flow CFφ (t) sia sempre nonnegativo e positivo in qualche stato ed epoca. Gestione del Rischio Finanziario Probabilità Neutra al Rischio ⊲ ⋆ Se esiste una probabilità neutra al rischio Q, deve essere in particolare E Q [Gφ (T )|P0 ] = Gφ (0), e quindi (condizionare a P0 equivale a fare la speranza matematica non condizionata) E Q [Gφ (T )] = Gφ (0). ⋆ Dal momento che Gφ (0) = 0 e che Gφ (T ) = EQ " T X CFφ (s) B(s) s=0 # = T X s=0 EQ PT s=0 CFφ (s)/B(s), si trova CFφ (s) B(s) = 0. ⋆ Il numero a sinistra è una somma di termini nonnegativi (di cui almeno uno positivo) moltiplicati per probabilità positive; il risultato non può quindi essere nullo. Gestione del Rischio Finanziario Probabilità Neutra al Rischio ⊲ Riassumendo abbiamo dimostrato il seguente risultato, noto come Teorema fondamentale dell’asset pricing: non vi sono opportunità di arbitraggio se e solo se esistono probabilità neutre al rischio. ⊲ Il problema che resta da affrontare è il seguente: come valutare, dati i TCN presenti sul mercato, altri titoli la cui incertezza dipende dall’evoluzione dei tassi? Gestione del Rischio Finanziario Mercati Completi ⊲ Mostriamo che il nostro mercato è completo, cioè che per ogni processo (X(t))t=1,...,T−1 adattato, esiste una strategia φ tale che per ogni t = 1, . . . , T − 1 riesce CFφ (t) = X(t) (e CFφ (T) = 0). ⊲ Interpretando X(t) come il payoff di un titolo all’epoca t, per t = 1, . . . , T − 1, se il mercato è completo si può costruire una strategia (detta replicante) con i TCN esistenti tale che i cash-flows prodotti dalla strategia coincidono con quelli del titolo. È chiaro allora che, per evitare opportunità di arbitraggio, il valore del titolo in questione deve essere pari al valore della strategia replicante. Quindi valutare il prezzo di un titolo è equivalente a valutare la strategia che lo replica. Gestione del Rischio Finanziario Mercati Completi ⊲ Osserviamo che non è possibile replicare payoff (non triviali) all’epoca T , dal momento che il TCN con scadenza T vale 1 in quell’epoca. ⊲ Nel corso della dimostrazione, sarà evidente che la completezza discende unicamente dal fatto che u(t, s; ωt ) > d(t, s; ωt ) per ogni t, s tale che t + 1 < s e ogni ωt ∈ Pt . ⊲ Per dimostrare la completezza, mostriamo che una strategia sul TCN con scadenza T e sul money market account (cioè sul TCN che scade all’epoca successiva) può replicare qualunque payoff. Fissiamo allora un qualunque processo (X(t))t=1,...,T −1 . ⊲ Costruiamo una strategia sul TCN con scadenza T , con peso η(t) in t, e sul money market account, con peso ϕ(t) in t, che replica il payoff (X(t)). La costruzione procede dall’epoca T − 1 all’indietro (il procedimento prende il nome di backward induction). Gestione del Rischio Finanziario Mercati Completi ⊲ ⋆ (1) In T − 1, poniamo η(T − 1) = ϕ(T − 1) = 0 così riesce CFη,ϕ (T ) = 0. ⋆ (2) In T − 2, se lo stato è ωT −2 ∈ PT −2 , cerchiamo η ≡ η(T − 2; ωT −2 ) e ϕ ≡ ϕ(T − 2; ωT −2 ) tale che CFη,ϕ (T − 1, ωT −2 e) = X(T − 1, ωT −2 e) per e = u, d. Poniamo X u ≡ X(T − 1, ωT −2 u) e X d ≡ X(T − 1, ωT −2 d). ⋆ Ricordando che η(T − 1) = ϕ(T − 1) = 0, dobbiamo allora risolvere il sistema ηB(T − 1, T ; ωT −2 u) + ϕB(T − 1; ωT −2 u) =X(T − 1; ωT −2 u) ηB(T − 1, T ; ωT −2 d) + ϕB(T − 1; ωT −2 d) =X(T − 1; ωT −2 d), Gestione del Rischio Finanziario Mercati Completi ⊲ ⋆ cioè il sistema ηB(T − 2, T )u(T ) + ϕB(T − 2)er =X u ηB(T − 2, T )d(T ) + ϕB(T − 2)er =X d . ⋆ La soluzione è η= ϕ= Xu − Xd B(T − 2, T )(u(T ) − d(T )) u(T )X d − d(T )X u . B(T − 2)er (u(T ) − d(T )) ⋆ I rapporti così determinati vengono a volte chiamati hedge ratios. Gestione del Rischio Finanziario Mercati Completi ⊲ ⋆ (3) Procedendo all’indietro, supponiamo di aver determinato la strategia (η, ϕ) alle epoche T − 1, T − 2, . . . , t + 1. ⋆ All’epoca t, se lo stato è ωt ∈ Pt , dobbiamo determinare η ≡ (t, T ; ωt ) e ϕ ≡ ϕ(t; ωt ) tali che CFη,ϕ (t + 1; ωt e) = X(t + 1; ωt e) per e = u, d. ⋆ Poniamo X u ≡ X(t + 1; ωt u) e X d ≡ X(t + 1; ωt d), e inoltre poniamo η e ≡ η(t + 1; ωt e) e ϕe ≡ ϕ(t + 1; ωt e) per e = u, d. ⋆ Dobbiamo allora risolvere il sistema ηB(t + 1, T ; ωt u)+ϕB(t + 1; ωt u) − η u B(t + 1, T ; ωt u) − ϕu B(t + 1; ωt u) = X u ηB(t + 1, T ; ωt d)+ϕB(t + 1; ωt d) − η d B(t + 1, T ; ωt d) − ϕd B(t + 1; ωt d) = X d , Gestione del Rischio Finanziario Mercati Completi ⊲ ⋆ cioè risolvere il sistema ηB(t, T )u(T ) + ϕB(t)er = X u + η u B(t, T )u(T ) + ϕu B(t)er ηB(t, T )d(T ) + ϕB(t)er = X d + η d B(t, T )d(T ) + ϕd B(t)er . ⋆ Si tratta di un sistema uguale a quello risolto in precedenza, con • T − 2 sostituito da t; • X u sostituito da X u + η u B(t, T )u(T ) + ϕu B(t)er • X d sostituito da X d + η d B(t, T )d(T ) + ϕd B(t)er . ⋆ La soluzione è quella di prima, fatte le opportune sostituzioni. ⋆ (4) In questo modo si determina la strategia replicante fino all’epoca 0. Gestione del Rischio Finanziario Valutazione di Flussi di Cassa ⊲ Come calcolare il valore di una strategia replicante? Mostriamo che se (X(t))t=1,...,T−1 è un processo adattato e φ una strategia che lo replica, allora riesce # " T−1 X B(t) Q Vφ (t) = E X(s) Pt B(s) s=t+1 per ogni t. ⊲ Quindi il valore di non arbitraggio del flusso (X(t)) (cioè il valore della strategia replicante) si trova prendendo la speranza matematica condizionata dei flussi futuri scontati, sotto la probabilità neutra al rischio. Gestione del Rischio Finanziario Valutazione di Flussi di Cassa ⊲ ⋆ Anche