26 ottobre 2015
Squinzi: subito una politica industriale
di Luca Orlando
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-10-26/squinzi-subito-politica-industriale162539.shtml?uuid=ACIwbXNB
Governo promosso per lo sforzo compiuto su alcune attese riforme - vedi Jobs act, scuola e Pa ma sulla legge di Stabilità il giudizio degli industriali è in stand by, in attesa di valutare «le scelte
che verranno operate dalle commissioni parlamentari e dall'aula nel merito». A dirlo è il
presidente di Confindustria Giorgio Squinzi intervenendo oggi all'assemblea generale di
Assolombarda Confindustria Milano, Monza e Brianza all'Expo a Milano. Squinzi ha poi incalzato il
governo ad attuare una politica industriale adeguata, definendo «con chiarezza quale debba
essere il tipo di intervento pubblico nell'economia italiana».
Adesso l’Italia ha bisogno di una politica per l’industria
Prendendo spunto proprio dagli sforzi messi in campo dall’Esecutivo per portare avanti l’agenda
delle riforme Squinzi ha rilanciato la necessità di «una politica per l'innovazione e per l'industria»,
di cui l’Italia sente un grande «bisogno adesso». Squinzi ha quindi fatto notare che «se il governo
agisse con uguale forza e determinazione» usata per le riforme «nel campo della politica
industriale, i benefici per l'Italia potrebbero essere notevoli». Se da un lato è giusto «definire con
chiarezza quale debba essere il tipo di intervento pubblico nell'economia italiana, dall’altra è
anche necessario fare «tesoro degli errori del passato in cui peraltro tutti, noi compresi, hanno
qualche responsabilità su cui meditare».
Ampliare la forza di discontinuità delle riforme
«La ripresa dell'economia e del lavoro si prepara con le riforme, ma si realizza solo con le
politiche», ha ribadito ancora Squinzi, che in un altro passaggio del suo intervento all’assemblea
Assolombarda ha fatto notare come questa fase della legislatura sia stata caratterizzata «da una
forte spinta riformista e al cambiamento del funzionamento delle istituzioni». Fronti sui quali sono
stati raggiunti importanti risultati. Ora «bisogna difenderli e ampliarne il più possibile la forza di
discontinuità che rompe la crosta conservatrice della società italiana». Contemporaneamente, ha
osservato, «l'Italia necessità di una politica per l'industria e l'innovazione».
Prioritario liberare spazi al mercato e alla concorrenza
Squinzi ha poi ricordato alla platea che l’auspicio di una rinnovata politica industriale deve tener
conto del fatto «che oggi non tutto è praticabile e possibile alla luce delle norme comunitarie sugli
aiuti di Stato e la concorrenza», e che in questo scenario, «il primo intervento che va chiesto allo
Stato è quello di liberare spazio al mercato e alla concorrenza». «La politica - ha concluso - non ha
dato bella manifestazione di sé in alcuni aspetti della vita pubblica economica. Ricordo solo una
sorta di “occupazione indebita degli spazi” che aprivano lo Stato o le regioni quando si sono fatti
imprenditori o quando le emergenze sono state inseguite malamente: vedi Ilva». Tra le richieste di
Confindustria al governo, Squinzi ha ricordato la necessità di fare di più per il rilancio della
domanda interna «attraverso uno stimolo intelligente e fortemente innovativo al settore delle
costruzioni, del turismo e della distribuzione», perchè «il paese non puo' reggere a lungo con il
solo approccio export lead».
Momento propizio pe r sistema Italia, ma serve politica per l'innovazione
«Tutto ciò - ha sottolineato Squinzi - va calato nell'ecosistema dei cambiamenti in corso e che
prevedibilmente si realizzeranno, da cui la politica, la buona politica, dovra' trarre e costruire gli
strumenti adeguati». Il presidente di Confindustria ha quindi ricordato il momento
particolarmente propizio per il “Sistema Italia”, dal momento che i trend sociali e tecnologici
«sono convergenti nel disegnare un cambiamento generale e diffuso, con piu' qualità e
sostenibilità, meno quantità e una spinta personalizzazione nei consumi». Un futuro - ha
sottolineato Squinzi - che sembra disegnato per l'industria italiana, che ha la qualità e la
personalizzazione del Dna costitutivo». Per non perdere questa occasione occorre quindi «una
politica industriale e per l'innovazione», capace di sfruttare il momento storico e la congiuntura
per il bene del Paese.
Expo esperienza indimenticabile, battuti gli scettici
Inevitabile, nel discorso di Squinzi, un passaggio dedicato all’esperienza dell’Expo, che negli ultimi
sei mesi ha messo l’Italia al centro dell’attenzione mondiale. La «straordinaria esperienza»
dell’Esposizione si avvia a concludersi «nel migliore dei modi», e avremo «tempo e modo di
parlare di numeri, di visitatori, di studenti e scuole, della ricadute economiche e dirette e
indirette», ha sottolineato Squinzi rivendicando però il forte sostegno suo personale e di
Confindustria alla manifestazione, «sin dall'inizio, contro le valutazione di tanti scettici che nel
nostro paese non sono certo merce rara». «Il mondo si aspettava di trovare in Italia la qualità, la
capacità di fare, il gusto, la personalità, la sostenibilità dei prodotti - ha concluso Squinzi - e li ha
trovati».
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