qui procediamo via backward induction. ⋆ (1) Chiaramente, all’epoca T − 1, riesce Vφ (T − 1) = 0 dal momento che non ci sono flussi di cassa successivi a T − 1. ⋆ (2) In T − 2, mostriamo che B(T − 2) Vφ (T − 2) = E Q X(T − 1) PT −2 . B(T − 1) ⋆ Poichè CFφ (T − 1) = X(T − 1), e sostituendo la definizione di cash-flow (e tenendo conto che φ(T − 1) = 0), si trova B(T − 2) E Q X(T − 1) PT −2 B(T − 1) B(T − 2) =E Q CFφ (T − 1) PT −2 B(T − 1) Gestione del Rischio Finanziario Valutazione di Flussi di Cassa ⊲ ⋆ =E Q [(φT −1 (T − 2) + φT (T − 2)B(T − 1, T ) − φT (T − 1) B(T − 1, T ))e−r(T −2) |PT −2 ] | {z } =0 =φT −1 (T − 2)e−r(T −2) + φT (T − 2)E Q [B(T − 1, T )e−r(T −2) |PT −2 ] =φT −1 (T − 2)B(T − 2, T − 1) + φT (T − 2)B(T − 2, T ) =Vφ (T − 2). Gestione del Rischio Finanziario Valutazione di Flussi di Cassa ⊲ ⋆ (3) Se abbiamo dimostrato che la tesi è vera per T − 1, T − 2, . . . , t + 1, mostriamo che allora è vera anche per t. ⋆ Riesce " T −1 # X B(t) Q X(s) E Pt B(s) s=t+1 " T −1 # X B(t) Q Q −r(t) X(s) = E [X(t + 1)e |Pt ] + E Pt . {z } | B(s) s=t+2 (∗) {z } | (∗∗) ⋆ Ora, per il primo pezzo, (∗) =E Q [CFφ (t + 1)e−r(t) |Pt ] " # T X Q −r(t) =E (φt+1 (t) + φs (t)B(t + 1, s) − Vφ (t + 1))e Pt s=t+2 Gestione del Rischio Finanziario Valutazione di Flussi di Cassa ⊲ ⋆ =φt+1 (t)B(t, t + 1) + T X s=t+2 = T X s=t+1 φs (t)B(t, s) − E Q [Vφ (t + 1)e−r(t) |Pt ] φs (t)B(t, s) − E Q [Vφ (t + 1)e−r(t) |Pt ] =Vφ (t) − E Q [Vφ (t + 1)e−r(t) |Pt ], ⋆ e per il secondo pezzo, sfruttando l’ipotesi induttiva, # # " " T −1 X B(t) Q Q (∗∗) =E E X(s) Pt+1 Pt B(s) s=t+2 Gestione del Rischio Finanziario Valutazione di Flussi di Cassa ⊲ ⋆ =E Q =E Q " # # B(t + 1) X(s) Pt+1 Pt B(s) s=t+2 Vφ (t + 1)Pt B(t) EQ B(t + 1) B(t) B(t + 1) " T −1 X =E Q [Vφ (t + 1)e−r(t) |Pt ]. ⋆ Quindi, alla fine, è (∗) + (∗∗) = Vφ (t), cioè la tesi. Gestione del Rischio Finanziario Valutazione di Flussi di Cassa ⊲ La relazione precedente si può scrivere in maniera equivalente al modo seguente: i h Vφ (t) = EQ (Vφ (t + 1) + X(t + 1))e−r(t) Pt questa relazione può essere usata in maniera ricorsiva all’indietro (backward induction) per calcolare il valore Vφ . ⊲ Infatti è " # T −1 X B(s) Vφ (t) = E Q X(t + 1)e−r(t) + X(s) Pt B(t) s=t+2 # " " T −1 # X B(s) Q −r(t) −r(t) Q =E Pt+1 Pt e X(t + 1) + e E X(s) B(t + 1) s=t+2 i h = E Q (X(t + 1) + Vφ (t + 1))e−r(t) Pt Gestione del Rischio Finanziario Valutazione di Flussi di Cassa ⊲ In particolare, un singolo flusso di cassa X in un’epoca 0 < t < T può essere considerato come processo adattato (X(t))t=0,...,T −1 , con X(t) = 0 per t 6= t, X(t) = X. ⊲ Il suo valore iniziale sarà dato da X X Q Q . E P0 = E B(t) B(t) ⊲ Ad esempio, un’opzione call europea con scadenza t scritta su un TCN che scade in s > t, ha payoff in t pari a X = max(B(t, s) − K, 0) e quindi valore iniziale dato da max(B(t, s) − K, 0) EQ . B(t) Gestione del Rischio Finanziario Costruzione del Modello ⊲ Come specificare in pratica un modello come quello descritto, in maniera tale che non vi siano opportunità di arbitraggio? ⊲ La prima idea potrebbe essere quella di assegnare direttamente i processi dei prezzi dei TCN, (B(t, s))t=0,...,s per s > 0. ⋆ Per fare questo, è equivalente assegnare i prezzi iniziali B(0, s) per s = 1, . . . , T e i fattori di incremento e decremento, u(t, s; ωt ) e d(t, s; ωt ) per t < s e ωt ∈ Pt . ⋆ Per rispettare l’assenza di opportunità di arbitraggio, questa scelta dovrà essere tale che qts (ωt ) = er(t;ωt ) − d(t, s; ωt ) er(t;ωt ) − d(t, T ; ωt ) = = qtT (ωt ) u(t, s; ωt ) − d(t, s; ωt ) u(t, T ; ωt ) − d(t, T ; ωt ) per t + 1 < s e ωt ∈ Pt , dove r(t; ωt ) = − log B(t, t + 1; ωt ) = log u(t, t + 1; ωt ) = log d(t, t + 1; ωt ). Gestione del Rischio Finanziario Costruzione del Modello ⊲ Questa strada non è la più semplice da seguire. Nella pratica si preferisce procedere in maniera differente. ⋆ Partiamo dalla proprietà di martingala dei prezzi dei TCN: per ogni t < u ≤ s, si ha B(t) B(u, s)Pt . B(t, s) = E Q B(u) ⋆ In particolare, per u = s, essendo B(s, s) = 1, si trova i h Ps−1 B(t) Q B(t, s) = E Pt = E Q e− u=t r(u) Pt . B(s) Gestione del Rischio Finanziario Costruzione del Modello ⊲ ⋆ Quest’ultima proprietà è equivalente alla martingalità: per t < u ≤ s è B(t) EQ B(u, s)Pt B(u) B(t) Q B(u) =E Q E Pu Pt B(u) B(s) B(t) =E Q E Q Pu Pt B(s) B(t) =E Q Pt B(s) =B(t, s) Gestione del Rischio Finanziario Costruzione del Modello ⊲ Riassumendo, per assegnare un modello in maniera tale che sia privo di arbitraggi, si può assegnare ⋆ il processo del tasso a breve (r(t))t=0,...,T −1 ; ⋆ la probabilità neutra al rischio Q; e definire poi i TCN mediante la i h Ps−1 B(t, s) = E Q e− u=t r(u) Pt . Gestione del Rischio Finanziario Costruzione del Modello ⊲ Per assegnare il processo del tasso a breve nel modello binomiale, si può ad esempio porre, per t = 0, . . . , T − 2 e ωt ∈ Pt , (osserviamo che r(T ) non entra nel modello) r(t + 1, ωt u) = r(t; ωt ) + µ(t; ωt ) r(t + 1, ωt d) = r(t; ωt ) + λ(t; ωt ), ⊲ oppure, se si vuole evitare che i tassi diventino negativi si potrebbe porre r(t + 1, ωt u) = r(t; ωt )α(t; ωt ) r(t + 1, ωt d) = r(t; ωt )β(t; ωt ), con α(t; ωt ), β(t; ωt ) > 0. Gestione del Rischio Finanziario Costruzione del Modello ⊲ Dobbiamo quindi assegnare r(0) e, per ogni t = 0, . . . , T − 2 (T − 1 epoche) e per ogni ωt ∈ Pt (ce ne sono 2t ), i due numeri µ(t; ωt ) e λ(t; ωt ) (oppure α(t; ωt ) e β(t; ωt )), quindi si tratta di assegnare 1 + 2(1 + 2 + 22 + . . . + 2T −2 ) = 2T − 1 quantità. ⊲ Per assegnare la probabilità Q, abbiamo visto che il modo più semplice è quello di introdurre le probabilità condizionate di movimento verso l’alto, qt (ωt ), per t = 0, . . . , T − 1 (T epoche) e ωt ∈ Pt (2t nodi), quindi assegnare 1 + 2 + 22 + . . . + 2T −1 = 2T − 1 numeri compresi tra 0 e 1. Gestione del Rischio Finanziario Costruzione del Modello ⊲ Abbiamo quindi 2T +1 − 2 gradi di liberta, si pone allora il problema di individuare dei criteri che permettano di eliminare questi gradi di libertà. La scelta classica è quella di fissare i parametri del modello in maniera tale che i prezzi teorici riproducano esattamente i prezzi osservati. ⊲ Supponiamo allora di aver osservato in 0 i prezzi e 1), . . . , B(0, e T ). B(0, I prezzi teorici sono dati da h Pt−1 i B(0, t) = E Q e− u=0 r(u) , dove il termine a destra dipende dai nostri 2T +1 − 2 parametri. e t) = B(0, t) per t = 1, . . . , T (cioè T ⊲ Si impone allora che B(0, equazioni). Gestione del Rischio Finanziario Costruzione del Modello ⊲ Avendo (molte) più incognite che equazioni (ad esempio, se T = 5 il numero dei gradi di libertà è 62), tipicamente queste ultime possono essere risolte, e, per identificare il sistema, si possono aggiungere altri vincoli. ⊲ Esempio 1: una scelta pratica popolare, è quella di fissare la probabilità neutra al rischio in maniera arbitraria, ad esempio ponendo qt (ωt ) = 1 per t = 0, . . . , T − 1 e per ωt ∈ Pt ; 2 si determinano poi r(0) e (µ(t; ωt )), λ(t; ωt ) con la seguente procedura forward: e 1) = e−r(0) , cioè r(0) = − log B(0, e 1); ⋆ (1) fisso r(0) tale che B(0, Gestione del Rischio Finanziario Costruzione del Modello ⊲ ⋆ (2) dato r(0), determino µ(0), λ(0) tali che e 2) = E Q [e−r(0)−r(1) ] B(0, = e−r(0) E Q [e−r(1) ] 1 −r(1;u) 1 −r(1;d) = e−r(0) e + e 2 2 −r(0) e e−r(0)−µ(0) + e−r(0)−λ(0) = 2 e−2r(0) −µ(0) e + e−λ(0) ; = 2 è un’equazione con 2 incognite, µ(0), λ(0) (1 grado di libertà). Gestione del Rischio Finanziario Costruzione del Modello ⊲ ⋆ (3) dati r(0) e µ(0), λ(0), determino µ(1; e) e λ(1; e), con e = u, d, tali che e 3) =E Q [e−r(0)−r(1)−r(2) ] B(0, e−r(0) −(r(0)+µ(0))−(r(0)+µ(0)+µ(1;u)) e = 4 + e−(r(0)+µ(0))−(r(0)+µ(0)+λ(1;u) + e−(r(0)+λ(0))−(r(0)+λ(0)+µ(1;d) + e−(r(0)+λ(0))−(r(0)+λ(0)+λ(1;d) , quindi un’equazione e 4 incognite (3 gradi di libertà). ⊲ Si procede così fino a esaurire tutti i TCN. Gestione del Rischio Finanziario Costruzione del Modello ⊲ Restando una sovrabbondanza di incognite, spesso si aggiungono ulteriori vincoli al modello. Una scelta classica è quella di imporre che l’albero che descrive l’evoluzione del tasso breve sia ricombinante, cioè un movimento u seguito da uno d produce lo stesso tasso che si avrebbe dopo un movimento d seguito da uno u. ⊲ Si tratta quindi di imporre che, per ogni t = 0, . . . , T − 3 e ωt ∈ Pt riesca r(t + 2; ωt ud) = r(t + 2; ωt du), cioè r(t; ωt ) + µ(t; ωt ) + λ(t + 1; ωt u) = r(t; ωt ) + λ(t; ωt ) + µ(t + 1; ωt d), o ancora µ(t; ωt ) + λ(t + 1; ωt u) = λ(t; ωt ) + µ(t + 1; ωt d). Gestione del Rischio Finanziario Costruzione del Modello ⊲ Esempio 2: un modello ‘parsimonioso’ può essere ottenuto imponendo la costanza delle varie quantità in gioco, costanza rispetto a t e ωt ∈ Pt : i parametri sono allora r(0) e µ = µ(t; ωt ), λ = λ(t; ωt ) e q = qt (ωt ), (osserviamo che l’albero del tasso a breve in questione è ricombinante). ⋆ I 4 parametri r(0), µ, λ, q descrivono tutta la curva dei tassi. ⋆ Calcoliamo la distribuzione di probabilità del tasso a breve r(t). Poniamo per semplicità ∆r(u) = r(u) − r(u − 1) per u = 1, . . . , T − 1, allora si ha, per γu ∈ {µ, λ} con u = 1, . . . , t, Q(r(1) = r(0) + γ1 , . . . , r(t) = r(0) + γ1 + . . . + γt ) =Q(∆r(1) = γ1 , . . . , ∆r(t) = γt ) =q l (1 − q)t−l , Gestione del Rischio Finanziario Costruzione del Modello ⊲ ⋆ dove l è il numero di γu uguali a µ. ⋆ La distribuzione di probabilità di r(t) è allora data da Q(r(t) = r(0) + γ1 + γ2 + . . . + γt ) t = q l (1 − q)t−l l essendo tl il numero di modi in cui si possono avere l movimenti u e t − l movimenti d. ⋆ Si tratta quindi di probabilità binomiali. In effetti, è r(t) = r(0) + µNt + λ(t − Nt ) = r(0) + (µ − λ)Nt + λt, dove Nt = E1 + . . . + Et e Eu sono Bernoulli i.i.d. di parametro q, cioè Nt è Binomiale di parametri q e t. Gestione del Rischio Finanziario Costruzione del Modello ⊲ ⋆ Riesce allora B(0, t) = E Q [e−(r(0)+r(1)+...+r(t−1)) ] = E Q [e− Pt−1 s=0 (r(0)+(µ−λ)Ns +λs) h ] i E Q e−(µ−λ) s=0 Ns h i Pt−1 t(t−1) = e−r(0)t−λ 2 E Q e−(µ−λ) s=0 (t−s)Es " t−1 # Y t(t−1) Q −(µ−λ)(t−s)Es −r(0)t−λ 2 E e =e t(t−1) −r(0)t−λ 2 =e Pt−1 s=0 = e−r(0)t−λ t(t−1) 2 t−1 Y s=1 qe−(µ−λ)s + 1 − q ⋆ Riesce quindi B(0, t) = b(t, r(0), q, µ, λ), cioè i prezzi dei TCN sono funzioni dei 4 parametri r(0), q, µ, λ. Gestione del Rischio Finanziario Costruzione del Modello ⊲ ⋆ Più in generale, per t ≤ s ≤ T , B(t, s) = E Q [e−(r(t)+r(t+1)+...+r(s−1)) |Pt ] = b(s − t, r(t), q, µ, λ). ⋆ Allo stesso modo si può mostrare che il processo (r(t)) è Markoffiano: per ogni funzione f e t < s E[f (r(s))|Pt ] = E[f (r(s))|r(t)]. ⋆ Chiaramente adesso non si potrà pretendere che i prezzi teorici riproducano esattamente quelli osservati (4 parametri e T equazioni). Ci si accontenta allora di fittare il modello ai prezzi osservati: si scelgono i parametri in maniera tale che minimizzano la distanza dei prezzi teorici da quelli empirici: min r(0),µ,λ,q T X t=1 e t) − b(t, r(0), q, µ, λ))2 . πt (B(0, Gestione del Rischio Finanziario Costruzione del Modello ⊲ Esempio t 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 e t) B(0, 0.96 0.92 0.89 0.85 0.83 0.80 0.77 0.75 0.73 0.70 e 1) e q = ⊲ ponendo r(0) = − log B(0, min µ,λ T X t=1 1 2 e determinando µ e λ con e t) − b(t, r(0), q, µ, λ))2 (B(0, si trova µ = 0.00788448 e λ = −0.00950495. Gestione del Rischio Finanziario 0.95 0.90 0.85 0.80 0.75 0.70 2 4 6 8 10 Gestione del Rischio Finanziario ⊲ Esempio: T = 3, r(0) = 5%, λ = +0.5%, λ = −0.4%, q = 1/2 6% uu 2 1/ 2 1/ 6.5% uuu 1/ 2 5.6% uud 2 1/ 5.6% udu 1/ 2 4.7% udd 2 1/ 5.6% duu 1/ 2 4.7% dud 2 1/ 4.7% ddu 1/2 3.8% ddd 5.5% u 1/ 2 1/ 2 5.1% ud 5% ω0 2 1/ 2 1/ 5.1% du 4.6% d 1/ 2 4.2% dd Gestione del Rischio Finanziario ⊲ Ricaviamo i processi dei prezzi dei TCN implicati da questo albero per il tasso breve. ⊲ A seconda della scadenza procedendo all’indietro: ⋆ scadenza 1: B(0, 1) = e−r(0) = 0.9512 ⋆ scadenza 2 • all’epoca 1, B(1, 2; d) = e−r(1;d) = 0.9550, B(1, 2; u) = e−r(1;u) = 0.9465 • all’epoca 0, B(0, 2) = e−r(0) ( 21 B(1, 2; u) + 12 B(1, 2; d)) = 0.9044 ⋆ scadenza 3 • all’epoca 2, B(2, 3; dd) = e−r(2;dd) = 0.9589, B(2, 3; ud) = B(2, 3; du) = e−r(2;du) = 0.9503, B(2, 3; uu) = e−r(2;uu) = 0.9418 • all’epoca 1, B(1, 3; d) = e−r(1;d) ( 21 B(2, 3; dd) + 12 B(2, 3; du)) = 0.9117, B(1, 3; u) = e−r(1;u) ( 12 B(2, 3; ud) + 12 B(2, 3; uu)) = 0.8954; • all’epoca 0, B(0, 3) = e−r(0) ( 21 B(1, 3; d) + 21 B(1, 3; u)) = 0.8595 Gestione del Rischio Finanziario ⊲ In parentesi quadre le discount functions ad ogni nodo 1 2 0.9465 1/ 0.8954 u 1/ 2 1/ 2 1 0.9512 0.9044 0.8595 ω0 2 1/ 1 2 0.9550 1/ 0.9117 d 1/ 2 1 /2 0.9418 1 uu 1 uuu 1/ 2 1 uud 1 /2 0.9503 1 ud 1 udu 1/ 2 1 udd 1 /2 0.9503 1 du 1 duu 1/ 2 1 dud 1 /2 0.9589 1 dd 1 ddu 1/2 1 ddd Gestione del Rischio Finanziario ⊲ In parentesi quadre le struture per scadenza dei tassi ad ogni nodo 2 5.5% 1/ 5.5245% u 1/ 2 1/ 2 5% 5.0245% 5.0483% ω0 2 1/ 2 4.6% 1/ 4.6245% d 1/ 2 6% uu 2 1/ uuu 1/ 2 uud /2 5.1% 1 ud 1/ 2 /2 5.1% 1 du 1/ 2 /2 4.2% 1 dd 1/2 udu udd duu dud ddu ddd Gestione del Rischio Finanziario ⊲ Valutiamo il prezzo di un’opzione call Europea con maturità 2 sul TCN con scadenza 3, strike 0.945 ⊲ All’epoca 2, si tratta di un payoff X(2) dato da X(2) = max{B(2, 3) − 0.945, 0} Riesce a seconda dello stato: ⋆ X(2; dd) = max{B(2, 3; dd) − 0.945, 0} = max{0.9589 − 0.945, 0} = 0.0139 ⋆ X(2; du) = X(ud) = max{B(2, 3; du) − 0.945, 0} = max{0.9503 − 0.945, 0} = 0.0053 ⋆ X(2; u) = max{B(2, 3; uu) − 0.945, 0} = max{0.9418 − 0.945, 0} = 0 ⊲ Procediamo poi utilizzando l’induzione all’indietro: il valore dell’opzione all’epoca 1, indicato con V X (1), sarà, a seconda dello stato: ⋆ V X (1; d) = e−r(1;d) ( 21 X(2; dd) + 12 X(2; du)) = 0.0091 ⋆ V X (1; u) = e−r(1;u) ( 21 X(2; ud) + 12 X(2; uu)) = 0.0025 ⋆ Infine, il valore V X (0) dell’opzione all’epoca 0 è: V X (0) = e−r(0) ( 12 X(1; d) + 21 X(1; u)) = 0.0055 Gestione del Rischio Finanziario ⊲ Calcolo del prezzo dell’opzione con il procedimento all’indietro, in rosso il payoff X(2), in blu il valore dell’opzione 0 uu 2 1/ 2 1/ uuu 1/ 2 uud 2 1/ udu 1/ 2 udd 2 1/ duu 1/ 2 dud 2 1/ ddu 1/2 ddd 0.0025 u 1/ 2 1/ 2 0.0053 ud 0.0055 ω0 2 1/ 2 1/ 0.0053 du 0.0091 d 1/ 2 0.0139 dd Gestione del Rischio Finanziario ⊲ Calcoliamo la strategia replicante l’opzione call mediante backward induction ⊲ All’epoca 1, replichiamo il payoff in 2, X(2) mediante una strategia che coinvolge il TCN con scadenza 2 (peso η(1)), cioè il money market account, e quello con scadenza 3 (peso ϕ(1)); si cerca cioè ⋆ nello stato u, η(1; u) e ϕ(1; u) tale che η(1; u) + ϕ(1; u)B(2, 3; uu) = X(2; uu) η(1; u) + ϕ(1; u)B(2, 3; ud) = X(2; ud) si trova η(1; u) = −0.5839, ϕ(1; u) = 0.62 e il valore della strategia è η(1; u)B(1, 2; u) + ϕ(1; u)B(1, 3; u) = 0.0025 = V X (1; u). ⋆ nello stato d, η(1; d) e ϕ(1; d) tale che η(1; d) + ϕ(1; d)B(2, 3; du) = X(2; du) η(1; d) + ϕ(1; d)B(2, 3; dd) = X(2; dd) si trova η(1; d) = −0.945, ϕ(1; d) = 1 e il valore della strategia è η(1; d)B(1, 2; d) + ϕ(1; d)B(1, 3; d) = 0.0091 = V X (1; d). Gestione del Rischio Finanziario ⊲ Infine, all’epoca 0, costruiamo una strategia che produce esattamente il flusso V X (1) in 1, mediante una strategia che coinvolge il TCN con scadenza 1 (peso η(0)), cioè il money market account, e quello con scadenza 2 (peso ϕ(0)); si cerca la soluzione dell’equazione η(0) + ϕ(0)B(1, 3; u) = V X (1; u) η(0) + ϕ(0)B(1, 3; d) = V X (1; d) si trova η(0) = −0.3634 e ϕ(0) = 0.4086 e il valore della strategia è η(0)B(0, 1) + ϕ(0)B(0, 3) = 0.0055 = V X (0). Gestione del Rischio Finanziario ⊲ Valutiamo ora il prezzo di un titolo che paga alle epoche 1 e 2 il tasso uniperiodale corrente (applicato a un nozionale di 100) se questo risulta inferiore al corrispondente valore all’epoca precedente ⊲ All’epoca 1, il payoff è Y (1) è dato da Y (1; d) = 4.6, Y (1; u) = 0. ⊲ All’epoca 2 il payoff è: ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ Y (2; dd) = 4.2 Y (2; du) = 0 Y (2; ud) = 5.1 Y (2; uu) = 0. ⊲ Procediamo poi utilizzando l’induzione all’indietro: il valore del titolo all’epoca 1, indicato con V Y (1), sarà, a seconda dello stato: ⋆ V Y (1; d) = e−r(1;d) ( 12 Y (2; dd) + 12 Y (2; du)) = 2.0056 ⋆ V Y (1; u) = e−r(1;u) ( 12 Y (2; ud) + 21 Y (2; uu)) = 2.4135 ⋆ Infine, il valore V Y (0) del titolo all’epoca 0 è: V Y (0) = e−r(0) ( 21 (Y (1; d) + V Y (1; d)) + 12 (Y (1; u) + V Y (1; u))) = 4.2896. Gestione del Rischio Finanziario ⊲ Calcolo del valore del titolo con il procedimento all’indietro, in rosso il payoff, in blu il valore 0 uu 2 1/ 2 1/ uuu 1/ 2 uud 2 1/ udu 1/ 2 udd 2 1/ duu 1/ 2 dud 2 1/ ddu 1/2 ddd 1/ 2 0 2.4135 u 1/ 2 5.1 ud 4.2896 ω0 2 1/ 2 1/ 4.6 2.0056 d 1/ 2 0 du 4.2 dd Gestione del Rischio Finanziario ⊲ Calcoliamo la strategia replicante il titolo mediante backward induction ⊲ All’epoca 1, replichiamo il payoff in 2, Y (2) mediante una strategia che coinvolge il TCN con scadenza 2 (peso η(1)), cioè il money market account, e quello con scadenza 3 (peso ϕ(1)); si cerca cioè ⋆ nello stato u, η(1; u) e ϕ(1; u) tale che η(1; u) + ϕ(1; u)B(2, 3; uu) = Y (2; uu) η(1; u) + ϕ(1; u)B(2, 3; ud) = Y (2; ud) si trova η(1; u) = −564.1205, ϕ(1; u) = 599.0038 e il valore della strategia è η(1; u)B(1, 2; u) + ϕ(1; u)B(1, 3; u) = 2.4135 = V Y (1; u). ⋆ nello stato d, η(1; d) e ϕ(1; d) tale che η(1; d) + ϕ(1; d)B(2, 3; du) = Y (2; du) η(1; d) + ϕ(1; d)B(2, 3; dd) = Y (2; dd) si trova η(1; d) = −464.5698, ϕ(1; d) = 488.8775 e il valore della strategia è η(1; d)B(1, 2; d) + ϕ(1; d)B(1, 3; d) = 2.0056 = V Y (1; d). Gestione del Rischio Finanziario ⊲ Infine, all’epoca 0, costruiamo una strategia che produce esattamente il flusso Y (1) in 1 e copre il costo per costruire la strategia (η(1), ϕ(1)), mediante una strategia che coinvolge il TCN con scadenza 1 (peso η(0)), cioè il money market account, e quello con scadenza 2 (peso ϕ(0)); si cerca la soluzione dell’equazione η(0) + ϕ(0)B(1, 3; u) = Y (1; u) + V Y (1; u) η(0) + ϕ(0)B(1, 3; d) = Y (1; d) + V Y (1; d) si trova η(0) = −228.3884 e ϕ(0) = 257.7654 e il valore della strategia è η(0)B(0, 1) + ϕ(0)B(0, 3) = 4.289629 = V Y (0). Gestione del Rischio Finanziario Rischio di Credito ⊲ Gli agenti economici hanno bisogno di reperire o impiegare risorse economiche, questo genera ⊲ rischio di credito (rischio di controparte): è il rischio che in una operazione finanziaria, chi è in posizione debitoria non faccia fronte, in tutto o in parte, ai suoi impegni verso la controparte; ⊲ in termini più ampi, il rischio di credito si concretizza nel peggioramento della qualità creditizia (la capacità di far fronte ai propri impegni), o credit quality o credit worthiness del debitore, con conseguente diminuzione del valore del debito. ⊲ I fattori che influenzano il rischio di credito possono avere carattere ⋆ endogeno: dipendere da difficoltà proprie del debitore; ⋆ esogeno: dipendere da elementi esterni quali l’andamento generale dell’economia o cambiamenti legislativi o altro. Gestione del Rischio Finanziario Rischio di Credito ⊲ Il rischio di credito si può caratterizzare come rischio di insolvenza (o default) e/o di spread. ⊲ Rischio di insolvenza ⋆ come già anticipato, si concretizza nel mancato pagamento (anche parziale) di capitale e/o interesse, a causa di impossibilità o di mancanza di volontà. Non è possibile dare una definizione univoca di insolvenza; ad esempio, quelle adottate dalle agenzie di rating potrebbero differire tra loro ed essere diverse da quelle utilizzate in sede giudiziale. ⋆ È comune distinguere se l’emittente è un impresa (corporate) o uno stato (sovereign). Standard & Poor’s ha registrato 216 insolvenze fra le imprese a cui era assegnato un rating, contro 132 nel 2000. Nel periodo 1800-1992 si sono verificati 166 situazioni di insolvenze da parte di 72 nazioni differenti. Gestione del Rischio Finanziario Rischio di Credito ⊲ ⋆ In seguito ad un’insolvenza di un’impresa, si attiverà una procedura in sede giudiziale, che varierà da paese a paese dipendendo dalla legislazione prevalente. Si possono configurare tuttavia due situazioni: ristrutturazione (la gestione della società è affidata ad un soggetto che provvede a ripagare i debiti e avviare l’impresa ad una nuova esistenza) e liquidazione (le attività dell’imprese vengono liquidate e i proventi utilizzati per ripagare i debiti). ⋆ Ad esempio, negli Stati Uniti, si parla di Chapter 7 liquidation e Chapter 11 reorganization (il riferimento è alle leggi che regolano le rispettive procedure). ⋆ Nel caso di stati sovrani, sarà possibile solo la riorganizzazione del debito; spesso il debito esistente viene sostituito con nuovo debito ( debt rescheduling). vi sono stati stati alcuni casi, in seguito a cambiamenti politici, di cancellazione unilaterale del debito (debt repudiation). Gestione del Rischio Finanziario Rischio di Credito ⊲ ⋆ L’ammontare che un creditore riceve in seguito ad un’insolvenza prende il nome di recovery (recovery rate, se si ragiona in termini di percentuale del nominale), mentre invece la parte che non viene recuperata è il loss given default (LGD). ⋆ Il recovery dipenderà dalla seniority del debito: tipicamente i vari debiti andranno ripagati stabilendo una priorità fra le varie categorie di debiti (a volte si parla di absolute priority rule). In particolare si parla di obbligazioni senior e junior, dove le prime precedono le seconde nel rimborso. Ancora, si distingue tra obbligazioni secured e unsecured, a seconda che vi siano delle attività vincolate al rimborso di un certo debito o meno. ⊲ Rischio di Spread ⋆ come già anticipato, se peggiora la qualità dell’emittente (ad esempio in seguito ad una variazione del rating) il valore del debito diminuisce e quindi aumenta il rendimento associato al titolo. Aumenterà quindi il differenziale (spread) che il titolo paga rispetto ad uno equivalente (con le stesse caratteristiche) ma privo di rischio di credito. Gestione del Rischio Finanziario Misure del Rischio di Credito ⊲ Fra le misure del rischio di credito, le due più utilizzate sono il rating e il credit spread. ⊲ Rating ⋆ è una misura della credit worthiness di un agente economico, quindi una misura della capacità dell’agente di far fronte ai propri impegni. Il rating viene normalmente rappresentato come un elemento di un insieme finito ordinato (insieme delle rating classes o rating grades), ordinato dall’elemento che rappresenta la qualità creditizia migliore fino a quella peggiore, con l’ultimo elemento che corrisponde allo stato d’insolvenza. ⋆ Ci sono delle agenzie commerciali, note come agenzie di rating, che provvedono a fornire un rating per una vasta gamma di imprese, assicurazioni, stati sovrani, etc., che emettono debito. Le tre più note sono Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch. Il rating può riguardare l’emittente oppure la singola emissione di debito. Gestione del Rischio Finanziario Rating Long Term Credit Rating di S&P, Moody’s e Fitch ⊲ Standard & Poor’s AAA AA A BBB BB B CCC CC C D Moody’s Aaa Aa A Baa Ba B Caa Ca C D Fitch AAA AA A BBB BB B CCC CC C DDD, DD, D Gestione del Rischio Finanziario Rating ⊲ ⋆ Le obbligazioni con rating compreso tra AAA e BBB di S&P e Fitch (o tra Aaa e Baa di Moody’s) vengono dette investment bonds, mentre quelle con rating inferiore o uguale a BB (rispettiamente Ba) sono note come speculative bonds o anche come high yield o junk bonds. ⋆ Fra gli elementi che vengono presi in considerazione per formulare il rating vi sono, ad esempio: • • • • • il bilancio; la qualità del management; il mercato di riferimento; lo stato dell’economia; ... Gestione del Rischio Finanziario Rating ⊲ ⋆ Il rating può essere solicited (cioè espressamente rìchiesto dall’agente che viene valutato) o unsolicited (è l’agenzia di rating, su sua iniziativa o ‘stimolata’ dal mercato a valutare il rating). Oltre ai rating forniti dalle agenzie specializzate, le principali istituzioni finanziarie mantengono delle classificazioni per uso interno dei propri debitori, note appunto come internal ratings. ⋆ Il rating di un titolo o di un’emittente varia nel tempo a seconda che vi sia un miglioramento (upgrade) o peggioramento (downgrade). A volte si indica tale fenomeno con il termine migrazione fra le classi di rating. Obbligazioni che inizialmente avevano ricevuto il rating di investment grade e che in seguito vengono retrocesse a speculative grade sono note come fallen angels. Le agenzie di rating pubblicano periodicamente matrici di transizione, cioè matrici i cui elementi forniscono le probabilità di passare, in un dato periodo di tempo, tipicamente un anno, da un dato rating ad un altro rating, in particolare di fallire. Gestione del Rischio Finanziario Rating From/to AAA AA A BBB BB B CCC-C AAA 87.44 0.60 0.05 0.02 0.04 0.00 0.08 AA 7.37 86.65 2.05 0.21 0.08 0.07 0.00 A 0.46 7.78 86.96 3.85 0.33 0.20 0.31 BBB 0.09 0.58 5.50 84.13 5.27 0.28 0.39 BB 0.06 0.06 0.43 4.39 75.73 5.21 1.31 B 0.00 0.11 0.16 0.77 7.36 72.95 9.74 CCC-C 0.00 0.02 0.03 0.19 0.94 4.23 46.83 D 0.00 0.01 0.04 0.29 1.20 5.71 28.83 N.R. 4.59 4.21 4.79 6.14 9.06 11.36 12.52 Matrice di transizione pubblicata da Standard & Poor’s, relativa al periodo 1981-2004. L’ultima colonna (N.R.) indica i casi in cui il rating è stato ritirato (not rated). Gestione del Rischio Finanziario Stima delle Probabilità di Transizione ⊲ ⋆ Il metodo classico per la stima delle probabilità di transizione procede al modo seguente. Sia C = {1, . . . , K} l’insieme delle classi di rating (ad esempio, 1 = AAA e K = D). Fissiamo l’attenzione su una classe di rating (non default). Supponiamo di avere N imprese in quella classe di rating all’inizio del periodo di osservazione e, fra queste, di averne nj in classe j ∈ C alla fine del periodo (con n1 + . . . + nK = N ). ⋆ Si suppone che il passaggio di ognuna delle imprese ad una classe di rating avvenga come un esperimento multinomiale, cioè le varie imprese sono indipendenti e prendono uno dei valori 1, . . . , K con le stesse probabilità (da stimare) p1 , . . . , pK (p1 + . . . + pK = 1). La probabilità di osservare N1 transizioni in classe 1, . . . , NK in classe K (N1 + . . . + NK = N ) è data da N! K pN1 . . . pN K , N1 ! . . . NK ! 1 Gestione del Rischio Finanziario Stima delle Probabilità di Transizione ⊲ ⋆ La verosimiglianza è data da L(p1 . . . , pK |n1 , . . . , nK ) = N! K p n1 . . . p n K , n1 ! . . . nK ! 1 e la log-verosimiglianza è pari a b 1 , . . . , pK ) = H + n1 log p1 + . . . nK log pK . L(p dove H è una costante non dipendente dalle pi . ⋆ Risolvendo allora il problema max p1 ,...,pK , p1 +...+pK =1 b 1 , . . . , pk ), L(p ad esempio con il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, si trova la seguente stima (casi favorevoli su casi possibili): p bi = ni , i = 1, . . . , K. N Gestione del Rischio Finanziario Credit Spread ⊲ Credit Spread ⋆ Il credit spread o credit risk premium di un’obbligazione è il differenziale in termini di rendimento tra l’obbligazione in questione ed una equivalente (stessa maturità, frequenza di pagamento cedole, stessa cedola,. . . ) ma priva di rischio di credito. ⋆ Ad esempio, se D(t, T ) è il prezzo in t di un TCN con maturità T emesso da un ente soggetto a rischio di credito, il suo rendimento è definito da rD (t, T ) = − 1 log D(t, T ), T −t ed il credit spread è allora definito da ∆(t, T ) = rD (t, T ) − r(t, T ) = B(t, T ) 1 log . T −t D(t, T ) ⋆ Spesso le obbligazioni vengono quotate direttamente come spread sopra il tasso risk free (≡ privo di rischio di credito). Gestione del Rischio Finanziario Misure del Rischio di Credito ⊲ il rating misura il rischio di credito, il credit spread può includere altri rischi (liquidity risk, call risk,. . . ); ⊲ il rating viene rivisto solo periodicamente, il credit spread cambia con i prezzi (purchè vi sia un mercato attivo per il titolo sottostante); ⊲ il rating è una misura espressa da un soggetto terzo (quindi è importante la sua affidabilità), il credit spread è una misura di mercato; ⊲ non tutti gli emittenti ricevono un rating, altre volte è difficile calcolare il credit spread. Gestione del Rischio Finanziario Credit Derivatives ⊲ I credit derivatives (in italiano derivati sul credito o derivati creditizi) sono una categoria di strumenti derivati il cui sottostante è il rischio di credito di un’entità di riferimento. ⋆ Sono strumenti trattati solamente over the counter, esistono quindi svariate tipologie di credit derivatives, anche se l’ISDA (International Swaps and Derivatives Association, www.isda.com) sta spingendo verso la standardizzazione; ⋆ le prime contrattazioni in credit derivatives risalgono all’inizio degli anni ’90, e da allora lo sviluppo del mercato è stato notevole. scambi in miliardi di $ in credit derivatives (fonte British Bankers Association): 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 187 350 586 893 1189 1952 3548 5021 ⋆ Chi sono i partecipanti al mercato dei derivati sul credito? Inizialmente erano solo le grandi banche, attualmente, oltre alle banche sono • • • • • Imprese di assicurazione e di riassicurazione; stati sovrani; imprese; hedge funds; ... Gestione del Rischio Finanziario Credit Derivatives ⊲ Il principale aspetto dei credit derivatives è quello che permettono di separare il rischio di credito dal titolo a cui è legato (che lo genera), trasformandolo così in un titolo a se stante che può essere poi facilmente scambiato. Vantaggi portati dai derivati creditizi: ⋆ aumentano la possibilità di diversificazione; ⋆ rendono accessibili mercati che prima non lo erano, o lo erano a condizioni particolarmente svantaggiose; ⋆ aumentano la liquidità dei mercati; ⋆ permettono di effettuare speculazione o arbitraggi sul rischio di credito; ⋆ permettono di effettuare operazioni di hedging, cioè mitigare il rischio di credito senza dover ricorrere alla cessione dello strumento che lo genera. Gestione del Rischio Finanziario Credit Derivatives ⊲ I vari elementi che costituiscono le varie tipologie di derivati sul credito sono i seguenti: Protection Buyer: è la controparte che si vuole proteggere dal rischio di credito e quindi acquista protezione e ‘vende’ rischio di credito; se si verifica il ‘credit event’ in questione il protection buyer ne sarà beneficiato; Protection Seller: è la parte che si assume il rischio di credito del protection seller, e quindi ‘vende’ protezione e ‘compra’ rischio di credito; sarà tenuto a compiere una prestazione se si verifica il credit event’; Gestione del Rischio Finanziario Credit Derivatives Reference Entity: è l’entità (corporate, sovereign) che è soggetta al rischio di credito e contro il cui rischio il protection buyer si vuole coprire; a volte si distingue tra single name credit derivative, in cui vi è un’unica reference entity, e basket o portfolio credit derivatives in cui il protection buyer si vuole proteggere dal rischio di credito di un portafoglio di reference entities; Reference Obligation: è il titolo emesso dalla reference entity; Credit Event: è l’evento a cui deve sottostare la reference entity per far si che si attivi la prestazione garantita dal credit derivative; il credit event può essere sia un’insolvenza (in questo caso il credit derivative è talvolta chiamato default product) che una variazione nella creditworthiness della reference entity come ad esempio una variazione del rating o dello spread (e allora si parla di spread product). Gestione del Rischio Finanziario Credit Derivatives ⊲ Fra le varie tipologie, si incontrano le seguenti: ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ ⋆ Credit Default Swaps; Credit Default Options; Credit Linked notes; Credit Spread Options, Swaps e Forward; Collateralized Debt Obligations; Step-up Bonds; Total Rate of return Swaps; ... Gestione del Rischio Finanziario Credit Derivatives ⊲ I credit default swaps (CDS), anche noti come default insurance o default protection, sono simili a forme di assicurazione contro l’insolvenza. ⊲ Il protection buyer paga al protection seller una sequanza di premi periodici (ad esempio trimestrali) costanti (credit swap premium) fino alla scadenza del contratto oppure fino a quando si verifica il credit event (tipicamente il default della reference obligation, in altri casi potrebbe essere semplicemente un rating downgrade). Se si verifica il credit event allora il protection seller è tenuto ad una certa operazione che potrebbe essere ⋆ pagare al protection buyer il valore nominale della reference obligation e ricevere in cambio la reference obligation stessa (physical delivery); Gestione del Rischio Finanziario Credit Derivatives ⊲ ⋆ pagare al protection buyer la differenza tra il valore nominale e il valore di mercato post-default della reference obligation (cash delivery); ⋆ pagare al protection buyer la differenza tra il valore di mercato pre e post-default dell’obbligazione. ⊲ Sia la reference obligation uno zero coupon bond con scadenza U ≥ T , dove T è la scadenza del CDS, prezzo in t indicato con D(t, U ) e valore nominale L. Il payoff per il protection buyer, se il credit event si verifica all’epoca τ < U , è nel secondo caso (cash delivery) L − D(τ, U ) mentre nel terzo caso è D(τ −, U ) − D(τ, U ). ⊲ Il credit swap premium viene fissato in maniera tale che il valore iniziale del contratto sia nullo. Gestione del Rischio Finanziario Credit Derivatives ⊲ Altre varianti di CDS sono il digital default swap, in cui se si verifica il credit event il protection seller paga un ammontare fisso e la basket default swap o first to default swap in cui il credit event è il primo default fra un basket di reference entities. ⊲ Una Credit Linked Note (CLN) è un’obbligazione che paga al suo possessore un coupon potenziato in compenso perchè quest’ultimo si assuma il rischio di credito di una reference entity. In questo caso quindi il possessore dell’obbligazione è il protection seller mentre chi l’emette assume il ruole di protection buyer. Se la reference entity non è insolvente durante la vita del CLN, quest’ultimo è essenzialmente equivalente ad un coupon bond. In caso di default prima della scadenza del CLN, il CLN termina e l’emittente consegna al protection seller la reference obligation. Appare quindi che un credit link note equivale ad un’obbligazione più un credit default swap. Gestione del Rischio Finanziario Credit Derivatives ⊲ I Credit Spread Options, Swaps e Forward sono derivati in cui il sottostante è il credit spread di una fissata reference obligation. Consentono al protection buyer di coprirsi da peggioramenti della creditworthiness. Se indichiamo con ∆(T, U ) lo spread della reference entity all’epoca T (U > T è la maturità), allora una credit spread call option europea con maturità T concede il diritto al possessore di scambiare lo spread contro uno spread fisso K applicati ad un nominale L.Il payoff all’epoca T è quindi dato da L max(∆(T, U ) − K, 0). Un credit spread forward è semplicemente un contratto forward scritto sul credit spread, quindi un contratto che prevede alla scadenza, epoca T di scambiare il credit spread relativo ad una certa reference entity che ha maturità U > T , contro uno spread fisso K, entrambi applicati ad un nominale L. Gestione del Rischio Finanziario Credit Derivatives ⊲ Il payoff all’epoca T per il protection buyer è quindi pari a L (∆(T, U ) − K). Il payoff può quindi assumere valori sia positivi che negativi. Lo spread fisso K viene fissato inizialmente in maniera tale che il valore del contratto sia nullo. Un credit spread swap è un portafoglio di credit spread forward con scadenze diverse. Se indichiamo con T1 < T2 < . . . < Tn le date in cui sono previsti i pagamenti dello swap e con U > Tn la scadenza della reference entity, allora alla generica epoca Ti il payoff per il protection buyer (paga variabile e riceve fisso) sarà semplicemente L (∆(Ti , U ) − K). Di nuovo lo spread fisso K viene stabilito in maniera tale che il valore iniziale dello swap sia nullo. Gestione del Rischio Finanziario Credit Derivatives ⊲ Una variante di contratti del tipo spread product è quella in cui, invece di scambiare uno spread variabile contro uno fisso, si scambia uno spread variabile contro un altro spread variabile ∆′ , relativo alla stessa scadenza ma ad un’altra reference entity più un eventuale spread δ.Nel caso del credit spread forward il payoff sarà ad esempio L (∆(T, U ) − ∆′ (T, U ) − δ). ⊲ Gli Step-up Bonds sono obbligazioni in cui la cedola pagata varia al variare del rating dell’emittente; tipicamente se il rating diminuisce l’obbligazione paga una cedola più elevata, compensando così il possessore dell’obbligazione (protection buyer) per la perdita in termini di rendimento. In questo caso quindi vi è coincidenza tra protection seller e reference entity (l’emittente dell’obbligazione). Nella versione più semplice vi saranno due diverse cedole C ′ e C ′′ con C ′ < C ′′ a secondo che il rating sia investment o speculative. Gestione del Rischio Finanziario Credit Derivatives ⊲ Il Total Rate of Return Swaps (TRORS) è un accordo in base al quale due controparti si scambiano per un dato periodo di tempo il rendimento totale di una certa reference obligation contro un rendimento fisso stabilito all’inizio dell’accordo. Nella sua forma più comune, il protection buyer (payer dello swap), paga al protection seller il rendimento totale della reference obligation (coupon più variazioni in valore capitale) applicato a un nominale fisso, che può essere anche differente da quello della reference obligation. Il protection seller (receiver dello swap), paga al protection buyer un tasso fisso o variabile applicato allo stesso nominale di riferimento; quindi è come se ‘acquistasse’ il rendimento totale della reference entity. Alla scadenza del contratto, o se la reference entity risulta insolvente prima della scadenza, si interrompe lo scambio di pagamenti e il receiver paga al payer la differenza tra il prezzo iniziale e il prezzo finale della reference entity; normalmente quindi la reference obligation avrà una scadenza successiva a quella del TRORS.